Resoconto intermedio di gestione

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1 Resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2015

2 Società per azioni Sede Legale: Bergamo, Piazza Vittorio Veneto 8 Sedi Operative: Bergamo, Piazza Vittorio Veneto 8; Brescia, Via Cefalonia 74 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Codice Fiscale, Partita IVA ed iscrizione al Registro delle Imprese di Bergamo n ABI Albo delle Banche n Albo dei Gruppi Bancari n Capogruppo del Gruppo Bancario Unione di Banche Italiane Capitale sociale al 30 settembre 2015: Euro i.v.

3 Indice UBI Banca: cariche sociali... pag. 3 Gruppo UBI Banca: principali partecipazioni al 30 settembre pag. 4 Gruppo UBI Banca: articolazione territoriale al 30 settembre pag. 6 Gruppo UBI Banca: principali dati e indicatori... pag. 7 Il rating... pag. 8 Il titolo UBI Banca... pag. 10 RELAZIONE INTERMEDIA SULL ANDAMENTO DELLA GESTIONE CONSOLIDATA AL 30 SETTEMBRE 2015 Lo scenario di riferimento... pag. 14 Gli eventi rilevanti del terzo trimestre pag La trasformazione di UBI Banca da società cooperativa per azioni in società per azioni... pag L approvazione in Italia delle regole per il salvataggio interno delle banche (recepimento della Bank Recovery and Resolution Directive BRRD)... pag Le variazioni dell area di consolidamento... pag L evoluzione della struttura organizzativa di UBI Banca... pag L articolazione territoriale e il posizionamento di mercato... pag L evoluzione dell organico... pag. 29 Prospetti consolidati riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo... pag. 31 Il conto economico consolidato... pag. 40 L intermediazione con la clientela: la raccolta... pag La raccolta totale... pag La raccolta diretta... pag La raccolta indiretta e il risparmio gestito... pag. 58 L intermediazione con la clientela: gli impieghi... pag L evoluzione del portafoglio crediti... pag La rischiosità... pag. 64 L attività sul mercato interbancario e la situazione di liquidità... pag. 69 L attività finanziaria... pag. 72 Il patrimonio netto e l adeguatezza patrimoniale... pag. 80 Informazioni sui rischi e sulle politiche di copertura... pag. 85 Società consolidate: dati principali... pag. 90 Altre informazioni... pag Accertamenti ispettivi... pag Anatocismo... pag Informativa sul contenzioso... pag Novità fiscali... pag. 98 Fatti di rilievo successivi alla chiusura del terzo trimestre e prevedibile evoluzione della gestione consolidata... pag. 101 BILANCIO CONSOLIDATO INTERMEDIO AL 30 SETTEMBRE 2015 Schemi del bilancio consolidato intermedio al 30 settembre pag. 104 Stato patrimoniale consolidato... pag. 104 Conto economico consolidato... pag. 105 Prospetto della redditività consolidata complessiva... pag. 105 Prospetti delle variazioni del patrimonio netto consolidato... pag. 106 Rendiconto finanziario consolidato... pag. 108 Note illustrative... pag. 109 Principi generali di redazione... pag

4 DICHIARAZIONE DEL DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI SOCIETARI... pag. 113 INFORMATIVA SULL ANDAMENTO DELLA CAPOGRUPPO UBI BANCA SPA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2015 Prospetti riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo... pag. 118 L andamento nel periodo... pag L evoluzione economica... pag Gli aggregati patrimoniali... pag. 136 Schemi del bilancio intermedio dell impresa al 30 settembre pag Stato patrimoniale... pag Conto economico... pag Prospetto della redditività complessiva... pag Prospetti delle variazioni del patrimonio netto... pag Rendiconto finanziario... pag. 149 CONTATTI Legenda Nelle tavole sono utilizzati i seguenti segni convenzionali: - linea (-): quando il fenomeno non esiste; - non significativo (n.s.): quando il fenomeno non è significativo; - non disponibile (n.d.): quando il dato non è disponibile; - segno X : quando la voce non è da valorizzare (conformemente alle Istruzioni della Banca d Italia). Gli importi, ove non diversamente indicato, sono espressi in migliaia di euro. 2

