RESOCONTO STENOGRAFICO n. 47
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1 XVI LEGISLATURA Giunte e Commissioni RESOCONTO STENOGRAFICO n. 47 4ª COMMISSIONE PERMANENTE (Difesa) INTERROGAZIONI 272ª seduta (antimeridiana): mercoledì 14 marzo 2012 Presidenza del presidente CANTONI IN 1519 TIPOGRAFIA DEL SENATO (83)
2 2 INDICE INTERROGAZIONI * PRESIDENTE... Pag. 3, 6 AMATI (PD)... 5 * MAGRI, sottosegretario di Stato per la difesa 3 ALLEGATO (contiene i testi di seduta)... 7 N.B. L asterisco accanto al nome riportato nell indice della seduta indica che gli interventi sono stati rivisti dagli oratori. Sigle dei Gruppi parlamentari: Coesione Nazionale (Grande Sud-Sì Sindaci-Popolari d Italia Domani-Il Buongoverno-Fare Italia): CN:GS-SI-PID-IB-FI; Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; Per il Terzo Polo (ApI-FLI): Per il Terzo Polo:ApI-FLI; Unione di Centro, SVP e Autonomie (Union Valdôtaine, MAIE, Verso Nord, Movimento Repubblicani Europei, Partito Liberale Italiano, Partito Socialista Italiano): UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI; Misto: Misto; Misto-MPA-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MPA-AS; Misto-Partecipazione Democratica: Misto-ParDem; Misto-Partito Repubblicano Italiano: Misto-P.R.I.
3 3 Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Magri. I lavori hanno inizio alle ore 9,05. INTERROGAZIONI PRESIDENTE. L ordine del giorno reca lo svolgimento dell interrogazione , presentata dalle senatrici Amati e Magistrelli. MAGRI, sottosegretario di Stato per la difesa. L interrogazione in esame affronta l ipotesi dello spostamento delle competenze di comando e controllo del Dipartimento militare marittimo dell Adriatico di Ancona presso il Comando in capo militare marittimo dell Alto Tirreno di La Spezia, ponendo inoltre la questione di un presunto contrasto tra una simile decisione e la scelta di creare una macro-regione adriatico-ionica finalizzata ai processi di integrazione regionale. Nel merito, anche il presidente della Regione Marche ha sottoposto la questione al ministro Di Paola. Bisogna innanzitutto rilevare che la questione affrontata con l interrogazione in discussione rientra nel più ampio quadro del progetto di revisione complessiva dello strumento militare, che come è noto è stato ampiamente illustrato nei suoi lineamenti generali dal ministro Di Paola, in alcune recenti e ravvicinate circostanze ed in diverse sedi istituzionali, quali il Consiglio supremo di difesa, il Consiglio dei Ministri e presso le Commissioni difesa di Camera e Senato in sede congiunta, rispettivamente presso il Senato il 15 febbraio e presso la Camera il 29 febbraio scorsi. In tali circostanze, il ministro Di Paola ha sottolineato, in primo luogo, che lo strumento militare nell attuale configurazione non è più coerente e soprattutto sostenibile a fronte delle risorse assegnate. In particolare, il sussistente sbilanciamento della ripartizione delle risorse tra i settori vede fortemente penalizzati i settori dell esercizio e dell ammodernamento e questo potrebbe portare ad una progressiva riduzione delle attuali capacità operative dello strumento. Ne consegue la necessità di avviare, con urgenza, un ulteriore processo di revisione dello strumento militare che, eliminando ridondanze ed inefficienze, consenta di correggere lo sbilanciamento delle attuali componenti strutturali di spesa. Nell ambito dell ulteriore processo di revisione complessiva dell intero strumento, tra l altro, verrà contemplato anche il ridimensionamento delle strutture centrali e periferiche, dell ordine indicativo del 30 per cento, nell arco di un quinquennio o poco più, con la riduzione in particolare del numero delle basi, caserme ed enti, e l unificazione per quanto possibile delle diverse funzioni (formativa, territoriale/operativa e logi-
4 4 stica), per tutte le componenti dello strumento (terrestre, marittimo e aereo) in un ottica interforze. Le interroganti chiedono inoltre di sapere se risulti vera la notizia e quali sarebbero precisamente i termini del ventilato spostamento; se non si ritenga infine opportuna una riconsiderazione della decisione, così da mantenere le competenze di comando e controllo militare marittimo per l Adriatico presso la sua sede attuale e naturale. Nell ambito del processo di revisione dello strumento militare, anche la Marina militare sta considerando di rivedere la propria presenza sul territorio nazionale in chiave riduttiva. Nel merito, i competenti organi della Forza armata hanno condotto uno specifico ed approfondito studio che, nell ottica di ridurre gli organici e razionalizzare tale presenza territoriale, prevedrebbe in futuro la concentrazione della presenza della Marina nelle sedi di Taranto, La Spezia