4 1 Dominio idrografico di riferimento
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- Amanda Lupi
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1 4 1 Dominio idrografico di riferimento SOTTOPROGETTO F Partner responsabile ARPAL
2 Abstract Il sottoprogetto F interessa il filone di studio della tutela e modellizzazione delle acque sotterranee. Gli studi sono stati condotti in due aree distinte in cui l acqua sotterranea è una risorsa strategica per le attività insistenti sul territorio. In Liguria è stato considerato l acquifero costiero dell Entella caratterizzato da un uso principalmente idropotabile. In Sardegna lo studio è stato sviluppato nella pianura alluvionale del Tirso che rappresenta la parte più settentrionale della pianura del Campidano a vocazione agricola (risicoltura). Liguria Bacino dell Entella Inquadramento geografico Il bacino idrografico preso in considerazione è sito nella porzione orientale della provincia di Genova e costituisce per le sue caratteristiche uno dei bacini idrografici principali della Liguria. Il fiume Entella nasce dalla confluenza dei torrenti Graveglia, Lavagna e Sturla. I primi due presentano un andamento dell asta principale parallela a costa, lo Sturla presenta una direzione prevalentemente ortogonale alla linea di costa. Lo spartiacque che delimita il bacino raggiunge rapidamente quote superiori ai 500 metri e nella sua parte più elevata raggiunge e supera i 1000 metri conferendo ai versanti acclività spesso alte. Mentre il corso degli affluenti alterna tratti con il substrato roccioso affiorante a tratti in depositi alluvionali poco persistenti, il fiume Entella scorre interamente all interno di depositi sedimentari recenti che costituiscono l omonima piana. Inquadramento geologico ed idrogeologico Il materasso alluvionale del fiume Entella giace su formazioni rocciose, ascrivibili alle Liguridi interne, di origine sedimentaria che in alcune formazioni hanno subito un metamorfismo di anchizona. In figura 2 è riportata fuori scala la porzione della Carta Geologica Della Liguria in scala 1: di interesse per quest area. Il bacino del Lavagna è impostato interamente su litotipi sedimentari ascrivibili all unità del Gottero a prevalente componente pelitica (scisti della val Lavagna) e arenacea (arenarie di Monte Gottero). Il bacino dell Entella presenta una maggiore varietà di litotipi affioranti riconducibili all unità del Gottero e all unità Bracco-Val Graveglia. La maggior parte del bacino è impostata su litotipi sedimentari appartenenti agli scisti della val Lavagna e alle arenarie del Gottero, mentre nella val Graveglia affiorano anche sequenze di litosfera oceanica con rocce basiche, ultrabasiche e relative coperture. Nella alta valle Sturla, a monte dell abitato di Borzonasca compaiono litotipi appartenenti al complesso del Monte Penna-Casanova-Monte Veri e alla già citata unità Bracco-Val Graveglia.
3 1 Sezioni ricavate dal modello geostatistico dell'acquifero L acquifero dell Entella è contenuto nelle alluvioni recenti del tratto terminale del corso d acqua giacenti sopra ad un substrato roccioso afferente a formazioni litoidi sedimentarie ascrivibili agli scisti della Val Lavagna. Per ricostruire la geometria dell acquifero i dati pregressi (soprattutto indagini geoelettriche) sono stati integrati con 18 nuovi sondaggi geognostici. L acquifero risulta essere eterogeneo caratterizzato da materiali prevalentemente permeabili come ad esempio sabbie ma spesso intercalate con orizzonti limosi o argillosi. Non sono rari livelli in cui è prevalente la ghiaia. Generalmente verso la foce si individuano le granulometrie più fini ed è possibile che l acquifero sia localmente confinato. In alcuni sondaggi si può intuire che esistano degli orizzonti che abbiano il ruolo di acquicludi isolando localmente la falda superficiale da quella profonda. Ad esempio nel caso del piezometro individuato con la sigla SP06 è stato incontrato durante il sondaggio un livello in pressione con venuta d acqua temporaneamente al di sopra del piano campagna. Nello stesso sondaggio in corrispondenza di un livello torboso è stata riscontrata la presenza di gas naturale. La formazione di gas naturale in corrispondenza di livelli di torba non è un anomalia e testimonia come siano in corso dei fenomeni di decomposizione anaerobica del materiale vegetale intrappolato all interno dell acquifero. A riprova di ciò esistono delle anomalie di temperatura nell acquifero con temperature di circa 3-4 C superiori in certe porzioni dell acquifero rispetto ad altre. Nei pressi del piezometro SPDN04 è possibile riconoscere, all interno del tessuto urbano un arginatura del fiume risalente alle opere di bonifica di epoca napoleonica.