5 UBI Banca: cariche sociali Presidente Onorario Giuseppe Vigorelli Consiglio di Sorveglianza (nominato dall Assemblea dei Soci il 20 aprile 2013) Presidente Vice Presidente Vicario Vice Presidente Vice Presidente Andrea Moltrasio Mario Cera Alberto Folonari Armando Santus Dorino Mario Agliardi Antonella Bardoni Letizia Bellini Cavalletti Marina Brogi Pierpaolo Camadini Luca Vittorio Cividini Alessandra Del Boca Ester Faia Marco Giacinto Gallarati Carlo Garavaglia Gianluigi Gola Lorenzo Renato Guerini Alfredo Gusmini (*) Federico Manzoni Mario Mazzoleni Enrico Minelli Sergio Pivato Andrea Cesare Resti Maurizio Zucchi Consiglio di Gestione (nominato dal Consiglio di Sorveglianza il 23 aprile 2013) Presidente Franco Polotti Vice Presidente Giorgio Frigeri Consigliere Delegato e Direttore Generale Victor Massiah (**) Silvia Fidanza Luciana Gattinoni Italo Lucchini Ettore Giuseppe Medda (***) Flavio Pizzini Elvio Sonnino Direzione Generale Direttore Generale Victor Massiah (**) Vice Direttore Generale Vicario Elvio Sonnino Vice Direttore Generale Rossella Leidi Vice Direttore Generale Ettore Giuseppe Medda Dirigente preposto ex art. 154 bis TUF Elisabetta Stegher Società di Revisione DELOITTE & TOUCHE Spa (*) Segretario del Consiglio di Sorveglianza. (**) Dal 1 giugno 2015 Victor Massiah ha assunto la carica di Direttore Generale con durata non oltre la scadenza del mandato dell Organo di gestione (Assemblea 2016). Il ruolo era risultato vacante in seguito alle dimissioni di Francesco Iorio, contestualmente decaduto anche dalla carica di Consigliere di Gestione. (***) Nominato dal Consiglio di Sorveglianza il 14 luglio

6 Gruppo UBI Banca: principali partecipazioni al 30 settembre 2015 UBI Banca Spa BANCHE RETE ALTRE BANCHE SOCIETÀ FINANZIARIE Banca Popolare di Bergamo Spa 100% IW Bank Spa (2) 100% UBI Leasing Spa 99,62% Banco di Brescia Spa 100% UBI Banca International Sa Lussemburgo 100% UBI Factor Spa 100% Banca Popolare Commercio e Industria Spa 83,76% Prestitalia Spa 100% Banca Regionale Europea Spa 74,77% (1) Banca Popolare di Ancona Spa 99,57% Banca Carime Spa 99,99% Banca di Valle Camonica Spa 98,16% (1) La percentuale rappresenta il controllo sul capitale complessivamente detenuto (azioni ordinarie, di risparmio e privilegiate). (2) Società riveniente dalla fusione per incorporazione di IW Bank in UBI Banca Private Investment con ridenominazione della nuova realtà in IW Bank Spa, (efficacia giuridica dal 25 maggio 2015). (3) Il restante 1,44% è detenuto da Cargeas Assicurazioni Spa (già UBI Assicurazioni Spa). (4) Nel giugno 2015 un terzo della quota partecipativa è stato riclassificato fra le attività non correnti in via di dismissione ai sensi dell'ifrs 5. Le percentuali si riferiscono alle quote di partecipazione complessivamente detenute dal Gruppo (dirette + indirette) sull intero capitale sociale.

