DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE COLLETTIVA. Alessandra Pera ISPESL - DML

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1 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE COLLETTIVA Alessandra Pera ISPESL - DML

2 Cosa sono Come sceglierli Quali acquistare Quando usarli Come usarli Come tenerli I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE:

3 D.Lgs. 81/2008 D.Lgs. 81/2008 art. 74 Definizioni art. 75 Obbligo di uso CAPO II USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE art. 79 Criteri per l individuazione e l uso Definita dal Titolo III Capo II Articolo 74 Comma I D.Lgs. 81/2008 art. 78 Obblighi dei lavoratori art. 76 Requisiti dei DPI art. 77 Obblighi del datore di lavoro

4 Dispositivi di Protezione Individuale D.Lgs. 81/2008Titolo III Capo II II Articolo 74 Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

5 Dispositivi Medici (D.Lgs 46/97) Qualsiasi strumento, apparecchio, impianto, sostanza o altro prodotto, utilizzato da solo o in combinazione, destinato dal fabbricante ad essere impiegato nell uomo a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una malattia..

6 DATORE DI LAVORO MEDICO COMPETENTE DPI LAVORATORE RSPP

7 VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO Rischio residuo accertato Obblighi nell impiego dei DPI Conoscenze su: Sostanze e preparati Processo lavorativo Luogo di lavoro Organ. del lavoro Epidemiologia Sorveglianza Sanitaria DPI Previsti da utilizzatore professionale Caratteristiche dei DPI SCELTA FINALE Sicurezza Scheda informativa Compatibilità D.Lgs 81/2008 D.Lgs 475/92 Norme armonizzate EN

8 Requisiti essenziali di Salute e di Sicurezza dei DPI Fattori di comfort e efficacia Adeguamento dei DPI alla morfologia dell utilizzatore Leggerezza e solidità Compatibilità tra i DPI destinati ad essere usati simultaneamente

9 Certificazione CE - Norme Tecniche 0000 Marcatura di conformità N di riconoscimento dell Organismo Notificato

10 Pittogrammi Rischi meccanici Rischi dovuti al freddo Elettricità Statica Calore e fuoco Rischi Chimici Taglio per impatto Micro-organismi organismi Radiazioni ionizzanti e contaminazione radioattiva

11 DPI - I categoria DPI destinati a proteggere da rischi minori : a. Le azioni lesive di lieve entità prodotte da strumenti meccanici o prodotti detergenti; b. Contatto urto con corpi aventi temperature non superiori a 50 C; c. Urti lievi e vibrazioni non capaci di raggiungere organi vitali e produrre lesioni permanenti; d. Azioni lesiva da raggi solari o degli ordinari fenomeni atmosferici;

12 DPI III categoria DPI destinati a proteggere da rischi di morte, lesioni gravi e/o a carattere permanente : a. apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi, gas irritanti, pericoli, tossici o radiotossici; b. apparecchi di protezione isolanti, compresi quelli pei l immersione subacquea; c. DPI che assicurano protezione limitata nel tempo contro gli agenti chimici e le radiazioni ionizzanti;.

13 DPI III categoria d. DPI per attività in ambienti con livello termico pari ad una temperatura d aria d inferiore a 100 C C o non superiore a 50 C; e. DPI per la salvaguardia della caduta dall alto; alto; f. DPI utilizzati a salvaguardia dai contatti elettrici pericolosi o utilizzati come isolanti per le alte tensioni elettriche; g. Caschi e visiere per motociclisti

14 DPI II categoria DPI che non rientra nelle precedenti Per la II e III categoria i requisiti essenziali per la salute e la sicurezza vengono riveritati da un organismo notificato che ha il compito di valutare e giudicare il modo con cui il fabbricante ha soddisfatto i requisiti.

15 CATEGORIE DI APPARTENENZA (D.Lgs. 475/92) 1 Cat. RISCHI MINORI La persona che usa DPI deve avere la possibilità di valutare l efficacia e di percepire, prima di riceverne pregiudizio, la progressiva verifica di effetti lesivi 2 Cat. TUTTI GLI ALTRI RISCHI 3 Cat. RISCHI DI MORTE LESIONI GRAVI O A CARATTERE PERMANENTE La persona che usa i DPI non ha la possibilità di percepire tempestivamente la verifica istantanea di effetti lesivi

16 Fonte di esposizione Impiego Stoccaggio Smaltimento del prodotto Quantità Esposizione Tempo Modalità di contatto Via di esposizione

17 FONTI DI RISCHIO E possibile l emissione verso l ambiente di sostanze sotto forma di: gas e vapori (trattamento di sostanze volatili) fumi e nebbie (evaporazioni, agitazioni meccaniche, calcinazioni, reazioni chimiche polveri (macinazioni di campioni, manipolazioni di sostanze polverulente)

18 Tecniche di laboratorio Vapori di solventi organici laboratori che utilizzano tecniche cromatografiche o nelle estrazioni selettive. Aerosol di metalli pesanti nei laboratori con uso di spettrofotometria in A.A. Vapori di mercurio in laboratori di polarografia (fasi di distillazione e filtrazione). Prodotti di vaporizzazione e/o termodegradazione nelle operazioni di pirolisi di sostanze organiche. Nebbie di oli minerali per l uso di bagni termostatici, pompe, sistemi di lubrificazione e raffreddamento a olio.

