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2 A due anni di distanza dal numero zero siamo arrivati al sesto Bettazine (cinque+uno) e ci sono delle importanti novità, a partire dalle modalità di redazione che questa volta hanno visto il contributo di nove persone tra testi, foto, grafica, impaginazione e altro. Abbiamo trovato un metodo semplice di lavorare: chi vuole partecipare si mette a disposizione, con spirito di gratuità e badando solo all'interesse del gruppo e di chi leggerà la rivista. E' lo stesso spirito che ha permesso di realizzare un grande evento a Cesena. Non era la prima volta che un'associazione si presentava al pubblico con un bello stand (nemmeno la prima per AIB) ma raramente si sono visti tanti complimenti ad uno stand di appassionati "non professionisti" da parte di visitatori, organizzatori, appassionati e addetti ai lavori sia durante che dopo la manifestazione. Festeggiamo con un reportage dedicato all'acquabeach. Un'altra novità è lo spazio dedicato alle specie non selezionate. Così abbiamo stabilito di chiamare tutti i Betta che mantengono le caratteristiche naturali della loro specie, anche se riprodotti in cattività: i termini "selvatico" o "wild" infatti possono ingannare, facendo pensare ad esemplari di cattura. Grazie al contributo di molti soci soprattutto molti nuovi soci l'allevamento di specie non selezionate sta raggiungendo rapidamente livelli mai visti in Italia, prendendo lo spazio che merita. Non si tratta di esemplari catturati in natura, ma riprodotti da coppie già nate in cattività, però mantenendo rigorosamente la genetica originale della specie, tracciando addirittura la località di provenienza se possibile, per non alterare la naturale specificità di questi animali. Su questo numero parliamo di ben tre specie: Betta albimarginata, channoides e shalleri che si stanno diffondendo nelle vasche di molti di noi, permettendoci l'esperienza unica di conoscere animali dai comportamenti multiformi e spesso inattesi. Gli eventi ovviamente sono il sale della nostra attività, perché permettono scambi diretti di idee, esperienze e anche esemplari da allevare. Nell'Holland Betta Show sono successe alcune cose speciali, come ad esempio la prima presenza assoluta di un italiano nella giuria di un concorso internazionale di Betta. Ne parliamo con i protagonisti che ci raccontano un succoso dietro le quinte, in attesa di rivederli presto all'opera, questa volta come apprendisti giudici IBC, negli show della prossima stagione. A impreziosire il numero, qualche riga per raccontare, o riraccontare l'italian Betta Show di Ranco, con tante foto inedite e il ritorno della rubrica illustrata Vita da Bettofili, questa volta nelle mani di un'artista vera, che speriamo possa diventare una presenza costante di Bettazine! p. 2 p. 5 p. 8 p. 1 2 p. 1 6 p. 1 7 p. 20 p. 21 Holland Betta Show 201 2: intervista a due protagonisti italiani di Matteo Grassi AIB e Acquabeach: quando due grandi realtà si incontrano di Roberto Silverii Betta albimarginata e Betta channoides: differenze ed esperienze di allevamento di Riccardo Dalla Pietà e Roberto Silverii Betta schalleri: esperienza di allevamento e riproduzione di Marco Marsili Scheda Allevamento: Show Plakat di Matteo Grassi Reportage: II Italian Betta Show di Alessandro Distefano Notizie dal mondo dalla Redazione Rubrica dalla Redazione M.G. Redazione Riccardo Dalla Pietà Eugenio Fornasiero Matteo Grassi Marco Marsili Roberto Silverii Grafica Alessandro Distefano

3 2 di Matteo Grassi M: Parliamo di questo terzo Holland Betta Show. Il primo in cui uno di voi ha partecipato anche come Giudice. Innanzitutto, com è andata? Eugenio & Alberto: Sicuramente molto bene. Allo show olandese siamo molto affezionati sia per le persone che lo organizzano, sia perché è stato il primo show straniero a cui abbiamo partecipato come Associazione Italiana Betta. E poi abbiamo sempre portato a casa un numero di premi, crescendo nel tempo, il che non guasta! M: Che effetto fa arrivare ad Arcen il giorno dello show? La mostra di acquariofilia sembra enorme. E: E davvero enorme! Io sono arrivato Giovedì 1 6 Agosto in tarda mattinata, la giornata era riservata agli espositori e ho lavorato con lo staff di Bettas4all (Joep, Jolanda Wisseborn, Arie, Michel e altri) per sistemare gli espositori che erano bellissimi, messi a punto da Gerrit il marito di Jolanda con cavetto riscaldato, luci e sistema di controllo della temperatura incorporati. Nel pomeriggio ho incontrato Rita di Aquariophylia, che Roberto e Matteo avevano presentato a Joep ed è venuta a visitare la mostra. Dato che era il mio terzo anno conoscevo un po tutti, anche se... mi hanno chiamato più o meno tutti Roberto per tutto il tempo passato allo show!! Piano piano tutti gli allevatori sono arrivati e hanno messo in vasca i pesci, mancava solo la coppia del momento, Alby e Jolanda Schar in arrivo dalla Svizzera... A: Ah! Ah! Jolanda è stata gentilissima a ospitarmi una notte a casa sua, da quasi sconosciuto, evitandomi una tirata unica Varese-Arcen. Ovviamente ha una fishroom fantastica. Davvero impressionante! E: Verso le 1 8 di Giovedì Alby ci manda un messaggio dicendo che stavano arrivando. Falso allarme, si erano persi in una nuvola di fumo di Jolanda alla ricerca di una pompa di benzina. A quel punto Joep inizia a scalpitare: ma quando arriva Alberto? Quanti pesci ha? Sai che pesci porta? In effetti era ora di dividere i pesci in classi per poter andare a cena e giudicarli bene il giorno seguente. Finalmente Alberto arriva e completiamo i lavori. Ha i pesci di tutti gli altri italiani in gara, ma non ci sono le liste di iscrizione compilate! Gli italiani si rivelano come sempre quelli più disorganizzati, gettando nel panico lo staff, ma per fortuna siamo stati selezionati per millenni in base al nosro spirito di adattamento e mentre Jolanda aspetta con pazienza l'acclimamento dei suoi pesci noi riusciamo a mettere tutti i pesci in vasca e a compilare le liste, sotto gli occhi esterrefatti degli olandesi che chiedevano perché non abbiamo preparato le liste dei pesci prima! M: Cosa fanno i giudici durante i preparativi, oltre a dare una mano allo staff? E: Un gran lavoraccio in realtà! La divisione in classi, vista dal lato del giudice, è molto faticosa! Ad esempio il giovedì sera presto ci accorgiamo che non ci sono quasi traditional plakat, ma per lo più pesci transitional la cui forma non rientra i nessuna delle due classi. Poco male all inizio, ma poi scopriamo anche che gli asymmetrical show plakat categoria all other colors sono una sessantina (!) e urge una suddivisione in sottoclassi. Solo alle 1 0 passate di sera abbiamo completato i lavori. A: In compenso il rancio era a dir poco pessimo e la notte una orchestra di russatori-picchiatori, ovvero nella nostra camerata la metà russa, l'altra metà picchia i russatori per provare a dormire, invano.

