L INIZIAZIONE CRISTIANA

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1 L INIZIAZIONE CRISTIANA 1 2. Orientamenti per l iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni Le caratteristiche metodologiche e le grandi scelte Il rituale in corso dell IC prevede una particolare modalità per i fanciulli in età di catechismo 1, che di per sé potrebbe bastare per ogni diocesi e parrocchia. Tuttavia prevede anche che il rito riceva «opportuni adattamenti e aggiunte da parte delle Conferenze episcopali per meglio rispondere alle necessità e ai caratteri della regione e alle esigenze pastorali» 2. Questa è la motivazione per cui la CEI è intervenuta con una nota pastorale concernente anche l IC dei fanciulli dai 7 ai 14 anni. Di per sé, come espresso nel titolo, si è di fronte a una nota pastorale e non a un libro rituale (che resta il RICA) o a un sussidio. Con ciò la nota sblocca un inerzia, orienta verso traguardi e traccia itinerari, ma in pratica manca di adattamenti e direttive precise che solo un sussidio può prevedere. Proprio per questo al Servizio Nazionale per il Catecumenato, in collaborazione con l Ufficio Catechistico Nazionale e l Ufficio Liturgico Nazionale ha predisposto un sussidio dettagliato per attuare in modo facile e ricco gli itinerari indicati. Il primo valore positivo del documento è di riconoscere, anche per i fanciulli dai 7 ai 14 anni, l esigenza di un itinerario ecclesiale di maturazione della fede in vista del loro inserimento nel mistero cristiano, sconfessando prassi pastorali affrettate. L affermazione fondamentale è che la chiesa fa appello all esigenza del tutto tradizionale di non dare i sacramenti, e il battesimo in specie, in modo indiscriminato. La richiesta dei genitori o il desiderio del fanciullo, unito al consenso dei genitori, sono la condizione necessaria, ma non sufficiente per accedere ai sacramenti. Da lì dovrebbe iniziare un itinerario progressivo e disteso nel tempo, grazie al quale si consolida nella vita del fanciullo, con la partecipazione dei genitori, la conoscenza dei misteri della fede e la pratica delle virtù cristiane, per un apertura incondizionata alla grazia sacramentale (n. 7). Ne segue la distinzione tra «l itinerario proprio dell IC per i fanciulli non ancora battezzati» e gli «itinerari che completano l IC dei fanciulli già battezzati» (n. 20), che dovrebbe troncare ogni equivoco pastorale di inserire i fanciulli non ancora battezzati semplicemente in quel che c è già. 1 RICA (Cap. V). 2 RICA 312.

2 2 Il secondo valore positivo del documento è la correttezza e la ricchezza con cui in certi passi si rielabora il concetto di catecumenato/iniziazione. Un esempio si ha al n. 2 con l elenco dei diversi elementi dell IC e quindi dell identità del cristiano; anzi, è da sottolineare che è esplicitato il riferimento allo Spirito disceso su Gesù nel Giordano come fondante la crismazione, ciò che nel RICA, al n. 34, è solo allusivo e implicito (o assente?). Altro caso è il suggestivo paragone tra la storia della salvezza collettiva e quella delle singole persone, entrambe culminanti nel mistero pasquale; l osservazione, non altrettanto esplicitata dal RICA, oltrepassa la prospettiva dell iniziazione dei fanciulli per portarsi sull iniziazione come tale: Dio ha attuato la salvezza del genere umano nella storia attraverso eventi successivi fino all evento ultimo e definitivo della Pasqua di Cristo. Similmente egli continua a operare a livello di ogni persona con interventi successivi fino a farla partecipe del mistero pasquale di Cristo e inserirla nel suo popolo (n. 21). Infine la nota - per quante determinazioni possa contenere - non è un ripiegamento sulla ritualità o su di una forma di catechesi minore, ma, come conclude la Premessa, esige «una conversione pastorale che dia il primato all evangelizzazione e all educazione della mentalità di fede», certo ricuperando le radici della tradizione cristiana, ma con un «impegno nuovo» che è «occasione di rinnovamento missionario di tutta la comunità». La traccia (positiva) del documento Si presuppone la conoscenza del documento, che qui verrà esposto indicandone le scansioni e le particolarità più significative. La nota consta di una introduzione e due capitoli. 1. L iniziazione dei ragazzi oggi in Italia (nn, 1-8) L analisi della situazione è condotta a partire da chi pone la domanda del battesimo, e cioè i genitori o lo stesso ragazzo. Dal punto di vista dei genitori abitualmente la situazione è più variegata e complessa, sia per la loro posizione matrimoniale, sia per il loro riferimento alla fede. Si prende atto che le motivazioni della richiesta possono essere varie e «fra loro mescolate» (n. 4): vanno dal cammino di fede dei genitori stessi, al desiderio di integrazione sociale in un ambiente per certi versi ancora socialmente cristiano sino - nei casi di adozione o di famiglie non cristiane di immigrati - a vedere nel battesimo «anche il valore di una definitiva introduzione nel contesto sociale e culturale della famiglia di adozione» (n. 5) o della nuova patria. L analisi e le proposte vanno nella direzione di favorire il dono di grazia evitando nel contempo forzature culturali. Rispetto alla storia precedente la situazione ha dei caratteri di novità derivanti dalla novità della secolarizzazione, del clima