7 ASSICURAZIONI ASSET MANAGEMENT E SERVIZI FIDUCIARI ALTRE Aviva Assicurazioni Vita Spa 20% UBI Pramerica SGR Spa 65% BPB Immobiliare Srl 100% Aviva Vita Spa 20% UBI Management Co Sa Lussemburgo 100% S.B.I.M. Spa 100% Lombarda Vita Spa 40% Centrobanca Sviluppo Impresa SGR Spa 100% UBI Sistemi e Servizi SCpA 98,56% (3) UBI Trustee Sa Lussemburgo 100% UBI Academy SCRL 100% Zhong Ou Asset Management Co. Ltd Cina 35% (4) Società consolidate con il metodo integrale Società consolidate con il metodo del patrimonio netto

8 Gruppo UBI Banca: articolazione territoriale al 30 settembre Trentino Alto Adige Lombardia (758) 1 Veneto 27 1 Valle d Aosta Friuli Venezia Giulia Piemonte (169) Emilia Romagna (43) Liguria (37) Marche 80 Umbria Toscana (7) Abruzzo (17) Molise Lazio (106) Puglia (94) 93 1 Basilicata 19 1 Sardegna Campania (78) Calabria 84 Filiali in Italia UBI Banca Scpa 4 Banca Popolare di Bergamo Spa 350 Banco di Brescia Spa 288 Banca Popolare Commercio e Industria Spa 196 Banca Regionale Europea Spa 207 Banca Popolare di Ancona Spa 208 Banca Carime Spa 216 Banca di Valle Camonica Spa 65 IW Bank Spa 21 Filiali all estero 6 Banca Regionale Europea Spa Nizza, Mentone, Antibes (Francia) UBI Banca International Sa (Lussemburgo) Lussemburgo, Monaco (Germania), Madrid (Spagna) Presenze Internazionali UBI Factor Spa Cracovia (Polonia) UBI Management Co. Sa Lussemburgo Zhong Ou Asset Management Co. Ltd Shanghai (Cina) UBI Trustee Sa Lussemburgo Uffici di rappresentanza San Paolo (Brasile), Mosca, Mumbai, Hong Kong, Shanghai, Dubai.

