Comune di Pomarance opere di riqualificazione del parco La Rotonda, Montecerboli PADIGLIONE CUCINA E SERVIZI

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1 Comune di Pomarance opere di riqualificazione del parco La Rotonda, Montecerboli PADIGLIONE CUCINA E SERVIZI RELAZIONE SULLE MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE PER L ACCESSO, IL TRANSITO E L ESECUZIONE DEI LAVORI IN QUOTA IN CONDIZIONI DI SICUREZZA 1. TIPOLOGIA DEL COMPLESSO E MISURE DI PROTEZIONE 1.1 DATI GENERALI DESTINAZIONE DEL COMPLESSO: CUCINA E SERVIZI DI CORREDO ALL'AREA EVENTI PIANI FUORI TERRA : Il complesso è composto da un corpo di fabbrica di quattro cellule e un ripostiglio posteriore. La copertura piana è su due livelli ed è composta da cinque cellule distinte. L'accesso alla copertura avviene attraverso una scala semovente abitualmente custodita nel corpo ripostiglio e fissabile ad un sistema ancorato alla parete posteriore. TIPOLOGIA DELLA COPERTURA: piana praticabile in ogni sua parte. POSSIBILITA DI ERIGERE PONTEGGI: su tutti i lati. 1

2 INTERVENTI SULLA COPERTURA: attività sugli sfiati e sui camini, manutenzione guaine, pulizia canali di gronda, pulizia copertura, eventuali piccole sostituzioni di manto. INTERVENTI SULLA TENSOSTRUTTURA: le coperture in PVC non sono praticabili. Il sistema delle vele è pensato smontabile secondo le indicazioni della casa costruttrice una volta l'anno avvio della stagione invernale e rimontato alla primavera successiva. Gli interventi sui singoli pilastri e sul sistema di attacco alla facciata del padiglione corrispondono alle attività indicate nel fascicolo per futura manutenzione dell'immobile. FREQUENZA DEGLI ACCESSI: periodica: con cadenza media trimestrale. DURATA DEGLI INTERVENTI: variabile da uomini giorno 1 a 8. EVAQUAZIONE DI EMERGENZA: l evacuazione dalla copertura avviene attraverso la scala a pioli montata sul fronte posteriore in corrispondenza dell'angolo tra la parete della loggia e quella del ripostiglio. NUMERO MASSIMO DI UTILIZZATORI: le lavorazioni si ritengono idonee ad un numero massimo di due lavoratori circa per ogni cellula di copertura. al massimo due perse persone per edificio. LUNGHEZZA DEI TRATTI INTERMEDI TRA MONTANTI sulle dorsali dotate di cavo: massima 6,4 metri. TIRANTE D ARIA MINIMO (inteso come la minima distanza tra la gronda ed il terreno): massimo ml.3,66 sul fronte principale e sui fianchi della struttura e sul retro della loggia; 2,18 sul fronte retrostante. FRECCIA MASSIMA DEL CAVO: 750 mm. RISULTANTE FORZA SUL CAVO: 5 KN RESISTENZA MINIMA ALLA ROTTURA: 10 KN SISTEMI DI ACCESSO: Il transito sarà assicurato in modo tale di avere una linea di ancoraggio realizzata con un cavo di acciaio di diametro 10 mm. cui l operatore può agganciarsi appena raggiunta la copertura. Attraverso la scala fissata alla parete retrostante la loggia, è possibile raggiungere la sommità dei due padiglioni con l imbracatura legata al cavo e da qui è possibile scendere sulle quattro falde con il sistema del doppio aggancio in modo da rimanere sempre fissati ad un punto. Per ogni punto di fissaggio sono previsti due anelli: uno su ogni falda della copertura in modo da avere un aggancio libero da ostacoli. TEMPO DI ESPOSIZIONE AL RISCHIO: zero. EFFETTO PENDOLO: zero. PORTATA SOLAI: 120kg/mq minimo su tutti i solai di copertura 1.2 PERCORSI DI ACCESSO definizione: E il tragitto che un operatore deve compiere internamente o esternamente al fabbricato per raggiungere il punto di accesso alla copertura. Questo percorso è da ritenersi permanente. La scala retrattile sarà aperta solo in caso di manutenzione alla copertura. In alternativa si prevede l uso di una scala portatile a norma con i requisiti di sicurezza vigenti. percorsi: Nel caso in oggetto si accede alla copertura dell intero complesso attraverso una scala da fissarsi sul retro della loggia in corrispondenza dell'accesso al ripostiglio. La scala ed il percorso di accesso alla copertura sarà segnalato secondo indicazioni D.Lgs. 493/96, gli elementi di accesso saranno protetti o fasciati nelle parti sporgenti con materiale antiurto per non causare pericolo, con illuminazione diretta e naturale con sorgente autonoma di almeno 20 lux 1.3. ACCESSI ALLA COPERTURA definizione: è il punto raggiungibile mediante un percorso in grado di consentire il trasferimento in sicurezza di un operatore e di materiali ed utensili in condizioni di sicurezza sulla copertura: 2

