LO SCHELETRO DELL ARTO INFERIORE

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1 ARTO INFERIORE PROF.SSA VERONICA ROMANO

2 Indice 1 INTRODUZIONE LO SCHELETRO DELL ARTO INFERIORE OSSA DEL CINGOLO PELVICO OSSA DELLA COSCIA OSSA DELLA GAMBA OSSA DEL PIEDE LE ARTICOLAZIONI DELL ARTO INFERIORE I MUSCOLI DELL ARTO INFERIORE MUSCOLI DELL ANCA MUSCOLI DELLA COSCIA MUSCOLI DELLA GAMBA BIBLIOGRAFIA di 29

3 1 Introduzione Lo scheletro di ciascun arto inferiore è costituito dalle ossa del cingolo pelvico (ossa dell anca) e dalle ossa della parte libera, ossia ossa della coscia, della gamba e del piede. 3 di 29

4 2 Lo scheletro dell arto inferiore 2.1. Ossa del cingolo pelvico L osso del cingolo pelvico è rappresentato dall osso dell anca, che si articola posteriormente con l osso sacro e anteriormente con l osso dell anca controlaterale. Le due ossa dell anca, l osso sacro, ed il coccige (unito al sacro), formano il bacino osseo (o pelvi). L osso dell anca (o osso iliaco) è un osso piatto, pari e simmetrico, formato da tre parti, l ileo, l ischio ed il pube che, pur essendo nel periodo prenatale e nell infanzia distinte, nell adulto risultano completamente fuse tra di loro. L osso dell anca ha forma che può ricordare quella di una lamina quadrilatera e pertanto presenta una faccia interna, una faccia esterna e quattro margini: superiore, anteriore, inferiore e posteriore. La faccia esterna (Fig. 1A) presenta nella sua parte superiore una superficie leggermente incavata detta fossa iliaca esterna, in corrispondenza della quale si osservano tre linee rugose dette linea glutea posteriore, anteriore ed inferiore. Inferiormente alla linea glutea inferiore, la faccia esterna dell osso dell anca presenta l acetabolo (o fossa acetabolare) in corrispondenza del quale si fondono i corpi dell ileo, del pube e dell ischio. L acetabolo si presenta come una cavità emisferica, il cui contorno è detto ciglio dell acetabolo, mentre la parte incavata prende il nome di fossa dell acetabolo. La fossa può essere scomposta nel fondo della fossa, dove prende inserzione il legamento rotondo e nella parte periferica, articolare, detta faccia lunata (o faccia semilunare). Inferiormente all acetabolo si osserva il foro otturato, ampio orifizio circoscritto dal pube e dall ischio, e quasi completamente chiuso dalla membrana otturatoria. La faccia interna (Fig. 1B) è suddivisa in due porzioni, una superiore ed una inferiore da una linea rilevata che decorre obliquamente dall alto verso il basso e latero-medialmente detta linea arcuata (o linea innominata). La porzione superiore appartiene all ileo ed è in gran parte occupata da una superficie liscia e leggermente concava detta fossa iliaca interna, dietro alla quale si osserva superiormente una zona rugosa detta tuberosità iliaca e inferiormente una superficie articolare, la cui forma ricorda quella di un padiglione auricolare da cui il nome di faccetta auricolare, per l articolazione con l osso sacro. Nella porzione situata inferiormente alla linea arcuata si osserva un ampia apertura di forma ellittica detta foro otturato. 4 di 29

5 A B Figura 1: A) Faccia esterna dell anca; B) Faccia interna dell anca Il margine superiore dell osso dell anca, detto anche cresta iliaca, inizia anteriormente in corrispondenza della spina iliaca antero-superiore e termina posteriormente con la sporgenza detta spina iliaca postero-superiore. Il margine anteriore origina dalla spina antero-superiore e termina in corrispondenza del tubercolo pubico. Subito al di sotto della spina iliaca antero-superiore si osserva una piccola incisura e quindi la spina iliaca antero-inferiore, cui fa seguito una depressione e poi un rilievo detto eminenza ileo-pettinea, che corrisponde al punto di fusione dell ileo con il pube. All eminenza ileo-pettinea fa seguito la superficie pettinea, delimitata posteriormente da un bordo tagliente detto cresta pettinea (che continua in avanti la linea arcuata), ed infine troviamo il tubercolo pubico. Il margine inferiore inizia sotto la sinfisi pubica e termina a livello della 5 di 29