9 Gruppo UBI Banca: principali dati e indicatori INDICI DI STRUTTURA Crediti netti verso clientela /totale attivo 72,5% 70,3% 71,2% 70,1% 76,8% 78,0% 80,1% 79,0% Raccolta diretta da clientela /totale passivo 76,9% 76,5% 74,5% 74,6% 79,2% 81,8% 79,5% 80,0% Crediti netti verso clientela /raccolta diretta da clientela 94,2% 91,9% 95,5% 94,0% 97,0% 95,4% 100,8% 98,7% Patrimonio netto (incluso utile/perdita del periodo)/totale passivo 8,7% 8,1% 8,3% 7,4% 6,9% 8,4% 9,3% 9,1% Risparmio gestito /raccolta indiretta da clientela privata 59,7% 57,1% 55,2% 54,3% 51,2% 54,6% 53,2% 53,1% Financial leverage ratio (tot.attivo - attività immat.)/(pn incluso utile/perdita + pn di terzi - attività immat.) 12,9 14,0 14,7 17,0 18,5 19,3 17,1 17,3 INDICI DI REDDITIVITÀ Dati annualizzati ROE (utile netto)/(patrimonio netto incluso utile/perdita del periodo) 2,1% 2,4% 2,4% 0,8% 3,9% 1,6% 2,4% 0,6% ROTE [utile netto /pn tangibile (pn incluso utile/perdita - immobilizzazioni immat.)] 2,6% 2,9% 3,4% 1,2% 5,9% 3,1% 4,6% 1,2% ROA (utile netto /totale attivo) 0,19% 0,19% 0,20% 0,06% 0,27% 0,13% 0,22% 0,06% Cost/income (oneri /proventi operativi) 62,5% 61,8% 62,3% 64,3% 69,5% 70,6% 64,4% 63,9% Spese per il personale /proventi operativi 39,4% 38,2% 37,9% 39,0% 41,4% 41,5% 37,5% 38,8% Rettifiche nette su crediti /crediti netti verso clientela (costo del credito) 0,89% 1,08% 1,07% 0,91% 0,61% 0,69% 0,88% 0,59% Margine di interesse /proventi operativi 50,5% 53,3% 50,9% 52,8% 61,7% 61,3% 61,5% 68,7% Commissioni nette /proventi operativi 39,3% 36,0% 34,5% 33,5% 34,7% 33,9% 31,1% 33,3% Risultato netto dell'attività finanziaria /proventi operativi 5,6% 5,9% 9,4% 7,3% 0,2% 1,0% 3,2% -5,9% INDICI DI RISCHIOSITÀ Sofferenze nette /crediti netti verso clientela 5,06% 4,70% 3,89% 3,18% 2,49% 1,91% 1,36% 0,88% Rett.di valore su soff./soff.lorde (grado di copertura delle sofferenze) 38,67% 38,56% 41,60% 42,60% 43,31% 48,69% 51,57% 54,58% Grado di copertura delle sofferenze al lordo degli stralci delle posizioni oggetto di procedura concorsuale e delle relative rettifiche 52,96% 53,36% 56,05% 57,63% 59,06% 63,62% 66,10% Crediti deteriorati netti / crediti netti verso clientela 11,78% 11,10% 10,53% 8,73% 6,30% 5,17% 4,62% 2,40% COEFFICIENTI PATRIMONIALI Basilea 3 dal Tier 1 ratio (Tier 1 capital dopo filtri e deduzioni /attività di rischio ponderate) 13,00% 12,33% 13,23% 10,79% 9,09% 7,47% 7,96% 7,73% Common Equity Tier 1 ratio (Common Equity Tier 1 dopo i filtri e le deduzioni/ attività di rischio ponderate) 13,00% 12,33% 12,60% 10,29% 8,56% 6,95% 7,43% 7,09% Total capital ratio (Totale Fondi propri/ attività di rischio ponderate] 15,31% 15,29% 18,91% 16,01% 13,50% 11,17% 11,91% 11,08% Totale Fondi propri (dati in migliaia di euro) di cui: Tier 1 capital dopo i filtri e le deduzioni Attività di rischio ponderate DATI ECONOMICI, PATRIMONIALI (in migliaia di euro), OPERATIVI E DI STRUTTURA (numero) Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo ( ) ( ) Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo ante oneri per esodi anticipati e impairment Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo normalizzato Proventi operativi Oneri operativi ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) Crediti netti verso clientela di cui: sofferenze nette crediti deteriorati netti Raccolta diretta da clientela Raccolta indiretta da clientela di cui: Risparmio gestito Raccolta totale da clientela Patrimonio netto del Gruppo (incluso utile/perdita del periodo ) Attività immateriali Totale attivo Sportelli in Italia Forza lavoro di fine periodo (dipendenti effettivi in servizio + collaboratori con contratto di somministrazione) Forza lavoro media 3 (dipendenti effettivi in servizio + collaboratori con contratto di somministrazione) Promotori finanziari Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo Prospetti consolidati riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo della Relazione intermedia sull andamento della gestione consolidata. Le informazioni relative al titolo azionario sono riportate nelle pagine che seguono. Con riferimento agli esercizi 2014 e 2011, si segnala che gli indici di redditività sono stati costruiti utilizzando l utile d esercizio ante oneri per esodi anticipati e impairment. 2 I dati al 31 dicembre 2013 e al 31 dicembre 2012 erano stati calcolati secondo la metodologia Basilea 2 AIRB e si riferiscono rispettivamente agli indicatori: Tier 1 (patrimonio di base/attività di rischio ponderate); Core Tier 1 dopo le deduzioni specifiche dal patrimonio di base (patrimonio di base al netto delle preference shares e azioni di risparmio o privilegiate di terzi/attività di rischio ponderate); Total capital ratio (patrimonio di vigilanza + Tier 3/attività di rischio ponderate). Per i periodi precedenti i dati erano stati calcolati secondo il metodo Basilea 2 Standard. 3 Nel calcolo della forza lavoro media i dipendenti part-time vengono convenzionalmente considerati al 50%. 7

