Risposte alle osservazioni aventi Protocollo del 08/03/2016

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1 Risposte alle osservazioni aventi Protocollo del 08/03/2016 Titolo progetto CONVERSIONE DA TACCHINI A GALLINE OVAIOLE E PASSAGGIO DA VENTILAZIONE NATURALE AD ARIA FORZATA ALLEGATO 5 Valutare eventuali problematiche legate alle emissioni odorifere, attraverso opportune analisi e modellazioni, alla luce di quanto dichiarato relativamente agli effetti cumulativi dati dalla presenza nell area di numerosi allevamenti. Richiedente: Rizzati Costantino 1 di 8

2 L interesse crescente dell uomo nei confronti dell ambiente e la maggiore attenzione alla qualità della vita hanno portato negli ultimi decenni a definire gli odori molesti come inquinanti atmosferici attribuendovi una valenza spesso superiore alla reale problematica. La maggiore preoccupazione in questo contesto è soprattutto legata alla paura di rischio tossicologico poiché condizioni di cattivo odore vengono quasi sempre associate a situazioni insalubri dell aria. A questo si deve aggiungere la progressiva espansione delle zone residenziali che spesso ha determinato frequenti attriti fra residenti e allevatori a causa del fastidio legato a questo genere di impianti. In particolare il problema dell inquinamento olfattivo ha raggiunto negli ultimi anni una rilevanza pari ad altre forme di inquinamento (Cortellini, ARPA; Grande, 2000). Gli allevamenti intensivi indubbiamente provocano dei disturbi a livello della comunità locale ma poiché alle concentrazioni riscontrabili nell aria queste sostanze non possono essere definibili tossiche per l uomo (APAT, 2003), il problema principale in termini di emissioni atmosferiche è l odore. C'è inoltre da considerare che allo stato dell'arte attuale le conoscenze sulle emissioni odorigene direttamente correlate agli allevamenti avicoli e di bovini da carne sono piuttosto limitate anche se vi è un significativo apporto alla ricerca in merito ad altre specie di animali allevati, in particolare per quanto riguarda i suini (Lacey et al., 2004). E inoltre in fase di studio la possibile relazione tra l effetto odorigeno e la tipologia di composto (O Neill and Phillips, 1992; Mackie et al., 1998) ma per la forte complessità delle sostanze coinvolte, per le possibili correlazioni tra le stesse e per la mancanza di tecniche ufficiali di caratterizzazione delle emissioni tale relazione non è ancora definibile. L unica metodologia affidabile per la misurazione degli odori è l olfatto su cui è stato creato un metodo di misura codificato a livello europeo basato sull olfattometria dinamica (UNI EN 13725:04). Se da un lato, infatti, le cosiddette molestie olfattive non sono in genere pregiudizievoli per la salute (Miedema et al., 2000), dall altro possono certamente configurarsi come un fattore di stress per la popolazione circostante, diventando spesso elemento di conflitto nel caso di impianti esistenti o nella scelta del sito per la localizzazione di nuovi impianti produttivi. Per questa ragione si pone ormai necessaria la valutazione di questi aspetti e la relativa quantificazione. Tuttavia esistono alcune difficoltà oggettive che complicano la valutazione di questo genere di inquinamento e che determinano la lacuna normativa esistente in questo settore. Attualmente infatti non esistono, a livello nazionale, normative specifiche in materia di limiti di emissione o standard di qualità dell aria come per i comuni contaminanti atmosferici. Queste lacune sono principalmente dovute alle particolari caratteristiche dell odore, soprattutto alla complessità dei composti odorigeni e alla variabilità nella percezione olfattiva, che rendono quindi difficile una caratterizzazione standard e ufficiale delle emissioni odorigene. Richiedente: Rizzati Costantino 2 di 8

