La necropoli eneolitica di Grotta Nisco

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1 XLIII Riunione Scientifica - L età del rame in Italia Donata Venturo (1) - Maria Clara Martinelli (2) - Anna Maria Mossa (3) - Sandro Sublimi Saponetti (3) La necropoli eneolitica di Grotta Nisco RIASSUNTO - La necropoli eneolitica di Grotta Nisco - La grotta Nisco in territorio di Cassano Murge (Bari) ha restituito i resti scheletrici di diciannove individui fra adulti e bambini sepolti con un ricco corredo ceramico, industria litica ed oggetti metallici. Le ceramiche mostrano un interessante repertorio di forme e di decorazioni riconducibile alla facies di Laterza. I caratteri tipologici dell industria litica in selce, ricavata su supporti laminari, attestano una selezione probabilmente legata al contesto funerario. Gli individui sepolti sono caratterizzati da uno stato generale di buona salute. L alimentazione in età adulta doveva essere basata soprattutto sui prodotti dell allevamento animale con l integrazione della caccia e della raccolta: scarso l apporto di carboidrati. SUMMARY - The eneolithic necropolis of the Nisco Cave - Human bone remains of nineteen adults and children with a rich outfit being composed of pottery, lithic industry and metallic objects were discovered in the Nisco Cave in the territory of Cassano Murge (Bari). The ceramics show a copious set of shapes and decorations having reference to Laterza s facies. The typological characters of the flint lithic industry, obtained on blades, are evidence of selection probably linked to the funeral. The people buried are characterized by a good state of healthy. The feeding in adulthood has to be good and based on breeding and hunting with support of harvest; the carbohydrates were poorly used. Su segnalazione di due speleologi che avevano raccolto all interno di una grotticina carsica, nel territorio di Cassano Murge, in provincia di Bari, ossa umane e frammenti di vasi a decorazione incisa, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha avviato una serie di indagini nella piccola cavità naturale denominata Grotta Nisco (Venturo 1990a, 1992a). La grotta si apre lungo il pendio di una scarpata murgiana degradante verso un canale torrentizio ed è posta in un paesaggio con vegetazione di macchia mediterranea, tipica della Murgia alta, lungo il crinale collinare sul quale si allineano altri noti siti eneolitici pugliesi: Corato, Altamura, Gioia del Colle, Castellana Grotte, Laterza. L ipogeo, frequentato da speleologi e da scavatori clandestini, nonostante l accesso molto difficile, era stato depredato delle sue concrezioni carsiche e aveva subito già da tempo numerose manomissioni. L imbocco molto stretto, rimasto intatto dai tempi della sua utilizzazione funeraria, immette dopo un dislivello di oltre 1 m in un vestibolo che conduce ad una sala centrale intorno alla quale si aprono diversi ambienti molto irregolari, posti su differenti livelli. La cavità, al momento dell intervento, si presentava piena di pietre e di frammenti di concrezioni carsiche quasi fino al soffitto. Dopo un lungo e faticoso lavoro di svuotamento, sotto il grosso accumulo di pietrame, si è rinvenuto uno spesso strato di terreno nero sciolto contenente una grande quantità di frammenti, industria litica ed oggetti metallici. Solo in uno degli ambienti è stato possibile rinvenire inumazioni in posizione primaria con i relativi corredi tombali. Nell ambiente 1 infatti sono stati ritrovati i resti ossei di tre individui adulti che, a causa del continuo defluire delle acque piovane verso il sotto- (1) Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia - Museo Nazionale Archeologico di Altamura, Via Santeramo 88, Altamura; tel. 080/ ; donata.venturo@beniculturali.it (2) Parco Archeologico delle Isole Eolie, Milazzo, Patti e comuni limitrofi. Museo Archeologico L. Bernabò Brea, Lipari (ME), tel ; e.mail: mariaclara@tin.it. (3) Dipartimento di Zoologia, Sezione di Antropologia, Università degli Studi di Bari, Via Orabona 4, Bari; tel. 080/ ; s.sublimi@biologia.uniba.it