4 3 M: Come è andata la competizione? E & A: A parte la notte quasi in bianco e la sveglia forzata all alba per essere già operativi alle 8, tutto è andato molto bene. I pesci italiani hanno fatto un figurone con il record di premi in uno show all estero. Tra i maschi ha vinto di poco il maschio VT, anche se in molti (me compreso) hanno votato l'halfmoon di Jolanda Schar, preso all'ultimo momento come riserva ma veramente molto bilanciato, forse anche per la giovane età, appena 3 mesi. M: Che esperienza è lavorare da giudice? E: Come è noto i pesci vengono suddivisi tra i giudici che, a seconda del numero, lavorano in coppia o in trio. Io mi sono occupato innanzitutto dei plakat, con mastro Joep e Boris. Il giudizio, di norma, procede molto spedito, perché i pesci sono tanti. In caso di indecisioni si ricorre all'aiuto degli altri gruppi di giudici e quando è il momento di giudicare il pesce di un giudice, quello fa un passo indietro confidando nell obiettività degli altri. Nel giudizio c'è una certa flessibilità su questioni minori, mentre non si transige su difetti maggiori che possono portare alla squalifica (es. pesci malati, linea superiore a cucchiaio, lunghezza non sufficiente, ventrali con quattro o più punte). I pesci vengono sempre valutati nel complesso rispetto allo standard, e non sui singoli dettagli, in modo che i pesci nettamente migliori non rischino di essere messi da parte per un cavillo. Nel corso della giornata ho potuto osservare i punti di forza di questo metodo perché i pesci obiettivamente e indubbiamente migliori sono sempre stati alti in classifica e si sono collocati ai primi posti. Per scelte difficili, veri e propri spareggi, vengono consultati tutti i giudici e non mancano discussioni molto accese e interminabili! M: Tornando all evento, i momenti conviviali erano così tremendi? E: Solo il cibo! Venerdì, sconsolati abbiamo provato anche il becchime vegetariano di Liz in cerca di vitamine per riprenderci dall'infarto di salse della sera precedente. Non c'è nulla di più obbrobrioso, Alby sorrideva mentre faceva scivolare tutto in tasca per andare con il favore delle tenebre a spargere il seitan nei campi attorno alla villa, dove sarebbe rimasto intonso, ignorato anche dagli organismi saprofiti. A: Per il resto invece sono molto piacevoli, soprattutto la serata di Sabato che è la più tranquilla perché lo show ormai è avviato e ci si può dedicare alle chiacchere con ragazzi e ragazze di mezza Europa attorno a una o più birre. M: L Holland Betta Show fa parte di una manifesazine più grande. Cos altro merita di essere visto? Ho giudicato anche le femmine DT long finned e i veiltail assieme a Claus, il centauro scampato per miracolo da un incidente mortale in moto (6 settimane di coma). Il giudizio delle femmine DT è molto facile peché è frequente che abbiano il peduncolo caudale piegato (difetto da squalifica), quindi in genere solo pochissimi esemplari si giocano la vittoria. I veiltail erano pochi, ma uno troneggiava sugli altri; diventerà il best of show. Devo dire che tra le femmine non c'è stato dubbio che le due di Alberto fossero assolutamente superiori. Come ha detto Jamie, due delle più belle femmine PK mai viste. Peccato che nella foto ufficiale la vincitrice besto of show non sia in parata. A: Il Koi show è gigantesco, quasi quanto le carpe da kg che troneggiano nelle piscinette mentre i proprietari tengono alla larga i visitatori ripetendo di non toccare l'acqua (per paura che le carpe si ammalino e non viceversa). Si trova di tutto, dagli avannotti di carpe di pochi millimetri da poco nati, ad enciclopedie fantastiche dove sono spiegate tutte le nozioni che riguardano la selezione dei colori e la cura delle malattie delle Koi. Anche per i bettofili il sabato è tradizionalmente giornata di acquisti. Oltre ai pesci all asta si trovano artemia, filtri, retini, areatori e gadget di vario genere.

5 4 M: E alla fine Alberto ha vinto anche il premio di miglior allevatore! E: E stata una grande sorpresa, ma solo perché il nostro movimento è relativamente giovane, dal punto di vista tecnico è un premio strameritato, come sa chi ha seguito il lavoro che ha fatto Alby in quest ultimo anno. I pesci che ha presentato erano tutti eccellenti, con femmine stupende. Poi non manca il contorno di suonatori di tamburi giapponesi, i cani giapponesi (akita e shiba Inu), i bonsai e il pedicure turco con i Garra Rufa (che sicuramente fa inorridire i più). Anche la sezione dello show dei gamberi era impeccabile con svariate caridine alla moda (blue tiger, taiwan bee king-kong e panda), l'immancabile Chris Lukhaup e il nostro italiano Christian Ghia. M: Per finire, Alby, puoi raccontarci la tua ricetta segreta? A: Come ho scritto sul Forum AIB non ci sono segreti particolari, solo molta passione, osservazione e dedizione... beh... e anche 23 riproduzioni tra Show e Wild nei primi 9 mesi di quest anno!

6 5 : ' di Roberto Silverii Sabato 6 ottobre ore 08.30: davanti all ingresso della fiera di Cesena decine di persone si accalcano in attesa dell inizio della manifestazione acquariofilia più attesa del Tanto entusiasmo è sicuramente giustificato: gli organizzatori Acquaportal e TartaClub Italia hanno lavorato duramente durante l ultimo anno per migliorare un evento che già l anno passato aveva riscosso grandissimo interesse. ad Acquaportal ed al suo staff. A pochi passi dall ingresso, sulla destra, si trova lo stand dell Associazione Italiana Betta: un grande spazio espositivo allestito a ferro di cavallo, 8 metri di lato lungo e 3 metri per i due lati in corti, 1 4 i metri totali lungo i quali abbiamo sistemato a fatica tutti i nostri espositori e le nostre vasche. Abbiamo voluto sfruttare l enorme visibilità di pubblico di una fiera come Acquabeach per svolgere una esposizione didattica, improntata quindi all educazione del pubblico nei Una mostra-mercato pensata non solo per i professionisti e le grandi aziende del settore, ma aperta anche ai negozianti e soprattutto alle associazioni ed ai privati, una formula vincente che abbiamo già osservato in giro per l Europa e che non poteva non riscuotere grande successo anche in Italia. Quest anno lo spazio dedicato agli acquari è stato di oltre 4000 metri quadrati, più del doppio rispetto a quello del 2011, proprio per poter ospitare tutti gli espositori. Betta macrostoma confronti delle specie esposte.la grande varietà di specie non selezionate di Betta e l impronta didattica del nostro stand sono risultate sicuramente la chiave del grande successo sia di pubblico durante la fiera che di critica nei giorni successivi, con commenti positivi ed entusiasti riguardo al nostro stand raccolti nei vari forum e portali di acquariofilia. Ore 09.00: l attesa è finalmente finita, si aprono i cancelli dell Acquabeach e i visitatori iniziano a fluire ininterrottamente, alcuni si fermano lungo il percorso dello spazio dedicato alle tartarughe, molti invece proseguono spediti verso la parte dedicata agli acquari. All ingresso dell Acquabeach troneggiano due grosse vasche, una allestita a marino tropicale di barriera, l altra invece a biotopo sud Americano dove nuotano dei meraviglios i Discus. L isola di tavoli centrale invece è riservata Per quanto riguarda il lato Betta non selezionati, le specie esposte sono state in totale 1 2, delle quali dieci allevate dai nostri soci: Betta macrostoma (mai esposti prima in Italia!), Betta unimaculata, Betta shalleri, Betta simplex, Betta rutilans, Betta channoides, Betta albimarginata, Betta splendens wild, Betta mahachaiensis (ex Betta sp.