ed Augusta, dove sussistono i principali poli aeronavali. Tra i comandi ed enti presi in considerazione per una loro eventuale soppressione, è stato individuato anche il Dipartimento militare marittimo dell Adriatico, con la conseguente chiusura o trasferimento degli enti dipartimentali dipendenti. Preme sottolineare, tuttavia, che la soppressione di tale Dipartimento è soltanto una delle ipotesi allo studio nell ambito del ridimensionamento delle strutture della Marina, in una prospettiva di razionalizzazione sia funzionale che di risorse. Pertanto tengo a precisarlo non è stata assunta alcuna decisione definitiva anche in relazione alla portata della revisione. Occorre tenere ben presente che si tratta di una revisione complessiva, ovvero analitica e dettagliata, ma anche omnicomprensiva, nella quale ogni elemento deve necessariamente essere considerato e valutato non singolarmente, ma come parte integrante di un tutto che deve rimanere armonico per essere efficace ed efficiente. Ad ogni modo, come è ormai una consuetudine consolidata dell Amministrazione, a premessa di ogni provvedimento di natura ordinativa, vengono sempre valutati fatte salve le prioritarie esigenze funzionali ed operative delle Forze armate tutti gli aspetti di carattere sociale, economico, infrastrutturale, nonché quelli legati alla presenza militare e civile nell area interessata, in un contesto armonico riferito all intero territorio del Paese. Le interroganti chiedono poi se non si ritenga che una tale decisione sia in contrasto con la scelta, ampiamente condivisa, di creare una macroregione adriatico-ionica fra ben otto Paesi rivieraschi, finalizzata a processi di integrazione regionale, che non si vede come non possano comprendere anche lo strumento militare, in termini di promozione e tutela della pace e della sicurezza; nonché se non si ritenga che la decisione, per le modalità secondo le quali sarebbe stata presa e resa pubblica, non importi un problema nei rapporti fra Governo e Parlamento, dato che quest ultimo si era di recente espresso proprio a favore della macro-regione adriatico-ionica, da riconoscersi addirittura entro il 2014, in occasione della Presidenza italiana dell Unione europea.
5 5 La presenza o meno di un Alto Comando della Marina militare in Adriatico non appare direttamente ricollegabile con l intendimento di perseguire iniziative, economiche e non, nella macro-regione adriatico-ionica, che sono, tuttavia, da considerare di elevata priorità tra le attività di cooperazione multilaterale. La decisione di una eventuale soppressione del Dipartimento in parola non appare, pertanto, in contrasto con i contenuti e gli impegni contemplati dagli atti di indirizzo approvati l 11 gennaio scorso dal Senato, le cui finalità sono sostanzialmente quelle di consolidare la cooperazione economica e di sviluppare una governance comune su tematiche quali ambiente, energia, trasporti, sviluppo rurale e turismo, nell ambito dell iniziativa di realizzazione della macro-regione in questione. In ogni caso, si assicura fin d ora che la Difesa e lo Stato maggiore della Marina, in particolare, saranno in grado di sostenere e sosterranno come auspicato e per quanto di competenza le iniziative della macro-regione adriatico-ionica. Vorrei aggiungere, al di là della risposta ufficiale, alcune mie considerazioni personali. Innanzi tutto occorre fare chiarezza su alcuni dati. In primo luogo, il Comando di Ancona non ha pertinenza sulle operazioni navali: si tratta infatti di un Comando legato sostanzialmente alle operazioni di terra ed è comunque un punto di riferimento. Già oggi, però, le operazioni navali sono comandate dalla base di Taranto. In secondo luogo, il territorio oggi sottoposto alla giurisdizione di Ancona è quello costiero che parte dal Molise per arrivare a Venezia. Sotto questo profilo, un eventuale trasferimento a La Spezia non darebbe luogo a rilevanti problemi logistici. Trattandosi di attività terrestri, si sta ancora discutendo circa l opportunità di porre in essere una suddivisione fra la sede di La Spezia, cui spetterebbe il controllo del Centro e del Nord Italia, e quella di Taranto, che si occuperebbe del Sud e delle Isole, che diventerebbero così i due poli principali. Da questo punto di vista, attualmente la situazione è in elaborazione, essendo comunque prevista la concentrazione nei tre grandi porti di La Spezia, Taranto ed Augusta. In merito alle competenze degli altri porti e ad ulteriori situazioni, è in corso un dibattito, ma sarà ovviamente nostra cura informarvi rispetto alla evoluzione delle decisioni che verranno assunte. Per quanto riguarda le altre pertinenze, come già segnalato, si è pensato di suddividere le due grandi macro-aree, nello specifico quella dell Italia centrale e settentrionale con comando a La Spezia e quella dell Italia meridionale ed insulare con comando a Taranto. Ripeto, però, che si tratta di notizie che vi fornisco solo per delineare un quadro complessivo della situazione, fermo restando che al riguardo non è stata ancora assunta alcuna decisione definitiva. AMATI (PD). La ringrazio per la sua risposta, signor Sottosegretario, dalla quale la senatrice Magistrelli (cofirmataria dell interrogazione) ed io