2 336 D. Venturo - M.C. Martinelli - A.M. Mossa - S. Sublimi Saponetti Fig. 1 - Grotta Nisco: 1-2. boccali con decorazione a rocker; 3-6. olle con diversi motivi decorativi; 7-8. boccale e pugnale dall ambiente 5; pugnaletti triangolari; 11 amo in osso inciso; 12. lametta quadrangolare (dis. F. Sanseverino) (1-7, 1:5; 8-12, ca. 1:2) stante inghiottitoio, risultavano scomposti. I tre scheletri erano addossati alle pareti del piccolo vano e nello spazio centrale erano posti sei vasi di cui tre decorati e tre inornati. Ad ogni individuo sembra potersi attribuire come corredo un vaso decorato ed uno inornato. Gli scheletri A e B, riferibili ad individui adulti maschi, avevano anche un pugnaletto metallico con chiodetti per il fissaggio, diversi strumenti di selce e tre cuspidi di freccia; lo scheletro C, pertinente ad individuo adulto di sesso femminile, una fuseruola fittile. Vi erano inoltre in tutto l ambiente numerosi frammenti di vasi di più piccole dimensioni. Per un più idoneo posizionamento delle inumazioni si era provveduto a colmare la profondità dell inghiottitoio ad imbuto con un riempimento fatto con pietre e frammenti di stalattiti e stalagmiti; tra le deposizioni e il sottostante strato di pietre erano state deposte ossa di grossi bovini, alcune con evidenti tracce di macellazione, pertinenti a diverse parti del corpo, escluso cranio e corna. Anche nel piccolo ambiente 5, che si trova nella parte retrostante l ambiente 1, ma in una posizione molto difficile da raggiungere, sono stati trovati i resti scheletrici, in deposizione secondaria, di un individuo con un corredo composto da un pugnale a base semplice, con contorno ogivale, tre fori, lama triangolare a margini lievemente concavi (fig. 1.8), e da una boccale a decorazione geometrica impressa (fig. 1.7). In tutti gli altri ambienti erano presenti resti ossei umani e faunistici ammucchiati insieme ad una

3 La necropoli eneolitica di Grotta Nisco 337 grande quantità di frammenti ceramici ed industria litica, in particolar modo nella sala centrale e nell ambiente 2, da interpretare, forse anche per la sua posizione, come vano deposito. La grotta ha restituito un repertorio vascolare notevole: si tratta di un centinaio di vasi tra olle, ciotole, scodelle, boccali, bicchieri, la maggior parte dei quali decorati. Il complesso ceramico colpisce per l eleganza delle forme 1, spesso arricchite da un gran numero di anse (fino a quattro per vaso) e piccole prese, ma soprattutto per le decorazioni varie ed elaborate. Ricca è la sintassi decorativa che interessa sempre la parte superiore del vaso ed è comunque riconducibile alla facies di Laterza (Biancofiore 1967), con qualche diversità sostanziale. Un motivo molto diffuso presente su numerosi vasi è quello tipo rocker 2 (fig ), assolutamente assente nelle produzioni ceramiche provenienti dalle tt. 3 e 4 della necropoli laertina. Motivi incisi ad una o più bande, triangoli pieni e vuoti, quadrati scompartiti in altri piccoli quadrati (fig. 1.3,5-6), gruppi di sottili linee incise, triangoli punteggiati sono le decorazioni più presenti. Non mancano le pasticche applicate in file ordinate sotto l orlo. Numerosi i motivi plastici a cordoncini impressi e a listelli semplici (fig. 1.4), alcuni dei quali compongono motivi ad occhiali o a svastica. Dalla sala centrale proviene un unico esemplare decorato a squame che sembra estraneo all intero complesso e anche agli altri gruppi della facies, forse a causa dell uso esclusivamente domestico del tipo nell area sud-orientale. Molto semplici le anse; i tipi sono sostanzialmente tre: a nastro semplice o costolato, subcutanee e in un unico esemplare a gomito con bottone terminale. Poche anche le prese e solo del tipo a linguetta. Mancano le varie ed elaborate soprelevazioni che caratterizzano il repertorio vascolare dei livelli inferiori della t. 3 di Laterza. Non è presente la patera radiale né esemplari collegabili alla facies di Cetina 3, mentre si raccolgono solo nella sala centrale frammenti di ceramica tipo Macchia a Mare riferibili ad una scodella troncoconica a decorazione a zig-zag sotto l orlo e ad una ciotola con alta spalla ed ansa subcutanea. Pochi gli oggetti in osso: un amo elegantemente inciso (fig. 1.11), del tipo rinvenuto nella t. 1 di Laterza (Biancofiore 1967, fig. 10), ricavato dalla zampa di un cervo, e due punte tratte da ossa lunghe con taglio sbiecato alla due estremità. Diversamente che a Laterza totalmente assenti gli ornamenti; solo due canini di volpe forati per la sospensione. Per quanto riguarda gli oggetti metallici, sono presenti sia i pugnaletti subtriangolari a tallone rettilineo con tre chiodetti alla base (fig ) che la lametta quadrangolare