SUA (capannoni 1-2-3) Peso vivo massimo allevabile (kg/mq) (mq)

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1 A - QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A1 Premessa A1.1 Generalità L'intervento riguarda l'allevamento sito in Via Donizetti, 14 nel Comune di Salizzole. L'attività in esame è identificata dal codice IPPC 6.6 (a) _ Allevamento intensivo di polli da carne ed è svolta nell'ambito di un contratto di soccida con una ditta che fornisce il mangime e i pulcini e che provvede al carico degli animali a fine ciclo per effettuarne la macellazione presso strutture proprie. L'allevamento è stato realizzato per l ingrasso di tacchini fra la fine degli anni '70 e l inizio degli anni '80 e si compone attualmente di tre capannoni avicoli, un deposito per il materiale della lettiera e una concimaia per lo stoccaggio dei reflui palabili; l'ultimo intervento edilizio è stata la conversione delle strutture ad allevamento di polli da carne nel A1.2 - Le motivazioni della presente relazione La presente relazione, allegata alla domanda di Verifica di Assoggettabilità a VIA è stata redatta sulla base delle disposizioni previste dal D.Lgs. 152/2006, Allegato IV alla Parte Seconda e dal D.M. n. 52 del 30/03/2015 (Linee guida per la verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti di competenza delle Regioni e Province autonome). L'allegato IV del D.lgs. 152/06, infatti, al punto 8 lettera t), riferendosi agli impianti per l'allevamento intensivo di animali, dispone che vengano sottoposte a verifica di assoggettabilità alla V.I.A. le modifiche o estensioni di progetti di cui agli allegati III e IV già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che possono avere notevoli ripercussioni negative sull'ambiente. Nel caso in esame la modifica consiste nella costruzione di un nuovo capannone avicolo che porterà ad un aumento della capacità produttiva dell'impianto. Nella situazione attuale i tre capannoni esistenti forniscono una superficie utile di allevamento di mq; in questo modo l'impianto possiede una capacità massima di posti (tabella seguente): Capacità massima attuale SUA (capannoni 1-2-3) posti mq Il nuovo capannone fornirà ulteriori mq di SUA e l'impianto raggiungerà la capacità massima di posti. Questa è stata calcolata sulla base del peso vivo massimo allevabile per unità di superficie (39 kg di peso vivo per mq, per il quale l azienda ha già ottenuto il parere favorevole dell ULSS), ipotizzando di allevare sole femmine, fino a un peso di 1,5 kg/capo e prevedendo una mortalità media del 5%: SUA capannoni (mq) Peso vivo massimo allevabile (kg/mq) Peso vivo a fine ciclo (kg/capo) Densità massima (capi/mq) Capacità massima (posti) A B C D (B/C) A*D/95% Situazione futura , Differenza rispetto attuale

2 Come detto, però, la gestione ordinaria, prevede l'allevamento promiscuo di maschi e femmine in proporzioni variabili; questo, considerando il maggiore peso medio dei maschi rispetto alle femmine, non consente di allevare un numero di capi pari a quello dei posti. Nella realtà, infatti, si prevedono di accasare circa 20 capi/mq ( capi/ciclo); di questi mediamente ne arrivano a fine ciclo circa , per effetto di una mortalità media del 5%. In questo modo, tenuto conto che la mortalità media è del 5% e considerando i 5,5 cicli che mediamente vengono completati in un anno, si prevede una presenza media effettiva di circa capi, un incremento del 56% rispetto alla situazione attuale: Capi accasati ogni ciclo n. capi/mq n. cicli/anno Durata ingrasso gg Mortalità media % Presenza media Situazione attuale , Situazione futura , Differenza (+56%) (+56%) In sintesi le principali differenze che la modifica in oggetto comporterà nei confronti della capacità produttiva dell'impianto rispetto alla situazione attuale, sono le seguenti: aumento della superficie utile di stabulazione di mq (+56%); aumento del numero di posti di unità (+70% circa); aumento del numero di capi mediamente presenti, di unità (+56%). Classificazione ai sensi della L.R. 11/2004 Anche nell'assetto futuro l'allevamento continuerà a ricadere in classe 2 con un punteggio di 20. Tale classificazione è determinabile come di seguito ai sensi della L.R. n. 11/2004 (All. A alla Dgr n. 856 del 15 maggio 2012): 1) Determinazione classe: n. capi mediamente presenti nella situazione futura peso vivo medio peso vivo mediamente presente 1 kg /capo 93,95 t La normativa regionale ha stabilito per gli allevamenti avicoli la seguente classificazione: Classe Peso vivo < 30 t t > 120 t L'allevamento in esame ricade quindi in classe 2. 2) determinazione punteggio:

3 Elemento considerato Situazione (*) Punti a. Tipologia dell'ambiente di stabulazione e del sistema di pulizia B) Avicoli da carne allevati a terra - Tipologie di stabulazione MTD I capannoni sono dotati di copertura isolante con pannello sandwich; la ventilazione è ottimizzata mediante sensori ambientali e gestione automatizzata, i pavimenti sono ricoperti completamente da uno spesso strato di lettiera e gli abbeveratoi utilizzati sono del tipo antispreco. b. Sistema di ventilazione Ventilazione forzata negativa (in depressione) 0 c. Sistema di stoccaggio delle deiezioni (*) situazione riferita all'intero allevamento. Materiali palabili: concimaia scoperta Materiali non palabili: vasche chiuse TOTALE 20 Con un punteggio di 20 in classe 2 valgono le seguenti distanze minime: dai confini di proprietà: 20 ml dai limiti della zona agricola: 200 ml da residenze civili sparse: 100 ml da residenze civili concentrate: 200 ml. A2 Descrizione di piani, programmi e norme di riferimento per il progetto di intervento A2.1 - Presentazione introduttiva del progetto L'intervento riguarda l'allevamento sito in Via Donizetti, 14 nel Comune di Salizzole. L'allevamento è stato realizzato per l ingrasso di tacchini fra la fine degli anni '70 e l inizio degli anni '80; l'ultimo intervento edilizio è stata la conversione delle strutture ad allevamento di polli da carne nel Il centro aziendale si compone attualmente dei seguenti fabbricati e strutture connesse all'allevamento: Comune Fg. Mapp. Destinazione Salizzole Capannone avicolo 1 Salizzole Capannone avicolo 2 Salizzole Capannone avicolo 3 Salizzole Concimaia C Salizzole x Vasche V Salizzole Deposito agricolo 3 Salizzole Deposito agricolo 5 Il tutto è di proprietà del Sig. Fagnani Filippo, marito di Melegari Veronica; fino al 2012 i tre capannoni avicoli sono stati gestiti in maniera indipendente da tre ditte distinte ma facevano parte di un unico complesso IPPC, titolare di AIA provvisoria congiunta rilasciata con determinazione n. 5181/12 del 21/11/2012. Successivamente, a fine 2012 si è verificato l'accorpamento gestionale degli allevamenti con subentro della ditta Melegari Veronica, fino ad allora conduttrice di uno solo di essi, la quale tutt'ora gestisce l'impianto. Il nuovo capannone, sempre di proprietà del Sig. Fagnani Filippo, sorgerà a fianco di quelli esistenti, sull'area censita dal N.C.T. al Foglio 10 mappale 27 e avrà le seguenti

4 caratteristiche: Soperficie coperta S.U.A ,92 mq mq Il nuovo capannone sarà lungo 141,2 ml, largo 16,6 ml avrà struttura metallica con tamponamenti laterali e copertura in pannello sandwich e sarà costituito da un'area stabulativa e da locali accessori collocati all'estremità nord comprendenti: un locale deposito con zona ingresso, utilizzato anche per le operazioni di carico e scarico degli animali, un locale per la preparazione degli alimenti dotato di deposito medicinali e lavabo, una centrale termica dove sarà installata una caldaia a biomassa per il riscaldamento dell allevamento. La ventilazione ed il ricambio dell aria verranno garantiti da 9 ventilatori funzionanti in depressione, applicati sulla testata sud del capannone, che richiamano aria fresca dalle finestrelle laterali con deflettori. L'impianto di raffrescamento utilizza gli stessi ventilatori del ricambio forzato, che richiamano aria dai pannelli alveolari umidificatori, disposti lateralmente la stalla (cooling). La dotazione impiantistica è completata da: sistema di alimentazione, costituito da due silos esterni per lo stoccaggio del mangime e linea di distribuzione automatizzata, impianto di abbeveraggio dotato di distributori antispreco, e impianto di illuminazione con lampade a led e luci d'emergenza autonome. A2.2 - Ubicazione dell intervento e inquadramento delle zone considerate L'intervento riguarda l'allevamento esistente condotto dalla ditta Melegari Veronica sito in Via Donizetti, 14 nel Comune di Salizzole. Il sito si trova nel settore centrosettentrionale del territorio comunale, circa 1200 m a sud-est del capoluogo e circa 1400 m a est del confine con il territorio comunale di Isola della Scala. SITO D'INTERVENTO L'insediamento zootecnico in questione è delimitato a est da Via Donizetti (SP 20), che collega Nogara con Salizzole e dalla quale si accede all'azienda; a sud e a ovest da terreni agricoli di proprietà coltivati a seminativo; a nord da terreni agricoli non condotti dalla ditta, cotivati a seminativo.

5 SITO D'INTERVENTO Le coordinate geografiche (WGS84) del punto di accesso all insediamento sono le seguenti: Latitudine 45 13'48" N Longitudine 11 04'20" E La quota altimetrica media dell area in esame si aggira sui 22 m s.l.m. A2.3 - Previsioni e vincoli della pianificazione territoriale ed urbanistica A Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) Il PTRC rappresenta lo strumento regionale di governo del territorio. Ai sensi dell'art. 24, c.1 della L.R. 11/04, "il piano territoriale regionale di coordinamento, in coerenza con il programma regionale di sviluppo (PRS) di cui alla legge regionale 29 novembre 2001, n.35 "Nuove norme sulla programmazione", indica gli obiettivi e le linee principali di organizzazione e di assetto del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione". Il PTRC costituisce il documento di riferimento per la tematica paesaggistica, stante quanto disposto dalla Legge Regionale 10 agosto 2006 n. 18, che gli attribuisce valenza di "piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici", già attribuita dalla Legge Regionale 11 marzo 1986 n. 9 e successivamente confermata dalla Legge Regionale 23 aprile 2004 n. 11. Tale attribuzione fa sì che nell'ambito del PTRC siano assunti i contenuti e ottemperati gli adempimenti di pianificazione paesaggistica previsti dall'articolo 135 del Decreto Legislativo 42/04 e successive modifiche e integrazioni. Con D.C.R. n. 250 in data 13/12/1991, la Regione Veneto ha approvato il PTRC. La Regione Veneto ha successivamente avviato il processo di aggiornamento del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, come riformulazione dello strumento generale relativo all'assetto del territorio veneto, in linea con il nuovo quadro programmatico previsto dal Programma Regionale di Sviluppo (PRS) e in conformità con