10 Il rating Nei mesi successivi alla chiusura del semestre non si segnalano variazioni significative nei giudizi di rating assegnati al Gruppo UBI Banca dalle principali agenzie internazionali. Come già anticipato, il 3 luglio 2015 Standard & Poor s ha rivisto l Outlook sul rating a lungo termine del Gruppo portandolo da Negativo a Stabile. Secondo l Agenzia la stabilizzazione delle condizioni economiche e il rallentamento del deterioramento degli attivi consentiranno ad UBI Banca di continuare a rafforzare gradualmente, attraverso la generazione interna, la propria base di capitale. * * * Il 24 agosto 2015 UBI Banca ha reso noto di aver chiesto a Fitch Ratings di ritirare il giudizio assegnato al primo Programma di Covered Bond avente quale sottostante mutui residenziali e garantito da UBI Finance Srl. Sulla base della richiesta ricevuta, il 23 settembre l Agenzia ha dapprima confermato il rating A con Outlook stabile e successivamente ritirato il rating sul Programma. Sempre in data 24 agosto UBI Banca ha comunicato di aver ricevuto sul medesimo Programma di Covered Bond assistito da mutui residenziali un provisional rating da parte di DBRS pari a AA (low), poi finalizzato in data 23 settembre. Il 15 ottobre 2015 il giudizio è stato confermato rimuovendo lo status di "Under review with developing implications inizialmente attribuito in relazione alla revisione dei supporti sistemici che l Agenzia aveva in corso per tenere conto della nuova regolamentazione sulla risoluzione delle crisi bancarie, revisione conclusa da DBRS a fine settembre. In seguito a quanto sopra il primo Programma di Covered Bond di UBI Banca garantito da mutui residenziali dispone ora dei rating di Moody s ( Aa2 ) e di DBRS AA (low). Per quanto riguarda invece il secondo Programma di Covered Bond, avente quale sottostante mutui commerciali nonché mutui residenziali non utilizzati nel primo Programma e garantito da UBI Finance CB 2 Srl, in seguito al mancato rinnovo del mandato a Fitch Ratings il 19 ottobre 2015 è stata ufficializzata la rinuncia da parte di UBI Banca al rating BBB+ precedentemente assegnato dall Agenzia. Il 27 ottobre 2015 DBRS ha reso noto di aver assegnato al medesimo Programma di cui sopra un rating pari ad A (low). * * * Con la revisione della metodologia di rating delle banche introdotta da Moody s nel marzo 2015 l Agenzia ha previsto un analisi del passivo delle banche per valutare l impatto, in termini di perdita attesa, che un eventuale difficoltà della banca potrebbe avere sulle singole categorie di strumenti di debito emessi e sui depositi [Loss Given Failure (LGF) Analisys]. Sulla base della bozza dei Decreti di recepimento in Italia della Direttiva BRRD dai quali emerge il riconoscimento per tutti i depositi (inclusi quelli della clientela corporate ed istituzionale) di una preferenza rispetto agli strumenti di debito senior non garantiti il 29 ottobre 2015 Moody s ha comunicato di aver avviato una revisione dei rating di 19 banche italiane. In tale ambito il rating sui depositi a lungo termine di UBI Banca attualmente pari a Baa2 è stato posto in revisione per possibile upgrade. 8

