TECNICA E SICUREZZA DEI CANTIERI

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1 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE CORSO DI LAUREA PER L AMBIENE ED IL ERRIORIO [Laurea riennale N.O.] ECNICA E SICUREZZA DEI CANIERI 6 Prof. Gabriele Boscaino gabriele.boscaino@unipa.it Ing. Jennie Nigrelli jennie.nigrelli@unipa.it Palermo, 2011

2 APPARECCHI ED IMPIANI DI SOLLEVAMENO Nel trasporto dei materiali, il sollevamento si distingue per via della prevalenza dello spostamento verticale rispetto a quello orizzontale. I materiali che nella conduzione dei lavori in cantiere richiedono operazioni di sollevamento sono i più diversi; in relazione al sistema da adottare per il loro spostamento, e principalmente per l organo di presa, essi si distinguono come sotto indicato: materiali sciolti (terra, sabbia, etc.); materiali sciolti molto fini (filler, cemento, etc.); materiali liquidi (acqua, etc.); conglomerati (calcestruzzi, malte, etc.); materiali in blocchi (conci, lastre, etc.). Gli apparecchi a ciò destinati possono essere ad azione continua, nei quali lo spostamento dei materiali avviene con continuità (ad esempio nastri trasportatori), o ad azione discontinua, che operano per cicli produttivi (ad esempio le gru, dove ogni ciclo si compone di imbracatura del carico, sollevamento del carico, spostamento del carrello, rotazione del braccio, abbassamento del carico, sbracatura del carico, e ritorno del gancio nella posizione di partenza). Gli apparecchi ad azione continua si suddividono in: apparecchi a struttura fissa a tubi idraulici pneumatici apparecchi a struttura mobile a nastro a tazze quelli ad azione discontinua in: elevatori e montacarichi gru gru girevoli derricks blondins falcone gru a ponte gru a cavalletto ed in ultimo, una categoria a parte è costituita dalle gru mobili e dalle autogru. Nel seguito ci si occuperà principalmente di gru girevoli. Ampie dissertazioni su tutti gli apparecchi di sollevamento possono trovarsi nella seguente bibliografia: A. Pagello, Apparecchi e Impianti di sollevamento e trasporto Patron; B. J. Costes, Gru a torre C.E.L.I.; C. G. Lusardi, Apparecchi di sollevamento D. Flaccovio; D. S. Maia, Macchine di sollevamento e trasporto CLUP; E. B. Carlaccini, Funi e catene - Pirola. L intermittenza di un apparecchio di sollevamento è definita dal rapporto fra il tempo di azione dei motori ed il tempo complessivo di ciclo; il termine intermittenza non va confuso

3 con quello di saturazione: saturazione di una macchina in generale è il rapporto fra il tempo di utilizzo produttivo della stessa ed il tempo di permanenza in cantiere. Prima di passare in rassegna i vari sistemi, occorre analizzare gli elementi strutturali generalmente in essi presenti. ORGANI DI PRESA Sono gli elementi e le attrezzature atte a consentire la presa del carico per il sollevamento. Diverse sono le attrezzature concepite per tale scopo: benne, elettromagneti, ganci e brache, utilizzate singolarmente o in combinazione fra loro. Benne La forma, le dimensioni ed il sistema di comando di una benna dipendono dal tipo di materiale da sollevare. Le benne possono essere con comandi a funi, ovvero, come nei sistemi più moderni, con comandi idraulici. Benne mordente Benne con comandi a funi Benne con comandi idraulici Elettromagnete Elettromagneti Gli elettromagneti servono ovviamente solo per il sollevamento di materiale ferroso. Ganci Il gancio, insieme all imbracatura o ad un recipiente, ad una pedana etc., rappresenta l organo di presa più comune, perché il più versatile nell adattamento al tipo di carico da sollevare. I ganci sono unificati; devono essere dotati di sistema di chiusura per evitare la perdita della fune di imbracatura e devono riportare inciso la portata massima consentita. Brache Le brache sono funi, metalliche o vegetali, ovvero catene, che servono a collegare il gancio di sollevamento al carico.