con due chiodetti posti sul lato corto (fig. 1.12), interpretata come oggetto per la lavorazione delle pelli (Biancofiore 1967), ma anche come possibile rasoio (Cazzella 1992, p. 539). Due dei pugnaletti, dagli ambienti 1 e 2, sembrano essere stati ripiegati intenzionalmente (fig. 1.10). Di un tipo non riscontrato in altri siti eneolitici dell Italia meridionale è il pugnaletto dell ambiente 5 (fig. 1.8) che presenta tallone triangolare con tre grossi fori per il fissaggio ed una lama stretta ed allungata. L esemplare potrebbe essere assimilato al pugnale tipo Guardistallo (Bianco Peroni 1994, pp ), per il quale Dolfini et alii (in questo volume) propongono una prima comparsa nel IV millennio a.c. a seguito delle datazioni radiometriche ottenute per alcune tombe di San Pietro, tra cui una (t. 21) con pugnali di tipo Guardistallo datata a cal. BC (datazione riportata in Cocchi Genick 2009). L industria litica L industria litica utilizza come materia prima principalmente la selce e solo 1,9% di ossidiana. Essa è composta prevalentemente da strumenti finiti in selce (n. 105) e da solo 4 manufatti in pietra levigata. Vi sono solo n. 18 pezzi non ritoccati ripartiti fra lame e schegge pari al 17,1%. Fra gli strumenti, studiati seguendo la tipologia Laplace 1964 e riassunti nella tab. I, sono numericamente ben presenti i Grattatoi (fig ), gli Erti Differenziati, i Foliati e il Substrato in cui do- 1 Prevalgono le olle biconiche a profilo arrotondato e le ciotole. 2 Si trova su olle biconiche con corpo arrotondato, una delle quali con fori di restauro antico. 3 Presenti nei livelli superiori della t. 3 di Laterza.

4 338 D. Venturo - M.C. Martinelli - A.M. Mossa - S. Sublimi Saponetti Fig. 2 - Grotta Nisco, industria litica: 1-4. segmenti di cerchio (Gm1) dalla sala centrale tg. 3 e dal vestibolo; 5-6. trapezi isosceli (Gm6) dall ambiente 3; 7-8. grattatoi su lama (G2) dall ambiente 1A, scheletro B, e dalla sala centrale tg. 3; 9. troncatura normale su lunga lama (T2) dalla sala centrale tg. 2; 10. punta a dorso totale (PD4) dalla sala centrale tg.1; punte a peduncolo e spalle dalla sala centrale tg. 1 e tg. 2 (dis. M.G. Ferorelli) (1-10, 1:1). minano i raschiatoi lunghi con ritocchi marginali e profondi. Nel gruppo degli Erti differenziati si distinguono troncature (fig. 2.9), lame a dorso marginali e profonde, punte a dorso totale (fig. 2.10) e soprattutto Geometrici con semilune (5 Gm1) e trapezi isosceli (2 Gm6) (fig ). I 19 Foliati sono quasi esclusivamente rappresentati dalla punta a peduncolo e spalle (fig ) ed un solo esemplare di punta a base arrotondata (Bagolini 1970). Il ritocco di tipo piatto copre le superfici e diviene minuto sui margini laterali. Si nota l utilizzo di una selce a grana fine presente in due filoni principali, uno verde con striature marroni ed uno biondo. Ad una osservazione macroscopica non risultano presenti segni di riutilizzo e alquanto rare sono le tracce di combustione. Due soli manufatti sono in ossidiana: un frammento di raschiatoio su lama a ritocco inframarginale proviene dall ambiente 2 ed un pezzo scagliato a bordo assottigliato dall ambiente 3. In generale i caratteri tipologici di questa industria, ricavata su supporti laminari, mostrano che si tratta di un complesso litico raffinato probabilmente scelto per essere utilizzato in un contesto funerario, come è attestato dai confronti puntuali con la necropoli di Laterza (Biancofiore 1967) che appaiono evidenti soprattutto nei tipi di Foliati e nei Geometrici. Infine, prendendo in considerazione la distribuzione dei manufatti nei diversi contesti di scavo (tab. I), anche se si nota una maggiore concentrazione di Foliati e Erti differenziati nella sala centrale e nel vestibolo non possiamo considerarlo

5 La necropoli eneolitica di Grotta Nisco 339 TP Sala centrale Vest. Ambienti Spor. tot. TP % tg. 1 tg. 2 tg. 3 1A 1B 1C Bulini ,9 B2 1 B6 1 Grattatoi , 5 G G3>G5 1 Erti Diff ,21 Troncature T1 1 T2 1 1 T3 1 Punte a dorso PD4 4 1 Lame a dorso LD1 1 LD2 2 1 Geometrici Gm Gm6 2 Foliati ,2 F1B F1C 1 F2C 1 frammenti 1 1 Substrato ,6 Punte P1 P2 1 P3 1 Raschiatoi lunghi L L Raschiatoi corti R1 1 1 R2 1 frammenti R L-R1 1 L-R2 1 Erti Indiff. 1 1 A2 1 Denticolati D2 1 1 D3 1 Pezzi Scagliati ,4 E E3 1 1 Pezzi Infr ,2 P0 L R0 1 L-R Tot. TP e TP Tab. I - Tabella riassuntiva dei tipi di strumenti presenti nei vari contesti di scavo.