6 tuberosità ischiatica. Questo margine è formato dai rami inferiori del pube e dell ischio che unendosi danno origine alla branca ischio-pubica. Al limite tra margine anteriore e margine inferiore il pube presenta una superficie articolare di forma ellittica detta faccia sinfisiana per l articolazione con l osso dell anca controlaterale. I margini inferiori delle due ossa dell anca delimitano al di sotto della sifisi pubica l angolo pubico, o sottopubico. Il margine posteriore origina dalla spina iliaca postero-superiore e termina a livello della tuberosità ischiatica. Al di sotto della spina iliaca postero-superiore si osservano un incisura e poi una sporgenza detta spina iliaca postero-inferiore. A questa fa seguito una seconda profonda incisura, detta grande incisura ischiatica, e poi una piccola sporgenza appuntita detta spina ischiatica, al disotto della quale si osserva una terza incisura detta piccola incisura ischiatica, ed infine la tuberosità ischiatica. Il bacino osseo è formato dalle due ossa dell anca, dall osso sacro e dal coccige (Fig. 2). Ha forma di ampio imbuto in cui la parte più slargata è diretta in alto, in avanti ed è detta grande pelvi, mentre la parte ristretta è diretta in basso ed è detta piccola pelvi. Il limite tra grande pelvi e piccola pelvi è rappresentato dallo stretto superiore, ossia da un rilievo circolare formato dal promontorio e dalla linea terminale. Il promontorio è il punto di articolazione tra la quinta vertebra lombare e la prima vertebra sacrale, mentre la linea terminale è formata in ciascun lato del bacino dal margine anteriore dell ala del sacro, dalla linea arcuata, dalla cresta pettinea, dal tubercolo pubico sino a raggiungere il contorno superiore della sinfisi pubica. Le pareti della grande pelvi sono rappresentate dalle due fosse iliache, mentre le pareti della piccola pelvi sono formate dall osso sacro unito al coccige posteriormente, dalla sinfisi pubica e dai due fori otturati anteriormente, dalla tuberosità ischiatica, dal ramo superiore dell ischio, dal fondo dell acetabolo, lateralmente. La piccola pelvi è delimitata inferiormente dallo stretto inferiore, apertura a forma di losanga che allo stato fresco è chiusa da muscoli e fasce che costituiscono il perineo. I limiti dello stretto inferiore sono dati: posteriormente dal coccige, lateralmente dalla grande incisura ischiatica, dalla piccola incisura ischiatica, dalla tuberosità ischiatica, anteriormente dalla branca ischio-pubica di ciascun lato, sino a raggiungere l angolo sottopubico. Il bacino osseo è la parte dello scheletro che presenta il più spiccato dimorfismo sessuale, infatti nella femmina le ossa sono più leggere, con creste e sporgenze meno evidenti; inoltre nella femmina il bacino è più basso e più largo, ossia prevalgono i diametri trasversi, mentre nel maschio il bacino è più alto e stretto ossia prevalgono i diametri verticali. 6 di 29

7 Figura 2: Bacino osseo 2.2. Ossa della coscia Il femore è l unico osso della coscia, è un osso lungo, disposto verticalmente e presenta un corpo o diafisi e due estremità o epifisi, una prossimale ed una distale (Fig. 3). Il corpo descrive una lieve curva a convessità anteriore e presenta tre facce: una faccia anteriore, una faccia posteromediale ed una faccia postero-laterale. La faccia postero- mediale è separata da quella posterolaterale mediante il margine posteriore, che si presenta come una cresta sporgente ed è detto linea aspra. La linea aspra è costituita da due labbri, laterale e mediale separati da uno spazio ristretto. Nella porzione centrale della diafisi i due labbri della linea aspra decorrono paralleli, mentre in corrispondenza sia dell estremità superiore che inferiore del corpo i due labbri divaricano (Fig. 4.42B). L estremità superiore del labbro laterale si dirige verso il grande trocantere del femore e prende il nome di tuberosità glutea, mentre il labbro mediale si porta verso il piccolo trocantere del femore e prende il nome di linea pettinea. Dal labbro mediale si stacca poi un prolungamento che si porta medialmente in alto e viene detto cresta del muscolo vasto mediale. Anche inferiormente i due labbri della linea aspra divaricano per dirigersi ciascuno verso il rispettivo condilo femorale, delimitando così un area di forma triangolare a base inferiore, detta piano popliteo. L epifisi prossimale del femore comprende la testa, il collo anatomico, il grande trocantere ed il piccolo trocantere. La testa ha forma del tutto simile ai due terzi di un segmento di sfera, è rivolta medialmente ed è destinata ad articolarsi con l acetabolo dell osso dell anca. In vicinanza del punto 7 di 29

8 centrale della testa si osserva una piccola depressione rugosa detta fossetta della testa del femore, dove si inserisce il legamento rotondo. Il collo anatomico ha forma cilindrico-conica, sostiene la testa e forma con il corpo un angolo aperto verso il basso di circa 120. Il grande trocantere del femore rappresenta la continuazione in alto del corpo e si presenta come una sporgenza rugosa di forma piramidale, a base triangolare diretta verso il basso. Il grande trocantere presenta pertanto tre facce: una faccia anteriore pianeggiante, una faccia laterale convessa ed una faccia mediale concava, che insieme al collo anatomico delimita la fossa trocanterica. Il piccolo trocantere è una piccola sporgenza arrotondata situata postero-medialmente alla base del collo anatomico. L epifisi distale è allargata in direzione frontale essendo costituita da due voluminosi rilievi convessi, a diametro maggiore antero-posteriore, detti condili laterale e mediale. Dei due condili il mediale è il più voluminoso ed il più sporgente verso il basso. Tra i due condili posteriormente troviamo la fossa intercondiloidea, mentre anteriormente i condili sono uniti da una superficie liscia percorsa medialmente da un solco, detta faccia patellare destinata ad articolarsi con la rotula o patella. L estremità inferiore-posteriore di ciascun condilo del femore si articola con la tibia. Sulla faccia laterale di ciascun condilo è presente un rilievo detto rispettivamente epicondilo mediale ed epicondilo laterale. Figura 3: Femore destro 8 di 29