4 Particolare cura occorre porre alle estremità delle brache: queste devono essere assicurate contro lo sfilacciamento con apposite asole e morsetti. Occorre sempre verificare preventivamente che nell utilizzo delle brache la tensione alla quale esse vengono sottoposto non superi i valori di sicurezza. Lo sforzo di trazione in un ramo di braca dipende dall angolo di apertura dei due tratti inclinati: = =/2 2 cos( /2) =0 =120 = = 2 cos( /2) 120 = 2 cos( /2) =90 90 =0,7 =180 / 3,0 2,5 2,0 1,5 0,5 0,7 1,0 1,0 0,5 0, angolo (in gradi sessagesimali) Funi di sollevamento Funi metalliche a trefoli trefolo fune

5 Le funi adoperate per il sollevamento sono funi a trefoli d acciaio: Le funi a trefoli sono formate da diversi trefoli avvolti a spirale attorno ad un anima tessile; ciascun trefolo a sua volta è costituito da fili elementari avvolti a spirale attorno ad un anima metallica. L anima tessile centrale ha la funzione di serbatoio di lubrificante per ridurre l attrito fra fili elementari e di conferimento di flessibilità alla fune. Per diametro di una fune si intende quello del cerchio che ne circoscrive la sezione retta quando la stessa è sottoposta ad un carico pari ad un quarto del carico di rottura. Per formazione di una fune si intende una successione di numeri e lettere che ne descrivono la composizione; ad esempio: Funi metalliche a trefoli R n c 4 2 P R = c= coefficiente di cordatura 0,80 0,85 Valori tabellati 114 fili A+6(1+6+12) P R [dan][kg] D p r min r min mm mm kg/ml kg/mm 2 kg/mm 2 dan/ml dan/mm 2 dan/mm ,26 0, ,33 0, ,40 0, ,46 0, ,53 0, ,60 0, ,66 0, ,73 0, ,80 0, ,86 0, ,93 0, ,00 0, ,05 0, ,20 1, ,33 1, ,46 1, ,60 2, A + 6 (1+9+9) Le funi a trefoli in commercio sono standardizzate, il loro carico di rottura è tabellato in funzione della formazione, del diametro del filo elementare, del numero dei fili elementari e della tensione di rottura dell acciaio. La formula teorica del carico di rottura deve essere corretta da un coefficiente di cordatura, che tiene conto dell influenza sulle condizioni di crisi del particolare sistema di avvolgimento dei fili elementari e della riduzione di sezione sotto tensione.. Criterio progettuale: = trazione massima nella fune P R = carico di rottura della fune P R /s Anima tessile s = coefficiente di sicurezza n. di trefoli refolo: Un filo elementare più un primo avvolgimento di nove fili ed un secondo avvolgimento di altri nove fili persone materiali 8 10 >6 Funi vegetali 10 Catene 5 Le funi metalliche sono soggette ad usura, determinata dalla rottura di fili elementari, in generale quelli esterni.