3 L'odore può essere infatti definito come la risposta soggettiva ad una stimolazione di cellule olfattive, presenti nella sede nasale da parte di molecole gassose e il disturbo che questo può provocare è generalmente il risultato di una serie di episodi di percezione che varia da individuo a individuo. La sensazione di odore dipende infatti da numerosi fattori che possono essere: - oggettivi in quanto propri della sostanza o della miscela di sostanze (volatilità, idrosolubilità, etc.); - soggettivi che quindi sono dovuti a cause fisiologiche e psicologiche dell osservatore; - ambientali (temperatura, pressione, umidità relativa dell aria, velocità e direzione dei venti). Il fastidio dovuto alle sostanze odorigene è legato anche all'intensità stessa dell'odore. Tuttavia la relazione tra la concentrazione e l'intensità dell'odore non è lineare, Misselbrook et al. (1993) hanno dimostrato come al continuo aumentare della concentrazione odorigena il tasso di incremento dell'intensità diminuisce. Pertanto la percezione dell'intensità da parte dell'olfatto umano mostra una risposta inferiore all'aumentare della concentrazione di odore. Al fine di effettuare una valutazione delle ricadute di odore degli allevamenti presenti in zona si valuterà la presenza degli allevamenti in un intorno di 1000 m centrato sull allevamento dell Azienda Rizzati. In questo intorno saranno valutati gli allevamenti esistenti e le relative emissioni odorigene, utilizzando dati bibliografici di emissione. Nella figura successiva è riportato un estratto della CTR con l identificazione degli allevamenti ricadenti nell intorno considerato tracciato dal cerchio blu. Gli allevamenti sono riportati in verde e numerati secondo la numerazione del PAT. In rosso è indicato l allevamento dell Az. Rizzati. Richiedente: Rizzati Costantino 3 di 8

4 Gli allevamenti identificati dai numeri e 20 sono strutture a bovini di cui da indagini effettuate in loco è emerso che si diversificano per la tipologia stabulativa poiché i centri n ha animali allevati su grigliato ed il Centro n 20 ha bovini allevati su paglia. Gli allevamenti n sono strutture per avicoli in cui il PAT non dà ulteriori informazioni, tuttavia si sa che l Az. Ambrosini Paolo Enzo (Allevamento n 16) alleva polli da carne, mentre l azienda Migliorini Tito (Allevamento n 19) alleva tacchini. Si esaminano ora i centri zootecnici per tipologia animale. - Tacchini da carne Dal PAT emerge che rientra in classe dimensionale II, con un peso vivo tra 20 t e 50 t, la ventilazione è di tipo naturale. L emissione di odore che Hayes et al. (Odour and ammonia emissions from intensive poultry units in Ireland, 2006) stima per allevamenti di tacchini con ventilazione naturale è un valore minimo di 5,7 UO/s/tacchino ed un valore massimo di 10.1 UO/s/tacchino. In questa valutazione si considera un valore medio pari a 7,9 UO/s. Non sapendo quanti animali vengono allevati nell allevamento dell Az. Migliorini Tito, si determina il numero di animali per calcolo inverso utilizzando il peso vivo massimo annuo (50 t). Sapendo che un tacchino ha generalmente un peso medio di 9 kg, si stima che l allevamento possa Richiedente: Rizzati Costantino 4 di 8