3 es. raggiungibili con apprestamenti di servizio, raggiungibili con piattaforme aeree / autogru raggiungibile da apertura verticale che si affaccia sulla terrazza a tasca dell ultimo piano ecc. accessi: attraverso una scala a pioli certificata a norma di legge, fissata alla parete sul retro della loggia. Da questa posizione si accede alla copertura del corpo tenico posto sul retro ed alla coprtura principale. Su ciacuna delle cellule della copertura principale si transita attraverso un'apposita linea vita. Le lavorazioni sulla copertura della loggia possono avvenire solo a seguito del posizionamento di un pavimento provvisionale posto sul foro al centro della copertura stessa ESECUZIONE DEI LAVORI Per accertarsi che la posa in opera degli apprestamenti abbia rispettato le misure seguenti occorre consultare la documentazione tecnica allegata alla conformità rilasciata dall'impresa esecutrice. Occorre rimandare inoltre al rispetto delle misure previste con il DLGS 81/08 sui luoghi di lavoro. I passaggi esposti di seguito narrano le caratteristiche di ogni elemento necessario alla sicurezza. parapetti: Non saranno necessari parapetti provvisionali. L'accesso è protetto in modo da non offrire rischio di caduta. linee di ancoraggio: I punti di ancoraggio di tipo strutturale sono posizionati in modo da rompere i tratti di cavo di acciaio. Sono più precisamente posizionati in modo da poter raggiungere tutte le zone della copertura e da questi secondo lo schema indicato nell elaborato grafico planimetrico scendere con o salire con scale a pioli protette da linee vita verticali alla copertura e alla copertura del livello inferiore. dispositivi di ancoraggio: I dispositivi di ancoraggio sono costituiti da imbracature dotate di doppio cordino fisso o retrattile di lunghezza automaticamente variabile. Nei tratti trasversali ci si dovrà dotare del secondo cordino della lunghezza massima di 2 metri. Gli assorbitori di energia saranno posti ogni volta tra l imbracatura e il cordino in modo da poter dissipare fino a 6 KN rispetto alla cintura o al dispositivo di protezione individuale utilizzato. sistema di fissaggio degli ancoraggi: Sarà costituito da tasselli metallici e bullonature. I punti di ancoraggio di tipo strutturale saranno posizionati in modo da rompere di tratti di cavo ed ottenere i requisiti di resistenza ed inflessione. 3

4 Le quattro falde saranno raggiungibili da sistemi di ancoraggio puntuali (UNI EN 795 classe A1-A2) La resistenza a rottura del supporto è fissata in 10KN e la saldatura a mezzo di resine epossidiche è fissata in R2T. 2. CARATTERISITCHE FISICO-DIMENSIONALI IL TIRANTE D ARIA MINIMO E la quota determinata dal piano di calpestio dell operatore al primo ostacolo che incontrerà sulla sua verticale nel caso di una caduta: IL TIRANTE D ARIA DELL ATTREZZATURA E determinato dall attrezzatura considerata come lo sviluppo completo del dispositivo di ancoraggio individuato: > cordino con moschettone: 1.15 ~ 2.00 m. > estensione dell assorbitore: 0.70 ~ 1.15 m. > cordino retrattile/anticaduta: 1.40 m. > attacco dall imbracatura ai piedi: 1.50 m. > distanza di sicurezza al suolo: 1.00 m ALTEZZA DELL ANCORAGGIO E l altezza del punto di ancoraggio ancorché questo sia fisso su palo o su colonna: > altezza punto ancoraggio: 0.50 ~ 1.50 m LA FRECCIA DI INFLESSIONE per un sistema ad ancoraggio fisso: 0 (zero) per un sistema con linea flessibile si considera: > flessione massima sull orizzontale <15 4