19 Trattamento di materiali chimici in esame: Resine sintetiche e loro additivi Coloranti Prodotti della petrolchimica Prodotti farmaceutici Vernici Collanti Metalli pesanti e loro leghe Pesticidi Composti metallorganici

20 Ne deriva. 1. inquinamento dell aria dell ambiente di lavoro 2. esposizione del personale del laboratorio agli inquinanti 3. potenziale compromissione dell equilibrio biologico del personale che è funzione : delle caratteristiche tossicologiche della sostanza inquinante del valore della concentrazione della sostanza inquinante nell ambiente della durata dell esposizione

21 Organi Bersaglio e Modalità di Esposizione occhi Vie respiratorie C U T E Apparato gastrointestinale Apparato urinario

22 Dotazioni di sicurezza Protezione mani Protezione occhi e viso Protezione vie respiratorie Protezione corpo

23 Protezione Mani Caratteristiche fondamentali: Ottima impermeabilità ai liquidi; Resistenza adeguata alla permeazione delle sostanze Buona resistenza alle abrasioni Materiali: Lattice neoprene PVC Polietilene Nitrile Hypalon polivinil alcole NBR butile. EN:

24 Punti forti Caratteristiche tecniche delle materie prime Neoprene Lattice naturale Flessibilità Resistenza allo strappo e a numerosi acidi e chetoni Resistenza chimica polivalente Buona resistenza luce solare ed ozono Nitrile Ottima resistenza: abrasione, perforazio ne, derivati da idrocarburi PVC Buona resistenza: Acidi e basi Precauzioni d uso Evitare il contatto con oli, grassi e derivati da idrocarburi Evitare contatto: Solventi con chetoni, acidi ossidanti Debole resistenza meccanica Evitare contatto: Solventi aromatici e con chetoni

25 RESISTENZA DEI GUANTI AGLI AGENTI CHIMICI CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE X GIUDIZIO IDEALI UTILIZZABILI SCONSIGLIATI DA DATI NON EVITARE SUFFICIENTI TEMPO DI PERMEAZIONE alcune ore almeno un ora almeno dieci minuti da zero a pochi minuti n.d. TASSO DI PERMEAZIONE (mg* sec/mq) nullo o basso basso variabile variabile n.d. DEGRADAZIONE nulla scarsa o nulla possibile, lenta possibile, n.d. rapida

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27 Protezione corpo Camici Camici monouso Grembiuli Nel caso di laboratori biochimici gli indumenti di uso comune sono i camici da laboratorio che potranno essere in polietilene o altri materiali, rispondenti alla normativa EN 340. I grembiuli di criogenia devono essere certificati per le condizioni di temperatura estremamente basse norme EN

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30 Protezione occhi e viso Fonti di rischio: Esposizione a spruzzi Esposizione a gocce Esposizione a polveri Esposizione a gas

31 La maggior parte dei DPI per gli occhi rientra nella II categoria ed accomuna i seguenti elementi protettivi: Occhiali ad astine senza ripari laterali Occhiali ad astine con ripari laterali Visiere Occhiali a mascherina antiacido Visiere per criogenia EN

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33 Esempio del codice alfa numerico presente su una visiera.

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35 PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE Respiratori isolanti Respiratori a filtro

36 Caratteristiche dei respiratori Rispondere ai criteri di ergonomia Elevati livelli di protezione Innocui, leggeri e solidi Non limitare il campo visivo La maschera intera deve coprire tutto il viso

37 Conoscere la concentrazione della sostanza dalla quale proteggersi Corrispondenza tra classificazione dei filtri e i limiti di esposizione ambientale

38 Respiratori isolanti Apparecchiature indipendenti dall aria dell ambiente Vengono utilizzati in condizioni di elevato inquinamento e/ quando la percentuale di ossigeno nell aria ambiente è inferiore al 17%. Condizioni di emergenza -Incendio -Incidente chimico (liberazione non controllata di grandi quantità di composti chimici)

39 Respiratori a filtro Respiratori antigas (gas vapori) Respiratori antipolvere (polveri fibre fumi e nebbie) Respiratori combinati Sono caratterizzati dalla presenza di un filtro composto di carbone attivo trattato.

