Laboratorio Micro Rocce Mineralogia ottica a.a / 2008

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1 Università di Pisa Facoltà di Scienze MFN Corso di Laurea in Scienze Geologiche Laboratorio Micro Rocce Mineralogia ottica a.a / 2008 Sergio Rocchi Dipartimento di Scienze della Terra Via S. Maria, 53 rocchi@dst.unipi.it Programma e lezioni: Registro lezioni: Programma 2 LE ROCCE Le rocce e i loro costituenti Studio delle rocce al microscopio MINERALOGIA OTTICA Identificazione sistematica dei minerali al microscopio Osservazioni a luce parallela polarizzata Osservazioni con nicol incrociati Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati MINERALI DELLE ROCCE ROCCE IGNEE ROCCE METAMORFICHE Lezione fuori sede Viaggio di istruzione Verifiche in itinere 1

2 orario 3 lunedi martedi mercoledi giovedi venerdi 9-10 aula micro assistenti aula micro assistenti aula micro assistenti aula micro assistenti aula micro docente aula micro docente aula F aula micro docente + assist. aula micro docente + assist aula F aula micro docente aula micro docente aula micro docente + assist. aula micro docente + assist. tutti gruppo I gruppo II frequenza obbligatoria (firma) facoltativo 4 lezioni fuori sede Rosignano, San Vincenzo, Campiglia 1 g., 8 maggio Sardegna meridionale 4 gg, aprile verifiche in itinere Rocce plutoniche 14 aprile Rocce vulcaniche 15 maggio Rocce metamorfiche 5 giugno 2

3 Le Rocce e i loro costituenti descrizione delle rocce 6 la descrizione di una roccia si basa sulla combinazione di due tipi di dati microstruttura + costituenti La microstruttura (o tessitura) di una roccia è l'insieme dei caratteri derivanti da dimensioni, forma e rapporti spaziali dei suoi componenti. Le rocce ignee acquisiscono la loro microstruttura durante il processo igneo di solidificazione (passaggio del sistema dallo stato liquido allo stato solido). Le rocce metamorfiche acquisiscono la loro microstruttura durante il processo metamorfico (subsolidus). Le rocce sedimentarie acquisiscono la loro microstruttura durante il processo sedimentario (erosione-trasportodeposizione-diagenesi, precipitazione, biocostruzione). Natura e abbondanza dei componenti di una roccia ignea (minerali, con reticoli cristallini ordinati) dipendono dalla composizione del magma. Se il passaggio dal liquido al solido è molto rapido il solido conserva una struttura simile a quella del liquido, amorfa (vetro). Natura e abbondanza dei componenti di una roccia metamorfica (minerali) dipendono dalla composizione del roccia di partenza e dallʼintensità del processo metamorfico. Natura e abbondanza dei componenti di una roccia sedimentaria (minerali, materiale organico) dipendono dalla composizione del materiale deposto e del materiale diagenetico (cemento). 3

4 Studio delle rocce al microscopio 7 Descrizione Microstrutture Minerali DATI Classificazione Petrologia Formulazione ipotesi multiple Valutazione ipotesi INTERPRETAZIONE Confronto con altri dati Osservazioni di terreno Osservazioni su campioni macro Analisi chimica Identificazione macroscopica Proprietà fisiche e chimica dei minerali Identificazione microscopica Interazione tra luce polarizzata e minerali Microscopio da Mineralogia/Petrografia Interazione elettroni-minerali SEM (Microscopio Elettronico a Scansione, fino 10 6 ingrandimenti) Identificazione chimica Analisi bulk identificazione dei costituenti (minerali) XRF (Fluorescenza raggi X) ICP-MS (Inductively Coupled Plasma-Mass Spectrometry) Analisi in situ (puntuali) SEM-EDS (Microscopio Elettronico a Scansione con microanalisi a Sistema Dispersivo di Energia) EPMA-WDS (Microsonda Elettronica con microanalisi a Sistema Dispersivo di Lunghezze d'onda) LA-ICP-MS (Laser Ablation ICP-MS) Identificazione strutturale XRD (Diffrattometria raggi X) TEM (Microscopio Elettronico a Trasmissione) 8 4