6 Le cause della rottura dei fili sono da ricercare: nella fatica del materiale; nel continuo sfregamento dei fili elementari componenti fra di loro, per via di allungamenti differeziali; nel piegamento della fune entro rinvii, durante il quale i fili esterni si allungano di più di quelli interni nel continuo sfregamento dei fili elementari esterni nelle gole delle carrucole e dei rinvii; Verifica dell usura: sostituzione obbligatoria se: in L n R >10%n F n R =numerto di fili rotti n F =numero di fili della fune L = 4 p p = passo dell elica del filo elementare nel trefolo Le funi di sollevamento devono essere periodicamente verificate e saranno giudicate da sostituire laddove in un tratto L, come sopra definito, si rinviene un numero di fili rotti maggiore del 10% del numero complessivo dei fili della fune. Carrucole Le carrucole sono macchine semplici, costituite da un disco girevole folle attorno ad un perno. Con la carrucola semplice si realizzano due tipi di tiro: il tiro invertito, per la carrucola fissa; Il tiro diretto per quella mobile. Il tiro invertito ha questo nome perché per far alzare il carico, occorre tirare verso il basso, e quindi in verso opposto, l altra estremità della fune. Nel tiro diretto invece, per sollevare verso l alto il carico, si tira verso l alto l altra estremità della fune. Le due figure seguenti chiariscono questi concetti ed esprimo le tensioni teoriche nella fune per effetto di un carico. Carrucola fissa Carrucola mobile t =/2 t=2s iro invertito t s = t=s L = t = s iro diretto s L = t = (/2) 2s = s

7 Nel tiro invertito =; gli spostamenti t ed s dell estremità della fune e del carico sono uguali; nel tiro diretto =/2 ma t=2s. Naturalmente il lavoro svolto è lo stesso. L opportunità di agire come moltiplicatore degli spostamenti della carrucola mobile è molto importante per quanto si dirà appresso. I valori di prima indicati sono teorici, perché non tengono conto degli sforzi necessari per vincere gli attriti (interi alla fune ed esterni nel contatto fra la fune e le gole), gli attriti ai perni, e la rigidezza della fune nelle curve. Valore teorico t =/2 Valore effettivo t / e = <1 e rigidezza della fune attrito ai perni 0,95 carrucola fissa 0,99 carrucola mobile Paranchi Con un doppio insieme di carrucole si realizzano i paranchi. Sono macchine per sollevare pesi, formate generalmente da una coppia di bozzelli (uno fisso e uno mobile), nei quali sono imperniate delle carrucole, nelle cui gole si avvolge una fune. La funzione dei paranchi è quella di demoltiplicatore degli sforzi e moltiplicatore degli spostamenti. Diverse sono le combinazioni che si possono realizzare, in relazione al tipo di tiro (diretto o invertito), al numero delle carrucole (dispari o pari), all attacco dell estremo della fune (al bozzello fisso o al bozzello mobile). Paranchi iro invertito Paranchi iro diretto t B s n dispari estremo B della fune al bozzello fisso =/(n+1) t =(n+1)s t n dispari B estremo B della fune al bozzello fisso s =/n t =n s t B s n pari estremo B della fune al bozzello mobile =/(n+1) t =(n+1)s t B s n pari estremo B della fune al bozzello mobile =/n t =n s