5 > per un sistema strallato su pennone non deformabile con tiro indotto artificialmente sugli stralli dal tensionatore avremo: dove il valore è determinato da: per una fune in acciaio striato con diametro : 8 mm. 3. ANALISI DEL RISCHIO 3.1. COLPO DI SOLE/CALORE sarà cura del datore di lavoro fornire DPI 3.2. ELETTROCUZIONE gli impianti saranno certificati a norme CE 3.3. NON CONOSCENZA DEL RISCHIO SCORRETTO UTILIZZO DEI DPI NON RISPETTO DELLE PROCEDURE obbligo di esaminare elaborato preliminarmente; migliorare l addestramento degli addetti migliorare l informazione qualificata 3.4. OSCILLAZIONE DEL CORPO-URTO adottare un punto di ancoraggio di deviazione quale sistema di sicurezza intrinseca 3.5. PERMANENZA DI OSCILLAZIONE verificare l attrezzatura di dotazione prima di accedere sulla copertura in modo che possa adattarsi alla corporatura della persona in modo corretto e confortevole 3.6. SOSPENSIONE INERTE DEL CORPO limitare il tempo di permanenza nelle zone a rischio di caduta dall alto allo stretto necessario 3.7. GESTIONE DELLE EMERGENZE verificare il sito prima di accedervi in modo da poter attivare quanto prima le procedure per le emergenza definite dal datore di lavoro. > verificare l accesso della copertura e destinare agli interventi programmati almeno due operatori, uno dei quali almeno uno sarà formato per fornire i primi interventi di soccorso > adottando dispositivi di discesa (tipo a fune)da poter collegare ai punti di ancoraggio,quale condizione indispensabile per poter intervenire sulla copertura in sicurezza CADUTA LIBERA: CADUTA LIBERA LIMITATA CADUTA LIBERA CONTENUTA CADUTA TOTALMENTE PREVENUTA La distanza di caduta libera è spazio libero di sicurezza necessario a consentire una caduta senza che l operatore urti contro il suolo o altri ostacoli quando è utilizzato un cordino fisso: DLC = LC - DR + HA > LC: lunghezza del cordino max 2.00 m > DR: distanza in linea retta tra il punto fisso di ancoraggio e il punto del bordo oltre il quale è possibile la caduta verso il vuoto > HA: altezza dai piedi all attacco del cordino all imbracatura - max 1.50 m 5

6 caduta dove, prima che il sistema di arresto inizi a prendere il carico, la distanza sarà pari a: DLC > 0.60 m. < 1.50 m. max < 4.00 m. con anticaduta caduta dove, prima che il sistema di arresto inizi a prendere il carico, assume la distanza, in tutte le direzioni, la distanza sarà pari a: DLC < 0.60 m. < 1.00 m. max ammessa caduta dove una persona è trattenuta nella azione combinata dall ancoraggio, dal cordino e dal dispositivo di trattenuta, la distanza sarà: DLC < 0.60 m. max ammessa 6

7 situazione in cui si realizza la condizione di prevenzione totale tramite trattenuta che impedisce l operatore di raggiungere la zona a rischio: DLC = FORZA T DI IMPATTO l accelerazione (g) che un corpo assume in relazione all incremento della propria velocità, è: g = 9.81 m/sec2 la velocità di impatto (v) sarà quindi tanto maggiore quanto più grande è il tempo di caduta e quindi l altezza (HA) da cui la caduta ha avuto inizio: cadendo da 2.00 m. l impatto avviene a 6.2 m/s (22 km/h) per cui, ipotizzando una massa (m) pari a 100 kg comprensivi del peso di una persona e del suo carico, l energia (E) da dissipare durante l urto sarà: E = ½ mv2 = 2 kj la forza di impatto (T) dipende dalla durata della fase di decelerazione per cui, ipotizzando una forza distribuita lungo tutta la decelerazione, nello spazio s < 0.60 m. di frenatura, sarà: T = E / s = 4.95 kn 4. MISURE DI PROTEZIONE PUNTUALI E INDIVIDUALI 4.1. IL SISTEMA DI ARRESTO ANTICADUTA. Per sistema di arresto di caduta si intende il sistema di protezione individuale contro le cadute dall alto comprendente una imbracatura per il copro ed un sottosistema di collegamento ai fini dell arresto caduta secondo quanto previsto dalla norma UNI EN