6 340 D. Venturo - M.C. Martinelli - A.M. Mossa - S. Sublimi Saponetti un elemento esclusivo ma solo un dato quantitativo rapportato alle dimensione degli spazi della grotta. In realtà in tutti i contesti di scavo si ha una eguale distribuzione di manufatti presenti nelle diverse tipologie. I resti ossei umani e faunistici All interno della grotta sono stati recuperati ed esaminati frammenti ossei: di questi, proprio a causa delle piccole dimensioni e dello stato precario di conservazione, è stato possibile effettuare un riconoscimento specifico solo per di cui umani (35,5% sul totale) e animali (tab. II). All interno della grotta è stato calcolato un numero minimo di 19 soggetti umani: 14 risultano adulti (21-40 anni), 2 in età giovanile (12/13-21 anni) e 3 in età infantile I (0-6 anni); oltre a questi, due frammenti diafisari incompleti fanno sospettare la presenza di un soggetto fetale a termine. Dai dati morfometrici delle ossa lunghe si ricostruisce un valore staturale piuttosto contenuto (159 cm) e si arguisce che spettava agli uomini il maggior carico di lavoro sulle gambe. Complessivamente si tratta di un nucleo umano caratterizzato da uno stato generale di buona salute. A parte alcuni periodi di crisi alimentare coincidenti con la prima fase dell infanzia, quando si hanno chiari segni di episodi di malnutrizione con cadenza annuale o semestrale, l alimentazione in età adulta doveva essere buona e basata soprattutto sui prodotti dell allevamento animale con l integrazione della caccia e della raccolta: scarso doveva essere l apporto di carboidrati. Non si riscontrano, inoltre, tracce di condizioni anemiche sideropeniche, probabilmente anche a causa della salubrità del sito. Nel gruppo umano di Nisco la carie è pressoché assente e limitata a due denti colpiti (0,7%), con piccole lesioni localizzate sul piano occlusale. Del tutto assenti le alterazioni della polpa e le infiammazioni periapicali, generalmente prodotte da lesioni cariose. Le perdite dentarie intra-vitam risultano trascurabili. L usura dentaria varia da un grado lieve ad uno di moderata entità, configurando una scarsa nutrizione di cibi ricchi in fibre vegetali e coriacei. La malattia parodontale era invece sensibilmente presente, così come le tracce di depositi di tartaro, imputabili, probabilmente, a condizioni di scarsa igiene orale e dall uso dei denti in attività non alimentari. Tutto ciò sarebbe sintomatico di un alimentazione povera di carboidrati, rappresentando un indizio indiretto dell importanza di altre fonti alimentari, come la carne, il latte ed i suoi derivati. L esame ergonomico dei resti scheletrici rivela un buon impegno fisico generale e coinvolgente in modo particolare gli arti inferiori. Le attività funzionali che maggiormente vengono evidenziate riguardano la marcia su substrati accidentati, la corsa, l arrampicamento su rocce od alberi, la presa di forza delle mani, il lancio di oggetti od armi e la frequente posizione accoccolata sui talloni, a riposo. Un simile tentativo di ricostruzione delle attività ergonomiche non sarebbe completo se non cercasse, nei limiti imposti dal metodo, di ricostruire l economia di sussistenza del nucleo umano sepolto nella Grotta Nisco. A tale proposito le considerazioni fin qui fatte sembrano delineare un tipo di economia di tipo pastorale. Ad ulteriore sostegno di tale ipotesi può aggiungersi la crescita di importanza che assunse, nella prima età dei Metalli, l allevamento ovicaprino, a cui si riconduce, spesso, la frequentazione di grotte; la Grotta Nisco mostra il 60% di esemplari riferibili a ovicaprini, proprio nella media verificata per