8 amburi di avvolgimento Per ottenere il movimento in salita o in discesa del carico, occorre avvolgere o svolgere la fune di sollevamento attorno ad un tamburo (azionando un motore elettrico, il cui asse è solidale all asse del tamburo). L avvolgimento può avvenire in semplice stato o in strati multipli sovrapporti. E importante che con tutta la fune avvolta, lo strato di avvolgimento resti distaccato dal bordo dei dischi di chiusura del tamburo di almeno 2 volte il diametro della fune, per evitare che la stessa possa fuoriuscire dal tamburo. L avvolgimento della fune nei tamburi, come qualsiasi altro rinvio su carrucole, comporta una piegatura della stessa, ed è in tale circostanza che i fili elementari esterni si allungano di più di quelli interni. Per evitare conseguenze spiacevoli si pone un limite al diametro di inflessione della fune, ponendo un limite inferiore al diametro del tamburo (>25 volte il diametro della fune e > 300 volte il diametro del filo elementare) o della carrucole di rinvio (>20 volte il diametro della fune 250 volte il diametro del filo elementare). Il dimensionamento della lunghezza L del tamburo è da mettere in relazione alla quantità di fune da avvolgere, funzione dell altezza di sollevamento. E sotto riportato il conteggio per avvolgimento in semplice strato, tenendo conto che almeno due spire devono restare sempre avvolte, per evitare di sollecitare oltre misura l attacco della fune al tamburo. D 25 d F D 300 F D d F L Pulegge di rinvio D P 20 d F D P 250 F L F = lunghezza di fune da avvolgere = f(h) L S = lunghezza di una spira = (D +d F ) n = numero di spire (avvolgimento singolo)= 2+L F /L S L = 1,1 n d 2 d F Motori elettrici I motori elettrici per gli apparecchi di sollevamento sono asincroni trifase; occorre un motore per ogni movimento da comandare (motore di sollevamento, motore di spostamento del carrello, motore di rotazione del braccio). La potenza necessaria per il sollevamento di un carico dipende dalla velocità di sollevamento, peraltro limitata superiormente per motivi di sicurezza (rischi di oscillazione del carico) in relazione al carico ed al tipo di apparecchio. N = v / ( 75 ) Il motore elettrico lavora a velocità costante, la cui entità dipende dalla frequenza di alimentazione (in Italia 50 Hz) e dalle coppie di poli dell avvolgimento. uindi, per data macchina elettrica, la velocità è predeterminata e fissa; occorre verificare se tale velocità è compatibile con la velocità di sollevamento del carico. La figura nel seguito riportata rappresentata mostra la necessità di interporre nell accoppiamento motore-tamburo di sollevamento un riduttore (si adoperano riduttori meccanici). Si riporta anche un semplice esempio numerico.

9 Riduzione riduttore motore n M numero di giri del motore al primo n M = velocità di sollevamento v m/sec velocità di avvolgimento v A = n C v (tiro invertito) v A = (n C +1)v (tiro diretto) tamburo n v A paranco v numero di giri al primo del tamburo n = 60 v A /( D ) rapporto di riduzione n /n M v =0,25 m/sec paranco: tiro invertito 4 carrucole v A =4 x 0,25 = 1 m/sec D =23 cm n = 60 x 1 / ( x 0,23) = 83 g/1 n M = 750 g/1 = 83/750 1/9 Argani L argano è l insieme di un tamburo di avvolgimento, della fune e di un sistema di rotazione del tamburo: argano a mano (manovella) o argano elettrico (motore e riduttore). Argani argano ELEVAORI Si tratta generalmente di apparecchi di modesta portata (inferiore a 250 kg); ne esistono due tipologie: a braccio girevole ed a braccio fisso. I primi, nelle versioni più piccole, possono essere sistemati nei montanti dei ponteggi, pur rispettando alcune precauzioni per via dell eccentricità dei carichi verticali trasferiti. Fra gli elevatori a braccio fisso, molto diffusi sono le cosiddette gruette a cavalletto. Per il dimensionamento del contrappeso di bilanciamento si può seguire il seguente schema:

10 P M m C b a momento ribaltante Mr Mr = x a momento stabilizzante Ms Ms = P x b + M x m Ms / Mr > 1,5 Si riportano di seguiti altre tipologie di elevatori nonché esempi di montacarichi. GRU GIREVOLI Alla categoria delle gru girevoli appartengono diverse tipologie di apparecchi di sollevamento: Gru a piattaforma rotante: su una piattaforma ruota l insieme della cabina di comando e degli argani; una struttura intelaiata a sbalzo funge da braccio della gru. Sono generalmente sistemi da stabilimenti, o da banchine portuali. Gru ad asse fisso (a questa categoria, con opportune variazioni rispetto allo schema rappresentato) appartiene la gru a torre. L asse verticale dell apparecchio resta fisso mentre ruota il braccio in sommità. Gru ad asse rotante (a questa categoria, con opportune variazioni rispetto allo schema rappresentato) appartiene la gru a montaggio rapido. La più diffusa delle gru girevoli, ad asse fisso, è la gru a torre (detta gru per l edilizia). GRU A ORRE Con tale apparecchio si realizzano i seguenti movimenti: sollevamento del carico; traslazione del carrello; rotazione del braccio;