7 6 Mahachai) e Betta smaragdina; Betta foerschi e Betta strohi invece mandati da un allevatore indonesiano per concorrere al II Italian Betta Show in giugno. Tutte le specie sono state esposte in grandi vasche completamente allestite, riscaldate e filtrate secondo le esigenze ed il benessere dei pesci. Immancabili le schede AIB presenti su tutte le vasche, non solo le informazioni generali di ciascuna specie ma anche un breve resoconto dell esperienza di allevamento dell allevatore: un giusto mix di teoria e pratica, per offrire al pubblico una panoramica completa riguardo Immancabile la vasca didattica Come riprodurre i Betta, dove una coppia di show plakat si è riprodotta durante la giornata di domenica e le vaschette dove abbiamo esposto tre diverse specie di cibo specie pressoché sconosciute nel nostro paese. L anello di congiunzione tra il mondo dei Betta non selezionati composto da quattro vasche di circa 20 litri ognuna dove abbiamo esposto quattro maschi: Betta splendens wild, B. splendens show plakat, B. splendens Halfmoon e B. splendens Crowntail per mostrare come siano state create le recenti varietà show dal loro comune progenitore nella sua forma naturale. Dagli allevamenti dei soci AIB sono arrivati numerosi B. splendens show di tutte le varietà e le Betta mahachaiensis vivo: dafnie, artemie e chironomus, ogni vasca corredata di scheda informativa con le caratteristiche nutrizionali ed i consigli per l allevamento e la somministrazione. Non poteva ovviamente mancare il nostro depliant informativo Betta: istruzioni per l uso, distribuito gratuitamente in centinaia di copie a tutti gli interessati. I bellissimi poster AIB su Betta selezionati e non, hanno catturato l attenzione di tanti appassionati che si sono soffermati a leggere. colorazioni, 80 quelli esposti contemporaneamente, circa 200 durante tutte e due le giornate della fiera. Quello che ha colpito il pubblico, oltre alle appariscenti pinne lunghe e coloratissime, è stato il modo di esporre i nostri pesci: vaschette singole da 3 litri per ogni esemplare, rigorosamente coperte, in totale contrasto con i Betta tenuti vergognosamente in poche dita d acqua all interno dei bicchieri in un altro stand.

8 7 Acquabeach ha realizzato un totale di visitatori, sarebbe presuntuoso ed infantile affermare di averle viste passare tutte al nostro stand, ma possiamo garantire che tutto lo staff AIB (1 2 persone in totale!) non ha avuto un attimo di pausa nelle due giornate per intrattenersi con tutti gli appassionati e semplici curiosi che sono venuti a trovarci. Per la nostra associazione si tratta forse del risultato più bello ed incredibile in questi due anni e mezzo di storia, non solo per il successo di pubblico, di critica e di visibilità, ma anche per come questa esposizione è stata concepita e realizzata. Con un pizzico di orgoglio vogliamo dire che molte delle nostre precedenti iniziative ci hanno sorpreso con qualcosa di speciale: la nostra prima uscita ufficiale del dove tanti appassionati si sono raccolti per aderire all Associazione, il primo campionato italiano riconosciuto dall IBC del 2011, che ha visto la partecipazione entusiasta di tantissimi allevatori da tutta europa e la conferma con l edizione del 201 2, dove abbiamo ritrovato un gruppo di amici di età, nazionalità e cultura totalmente eterogenee, eppure così affiatato ed unito dalla passione comune per i Betta. Ma l esposizione di Cesena ha qualcosa di davvero speciale perché rappresenta perfettamente la sintesi del grande lavoro svolto dal nostro meraviglioso gruppo: una cosa completamente nostra, nata in maniera molto spontanea dal contributo di tutti coloro che hanno voluto mettersi in gioco e soprattutto mettersi al servizio degli altri, dell'idea stessa di fare una cosa grande, quasi professionale, ma realizzata tra amici. Ed e' un po' la dimostrazione che l'associazione sta maturando, e' uno spazio aperto a gente che all'inizio non c'era ma e' arrivata e ha dato un contributo tale che e' come se ci fosse stata da sempre. GRAZIE!

9 8 : di Riccardo Dalla Pietà e Roberto Silverii Queste due meravigliose specie di Betta incubatrici orali fanno parte del complesso albimarginata, e sono originarie dell Indonesia, più precisamente dell'isola del Borneo. La parte Indonesiana dell'isola è il Kalimatan Orientale (in indonesiano si chiama "Kalimatan Timur", abbreviato Kaltim). La zona di origine è caratterizzata da un clima caldo ed estremamente umido, essendo una delle regioni indonesiane più sottoposte a precipitazioni ( mm annui) che rendono l'acqua dei fiumi e dei bacini molto tenera; inoltre le foglie ed i rami caduti la rendono più acida. Riguardo alla temperatura, per l allevamento in cattività è neccessario un termoriscaldatore per mantenere una temperatura superiore ai C, soprattutto nelle stagioni fredde, in quanto nel loro ambiente naturale la temperatura non varia di molto durante l'anno, mantendosi costante tra i 22 ed i 30 C. Essendo queste due specie molto simili tra di loro e facilmente confondibili, specialmente da un occhio poco esperto, forniamo alcune linee guida per la distinzione delle due specie e delle principali popolazioni. Per capire le reali differenze di "forma" tra le due specie del complesso Albimarginata prendiamo in considerazioni principalmente gli esemplari maschi, le femmine sono più difficili da riconoscere. In entrambi i sessi la differenza morfologica più importante è rappresentata dalla forma del cranio, infatti in Betta albimarginata il profilo dorsale si presenta omogeneo e lineare, mentre in Betta channoides (così chiamati per la somiglianza con i Channa, i pesci serpente ) il cranio è più largo ed appiattito e se osserviamo un esemplare di B. channoides lateralmente, osserveremo il profilo della testa rivolto verso il basso. Betta channoides -La pinna caudale presenta una banda esterna di colore nero che si interrompe di netto a circa 3/4 dell estensione totale a partire dal margine inferiore. -La colorazione è molto vivace e tendente al rosso mattone/bordeaux. -La testa non presenta una particolare colorazione nera, la sua estremità non è rivolta verso l'alto ma tende verso il basso. All interno della stessa specie, abbiamo differenze significative tra due distinte popolazioni - B. channoides "Melak" : hanno una colorazione tendente al rosso mattone con qualche riflesso brillante azzurro/verde sugli opercoli branchiali e sulle pinne pettorali e ventrali -"Pampang" : i B.Channoides "Pampang" hanno una colorazione tendente al rosso bordeaux estremamente vivace. Foto in alto a sinista Betta albimarginata Foto in basso a sinistra Betta channoides "Pampang" Foto a destra Betta channoides "Melak" Betta albimarginata - In questo caso la banda di colore nero copre la pinna caudale per tutta la sua estensione (non sempre copre tutto il bordo della pinna, l'importante è che non si interrompa di netto.). -La colorazione può variare in base alla "location" dell'esemplare e varia dal bruno/grigio al rosso mattone ed infine ad un rosso tendente all'arancione. -La testa presenta una colorazione nera molto evidente rispetto al "cugino" channoides soprattutto nella parte della bocca che si estende fino alle branchie. L'estremità della testa non tende verso il basso. Sono conosciute tre differenti popolazioni di B. albimarginata: - B.Albimarginata "Pampang : popolazione in cui la livrea tende all arancione. - B.Albimarginata "Malinau:" presentano una colorazione rosso mattone. - B.Albimarginata "Sebuku": hanno una colorazione piuttosto spenta in entrambi i sessi.

