STATO DELL AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO CAPITOLO 2 LO STATO DELL AMBIENTE E GLI IMPATTI SULL AMBIENTE
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1 STATO DELL AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO CAPITOLO 2 LO STATO DELL AMBIENTE E GLI IMPATTI SULL AMBIENTE Paragrafo 2.6 CAMBIAMENTI CLIMATICI Novembre 2003
2 Introduzione Nel corso della Conferenza sui Cambiamenti Climatici di Rio de Janeiro del 1992, si è per la prima volta lanciato il grido di allarme per il cosiddetto effetto serra, causato dalle immissioni di alcuni gas nell atmosfera: biossido di carbonio, metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esalfluoruro di zolfo. Questi gas tendono a bloccare l emissione di calore dalla superficie terrestre in quanto sono trasparenti alle radiazioni a onde corte provenienti dal sole, mentre assorbono le radiazioni a onde lunghe provenienti dalla terra, trattenendo in tal modo il calore e determinando l effetto serra. Un effetto serra naturale, così come è sempre esistito, permette all atmosfera di mantenere una temperatura in grado di favorire lo sviluppo di vita. Tuttavia, se le concentrazioni di gas e, in particolare, di CO 2 superano una certa soglia, si può determinare una forzatura degli equilibri naturali che crea una serie di effetti globali negativi sulla terra tra cui, in particolare, l innalzamento della temperatura media e l alterazione dei processi climatici che possono a loro volta influire sulla vita umana nelle forme di inondazioni, siccità, innalzamento del livello del mare, ecc. Il fulcro del problema è rappresentato dall individuazione del peso del contributo del sistema antropico rispetto a quello naturale delle variazioni del clima. I cambiamenti climatici su breve periodo attualmente osservati, infatti, non sono gli unici verificatisi nella storia del pianeta. L allarme nasce dal fatto che per la prima volta tali cambiamenti appaiono strettamente legati all azione diretta dell uomo che contribuisce all innalzamento delle concentrazioni di alcuni gas nell atmosfera che possono alterarne il bilancio energetico. Questa alterazione del bilancio energetico di origine antropica comporta delle variazioni climatiche, seppur non sempre facilmente osservabili. Gli indicatori del cambiamento climatico In linea con i dati nazionali, in Provincia di Bergamo le principali fonti di emissione di carbonio sono rappresentate dalle attività di combustione nell industria e dai trasporti, mentre l agricoltura costituisce la principale fonte di emissione di metano e ossido di azoto. Tabella Emissioni di gas serra per fonte in Provincia di Bergamo (2000) CO 2 (kt/a) CH 4 (t/a) N 2 O (t/a) Impianti di combustione non industriali Combustione nell industria Processi produttivi Estrazione e distribuzione di combustibili fossili / / Trasporti Trattamento e smaltimento di rifiuti / Agricoltura / Totale Fonte: Regione Lombardia, elaborazione Istituto per l Ambiente E generalmente riconosciuto che l emissione di tali gas a effetto serra (unitamente a HFC, PFC, e SF 6 ) contribuisce alle variazioni climatiche degli ultimi decenni. Di seguito, quindi, si procederà all analisi e all illustrazione degli indicatori raffiguranti tali cambiamenti, pur ribadendo che è ancora aperto il confronto con la tesi secondo cui il cambiamento climatico è principalmente una manifestazione della variabilità climatica naturale e non una conseguenza dell attività antropica. In linea generale, quali principali indicatori di cambiamento climatico vengono considerate le variazioni, nel lungo periodo, di temperature e precipitazioni. Per quanto concerne le temperature medie annue, dai dati disponibili si può osservare che dal 1952 al 1997, seppur con andamento altalenante, queste sono nel complesso cresciute di 3 C. Tale tendenza risulta in linea sia con i rilevamenti regionali, sia con quelli nazionali. 286
3 Figura Variazione media annuale di temperatura ( ) (Stazione di Orio al Serio) tempretaure (in C) anni Fonte: Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare, elaborazioni Istituto per l Ambiente Ugualmente in linea con i rilevamenti regionali e nazionali risultano anche i dati relativi alla variazione delle precipitazioni medie annue: queste, tra il 1978 e il 1992, risultano essere in tendenziale diminuzione. Le precipitazioni sono state quindi molto abbondanti nel 1993, per poi ridursi nuovamente negli anni successivi. Figura Variazione media annuale di precipitazioni ( ) (Stazione di Orio al Serio) Fonte: Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare, elaborazioni Istituto per l Ambiente precipitazioni (mm) anni Strettamente connesso alle attività antropiche è il fenomeno della cosiddetta isola di calore che si crea nelle città rispetto alle zone circostanti e che è legato al diverso grado di urbanizzazione delle