9 2.3. Ossa della gamba La tibia e la fibula (o perone) sono le ossa della gamba; entrambe sono ossa lunghe, disposte verticalmente e affiancate, la tibia ha posizione mediale, la fibula laterale. A queste due ossa si deve aggiungere la rotula (o patella) situata superiormente alla tibia. La rotula o patella è un osso sesamoideo in quanto è compreso nello spessore del tendine terminale del muscolo quadricipite del femore. La rotula ha forma discoidale ed è appiattita in direzione antero-posteriore; presenta pertanto una faccia anteriore, una faccia posteriore ed un contorno. La faccia anteriore è leggermente convessa e rugosa, mentre la faccia posteriore è quasi completamente occupata dalla faccia articolare per l articolazione con la faccia patellare del femore; ne è esclusa solo la parte inferiore. La tibia presenta un corpo e due epifisi, prossimale e distale. Il corpo ha forma prismatica con tre facce, laterale, mediale e posteriore e tre margini, anteriore, laterale e mediale (Fig. 4). La faccia laterale in alto è concava, mentre inferiormente diventa convessa e più ampia. La faccia mediale è leggermente convessa in alto e concava in basso. La faccia posteriore in alto presenta una cresta obliqua dall alto verso il basso e con direzione latero-mediale detta linea poplitea. Il margine anteriore è tagliente e prende il nome di cresta anteriore; inizia superiormente al di sotto di una voluminosa sporgenza detta tuberosità tibiale e termina inferiormente a livello del malleolo mediale. Il margine laterale è detto cresta interossea in quanto dà inserzione alla membrana interossea della gamba. Il margine mediale è un margine arrotondato tranne che nella sua parte terminale più affilata che si porta verso la faccia posteriore. L epifisi prossimale della tibia presenta due sporgenze, una mediale ed una laterale, dette condili rispettivamente mediale e laterale. Ciascun condilo presenta una faccia superiore concava, detta cavità glenoidea che serve per l articolazione con il rispettivo condilo del femore. Le due cavità glenoidee sono separate da un rilievo detto eminenza intercondiloidea. L eminenza intercondiloidea presenta due parti più sporgenti dette tubercoli intercondiloidei laterale e mediale sui quali si continua la superficie articolare. Davanti e dietro all eminenza intercondiloidea si osservano le fossette intercondiloidee, rispettivamente anteriore e posteriore. Sul condilo laterale, postero-lateralmente si osserva la faccetta articolare per l articolazione con la fibula. L epifisi distale della tibia è meno estesa dell epifisi prossimale ed è caratterizzata da una sporgenza mediale diretta verso il basso detta malleolo mediale. Lateralmente l epifisi distale 9 di 29

10 presenta l incisura fibulare, superficie articolare per la fibula; inferiormente si osserva la faccia articolare inferiore, superficie leggermente incavata che insieme alla faccia articolare del malleolo mediale si articola con il talo nell articolazione talo-crurale. La fibula o perone presenta un corpo e due epifisi prossimale e distale. Il corpo ha forma prismatica con tre facce: laterale, mediale e posteriore e tre margini (o creste) ben visibili: anteriore, laterale e mediale (Fig. 4). La faccia laterale è pressoché pianeggiante superiormente ed inferiormente, mentre nella parte centrale è convessa. La faccia mediale è percorsa da una cresta longitudinale detta cresta interossea per l inserzione della membrana interossea della gamba. La faccia posteriore è ampia nella porzione media, più ristretta nelle restanti parti. Il margine anteriore separa la faccia laterale da quella mediale, in basso si porta lateralmente per terminare sulla faccia laterale. Il margine laterale separa la faccia laterale da quella posteriore ed in basso si porta verso la faccia posteriore. Il margine mediale separa la faccia mediale da quella posteriore ed è ben evidente nella sua parte media. L epifisi prossimale (o testa) ha forma piramidale con l apice diretto in alto e lateralmente che viene detto processo stiloideo. Sulla faccia mediale dell epifisi prossimale della fibula si osserva la faccetta articolare per la tibia. L epifisi distale è detta anche malleolo laterale ed ha la forma di sporgenza ossea appuntita diretta verso il basso. La faccia mediale del malleolo laterale presenta la faccetta articolare per l articolazione con il talo e superiormente a questa una zona rugosa che si adatta all incisura fibulare della tibia. Figura 4: Tibia e fibula viste anteriormente 10 di 29