11 MOODY'S Long-term debt and deposit rating (I) Short-term debt and deposit rating (II) Baseline Credit Assessment (BCA) (III) Long-term Counterparty Risk Assessment (IV) Short-term Counterparty Risk Assessment (IV) Outlook (LT deposit) Outlook (senior unsecured debt) GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured Euro Commercial Paper Programme Covered Bond (Primo Programma mutui residenziali) Baa2 Prime-2 ba1 Baa1(cr) Prime-2(cr) Revisione per possibile upgrade Stabile Baa2 Prime-2 Aa2 (I) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a lungo termine (scadenza pari o superiore a 1 anno) (Aaa: miglior rating C: default) (II) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a breve termine (scadenza inferiore a 1 anno) (Prime -1: massima qualità Not Prime: non classificabile fra le categorie Prime) (III) Il BCA non è un rating ma un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni (aaa: miglior rating c: default) (IV) Il Counterparty Risk (CR) Assessment non è un rating, ma un giudizio sulla probabilità di default negli impegni operativi e contrattuali assunti dalla banca [Aaa(cr): miglior rating C (cr): default)] [P-1 (cr): miglior rating Not Prime (cr): non classificabile fra le categorie Prime] STANDARD & POOR S Short-term Issuer Credit Rating (i) A-3 Long-term Issuer Credit Rating (i) BBB- Stand Alone Credit Profile (SACP) (ii) bbb- Outlook (rating a lungo termine) Stabile GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured debt BBB- French Certificats de Dépôt Programme A-3 (i) L Issuer Credit Rating riflette il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca unitamente ad una valutazione del potenziale futuro supporto che la banca potrà ricevere in caso di difficoltà (dal governo o dal gruppo di appartenenza). Breve termine: capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad un anno (A-1: miglior rating D: default) Lungo termine: capacità di pagamento degli interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating D: default) (ii) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (da parte del governo o del gruppo di appartenenza). Viene ottenuto partendo da un Anchor SACP che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione, la posizione commerciale, l esposizione al rischio, la raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa. FITCH RATINGS Short-term Issuer Default Rating (1) F3 Long-term Issuer Default Rating (2) BBB Viability Rating (3) bbb Support Rating (4) 5 Support Rating Floor (5) NF Outlook (Long-term Issuer Default Rating) Stabile GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured debt BBB Euro Commercial Paper Programme F3 French Certificats de Dépôt Programme F3 (1) Capacità di rimborso del debito nel breve termine (durata inferiore ai 13 mesi) (F1+: miglior rating D: default) (2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della probabilità di default dell emittente (AAA: miglior rating D: default) (3) Valutazione della solidità intrinseca della banca, vista nell ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme di sostegno esterno (aaa: miglior rating - f: default). (4) Giudizio sull eventuale probabilità, adeguatezza e tempestività di un intervento esterno (da parte dello Stato o di azionisti istituzionali di riferimento) nel caso la banca si trovasse in difficoltà (1: miglior rating 5: peggior rating) (5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica, per ogni livello del Support Rating, il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe raggiungere l Issuer Default Rating. 9