5 identificazione MACRO dei minerali 9 splendore colore metallico, non metallico (vitreo, adamantino, submetallico, grasso o untuoso, sericeo, perlaceo, terroso) frattura concoide, irregolare, scheggiosa, ruvida, terrosa, piana sfaldatura perfetta/facile, buona/evidente, difficile; una, due ; angolo abito cristallino forma - sistema cristalllino durezza scala Mohs (1822) <2-2.5 = tenero (rigato dallʼunghia), <5-5.5 = semiduro (rigato dal coltello), >5 = duro (riga il vetro), > 7 = durissimo (riga la porcellana) densità altre caratteristiche fisiche e chimiche reazione allʼhcl diluito, etc Identificazione MICRO dei minerali 10 strumenti: il microscopio da petrografia la sezione sottile manuali di mineralogia ottica applicazione della mineralogia ottica 5

6 il microscopio da petrografia 11 occhio oculare diaframma lente di Amici analizzatore obiettivo piattaforma girevole lente convergente diaframma del condensatore polarizzatore diaframma di apertura lampada La sezione sottile 12 cosʼè una fettina di roccia dello spessore di 30 µm a cosa serve a studiare le manifestazioni dellʼinterazione tra luce polarizzata e struttura cristallografica dei materiali costituenti le rocce (minerali e vetro) come si fa 6

7 Indice 13 MINERALOGIA OTTICA Identificazione sistematica dei minerali al microscopio Osservazioni a luce parallela polarizzata Osservazioni con nicol incrociati Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati mineralogia ottica: identificazione sistematica di una fase 14 Minerale da identificare forma Nicol // opaco trasparente rilievo Colore, pleocroismo sfaldature Nicol X isotropo anisotropo birifrangenza estinzione Conosc. uniassico biassico + + 2V 7

8 LUCE NICOLS OSSERVAZIONI TERMINOLOGIA mineralogia ottica: sequenza osservazioni // // FORMA sviluppo facce euedrale/subedrale/anedrale forma 3D equidimes. inequidimens., tozzo, prismatico // // COLORE assorbimento opaco vs trasparente --> colore assorbimento pleocroismo schema pleocroismo zonatura conv // RIFRANGENZA rilievo basso/medio/alto linea di Becke I.R. > vs < fasi adiacenti // // VARIE sfaldature orientazione cristallografica inclusioni dimensioni, natura, abbondanza 15 // X BIRIFRANGENZA colori scala Newton colore + ordine = birifrangeza (max) // X ESTINZIONE angolo estinz. retta vs estinz. obliqua posizione indici // X VARIE geminazioni zonatura smescolamenti estinz. retta --> allungam. positivo vs negativo estinz. retta --> angolo indici-direz. cristallografiche conv X FIGURA INTERF. angolo assi ottici 0 (= uniassico) vs 0 (=biassico) --> angolo 2V segno ottico + vs Minerali opachi 16 Colore in luce riflessa nero ottone Bronzo-rame Ottone carico scuro Blu acciaio, rosso, nero Nero violetto Blu acciaio-nero Nero ferro-marrone nerastro Giallo-marrone bianco minerale grafite pirite pirrotina calcopirite ematite ilmenite magnetite cromite limonite leucoxene note Sottili scaglie, spalmature Cristalli euedrali quadrati Masserelle, lamine Masserelle, Masserelle o cristalli euedrali Cristalli lamellari Cristalli ottaedrici, sezioni rombiche, subquadrate, a sei lati Spesso con serpentino aggregati, colloidali, porosi, pisolitici Prodotto a grana fine dellʼalterazione di minerali titaniferi 8

9 Le osservazioni a luce parallela polarizzata Forma 17 il sistema cristallino condiziona la forma dei cristalli la forma dei cristalli fornisce informazioni sul sistema cristallino Le osservazioni a luce parallela polarizzata esempio di forma 3D - olivina 18 9

10 Le osservazioni a luce parallela polarizzata Rifrangenza - rilievo n 1 < n 2 Le osservazioni a luce parallela polarizzata Rifrangenza - linea di Becke 20 fascia scura fascia luminosa 1 2 n 1 < n 2 angolo limite 10

11 Le osservazioni a luce parallela polarizzata Rifrangenza - linea di Becke 21 quarzo feldspato alcalino abbassando il piatto del microscopio (allontanandolo dall obiettivo)... la linea luminosa si sposta verso il minerale a indice di rifrazione più alto Minerali (e non) isotropi 22 rilievo fase Indici di rifrazione note rilievo negativo! basso Fluorite Sodalite Analcime Haüyna Leucite Piccoli cristalli Quasi isotropo, geminazioni polisintetiche incrociate Medio-alto Molto alto variabile Antigorite Granati Spinello Cromite Perovskite Vetro Palagonite Cristalli euedrali a sei lati Vetro vulcanico alterato 11