gli altri siti eneolitici pari al 50-70%. Una gran quantità di tali resti è riferibile, oltretutto, ad animali sacrificati in età giovanile, come è normale nell economia di allevamento, basata essenzialmente sullo sfruttamento della carne. La presenza del cane domestico può essere, a tal proposito, un ulteriore elemento di supporto alle considerazioni fin qui fatte. Conclusioni Dopo una breve periodo di frequentazione relativo alle fasi iniziali dell Eneolitico, con diverse testimonianze della facies di Macchia a Mare: scodelle ad impasto grigiastro con decorazione a zigzag sotto l orlo, vasi a corpo globoso con solcatura centrale e ansa tubolare a margini sbiecati, oltre a strumenti di ossidiana, e una prima

7 La necropoli eneolitica di Grotta Nisco 341 Specie presenti N. framm. %N. framm. Nmi %Nmi Homo sapiens , ,05 Equus sp. 15 0,32 1 0,59 Ovis vel Capra , ,95 Bos sp ,53 6 3,49 Cervus elaphus 119 2,47 4 2,32 Sus scrofa 83 1,73 3 1,74 Canis familiaris 73 1,52 6 3,49 Vulpes vulpes 301 6, ,14 Felis silvestris 127 2,64 7 4,07 Meles meles 19 0,39 1 0,59 Erinaceus europaeus 18 0,37 3 1,74 Talpa sp. 14 0,29 7 4,07 Lepus sp , ,39 Hystrix cristata 29 0,60 4 2,32 Rattus rattus 7 0,14 2 1,16 Apodemus sp. 4 0,08 2 1,16 Arvicola terrestris 86 1, ,46 Microtinae ind. 14 0,29 7 4,07 Coccothraustes cocc. 1 0,03 1 0,59 Aves ind , ,37 Testudo sp ,29 8 4,65 Lacerta sp. 1 0,03 1 0,59 Totale , ,00 Tab. II - Numerosità e frequenze percentuali dei frammenti ossei, numero minimo degli individui e frequenza percentuale specifica. inumazione in uno degli ambienti più interni ed inaccessibili della cavità, che ha restituito un pugnale assimilabile al tipo Guardistallo, si può ipotizzare che l ipogeo sia stato utilizzato per un periodo alquanto limitato nel tempo e solo per un piccolo gruppo, esclusivamente per pratiche funerarie, probabilmente per l esistenza di una articolazione gerarchica all interno del gruppo che si coglie anche nel raffinato complesso litico e nel fine repertorio vascolare. L esiguo numero (19) di inumati presenti in Grotta Nisco rispetto al numero elevato rinvenuto nella t. 3 di Laterza (ca. 100) o nella Grotta Cappuccini di Galatone (311) (Ingravallo 2002, p. 104), l assenza di elementi cronologicamente determinanti più tipici della fase antica di Laterza, come la patera radiale, le anse soprelevate con appendici di varia forma e gli ornamenti in pietre dure e ambra, e anche la mancanza di produzioni riferibili alla fase di Cetina, lasciano propendere per una frequentazione molto limitata nel tempo e collocabile in un periodo di transizione tra Laterza 1 e Laterza 2, nell ambito della prima metà del III millennio a.c. Riferimenti bibliografici Bagolini B. 1970, Ricerche tipologiche sul gruppo dei Foliati nelle industrie di età olocenica della valle Padana, AnnFerrara XV, I, pp Barfield L.H. 1996, The Chalcolithic in Italy: considerations of metal typolog y and cultural interactions, in Bagolini B., Lo Schiavo F., a cura di, The Copper Age in the Near East and Europe, Coll. UISPP XIII 10, Forlì, pp Bianco Peroni V. 1994, I pugnali nell Italia continentale, PBF VI.10, Stuttgart. Biancofiore F. 1967, La necropoli eneolitica di Laterza, Origini I, pp Cazzella A., Moscoloni M. 1992, Neolitico ed Eneolitico, Popoli e Civiltà dell Italia Antica 11, Roma. Cocchi Genick D. 2009, Preistoria, Verona. Ingravallo E. 2002, Grotta Cappuccini (Galatone) tra eneolitico e primo bronzo, Galatina. Venturo D. 1990, Cassano Murge (Bari), Grotta Nisco, Taras X, 2, pp Venturo D. 1992, Cassano Murge (Bari), Grotta Nisco, Taras XII, 2, pp

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