6 le nuove disposizioni introdotte con il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/04). Il 7 agosto 2007 la Giunta Regionale ha adottato con DGR n il Documento preliminare del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento. Il Documento Preliminare contiene gli obiettivi generali che s'intendono perseguire con il piano e le scelte strategiche di assetto del territorio, nonché le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio (art.3 c.5 della L.R. 11/04). Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 è stato adottato il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento ai sensi della legge regionale 23 aprile 2004, n.11 (art. 25 e 4). PTRC vigente 1992 Dalla verifica delle planimetrie in scala 1: non sono emersi elementi ostativi alla modifica proposta, essendo l'allevamento localizzato esternamente alle aree di interesse naturalistico-ambientale, paesaggistico e archeologico. La tavola 3 (integrità del territorio agricolo), individua l'area in esame come ambito dotata di buona integrità. PTRC adottato 2009 Il sito di intervento ricade in un area per la quale il 'nuovo' PTRC non presenta particolari rilevanze. Le indicazioni più importanti desunte dall analisi degli elaborati grafici allegati al Piano, sono le seguenti: - il territorio in cui si inserisce l insediamento in esame è caratterizzato da un livello di diversità dello spazio agrario medio basso (Tavola 2_Biodiversità), ai margini di un'area classificata 'corridoio ecologico'; SITO D'INTERVENTO - per quanto riguarda il territorio rurale (Tavola 9_Sistema del territorio rurale e della rete ecologica) ci troviamo in un area ad elevata utilizzazione agricola, ai margini di un'area classificata 'corridoio ecologico';.

7 SITO D'INTERVENTO In sostanza, dunque, per quanto riguarda il tipo di modifica richiesta, non sussistono particolari vincoli ostativi alla sua realizzazione. A2.3.2 Il Piano d Area 'Pianure e Valli Grandi Veronesi' Il Piano di Area è uno strumento di specificazione del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, per ambiti determinati che consente di "individuare le giuste soluzioni per tutti quei contesti territoriali che richiedono specifici, articolati e multidisciplinari approcci alla pianificazione"; esso indica le aree tematiche per l individuazione di azioni di convergenza da sviluppare attraverso iniziative concordate allo scopo di rafforzare i fattori d identità e attrazione del territorio ed aumentarne la competitività in un contesto territoriale più ampio.. Il territorio che ci riguarda è inquadrato nel Piano d Area 'Pianure e Valli Grandi Veronesi'. Il Piano è stato adottato con DGRV n del 23/03/2010 e approvato con DCR n. 108 del 02/08/2012. L ambito del piano comprende un territorio di 1050,92 Kmq, corrispondente alla media e bassa pianura veronese compresa tra il fiume Adige a nord est, il fiume Tione ad ovest e delimitato a sud dall alveo storico del fiume Tartaro. Politicamente il piano coincide ad est con i confini amministrativi della provincia di Padova, a sud con la provincia di Rovigo, ad ovest con la provincia di Mantova e a nord con la provincia di Verona. La popolazione residente complessiva è di oltre abitanti. Corrisponde al 21,80 % della popolazione provinciale e al 33,80 % della relativa superficie.

8 Piano d'area approvato (2012) La carta delle fragilità (Allegato B1, Tavola 2/6), di cui si riporta di seguito un estratto, non segnala nessuna particolarità per un discreto intorno. SITO D'INTERVENTO

9 Il Sistema delle valenze storico-ambientali (Allegato B2, Tavola 3/6) colloca il sito di interesse all'interno un'area di rilevante interesse paesistico ambientale: SITO D'INTERVENTO Per quanto riguarda le aree di rilevante interesse paesistico ambientale, secondo le NTA, vale quanto segue: Direttive:Le aree di rilevante interesse paesistico - ambientale costituiscono ambiti preferenziali per la realizzazione di parchi territoriali. I Comuni: a) identificano e salvaguardano gli edifici e il complesso dei manufatti costituenti elementi significativi del paesaggio agrario (ponticelli, chiaviche, salti d acqua, cippi, tratturi, fossati); b) riconoscono e tutelano i biotopi esistenti prevedendo interventi finalizzati alla loro conservazione e valorizzazione; c) al fine di consentire la fruizione a scopo ricreativo e didattico-culturale delle aree di cui al presente articolo, individuano idonei percorsi a collegamento delle emergenze storico naturalistiche presenti e di manufatti di particolare pregio ambientale, e prevedono il recupero di strutture esistenti, in prossimità delle quali si possano individuare congrui spazi ad uso collettivo; d) definiscono le tipologie, le caratteristiche ed i materiali delle insegne ed i cartelli indicatori consentiti, al fine di un loro corretto inserimento ambientale; e) riconoscono e tutelano le aziende agricole ad elevata specializzazione che promuovono un utilizzo dell ambiente compatibile con le esigenze di tutela del paesaggio; f) promuovono la valorizzazione delle coltivazioni agrarie tipiche dei luoghi; g) in fregio ai tracciati stradali di maggior scorrimento, prevedono nuovi interventi finalizzati all inserimento, miglioramento ed incremento di quinte arboree arbustive; i) sulle aree in fregio al fiume Adige e alla fossa Martinella nel comune di Zevio, prevedono Prescrizioni e Vincoli: Per le zone E classificate dagli strumenti urbanistici vigenti è fatta salva la normativa prevista dalla L.R. 11/04 o, qualora esistenti, le disposizione specifiche previste dagli strumenti urbanistici vigenti, se più restrittive. Sono ammessi gli interventi per la depurazione delle acque nonché per le opere di urbanizzazione primaria a servizio degli insediamenti e/o delle attrezzature pubbliche esistenti.

