PROVINCIA DE CASTEDDU RASSEGNA STAMPA SETTEMBRE

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1 PROVINCIA DI CAGLIARI PROVINCIA DE CASTEDDU RASSEGNA STAMPA SETTEMBRE Taccuino avvenimenti Pag. 2 Provincia di Cagliari Pag. 3 ups Pag. 10 Cronaca e politica regionale Pag. 11 Scuola Pag. 28 La rassegna stampa è stata ultimata alle ore

2 ANSA TACCUINO AVVENIMENTI DI OGGI - CAGLIARI - Sede presidenza Regione, Villa Devoto - ore 9 - Vertenza Alcoa: vertice su problema infrastrutture con Glencore, Provincia e Regione. - PORTOVESME - Sala riunioni Alcoa - ore Riunione coordinamento dei delegati sindacali della Rsu diretti, delle imprese d'appalto, e i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm per vertenza Alcoa. - ISILI - Piazza San Giuseppe - ore Giornata di incontro e confronto del Comitato Nessuno a casa che chiede una legge che stabilizzi i lavoratori che gestiscono musei, siti archeologici e ambientali, biblioteche e archivi. - CAGLIARI - Piazza Carmine - ore 10 - Manifestazione protesta con corteo, Settore Comunicazioni, nell'ambito dello sciopero nazionale. - CAGLIARI - Anci, viale Trieste 6, 4/o piano - ore Conferenza stampa del presidente di Anci Sardegna, per illustrare l'accordo raggiunto con la Regione sul Patto di stabilità 2012 e le iniziative di protesta che saranno organizzate in seguito ai tagli ai trasferimenti erariali. - ORISTANO - Camera Commercio, via Carducci 23/25 - ore Conferenza stampa di presentazione delle prossime due tappe del cartellone di Sardegnacavalli, la rassegna promossa dalla Camera di commercio di Oristano col concorso di enti e associazioni. - CAGLIARI - Sede presidenza Regione, Villa Devoto - ore Presidente Cappellacci e assessore dell'industria Zedda presentano Progetto pilota Solare Termodinamico per la produzione e accumulo di energia distribuita su scala regionale. - SORGONO - Sala consiliare del Comune - ore 11 - Incontro promosso dalla Cisl, settori scuola e funzione pubblica contro i tagli previsti dal Governo. - OLBIA - sala riunioni del palazzo della Provincia - ore 11 - Conferenza stampa di presentazione del progetto "Tra il sacro e il profano", due giornate di iniziative associate ai festeggiamenti previsti nella Chiesetta di Santa Mariedda, il 22 e il 23 settembre. - CAGLIARI - Viale Regina Margherita 6 - ore Manifestazione e assemblea lavoratori comparto scuola nel primo giorno ufficiale di lezioni in Sardegna, davanti l' Ufficio scolastico regionale. - CAGLIARI - ex cappella Provincia, v. G.Guglielmo - ore Riunione del Consiglio provinciale. - LACONI - Comune - ore Incontro pubblico organizzato dall'assessore all'ambiente della Provincia di Oristano, Emanuele Cera, sul bando per la concessione dei contributi per lo smaltimento e la bonifica dell'amianto. - SASSARI - Biblioteca comunale, piazza Tola - ore 18 - Presentazione del romanzo di Vindice Lecis "Buiakesos, le guardie del Giudice". - STINTINO - ore 18 - Cominciano festeggiamenti in onore del patrono di Pozzo San Nicola. (Fino al 23/9). - CAGLIARI - Sede presidenza Regione, Villa Devoto - ore Vertenza Alcoa: il presidente Cappellacci incontra i rappresentanti della Kit Gen di Torino, l'ultima azienda ad essersi affacciata al negoziato con una proposta innovativa basata sull'eolico. (ANSA). 2

3 ANSA PROVINCE: CAGLIARI; ULIVO PACE PER PALESTINA A MONTE CLARO CAGLIARI (ANSA) - CAGLIARI, 14 SET - Per non dimenticare le stragi di Sabra e Chatila, i due campi di rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut, in Libano, dove, nel settembre 1982, furono uccisi centinaia di arabi palestinesi da milizie cristiane libanesi, domani, sarà piantato un ulivo nel parco provinciale di Monte Claro, a Cagliari. L'iniziativa è promossa dalla Provincia di Cagliari e dall'associazione Amicizia Sardegna-Palestina. L'albero, a trent'anni dal massacro, sarà posto, alla presenza della presidente della Provincia, Angela Quaquero, nell'area dedicata alla memoria e alla legalità, a poca distanza rispetto agli ulivi già piantati in ricordo di Emanuela Loi, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Peppino Impastato. (ANSA). 3

4 UNIONE SARDA pag. 17 sabato 15 settembre La vega Monte Claro, ulivi in ricordo di Sabra e Chatila Un ulivo per non dimenticare Sabra e Chatila. Stamattina alle 12 a Monte Claro sarà piantato un ulivo per tenere vivo il ricordo delle stragi di Sabra e Chatila, i campi di rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut, dove nel settembre 1982 furono uccisi centinaia di palestinesi da milizie libanesi. L'iniziativa è della Provincia insieme all'associazione "Amicizia Sardegna-Palestina". L'albero sarà piantato nell'area del parco dedicata alla legalità, vicino agli ulivi per Emanuela Loi, Falcone, Borsellino e Impastato. (p.l.) 4

5 ANSA PROVINCE:CAGLIARI; ULIVO PER NON DIMENTICARE SABRA E CHATILA PIANTATO QUESTA MATTINA NEL PARCO DI MONTE CLARO CAGLIARI (ANSA) - CAGLIARI, 15 SET - Un ulivo è stato piantato questa mattina nel parco provinciale di Monte Claro, a Cagliari, per non dimenticare le stragi di Sabra e Chatila, i due campi di rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut, in Libano, dove, nel settembre 1982, furono uccisi centinaia di arabi palestinesi da milizie cristiane libanesi. L'albero e la targa commemorativa, a trent'anni dal massacro, sono stati posti nell'area dedicata alla memoria e alla legalità, a poca distanza rispetto agli ulivi già piantati in ricordo di Emanuela Loi, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Peppino Impastato. "Non dimenticare - ha detto Angela Quaquero, presidente della Provincia di Cagliari che ha promosso l'iniziativa assieme all'associazione Amicizia Sardegna Palestina - significa rinnovare l'impegno e dare un piccolo contributo perché quella terra, sacra e importante per tanti popoli, diventi un luogo di incontro e di pace. La Provincia da tempo porta avanti un'importante attività di cooperazione con la Palestina". "A distanza di 30 anni dall'eccidio - ha aggiunto Ismail Fawzi, presidente dell'associazione - non c'é stato nessun processo e non è stata istituita nessuna commissione nazionale o internazionale". L'impegno concreto della Provincia nel portare avanti valori di pace e condivisione è stato rilanciato anche dal presidente del Consiglio provinciale, Roberto Pili, e dalla presidente della Commissione Pari opportunità, Mariangela Pedditzi. (ANSA). 5