10 Le esperienze di allevamento all interno dell Associazione Italiana Betta Betta albimarginata Girovagando per il web mi sono imbattuto in una foto di questi pesciolini e subito mi sono innamorato di questi incubatori orali color "mattone". Da li a poco sono iniziate le mie ricerche per riuscire a portare a casa una coppia di questi pesciolini e grazie all'aiuto dell'associazione sono riuscito a mettere assieme i "pezzi" per creare una fantastica casetta da 30L a loro dedicata. Il 22 novembre del 2011 sono arrivati nella loro nuova dimora una coppia di fantastici B.Albimarginata (pensate che per l emozione e per restare a controllarli, la mattina successiva non sono nemmeno andato a lavorare!). Al momento dell'arrivo i pesci erano molto piccoli (circa 3/4cm), magri e parecchio stressati dal viaggio ma tutto sommato in buona salute. I primi giorni ho faticato un pò con l'alimentazione ma già alcuni giorni dopo mangiavano voracemente naupli di artemia, ostracodi e dafnie vive. Nel mese successivo ho inizato a utilizzare anche cibi surgelati tipo artemie adulte, chironomus, mysis ecc.. Il 1 5 dicembre ho osservato il primo tentativo di accoppiamento, non andato tuttavia a buon fine per l inesperienza del maschio. In seguito ad un secondo tentativo di riproduzione fallito ho iniziato ad informarmi sul web per capire cosa andava storto; trovai pochi argomenti ma tutti molto utili, e mi misi subito a lavoro per allestire una nuova vasca Betta albimaginata da 30 litri esclusivamente per provare riproduzione. La vasca era costituita da un fondo fatto da torba e sette/otto foglie di catappa. L'allestimento era formato da due piantine di Echinodorus più due piccoli vasi per creare eventuali nascondigli. L'acqua al 1 00% RO e molto..molto scura, tanto da non riuscire a vedere la parte posteriore della vasca! La temperatura della vasca si aggirava intorno ai 24/25 C e la filtrazione affidata ad in piccolo filtro ad aria per non disturbare eccessivamente i riproduttori. Al momento dell'inserimento del maschio nella vaschetta da riproduzione ho coperto 3 lati della vasca, la femmina l'ho lasciata nell'altra vasca in modo tale da poter alimentare meglio entrambi i pesci inoltre così facendo hanno avuto modo di rimanere tranquilli una settimana! Successivamente ho inserito la femmina, prima ho riempito la vasca con copepodi, più tardi ho coperto anche l'ultimo lato della vasca e ho atteso circa due giorni. Dopo tante sbirciatine al secondo giorno ho visto che finalmente si erano accoppiati!! Appena sono riuscito a vedere il maschio con la bocca "enorme" in quanto piena di uova ho tolto la femmina e scoperto un lato corto della vasca per riuscire a monitorare la situazione.. per me iniziava il conto alla rovescia! Quello che dicevano le schede di AIB e quella di IBC riguardante la riproduzione di questi incubatori mi facevano sperare che nel giro di 1 0/1 5 giorni avrei potuto iniziare ad alimentare i miei avannotti! Dopo la prima settimana di incubazione ero convinto che sarebbe stata la volta buona e invece.. 8, 9, 1 0, 11, 1 2, da questo giorno non ho smesso di cercare con lo sguardo il padre con la speranza di intravedere vicino a lui qualche avannotto. Trascorsi 1 5 giorni mi sono messo il cuore in pace e ho riempito la vasca con delle dafnie con la speranza che una volta rilasciati i piccoli, il maschio potesse trovare del cibo pronto ad aspettarlo. 1 7 giorno: in questo giorno non riuscivo a vedere il maschio e avevo una paura folle che fosse morto, inizialmente mi venne in mente di togliere le foglie di catappa per vedere se si trovasse li sotto ma dopo aver spostato il primo vaso..eccolo! Bellissimo ed in gran forma, evidentemente la settimana di alimentazione senza stress della femmina aveva funzionato!! 1 8 giorno: l'attesa era ormai diventata ansia.. osservando la vasca ho notato poche dafnie e poco dopo il maschio... zac.. eccolo il predatore! Aveva appena morso una dafnia senza riuscire a mangiarla... I piccoli saranno nati? li avrà mangiati? La colorazione dell'acqua non aiutava! Decisi di smontare la vasca e spostando le prime foglie di catappa vidi dei piccoli albimarginata immobili.. Allora provai a togliere tutte le foglie per cercare di capire quante "boccucce" c'èrano da sfamare. Riuscii a scorgere una decina di testoline (i piccoli sono tutta testa) scure con il 9

11 10 contorno degli occhi bianco.. la soddisfazione era unica!! Un'esperienza che molti di voi hanno avuto quindi potete capire, per questo è bello condividerla!! Le artemie sono diventate il loro cibo principale seguito da bananaworms. Nel frattempo ho spostato il padre in una terza vasca per farlo recuperare dalla fatica dei 1 8 giorni di incubazione ed infini l ho rimesso di nuovo con la sua compagna. miglioramenti per garantire la tranquillità dei piccoli in accrescimento: ho inserito due radici e molto muschio sulla parte posteriore. Queste sono le prime foto fatte ai piccoli albimarginata(circa a 8 giorni dal rilascio del padre) nelle prime due si vede la colorazione più vicina a quella reale(le altre sono falsate dall'illuminazione della vasca) in quelle sotto si notano la livrea ("maculata") e gli occhietti contornati di bianco. A circa un mese dalla nascita la vasca ha subito dei leggeri Per quanto riguarda l alimentazione invece dopo il primo mese ho integrato con dei supernutritivi grindal ed al secondo mese già mangiavano dafnie vive e cibo surgelato. Alla fine sono risultati essere 24 piccoli con una piccola prevalenza delle femmine (ho avuto quattro femmine in più dei maschi), nelle foto sotto hanno circa 2 mesi, nella seconda foto si nota già la differenza di livrea tra maschio e femmina!. Con grande soddisfazione dedico questa riproduzione a tutta l'aib! Betta channoides Ho da sempre ammirato questo piccolo e colorato incubatore orale e desiderato una coppia per anni..quindi immaginerete la delusione ed il dispiacere di trovare la femmina morta all arrivo dall importazione! Pochi mesi dopo però, durante un viaggio in Russia, ho trovato diversi Betta channoides in vendita in un negozio di acquari a Mosca. Non mi sono fatto sfuggire l occasione ed ho così riportato a casa una bellissima coppia. La vasca che avevo preparato per loro (e dove già risiedeva il maschio del precedente import) è un 25litri netti allestito con ghiaino medio-fine di colore scuro ricoperto di foglie di quercia, una radice, alcune Cryptocoryne sp., Vesicularia dubyana, diversi steli di Ceratophyllum demersum e Pistia strationes. Nessuna luce artificiale, dato che la vasca si trova proprio davanti alla finestra e nessun riscaldatore, in quanto la Femmina channoides in livrea da riproduzione bibliografia riportava che questi pesci preferiscono temperature più fresche (senza scendere sotto i 20 C), presente invece un piccolo filtro caricato con lana di perlon. L alimentazione durante le prime 2-3 settimane si è basata esclusivamente su naupli di artemia appena schiusi che ho integrato giorno dopo giorno con delle artemie adulte surgelate, chironomus e mysis, man mano che gli esemplari crescevano. Ho anche aggiunto del ferro chelato all acqua, in modo da avere una concentrazione di 0,5mg/litro. La differenza di livrea tra i due maschi si è subito notata, infatti il maschio arrivato con l importazione dalla Betta channoides melak femmina Thailandia era chiaramente appartenente alla popolazione Pampang, mentre la coppia presa a Mosca, apparteneva alla popolazione Melak. Date le dimensioni maggiori, il maschio Melak si è subito rivelato il dominante ed è stato così lui il primo a riprodursi con la femmina. Il rituale di accoppiamento è iniziato due giorni prima della copula vera e propria, durante queste due giornate osservavo solo raramente i due riproduttori che rimanevano nascosti dietro la radice presente in vasca. Davvero incredibile è il cambiamento di colore della femmina durante l accoppiamento: la livrea infatti da grigio-gialla con Giovane Betta channoides femmina pinne trasparenti diventa molto scura, con evidenti bande verticali e le pinne rosso mattone scuro bordate di nero! Questa colorazione può generare confusione nei meno esperti, tanto che ho visto alcune foto nel web di esemplari femmina scambiati per maschi. L accoppiamento (che sono riuscito ad osservare due mesi dopo, quando si sono riaccoppiati in una seconda vasca, sotto le foglie di quercia) è davvero affascinante: l abbraccio tipico dei Betta si svolge sul fondo ed il maschio raccoglie le poche (e grandi!) uova rilasciate dalla femmina nella pinna anale, che assume una forma concava. La femmina le raccoglie subito, prendendole nella sua bocca..inizia così uno degli spettacoli più belli che la natura possa offrire: la femmina staziona sul fondo, con la testa rivolta verso l alto ed il maschio si dispone sopra di lei, spostato leggermente indietro. La femmina a questo punto inizia a sputare e riprendere velocemente le uova, una per una, fino a quando il maschio riesce a prenderle. Una volta che la femmina ha passato tutte le uova che aveva in bocca, i riproduttori tornano ad