10 E consentita la coltivazione dei terreni nel rispetto delle pratiche culturali tradizionali privilegiando comunque le produzioni agricole biologiche biodinamiche. E vietata l apertura di nuove cave e la riapertura delle cave inattive da oltre un anno; sono comunque fatti salvi l apertura e l ampliamento di cave già autorizzate, alla data di adozione del presente piano di area. Le eventuali recinzioni devono essere realizzate con elementi naturali quali siepi, staccionate in legno ed altro materiale tipico, o con reti metalliche purché mascherate da vegetazione arbustiva. A Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) La legge regionale 11/2004 definisce puntualmente il PTCP come lo strumento di pianificazione che "delinea gli obiettivi e gli elementi fondamentali dell'assetto del territorio provinciale in coerenza con gli indirizzi per lo sviluppo socio-economico provinciale con riguardo alle prevalenti vocazioni, alle sue caratteristiche geologiche, geomorfologiche paesaggistiche ed ambientali." Il PTCP è uno strumento di pianificazione di area vasta (si colloca a livello intermedio tra il livello pianificatorio regionale e quello comunale); in linea generale, si tratta di uno strumento di pianificazione di secondo livello che indirizza, prevalentemente attraverso direttive, le scelte dei piani sotto ordinati. E' stato preso in esame il PTCP adottato con D.C.P. n. 52 del 27 giugno 2013, recentemente approvato con deliberazione di Giunta Regionale n. 236 del 3 marzo PTCP approvato (2015) La tavola 1b (Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale) non segnala alcun vincolo per l'area interessata; SITO D'INTERVENTO La tavola 2b (Carta delle Fragilità) non segnala nessun elemento di rilievo, salvo la relativa prossimità (circa 170 m) ad elettrodotto da 132 kv (art. 21, 22, 33, 43 delle N.T.A.);

11 SITO D'INTERVENTO La tavola 3b (Sistema Ambientale) non evidenzia alcuna rilevanza per il sito in esame. SITO D'INTERVENTO La tavola 4b (Sistema Insediativo Infrastrutturale) classifica Via Donizetti nell'ambito della rete viaria secondaria (art. 75, 76, 77 delle N.T.A.) mentre la tavola 5b (Sistema del Paesaggio) non segnala nulla relativamente all'ambito in questione. A Piano Regolatore Comunale (PRC) del Comune di Salizzole Il Comune di Salizzole attua la pianificazione del proprio territorio con il Piano Regolatore Comunale (PRC), ai sensi dell art. 12 della LR n.11/2004. Il Piano Regolatore Comunale (PRC) in base all Art. 12 L.R.V. 11/04 è articolato nelle sue parti Strutturali e Operative in due diversi strumenti: il PAT/PATI (Piano di Assetto del Territorio o Piano di Assetto del Territorio Intercomunale) ed il PI (Piano degli Interventi).

12 Il Piano di Assetto del territorio (PAT/PATI) è lo strumento di pianificazione redatto sulla base di previsioni decennali e rimane vigente a tempo indeterminato, fissando gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili; Il Piano degli Interventi (PI) in coerenza e in attuazione del PAT/PATI individua gli interventi di tutela, valorizzazione, organizzazione e trasformazione del territorio, programmando in modo contestuale la realizzazione degli interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture per la mobilità. Il PI si rapporta con il bilancio pluriennale comunale, con il programma triennale delle opere pubbliche e con gli altri strumenti settoriali comunali. Ha la valenza di cinque anni ed è adottato ed approvato dal Consiglio Comunale. Il PATI della Bassa Veronese vigente (2011) Il PATI della Bassa Veronese relativo ai Comuni di Concamarise, Gazzo Veronese, Salizzole e Sanguinetto è stato adottato dalle Amministrazioni comunali con DCC del 14 gennaio 2011 e approvato con DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N.1787 del 08/11/2011 (B.U.R. N 89 DEL 29/11/2011). Dall'analisi degli elaborati grafici progettuali allegati al PATI, nella versione aggiornata con le modifiche introdotte a seguito delle prescrizioni della VTR n. 53 in data e alle decisioni assunte dalla Conferenza di Servizi del , emerge che: 1. Secondo la carta dei vincoli (Tavola 1a), nell'area interessata non è presente alcun vincolo; SITO D'INTERVENTO 2. La Carta delle invarianti (Tavola 2a),colloca l'area di interesse all'interno di un 'Ambito di natura paesaggistica' (NTA art. 33.1); viene inoltre segnalata nelle vicinanze dell'insediamento la presenza di 'Siepi campestri' (NTA art. 33.2);