11 2.4. Ossa del piede Lo scheletro del piede è costituito da ventisei ossa suddivise in tre gruppi: tarso, metatarso e falangi. Il tarso è formato da sette ossa articolate tra di loro di cui due formano la serie prossimale: l astragalo ed il calcagno, una ha posizione centrale il navicolare, quattro formano la serie distale: il I osso cuneiforme, il II osso cuneiforme, il III osso cuneiforme ed il cuboide, andando in direzione medio-laterale (Fig. 5). Le ossa del tarso sono tutte ossa brevi articolate tra di loro; il talo è articolato anche con le ossa della gamba, mentre le ossa della serie distale sono articolate anche con le ossa del metatarso. Il talo (o astragalo) è posto in posizione più elevata rispetto alle altre ossa del tarso e collega il piede alla gamba. Il talo è costituito da una parte posteriore detta corpo, e da una parte anteriore detta testa, uniti tramite una porzione più ristretta, di forma cilindrica detta collo. Il corpo del talo presenta quattro facce: superiore, laterale, mediale e inferiore, ciascuna delle quali è caratterizzata dalla presenza di una superficie articolare, che permette l articolazione del talo rispettivamente con la tibia, il malleolo laterale ed il malleolo mediale ed il calcagno. La testa del talo, convessa anteriormente, presenta la superficie articolare per l osso navicolare. Il calcagno è l osso del tarso che, nella stazione eretta, poggia sul suolo e pertanto sostiene il peso del corpo. Ha forma allungata in senso sagittale ed è costituito da un corpo che si prolunga in addietro nella tuberosità del calcagno, in avanti si continua nella grande apofisi, e medialmente nella piccola apofisi. La faccia superiore del calcagno è caratterizzata dalla faccia articolare posteriore per il talo, mentre in corrispondenza delle facce superiori della grande apofisi e della piccola apofisi troviamo le facce articolari rispettivamente anteriore e media sempre per il talo. Anteriormente il calcagno è caratterizzato dalla presenza della faccia articola per l osso cuboide. 11 di 29

12 Figura 5: Scheletro del piede Il metatarso è costituito da cinque ossa lunghe, ognuna delle quali presenta un corpo, un epifisi, prossimale (o base) ed un epifisi distale (o testa) (Fig. 5). Ogni osso metatarsale presenta in corrispondenza della base la faccetta articolare per le ossa della fila distale del carpo e in corrispondenza della testa la superficie articolare per la base della corrispondente falange. Le falangi costituiscono lo scheletro delle dita del piede e sono in numero di tre in ciascuna delle ultime quattro dita, mentre nel primo dito sono in numero di due. Le falangi sono considerate ossa lunghe e si numerano, in ciascun dito, partendo da quella a posizione più prossimale. L estremità prossimale (o base) di ciascuna delle prime falangi si articola con la testa del rispettivo osso metacarpale, mentre l estremità distale (o testa) si articola con la base della seconda falange e la testa di quest ultima prende rapporto con la base della terza falange (Fig.5). 12 di 29

13 3 Le articolazioni dell arto inferiore Le articolazioni del cingolo pelvico sono rappresentate dall articolazione sacro-iliaca (pari) e dalla sinfisi pubica (impari). L articolazione sacro-iliaca è un artrodia che si instaura tra la faccetta auricolare dell osso sacro e la faccetta auricolare dell osso dell anca (Fig. 6). La capsula articolare è robusta e rinforzata da legamenti: il legamento sacro-iliaco anteriore, i legamenti sacro-iliaci posteriori ed il legamento sacro-iliaco interosseo. Legamenti di rinforzo a distanza sono il legamento ileo-lombare, il legamento sacro-spinoso ed il legamento sacro-tuberoso. Questi due ultimi legamenti trasformano la grande incisura ischiatica e la piccola incisura ischiatica rispettivamente nel grande foro ischiatico e nel piccolo foro ischiatico. La sinfisi pubica è l anfiartrosi che si instaura tra le due ossa dell anca (Fig. 6). Le superfici articolari affrontate di ciascun osso dell anca sono rivestite di cartilagine e unite mediante un disco fibro-cartilagineo che può presentare al centro un foro. La capsula articolare è rinforzata superiormente dal legamento soprapubico, inferiormente dal legamento arcuato del pube. Figura 6: Articolazioni del cingolo pelvico L articolazione coxo-femorale è l articolazione pari che si instaura tra la faccia semilunare dell acetabolo dell osso dell anca e la testa del femore (Fig. 7). Viene considerata un enartrosi perfetta; infatti, la testa del femore equivale pressappoco ai due terzi di una sfera ed ad essa corrisponde l acetabolo dell osso dell anca, che si presenta come una segmento di sfera cava. Sul contorno dell acetabolo e sul legamento trasverso, che completa inferiormente il contorno 13 di 29

14 dell acetabolo, è inserito il labbro (cercine) acetabolare fibro-cartilagineo, mentre dalla fossa dell acetabolo origina il legamento rotondo (o legamento della testa del femore) che si porta alla fossetta della testa del femore. La capsula articolare è rinforzata dal legamento ileo-femorale (scomposto in un fascio verticale, più robusto, posto lateralmente ed un fascio obliquo, più debole, posto medialmente) e pubo-femorale posti anteriormente e dal legamento ischio-femorale situato posteriormente. Sono possibili movimenti di adduzione, abduzione, flessione, estensione, circonduzione e rotazione. Figura 7: Articolazione coxo-femorale L articolazione del ginocchio è l articolazione pari che si instaura tra i condili femorali e le cavità glenoidee della tibia a cui si deve aggiungere la patella (Fig. 8). I condili femorali sono di forma ovalare ad asse maggiore antero-posteriore. Il condilo laterale è più largo anteriormente, mentre il condilo mediale ha larghezza più uniforme. Le cavità glenoidee sono poco incavate e poco estese, per cui tra le superfici articolari esiste una certa incongruenza, che viene compensata dalla presenza di uno strato di cartilagine piuttosto spesso e dalla presenza dei menischi. I menischi sono costituiti 14 di 29