8 4.2. I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE È il dispositivo contro le cadute dall alto atto ad assicurare una persona ad un punto di ancoraggio in modo da prevenire o arrestare in condizioni di sicurezza una caduta dall alto secondo quanto previsto dalla norma UNI EN 363. >con semplice imbracatura sulla vita da utilizzare solo per il transito (senza cintura) >completa di cintura di posizionamento integrata all imbracatura per poter operare con le mani libere in ambiti di lavoro fissi IL DISPOSITIVO DI ANCORAGGIO È l elemento o la serie di elementi o componenti uno o più punti Di ancoraggio secondo quanto previsto dalla norma UNI EN 795. >connettori UNI EN 362 Servono a collegare tra loro vari componenti di un sistema di arresto caduta in modo che non sia possibile il distacco accidentale: - si devono aprire con due operazioni. > cordini fissi UNI EN 354 Servono a collegare il punto di ancoraggio con l anello delle imbracature: - con doppio cordino se utilizzati per transiti e spostamenti nelle zone dotate di punti di ancoraggio e postazioni intrattenuta. > assorbitore di energia UNI EN 355 Necessario quando la distanza di caduta, o il materiale di cordino, non è in grado di dissipare o di raggiungere il limite dei 6kN > cordini retrattili/anticaduta UNI EN 360 del tipo automaticamente variabile, consentono un ampio campo di lavoro ma devono essere usati con maggiore attenzione ai fini di limitare l effetto pendolo che può determinarsi quando il raggio di azione supera i 30 rispetto al punto di ancoraggio: - utilizzo con secondo cordino collegato ad un secondo ancoraggio di deviazione - utilizzare solo se lo spigolo vico del bordo non sia causa di rottura della fune o del rallentamento del dispositivo frenante 8

9 I PUNTI DI ANCORAGGIO È l elemento a cui il dispositivo di protezione individuale può essere applicata dopo l installazione del dispositivo di ancoraggio ai sensi della norma UNI EN L ANCORAGGIO STRUTTURALE È l elemento o gli elementi fissati in modo permanente ad una struttura a cui si può applicare un dispositivo di ancoraggio o un dispositivo di protezione individuale ai sensi delle norma UNI EN 795 suddivisi nelle classi: > A1: progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali ed inclinate, ma non tetti sulle quali la sollecitazione generata dal collegamento con l operatore ha una direzione preferenziale - resistenza minima 10kN > A2: progettati per essere fissati a tetti inclinati sui quali la sollecitazione generata dal collegamento con l operatore ha una direzione preferenziale - resistenza minima:10kn > B: ancoraggi provvisori portatili LA LINEA DI ANCORAGGIO È la linea flessibile tra ancoraggi strutturali a cui si può applicare un dispositivo di protezione individuale secondo la norma UNI EN 517: > C: linee flessibili orizzontali che deviano dall orizzontale per non più di 15 - resistenza minima :1.5 volte T di progetto > D:rotaie di ancoraggio rigide orizzontali - resistenza minima 10Kn + 1Kn /persona IL GANCIO DI SICUREZZA DEL TETTO È l elemento da costruzione posto sulla superficie del tetto a falde per assicurare le persone e fissare carichi principalmente utilizzati per la manutenzione e riparazione dei tetti secondo quanto previsto dalla norma UNI EN 517: > tramite chiodature da fissare ai travetti portanti di dimensioni minime 60x80mm. - resistenza minima : 5kN 4.8. PROTEZIONI FISSE Le seguenti indicazioni e avvertenze riportate, complete di allegati descrittivi delle operazioni e materiali impiegati, serviranno al Committente che dovrà verificare gli atti del datore di lavoro in merito alla formazione del personale assegnato agli interventi che verranno appaltati. Saranno installati parapetti di altezza 1.00 m. almeno soltanto a protezione di aperture pericolose(cavedi impiantistici) poste in copertura ASSENZA DI PUNTI DI ANCORAGGIO possibilità di ancoraggio di classe B COLPI DI SOLE/ CALORE sarà cura del datore di lavoro fornire DPI ELETTROCUZIONE gli impianti saranno certificati a norme CE NON CONOSCENZA DEL RISCHIO SCORRETTO UTLIZZO DEI DPI NON RI SPETTO DELLE PROCEDURE obbligo di esaminare elaborato preliminarmente migliorare l addestramento degli addetti migliorare l informazione qualificata OSCILLAZIONE DEL CORPO-URTO adottare un punto di ancoraggio di deviazione quale sistema di sicurezza intrinseca PERMANENZA DI OSCILLAZIONE 9