11 spostamento della macchina. I componenti della istallazione sono: pilone freccia (o braccio) controfreccia ( o controbraccio) contrappeso Zavorra di base GRU A ORRE Componenti: f p Cb B Z P c g = pilone (torre) f = montante girevole B = freccia (braccio) Cb = controfreccia (controbraccio) p = contrappeso Z = zavorra P = piattaforma c = carrello g = bozzello mobile Alla estremità della contro freccia è alloggiato il contrappeso per l equilibratura del braccio (scarico): è costituito da pani di calcestruzzo o da cassoni riempiti di materiale grossolano. La zavorra di base invece serve ad equilibrare la gru quando solleva il carico. I limiti di impiego di una gru sono dettati da due condizioni estreme: lo sforzo massimo ammissibile nella fune di sollevamento ed il momento massimo ribaltante ammissibile per la stabilità. Mentre il primo limite pone una condizione soltanto al carico massimo max <, il secondo vincola questo alla distanza q fra lo stesso e il pilone. Volendo allora rappresentare in un grafico il carico massimo sollevabile in funzione della distanza dal pilone, si ottiene il diagramma di portata dell apparecchio. P= baricentro delle masse q A a Mr = q Ms = a P Ms = Mr c c= coeff. sic. = Ms/(q c) Diagramma di portata carico massimo sollevabile limite imposto da limite imposto da Mr Il carico A non può essere sollevato a qualsiasi distanza si trovi dall asse del pilone Il carico B, posto a distanza a può essere sollevato carico massimo sollevabile A B C A Il carico B, posto a distanza a e sollevato, può essere spostato a distanza b Il carico B, posto a distanza a e sollevato, non può essere spostato a distanza c Il carico C, posto a distanza c non può essere sollevato B B B C distanza dall asse del pilone a b c d distanza dall asse del pilone

12 Lavoro a due fili Lavoro a quattro fili Lavoro a due fili e a quattro fili limite imposto da per 4 fili carico massimo sollevabile limite imposto da per 2 fili distanza dall asse del pilone Con un sistema di taglie è possibile aumentare il carico massimo sollevabile lavorando a quattro fili (cioè funi di sollevamento) piuttosto che con due. Il montaggio di una gru avviene secondo le seguenti fasi: Si monta a terra la piattaforma della zavorra, una prima parte del pilone, sulla cui sommità si innesta (internamente o esternamente) la parte finale dello stesso, comprendente la parte girevole. Si collega l estremo interno del braccio con una cerniera a tale parte e lo si solleva tirando i cavi. Si monta il controbraccio con il contrappeso. Ricorrendo ad un martinetto, si solleva la parte superiore del pilone rispetto a quella inferiore e con il martinetto in pressione si montano gli elementi di struttura del pilone attorno alla zona così lasciata libera. Una volta resa solidale quest ultima parte al pilone fisso, si ripete più volte l operazione fino ad arrivare all altezza desiderata. Per sollevare gli elementi da assemblare può utilizzarsi la gru anche se parzialmente montata, utilizzando delle funi di sollevamento provvisorie, da sostituire a montaggio ultimato. A volte, per velocizzare la procedura, si ausilia l operazione con una autogru. Dispositivi di sicurezza. Indicatore di carico massimo. Lungo il braccio della gru devono essere esposti dei cartelli indicatori dei carichi massimi sollevabili alle relative distanze; naturalmente le dimensioni della segnaletica devono essere tali da essere interpretabili dall operatore posto nella posizione di comando. Limitatore di momento massimo. Il limitatore di momento massimo ha la funzione di impedire il funzionamento dell apparecchio laddove le condizioni operative sono al di fuori del campo di ammissibilità di impiego, per superamento del momento ribaltante massimo ammissibile. Pertanto, inibiscono l azione dell operatore se questa dovesse portare all uscita dal limite nella parte curvilinea del diagramma di portata. Il sistema di sicurezza deve quindi essere sensibile ai momenti che tendono ad inflettere la gru nella direzione del braccio; un dispositivo a tal fine idoneo è quello rappresentato in figura, che mostra come la curvatura del pilone, determinata da momenti eccessivi, fa inflettere una lamina che nella sua deformazione incontra due relè azionandoli. I due relè comandano l apertura del circuito elettrico di alimentazione del motore di sollevamento l uno e del motore di spostamento del carrello l altro. Limitatore di carico massimo