12 I o = intensità luce incidente I = intensità luce trasmessa t = spessore minerale k = coeff. assorbimento Le osservazioni a luce parallela polarizzata Colore e Pleocroismo I = I o e -kt 23 k = f (λ, direzione) mezzo isotropo mezzo anisotropo k=0 λ trasparente incolore trasparente incolore k= λ opaco opaco k=0 per λ 1 colorato 0<k< k= per λ 2 in λ 1 dominante e λ 2 secondario per λ 3 colorato pleocroico in λ 1 e λ 2 Le osservazioni a luce parallela polarizzata Colore e Pleocroismo 24 biotite biotite ruotando il piatto del microscopio di 90 in senso orario... analizzatore polarizzatore i colori di assorbimento del minerale trasparente colorato (e anisotropo) variano: assorbimento massimo quando l indice cristallografico principale (visualizzato da allungamento e sfaldature) è parallelo al piano di polarizzazione della luce (piano di vibrazione della luce nel polarizzatore) pleocroismo diretto, tipico della biotite (mica nera) 12

13 colore 25 rosso rosa marrone giallo verde blu viola Isotr. no pleocr. cubico spinello granato Granato, spinello spinello Sodalite, fluorite fluorite + rutilo Zircone rutilo zircone uniassico tormalina Stilpnomelan o Tormalina Stilpnomelan o Tormalina tormalina tormalina Anisotropo + titanite Staurolite Monazite cloritoide Cloritoide Egirinaaugite cloritoide pleocroico iddingsit e iddingsit e clorite biassico Iperstene andalusite Biotite, Allanite orneblenda (basaltica) Pistacite Biotite, Allanite Actinolite Pistacite Biotite, Egirina Iperstene Actinolite orneblenda Glaucofane cordierite glaucofane Le osservazioni a luce parallela polarizzata 26 1 sistema di sfaldature parallelo alla base es.: Biotite Sfaldature 2 sistemi di sfaldature es.: Lawsonite 13

14 Le osservazioni a luce parallela polarizzata Sfaldature 27 2 sistemi di sfaldature parallele all'asse c es.: Pirosseno 2 sistemi di sfaldature parallele all'asse c es.: Anfibolo Le osservazioni a luce parallela polarizzata Inclusioni 28 sono comunemente costituite da cristalli (generalmente euedrali) o porzioni di vetro inclusi allʼinterno di un cristallo (es.: cromite nellʼolivina, bolle di vetro nel plagioclasio) la presenza di inclusioni non è un criterio diagnostico inclusioni di spinello (cromite) in olivina 14

15 Le osservazioni con nicol incrociati Birifrangenza 29 Rilievo, sfaldature, birifrangenza 30 Numero sfaldature rilievo Birifrangenza < 0.01 Birifrangenza Birifrangenza > bassissim o basso medio clorite cordierite muscovite alto (clino)zoisite, staurolite, cloritoide sillimanite Biotite, pistacite 2 bassissim o basso Medio-alto Ortoclasio, sanidino, anortoclasio, albite, microclino Plagioclasio Opx, andalusite Tremolite-actinolite, glaucofane, orneblenda, giadeite, augite Egirina, rutilo, titanite 3 basso medio Molto alto Lawsonite, cianite 15

16 Le osservazioni con nicol incrociati Estinzione retta 31 γʼ αʼ αʼ γʼ Le osservazioni con nicol incrociati Estinzione retta 32 γʼ Posizione di estinzione αʼ αʼ γʼ 16

17 Le osservazioni con nicol incrociati Allungamento 33 Rotazione oraria di 45 γʼ αʼ αʼ γʼ γ γ (γ + γ ) (α + α ) > γ α (γ α ) + (γ α ) > γ α (γ + α ) (α + γ) < γ α (γ α ) (γ α ) < γ α allungamento positivo allungamento negativo Le osservazioni con nicol incrociati Estinzione obliqua 34 Posizione di estinzione c γʼ c αʼ αʼ γʼ angolo tra l'asse c (materializzato dalle sfaldature) e gli indici = 30 (e 60 ) c γ = 30 oppure c γ = 30? 17