12 Il titolo UBI Banca Il titolo azionario Il titolo azionario UBI Banca è negoziato al Mercato Telematico Azionario (MTA) della Borsa Italiana, segmento Blue Chip ed è incluso fra i 40 titoli del paniere FTSE/Mib Index. Performance comparata del titolo azionario Unione di Banche Italiane Importi in euro A B Var. % A/B C D Var. % A/D E Var. % A/E * F Var. % A/F Azioni Unione di Banche Italiane - prezzo ufficiale 6,359 7,235-12,1% 7,221 5,967 6,6% 6,568-3,2% 3,351 89,7% - prezzo di riferimento 6,340 7,195-11,9% 7,285 5,960 6,4% 6,660-4,8% 3,278 93,4% Indice FTSE Italia All-Share ,8% ,4% ,7% ,6% Indice FTSE Italia Banche ,0% ,4% ,6% ,6% * Data di perfezionamento dell aumento di capitale di UBI Banca per 1 miliardo di euro. Fonte: Datastream La volatilità sui mercati finanziari, già emersa nel secondo trimestre dell esercizio, è andata ulteriormente accentuandosi nel periodo luglio-settembre in seguito all acuirsi dei timori sulle prospettive di crescita globale. Il rallentamento dell economia cinese, causa di pesanti perdite sulle piazze finanziarie asiatiche, ha infatti generato incertezza anche sui listini europei, in un contesto di ripresa economica ancora moderata e disomogenea tra i paesi dell Eurozona e di tentennamenti, da parte della Banca Centrale americana, in tema di rialzo dei tassi d interesse. Come emerge dalla tabella, nel terzo trimestre i principali indici borsistici sono risultati in flessione (-4,8% il FTSE Italia-All Share e -6% il FTSE Italia Banche) benché nei nove mesi le performance siano state complessivamente positive (+13,4% e +19,4% rispettivamente) grazie alle crescite registrate nella prima parte dell anno. Il titolo UBI Banca, in un contesto di marcata sensibilità dei titoli bancari italiani alle oscillazioni del sentiment di mercato, ha evidenziato una diminuzione del 12% circa sia in termini di prezzo ufficiale che di prezzo di riferimento, riducendo il progresso da inizio anno al poco più del 6%. Successivamente alla chiusura del trimestre, seppur in un clima di volatilità, ha preso avvio una fase rialzista, sospinta dagli annunci della BCE su un possibile ampiamento del quantitative easing in dicembre, a sostegno dell economia. UBI Banca ha beneficiato dell apprezzamento del mercato anche per il perfezionamento, ad inizio ottobre, first mover tra le banche popolari italiane, dell operazione di trasformazione in società per azioni: la media dei prezzi ufficiali nel mese di ottobre/primi giorni di novembre è salita a 6,8 euro. Nei primi nove mesi gli scambi di azioni UBI Banca al mercato telematico hanno riguardato circa 1,6 miliardi di titoli per un controvalore di 11,3 miliardi di euro. Nel medesimo periodo del 2014 il quantitativo scambiato si era attestato su pari livelli per un controvalore di 10,3 miliardi di euro. A fine periodo la capitalizzazione di Borsa (calcolata sul prezzo ufficiale) risultava pari a 5,7 miliardi dai 6,5 miliardi di fine giugno (5,4 miliardi a fine 2014), confermando UBI Banca al 3 posto tra i gruppi bancari commerciali italiani quotati 1. In base alla classifica stilata dall ABI nell European Banking Report comprendente i Paesi EU15 più la Svizzera il Gruppo UBI Banca si conferma tra le prime 40 istituzioni 2. 1 Il Gruppo si posiziona al 4 posto considerando tutti i Gruppi bancari quotati. 2 EBR International Flash, ottobre

13 Andamento del titolo azionario UBI Banca dal 18 luglio 2011 (*) e volumi scambiati l a s o n d g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o prezzi di riferimento in euro Volumi UBI Banca FTSE Italia All-Share FTSE Italia Banche Andamento comparato del FTSE Italia All-Share, del FTSE Italia Banche e del titolo azionario UBI Banca dal 18 luglio 2011 (*) l a s o n d g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o prezzi di riferimento in euro (*) Data di perfezionamento dell aumento di capitale di UBI Banca per 1 miliardo di euro, con la sottoscrizione delle marginali azioni residuali da parte del Consorzio di Garanzia. 11