6 AGI PROVINCIA CAGLIARI: ULIVO A M.CLARO PER RICORDARE SABRA E CHATILA (AGI) - Cagliari, 15 set. - Un ulivo e' stato piantato, questa mattina nel parco provinciale di Monte Claro, a Cagliari, per non dimenticare la strage di Sabra e Chatila, i due campi di rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut, in Libano, dove, nel settembre 1982, furono uccisi centinaia di palestinesi dalle milizie cristiane libanesi. L'albero e la targa commemorativa, a trent'anni dal massacro, sono stati posti nell'area dedicata alla memoria e alla legalita', a poca distanza rispetto agli ulivi gia' piantati in ricordo di Emanuela Loi, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Peppino Impastato. Non dimenticare - ha detto Angela Quaquero, presidente della Provincia di Cagliari che ha promosso l'iniziativa assieme all'associazione "Amicizia Sardegna Palestina - significa rinnovare l'impegno e dare un piccolo contributo perche' quella terra, sacra e importante per tanti popoli, diventi un luogo di incontro e di pace. La Provincia, da tempo - ha aggiunto - porta avanti un'importante attivita' di cooperazione con la Palestina". "A distanza di 30 anni dall'eccidio - ha aggiunto Ismail Fawzi, presidente dell'associazione - non c'e' stato nessun processo e non e' stata istituita nessuna commissione nazionale o internazionale". L'impegno concreto della Provincia nel portare avanti valori di pace e condivisione e' stato rilanciato anche dal presidente del consiglio provinciale, Roberto Pili, e dalla presidente della commissione Pari opportunita', Mariangela Pedditzi. (AGI) Sol 6

7 SARDEGNA OGGI Comitato scientifico longevità: anche pet therapy migliora qualità vita anziani Proseguono e si arricchiscono di nuovi tasselli i lavori del Comitato scientifico della Comunità della longevità, network internazionale creato nel 2010 di cui fanno parte le Province sarde di Cagliari e dell'ogliastra, alcune Regioni coreane e la Regione di Okinawa in Giappone, tutte riconosciute come aree della longevità. CAGLIARI - Nell'ultima riunione, coordinata dal presidente del consiglio provinciale di Cagliari, Roberto Pili, è emerso il ruolo che la pet therapy, basata sull'interazione uomo animale, può avere su pazienti anziani affetti da diverse patologie. "Gli animali ha spiegato Cinzia Pasini, veterinaria e specializzanda in pet therapy sono uno stimolo importante, spesso fondamentale, per gli anziani che devono intraprendere un'attività riabilitativa. L'assistenza agli anziani ha detto Pili ha bisogno di un approccio multidisciplinare, di un impegno scientifico culturale, ma anche istituzionale per sensibilizzare l'opinione pubblica sul ruolo sociale che possono avere. Dobbiamo iniziare a considerarli una risorsa, consci del fatto che un anziano che vive meglio e più a lungo grava meno sul sistema sanitario. Ricordando che il 2012 è stato proclamato anno europeo dell'invecchiamento attivo, Pili ha rilevato che in Sardegna, già dal 2030 le persone in età lavorativa potrebbero esser meno delle persone anziane e ultra-anziane, molto prima del 2060, anno in cui in base al 3 report demografico pubblicato dalla Commissione Europea nel 2011, la percentuale della popolazione europea oltre i 65 anni arriverà al 30%. A Cagliari si registra in diversi quartieri un rapporto tra anziani e persone in età lavorativa anche di 3 a 1. Sottolineando l'opportunità d calendarizzare e rendere periodici i lavori del Comitato, Pili ha anche manifestato l'intenzione di coinvolgere nel progetto i circoli sardi in Europa per valutare la longevità dei sardi in ambienti e stili di vita diversi. Tra i vari spunti emersi nel dibattito, Donatella Petretto, presidente della sezione di Cagliari dell'associazione italiana dislessia, ha rilevato che il bilinguismo, anche per gli anziani, può essere una protezione rispetto rispetto a gravi patologie come la degenerazione cognitiva. Sul piano più propriamente operativo, Gian Mario Migliaccio, ha fatto sapere che il Coni, di cui è responsabile scientifico, è pronto a partire con il progetto Achent'annos in salude, che coinvolgerà, in una prima fase, un centinaio di anziani per 12 settimane. L'obiettivo ha detto è dimostrare che la popolazione oltre i 65 anni che sceglie di effettuare attività motoria trae evidenti benefici. Ultimo aggiornamento: :38 7

8 CAASTEDDU ONLINE Litoranea sporca, il sindaco di Villasimius attacca: "Strada del tutto abbandonata dalla Provincia" 15/09/ :46di Giulia Erdas Tore Sanna, sindaco di Villasimius, a quella litoranea ci tiene davvero. Ne ha fatto una battaglia politica, per questo risponde alle polemiche di questi giorni spioegando di chi sono le "vere" colpe : "Da anni, in solitario, combatto una strenua, inutile battaglia per la S.P. 17- scrive Sanna in una lettera alla Nuova associazione Torre delle Stelle- strada sciagurata, di incredibile bellezza, e totalmente abbandonata dalla Provincia proprietaria che ormai, da tempo, non esegue più neanche la minima indispensabile manutenzione relativa alla sicurezza (banchine, rifiuti, sfalci, potatura degli alberi che ormai invadono la carreggiata, segnaletica orizzontale e verticale, guard raill, ecc.). Naturalmente il tutto accompagnato da una assoluta mancanza di controlli che presuppongono un abbandono unilaterale, da parte della Provincia proprietaria e responsabile, di questa arteria che, nel caso del mio Comune, è l unica strada di comunicazione diretta con Cagliari e la sua conurbazione. Presumibilmente essa Provincia ritiene che in questo modo i Comuni frontisti interessati finiscano con l arrendersi e provvedano da soli a effettuare gli interventi necessari. Che dire? Lo spettacolo desolante, triste e squallido è sotto gli occhi di tutti. Solo il mio Comune, da anni, ripulisce quasi quotidianamente la strada e le cunette dai rifiuti sino a Solanas, e sino a Castiadas. Ma tutto questo è inutile perché la totale incuria e abbandono di Provincia, Quartu, Mara e Sinnai rendono financo grottesco il nostro intervento perché la strada, conosciuta come la strada di Villasimius, è una discarica a cielo aperto sino a Solanas e poco rileva che da Solanas in poi sia pulita: si dice il letamaio della strada di Villasimius implicitamente attribuendo a noi responsabilità precise che appartengono ad altri. Io, noi ci siamo stancati! Per questo la diffido formalmente dal citarci insieme ad altri che non adempiono al loro dovere! Richiamate loro e tutti quegli enti e/o istituzioni che fanno finta di non vedere e in tutti i casi se ne lavano le mani. Quest anno il mio Comune ha rischiato di perdere le 5 vele del Touring club per via dei rifiuti di un tratto di SP 17 che non ci appartiene!!!!! Ma essendo la strada di Villasimius..Ora la soluzione è semplice: ognuno pulisca casa propria! Lo so bene: non ci sono soldi! D accordo allora o la Provincia rinuncia,assieme alla strada, anche a una parte dei soldi che incassa con le percentuali sulle assicurazioni auto e fa le pulizie e le manutenzioni come dovrebbe, o quelle risorse le gira ai comuni che se ne occupano direttamente! Ora siccome ritengo che niente di tutto questo avverrà e continueremo a percorrere la SP 17 in mezzo a cumuli sempre più alti di rifiuti, che almeno si specifichi chi fa e chi non fa il proprio dovere con sacrificio e senso di responsabilità! Salvatore Sanna Sindaco di Villasimius". giulia.erdas@castedduonline.it 8