15 da fibro-cartilagine ed in sezione appaiono più sottili a livello del contorno interno. Il menisco mediale ha forma di mezzaluna ed è unito al legamento collaterale tibiale. Il menisco laterale ha forma simile ad una lettera C ed è più mobile del menisco mediale. I due menischi sono uniti anteriormente dal legamento trasverso del ginocchio. La patella è inserita nella parte anteriore della capsula articolare, la quale risulta essere rinforzata da legamenti, quali il legamento patellare, che corrisponde al tendine del muscolo quadricipite ed i retinacoli della patella, mediale e laterale. Sui lati la capsula articolare è rinforzata dai legamenti collaterali laterale (o fibulare) e mediale (o tibiale); mentre posteriormente la capsula articolare è particolarmente ispessita e rinforzata dal legamento popliteo obliquo e dal legamento popliteo arcuato. Si devono considerare inoltre i legamenti crociati (anteriore e posteriore), tesi tra tibia e femore, che rappresentano i mezzi di unione più resistenti tra le due ossa. Tali legamenti sono due cordoni fibrosi che originano uno al davanti e l altro dietro l eminenza intercondiloidea della tibia e terminano sulle facce interne dei condili femorali. Sono fra di loro incrociati a X e sono extra-capsulari passando la membrana sinoviale al davanti dei due legamenti. Sono possibili movimenti di flessione, estensione e solo limitati movimenti di intrarotazione ed extrarotazione. Figura 8: Articolazione del ginocchio 15 di 29

16 L articolazione tibio-fibulare è l artrodia che si instaura tra la faccetta articolare fibulare della tibia e la faccetta articolare della testa della fibula. L articolazione tibio-fibulare distale è considerata una sindesmosi in quanto l epifisi distale della tibia è connessa all epifisi distale della fibula soltanto da legamenti. La membrana interossea è la lamina fibrosa che inserendosi sulla cresta interossea di tibia e fibula unisce le due ossa della gamba. L articolazione tibio-tarsica è l articolazione che si instaura tra le epifisi distali della tibia e della fibula, tra loro unite, ed il talo. Si tratta di un articolazione trocleare completata da due artrodie. La superficie articolare tibio-fibulare è rappresentata dal mortaio crurale, ossia dalla faccia articolare inferiore della tibia e dalle facce articolari del malleolo tibiale e fibulare. La superficie articolare del talo è la troclea presente sulla sua faccia superiore che si continua lateralmente e medialmente con le facce malleolari. Alla troclea del talo si sovrappone la faccia articolare inferiore della tibia, mentre le facce malleolari si articolano con la faccia articolare del malleolo laterale della fibula e con la faccia articolare del malleolo mediale della tibia. La capsula articolare è piuttosto resistente e rinforzata da vari legamenti. Sono possibili movimenti di flessione (o flessione dorsale), estensione (o flessione plantare) e solo limitati movimenti di abduzione e adduzione. Le articolazioni tra le ossa del tarso comprendono: l articolazione talo-calcaneale, l articolazione talo-calcaneo-navicolare, l articolazione calcaneo-cuboidea, l articolazione navicolo-cuboidea, l articolazione navicolo-cuneiforme e le articolazioni intercuneiformi. Le articolazioni tarso-metatarsali sono le artrodie che si instaurano tra le ossa della serie distale del tarso e le basi delle ossa metatarsali Le articolazioni intermetatarsali connettono le quattro ultime ossa metatarsali tra di loro e si distinguono in articolazioni intermetatarsali prossimali, che connettono le basi delle ossa metatarsali e articolazioni intermetatarsali distali che connettono le teste delle ossa metatarsali. Le articolazioni metatarso-falangee sono articolazioni condiloidee che si instaurano tra le ossa metatarsali e le prime falangi. Le articolazioni interfalangee sono le articolazioni trocleari che connettono le falangi tra di loro. Tali articolazioni sono in numero di due per le ultime quattro dita ed una per il primo dito. 16 di 29

17 Figura 9:Articolazioni del piede 17 di 29

18 4 I muscoli dell arto inferiore I muscoli dell arto inferiore vengono distinti in quattro gruppi: muscoli dell anca, muscoli della coscia, muscoli della gamba e muscoli del piede Muscoli dell anca I muscoli dell anca sono muscoli che in prevalenza originano dalla pelvi e terminano sul femore. Il muscolo ileo-psoas deriva dall unione del muscolo iliaco con il muscolo grande psoas (Fig. 10). Il muscolo iliaco origina dai due terzi superiori della fossa iliaca interna e dalla parte laterale dell ala del sacro, si porta inferiormente e termina sul tendine del muscolo grande psoas. Il muscolo grande psoas origina dalle facce laterali dei corpi dell ultima vertebra toracica e delle prime quattro vertebre lombari, nonché dai dischi intervertebrali interposti, per terminare, tramite un robusto tendine che riceve i fasci del muscolo iliaco, sul piccolo trocantere del femore. Flette e ruota lateralmente la coscia oppure, a bacino fisso, flette il tronco e se la contrazione è unilaterale lo inclina dallo stesso lato. Figura 10: Muscoli laterali del tronco 18 di 29