13 SITO D'INTERVENTO 3. La Carta delle fragilità (Tavola 3a), mostra la prossimità del sito di intervento (a ovest e a sud) di una fascia di territorio 'Soggetta a esondazione o a periodico ristagno idrico' (NTA art. 37); l'area in cui sorge l'insediamento e i territori limitrofi, sono nel complesso classificati dal punto di vista della compatibilità geologica ai fini edificativi, come 'Idonei a condizione' (NTA art. 36), in particolare a causa della difficoltà di deflusso (sottoclasse 02). Aree classificate Idonee a condizione: "In tali aree l edificabilità è possibile, ma richiede la redazione di indagini geologiche e geotecniche secondo quanto previsto dalla normativa vigente (Norme tecniche D.M.11/3/1988. D.M. 14/09/2005 Norme Tecniche per le Costruzioni), finalizzate a definire le modalità di realizzazione delle opere per garantire le condizioni di sicurezza delle opere stesse, nonché dell edificato e delle infrastrutture adiacenti. Tali indagini sono necessarie per il dimensionamento corretto delle tipologie fondazionali verificando la possibile presenza di terreni con qualità mediocri o scadenti o a rischio di liquefazione, e realizzando le opportune verifiche di stabilità, ed indicando gli eventuali interventi di stabilizzazione e mitigazione del rischio. In tali aree l edificabilità è limitata in rapporto con le risultanze dell'indagine che hanno suddiviso il territorio nelle seguenti sottoclassi 01, 02 e 03" Sottoclasse 02: Aree a difficoltà di deflusso: "Si tratta di aree penalizzate per la difficoltà di deflusso delle acque superficiali come da indicazione dei Consorzi di Bonifica. Tali problemi sono in parte risolvibili con interventi specifici di manutenzione o di adeguamento della rete scolante, o adottando opportune specifiche modalità insediative. In tali aree il PI valuterà puntualmente, sulla base di analisi geologico idrauliche o su ulteriori indicazioni dei consorzi di bonifica e della Autorità di Bacino la loro eliminazione o una revisione della loro perimetrazione anche valutandole ad una scala di maggior dettaglio".

14 SITO D'INTERVENTO 4. La Carta della trasformabilità (Tavola 4a) classifica il territorio interessato in 'Ambito di tutela agricola', all'interno dell'a.t.o. 1.7 La campagna di Salizzole (NTA 49.1); dalla tavola emerge la presenza a meno di 200 m a sud-est dell'impinto, di un 'Ambito ad edificazione diffusa a prevalente destinazione residenziale (NTA art. 41); inoltre il tratto di Via Donizetti che da Salizzole conduce all'allevamento, è segnalato come 'Tratto viario sovraccarico' (NTA art. 59.5). SITO D'INTERVENTO Il P.I. vigente (2014) Ai sensi dell articolo 12.3 della LR 23 aprile 2004 n 11, il Piano degli Interventi è lo strumento urbanistico che, in attuazione del PAT disciplina le attività di trasformazione fisica e funzionale di rilevanza urbanistica, nel territorio comunale di Salizzole. Il Piano persegue gli obiettivi della riqualificazione e valorizzazione del territorio, secondo i principi della sostenibilità ambientale e della perequazione urbanistica e nel rispetto dei criteri di economicità, efficacia, pubblicità e semplificazione dell azione amministrativa, nel quadro della legislazione vigente.

15 Attualmente è in vigore SECONDO PIANO INTERVENTI - approvato con delibera di C.C. n. 2 del La Carta della zonizzazione (Tavola nord) mostra ancora una volta che il sito in esame sorge in 'Ambiti di tutela agricola' (art del PATI), all'interno dell'a.t.o. 1.7 La campagna di Salizzole. SITO D'INTERVENTO A I vincoli naturalistici Nell'area di intervento non sono presenti siti naturali protetti. L'ecosistema naturale più prossimo al sito di intervento, è rappresentato da 'Palude di Pellegrina' (IT ), il quale si trova a oltre 4 km in direzione ovest dal sito di intervento. Il sito fa parte della Rete Natura 2000 (Direttiva 92/43/CEE Habitat), è stato riconosciuto come ZPS nel 2003 e come SIC nel SITO D'INTERVENTO