6 6 siamo solo parzialmente soddisfatte, considerato che le preoccupazioni che hanno indotto alla formulazione dell interrogazione restano. Lei ha sottolineato che al riguardo non è stata ancora presa una decisione definitiva (e questo in parte ci tranquillizza), in quanto l argomento rientra in quello più ampio relativo alla revisione complessiva dello strumento militare, di cui come lei ha segnalato ci stiamo occupando in Commissione. A tale proposito, ricordo che la discussione è ancora in corso e che in merito, proprio recentemente, abbiamo assunto posizioni diversificate. Siamo abbastanza colpite del fatto che si parli della necessità di eliminare ridondanze e inefficienze e che si faccia riferimento ad una proposta che considera tali le realtà dell Adriatico, così come ci stupisce che il mare Adriatico venga considerato un luogo morto. L Adriatico, come è stato riconosciuto anche quando abbiamo discusso in Aula sulla macro-regione, al di là delle questioni commerciali, ha rappresentato fino a poco tempo fa un punto di contatto diretto con l altra sponda, che peraltro è una zona eternamente instabile. Il fatto che attualmente la situazione sembri più tranquilla non offre garanzie assolute, se si pensa che solo nel secolo scorso più volte la situazione di instabilità determinatasi sull altra sponda è stata fonti di grandi problemi per l Europa e il mondo. Ci sembra evidente, quindi, che sguarnire l Adriatico determini una condizione di debolezza. Tale questione, inoltre, investe in modo particolare la realtà anconetana e quella della Regione Marche nel suo complesso, che sono state un punto di riferimento centrale durante tutta la guerra nell ex Jugoslavia, con il riconoscimento di comandi militari. Consigliamo quindi prudenza e suggeriamo di rivedere queste scelte, per diversi motivi, sia perché la decisione dello strumento militare come lei diceva è in itinere, sia perché in base allo studio della Marina militare, che ci piacerebbe conoscere in modo più dettagliato, oltre all Adriatico, resterebbe esclusa anche la Sardegna, che dal punto di vista economico in questo periodo non sembra particolarmente fortunata. Mi risulta, tra l altro, che saranno presentate richieste di chiarimento anche da quella realtà territoriale, che si sta muovendo proprio in tal senso. In questo modo, si aprirebbe un ulteriore fronte di debolezza, che non ci sembra il Paese sia in grado di reggere. Anche il fatto che lo stesso presidente della Regione Marche sia intervenuto è un segnale di piena condivisione di tale posizione da parte del territorio. PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni all ordine del giorno è così esaurito. I lavori terminano alle ore 9,25. Licenziato per la stampa dall Ufficio dei Resoconti
7 7 Allegato INTERROGAZIONI AMATI, MAGISTRELLI Al Ministro della difesa. Atteso che agli interroganti risulta, da dichiarazioni del Capo di Stato maggiore della Marina, l intenzione di spostare presso il Comando in capo militare marittimo dell alto tirreno di La Spezia le competenze di comando e controllo già riservate per l area dell Adriatico al Dipartimento militare marittimo dell Adriatico di Ancona, si chiede di sapere: se risulti vera la notizia e quali sarebbero precisamente i termini del ventilato spostamento; se non si ritenga che una tale decisione sia in contrasto con la scelta, ampiamente condivisa, di creare una macro-regione adriatico-ionica fra ben otto Paesi rivieraschi, finalizzata a processi di integrazione regionale che non si vede come non possano comprendere anche lo strumento militare, in termini di promozione e tutela della pace e della sicurezza; se non si ritenga che la decisione, per le modalità secondo le quali sarebbe stata presa e resa pubblica, non importi un problema nei rapporti fra Governo e Parlamento, dato che quest ultimo si era di recente espresso a favore proprio della macro-regione adriatico-ionica, da riconoscersi addirittura entro il 2014, in occasione della presidenza italiana dell Unione europea; se non si ritenga infine opportuna una riconsiderazione della decisione, così da mantenere le competenze di comando e controllo militare marittimo per l Adriatico presso la sua sede attuale e naturale. ( )
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