19 Il muscolo piccolo psoas è un muscolo lungo e sottile che origina dalle facce laterali dell ultima vertebra toracica e della prima vertebra lombare, nonché dal disco intervertebrale interposto, per terminare tramite un sottile tendine sull eminenza ileo-pettinea dell osso dell anca (Fig. 10). Contribuisce a flettere la colonna vertebrale. Il muscolo tensore della fascia lata è un muscolo lungo e piatto, che origina dalla spina iliaca antero-superiore dell osso dell anca, per terminare con un lungo tendine sul condilo laterale della tibia e sulla testa della fibula (Fig. 11). Abduce, flette e ruota internamente la coscia; contribuisce inoltre a mantenere il corpo in stazione eretta quando questo è appoggiato su di un solo piede. Il muscolo piriforme (o muscolo piramidale) origina dalla parte laterale della faccia anteriore dell osso sacro e dal legamento sacro-tuberoso, per terminare, dopo aver attraversato il grande foro ischiatico, sul grande trocantere del femore. Abduce e ruota lateralmente la coscia. Il muscolo otturatore interno origina dal contorno del foro otturato e dalla faccia interna della membrana otturatoria, per terminare, dopo aver attraversato il piccolo foro ischiatico, nella fossa trocanterica del femore. Ruota lateralmente ed adduce la coscia. I muscoli gemelli superiore ed inferiore sono due piccoli muscoli che costeggiano la parte terminale del muscolo otturatore interno. Il muscolo gemello superiore origina dalla spina ischiatica, mentre il muscolo gemello inferiore origina dalla tuberosità ischiatica. Entrambi terminano nella fossa trocanterica del femore. Questi muscoli coadiuvano l azione del muscolo otturatore interno. Il muscolo quadrato del femore origina dalla tuberosità ischiatica e termina sul grande trocantere del femore; ruota lateralmente la coscia. Il muscolo grande gluteo è il più superficiale ed esteso dei muscoli dell anca. Origina dalla porzione di fossa iliaca esterna retrostante la linea glutea posteriore, dall aponeurosi lombo-dorsale, dalla parte più laterale della faccia posteriore dell osso sacro e del coccige, dal legamento sacrotuberoso e dal legamento sacro-iliaco posteriore lungo (Fig. 11). I fasci muscolari scendono lateralmente e un po anteriormente per terminare sulla tuberosità glutea del femore. Estende, abduce e ruota lateralmente la coscia oppure, facendo punto fisso sulla coscia, estende il bacino. 19 di 29

20 Figura 11: Muscoli esterni dell anca e laterali della coscia Il muscolo medio gluteo è parzialmente coperto del muscolo grande gluteo. Origina dalla porzione di fossa iliaca esterna dell osso dell anca che è interposta tra la linea glutea posteriore e la linea glutea anteriore, dalla soprastante porzione di labbro esterno della cresta iliaca, per terminare sul grande trocantere del femore. Abduce e ruota medialmente la coscia. Il muscolo piccolo gluteo origina dalla porzione di fossa iliaca esterna compresa tra la linea glutea anteriore e la linea glutea inferiore; i fasci convergono in basso e lateralmente, per terminare sul grande trocantere del femore. Abduce e ruota lateralmente la coscia. Il muscolo otturatore esterno origina dal contorno del foro otturato, ossia dalla faccia anteriore dei due rami del pube e dal ramo inferiore dell ischio, per terminare nella fossa trocanterica del femore. Ruota lateralmente la coscia Muscoli della coscia I muscoli della coscia sono distinti in tre gruppi, uno anteriore, uno mediale ed uno posteriore. I muscoli anteriori sono il muscolo sartorio e il muscolo quadricipite del femore. Il muscolo sartorio origina con un breve tendine dalla spina iliaca antero-superiore dell osso dell anca, si porta in basso e medialmente per terminare con un tendine appiattito sulla parte superiore della faccia mediale del corpo della tibia, dove partecipa alla costituzione della 20 di 29

21 formazione tendinea detta zampa d oca (Fig. 12). Flette e ruota medialmente la gamba, secondariamente flette e ruota lateralmente la coscia. Il muscolo quatricipite del femore è un voluminoso muscolo che origina con quattro capi distinti: il muscolo retto del femore, il muscolo vasto laterale, il muscolo vasto mediale ed il muscolo vasto intermedio e termina con un unico robusto tendine (Fig. 12). Il muscolo retto del femore origina dalla spina iliaca antero-inferiore dell osso dell anca e dalla porzione superiore del contorno dell acetabolo. Il muscolo vasto laterale origina dal grande trocantere del femore e dal labbro laterale della linea aspra del femore. Il muscolo vasto mediale origina dal labbro mediale della linea aspra del femore. Il muscolo vasto intermedio origina dai tre quarti superiori delle facce anteriore e laterale del femore. I quattro capi del muscolo quadricipite del femore convergono in basso in tendini terminali che al di sopra del ginocchio si uniscono in un robusto tendine il quale, dopo aver inglobato la rotula, si continua come tendine rotuleo per inserirsi alla tuberosità tibiale. Estende la gamba, ed il muscolo retto flette la coscia. Assume importanza nel mantenimento del corpo in stazione eretta e nella deambulazione. Figura 12: Muscoli anteriori della coscia I muscoli mediali sono il muscolo pettineo, il muscolo adduttore lungo, il muscolo gracile, il muscolo adduttore breve, il muscolo adduttore grande e il muscolo adduttore minimo. 21 di 29