18 Le osservazioni con nicol incrociati Angolo di estinzione - Allungamento 35 c γʼ αʼ Rotazione oraria di 45 c αʼ γʼ γ γ (γ + γ ) (α + α ) > γ α (γ + α ) (α + γ) < γ α c γ = 30 v c α = 30 v Le osservazioni con nicol incrociati Smescolamenti 36 sono costituiti da isole di una fase di una certa composizione immerse in un cristallo ospite di composizione diversa la due composizioni hanno relazioni di solvus subsolidus la loro presenza o assenza non è un criterio diagnostico la presenza e il tipo possono essere fortemente indicativi (es.: pertiti, antipertiti e pirosseni delle rocce intrusive) 18

19 Le osservazioni a luce convergente con nicol incrociati Angolo 2V : Minerali Uniassici, 2V=0 37 Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati Angolo 2V : Minerali Biassici, 2V

20 Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati Angolo 2V : misurazione nei Minerali Biassici 39 2V piccolo 2V grande sezione ortogonale a una bisettrice: quale? sezione perp. a un asse ottico 2V grande sezione perp. a un asse ottico Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati Segno ottico - Minerali Uniassici 40 quarzo: uniassico positivo calcite: uniassica negativa 20

21 Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati 41 Segno ottico - Minerali Biassici biassico positivo biassico negativo Vai a: La sezione sottile Come si fa una sezione sottile 42 L'esame microscopico di una roccia è uno dei cardini di qualsiasi indagine geologica. Tale esame viene condotto attraverso il microscopio da petrografia su un frammento selezionato del campione di roccia ridotto a uno spessore standard di 0.03 mm, comunemente detto sezione sottile. Sarebbe opportuno che ogni studente di scienze geologiche apprendesse la tecnica di preparazione di una sezione sottile, e l'acquisizione di tale metodologia diviene addirittura indispensabile per gli studenti che debbano studiare un grande numero di sezioni sottili per la stesura della loro tesi di laurea. Essi potranno così evitare i lunghi periodi di attesa imposti dai laboratori esterni e contribuire a un notevole risparmio di fondi da parte dell'università; in più, usciranno dall'università per entrare nel mondo del lavoro con una esperienza personale in uno dei pochi settori geologici (sensu lato) dove la domanda è costantemente molto alta. L'attrezzatura necessaria per la preparazione di sezioni sottili è molto semplice e la preparazione stessa non presenta alcuna difficoltà concettuale per uno studente di scienze geologiche, ma necessita di una certa esperienza se si desiderano risultati di alta qualità in tempi brevi. Un buon livello qualitativo può comunque essere raggiunto con un minimo di pazienza e perseveranza. 21

22 Prima di tutto si sceglie sul campione quello che dovrà essere il piano della sezione sottile e lo si materializza segnandolo con una matita o un pennarello non impregnante (Fig.1a). Quindi si procede al taglio del campione lungo questo piano mediante una apposita troncatrice. Il cosiddetto taglio è in realtà una abrasione lungo un sottile solco ad opera dei materiali abrasivi che la sega reca sul proprio bordo esterno. Tali materiali possono essere costituiti da particelle di corindone o di diamante e possono essere continuamente rifornite come materiale sciolto sul bordo del disco oppure essere cementate direttamente sul bordo del disco. Come si fa una sezione sottile Taglio grossolano Le troncatrici più efficaci sono quelle con particelle di diamante saldate (magari con microfusione a laser) sul bordo del disco (=sega diamantata). Parallelamente alla superficie piatta ottenuta con il primo taglio, si effettua un altro taglio in maniera da ottenere una fetta di roccia spessa circa 10 mm (Fig.1b). Ortogonalmente a queste due superfici si effettuano quattro tagli tali che il risultato consista un parallelepipedo alto 10 mm con base di dimensioni uguali a quelle del coprioggetto che si vuole usare (generalmente mm 24x40, Fig.1c). Su una delle facce maggiori della fettina così ottenuta si riporta, sempre con una matita o un pennarello non impregnante, la sigla del campione. 43 ~10 mm 24 mm 40 mm Fig. 1a Fig. 1b 10 mm Fig. 1c Come si fa una sezione sottile Levigatura e/o lucidatura della faccia inferiore 45 Una delle due facce maggiori del parallelepipedo (quella senza sigla) viene levigata in più stadi con smeriglio di corindone di grana decrescente. E' molto importante lavare bene il preparato di roccia ad ogni passaggio, in quanto eventuali residui di smeriglio a grana più grossa di quella che si sta usando e frammenti residui dall'abrasione possono creare sgradevoli solchi. Stadio 1. Smeriglio 100µm (grana 120). Mezzo cucchiaino di smeriglio viene posto su un pezzo di vetro e bagnato con acqua. Il parallelepipedo viene sfregato sullo smeriglio con movimento rotatorio, esecitando una leggera pressione. Dopo circa mezzo minuto il rumore dello sfregamento cambia, in quanto le particelle di corindone vanno arrotondandosi. Il vetro viene allora lavato e lo smeriglio sostituito. Quando la superficie appare piatta, si lavano sotto un getto d'acqua vetro e campione. Stadio 2. Smeriglio 60µm (grana 220). Sono in genere necessari due passaggi con smeriglio nuovo di circa un minuto ciascuno. Quindi campione e vetro vengono lavati sotto un getto d'acqua. Stadio µm (grana 3F). Un passaggio di circa un minuto e solito lavaggio di vetro e campione. Stadio 4. Se si vuole ottenere una superficie lucida si effettua un ulteriore passaggio con pasta di ossido di Ce (0.8 µm). Il campione viene quindi lavato ed essiccato in stufa a una temperatura di circa 60 C. 22