12 11 abbracciarsi e a ripetere di nuovo il rituale. Di norma questi piccoli incubatori orali sono meno prolifici dei costruttori di nido, tuttavia arrivano a produrre (e di conseguenza incubare nella loro cavità orale) anche 40 uova! Dopo l accoppiamento il maschio assume una colorazione molto sbiadita, quasi grigia e resta rintanato per tutto il tempo dell incubazione. Il cambiamento di colore mi ha aiutato moltissimo nel non perdere le speranze 1 5 giorni dopo, quando il maschio sembrava non avere più uova nella sacca orale. Un altro carattere distintivo che il maschio sta incubando è il classico movimento di ruminazione che compiono gonfiando d acqua la sacca orale per mescolare e quindi ossigenare le uova, per evitare che ammuffiscano. L incubazione è durata la bellezza di 21 giorni, in quanto la temperatura dell acqua oscillava tra i 20 Ho somministrato naupli di artemia per un mese e mezzo, poi ho iniziato con le artemie surgelate adulte ed i chironomus, entrambi somministrati sminuzzati. Un errore che ho commesso è stato quello di permettere l incrocio tra il maschio Pampang e la femmina Melak..tuttavia ho sempre tenuto separati i piccoli delle diverse nidiate, quindi attualmente mi ritrovo soltanto con una colonia di circa 1 0 sub adulti Betta channoides Melak F2 in una vasca di 50 litri. Ritengo molto importante quello che ho osservato in questi pesci riguardo la temperatura dell acqua: i Betta channoides, almeno nella mia esperienza, preferiscono temperature tra i 20 (si sono addirittura riprodotti a 20 C) ed i 26 C..con temperature superiori si dimostrano apatici, sofferenti, inappetenti e più vulnerabili alle ed i 21 C (con una temperatura di 25 C, l incubazione dura invece 1 5 giorni). Il ventunesimo giorno ho avuto la fortuna di assistere al rilascio degli ultimi due piccoli da parte del maschio: il padre apre la bocca e lascia uscire un piccolo per volta. Gli avannotti, completamente formati (assorbono il sacco vitellino ancora nella sacca orale del padre) dopo un paio di giri su loro stessi in preda alla confusione si rifugiano immediatamente sotto le foglie di quercia. Il giorno dopo ho rimosso il padre, spostandolo in una sala parto in rete per alimentarlo e fargli recuperare al meglio i 21 giorni di digiuno forzato. Per diversi giorni ho alimentato alla cieca i piccoli con naupli di artemia appena schiusi: non riuscivo infatti a vedere nemmeno un avannotto, ma ho continuato ad inserire naupli in vasca sicuro che fossero tutti nascosti sotto le foglie. Col passare dei giorni i piccoli iniziavano a venire allo scoperto e con piacere ho notato che la mia prima riproduzione si attestava a circa 25 piccoli channoides. malattie, tanto che questa estate, dopo 2 mesi con temperature in vasca superiori ai 30 C ho perso tutti e tre i riproduttori adulti. In definitiva, consigliamo a tutti gli amanti dei Betta di allevare questi piccoli combattenti incubatori orali, in quanto sono dei veri e propri mini-gioielli con un carattere che non ha nulla da invidiare ai cugini più grandi! Nel nostro forum nella sezione Betta non selezionati Incubatori orali trovate le nostre esperienze raccontate giorno dopo giorno! Avannotto di Betta channoides di pochi giorni A sinistra un accoppiamento: la femmina raccoglie le uova dopo l'abbraccio Avannotti di Betta albimarginata Sopra una giovane femmina e sotto un giovane maschio di Betta channoides che si nutrono di naupli Maschio che sta incubando le uova.

13 12 Di Marco Marsili (MarZissimo) La passione per i Labirintidi all'inizio dell'autunno del era alle stelle. Avevo appena finito di tirar su la mia prima covata di Betta unimaculata e non vedevo l'ora di tuffarmi in un'altra avventura. Fu proprio in occasione dell'acquabeach che vidi, di fronte al tavolo di esposizione AIB, una vasca di un mio carissimo amico che in questa sede ringrazio ancora una volta, in cui nuotavano tre pesci un pò schivi e dai colori piuttosto scuri. "Patrick, ma che pesci sono quelli?" "Sono Betta schalleri, Marzo." E da lì tutto è cominciato... Come altri esponenti dello stesso complesso anche questa specie raggiunge dimensioni degne di nota, quindi non stiamo più parlando del pesciolino da 3,5cm...bensì di un bestione adulto (specialmente la femmina) da cm con un bel caratterino. Infatti non è raro vedere parate ed inseguimenti anche abbastanza decisi tra esemplari della stessa specie, in particolar modo tra individui dello stesso sesso. Altra caratteristica che possiamo ricondurre anche agli altri esponenti del medesimo complesso è quella di essere un incubatore orale paterno, con un periodo di incubazione che varia dai 1 0 ai 1 5 giorni, con una media di 1 2. Una breve presentazione Il Betta schalleri è stato ritrovato nell'isola di Bangka, a 5km a nord dalla città di Payung lungo la strada verso Pangkalpinang (la capitale), in Indonesia. L'isola di Bangka ha una superficie di circa 1 2 mila km quadrati e una popolazione di circa 630 mila abitanti. Essa è divisa a ovest dalla costa orientale del Sumatra dallo stretto di Bangka - una "striscia" di mare lunga 1 80km e larga dagli 11 ai 27km - e a nord è bagnata dal Mar Cinese Meridionale, a sud dal Mar di Giava e a est è divisa dall'isola di Belitung dallo stretto di Gaspar. Cartina in cui è evidenziata la posizione dell'isola di Bangka Fonte: Wikipedia Il territorio dell'isola è prevalentemente collinoso e coperto di acquitrini, mentre per quanto riguarda la temperatura, essa staziona su range medio-alti, con una variazione (stime relative alla zona di Payung) di 6-7 C tra massima e minima, che di solito sono rispettivamente 32 e 24 gradi centigradi in tutta la durata dell'anno solare, con punte di massimo o minimo che poco si distaccano dai numeri menzionati poc'anzi. Questa specie fa parte del complesso Pugnax, che comprende: - Betta apollon (Schindler & Schmidt, 2006) - Betta breviobesus (Tan and Kottelat, 1 998) - Betta cracens (Tan & Ng, 2005) - Betta enisae (Kottelat, 1 995) - Betta ferox (Schindler & Schmidt, 2006) - Betta fusca (Regan, ) - Betta kuehnei (Schindler & Schmidt, 2009) - Betta lehi (Tan & Ng, 2005) - Betta pallida (Schindler & Schmidt, 2004) - Betta prima (Kottelat, 1 994) - Betta pugnax (Cantor, 1 849) - Betta pulchra (Tan and Tan, 1 996) - Betta raja (Tan & Ng, 2005) - Betta schalleri (Kottelat and Ng, 1 994) - Betta stigmosa (Tan & Ng, 2005) Betta schalleri, coppia In natura sono stati ritrovati in corsi d'acqua con moderata corrente, fondale argilloso, e relativamente poco profondo. La luce che filtra attraverso le piante emerse e incide sulla superficie è poca e tutto l'ambiente è circondato da detriti e foglie secche, che sono ben presenti anche sul fondo e lungo le sponde dello specchio d'acqua. In un ambiente simile è chiaro che il pesce si senta al sicuro e vi si è adattato adottando un pattern marrone scuro, molto poco appariscente. Le poche scaglie iridescenti sono ben presenti, come nella maggior parte degli incubatori orali appartenenti al complesso Pugnax, negli opercoli branchiali dei maschi adulti, il che risulta essere anche una chiave distintiva molto utile nel sessaggio degli esemplari di questa specie. Come è stato detto in precedenza si tratta di un pesce molto grande per la sua famiglia, che può raggiungere anche i 1 2 centimetri, soprattutto con le femmine, che al contrario dei maschi che incubano sopportando alcuni giorni di digiuno, possono alimentarsi senza restrizioni. La pinna anale è molto più sviluppata nei maschi, che al contrario delle femmine tendono ad apparire più esili anche come corporatura. La caudale è arrotondata nelle femmine, mentre termina a punta, quasi a ricordare una coda "a spada" presente in molte selezioni di altri pesci (penso ai guppy in primo luogo, per fare un esempio), nei maschi. Le ventrali terminano con dei filamenti molto lunghi nei maschi e di pochi centimetri nelle femmine.