22 Il muscolo pettineo origina dalla cresta pettinea dell osso dell anca, dal legamento del Cooper e termina sulla linea pettinea del femore (Fig. 12). Adduce, flette e ruota lateralmente la coscia. Il muscolo adduttore lungo origina dalla faccia anteriore del ramo superiore del pube, tra tubercolo e sinfisi pubica, per terminare sul terzo medio del labbro mediale della linea aspra del femore (Fig. 12). Adduce e ruota lateralmente la coscia. Il muscolo gracile origina dalla faccia anteriore del ramo inferiore del pube e termina sulla parte superiore della faccia mediale del corpo della tibia, partecipando alla costituzione della formazione tendinea detta zampa d oca (Fig. 12). Flette la gamba e la ruota, quando è flessa, medialmente. Il muscolo adduttore breve origina dalla faccia anteriore del pube, al di sotto dell origine del muscolo adduttore lungo e lateralmente all origine del muscolo gracile, per terminare sul terzo superiore del labbro mediale della linea aspra. Adduce, flette e ruota lateralmente la coscia. Il muscolo adduttore grande origina dalla faccia anteriore del ramo inferiore dell ischio e dalla tuberosità ischiatica. I fasci muscolari terminano sui tre quarti inferiori del labbro mediale della linea aspra del femore, ad eccezione di quelli che hanno origine più inferiore, i quali si portano tramite un robusto tendine sul condilo mediale del femore. Adduce e flette la coscia, inoltre la ruota lateralmente con i suoi fasci superiori e medialmente con i fasci inferiori. Il muscolo adduttore minimo origina dalla faccia anteriore del ramo ischio-pubico per terminare sulla tuberosità glutea e alla parte superiore del labbro laterale della linea aspra; adduce, flette e ruota lateralmente la coscia. I muscoli posteriori sono il muscolo bicipite del femore, il muscolo semitendinoso e il muscolo semimembranoso. Il muscolo bicipite del femore origina con due capi, un capo lungo ed un capo breve. Il capo lungo nasce dalla tuberosità ischiatica dell osso dell anca, mentre il capo breve origina dal terzo medio del labbro laterale della linea aspra del femore. I due capi scendono verso il basso e si uniscono in un unico tendine che si porta lateralmente per terminare sulla testa della fibula (Fig. 13). Flette la gamba ed il capo lungo estende la coscia. Il muscolo semitendinoso origina dalla tuberosità glutea dell osso dell anca, scende quasi verticalmente per terminare sulla porzione superiore della faccia mediale della tibia, partecipando alla costituzione della formazione tendinea detta zampa d oca (Fig. 12). Flette la gamba ed estende la coscia. 22 di 29

23 Il muscolo semimembranoso origina dalla tuberosità ischiatica dell osso dell anca per terminare, con un tendine terminale detto tendine diretto, sulla faccia posteriore del condilo mediale della tibia. Il tendine terminale di questo muscolo emette due espansioni una laterale, detta tendine ricorrente, che va a costituire il legamento popliteo obliquo, ed una mediale detta tendine riflesso che si perde sulla faccia anteriore del condilo mediale della tibia (Fig. 13). Flette la gamba ed estende la coscia. Il triangolo femorale è uno spazio di forma triangolare situato alla radice dell arto inferiore. La base del triangolo, situata in alto, è rappresentata dal legamento inguinale, il lato che ha posizione laterale è rappresentato dal muscolo sartorio, mentre il lato che ha posizione mediale è rappresentato dal muscolo adduttore lungo. Questo spazio che superficialmente è ricoperto dalla fascia lata, contiene i vasi femorali, numerosi linfonodi ed il nervo femorale. Figura 13: Muscoli posteriori della coscia 23 di 29

24 4.3. Muscoli della gamba I muscoli della gamba sono distinti in tre gruppi, uno anteriore, uno laterale ed uno posteriore. I Muscoli anteriori sono il muscolo tibiale anteriore, il muscolo estensore lungo dell alluce e il muscolo estensore lungo delle dita. Il muscolo tibiale anteriore origina dal condilo laterale della tibia e si dirige al I metatarsale; flette dorsalmente il piede. Se il muscolo è paralizzato la punta del piede viene strisciata sul terreno durante la deambulazione ( piede cadente ) Il muscolo estensore lungo dell alluce dalla fibula va a inserirsi alla seconda falange dell alluce. Il muscolo estensore lungo delle dita dal condilo laterale della tibia e dalla fibula le fibre muscolari confluiscono in un tendine che sul dorso del piede si suddivide in quattro tendini: questi si portano alla II e III falange delle ultime quattro dita. Flette le prime falangi delle ultime quattro dita. Il muscolo peroneo terzo origina dalla fibula e si porta al V metatarsale. Flette dorsalmente il piede ruotandolo lateralmente. I muscoli laterali sono il muscolo peroneo lungo e il muscolo peroneo breve. Il muscolo peroneo lungo dal condilo laterale della tibia e dal capitello della fibula passa sulla superficie plantare e va a inserirsi sul I metatarsale. Flette il piede plantarmente ruotandolo lateralmente. Il muscolo peroneo breve è posto profondamente al peroneo lungo. Origina dalla fibula e si porta al V metatarsale. Ruota il piede lateralmente e lo abduce. I muscoli posteriori sono il muscolo tricipite surale, il muscolo tricipite, il soleo e il muscolo plantare. Il muscolo tricipite surale è un voluminoso muscolo formato da tre capi di cui due sono superficiali e costituiscono il gastrocnemio (che determina la sporgenza del polpaccio o sura) ed uno è profondo, il muscolo soleo. Il muscolo gastrocnemio è formato da due capi detti gemello laterale e mediale che originano rispettivamente al di sopra del condilo laterale e del condilo mediale del femore. I due capi si fondono in basso nel tendine di Achille che si inserisce sul calcagno. 24 di 29