16 Relativamente alla modifica in esame, data la notevole distanza, non si prefigurano effetti delle opere in progetto sugli habitat presenti nelle zone sopra descritte. Non si è ritenuto pertanto di procedere alla Valutazione di Incidenza (V. I N CA). A Altri vincoli Non sono presenti per il sito in questione altri vincoli di carattere paesaggistico, architettonico, archeologico, storico-culturale, demaniale o idrogeologico oltre a quanto descritto nei paragrafi precedenti. A Norme di salvaguardia per i Piani approvati e adottati: Si evidenziano di seguito le norme di salvaguardia per i Piani approvati e adottati: - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) approvato (2015): all'art. 3 si fa riferimento all'applicazione delle norme di salvaguardia stabilite dall'art. 29 della L.R. 11/04 e si stabilisce un termine di un anno dall'approvazione del PTCP per l'adeguamento, da parte dei comuni, dei PAT e dei PI. - Il PATI della Bassa Veronese vigente (2011), all'art. 76 delle Norme tecniche stabilisce che: 1. Gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio, in assenza del Piano degli Interventi, devono rispettare le previsioni del PRG vigente per le sole parti compatibili con il PATI. Il PRG vigente a seguito dell entrata in vigore del PAT diventa il Piano degli Interventi ai sensi dell art. 48, comma 5bis della L.R.V. 11/04. 1bis. In assenza del Piano degli interventi approvati vige, per quanto attiene le zone agricole, il regime transitorio normato dall'art. 48 comma 7 ter della LR n. 11/2004 e s.m.i. 2. Per gli edifici già oggetto di schedatura puntuale da parte dei vigenti strumenti urbanistici comunali, restano confermati gli interventi e le destinazioni d uso previste se non in contrasto con le previsioni del PATI fino alla nuova disciplina del PI. 3. Le varianti urbanistiche adottate dalle Amministrazioni Comunali ai sensi dell Art. 50, L.R.V. 61/85, per le parti compatibili con il PATI, in seguito alla loro approvazione acquistano il valore e l efficacia del PI. 4. Stralciato 4bis. Le previsioni del P.T.R.C adottato dalla Regione Veneto con DGRV n. 372 del 17 febbraio 2009 e del Piano d Area Pianure e Valli Grandi Veronesi adottato dalla Regione Veneto con DGRV n del 30 dicembre 2008, comportano l applicazione del regime di salvaguardia. Le previsioni introdotte nel PATI a seguito del recepimento delle previsioni degli strumenti di livello superiore adottati sono da ritenersi efficaci se conformate in sede di approvazione degli stessi strumenti di livello superiore. Dalla adozione del P.T.R.C., del Piano d Area Pianure e Valli Grandi Veronesi e del PTCP o di loro eventuali varianti, e fino alla loro entrata in vigore, e comunque non oltre 5 anni dalla data di adozione, il Comune è tenuto a sospendere ogni determinazione sulle domande relative ad interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio che risultino in contrasto con le prescrizioni ed i vincoli contenuti nei Piani.

17 A2.4 - Principali previsioni/vincoli nei piani di bacino A Il Progetto di Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) dell Autorità di Bacino del Fiume Fissero-Tartaro-Canalbianco Il Bacino interregionale Fissero Tartaro Canalbianco Po di Levante si estende nel territorio delle Regioni Lombardia e Veneto (province di Mantova, Verona e Rovigo più un comune della provincia di Venezia), sommariamente circoscritto dal corso del fiume Adige a nord e dal fiume Po a sud e ricompreso tra l area di Mantova a ovest, ed il Mare Adriatico a est. Il bacino ha un estensione complessiva di circa km2 (di cui approssimativamente il 10% nella Regione Lombardia e il 90% nella Regione del Veneto) e una popolazione di circa abitanti. Si tratta di un bacino interessato da cospicue opere artificiali di canalizzazione. Il bacino è attraversato da ovest ad est dal corso d acqua denominato Tartaro Canalbianco Po di Levante. Le fondamentali caratteristiche fisiche del bacino possono essere sintetizzate come di seguito: - territorio pressoché pianeggiante, con ampie zone poste a quota inferiore ai livelli di piena dei fiumi Adige e Po; - presenza di una fitta rete di canali di irrigazione alimentati in prevalenza dalle acque del Lago di Garda e del fiume Adige. Parte della rete irrigua ha anche funzione di bonifica, allontanando in Canalbianco le acque di piena. Il Piano stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI) del bacino del Fiume Tartaro Canalbianco ha valore di piano stralcio del piano di bacino del Fiume Fissero Tartaro Canalbianco interessante il territorio della Regione Lombardia e della Regione del Veneto. Il piano ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo, tecnico-operativo, mediante il quale sono pianificate le azioni e le norme d uso riguardanti l assetto idraulico ed idrogeologico del bacino idrografico del Fiume Fissero Tartaro Canalbianco. Il piano persegue l obiettivo di garantire al territorio del bacino un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e geologico, attraverso il ripristino degli