13 Il limitatore di carico massimo ha la funzione di impedire il funzionamento dell apparecchio laddove le condizioni operative sono al di fuori del campo di ammissibilità di impiego, per superamento del carico massimo ammissibile per la fune di sollevamento. Pertanto, inibiscono l azione dell operatore se questa dovesse portare all uscita dal limite nella parte rettilinea del diagramma di portata. Il sistema di sicurezza deve quindi essere sensibile alla tensione nella fune; un dispositivo a tal fine idoneo è quello rappresentato in figura, che mostra come la eccessiva tensione nella fune di sollevamento porterebbe l asta incernierata in K al contatto con un relè, azionandolo. Il relè comanda l apertura del circuito elettrico di alimentazione del motore di sollevamento; l uscita dal diagramma ammissibile, che si verifica per il tentativo dell operatore di sollevare il carico fuori portata, determina l arresto del motore di sollevamento impedendo l errata manovra. Il dispositivo entra in funzione anche se la velocità di sollevamento è eccessiva; con opportuna taratura si deve riuscire a porre un limite compatibile con le indicazioni normative. LIMIAORE DI MOMENO MASSIMO LIMIAORE DI CARICO MASSIMO Fine corsa del bozzello. Occorre evitare che l operatore, azionando il motore di sollevamento, avvolga troppa fune nel tamburo da portare il bozzello mobile a distanza ravvicinata con il bozzello fisso, correndo così il rischio di urti che farebbero oscillare il carico. Il sistema che impedisce tale operazione deve agire su un relè che comanda il circuito di alimentazione del motore di sollevamento. Ciò può essere ottenuto, ad esempio, con il dispositivo rappresentato in figura, ove una serie di ingranaggi fra ruote di diametro diverso trasforma i giri del tamburo in un unico giro di un eccentrico. uesto, completato la rotazione possibile, urta contro il comando del relè, azionandolo. Il dispositivo richiede un attenta taratura. Per evitare che il carrello di spostamento del carico, mosso dal relativo motore, possa uscire fuori le guide, nel braccio sono allestiti due blocchi metallici, che impediscono meccanicamente tali evenienze. FINE CORSA DEL BOZZELLO FINE CORSA DEL CARRELLO BLOCCO DEL CARRELLO