9 UNIONE SARDA pag. 39 domenica 16 settembre Sinnai Troppe blatte, in campo il servizio antinsetti Continua la lotta alle blatte a Sinnai. Domani l'operazione di disinfestazione sarà effettuata nelle vie Firenze, Concas, Lussu, Veneto, Forreddu ed Einstein. L'operazione, portata avanti dal Centro antinsetti della Provincia, scatterà alle 8. Ovviamente le strade interessate saranno chiuse al traffico sino alla conclusione dell'intervento. Gli infissi esterni dovranno essere tenuti chiusi durante la disinfestazione e per almeno un'ora dopo l'ultimazione dell'intervento. È anche fatto divieto di transito e stazionamento di persone e animali nell'area interessata durante il trattamento e nei 15 minuti successivi. L'ufficio tecnico comunale dovrà garantire la presenza del personale necessario per l'apertura dei pozzetti fognari e alla messa in opera della specifica segnaletica. (ant.ser.) 9

10 ANSA SCUOLA: UPS, PAGARE I CONTRIBUTI ALLE SCUOLE MATERNE NUORO (ANSA) - NUORO, 14 SET - L'Unione della Province Sarde invita la Regione ad erogare immediatamente le annualità 2010 e 2011 dei contributi destinati alle scuole materne non statali della Sardegna indipendentemente dal fatto che la competenza relativa alla gestione dei fondi sia della Province o della Regione, dal momento che si tratta di soldi pubblici con assegnazione precisa e che i conflitti di competenza non devono danneggiare i destinatari dei contributi stessi. "Per le scuole non ricevere i soldi - ha sottolineato l'unione - crea gravi conseguenza per la sopravvivenza delle stesse, per l erogazione dei servizi e per il pagamento degli stipendi degli insegnanti e del personale impiegato". L Ups rinnovando l'invito ad erogare i finanziamenti ribadisce la propria intenzione di far valere i diritti, circa l attribuzione alle Province della competenza relativa alla gestione dei fondi alle scuole materne non statali, nelle sedi opportune. (ANSA). 10

11 UNIONE SARDA pag. 6 sabato 15 settembre Battezzato ieri a Tramatza un movimento che unisce, tra gli altri, Irs, Sni, La base e pastori In campo i nuovi rivoluzionari Sale: «La vecchia politica farà i conti con noi, valiamo il 15%» «Fuori tutti» che per i «rivoluzionari» sta all'urlo «disposti a tutto» dei lavoratori Alcoa. Stessa rabbia, stessa voglia di spaccare il mondo e prima di tutto, per i «rivoluzionari» senza armi, mandare a casa i politici di oggi insieme alla politica di sempre. A Tramatza si sono ritrovati in quattrocento, pastori, sindacalisti sparsi, politici borderline della politica, commercianti, artigiani, quelli di Sardigna Natzione e Irs con in testa Bustianu Cumpostu e Gavino Sale, movimenti indipendentisti vari, associazioni di non allineati, gli attendati fissi di viale Trento. Osservatori attenti, gli avvocati Elias Vacca e Patrizio Rovelli. Celebrano il battesimo della nuova creatura movimentista: la Consulta rivoluzionaria che punta a far fuori senza botte di testa ma a colpi di protesta e di voti chi «ha distrutto la Sardegna» come ripetono in coro pastori e artigiani neri di rabbia e rossi di finanze. Rivoluzione democratica sotto l'arcobaleno dell'autonomia e dell'indipendentismo. Di sardismo dal sapore antico.grande COALIZIONE Per qualcuno un sogno che diventa realtà. Ciascuno col suo passato e la sua storia ma tutti disposti a fare un passo indietro per farne tre avanti come hanno sottolineato con forza Gavino Sale, Bustianu Cumpostu, Stefano Arbau e Felice Floris per Sardigna Natzione, Irs, La base e Movimento pastori anche se con qualche sottolineatura. Tracciare il passaggio dalla «protesta alla proposta», che chiuda con il tempo delle sortite sulla Carlo Felice per far posto a quello della grande coalizione capace di spalancare le porte della Regione. Che allontani una classe politica e ne chiami una nuova: quella «rivoluzionaria», compattata attorno a un blocco sociale che, a detta di Gavino Sale «vale il 15 per cento dell'elettorato». «Con questa nuova forza non politica ma movimentista», dice Sale, «la vecchia politica dovrà fare i conti. Adesso i sardi devono decidere di decidere, il tempo è scaduto per tutti». LA RIVOLUZIONE A Bustianu Cumpostu l'aggettivo «rivoluzionaria» non garba granché, «forse va cambiato ma di sicuro vanno cambiati tutti i politici perché non è possibile che esistano partiti che non vogliono la prosperità della Sardegna». Ma cambiare come? La risposta è pressoché unanime, da Cumpostu e Sale, da Floris e Arbau passando per Ivan Garau, presidente del Movimento artigiani sardi. Intanto mobilitando la gente, girando paese per paese per spiegare, presentare proposte e progetti. Gavino Sale ne ha anticipato tre tutte imperniati sulla sovranità, passaggio di qualità dall'autonomia ormai morta e sepolta: sovranità fiscale, energetica e agroalimentare. PASSAGGIO STORICO Per Felice Floris la consulta rappresenta qualcosa di storico, senza precedenti per portata e idee. «È l'aggregazione di tutti quelli che amano la Sardegna, lavorano e producono. Di chi rispedisce al mittente la vecchia politica e scrive una pagina nuova». Alla prima uscita, entro il 15 ottobre a Cagliari, annunciano che saranno in cinquantamila per assediare il Consiglio regionale. Sarà «una sollevazione popolare democratica» al grido «tutti a casa». Piovono gli applausi, gli stessi che rinforzano la rabbia di Andrea Impera quando pretende la zona franca vista bene da Angela Merkel ma non dalla Regione e quella non meno nascosta di Ivan Garau quando ricorda che oltre Alcoa, Carbosulcis, «esistono anche i poveracci delle partite Iva braccati da Equitalia». Per Efisio Arbau «i politici di oggi sono fuori. La consulta invece avanza, si fa squadra e sarà presto pronta a dare vita a una battaglia durissima». ZUNCHEDDU CONTESTATA Claudia Zuncheddu, unica consigliere regionale presente, parla di «una Sardegna isolata, che ha di fronte non tante singole vertenze ma la sua vertenza, unica e drammatica». In sala c'è chi la contesta e Felice Floris allora ricorda che «il problema è stare in questo consiglio regionale.chi ci sta o c'è stato non può essere all'interno della consulta perché resta comunque macchiato da una certa politica». Quella iniziata a Tramatza è un'altra storia. Antonio Masala 11