18 equilibri idraulici, geologici ed ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni. Dalla verifica degli elaborati del Progetto di Piano Stralcio non sono emersi, per la zona in esame, particolari problemi di sicurezza idraulica o idrogeologica. In particolare sono state analizzate le tavole riguardanti il rischio idraulico e la pericolosità idraulica (immagine seguente). SITO D'INTERVENTO A2.5 - Principali previsioni/vincoli nei piani di risanamento e tutela delle acque Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA) è stato approvato dalla Regione del Veneto nel 1989 e ha rappresentato, fino ad oggi, lo strumento principale per quanto riguarda la pianificazione degli interventi di tutela delle acque, di differenziazione e ottimizzazione dei gradi di protezione del territorio e di prevenzione dai rischi di inquinamento. Il PRRA si poneva quale obiettivo il raggiungimento del massimo grado di protezione delle risorse idriche, compatibile con lo stato di fatto infrastrutturale e con le previsioni di sviluppo. Le strategie che il PRRA prevedeva di utilizzare per il raggiungimento dell ottimale grado di protezione dell ambiente idrico, sono state in parte riprese nel PTA (Piano di Tutela delle Acque). Il PRRA, con l approvazione del PTA è in gran parte superato. La Regione del Veneto ha approvato il PTA con deliberazione del Consiglio regionale n.107 del 5 novembre Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) rappresenta lo strumento di pianificazione a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni, e della Regione in particolare, per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale delle acque fissati dalle Direttive Europee (Dir. 2000/60/CE) e recepite nella Normativa Italiana (D.Lgs.152/99 e successive modifiche). L approccio del Piano è integrato, e perciò analizza e considera sia gli aspetti quantitativi legati alla risorsa acqua (risparmio e riuso, perdite di rete, minimo deflusso vitale, verifica delle concessioni, ecc.), sia quelli più tipicamente di carattere qualitativo (balneazione, depurazione e acque reflue, inquinamento, aspetti ecologici, biodiversità,

19 ecc.). Il Piano aggiorna il quadro conoscitivo sulla risorsa idrica nel territorio regionale relativamente alla delimitazione dei bacini idrografici, alla identificazione dei corpi idrici definiti "significativi", alla classificazione qualitativa dei corpi idrici, alla valutazione dei carichi e delle pressioni, al bilancio idrico; valuta inoltre le tendenze evolutive nel settore civile, agro-zootecnico e industriale, tenendo anche conto dei mutamenti climatici in atto. Definisce gli obiettivi di quantità e qualità delle risorse idriche, dispone di modelli integrati, elabora i programmi di misura e contiene la verifica dell'efficacia e del raggiungimento degli obiettivi. Secondo quanto stabilito nell allegato 4, parte B, punto 3 alla parte terza del D.Lgs. n. 152/2006, il Piano di Tutela delle Acque contiene un elenco ed una rappresentazione cartografica delle aree indicate al titolo III, capo I (Aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall inquinamento e di risanamento), in particolare per quanto riguarda le aree sensibili e le zone vulnerabili, così come risultano dalla identificazione fatta dalla Regione:. 1 zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola: ad oggi risultano designate vulnerabili da nitrati le seguenti zone del territorio regionale: - l area dichiarata a rischio di crisi ambientale di cui all'art. 6 della L. 28/08/1989, n.305, costituita dal territorio della Provincia di Rovigo e dal territorio del comune di Cavarzere (ai sensi del D.Lgs. 11/05/1999, n. 152, ora sostituito dal D.Lgs. n. 152/2006), per complessivi Ha ; - il bacino scolante in laguna di Venezia, area individuata con il Piano Direttore 2000 per il risanamento della laguna di Venezia (deliberazione del Consiglio regionale n.23 del 7/05/2003), per complessivi Ha ; - le zone di alta pianura-zona di ricarica degli acquiferi per complessivi Ha (superficie al netto dei territori già compresi nel bacino scolante) (deliberazione del Consiglio regionale n. 62 del 17/05/2006); - l intero territorio dei Comuni del Parco della Lessinia, così come individuati dalla L.R. 12/1990; - sono altresì designati vulnerabili i territori dei Comuni dei rilievi dell alto Veronese sopraccitati e i comuni della Provincia di Verona il cui territorio ricade anche in parte nel bacino del Po sopraccitati.

20 1. aree sensibili: come stabilito dall art. 91 comma 1 e dall allegato 6 alla parte terza del D.Lgs. n. 152/2006, si considera area sensibile un sistema idrico classificabile in uno dei seguenti gruppi: A. laghi naturali, altre acque dolci, estuari e acque del litorale già eutrofizzati, o probabilmente esposti a prossima eutrofizzazione, in assenza di interventi protettivi specifici; B. acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, che potrebbero contenere, in assenza di interventi, una concentrazione di nitrato superiore a 50 mg/l; C. aree che necessitano, per gli scarichi afferenti, di un trattamento supplementare al trattamento secondario al fine di conformarsi alle prescrizioni previste dal D.Lgs. n. 152/ zone vulnerabili da prodotti fitosanitari: quale prima individuazione, si assume che le zone vulnerabili da prodotti fitosanitari coincidano con quelle vulnerabili da nitrati di cui al paragrafo precedente, a scopo cautelativo e ammettendo che le caratteristiche del suolo e del sottosuolo permettano allo stesso modo la migrazione di tutte le categorie di prodotti fitosanitari. 3. aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano: sono quelle particolari porzioni di territorio che è necessario sottoporre a vincoli, al fine della tutela delle risorse idriche destinate al consumo umano, erogate a terzi mediante impianto di acquedotto pubblico. Il PTA individua tre tipi di zone: - zona di tutela assoluta: è l area immediatamente circostante il punto di attingimento, deve avere almeno 10 metri di raggio ed essere adibita esclusivamente alle opere di captazione e derivazione e alle infrastrutture di servizio; - zona di rispetto: è la porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta; è suddivisa in ristretta ed allargata in base alla vulnerabilità del corpo idrico e alla tipologia dell opera di presa e, quindi, sono diversi i vincoli territoriali da applicare; - zone di protezione: sono zone da delimitare sulla base di studi idrogeologici, tenendo conto in particolare del grado di vulnerabilità degli acquiferi e delle loro aree di ricarica. L individuazione non avviene in relazione ad una singola captazione bensì per tutelare un intera area d alimentazione. E molto importante predisporre un efficace sistema di protezione dinamica (reti di monitoraggio quali-quantitativo), in grado di evidenziare eventuali fenomeni di inquinamento e consentire di attivare tempestivamente le misure necessarie per fronteggiarli e risolverli. In generale, per le acque sotterranee, la Regione individua quali aree da proteggere: a) le aree di ricarica degli acquiferi; b) le principali emergenze naturali ed artificiali della falda; c) le riserve d acqua strategiche ai fini del consumo umano. 4. zone vulnerabili alla desertificazione: aree soggette o minacciate da fenomeni di siccità, degrado del suolo e processi di desertificazione. Per quanto concerne la zona che ci riguarda, occorre segnalare che il PTA classifica il Comune di Salizzole come Zona NON Vulnerabile ai Nitrati e come aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano. Nelle zone non vulnerabili il limite massimo per l azoto di origine zootecnica distribuibile sui terreni agricoli è pari a 340 kg/ha/anno.