14 Naturalmente, occorre arrestare il carrello prima dell urto dello stesso sul blocco, perché l urto provocherebbe l oscillazione del carico. In opportuna posizione sono sistemate dei contatti, che azionati da una slitta aprono il circuito di alimentazione del carrello, impedendo di fatto ogni ulteriore tentativo dell operatore. Se dovesse rompersi la fune che comanda il movimento del carrello, ed il braccio fosse perfettamente orizzontale, l evento non provocherebbe situazioni di pericolo. Però il rilassamento della fune che sostiene l estremità libera del braccio potrebbe portare alla perdita dell orizzontalità dello stesso ed allora, nel caso prima citato, il carrello comincerebbe a viaggiare verso l estremità del braccio. Si tenga anche presente che, a volte, i montatori, tenendo in conto l inevitabile rilassamento della fune di sostegno, alzano la punta del braccio facendogli assumere una posizione inclinata nell altro senso, in attesa che con il successivo rilassamento si possa riguadagnare l orizzontalità. In questo caso il carrello tenderebbe a spostarsi verso il pilone. BLOCCO DEL CARRELLO Rottura della fune del carrello: il carrello tende a spostarsi verso la punta Circ.Min. 50/78: in alternativa fune del carrello coeff. sicur. 10; doppia fune del carrello coeff. sicur.6; blocco automatico e coeff. sicur.6 FINE CORSA DI ROAZIONE Per evitare attorcigliamenti dei cavi di alimentazione che attraversano la ralla In entrambe le evenienze si genera una situazione di pericolo; i provvedimenti da adottare sono in alternativa sopra richiamati; il terzo indicato consiste nell inserimento nel carrello di un asta, incernierata ad un estremità, che, se la fune di comando è in tensione, resta orizzontale. L allentamento della fune invece porterebbe l asta, per distribuzione del peso proprio, automaticamente ad assumere una posizione verticale, con la parte superiore che interferisce con le aste del traliccio metallico costituente il braccio. Si ottiene così l arresto del carrello, anche se attraverso un urto, il quale però avrebbe effetti non significativi perché si verificherebbe immediatamente, prima che il carrello assuma velocità pericolose. Fine corsa rotazione. Un fine corsa impedisce all operatore di ruotare il braccio sempre nello stesso senso, producendo l attorcigliamento di cavi che passano dal pilone fisso alla parte girevole. Fine corsa traslazione. Infine se l apparecchio è predisposto per lo spostamento su rotaie, occorre delimitarne il percorso con dei respingenti al termine del binario; inoltre ad una slitta, convenientemente allocata, si affida la funzione di azionare un relè che interrompe l alimentazione dei motori di avanzamento, prima che avvenga l urto della gru con i predetti respingenti. Gru a montaggio rapido. Si tratta di apparecchi concepiti per velocizzare le operazioni di montaggio e smontaggio, a scapito dell altezza e della portata.

15 Il braccio è sostenuto da una fune, che dopo un rinvio alla testa del pilone, è prolungata fino alla piattaforma di base, ove risiede il contrappeso-zavorra. Le figure seguenti illustrano le facilità di montaggio e trasporto. Allestimenti particolari Bracci d azione interferenti Limitazione di spostamento carrello e/o rotazione Bracci d azione interferenti Comunicazione fra gruisti Niente radiocomando Fuori servizio: la gru 2 deve sganciare carico e imbracatura ed alzare il gancio