3 3 postmoderno e del fenomeno migratorio. Non è invece nuovo nella storia cristiana il trovarsi a un punto di partenza dove le motivazioni più o meno pure si mescolano. Come un tempo, così oggi si tratta di purificare evangelizzando. Nel caso la richiesta parta dal ragazzo, ci si domanda, ammessa l azione dello Spirito, che cosa può averla provocata. Si risponde descrivendo in pratica le attività e quindi la visibilità di una parrocchia o in senso lato di una comunità cristiana (n. 6). Il presupposto non detto, ma che è bene porre in rilievo, è che la comunità cristiana come tale ha un aspetto irradiante e missionario nella sua ordinarietà, capace di generare nuove richieste di appartenenza anche senza annunci espliciti o spettacolari. Notiamo ancora che tra i fattori inducenti alla richiesta di aggregazione la liturgia è giustamente nominata quasi di sfuggita - i non cristiani non dovrebbero parteciparvi -, mentre nella precedente nota si insisteva di più osservando che occasioni di ricerca e di domanda possono nascere, tra l altro, «dalla partecipazione a una celebrazione liturgica particolarmente coinvolgente» L iniziazione dei ragazzi ieri e oggi (nn. 9-20) Nonostante il titolo, si parla più di ieri che di oggi ed è il capitolo storico sempre più frequente in un certo tipo di documenti dell episcopato italiano. Resta ovvio che la brevità del testo non può ricostruire la storia in dettaglio, mentre presenta con buona chiarezza le soluzioni che storicamente furono date al problema. Queste sono: il battesimo dei bambini con tutta la famiglia e la conseguente formazione cristiana in essa (Nuovo Testamento); un segno iniziale di appartenenza e «un educazione religiosa, soprattutto familiare, nell infanzia e fino alla preadolescenza, rinviando la decisione per il battesimo all età più matura» (n. 11), oppure l iniziazione da bambini e l educazione cristiana in famiglia (periodo patristico); il battesimo dei bambini e il sorgere di istituzioni pastorali che si affiancano alla famiglia per proseguire la formazione postbattesimale come le scuole monastiche o il catechismo parrocchiale (Medioevo e periodo moderno); la svolta degli inizi del XX secolo quando, anticipando il tempo della prima comunione, «la formazione cristiana dei fanciulli si concentra sulla preparazione alla messa di prima comunione, fatta precedere dalla prima confessione e, a volte, dalla confermazione» (n. 16). Sino qui la trattazione sullo ieri. L oggi è considerato soprattutto esponendo il nuovo senso di iniziazione cristiana scaturito dal concilio e dal postconcilio e dalla constatazione che i volumi dei catechismi CEI vi si sono adeguati (discutibile tesi). 3 CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE DELLA CEI, Nota pastorale L iniziazione cristiana. 1. Orientamenti per il catecumenato degli adulti (30 marzo 1997), n. 4.

4 3. L itinerario dell iniziazione dei ragazzi ieri e oggi (nn ) 4 È la parte più organica e sviluppata. Un primo argomento è il soggetto personale dell itinerario e al riguardo è ben esposto il rapporto tra l azione dello Spirito Santo e la responsabilità personale (nn ). Un secondo argomento è il soggetto comunitario entro cui l itinerario avviene, che è la chiesa, la quale si concretizza nella famiglia, nella comunità locale e nel gruppo in cui il fanciullo catecumeno va inserito. Al riguardo «la scelta può cadere su un gruppo catechistico esistente o su un altro appositamente formato», ma quale che sia il gruppo, «esso deve, per il fine che si propone, assumere una fisionomia particolare, essere cioè un gruppo ben caratterizzato ecclesialmente, accogliente, catecumenale, esperienziale» (n. 27); sarà inoltre un gruppo «non molto numeroso» in cui «non dovranno mancare i genitori e gli accompagnatori» (n. 40). Un terzo argomento sono gli elementi comuni a ogni itinerario. Si precisa che la finalità dell annuncio non è tanto di trasmettere nozioni morali e comportamentali, ma di fare incontrare il Cristo vivo e la comunità della chiesa (n. 31). La celebrazione in forme sempre più intense «accompagna tutto l itinerario» (n. 36; cfr. anche n. 45) e per narrare la storia di Gesù in modo coinvolgente «l anno liturgico risulta di fatto il contesto più opportuno», anzi, «soltanto successivamente sarà possibile organizzare l annuncio attorno ad alcune verità fondamentali contenute nel Credo» (n. 32). Un quarto argomento molto esteso sono i tempi e le tappe secondo le indicazioni del RICA. Presupponendole, ci si limiterà a rilevare alcune osservazioni più tipiche della nota italiana: - «l ammissione al catecumenato è legata al momento in cui il fanciullo è capace di decidersi in rapporto a Gesù Cristo. Perciò la celebrazione non deve essere fatta troppo presto» (n. 40); - si opta per un vero itinerario che possa svolgersi «senza essere condizionato da una data fissata precedentemente» (n. 47; cfr. anche n. 27), poiché il cammino deve corrispondere realmente al progresso nella fede del fanciullo e del gruppo» (n. 50): indicazioni quanto mai coraggiose che contestano una certa routine pastorale; - il tempo della mistagogia è previsto per un anno (nn. 56 e 48) e in esso si avviera nno i ragazzi al sacramento della penitenza (n. 49); - la catechesi catecumenale avviene «secondo il metodo della traditio-redditio» (n. 41), prima accennata (n. 18) e poi ampliata con la consegna della domenica e del catechismo (n. 49); - in pratica si propone un itinerario di quattro anni insieme a un gruppo di coetanei già battezzati: «Intorno agli undici anni, possibilmente nella veglia pasquale, i catecumeni celebrano i