12 NUOVA pag. sabato 15 settembre Sardisti, sovranità al primo posto Congresso regionale il 25 ottobre. Maninchedda: «È tempo di fare scelte chiare» Silvano Moffa, presidente della commissione Lavoro della Camera presenterà questo pomeriggio a Cagliari (all hotel Sardegna), il movimento «Azione Popolare». Moffa spiegherà quali sono gli obiettivi programmatici del nuovo movimento e, assieme al coordinatore regionale, Michele Di Cristo, annuncerà anche il posizionamento di Azione Popolare nello scacchiere politico regionale e nazionale. Moffa e Di Cristo puntano su una classe dirigente completamente nuova rispetto a quella dell attuale centrodestra. CAGLIARI Sardisti riuniti oggi a Dorgali per il congresso provinciale, con uno sguardo verso l assise regionale la cui data è stata già fissata per il prossimo 25 ottobre. Congressi determinanti visto il ruolo assunto dal Psd Az negli ultimi mesi con lo strappo in maggioranza. «Si parlerà di tutto», afferma Paolo Maninchedda, «e si faranno scelte perché o si intraprende una strada coraggiosa, chiara, priva di equivoci o il congresso sarà un danno piuttosto che un vantaggio per il partito». Tra i temi in discussione c è la proposta sulla sovranità e l indipendenza della Sardegna, l unica strada possibile secondo Maninchedda. La tesi è che l autonomia non sia tale ma sia solo una delega data allo Stato. La questione della sovranità, a questo punto, dovrebbe essere posta sul tavolo delle cancellerie europee. Così come sta cercando di fare la Catalogna, decisa a staccarsi da Madrid. La questione del rapporto della Sardegna con lo Stato è stata al centro di una contrapposizione tra i sardisti e la maggioranza di centrodestra. Tanto da arrivare a una sorta di ultimatum da parte del Psd Az che accusa la giunta Cappellacci di non attuare l autonomia di cui gode la Regione, subendo le decisioni del governo nazionale. Il prelievo fiscale e il sistema tariffario è una delle tesi sardiste hanno impedito i processi di accumulazione di capitale di cui la Sardegna avrebbe bisogno e quindi l isola deve disporre di un fisco tutto suo. Poi, in campo economico, le richieste avanzate da decenni come la piena attuazione delle zone franche, che deve andare verso i decreti attuativi. Ma in discussione, sempre sul versante del sistema economico, c è anche il ruolo degli oligopoli in settori vitali come l energia. «Sono determinato a che si faccia chiarezza sulla nostra posizione politica per il futuro della Sardegna afferma Paolo Maninchedda dobbiamo usare parole forti, non sono interessato a un congressso dell acqua fresca, del tirare a campare. Non sono interessato a un congresso rituale ma a posizioni politiche che siano originali e forti». (a.f). RIPRODUZIONE RISERVATA 12

13 UNIONE SARDA pag. 3 domenica 16 settembre Entrate, milioni per l'isola «Ma resta il patto di stabilità» Annuncio di Calvisi (Pd). Cappellacci: si sapeva, merito della Giunta Sei anni. Passati a tenere in mano il biglietto vincente di una lotteria beffarda, perché nessuno pagava mai. È del settembre 2006 l'accordo Stato-Regione sulle nuove entrate fiscali, che doveva portare alla Sardegna benefici rimasti però, finora, in gran parte virtuali. Stavolta invece, se l'ottimismo non si rivelerà prematuro, i soldi ci sono davvero. LA SVOLTA Arriveranno con l'assestamento del bilancio statale. Il disegno di legge del governo, già approvato in commissione alla Camera, aumenta i fondi per la Sardegna di un miliardo e 383 milioni di euro, per coprire i mancati trasferimenti dal 2010 (anno in cui dovevano entrare a regime i nuovi gettiti) a oggi. L'approvazione definitiva dell'assestamento dovrebbe arrivare proprio attorno al compimento dei sei anni dall'accordo. Era il 29 settembre: giorno del compleanno di Berlusconi e Bersani, però a Palazzo Chigi c'era Romano Prodi, mentre il governatore era Renato Soru. Dopodiché è successo di tutto, e sembrava - complice la crisi - che le nuove entrate non dovessero arrivare più. VERIFICHE È Giulio Calvisi, deputato del Pd, a rivelare la novità. Ai tempi dell'intesa Prodi-Soru era il segretario regionale dei Ds. Oggi, alla Camera, è relatore della legge di assestamento: già a fine luglio ha letto il testo col nuovo stanziamento, «ma di per sé poteva non significare niente», dice Calvisi ai giornalisti, convocati a Cagliari per l'annuncio. «Verificando col governo e la Ragioneria generale, ho appurato che quelle somme coprono i mancati trasferimenti del 2010, 2011 e 2012». Una rivelazione che indispettisce un po' la maggioranza regionale. «La Giunta sapeva già della legge di assestamento», precisano nel pomeriggio Ugo Cappellacci e l'assessore al Bilancio Giorgio La Spisa, rivendicando il ruolo svolto dalla Giunta, anche coi ricorsi alla Corte costituzionale: «La vittoria è l'esito di una battaglia dura», prosegue il presidente, «che ha visto la Sardegna contrapporsi a due governi e persino adire le vie legali per i nostri diritti», con «una diffida e messa in mora al governo Monti per il pagamento del dovuto». IL PD Calvisi non vede grandi meriti della Regione, semmai di Monti: «Se questi fondi sono un atto dovuto, lo erano da tre anni. Da Berlusconi, niente: provvede il governo dei tecnici, in una fase di crisi dei conti pubblici e tagli alle regioni». Anche grazie alle pressioni di Giorgio Napolitano: «Posso testimoniare - riprende il deputato - che ha seguito tutta la vicenda». Nel 2013, ipotizza Calvisi, il livello dei trasferimenti dallo Stato alla Regione potrebbe stabilizzarsi almeno a 5,6 miliardi di euro: ben più dei 4,9 previsti in origine per il 2012, che saliranno a 6,3 con l'assestamento. «Ma potremmo arrivare a 6 miliardi», aggiunge. La battaglia però non è finita: «Resta il problema del patto di stabilità, che blocca la spesa della Regione. Va adeguato al nuovo livello di entrate». Altro nodo, le norme di attuazione dell'accordo sulle entrate: «Per noi non erano necessarie, Cappellacci si è voluta ficcare in un vicolo cieco dicendo che servivano. A che punto è la trattativa? Non vorrei che, ora che ci sono i soldi, questo bloccasse di nuovo tutto». Attaccano la Giunta anche Giampaolo Diana e Francesca Barracciu, presenti alla conferenza stampa col deputato Siro Marrocu e con Franco Marras e Laura Pisano, in rappresentanza della segreteria del Pd. «Sarebbe stato logico - dice il capogruppo - che di questo risultato si accorgesse Cappellacci. Ora spero che la sua inconcludenza non lo vanifichi». Per Barracciu «l'operato di Monti conferma che la scelta di Berlusconi di non darci il dovuto era politica, e contro l'isola». «Spero che adesso non si debba ricontrattare ogni volta ciò che è dovuto», auspica Marrocu. LA GIUNTA «Quello delle norme di attuazione è un problema che non esiste più», ribatte Ugo Cappellacci: «Servivano perché c'era incertezza sul quantum, sull'esatta misura di quel che ci 13