5 allevare almeno capi/anno con potenzialità di circa due cicli all anno ed ha quindi una potenzialità emissiva di odore almeno pari a: ,5 UO/s. - Polli da carne L azienda che accasa polli è Ambrosini Paolo Enzo, dal PAT emerge che rientra in classe dimensionale III, con un peso vivo a fine ciclo superiore a 100 t. Le emissioni di odore che il C.R.P.A. (Centro Ricerche Produzioni Animali) stima per allevamenti di polli con ventilazione naturale sono nel range: 0,02-0,4 UO/s per capo. In questa valutazione si considera un valore medio pari a 0,21 UO/s. Anche in questo caso, non sapendo quanti animali vengono allevati nell allevamento, si determina il numero di animali per calcolo inverso utilizzando il peso vivo massimo annuo (100 t) che in questo caso rappresenta il valore minimo. Sapendo che un pollo ha generalmente un peso medio di 1,6 kg, si stima che l allevamento possa avere una presenza media di almeno capi avendo una potenzialità emissiva di odore di UO/s. - Bovini da carne Gli allevamenti di bovini da carne sono generalmente costituiti da agitatori interni per la movimentazione dell aria, pertanto si parte dal presupposto che gli allevamenti della zona siano così dotati. Da un analisi dei dati di letteratura si possono considerare i valori riportati da Gay et al., 2002 indicando un range da 4,4 e 16,5 UO/mq/s, in questa valutazione si considera un valore medio pari a 10,45 UO/s. Anche nel caso di queste aziende non si sa il numero di capi allevati pertanto si effettuerà un calcolo inverso conoscendo la superficie minima occupata da ciascun capo. Generalmente infatti i capi allevati su grigliato hanno una superficie di 2,5 mq, mentre i capi allevati su paglia hanno una superficie di 4,5 mq. Partendo inoltre dal presupposto che mediamente un capo pesi 525 kg si stima di seguito il numero di capi potenzialmente allevabile in ciascun allevamento. I dati del PAT infatti forniscono il peso vivo massimo allevabile che per l allevamento n 15-Cavaggioni Filippo è di 90 t. I capi allevabili saranno quindi circa 180 su una superficie di 450 mq. Applicando l indice di emissione Gay et al si ottiene una capacità emissiva di UO/s. Gli altri due allevamenti bovini hanno valori massimi di peso allevabile pari a 360 t, pertanto possono indicativamente allevare 720 capi su una superficie di 1800 mq. La relativa capacità emissiva è di UO/s ciascuno. Richiedente: Rizzati Costantino 5 di 8

6 Infine l allevamento identificato alla mappa soprastante dal nominativo Veronella è localizzato nell omonimo comune, si tratta di un allevamento di bovini con 5 capannoni stabulabili, la cui superficie allevabile indicativa è di mq. Dai dati riportati da Gay et al. (2002) si può quindi stimare un valore emissivo di UO/s. - Galline ovaiole Il valore emissivo massimo riscontrato per galline ovaiole è di 0.6 UO/s/capo. Per l allevamento dell azienda Rizzati in cui saranno allevate mediamente galline all anno si può stimare un emissione odorigena pari a: UO/s. I valori di emissione sopra esposti sono da intendersi sovrastimati. Si riepilogano di seguito i dati di emissione relativi agli allevamenti della zona che rappresentano i dati di input per le modellazioni con WindImula 3. Allevamento Coordinate X Coordinate Y Emissioni - UO/s Tacchini da carne 1191 Polli da carne Bovini Az Cavaggioni Bovini Az. Rugolotto Bovini Az. Oliveri Richiedente: Rizzati Costantino 6 di Galline ovaiole Bovini Veronella Si noti come i valori di emissione odorigena per singolo capo siano fortemente inferiori nel caso della galline ovaiole (0,6 UO/s) rispetto ai tacchini (7,9 UO/s). Le aree stabulative degli allevamenti di tacchini infatti vengono pulite a fine ciclo, invece nel caso della galline ovaiole le pulizie vengono fatte molto più spesso. Il sistema aviario è un sistema di allevamento molto più pulito e meno odorante rispetto all allevamento dei tacchini. Inoltre si vuole evidenziare che l azienda in esame alleva già galline ovaiole e non si sono mai riscontrate ad oggi, lamentele per odori molesti. RISULTATI Seguono i risultati dell elaborazione di Windimula 3 per ciascun recettore esaminato.