4 2 Carta geologica.xxvii Unit`a del Flysch ad Hemiltoidi: 34 Torbiditi calcaree ed emipelagiti argillitiche XXVIII Complesso Monte Penna-Casanova-Monte Veri 54 Argilliti a blocchi di Monte Veri; 55 Arenarie di Casanova; 56 Brecce monogeniche matrice portante. Brecce di S.Maria e brecce poligeniche clasto-portanti; 57 Olistoliti di granito. XXXI Unità M.Gottero: 58 Scisti del Bocco; 35 Arenarie del Gottero; 36 Scisti della Val Lavagna; 59 Argille a Palombini. XXXII Unit`a Bracco-Val Graveglia: 59 Argille a Palombini; 60 Calcari a Calpionelle e Diaspri; 61 Brecce; 62 Basalti; 63 Gabbri; 64 Ultramafiti.
5 Sardegna Pianura del Campidano Inquadramento geografico La zona oggetto dello studio è ubicato nella provincia di Oristano nella zona occidentale della Sardegna. Il bacino idrografico è dato dalla pianura alluvionale del Tirso che rappresenta la parte più settentrionale della pianura del Campidano, essa si estende dal golfo di Cagliari fino a Nord di Oristano. Questo territorio è pianeggiante e dal punto di vista altimetrico è compreso tra il livello del mare, nella zona di Pesaria, i 16 metri del pozzo in località Cuccuru Fenughu e i 12 metri del pozzo all interno della risaia Sanna nei pressi dell abitato di Ollastra Simaxis. In questo territorio l agricoltura è molto estesa e qui sono presenti quasi tutte le risaie della Sardegna, a motivo della grande possibilità di accesso a grandi risorse idriche provenienti dalla diga sul Fiume Tirso e di terreni particolarmente fertili per questa attività. In questa zona della Sardegna è presente un complesso sistema di zone umide naturali (stagni, lagune, estuari) in parte antropizzate (aree di bonifica, canalizzazioni, bacini artificiali) che, insieme ai forti prelievi ed alla intensa attività antropica, rendono le falde particolarmente sensibili al rischio di contaminazione, da nitrati e altri composti azotati e da fitofarmaci. Questi i pozzi indagati e le acque di superfice campionate con le rispettive coordinate in Gauss Boaga. Nome_punto Codice Prelievo note Coord Est (Gauss B.) Coord Nord (Gauss B.) Pozzo Falchi PY Pozzo Presenza pompa e corrente elettrica , ,916 Pozzo Passiu Giorgio PX Pozzo Presenza pompa e corrente elettrica , ,652 Pozzo profondo Passiu P05 Pozzo Presenza pompa ma non funziona, nostra pompa , ,312 Vacca Mariano P01 Pozzo Pozzo campionabile con la nostra pompa , ,215 Pozzo Risaia Sanna Lugas P02 Pozzo falda superficiale pozzo campionabile risaia , ,113 Pozzo Sardara P07 Pozzo Presenza pompa e corrente elettrica , ,861 Nuraghe Goau P08 Pozzo Pozzo campionabile con la nostra pompa , ,685 Pozzo Sanna Ollastra P03 Pozzo Falda superficiale pozzo campionabile , ,099 Risaia Sanna Lugas R02 Risaia Acqua prelevata dalla vasca allagata , ,662 Risaia Vacca Mariano R01 Risaia Acqua prelevata dalla vasca allagata , ,493 Canaletta C01 ingresso Acqua in ingresso , ,413 Tubo ingresso acqua consorzio C02 ingresso Acqua in ingresso , ,392 Canale scoperto di ingresso risaia C03 ingresso Acqua in ingresso , ,848 Opera di presa C04 ingresso Acqua consorzio , ,59 Acqua superficiale risaia Ollastra R03 Risaia Acqua prelevata dalla vasca allagata , ,245 Risaia Passiu Giorgio Silì R05 Risaia Acqua prelevata dalla vasca allagata , ,56 Pozzo Abbanoa 6 Acquedotto Pozzo ad uso potabile , ,986 Pozzo Abbanoa 11 Acquedotto Pozzo ad uso potabile , ,179
6 Inquadramento geologico ed idrogeologico La pianura del Campidano è una pianura di origine tettonica delimitata da faglie profonde che corrono ad Ovest lungo gli abitati di Villacidro, Gonnosfanadiga, Guspini, sino al mare di fronte alla frazione di Marceddì, ad Est le faglie attraversano i centri abitati Sardara, Uras, Ollastra Simaxis, sino a Riola ed oltre e terminano in mare. Lo sprofondamento del graben non è stato uniforme in tutto il bacino del Campidano. Nella pianura di Oristano, risulta essere il più profondo, dalle stratigrafie dei pozzi profondi scavati negli anni 60, per ricerche petrolifere e da successive indagini geofisiche si è potuto constatare che i sedimenti della fossa hanno uno spessore di oltre 1800 metri. L emungimento della falda nel sottosuolo nei pozzi oggetto di questo studio è molto limitato, infatti le acque sono state utilizzate molto raramente per scopi agricoli in occasione di annate particolarmente siccitose per irrigazione di emergenza. La coltura del riso infatti richiede grandi quantità d acqua (circa m 3 per ettaro) e l utilizzo