14 spettava. Ora che lo Stato la quantifica, non servono più». La determinazione del governo, conferma il presidente, «corrisponde ai nostri criteri di calcolo: ma dobbiamo completare le verifiche, perciò non avevamo dato annuncio dell'assestamento». Nel frattempo, assicurano lui e La Spisa, «gli uffici della Regione hanno continuato in modo riservato a lavorare alla soluzione dei problemi finanziari, intrattenendo stretti rapporti col vice ministro Ceriani e la Ragioneria generale». Nell'ultimo incontro al ministero dell'economia, il 7 settembre, «i dirigenti regionali hanno reiterato la richiesta di adeguamento delle compartecipazioni regionali 2012 a 5,3 miliardi e domandato il pagamento del miliardo di quote pregresse». La prossima settimana è previsto un ulteriore confronto con Ceriani: «Anziché fare proclami per cercare di attribuirsi meriti politici come consuetudine dell'opposizione, questa Giunta lavora ogni giorno per la Sardegna». Dove Cappellacci concorda con Calvisi è sulla necessità di «proseguire la battaglia sul versante del patto di stabilità. L'accordo del 2006 era monco perché non considerava questo elemento, determinante ai fini dell'effettiva possibilità di spesa delle risorse». REAZIONI «Non si può parlare di chiusura della vertenza entrate», nota la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo: «È un passo avanti, ma centra solo metà dell'obiettivo. Lo Stato rimuova i vincoli sul patto di stabilità, per non creare il paradosso per cui la Regione incassa i soldi, ma non può spenderli». La maggioranza è in linea con Cappellacci: «Buona notizia, ma se non cambia il patto avremo un'alcoa moltiplicata per mille», avverte Michele Cossa, leader dei Riformatori. «Il Pd, autonomista a singhiozzo, vuole appropriarsi di una vittoria di tutti - protesta il capogruppo Pdl Pietro Pittalis - frutto della linea del coraggio di Cappellacci e del centrodestra». «Le piccole polemiche non intaccano un successo nato da perseveranza e azioni giurisdizionali», dice l'assessore all'agricoltura Oscar Cherchi, mentre la sua collega dell'industria, Alessandra Zedda, vede «premiata la forza di volontà di una Giunta che ha posto in essere azioni concrete». PERPLESSI Più dubbioso il capogruppo di Sardegna è già domani Mario Diana: «Spero che non sia solo una manovra di facciata per attenuare la tensione sociale. Stupisce vedere Cappellacci cadere quasi dalle nuvole». Ancora meno ottimista il deputato Pdl Mauro Pili: «È un atto dovuto che non chiude la vertenza entrate», che resta «sempre in perdita. Lo era in partenza col trasferimento alla Regione dell'onere totale della sanità e quello indefinito della continuità territoriale, lo è ancor più oggi coi tagli dell'ultimo anno». Contro i quali la Regione deve «insistere con l'impugnativa alla Corte costituzionale». Giuseppe Meloni Me negli ultimi mesi la Giunta ha dovuto scegliere la via giudiziaria Sette anni di battaglie All'origine la marcia dei cinquemila sardi a Roma Vedi la foto Ormai «vertenza entrate» è espressione di uso comune nella politica sarda, come «piano di Rinascita» e «verifica di maggioranza». Ma fino al 2005 era un concetto oscuro. Qualcuno aveva già notato che lo Stato trasferiva all'isola meno entrate di quelle dovute in base allo Statuto speciale, ma fu la Giunta di Renato Soru a farne una battaglia col governo Berlusconi. Il primo dicembre 2005 manifestarono a Roma circa 5mila sardi, con esponenti di tutti i partiti e delle parti sociali. Il 29 settembre 2006, con Prodi al governo, Soru firmò (contestato dall'opposizione per non aver coinvolto il Consiglio) l'intesa che modificava lo Statuto sulle entrate: alla Sardegna si riconoscevano i sette decimi dell'irpef, i nove decimi dell'iva e altri gettiti aggiuntivi. Ma, a parte alcuni limitati risarcimenti per il pregresso, la riforma sarebbe entrata a regime solo nel Dal 2010 lo Stato non ha realmente trasferito le maggiori entrate. Da qui la nuova vertenza, guidata dalla Giunta Cappellacci, che ha iscritto regolarmente quelle somme a bilancio (la Corte costituzionale ha approvato l'operazione). L'8 marzo 2011 Cappellacci ha ottenuto dalla commissione paritetica Stato-Regione l'intesa sulle norme di attuazione dello Statuto. Ma Palazzo Chigi non ha mai dato l'ok definitivo. Perciò si è passati all'azione giudiziaria, tra l'altro con s'atu de intima, una diffida (in italiano e in sardo) ad adempiere inviata al governo. Il 31 luglio l'esecutivo regionale ha deliberato l'ultimo ricorso alla Consulta per i mancati gettiti. (g. m.) 14

15 LA NUOVA pag. 7 lunedì 17 settembre Vertenza entrate: «La strada è lunga» Medde (Cisl) e Uras (Sel): il miliardo è solo una parte e non è spendibile. Costa (Cgil): patto di stabilità da rinegoziare subito CAGLIARI «La vertenza sulle entrate è ancora aperta sia per la quantità da incassare che per i tempi di spesa. L articolo 8 dello Statuto è ancora disatteso. Non c è da gioire sul fatto che il governo abbia riconosciuto una parte di quanto dovuto alla Sardegna sull accordo stipulato anni fa, relativo ai nuovi trasferimenti erariali e tributari dallo Stato alla Regione. Si tratta infatti solo di una parte delle risorse finanziarie spettanti alla Sardegna e da tempo in attesa di essere assegnate alla Regione». Così il segretario della Cisl, Mario Medde, dopo la decisione del governo (annunciata dal deputato del Pd Giulio Calvisi) di inserire nella legge di assestamento di bilancio 1,383 miliardi di euro per il pregresso. «Inoltre la dilazione temporale sia del riconoscimento che del trasferimento reale ha aggiunto Medde fa pesare ancora di più il prezzo di quell accordo, visto che il costo della sanità e della continuità territoriale ha raggiunto livelli altissimi. Altro aspetto da considerare riguarda l impossibilità di spendere il miliardo riconosciuto, visto che il vincolo del patto di stabilità non ci consente di spendere un euro. Ammonta a un miliardo di euro all anno il debito che la Regione deve alle famiglie e alle imprese, per impegni non pagati a causa del patto di stabilita. Mentre l intera isola crolla sotto i colpi della recessione, lo Stato riconosce solo la parte di un debito e dice che quell assegno non può essere incassato». Parzialmente soddisfatto il segretario della Cgil Enzo Costa: «È un fatto decisamente positivo che finalmente il governo abbia riconosciuto il debito nei confronti della Sardegna. Ora è urgente accelerare il confronto per rendere spendibile questo risultato, va infatti rinegoziato il patto di stabilita e questo è un compito che spetta al presidente della Regione». L auspicio del segretario Cgil è che avvenga nel più breve tempo possibile «perché in caso contrario la Finanziaria 2013 rischia di non garantire nemmeno la spesa ordinaria». Perplesso Luciano Uras, consigliere regionale di Sel: «Gli annunci sulla iscrizione in bilancio di parte del debito che la Sardegna vanta sullo Stato da tre anni non rassicura. Un passo in avanti? Forse. Una cosa è certa: quei soldi saranno soldi veri quando saranno riscossi e spesi dalla Regione per rilanciare economia e occupazione. Proclami ne abbiamo già ascoltato. Risultati nulla. Fabbriche chiuse. Spesa pubblica contratta. Basta prendere lo stato della spesa regionale a settembre 2012 per capire il valore dei bilanci scritti, e approvati. Tra competenze e residui la Regione avrebbe dovuto spendere oltre 15 miliardi di euro, non è arrivata a spenderne neppure 5». Ancora: «A me pare che questo annuncio ha aggiunto Uras abbia la funzione di stoppare ancora una volta la mobilitazione generale dei sardi, delle istituzioni regionale e locali, delle forze politiche e sociali, dei lavoratori e delle imprese, sui contenuti della vertenza Sardegna. Mobilitazione votata unanimemente in consiglio regionale mercoledì scorso». 15