7 Descrizione "REC_1" "REC_2" "REC_3" "REC_4" "REC_5" "REC_6" "REC_7" "REC_8" "REC_9" "REC_10" "REC_11" "REC_12" Valore medio UO/mc 0,90 3,56 6,33 5,90 1,19 2,97 2,47 2,04 0,60 1,12 2,55 1,19 CONCLUSIONI L allevamento del Sig. Rizzati è già attivo per l allevamento di galline ovaiole per numerosità inferiori alla soglia A.I.A. L area in esame è inoltre interessata da altri allevamenti sia di avicoli sia di bovini da carne. Tuttavia, fino ad oggi non si sono riscontrate lamentele di alcun genere relativamente ad odori. Il classico odore di allevamento è infatti percepibile solo quando vi è la movimentazione delle deiezioni, pertanto di tratta di momenti molto brevi e limitati nel tempo. La popolazione locale non lamenta quindi problematiche di odori. Pertanto si può affermare che l allevamento non genera alcun problema di tipo odorigeno. Si precisa che il tema delle emissioni odorigene inoltre dovrebbe essere valutato con attenzione qualora sussistano le condizioni di problematicità, poiché rappresenta una situazione di difficile valutazione, vista la relativa lacuna normativa. Infatti, se alcuni tentativi di ordinamento regionale sono stati fatti per la valutazione degli odori emessi da impianti industriali, non si può dire lo stesso per quanto riguarda gli odori emessi dagli allevamenti. La legiferazione che al momento porta maggior luce in materia di odori è data dalle Linee Guida della Regione Lombardia (2012) che tuttavia indicano esplicitamente la difficoltà di stima e caratterizzazione delle emissioni odorigene delle attività zootecniche. Tali Linee definiscono pertanto, per il settore zootecnico la necessità di prevedere specifici approcci. In assenza quindi di una normativa specifica in materia odorigena, la valutazione di problematiche legate a questo tipo di emissioni è quanto mai difficile e controversa. Richiedente: Rizzati Costantino 7 di 8

8 Con la presente relazione sono state fatte le valutazioni della possibile emissione odorigena degli allevamenti presenti in zona. Tuttavia mancando riferimenti normativi di emissione o concentrazione odorigena di riferimento per gli allevamenti, non è possibile paragonare i valori stimati con soglie di legge. Le emissioni in atmosfera prodotte dagli animali sono costituite da gas semplici, da polveri, altri composti volatili e da bioaerosol che possono quindi generare odori. Si tratta quindi di sostanze derivanti dal metabolismo animale, dai processi di degradazione biologica delle sostanze organiche contenute nelle deiezioni, dalle stesse attività animali e dalla manipolazione dei mangimi. Le sostanze chimiche a essi associate appartengono a diverse classi di composti chimici in particolare: acidi grassi volatili, composti dell azoto quali ammoniaca ed ammine, composti dello zolfo, indoli e fenoli. Per gran parte di queste sostanze studi scientifici hanno rilevato che la concentrazione nell aria è molto bassa essendo generalmente nell ordine dei µg/m 3. Solo la concentrazione di ammoniaca è generalmente superiore (Regione Piemonte, 2010). Infine si consideri che le sensazioni dovute all'odore dipendono anche dal tono edonico e dall'odore di fondo. La soglia di riconoscimento può quindi essere inferiore in caso di sostanze odorigene poco offensive mentre possono essere superiori in caso di composti particolarmente fastidiosi. La valutazione degli odori diventa quindi alquanto complessa e non essendoci dei valori di riferimento per le soglie emissive degli allevamenti, non è possibile comparare i valori di concentrazione ai recettori ottenuti dalle modellazioni. I valori calcolati nel presente lavoro sono inoltre da ritenersi sovrastimati poiché le emissioni odorigene sono state valutate attraverso dati di bibliografia, ipotizzando la continua presenza di animali durante l anno in ciascun allevamento e non si sono potuti valutare gli effetti schermanti delle barriere esistenti. Richiedente: Rizzati Costantino 8 di 8

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