21 A2.6 - Coerenza del progetto con le norme Per l allevamento esistente e per il progetto in esame sono già stati o dovranno essere ottenute le seguenti concessioni, autorizzazioni, intese, assensi, nulla osta, ecc. inerenti gli aspetti urbanistici e ambientali: Settore Verifica di assoggettabilità a VIA Edilizia Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) Parere igienicosanitario Parere edificabilità rurale Normativa di riferimento D. Lgs. 16 gennaio 2008 n. 4 L. 17/08/42 n D.P.R. 06/06/2001 n. 380 D.Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59 Ente/ autorità competente Provincia di Verona Struttura VIA Comune di Salizzole Provincia di Verona Settore Ambiente USLL 21 Estremi dell atto autorizzativo In corso In corso In corso In corso L.R. 11/2004 AVEPA In corso Note Contestuale a Verifica assoggettabilità a VIA Modifica sostanziale contestuale a Verifica assoggettabilità a VIA Contestuale a Verifica assoggettabilità a VIA Contestuale a Verifica assoggettabilità a VIA Le principali norme in campo ambientale che interessano per il progetto in esame riguardano: 1) la prevenzione dell'inquinamento atmosferico derivato dalla produzione di gas serra : Direttiva 96/61/CE del 24 settembre 1996 sulla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento; D. Lgs. 18 Febbraio 2005 n Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento. AI riguardo si precisa che l'azienda proponente è gia in possesso di un'autorizzazione Integrata Ambientale, avendo l'insediamento una capacità produttiva superiore alla soglia minima, fissata per gli avicoli in posti. Contestualmente alla domanda di Verifica di Assoggettabilità a V.I.A., il proponente ha presentato anche una domanda di modifica sostanziale dell'a.i.a. 2) la prevenzione dell'inquinamento attraverso la corretta gestione dei rifiuti speciali: D. Lgs. 3 aprile 2006 n Norme in materia ambientale. La gestione dei rifiuti speciali prodotti dall'allevamento, così come lo smaltimento delle carcasse degli animali, sono garantiti attraverso il ritiro da parte di ditte specializzate; lo stoccaggio temporaneo avviene presso locali idonei alla conservazione dei rifiuti speciali, mentre la consegna a ditte specializzate avviene almeno una volta l'anno. Le carcasse degli animali morti vengono conservate all'interno di una cella frigorifera collocata nell'ambito dell'allevamento, in una zona facilmente accessibile al mezzo incaricato del ritiro. 3) la prevenzione dell'inquinamento del suolo e delle acque superficiali attraverso il rispetto delle normative di contenimento dell'inquinamento derivante dalla gestione agronomica dei reflui zootecnici: direttiva 91/676/CEE concernente la protezione delle acque dall inquinamento da

22 nitrati da fonte agricola; D. Lgs. 3 aprile 2006 n Norme in materia ambientale; D.M. 7 aprile Criteri e norme tecniche per la disciplina regionale dell utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento; Dgr n del 7 agosto Approvazione dei criteri tecnici applicativi e della modulistica per la presentazione delle comunicazioni di spandimento e dei piani di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento. La gestione agronomica dei reflui verrà effettuata nel rispetto delle norme di settore; in particolare l azienda ha già presentato una Comunicazione completa alla Provincia di Verona e manterrà aggiornata la propria posizione in base alla nuova situazione prevista in seguito alla realizzazione del progetto. 4) la prevenzione dell'inquinamento locale attraverso lo smaltimento a discarica dei rifiuti prodotti durante la fase di costruzione degli immobili: D. Lgs. 3 aprile 2006 n Norme in materia ambientale. L'intervento in progetto comporterà la produzione di una certa quantità di rifiuti che saranno correttamente smaltiti attraverso il conferimento a ditte autorizzate. A2.7 - Coerenza del progetto con gli strumenti di programmazione e pianificazione Non si riscontrano disarmonie del progetto rispetto agli strumenti di programmazione e pianificazione vigenti.

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