Birmania - Kyaiktiyo La sacra roccia d'oro

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1 Il lungo cammino a piedi, in salita, sotto il sole, è in fondo un percorso sacro, un pellegrinaggio che prepara lo spirito all impatto suggestivo con la famosa roccia sacra di Kyaik-tiyo.

2 Se si vuole però essere più precisi, bisogna dire che il percorso è già da solo uno spettacolo: gente di ogni età, di ogni estrazione sociale, abbigliata nei modi più disparati con offerte o vettovaglie varie, chiacchiera festante, senza preoccuparsi del lungo tragitto che l aspetta.

3 Chi non può intraprenderlo con le proprie forze, viene inserito in una gerla gigante, issata sulle spalle o comodamente steso in lunghe portantine, viene trasportato da alcuni volontari è un ascesa faticosa, ma pervasa dal sacro fuoco della fede: arrivare alla meta ripaga di tutta la fatica!

4 La roccia d'oro è visibile già in lontananza e appare maestosa nel suo precario equilibrio con la piccola pagoda arroccata sopra... Guardandola si prova meraviglia, timore e stupore riverente: basterebbe che un ragazzo spingesse questo masso e lui rotolerebbe a valle! Ma ciò è impossibile: essa è sacra e Buddha la protegge!

5 Ciò che colpisce in questo luogo è la sincera devozione, pochi sono i turisti, molti i fedeli e ovunque le sagome ieratiche dei bonzi buddisti dominano il paesaggio, si mischiano alla folla in preghiera, e le loro figure si stagliano soprattutto al tramonto, simili a divinità, contro la roccia dorata ispirano soggezione e rispetto, invitano alla meditazione in un luogo che appare fuori dal mondo, in cui lo spirito pare rifugiarsi con piacere per sfuggire all opprimente, caotica, realtà quotidiana. Siamo nel bel mezzo di un rinascimento religioso ho sentito dire, ma io non credo si tratti di rinascimento, qui la religiosità è sempre esistita, è pane del popolo, è vita.

6 La si vede nei volti delle donne e degli uomini con il capo chino fino a toccare terra, essi pregano o forse parlano con il loro dio, depongono poi fiori ecchi, cibo, accendono candele o bruciano bastoncini d incenso nella zona sacra antistante la roccia.

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8 E intorno si spande un forte profumo aromatico che penetra nel cuore e confonde spingendo inconsapevolmente ad uno stato di calma serenità, e allora gli occhi si posano sulla pagoda dorata e si resta a guardarla affascinati dalla stessa apparenza così insignificante, e in realtà così importante!..

9 Qui l aria è pura, limpidissima, qui dall alto lo sguardo può abbracciare il verde delle montagne, la vallata sottostante solitaria, fino all estremo orizzonte; non si vedono abitazioni, se non qualche pagoda in lontananza, qui non c è inquinamento qui, fuori dal mondo, la storia pare essersi fermata! E forse un paradiso? Vien spontaneo affermarlo guardando questo enorme sasso dorato dove la leggenda racconta che sia racchiuso un capello di Buddha il re Tissa lo aveva avuto da un vecchissimo eremita che lo aveva conservato per secoli gli era stato donato a condizione che trovasse una roccia con la forma della sua testa e su di essa doveva costruire una pagoda.

10 Il re Tissa, con l aiuto dei Nat ( di cui la regina oggi viene adorata in un apposito tempietto all ingresso della zona sacra ) trovò la roccia in fondo al mare. Essa fu poi trasportata in cima allo strapiombo, dove è ora, con una nave, che in seguito si trasformò in pietra.

11 Anche la nave oggi è divenuta la pagoda della nave di pietra col nome di Kyankthanban Tutte queste sono leggende, ma spiegano il culto per questo enorme masso su cui i fedeli, dopo il pellegrinaggio, per acquistare merito e purificare l anima, incollano foglie d oro!.

12 E quando il sole tramonta all orizzonte tingendo il cielo di rosso fuoco, l oro della roccia pagoda risplende, penetrandoti nell animo, creando intorno un clima di devozione, di preghiera anche in chi, da turista curioso, è venuto alla meta solo con l occhio dell osservatore.