16 Gru con braccio su via pubblica. Il pericolo non è tanto relativo al braccio della gru che invade spazi al di fuori dell area del cantiere, quanto al passaggio del carico sospeso su quelle aree, siano esse pubbliche o private. Mentre non esiste alcuna norma che vieta il passaggio del braccio della gru su aree esterne al cantiere, esistono articoli di Legge relativi alla prevenzione degli infortuni che vietano il passaggio dei carichi sospesi sopra i lavoratori e sopra i luoghi per i quali l eventuale caduta del carico può costituire pericolo (art. 675 Codice Penale). Art. 675 del Codice Penale. Chiunque, senza le debite cautele, pone o sospende cose, che, cadendo in un luogo di pubblico transito, o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, possano offendere o imbrattare o molestare persone, è punito con.. Le manovre per il sollevamento ed il sollevamento-trasporto dei carichi devono essere disposte in modo da evitare il passaggio dei carichi sospesi sopra i lavoratori e sopra i luoghi per i quali la eventuale caduta del carico può costituire pericolo (Limitatori di rotazione o di spostamento carrello). Eccezionalmente, qualora tale passaggio non si possa evitare, le manovre per il sollevamento ed il sollevamento-trasporto dei carichi devono essere tempestivamente preannunciate con apposite segnalazioni in modo da consentire, ove sia praticamente possibile, l'allontanamento delle persone che si trovino esposte al pericolo dell'eventuale caduta del carico. Riepilogo di obblighi nell uso delle gru. Prima installazione Denuncia ISPESL Modifiche dopo Verifica straordinaria omologazione dell ISPESL Verifiche periodiche Verifica annuale ASL (conservare in cantiere i verbali) (disponibilità in cantiere dei carichi e del personale) rasferimento ad altro Verifica ASL cantiere Passaggio laterale alle vie L>70 cm di corsa Vicinanza linee elettriche 5 metri Braccio della gru su area pubblica Funi Limitatore di momento Limitatore di carico Da evitare. ransennare e precludere passaggio pedonale e veicolare Verifica trimestrali Documentazione fune rilasciata dal venditore (r) Verificare l intervento per < max, sia agendo su che sulla distanza Verifica c.s.; verificare anche l intervento per velocità eccessiva Fine corsa sollevamento Fine corsa traslazione Fine corsa rotazione Blocco per interruzione di corrente Ganci Verificare l intervento quando: - bozzello a circa 1 m dal carrello - con fune svolta se restano meno di tre spire avvolte Intervento ad un metro dai respingenti Intervento quando il braccio effettua tre giri nello stesso senso Verifica di gradualità di arresto Regolamentari, con dispositivi di autochiusura Discesa del carico Gru fuori servizio Salita lungo la torre Percorso lungo la freccia Rumore Dispositivo che impedisce la discesa del carico a motore disinserito Rotazione libera Fune in tensione Scaletta interna Protezione contro la caduta dall alto, eventualmente con imbracatura Leq<80dBa

17 Altre tipologie di gru. DERRICK Si tratta generalmente di impianti fissi portuali a da stabilimento; su di una piattaforma girevole risiede un pilone verticale, trattenuta in posizione all estremità superiore da funi di sostegno ancorate, e da un braccio inclinato ed inclinabile per il sollevamento del carico. Le varie tipologie coprono una gamma di apparecchi di diversa portata, da poche centinaio di chili fino ad alcune tonnellate. BLONDENS Sono impianti destinati a servire zone strette e lunghe, come ad esempio l alveo di un fiume. Due piloni sostengono una fune portante sulla quale scorre un carrello sede della fune di sollevamento; in alcuni casi, per aumentare l area servita, uno dei due piloni può scorrere su rotaie. FALCONE Sono strutture di utilizzo presso impianti portuali o comunque di movimentazione di grossi carichi, ad esempio container, su una zona fissa: la figura ne illustra la architettura. GRU A PONE (CARRO PONE) E un impianto da stabilimento: il carrello che gestisce la fune di sollevamento scorre su una trave che poggia alle due estremità su due sostegni strutturali. Lo sviluppo in direzione longitudinale di tali sostegni laterali defini-scono l area rettangolare servita GRU A CAVALLEO

18 E simile alla precedente, con la differenza che i sostegni laterali sono sostituiti da cavalletti che scorrono, o su binario o comunque su una via precostituita: sono impianti generalmente da banchine portuali o da stabilimenti industriali. GRU A PORALE Anche questa è generalmente un impianto da banchina portuale; la figura al lato ne rappresenta lo schema. GRU MOBILI / AUOGRU Si tratta di apparecchiature che possono essere facilmente spostate se non addirittura montate su autoveicolo; ciò al fine di disporre di un mezzo che agevolmente può raggiungere il sito ove occorre svolgere l azione del sollevamento e che non richiede installazione. Naturalmente a tale vantaggio si accompagnano maggiori costi di gestione, per cui si ricorre ad esse solo per interventi puntuali e di breve durata. La versione più banale di autogru è un semplice autocarro con allestimento che prevede un braccio di sollevamento. Al fine di aumentare la stabilità laterale durante le operazioni di sollevamento, la macchina è dotata di bracci telescopici che ne allargano la base di appoggio. Esistono anche mezzi particolari, adatti per pesanti operazioni, e montati su macchine speciali.

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