10 verificare l attrezzatura di dotazione prima di accedere sulla copertura in modo che possa adattarsi alla corporatura della persona in modo corretto e confortevole SOSPENSIONE INERTE DEL CORPO limitare il tempo di permanenza nelle zone a rischio di caduta dall alto allo stretto necessario GESTIONE DELLE MERGENZE verificare il sito prima di accedervi in modo da poter attivare quanto prima le procedure per le emergenza definite dal datore di lavoro. > verificare l accesso della copertura e destinare agli interventi programmati almeno due operatori, uno dei quali almeno uno sarà formato per fornire i primi interventi di soccorso > adottando dispositivi di discesa (tipo a fune)da poter collegare ai punti di ancoraggio, quale condizione indispensabile per poter intervenire sulla copertura in sicurezza CADUTA LIBERA:CADUTA LIBERA LIMITATA CADUTA LIBERA CONTENUTA CADUTA TOTALMENTE PREVENUTA La distanza di caduta libera è spazio libero di sicurezza necessario a consentire una caduta senza che l operatore urti contro il suolo o altri ostacoli quando è utilizzato un cordino fisso:dlc = LC - DR + HA > LC: lunghezza del cordino max 2.00 m > DR: distanza in linea retta tra il punto fisso di ancoraggio e il punto del bordo oltre il quale è possibile la caduta verso il vuoto > HA: altezza dai piedi all attacco del cordino all imbracatura - max 1.50 m caduta dove, prima che il sistema di arresto inizi a prendere il carico, la distanza sarà pari a: DLC > 0.60 m. < 1.50 m. max < 4.00 m. con anticaduta caduta dove, prima che il sistema di arresto inizi a prendere il carico, assume la distanza, in tutte le direzioni, la distanza sarà pari a: DLC < 0.60 m. < 1.00 m. max ammessa caduta dove una persona è trattenuta nella azione combinata dall ancoraggio, dal cordino e dal dispositivo di trattenuta, la distanza sarà: DLC < 0.60 m. max ammessa situazione in cui si realizza la condizione di prevenzione totale tramite trattenuta che impedisce l operatore di raggiungere la zona a rischio: DLC = FORZA D IMPATTO l accelerazione (g) che un corpo assume in relazione all incremento della propria velocità, è: g = 9.81 m/sec2 la velocità di impatto (v) sarà quindi tanto maggiore quanto più grande è il tempo di caduta e quindi l altezza (HA) da cui la caduta ha avuto inizio: v = 2 x gx HA cadendo da 2.00 m. l impatto avviene a 6.2 m/s (22 km/h) per cui, ipotizzando una massa (m) pari a 100 kg comprensivi del peso di una persona e del suo carico, l energia (E) da dissipare durante l urto sarà: E = ½ mv2 = 2 kj la forza di impatto (T) dipende dalla durata della fase di decelerazione per cui, ipotizzando una forza distribuita lungo tutta la decelerazione, nello spazio s < 0.60 m. di frenatura, sarà: T = E / s = 4.95 kn 1

11 LA VALIDITA DEL PRESENTE DOCUMENTO E DI UN ANNO DALLA POSA IN OPERA DEI SISTEMI, RINNOVABILE PREVIA ESECUZIONE DI APPOSITE VERIFICHE 1

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