16 UNIONE SARDA pag. 2 lunedì 17 settembre Tetti di spesa e tagli del Governo rischiano di vanificare la conquista dei nuovi gettiti Entrate, una vittoria dimezzata La Spisa: «La Finanziaria 2013 sarà comunque severa» Nessuno ha stappato champagne, per le nuove entrate concesse dallo Stato: la politica sarda le considera un passo avanti, molto positivo, ma non decisivo rispetto alle sorti dell'isola. Per tante ragioni. La prima è che il miliardo e 383 milioni di euro in più alla Sardegna, inserito nell'assestamento del bilancio nazionale, non consentirà spese aggiuntive rispetto a quelle già preventivate nel bilancio regionale Quella cifra è già impegnata. Altro che champagne: non ci si potrà comprare neppure un caffè. Il governo Monti, come ha rivelato sabato il deputato del Pd Giulio Calvisi, sta solo riconoscendo quel che la Regione già pretendeva in base all'accordo del 2006 sulla vertenza fiscale. Nelle manovre 2010, 2011 e 2012, la Giunta Cappellacci aveva volutamente inserito, tra le entrate, i crediti derivanti da quell'intesa. Anche se lo Stato ancora non concordava sui calcoli. GLI EFFETTI I milioni serviranno perciò a coprire buchi che, altrimenti, si sarebbero aperti negli ultimi tre bilanci sardi. «Sarebbe cresciuto il disavanzo e l'indebitamento», conferma Giorgio La Spisa, assessore alla Programmazione e vicepresidente della Regione, «per via della perdita di parte delle entrate. Il governo ha dovuto concederci quelle somme, dopo che la Corte costituzionale ha sancito che avevamo ragione noi a iscriverle a bilancio». Si tratta quindi di «un risultato molto importante», ribadisce La Spisa, «ma non può eliminare le difficoltà per la Finanziaria Restano due punti cruciali da chiarire: il patto di stabilità e gli effetti reali dei tagli del governo». Il patto impedisce di spendere oltre un tetto che, per la Sardegna, nel 2012 sfiorava i 2,8 miliardi al netto della sanità (l'entità complessiva del bilancio è di 6,9 miliardi, la spesa sanitaria poco oltre i 3). MENO RISORSE «Con le manovre nazionali - prosegue l'assessore - quel tetto si è abbassato già quest'anno, e nel 2013 sarà peggio»: la previsione si aggira sui 2,4 miliardi. Poi ci sono i cosiddetti accantonamenti («di fatto, minori entrate», traduce La Spisa) che il governo ha imposto alle regioni speciali per contribuire al risanamento finanziario. «Ancora non ci sono le quote esatte per la Sardegna, tra decreto Salva Italia e Spending review stimiamo milioni in meno». In definitiva, per il 2013 la Giunta stima un calo sensibile di risorse rispetto ai 6,9 miliardi di euro dell'anno in corso: «Difficilmente si andrà oltre quota 6,3», calcola La Spisa. Una contrazione vicina al 9%. «A maggior ragione il miliardo e 383 in arrivo è un buon risultato», conclude il vicepresidente, «ma di certo non risolve i nostri problemi». PRUDENZA Del resto anche le altre reazioni alla notizia del nuovo stanziamento mescolavano, in dosi variabili, soddisfazione e prudenza. «È comunque una prima risposta, una concreta attenzione da parte di un governo che il Pd sostiene con grande senso di responsabilità», aveva detto Giampaolo Diana, capogruppo democratico in Consiglio regionale, nella conferenza stampa di sabato in cui Calvisi ha divulgato la notizia. «Il nostro partito, coi suoi parlamentari, ha svolto una pressione costante sulle questioni rilevanti per la Sardegna». Meno entusiasta Sel: «Passo avanti? Forse», dice Luciano Uras, «per ora un annuncio». Buono per «stoppare ancora una volta la mobilitazione generale sulla vertenza Sardegna, votata in Consiglio mercoledì scorso». Per Uras «saranno soldi veri quando saranno riscossi e spesi dalla Regione per rilanciare economia e occupazione. Proclami ne abbiamo già ascoltato, risultati nulla. Fabbriche chiuse, spesa pubblica contratta». E secondo lo stato della spesa regionale a settembre 2012, «tra competenze e residui la Regione avrebbe dovuto spendere oltre 15 miliardi di euro, ma non è arrivata a spenderne 5. Molto fumo, poco arrosto». CONTRO IL GOVERNO Molto netta anche la posizione di Pietro Fois (Riformatori), presidente 16