14 d'allevamento non disdegnano nemmeno il secco. Betta schalleri, gruppo Come allevarli Sono pesci molto molto robusti, ma non per questo possono venir meno quelle che sono le caratteristiche chimico/fisiche della vasca destinata ad ospitarli. Come già accennato si tratta di pesci di media taglia con un carattere non troppo docile, per cui almeno 80cm (un metro ancora meglio) di lato lungo lo pretendono, così come un allestimento fatto di moltissimi nascondigli, moltissime barriere visive e un fitto strato sul fondo fatto di foglie secche. Per ammirare i loro comportamenti e la loro livrea, la vasca deve essere scura, con pochissima luce che incide direttamente sul fondo, quindi molto importanti sono anche una fitta vegetazione superficiale unita in caso ad eventuali pezzi di legno/sughero galleggianti, utilissimi a schermare i raggi luminosi. L'acqua deve essere abbastanza acida (ph < 6,5), non troppo dura (conducibilità < 1 50us) e ricca di tannini. In questo caso può essere utile l'utilizzo della torba sia all'interno del filtro, sia posta sul fondo della vasca, insieme alle foglie secche, che contribuiranno anch'esse al rilascio dei tannini che saranno responsabili dell'ingiallimento dell'acqua. Per la temperatura basta fare riferimento ai valori riportati in precedenza relativi al luogo di origine, e abbassarli di tre/quattro grandi per avere una stima grossolana della temperatura da impostare nella vasca di allevamento, che secondo quanto detto viene ad essere un valore compreso tra 20 e 28 con un buon valor medio di 24 gradi centigradi, preferibilmente da far oscillare di poco secondo variazione stagionale Per quanto riguarda l'alimentazione è possibile davvero sbizzarrirsi con quasi tutto il cibo vivo che solitamente si somministra in acquariofilia, ovvero camole della farina e del miele -dosate con parsimonia perchè molto grasse-, piccoli grilli, lobrichi -utilissimi per far riprendere un maschio in seguito ad un digiuno forzato causa incubazione-, drosophyle, enchitrei, dafnie, artemie adulte, bloodworms, chironomus e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente se il cibo non dovesse essere disponibile è possibile ripiegare sul congelato di buona qualità e solo saltuariamente, in casi di vera emergenza, esemplari di Betta schalleri maschio Betta schalleri femmina Veniamo ora alla riproduzione. Come scritto in precedenza si tratta di un incubatore orale paterno, quindi anche in questo caso, come avviene solitamente, è la femmina che prende l'iniziativa cercando un maschio disponibile all'accoppiamento. Una volta trovata "l'intesa" con l'esemplare del sesso opposto i due cercano un luogo riparato preferibilmente sopra una superficie liscia e a mezz'acqua si accoppiano secondo il classico abbraccio in cui il maschio cinge la femmina in una sorta appunto di "abbraccio", e nel mentre lei, posizionata in verticale e in uno stato di trance, espelle le uova, mentre lui espelle lo sperma che andrà a fecondarle. Una volta eseguito questo rituale è la femmina che si incarica di raccogliere con la bocca le uova appena fecondate, e una volta raccolte, le "passa" al maschio che le "riceve" al volo, con la bocca, iniziando l'incubazione. Questo procedimento viene ripetuto moltissime volte, fino a che la femmina ha esaurito tutte le uova che aveva prodotto. 13

15 14 A tale riguardo mi preme avvisare che è una specie molto prolifica e non è raro trovarsi davanti covate di più di cento avannotti e quindi è bene prevedere già da subito una eventuale sistemazione di questi ultimi. Importante, come in tutti gli incubatori orali paterni, impostare la colonia iniziale con una sex-ratio sbilanciata in favore dei maschi, perchè in questo modo la femmina, che è un vero e proprio motorino generatore di uova, riesce ad alternare i partner, non costringendo sempre lo stesso maschio a dei priodi di digiuno forzato continui che alla lunga potrebbero accorciargli notevolmente l'aspettativa di vita. Questa "debolezza", in questo caso attribuita al sesso maschile, è anche la ragione per cui nelle covate delle specie incubatori orali è frequente avere una sex-ratio sbilanciata in favore del sesso dell'incubatore. Betta schalleri, coppia La mia storia Ed eccoci arrivati alla mia esperienza... Riprendo da dove mi ero fermato, ovvero al dialogo con il buon Patrick Egger. "Allora me li prenoto tutti e tre" "Va bene, sono due maschi e una femmina", rispose Patrick. Al termine della manifestazione, ritirati i pesci, mi sono rimesso in macchina con direzione Ancona. Dopo un viaggio di ritorno "della speranza" (ho dormito tre ore in tutto i due giorni della fiera) sono arrivato a casa la sera tardi e senza pensare a molto ho messo il trio di Betta nel cubo da 1 50 litri con dimenione 50x50x55cm, dimora invernale dei miei Macropodus spechti che nel frattempo si godevano le vacanze nel mio balcone in una tinozza da 1 30l. Allestimento assolutamente spartano con un mazzo enorme di rami/foglie di quercia e della Vallisneria piantata un pò all'ombra del cassettone contenente la parte esterna con felce e Hydrocotyle piantate in emerso e volgenti "a cascata" sullo specchio d'acqua. La vasca era rimenpita con un mix al 50% di acqua di rubinetto e osmosi. Temperatura sui non di più (fortunatamente anche se in quel periodo faceva molto caldo -ricordo erano gli inizi di Settembre- non ho avuto picchi di afa e calura all'interno della casa). Dopo aver inserito il mazzo di quercia e i pesci ho spento tutto, cervello compreso e sono andato a riposare...per dodici ore consecutive (ero proprio alla frutta). Il giorno seguente era quello decisivo, perchè non solo speravo che fossero tutti vivi, ma avevo ancora "l'incognita cibo", e sebbene avessi tarme, vermi e artemie vivi, ero un pò scettico sul surgelato...per non parlare del granulare. Appena arrivato di fronte alla vasca ho visto la femmina molto attiva, mentre i maschi erano messi malino...uno in particolare era in primo piano sul fondo con la livrea che mostrava evidenti segni di stress. Dopo aver fatto i vari scongiuri del caso ho pensato di offrire catappa in quantità industriali (6 foglione) e di provare a invogliarli con delle tarme della farina. Appena messa giù, la prima se l'è aggiudicata la femmina (come previsto), la seconda un maschio e fortunatamente il terzo esemplare ha avuto anche lui la sua dose di cibo, fiondandosi sull'ultima tarma che ho somministrato. Per "contorno" ho fatto piovere un bel pò di artemie surgelate che con mia grande gioia hanno fatto impazzire i pesci che si sono subito riattivati e hanno spazzolato tutto in poco tempo. Il giorno seguente quando mi sono alzato sono andato subito a vedere come stavano e ho subito notato che la femmina aveva un comportamento strano: andava in parata davanti ai due maschi, alternandosi con uno e con l'altro, mettendosi in posizione verticale a pinne spiegate, con il dorso rivolto verso il maschio e la testa all'ingiù. Questi rispondevano nei primi momenti, ma poi sembravano non curarsene molto. Ho somministrato un lauto pasto a base di chironomus bianco misto ad artemia surgelati e poi, mentre ero lì uno dei due maschi, finito il pasto, ha deciso che era ora di accoppiarsi davanti ai miei occhi. In realtà come è successo per gli unimaculata io ho visto soltanto le prove di abbraccio, e appena ho realizzato cosa stava succedendo ho subito staccato la faccia dalla vasca e sono andato via lasciandoli in pace, pieno di gioia. La stessa sera, dopo cena, sono andato a controllare ed effettivamente la femmina e uno dei due maschi andavano "in coppia" in giro per la vasca, mentre il terzo mi fece prendere uno spavento perchè era diventato invisibile in mezzo alle foglie di quercia, che gli offrivano un ottimo riparo da tutti, sia dagli occhi dei curiosi, sia degli altri due. In quella posizione altro non faceva se non "ruminare" le sue uova all'interno della bocca. Purtroppo non ho visto nessun avannotto a seguito di quella incubazione, forse perchè erano appena arrivati nella nuova sistemazione, forse perchè erano ancora stressati dal viaggio, oppure perchè, come mi sono reso conto successivamente, la sistemazione che avevo offerto io era del tutto inadatta.