25 Il soleo origina dal capitello della fibula, dalla linea poplitea della tibia e da un arcata fibrosa (anello del soleo) tesa tra la tibia e la fibula. I fasci si continuano in basso con una spessa aponeurosi che va a fondersi con il tendine di Achille. Estende il piede sulla gamba (permette di sollevarsi in punta di piedi ). Il muscolo plantare è un piccolo muscolo che si continua con un lungo tendine. Origina sopra il condilo laterale del femore e il suo lungo tendine terminale va a fondersi con il tendine di Achille. Il muscolo popliteo è situato nella profondità della cavità poplitea. A ginocchio completamente esteso e caricato del peso corporeo (postura eretta) la tensione dei legamenti è mantenuta da una piccola rotazione del femore sulla tibia ( blocco ): in queste condizioni l arto inferiore è un pilastro solido e il muscolo quadricipite può anche rilassarsi. È proprio la contrazione del muscolo popliteo che sblocca l articolazione e rende possibile l inizio della flessione del ginocchio. Il muscolo flessore lungo delle dita presenta un tendine che dalla linea poplitea della tibia passa dietro il malleolo mediale e, nella pianta del piede, si divide in quattro tendini che vanno alla terza falange delle ultime quattro dita. Il muscolo flessore lungo dell alluce origina dalla fibula; il suo tendine passa dietro al malleolo mediale e, scorrendo sulla pianta del piede, va a fissarsi sulla falange distale dell alluce. Il muscolo tibiale posteriore origina dalla linea poplitea della tibia e dalla fibula. Il suo tendine passa dietro il malleolo tibiale e va a impiantarsi sul navicolare e sul primo cuneiforme; estende plantarmente, adduce e ruota medialmente il piede. I muscoli del piede sono rappresentati dai muscoli dorsali del piede e dai muscoli plantari del piede, questi ultimi divisi in mediali, laterali e intermedi (Tabelle allegate). 25 di 29

26 Muscolo Inserzione prossimale Inserzione distale Azioni Abduttore dell alluce Adduttore dell alluce Tuberosità calcaneale, Base della falange Abduce e flette il dito alluce retinacolo dei flessori prossimale del I e aponeurosi plantare dito Capo obliquo: Base della falange Adduce il I dito metatarsali dal II al IV prossimale del I Capo trasverso: dito legamenti delle plantari articolazioni metatarso-falangee Flessore dell alluce breve Cuboide e cuneiformi Falange Flette la falange prossimale del laterali prossimale del I I dito dito Tabella 1: muscoli plantari mediali Muscolo Inserzione prossimale Inserzione distale Azioni Abduttore del V Tuberosità del Base della falange Abduce e flette il V dito dito calcagno, aponeurosi prossimale del V plantare e setti dito intermuscolari 26 di 29

27 Flessore del V dito breve V metatarsale Base della falange Flette la falange prossimale del prossimale del V V dito partecipando dito alla sua flessione Tabella 2: muscoli plantari laterali Muscolo Quadrato pianta Inserzione prossimale Inserzione distale della Superficie plantare del Tendine calcagno flessore delle dita Azioni del Sinergico con il flessore lungo lungo delle dita nella flessione delle quattro dita laterali Flessore delle dita Lombricali breve Tuberosità del Falange media Flette le dita II, III, IV, V calcagno, aponeurosi delle quattro dita plantare e setti laterali intermuscolari Tendine del flessore Espansione che Flettono la falange lungo delle dita riveste le quattro prossimale ed estendono dita laterali la media e la distale del II, III, IV e V dito Tabella 3: muscoli plantari intermedi 27 di 29

28 Muscolo Inserzione Inserzione Azioni prossimale distale Interossei plantari (tre muscoli) Metatarsali dal III al V Superfici medialiadducono le dita (II- IV) delle basi delle e flettono le articolazioni falangi prossimali metatarso-falangee dal III al V dito Interossei dorsali Metatarsali dal I al V Il I: superficieabducono le dita (II-IV) (quattro muscoli) mediale della e flettono le falange articolazionimetatarso- dito. Dal II al IV: prossimale del IIfalangee superfici laterali dal II al IV dito Tabella 4: muscoli interossei L aponeurosi plantare è una spessa lamina fibrosa che ricopre tutta la pianta del piede ed è a sua volta ricoperta dal connettivo sottocutaneo e dalla cute. Tale lamina è suddivisa in tre parti: intermedia, laterale e mediale, di cui l intermedia è la più robusta e di forma triangolare, con l apice a livello del calcagno e la base all altezza delle articolazioni metatarso-falangee. Ognuna di queste diverse parti dell aponeurosi plantare ricopre i muscoli della rispettiva regione plantare. 28 di 29

29 Bibliografia Montagnani, Tazzi: Anatomia Umana Normale. Edizione Idelson-Gnocchi 2007 Ambrosi, Cantino: Anatomia dell Uomo. Seconda Edizione edi-ermes 29 di 29

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