17 della commissione consiliare del Bilancio: «Se non cambia il vincolo del patto di stabilità, è inutile avere soldi in più che non potremo spendere. Per altro, ci stanno dando solo quel che era dovuto da tre anni: dobbiamo anche fare i complimenti?». Da qui la proposta drastica: «Dovremmo non approvare neppure la prossima Finanziaria regionale, e aprire un contrasto forte col governo. Dai parlamentari sardi al Consiglio, passando per la Giunta». Senza la revisione dei tetti di spesa, conclude Fois, «l'unica cosa sensata è andare da Monti e dirgli, tutti insieme, che il nostro bilancio neanche lo votiamo, perché tanto non serve a niente». Giuseppe Meloni I sindacati invitano a non abbassare la guardia. Confapi: serve un piano per il turismo «Ora si rinegozi il patto di stabilità» In un altro momento storico, la notizia del riconoscimento di 1,3 miliardi della Vertenza entrate alla Sardegna avrebbe suscitato più entusiasmo. Ma nel pieno della crisi più drammatica del dopoguerra, con un autunno e un inverno che si annunciano caldissimi, in pochi gioiscono. Tanto meno i sindacati. Con qualche ragione. «Si tratta solo di una parte delle risorse finanziarie spettanti alla Sardegna e da tempo in attesa di essere assegnate alla Regione», osserva il leader della Cisl sarda Mario Medde, che ricorda l'altro provvedimento che nelle scorse settimane ha fatto pesare sulle regioni a Statuto speciale un onere di 300 milioni, superiore a quello delle regioni a statuto ordinario. Peraltro, osserva Medde, la cifra riconosciuta non è spendibile a causa del vincolo del patto di stabilità. Un peccato, anche in considerazione del fatto che il debito che la Regione ha con famiglie e imprese, per impegni non pagati a causa del patto di stabilità ammonta a un miliardo». UNIFICARE LE EMERGENZE Per Enzo Costa, segretario regionale della Cgil, «è un fatto decisamente positivo che finalmente il governo abbia riconosciuto il debito nei confronti della Sardegna, ma ora é urgente accelerare il confronto per rendere spendibile questo risultato perché occorre rinegoziare il patto di stabilitá, un compito che spetta al presidente della Regione». L'auspicio del segretario Cgil é che avvenga nel piú breve tempo possibile perché, in caso contrario, la Finanziaria 2013 rischia di non garantire nemmeno la spesa ordinaria. E a proposito della Finanziaria, Costa aggiunge che «dovrá essere discussa entro settembre, i tempi sono strettissimi, occorre l'impegno di tutti su una prioritá assoluta: riuscire a trarre vantaggio subito dal risultato positivo della vertenza entrate puntando a cambiare i termini del patto di stabilitá». Costa chiede inoltre di «riunificare tutte le emergenze industriali, agricole, sociali, infrastrutturali e aprire un tavolo unico, aperto alle parti sociali, con il governo a Palazzo Chigi. LE RICHIESTE DI CONFAPI Per il mondo delle imprese, invece, ora che quei soldi arriveranno occorre spenderli bene e in tempi rapidi. «Serve un cambio di marcia da parte di tutti gli attori del sistema regione per programmare le politiche di sviluppo, prendendo coraggio senza limitarsi a tamponate le emergenze», è l'auspicio di Francesco Lippi, presidente regionale di Confapi il cui consiglio direttivo si è riunito ad Oristano per una discussione approfondita sull'andamento economico del sistema impresa in Sardegna. Una riunione preparatoria in vista dell'incontro che si terrà domani a Villa Devoto tra il presidente della Regione Ugo Cappellacci e il tavolo delle imprese. Che, tra le altre cose, chiedono che si ridia fiducia a chi vuole investire «sulla base di un disegno chiaro e realmente condiviso da tutti». Confapi solleciterà in particolare un piano di valorizzazione del turismo. 17

18 LA NUOVA pag. 10 domenica 16 settembre Flotta sarda chiude «Era tutto previsto, torniamo presto» Da oggi interrotti i collegamenti per Vado e Civitavecchia Martedì in aula la legge sulla Saremar. Polemiche sui costi di Alfredo Franchini CAGLIARI Finisce oggi la breve stagione della Saremar. I due traghetti impiegati sulla Porto Torres-Vado Ligure e sulla Olbia-Civitavecchia si fermano, uno dei due, più probabile Dimonios rispetto a Scintu, andrà a svernare in Ogliastra. L azienda ha annunciato la fine delle corse con un comunicato sul sito e da oggi ci sarà spazio solo per le polemiche. L assessore ai Trasporti, Christian Solinas, getta acqua sul fuoco: «Quali polemiche? Era tutto previsto, era una sperimentazione che è stata utile anche per disporre dei dati». I numeri, al di là del calo generale nel traffico dei traghetti incominciato un anno fa per via del rincaro delle tariffe, restano interessanti. Tra passeggeri e merci l andamento stagionale è ovviamente differente: per i passeggeri l anno s inizia sempre con numeri bassi sino ad aprile, poi la risalita con il picco di agosto. E da settembre ricomincia la discesa che porta, infatti, Scintu e Dimonios a ripararsi nei porti sicuri dell Ogliastra. Per le merci l andamento è costante. La stagionalità e l incertezza delle rotte effettute dalla Saremar hanno portato i maggiori tour operator a ignorare la Saremar: le premotazioni - spiegano gli operatori - si effettuano quando nessuno sa se la Saremar coprirà quelle rotte. «La sperimentazione fatta e i numeri conseguiti», spiega Solinas, «ci consentiranno di presentarci a Bruxelles con le carte in regole. Certo avrei sperato di poter portare la legge in approvazione in anticipo». Invece la legge sulla flotta sarda, già in consiglio dalla scorsa settimana, sarà esaminata e discussa da martedì prossimo. Si prevede la costituzione di una società per azioni a totale capitale pubblico (cioè coi soldi della Regione) per i collegamenti con la penisola. Nella legge, altro punto importante, c è la privatizzazione della Saremar per le tratte con le isole minori. Una questione aperta perché sino a quando non saranno privatizzati i collegamenti con Carloforte e La Maddalena, lo Stato non darà i 13,8 milioni di euro. Ma nel dibattito politico che riprenderà martedì in Consiglio regionale, è il tema della flotta sarda a dominare. Il relatore della legge, il presidente sardista Giacomo Sanna, ha spiegato che la Regione deve perseguire il progetto di dar vita alla continuità territoriale anche via mare. I sardisti ritengono che la flotta sarda possa combattere il «cartello degli armatori» che gestiscono tutti i collegamenti marittimi dell isola. E polemica perché la flotta sarda, secondo l opposizione, non risolve i problemi della continuità territoriale costa molto alle casse della Regione. Luigi Lotto, relatore della minoranza, ha annunciato il voto contrario alla legge: «Se si propone la flotta sarda vuol dire che la Regione vuole diventare un armatore ma non ci si può improvvisare in questo campo. Per attuare la continuità servono risorse da parte del governo nazionale e se queste risorse sono già state date ai privati come potrebbe l armatore Regione reggere la concorrenza»? RIPRODUZIONE RISERVATA 18