16 Infatti come ho detto in precedenza ho scoperto che questi pesci hanno un bel caratterino, e un cubo, seppur dal litraggio importante, è sicuramente una sistemazione non consona ad un tio adulto, per cui mi sono ripromesso che in poco tempo avrei trovato per loro una sistemazione più consona. Purtroppo i giorni scorrevano e gli impegni tra università e lavoro si accavallavano, per cui non sono mai stato in grado di mantenere la parola data. I pesci dal canto loro crescevano e ogni tanto si sfidavano in parate intimidatorie e qualche rincorsa, ma senza tragedie. L'unico problema era appunto la mancanza per il maschio in incubazione -le riproduzioni infatti nel frattempo fioccavano-, di un luogo sicuro e appartato dove gli altri due non potessero trovarlo. Di isolare il maschio mentre incubava nella classica sala parto in rete non se ne parlava, era troppo grande e non mi andava assolutamente di fargli spendere un altro periodo di stress in così poco spazio. La soluzione al mio problema me la diedero i pesci stessi. Un bel giorno infatti mentre me ne stavo a programmare sul tavolo della sala, con la coda dell'occhio sempre curioso in merito a cosa accadeva nel cubo, ho intravisto qualcosa di piccolo muoversi. Ho pensato subito: "che bello della microfauna che cresce in vasca", mi sono girato per bene e con sommo stupore ho visto un avannotto grande come un guppy appena partorito che mi salutava da dentro la vasca, nascosto tra i rami dell'hydrocotyle. Betta schalleri, da sinistra: femmina, subadulto Spero di avervi messo un grillo in testa, e che quando avrete una vasca vuota da almeno cm di lato lungo, ripenserete a questo articolo e magari vi verrà vogli di allevare questo splendido pesce, che con la sua maestosità e imponenza vi ripagherà di tutte le fatiche e di tutto l'impegno che impiegherete per allevarlo al meglio. Betta schalleri, maschio che incuba Inutile dire che ne cercai altri, ma non trovai nulla, e cercando di pescare il supersite ottenni solo l'effetto contrario: appena vide il retino, sparì nella fitta vegetazione. Un pò dispiaciuto chiusi tutto e andai a cena, per poi però ritornare con il muso attaccato al vetro, per vedere come se la passava il mio piccolo amico. Improvvisamente mi accorsi essercene più di uno, e così cercai in tutti i modi, con un secondo tentativo, di isolare i due malcapitati. Anche questo tentativo fallì miseramente, e a quel punto decisi di lasciar perdere e seguire il detto "come va, va." Dopo tre mesi la colonia aveva alcuni esemplari in più. Ebbene si, i piccoli sono sopravvissuti e si sono rivelati essere in buon numero: addirittura cinque! Betta schalleri, subdulto Ringraziamenti Mi sento, arrivato alla fine di questo articolo, in dovere di ringraziare l'aib per avermi dato l'opportunità di pubblicarlo, ed infine tutti gli amici che mi hanno aiutato nell'allevamento di questi pesci; amici che non solo mi hanno fatto notare i miei errori, ma mi hanno anche spinto a migliorare e con me anche la qualità della vita dei miei pesci, che oggi potete osservare nelle vasche del socio Gastone, che ringrazio personalmente per avermi concesso di pubblicare su questo articolo le sue bellissime foto. 15

17 16 :. Lo Show Plakat è la varietà a pinne corte oggi più diffusa nei concorsi internazionali. La sua caratteristica è di associare alla forma tradizionale a pinne corte una caudale a mezzaluna (halfmoon) come nei più noti Betta da concorso a pinne lunghe. L'equilibrio delle forme di questa varietà, unito alla bellezza della caudale e alla robustezza delle pinne corte, che resistono meglio all'età, rendono gli Show Plakat molto apprezzati tra tutti gli allevatori che partecipano ai concorsi. Inoltre, questa varietà ha contribuito più di ogni altra allo sviluppo dei nuovi colori metallici e dragon introdotti in Asia negli ultimi dieci anni. Note generali Come per gli altri Betta, gli standard non ammettono alle esposizioni pesci le cui dimensioni siano inferiori a 3,81 cm per i maschi e 3,5 cm per le femmine, pinne escluse. Per garantire un equilibrio complessivo, la pinna dorsale e la pinna anale non devono mai superare eccessivamente lo sviluppo in altezza del corpo e la caudale non deve essere piu lunga di 1 /3 del corpo. Esattamente come nelle altre varieta di Plakat, ci si aspetta che gli esemplari mostrino un corpo più robusto e un comportamento più vigoroso e vigile rispetto alle varietà a pinne lunghe. Non esistono specifiche sul colore, in quanto pesci appartenenti alla stessa varietà di forme, con colori diversi, vengono giudicati in classi differenti. Questi standard si applicano solo ed esclusivamente a Show Plakat con coda singola, mentre i doubletail plakat vanno giudicati in apposita classe. Forme Il corpo deve avere una forma simmetrica rispetto ad una immaginaria linea laterale con un profilo del dorso lineare, senza avvallamenti o gobbe. Il peduncolo caudale deve essere robusto per consentire un'apertura ideale della pinna caudale. La pinna dorsale deve avere una forma semicircolare ampia ed aprirsi come un ventaglio. La sua lunghezza deve essere pari alla metà della pinna anale. La maggior dimensione rispetto alla dorsale di un Traditional Plakat si ottiene con un moderato incremento della ramificazione dei raggi oppure con un numero maggiore di raggi. E' preferibile che tutti i raggi siano di lunghezza confrontabile e quelli anteriori siano verticali o leggermente arrotondati. La parte posteriore della dorsale deve sovrapporsi leggermente alla caudale mantenendo una altezza comparabile. La pinna non deve invece sovrapporsi al corpo. La pinna anale ha forma trapezoidale con il margine anteriore più corto rispetto al posteriore. Quest'ultimo, quando il pesce è in parata, dovrebbe sovrapporsi alla porzione inferiore della pinna caudale, mentre quello anteriore dovrebbe proiettarsi in avanti. Il profilo inferiore dell'anale deve essere inclinato in maniera uniforme e chiudersi a punta, con il raggio più lungo pari al doppio dei raggi della caudale. La pinna caudale deve avere una forma a mezza luna (come una lettera D) alla stessa maniera di un Halfmoon a pinne lunghe. L'apertura deve essere a 1 80 con raggi dritti e di pari lunghezza. I raggi alle estremità devono essere netti, lunghi e non arrotondati. La ramificazione dei raggi deve essere omogenea ed arrivare al secondo livello o oltre, senza diventare eccessiva. Un'apertura superiore a 1 80 (Overhalfmoon) è accettabile ma non è un fattore preferenziale. Le pinne ventrali devono essere piene, di forma simile ad un coltello con la lama rivolta all'indietro. La lunghezza dovrebbe essere pari a quella del raggio più lungo dell'anale e dovrebbero essere uguali tra loro, muoversi in maniera indipendente e non avere punte multiple. Femmine Solitamente le femmine presentano dimensioni più ridotte ed una forma del corpo più femminile, ovvero meno tozza, e più arrotondata nella zona addominale, dove deve essere ben visibile l ovopositore. L'assenza di un apparato riproduttivo ben formato - eventualmente verificata in trasparenza con una luce diretta - è causa di squalifica. Pur rimanendo valido il discorso delle forme e delle proporzioni fatto per i maschi, le pinne delle femmine Show Plakat hanno dimensioni marcatamente inferiori a quelle dei propri partner. La pinna dorsale dovrebbe in linea di principio avere una apertura a ventaglio simile a quella del maschio e una dimensione maggiore rispetto a quella attesa per una femmina Traditional Plakat.