di pompe elettriche per queste quantità d acqua avrebbe un costo proibitivo per l economicità della coltura. Dalla ricerca sugli studi precedenti si è potuto osservare che nella successione dei sedimenti fino ad una profondità di -20 e -30 metri, è presente la successione quaternaria; essa è rappresentata dal basso verso l alto da un banco, dello spessore compreso tra i 3 e i 5 metri, costituito da alternanze di argille verdi e grigio-verdi e silt. Questo orizzonte e localmente le arenarie marine saldate rappresentano il substrato impermeabile dei livelli acquiferi superficiali che si sviluppano con spessore irregolare in funzione della profondità del substrato e della discontinua presenza di livelli a minor permeabilità che formano un acquifero costituito da più falde sovrapposte. Dall analisi delle litologie affioranti cartografate negli studi geologici, si può osservare come il territorio oggetto dello studio, sia fortemente omogeneo per la presenza dei grandi apporti alluvionali del fiume Tirso. La zona costiera, è caratterizzata da una morfologia di spiaggia bassa e sabbiosa, i depositi costieri sono caratterizzati da una granulometria medio-grossa, da una classazione media e da una composizione mineralogica quarzoso-feldspatica. Il retro spiaggia, è ugualmente rappresentato da sedimenti sabbiosi continui. E presente inoltre un sistema di dune di retro spiaggia in genere spianato e ormai colonizzato dalla vegetazione. In prossimità dell azienda Sardara a Toreegrande dove è presente una grande estensione di terreni agricoli coltivati a risaie, si rinvengono piccoli depositi di materiale argilloso molto plastico, di origine palustre, indizio della presenza di antichi stagni prosciugati. La zona compresa tra la città di Oristano e Ollastra Simaxis, si presenta costituita da affioramenti di sedimenti di origine fluviale di età pleistocenica e olocenica, derivati dalla deposizione di detriti
7 trasportati dal fiume Tirso. Si tratta principalmente di sabbie e ciottoli poco classate con granulometria da fine a grossolana, con quantità variabili di limi e argille. Sedimenti leggermente differenti affiorano nei pressi del pozzo di Nuraghe Goau. Qui sono presenti ghiaie, sabbie con alternanze argillose spesso di colore rossastro a causa dell abbondanza di ossidi di ferro. La litologia dell acquifero superficiale è costituito da livelli sabbiosi a tratti cementati da carbonati di calcio e, talora intercalati a banchi con un elevato contenuto di argilla, il contenuto di argilla, di permeabilità medio-bassa, costituisce il livello semipermeabile che conferisce una certa pressione alla falda sottostante. Una simile geometria può estendersi per una vasta area con sufficiente omogeneità. Per la conoscenza delle successioni sedimentarie del Campidano di Oristano hanno avuto importanza fondamentale le stratigrafie di due pozzi scavati tra il 1961 ed il 1964 dalla SAIS, Società per Azioni Idrocarburi Sardegna. Queste perforazioni fatte per ricerche petrolifere hanno attraversato per oltre 1800 metri i sedimenti della pianura alluvionale permettendo di riconoscere sia l esatta stratigrafia dei sedimenti che i tempi dello sprofondamento tettonico avvenuti soprattutto nel Pliocene e nel Quaternario. Mentre, infatti, tutti i sedimenti Miocenici ed Eocenici affiorano nelle aree adiacenti, Marmilla, Trexenta, Sarcidano, i sedimenti fluvio-lacustri del Pliocene e del Quaternario inferiore, sono presenti esclusivamente all interno della Fossa. Nel Pliocene e nell Olocene inferiore il Campidano aveva la conformazione di un bacino chiuso privo di comunicazione col mare che veniva colmato da grandi apporti fluviali. A questi depositi si sono intercalate le lave basaltiche provenienti dai vulcani del Monte Arci e del Montiferru con formazioni di grandi colate e cupole di lave fluide. Di seguito si riportano le stratigrafie dei pozzi trivellati dalla società Sias, Pozzo Oristano 1 trivellato nel 1961 in prossimità dell Idrovora dello Stagno di Sassu a Sud dell abitato di Santa Giusta, esso ha raggiunto la profondità di 1802 m. Mentre il secondo (Oristano 2) è stato ubicato nel Comune di Riola Sardo (Or)
8 Stratigrafia del pozzo Oristano 1 Loc. Sassu - Comune di Santa Giusta (Or) Stratigrafia del pozzo Oristano 2 Comune di Riola Sardo (Or)
9 Schema geologico del Graben Campidanese (CNR PFE RF10, 1982). Area di Studio
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