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41 Filtri antigas Il livello di protezione dei filtri è definito da tre classi che corrispondono a tre gradi di capacità filtrante. Classe 1= bassa capacità filtrante (conc.lim ppm) Classe 2 = media capacità filtrante (conc.lim ppm) Classe 3 = alta capacità filtrante (conc.lim ppm) EN 141 stabilisce per ogni classe di filtro un limite di concentrazione ed attribuisce una lettera ad un determinato colore ad ogni cat. di protettore, in relazione al chimico in grado di assorbire.

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43 Filtri antipolvere Facciali filtranti La classificazione EN 143, prevede la divisione dei filtri antipolvere in tre classi: P1 filtri con bassa separazione contro particelle solide P2 filtri con media separazione contro particelle solide e/o liquide P3 filtri con alta separazione contro particelle solide e liquide (filtro assoluto)

44 Filtri antipolvere Facciali filtranti La classificazione EN 149, prevede la divisione dei facciali filtranti in tre classi: FFP1 filtri con bassa separazione contro particelle solide FFP2 filtri con media separazione contro particelle solide e/o liquide FFP3 filtri con alta separazione contro particelle solide e liquide (filtro assoluto)

45 Rischio chimico da: Acidi forti DPI da adottare Arti superiori: guanti in NITRILE o PVC. Vie respiratorie: maschere per vapori acidi (HCl, HF, SO 2 ). Occhi: occhiali a mascherina antiacido. Corpo: camice da laboratorio. Norme tecniche di riferimento EN 374 (1-2-3) EN 149 classe FFP1(conc. del contaminante < TLV) o FFP2 EN 166 EN 340

46 Rischio chimico da: Idrocarburi DPI da adottare Arti superiori: guanti: in NITRILE. Vie respiratorie: maschere per vapori organici (acetone, toluene, alcoli, organoclorurati, solventi organici). Occhi: occhiali a stanghetta con ripari laterali o a mascherina per solventi. Corpo: camice per laboratorio Norme tecniche di riferimento EN 374 (1-2-3) EN 149 classe FFP1(conc. del contaminante < TLV) o FFP2 EN 166 EN 340

47 Rischio chimico da: Solventi non chetonici DPI da adottare Arti superiori: guanti: in NITRILE. Vie respiratorie: maschere per vapori organici (acetone, toluene, alcoli, organoclorurati, solventi organici). Occhi: occhiali a stanghetta con ripari laterali o a mascherina per solventi. Corpo: camice per laboratorio Norme tecniche di riferimento EN 374 (1-2-3) EN 149 classe FFP1(conc. del contaminante < TLV) o FFP2 EN 166 EN 340

48 Rischio chimico da: Solventi chetonici DPI da adottare Arti superiori: guanti in LATTICE. Vie respiratorie: maschere per vapori organici (acetone, toluene, alcoli, organoclorurati, solventi organici). Occhi: occhiali a stanghetta con ripari laterali o a mascherina per solventi. Corpo: camice per laboratorio Norme tecniche di riferimento EN 374 (1-2-3) EN 149 classe FFP1(conc. del contaminante < TLV) o FFP2 EN 166 EN 340

49 Rischio chimico da: Alcoli DPI da adottare Arti superiori: guanti in LATTICE o NITRILE. Vie respiratorie: maschere per vapori organici (acetone, toluene, alcoli, organoclorurati, solventi organici). Occhi: occhiali a stanghetta con ripari laterali o a mascherina per solventi. Corpo: camice per laboratorio Norme tecniche di riferimento EN 374 (1-2-3) EN 149 classe FFP1(conc. del contaminante < TLV) o FFP2 EN 166 EN 340

50 Rischio chimico da: Liquidi criogenici DPI da adottare Arti superiori: guanti per criogenia. Occhi: occhiali a stanghetta con ripari laterali o a mascherina. Corpo: grembiule di protezione criogenico. Norme tecniche di riferimento EN 511 EN 166 EN 420, 511, 388

51 Rischio chimico da: Sversamento accidentale DPI da adottare Arti superiori: guanti del materiale opportuno, dipende dalla sostanza sversata. Vie respiratorie/ Occhi: respiratore per gas e vapori con filtro combinato ABEK-P3 (vapori organici e acidi, SO 2, ammoniaca, polveri e fumi). Corpo: tuta protettiva completa in materiale resistente ad aggressioni chimiche. Norme tecniche di riferimento EN 374 (1-2-3) EN 141 EN 369

52 CONCLUSIONI Identificare i rischi Conoscere gli effetti sulla salute Selezionare il DPI Se DPI per le vie respiratorie Addestrare all uso e alla manutenzione

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