18 17 : di Alessandro Distefano "Purtroppo è finito" questo era il pensiero che aleggiava mentre si metteva ordine nella serra di Davide Robustelli alla fine dell'evento: sono state giornate estenuanti, ma l'entusiasmo era al massimo. Da sinistra Sabrina Dichne,Manuela Barwald, Peter Barwald, Sven Wagner, Josip Kevari. Tre giorni passati in compagnia, con persone provenienti da vari paesi europei che pur essendosi viste sì e no un paio di volte stavano assieme come in una famiglia. Come sempre le esigenze lavorative e di viaggio dei partecipanti, che arrivano anche da oltre 700 km di distanza, hanno reso indispensabile il prolungamento dei tempi di sistemazione dei pesci per categoria fino al venerdì sera e lo spostamento del giudizio al sabato mattina. Claire Pavia e Jean- Michel Jeannerat sistemano i pesci vincitori per classe. Nel frattempo prosegue il giudizio Il mattino del Sabato i giudici IBC Claire Pavia, Jean-Michel Jeannerat, Peter Barwald e Sabrina Dichne e gli apprendisti Manuela Barwald, Sven Wagner e Josip Kevari si sono messi all'opera per giudicare 228 betta show provenienti da 32 allevatori di dieci differenti paesi (Italia, Svizzera, Germania, Olanda, Slovenia, Austria, Russia, Thailandia, Indonesia, Filippine). Peter Barwald e Sven Wagner etichettano le vasche dei pesci vincitori. Già alle 11 l'atmosfera era rovente sotto tutti gli aspetti, tra il caldo umido della serra, gli animi di chi fremeva per visitare la mostra e l'attesa dei risultati.mentre la macchina ben oliata dei giudici procedeva nel lavoro, l'eccitazione si faceva quasi palpabile. Si sentiva nell'aria una frenesia ed un'elettricità unica nel suo genere. Frenesia che ha avuto il massimo picco quando, verso mezzo giorno, c'è stata la scelta del best of show tra cui era candidato uno dei Betta del nostro Topo (Andrea Queirolo) Un maschio che infatti poi gli ha valso il titolo di Reserve B.O.S. male. A detta dei giudici la scelta del B.O.S. è stata molto sofferta, tutti i pesci finalisti meritavano di avere questo titolo. Mentre è stato molto più facile e veloce il giudizio dei best of Variety che è valso ad Andrea ben tre piazzamenti. Ma Andrea non non è stato l'unico degli italiani a vincere: complessivamente ci sono stati ben undici primi posti, otto secondi posti, otto terzi posti e cinque premi tra Best of Variety, Reserve B.O.S. male e New breeder B.O.S. female, per un totale di 32 piazzamenti! Nel pomeriggio c'è stato il giudizio dei betta wild, cioè le specie non oggetto di selezione ma allevate nella loro forma naturale, tra cui tutti i Betta diversi dallo splendens. Tra queste, solo 2 delle 9 specie presenti veniva da allevamenti asiatici, le restanti provenivano tutte da allevatori AIB! Nel tardo pomeriggio si è svolta la prima asta in cui la guest star di questo show Rajiv Masillamoni ha fatto da banditore! Due parole su Rajiv, una persona unica: è uno dei tre allevatori a cui dobbiamo la varietà Halfmoon, quindi un' autorità nel campo dei Betta! Ma davvero sorprendente nei modi: una persona di incredibile gentilezza, disponibilità, Da sinistra Eugenio Fornasiero, Rajiv Massilamoni, Roberto Silverii e il padrone di casa Davide Robustelli Eugenio fornasiero e Roberto Silverii il cuore dell'aib mentre svolgono l'aspetto burocratico del contest e aggiornano chi non è potuto esserci

19 18 affabilità... l'unica cosa che posso dirvi è consigliarvi di conoscerla! Magari al prossimo show. Se ci sarete. La giornata si è chiusa con una grande cena in un ristorante del posto, in un clima di grande affiatamento e condivisione di questa passione. La Domenica mattina oltre alle foto c'è stata la cerimonia di premiazione: alcuni allevatori, tra cui Jolanda Shär, Andrea Queirolo, Maurizio Tomei e Peter Barwald, che ritirava i premi anche per altri partecipanti, chiedevano scherzosamente di rimanere in piedi, per evitare di alzarsi e sedersi di continuo dato il numero di premi raccolti! Dopo la seconda asta, per molti era il momento di partire: casa loro era distante e dovevano macinare diversi chilometri. Per molti di noi e dei nostri ospiti stranieri il saluto è stato: "Ci vediamo il prossimo anno!" In molti casi detto in uno stentato ma apprezzatissimo Italiano! Ci limitiamo a queste poche parole e alcuni potrebbero chiedersi come mai, visto che al primo show si è dedicato quasi un bollettino intero. Primo sul forum AIB (e su vari altri forum internazionali) ci sono altri reportage molto completi e con molte foto. Secondo, ma più importante, preferiamo lasciar parlare le immagini che in molti casi dicono più delle parole. Tutta la redazione vi attende al prossimo bollettino o al prossimo evento. Concludo con i necessari ringraziamenti a chi ha aiutato l'aib e ha reso questo evento così speciale a cominciare dall'azienda agricola Robustelli per l'ospitalità ai grandi fratelli Tomei, Alberto Montalbetti, Eugenio Fornasiero, Andrea Queirolo con la mitica Sara, Andrea Gollin, Riccardo Della Pietà, Marco Marsili, Davide Mazzilli, Matteo Grassi, Marco Miceli, Rajiv Masillamoni, Jolanda Shär, i giudici IBC Claire Pavia, Jean-Michel Jeannerat, Peter Barwald e Sabrina Dichne, Manuela Barwald, Sven Wagner e Josip Kevari... Ultimo, ma non ultimo, Roberto Silverii. Sono conscio di essermi dimenticato di qualcuno e me ne scuso. Buona visione e buona Bettofilia a tutti! Alcuni dei Betta in gara

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