due aree. Il gradiente orizzontale di temperatura consente di mettere in evidenza tale effetto, rappresentando la variazione di temperatura che, a causa della cupola d aria calda sovrastante i centri urbani, si registra tra la città e la periferia. Tale cupola di aria è determinata principalmente da: la presenza di edifici di varie altezze e disomogeneamente agglomerati; l ampia superficie totale disponibile per l assorbimento e la riflessione dell energia; le riflessioni multiple di radiazione tra le superfici verticali degli edifici; la quantità significativa di energia generata entro la città (riscaldamento e condizionamento dei locali, traffico). Nel caso della Provincia di Bergamo l isola di calore non è facilmente individuabile a causa della morfologia molto differenziata del territorio. Tuttavia, interpolando i dati di temperatura rilevati da alcune centraline nell area della città di Bergamo si può evidenziare un aumento della temperatura spostandosi dalla periferia verso il centro della città bassa (figura 3.5.3). La parte alta della città non sembra interessata dal fenomeno, ma non bisogna trascurare l effetto dovuto alla variazione di quota, che tra i due settori della città può superare i 100 metri. 287
4 Il gradiente di temperatura è stato rilevato sia in estate sia in inverno, come mostrato dalla figura che riporta la situazione dei mesi di luglio e gennaio alle ore I valori di temperatura utilizzati per il calcolo sono stati mediati su un periodo di cinque anni, dal 1997 al Figura Gradiente orizzontale di temperatura Temperature LUGLIO GENNAIO Fonte: Provincia di Bergamo, elaborazioni Istituto per l Ambiente Infine, si può notare come i cambiamenti climatici possano ripercuotersi negativamente non solo sulla natura, ma anche sull uomo. A tale proposito, l indice meteorologico di Scharlau rappresenta gli effetti del clima sul benessere della popolazione: partendo dai dati di temperatura e umidità relativa su base oraria, esso esprime il disagio fisico dell uomo in condizioni di caldo umido e freddo umido. L indice viene calcolato in base a una tavola in cui, a ogni valore di umidità relativa, vengono associate le temperature al di sotto delle quali in inverno e al di sopra delle quali in estate si percepisce la sensazione di disagio. In pratica sono individuate le temperature critiche oltre le quali, in presenza di determinate percentuali di umidità, cessa lo stato di benessere e si ha la percezione del caldo afoso o del freddo umido. Tanto maggiore è la differenza fra le temperatura effettiva e quella limite, tanto maggiore risulterà la sensazione di disagio. Più precisamente, le intensità di disagio fisico sono suddivise in: condizioni di disagio debole, quando lo scarto è inferiore a 1 C; condizioni di disagio moderato, quando lo scarto è compreso tra 1 C e 3 C; condizioni di disagio forte, quando lo scarto è superiore a 3 C. 288
5 Nel presente studio, al fine di calcolare l indice di disagio fisico di Scharlau si è calcolato il numero di ore per ciascun mese estivo e invernale in cui sussiste il disagio secondo i criteri sopra proposti. Quali valori da analizzare sono stati scelti i dati relativi alle stazioni di rilevamento di Casnigo e di S. Giorgio, collocate rispettivamente nella fascia altimetrica montuosa della Provincia di Bergamo e nel centro città del capoluogo. Rappresentativi della stagione estiva sono stati considerati i mesi di giugno, luglio e agosto, mentre per la stagione invernale sono stati studiati i mesi di gennaio, febbraio e dicembre. In media le ore rilevate per ogni stagione e ogni centralina sono state circa Tabella Ore stagionali di disagio fisico (2000) Estate Inverno ore % ore % Stazione di Casnigo Nessun disagio , ,1 Disagio debole , ,5 Disagio moderato , ,9 Disagio forte , ,5 Disagio totale , ,9 Stazione di S. Giorgio Nessun disagio , ,4 Disagio debole 188 8, ,1 Disagio moderato , ,2 Disagio forte , ,3 Disagio totale , ,6 Fonte: Provincia di Bergamo, elaborazione Istituto per l Ambiente Il maggior dato rappresentato nella tabella consiste nel fatto che in città, rispetto alla montagna, se da una parte risulta ampliato il disagio dovuto al caldo afoso, dall altra viene mitigato il fastidio dovuto alla sensazione di freddo umido. Tale dato risulta interessante soprattutto poiché riconferma quanto emerso dall indicatore precedente, e cioè che in città si crea un effetto isola di calore più intenso di quanto non accada nel resto del territorio provinciale. Si può notare inoltre come, con l eccezione dei mesi invernali nel capoluogo, il disagio totale risulta piuttosto consistente, in entrambe le stagioni e nei pressi di entrambe le centraline: ciò può essere in parte spiegabile considerando la peculiarità del clima padano, freddo e nebbioso d inverno e afoso d estate. 289
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