19 LA NUOVA pag. 7 lunedì 17 settembre Master&Back, la protesta degli esclusi La Regione stanzia i fondi in ritardo, tagliato fuori chi non poteva permettersi di anticipare i costi di Silvia Sanna SASSARI Chi ha rinunciato non lo ha di certo fatto volentieri. È stato costretto, perché non poteva permettersi di anticipare 13mila euro: questo il costo dei master in Alta formazione, annualità 2011, finanziati dalla Regione all interno del progetto Master & Back. Tornando indietro, probabilmente chiederebbe un prestito, si indebiterebbe con le banche, nella certezza di poter restituire i soldi. Ma un anno fa l unica certezza era che i finanziamenti regionali bastavano per pochi candidati, tutti gli altri non avrebbero ricevuto un euro. Vincitori e vinti. Solo sei mesi dopo la partenza dei percorsi formativi (gennaio 2012), con la delibera del 24 luglio scorso la giunta regionale ha stanziato i fondi necessari per garantire la borsa di studio ai candidati che, un anno fa, erano stati giudicati idonei ma non beneficiari di finanziamento. Una graditissima sorpresa per alcuni, che avranno indietro i soldi anticipati. Una beffa per gli altri: quelli che il master non l hanno frequentato perché non potevano pagarlo di tasca loro. Una mail ricevuta qualche giorno fa dall Agenzia regionale per il lavoro, li invita a mettere per iscritto la loro rinuncia, così che i fondi a disposizione possano essere ridistribuiti tra coloro che hanno frequentato il master. E tutti gli altri? Al momento per loro non c è niente. Nonostante una commissione giudicante li avesse a suo tempo giudicati idonei al pari di altri colleghi, per ora non c è la possibilità che il master perduto possa essere recuperato. Il finanziamento. In totale sono 21,5 i milioni di euro che la giunta regionale ha stanziato a favore dei percorsi di rientro e l Alta formazione, rispettivamente 18 e 3,5 milioni. Significa che chi ha frequentato un master potrà fare anche il back, provando a spendere nell isola la professionalità acquisita. Per l Alta formazione, invece, la delibera prevede il finanziamento delle borse di studio con una somma che va a coprire il costo del master. Ne beneficerà chi sta frequentando il master (molti dei quali sono iniziati il 31 gennaio 2012 e si concluderanno il 31 gennaio 2013). Per chi non ha anticipato la somma, è impossibile recuperare il tempo perduto: il master si avvia verso la conclusione e per ottenere il diploma era necessario accumulare un numero altissimo di ore di frequenza. La beffa. Francesca Maddalena, 36 anni, di Tissi, si era classificata al 33 posto nella graduatoria del master in Management delle imprese sociali, non profit e cooperative, presso l Università Bocconi di Milano. Francesca era stata giudicata idonea, ma non beneficiaria di borsa di studio (solo 15 quelle finanziate nella fase iniziale). Aveva, suo malgrado, dovuto rinunciare. Poi ai primi di aprile (quando il master era iniziato da più di due mesi) aveva scoperto che in cantiere c era lo stanziamento di somme aggiuntive. Troppo tardi, le avevano detto dalla Bocconi, «lei non può più iscriversi. A fine luglio il finanziamento è stato deliberato e pochi giorni fa è stato svelato come sarà ripartito. Lei, come gli altri che 13mila euro non avrebbero saputo dove trovarli, è tagliata fuori. Niente soldi e niente master, figuriamoci il back. E nel frattempo ha superato i 35 anni, dunque i bandi successivi le saranno preclusi. Rinuncia obbligata. Ora con una mail, l Agenzia per il lavoro le chiede di mettere per iscritto la sua rinuncia al master. Dall agenzia spiegano che «si sta dando attuazione alla delibera della giunta regionale», da parte dell assessorato c è invece soddisfazione comprensibile per essere riusciti a finanziare, anche se in ritardo, un numero alto di borse di studio. Pazienza per chi resta fuori. Alcuni avranno nuove occasioni, molti invece guardano con rabbia un altro treno che gli passa davanti. RIPRODUZIONE RISERVATA 19

20 LA NUOVA pag. 9 lunedì 17 settembre Con la cultura si mangia, non nell isola Rapporto di Unioncamere: il settore dà lavoro a 26mila persone ma è sottodimensionato, slegato dal territorio di Alfredo Franchini CAGLIARI A dispetto di quanto disse l'ex ministro Tremonti, con la cultura si può anche mangiare. Lo testimonia l'indagine dell'unioncamere con la Fondazione Symbola che fotografa l'attuale situazione e compie una proiezione per i prossimi quattro anni nei quali si prevede saranno creati in Italia 55mila posti di lavoro. Diviso il settore tra industrie creative (artigianato, design, architettura) e industrie culturali (musica, software, videogiochi, libri, film), gli occupati in Italia sono ; in Sardegna 26mila e potrebbero essere molti di più, basti pensare al patrimonio archeologico ignorato. Anche l'industria della cultura sta al Nord: la Lombardia ha il 19 per centro delle imprese del settore ( con 288 mila occupati), seguita dall'emilia, dal Veneto e dal Lazio. Dal Centro, con l'eccezione felice della Toscana e del Lazio, la cultura non è valorizzata al massimo. I dati degli occupati della Sardegna testimoniano del divario esistente anche all'interno del Mezzogiorno dove la Campania ha un discreto numero di occupati (74mila) ed è in crescita la Puglia (57mila lavoratori), la Sicilia (66mila). La Sardegna precede solo, e di poco, la Calabria (25mila occupati), l'abruzzo (24,5), Basilicata (10), Molise (5,8), l'umbria (19,7) e la Val d'aosta (3,3). Che la cultura sia un potente produttore di ricchezza lo dimostra la graduatoria delle province: al primo posto c è Arezzo che vitalizza il settore in senso allargato. Sempre in Toscana, Firenze ha il maggior numero di imprese culturali sul totale della Toscana. Questo avviene, precisa la Fondazione Symbola, quando il processo produttivo è legato alla valorizzazione del territorio e del sapere locale. Lo scenario che la ricerca disegna spazza molti luoghi comuni e apre il dibattito su un certo modo di concepire l attività industriale da parte delle classi dirigenti che continuano a sottovalutare il settore culturale. Il Sud risente della crisi generale eppure ha delle felici eccezioni grazie a tre voci particolarmente forti: cibo, turismo e musica. In fatto di musica il Rapporto Unioncamere-Fondazione Symbola segnala quattro eventi tra cui il Time in Jazz di Paolo Fresu, trombettista di fama mondiale. «Sin dagli inizi si legge nella ricerca Time in jazz ha saputo affermarsi per il suo spirito originale, in grado di mettere assieme musica, paesaggio e ambiente, in un formidabile mix di arte e natura». Fresu costruisce eventi e regala grande musica, eppure il festival di Berchidda non ha avuto l effetto trainante della «Notte della Taranta», in Salento, il più grande festival musicale dedicato al recupero della pizzica salentina e alla fusione con altri linguaggi musicali. Nell isola l industria della musica rappresenta lo 0,3 per cento del sistema produttivo. Le cose vanno un po meglio per il sottosettore film, video, radio che ha una percentuale di valore aggiunto del 6,5. La vitalità del settore, con la presenza di diversi registi, ha portato alla nascita di Sardegna Film commission. «Vogliamo portare il mondo in Sardegna e la Sardegna nel mondo», dice Nevina Satta, neoeletta direttrice della Sardegna film commission, presieduta da Antonello Grimaldi. Uno degli obiettivi è quello di convincere i maggiori produttori a scegliere l isola come un ideale set cinematografico. «E necessario fronteggiare la crisi finanziaria e il debito pubblico senza lasciare indietro nessuno», afferma Ermete Realacci, presidente di Symbola, «ma per risanare l economia serve un idea di futuro. Non possiamo che puntare su innovazione, ricerca, green economy e incrociarle con la forza del made in Italy, con la qualità, con la bellezza. La cultura è l infrastruttura immateriale fondamentale di questa sfida». Le previsioni elaborate nella ricerca danno in arrivo 55mila assunzioni (in Italia) nei prossimi quattro anni. Tra le professioni più richieste ci sono analisti e progettisti di software ma anche operatori video e grandi cuochi di alberghi e di ristoranti. Gli aspiranti lavoratori del settore dovranno necessariamente essere qualificati: non è ammessa l improvvisazione a nessun livello. La laurea è quasi sempre d obbligo e tra quelle più richieste c è Ingegneria perché a guidare la classifica delle offerte di lavoro è la tecnologia. Da non sottovalutare l arte culinaria: in Italia, dice la richiesta, serviranno 650 chef. RIPRODUZIONE RISERVATA 20

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Risultati parziali - su 1580 partecipanti Risultati parziali - su 1580 partecipanti 1. PARTECIPANTI AL SONDAGGIO 69,81% ETA' 24,50% Partecipanti al sondaggio 19-24 anni 25-29 anni Figura 1: Giovani partecipanti al sondaggio per fascia d età REGIONE

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