23 Come si fa una sezione sottile Incollaggio sul vetrino portaoggetti e taglio fine 46 Lʼincollaggio può essere effettuando usando diversi tipi di collanti. Balsamo del Canada. Un sottile strato di balsamo deve essere steso sul vetrino portaoggetti e cotto a 160 C per due minuti. Il balsamo non deve essere cotto troppo a lungo o portato a temperature troppo alte, in quanto può divenire fragile e virare al marrone. Quindi la superficie levigata (o lucidata) del campione, scaldato a 120 C, viene posta sullo strato di balsamo e, con piccoli movimenti e una leggera pressione si spremono il collante in eccesso ed eventuali piccole bolle d'aria rimaste intrappolate nel collante tra vetrino e campione. Il balsamo del Canada ha indice di rifrazione n= Resina epossidica. La procedura è analoga, ma presenta il vantaggio di effettuarsi a freddo. Gli svantaggi sono rappresentati dalle difficoltà di mescolamento nel caso in cui il collante sia commercializzato in due componenti separati, dalla tossicità, e dall'indice di rifrazione, generalmente più alto di quello del balsamo (n=1.555). Lakeside 70. Viene fornito in bastoncini e deve essere scaldato al di sopra di 85 C. Ha indice di rifrazione (n=1.540) molto vicino a quello del balsamo. E' buona regola incidere la sigla del campione in un angolo sul retro del coprioggetto. La fettina di roccia incollata sul vetrino portaoggetti deve essere tagliata con l'uso di una sega diamantata a disco sottile per ridurne lo spessore a circa 0.5 mm. Fondamentale è mantenere (o ottenere) il parallelismo tra la faccia superiore e quella inferiore. Come si fa una sezione sottile Assottigliamento e lucidatura 47 Questa operazione necessita dell'ausilio di un microscopio da petrografia, pur di modesta qualità e in configurazione molto semplificata. Infatti lo spessore della sezione viene da qui in avanti controllato sfruttando una tavola di Michel-Lévy, che riporta gli spessori della sezione in funzione della potenza birifrattiva e del colore di interferenza mostrato da un minerale. Così, alcuni minerali noti, comuni e a bassa birifrangenza (quarzo e feldspati) sono usati come indice di spessore. E' molto importante lavare bene il preparato di roccia ad ogni passaggio, in quanto eventuali residui di smeriglio a grana più grossa di quella che si sta usando possono creare sgradevoli solchi, mentre frammenti residui dall'abrasione sono addirittura in grado, quando lo spessore sia ormai molto ridotto, di distruggere una sezione. Stadio 1. Smeriglio 100µm (grana 120). Lo spessore della fettina viene ridotto fino a 0.2 mm usando lo smeriglio su una mola a piatto orizzontale girevole. Al microscopio: i minerali trasparenti sono attraversati dalla luce. Quindi campione e mola vengono lavati con un getto d'acqua. Stadio2. Smeriglio 60µm (grana 220). Lo spessore del preparato viene ridotto fino a 0.1 mm usando lo smeriglio su una mola a piatto orizzontale girevole. Al microscopio: quarzo e feldspati mostrano colori di interferenza luminosi del secondo ordine. Quindi campione e mola vengono lavati con un getto d'acqua. Stadio µm (grana 3F). Lo spessore viene ridotto fino a 0.03 mm usando lo smeriglio su una mola a piatto orizzontale girevole. Particolare cura deve essere posta affinché lo spessore della sezione rimanga uniforme su tutta l'area. Al microscopio: Sono quindi necessari frequenti controlli al microscopio, che devono testimoniare una uniforme riduzione dei colori di interferenza. Lo spessore della sezione sarà quello desiderato (0.03 mm = 30 µm) quando i colori di interferenza di quarzo e feldspati raggiungono il grigio e bianco del primo ordine. Se la roccia non contiene né quarzo né feldspati la stima dello spessore dovrà basarsi sui colori degli altri minerali e risulterà più difficoltosa. Quindi campione e mola vengono lavati con un getto d'acqua. Stadio 4. La lucidatura finale si effettua con un passaggio a mano su vetro con ossido di Ce. Il campione viene quindi lavato ed essiccato in stufa a una temperatura di circa 60 C. 23