5 5 tre sacramenti dell IC, mentre i coetanei già battezzati celebrano la confermazione e la prima eucaristia ( RICA n. 310)»; sarebbe stato auspicabile un più forte coinvolgimento della nota nel proporre come tipico questo schema, che tra l altro avrebbe avviato la prassi di celebrare nella giusta successione battesimo/cresima/eucaristia anche per i ragazzi già battezzati, ma ciò non era possibile per l infelice n. 55; - infine è notevole l attenzione ai fanciulli e ragazzi disabili (nn. 58s.). Le perplessità Il punto più negativo di tutta la nota è il n. 55 che adatta ai ragazzi catecumeni il percorso iniziatico «in linea con la prassi pastorale attualmente in uso in Italia» mantenendo così modificato l ordine tradizionale dei sacramenti dell iniziazione: i ragazzi catecumeni ricevono il battesimo e l eucaristia quando i loro coetanei sono ammessi alla prima comunione, poi tutti insieme dopo circa due anni riceveranno la confermazione. Una scelta del genere è in contrasto con la lettera e lo spirito di tutta la nota nella quale l ordine di enunciazione dei tre sacramenti è sempre quello corretto e tradizionale, anche quando, presupponendo il battesimo, si citano solo i due restanti 4 ; anzi, troviamo scritto che «il battesimo è per sua natura ordinato al completamento crismale e alla pienezza sacramentale che si raggiunge con la partecipazione all eucaristia» (n. 58). A questo punto con quale buon gusto il n. 55 può accantonare parole cosi solenni in nome di una «prassi pastorale attualmente in uso in Italia»? Se poi si suppone che i redattori non fossero schizofrenici, il n. 55 si spiega solo con l intervento di una mano esterna, estranea e teologicamente sprovveduta. Il rapporto tra gli attuali catechismi e il processo iniziatico sembra descritto in termini troppo ottimistici e quindi sostanzialmente non veri (nn. 19 e 34). Va ammesso che i catechismi, il loro contenuto e la loro ispirazione nascono con la sequenza battesimo/eucaristia/cresima, per cui il loro uso ai fini della sequenza battesimo/cresima/eucaristia esige non solo lo spostamento, ma la revisione di alcune parti. Lascia perplessi l ampliamento delle consegne intese come metodo globale di catechesi. Anzitutto, se vengono aumentate rischiano di perdere di importanza. Poi, cosi aumentate, hanno il vago sapore di creazioni a tavolino. Sembrano anche rispondere a una eccessiva fanciullizzazione dell itinerario che privilegia troppo la realtà adattata ai bambini invece di proporre loro, con opportuna presentazione, la realtà degli adulti perché tendano verso di essa e crescano. Forse sarebbe meglio limitare le consegne a quanto va detto, letto, imparato e ripetuto, come le Scritture, la formula della fede e della preghiera. Anche sant Agostino ha presente questo aspetto delle consegne 4 Cfr. nn. 2, 7, 12, 18s., 27, 34, 38, 46-48, 53s, 58.

6 6 legato all apprendimento e alla pubblica pronuncia di una formula. Ma che senso ha consegnare la domenica o ancor più il catechismo? Un anno di mistagogia sembra un tempo troppo protratto e approfittare di questo tempo per avviare al sacramento della penitenza non sembra del tutto corretto e nello spirito della mistagogia stessa: il cristiano, e in specie il rinato da poco, non pecca (1 Gv 3,6-9; 5,18)! Tutto sarebbe più normale con il tradizionale tempo della mistagogia, dopo il quale prevedere la catechesi sul sacramento della penitenza e secondo i casi l avvio ad esso.