24 Come si fa una sezione sottile Incollaggio del vetrino portaoggetti e finitura 48 Il preparato così ottenuto viene coperto incollandovi un vetrino coprioggetto, di spessore molto inferiore a quello del portaoggetto. Viene in genere utilizzato lo stesso collante usato per l'incollaggio tra preparato e portaoggetto, con la stessa procedura. Il coprioggetto viene appoggiato su un lato del preparato ricoperto di una sottilissima pellicola di collante, e quindi lasciato lentamente cadere su di esso. Le eventuali bollicine d'aria rimaste intrappolate possono essere espulse tramite una leggera pressione sul coprioggetto. Lo strato di collante deve essere più sottile possibile, per evitare problemi di messa a fuoco con lenti (obiettivi) ad alto ingrandimento ( 40x), che hanno una distanza di lavoro molto corta. Quando il collante si è definitivamente indurito, gli eccessi possono essere rimossi con una lametta, e finalmente può essere incollata una etichetta recante la sigla del campione ed eventuali altre informazioni. testi consigliati 49 MINERALOGIA OTTICA Armienti P. (a cura di, 1993): La determinazione dei plagioclasi al microscopio polarizzante. SEU, Pisa, pp.40. Deer W.A., Howie R.A. & Zussman J. (1992) : An introduction to the rock-forming minerals. Longman. Kerr P.F. Optical mineralogy. McGraw-Hill, pp Peccerillo A., Perugini D. (2003) : Introduzione alla Petrografia ottica. Morlacchi. 200 pp + CD-ROM Pichler, H. & Schmitt-Riegraf C. (1997) : Rock-forming minerals in thin sections. Chapman & Hall, 220 pp. Phillips W. & Griffen, D.T. (1981) : Optical mineralogy - The nonopaque minerals.freeman & C. 677 pp. Roubault M. (1963): Determination des mineraux des roches aux microscope polarisant. Lamarre-Poinat, pp MICROSTRUTTURE: Bard J.P. (1990): Microtextures des roches magmatiques et metamorphiques. Masson, pp MacKenzie W.S., Donaldson C.H. & Guilford C. (1982): Atlas of Igneous Rocks and their Textures. Longman (Zanichelli in italiano), pp Rocchi S. (1993): Meccanismi di cristallizzazione e strutture delle rocce ignee. SEU, Pisa, pp. 57. Vernon, R. H., 2004, A practical guide to rock microstructure, Cambridge University Press, pp Yardley B.W.D., MacKenzie W.S.& Guilford C. Atlas of metamorphic rocks and their textures. Longman. ROCCE Cox K.G., Bell J.D.& Pankhurst R.J. (1979): The interpretation of igneous rocks. George Allen & Unwin, pp D'Amico C., Innocenti F.& Sassi F.P. (1987): Magmatismo e metamorfismo. UTET, pp D'Amico C. (1973): Le rocce metamorfiche. Patron (Bologna), pp.333. D'Argenio B., Innocenti F.& Sassi F.P. (1994): Introduzione allo studio delle rocce. UTET, pp.162. Le Maitre R.W. (editor, 1989): A classification of Igneous Rocks and Glossary of terms. Blackwell, pp.193 Nockolds S.R., Knox R.W.O. & Chinner G.A. (1978): Petrology for students. Cambridge University Press, pp Shelley D. (1992): Igneous and metamorphic rocks under the microscope. London, Chapman & Hall, pp Yardley B.W.D. (1993): An introduction to metamorphic petrology. Longman, pp

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