14 Di seguito si riepilogano le principali informazioni relative al titolo azionario UBI Banca, nonché i più importanti indicatori di Borsa che, per una migliore significatività, sono stati costruiti utilizzando grandezze consolidate. Titolo azionario UBI Banca e principali indicatori di Borsa Gennaio- Settembre 2015 Anno 2014 Numero di azioni in essere a fine periodo Prezzo medio titolo UBI (media dei prezzi ufficiali rilevati giornalmente da Borsa Italiana Spa) - in euro 7,015 6,193 Prezzo minimo (registrato durante le negoziazioni) - in euro 5,180 4,824 Prezzo massimo (registrato durante le negoziazioni) - in euro 7,880 7,545 Dividendo unitario - in euro 0,08 0,08 Dividend Yield (dividendo unitario/prezzo medio) 1,14% 1,29% Dividendi totali - in euro (*) Book Value (Patrimonio netto consolidato del Gruppo escluso utile di periodo / n. azioni) - in euro 10,99 10,87 Book value calcolato sottraendo dal patrimonio netto consolidato gli avviamenti di pertinenza del Gruppo - in euro 9,41 9,29 Book value calcolato sottraendo dal patrimonio netto consolidato tutte le attività immateriali di pertinenza del Gruppo - in euro 9,12 8,98 Capitalizzazione di Borsa di fine periodo (prezzi ufficiali) - in milioni di euro Price / book value [Capitalizzazione di Borsa di fine periodo / (patrimonio netto consolidato del Gruppo escluso utile di periodo) ] 0,58 0,55 Price / book value calcolato sottraendo dal patrimonio netto consolidato gli avviamenti di pertinenza del Gruppo 0,68 0,64 Price / book value calcolato sottraendo dal patrimonio netto consolidato tutte le attività immateriali di pertinenza del Gruppo 0,70 0,66 (*) Il monte dividendi relativo al 2014 è stato calcolato sulle n azioni in circolazione alla data di approvazione della proposta di dividendo da parte del Consiglio di Gestione; tale numero non include le n azioni proprie in portafoglio alla medesima data. Ai fini di una più corretta quantificazione del valore patrimoniale del titolo e del price/book value, gli indicatori 2014 sono stati calcolati utilizzando il patrimonio consolidato al netto della perdita d esercizio. 12

15 RELAZIONE INTERMEDIA SULL ANDAMENTO DELLA GESTIONE CONSOLIDATA AL 30 SETTEMBRE 2015

16 Lo scenario di riferimento 1 I recenti sviluppi stanno delineando uno scenario macroeconomico condizionato da crescenti rischi di instabilità, che hanno nuovamente accentuato, nel terzo trimestre, la volatilità sui mercati finanziari: i dubbi relativi all effettivo ritmo di espansione della Cina nella prima parte del 2015, rafforzati nei mesi seguenti dalla diffusione di una serie di dati macroeconomici inferiori alle attese e dalla svalutazione dello yuan renminbi in agosto, sono all origine delle turbolenze che hanno colpito il mercato finanziario del paese durante l estate e che si sono trasmesse anche alle altre principali piazze internazionali. Tra la metà di giugno e la fine di agosto i corsi azionari cinesi, correggendo l eccezionale aumento della prima parte dell anno, hanno segnato una prolungata caduta, perdendo circa il 40 per cento. Le autorità governative hanno adottato molteplici misure di supporto, di natura fiscale e monetaria, ribadendo la determinazione a sostenere l economia. Tale situazione ha contribuito ad indebolire i corsi internazionali delle materie prime, con ricadute negative sulla crescita dei maggiori esportatori, in particolare del Brasile 2 ; in seguito all accordo raggiunto il 13 luglio, il 19 agosto è stato avviato il terzo programma di sostegno finanziario alla Grecia in base al quale lo European Stability Mechanism (ESM) presterà, nell arco di tre anni, un ammontare massimo di 86 miliardi di euro 3. L erogazione degli aiuti è integralmente condizionata all approvazione da parte del Parlamento ellenico di un piano di riforme volte a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche, assicurare la stabilità finanziaria e rafforzare il potenziale di crescita e la competitività dell economia 4. È inoltre previsto un piano di privatizzazioni dal quale sono attesi proventi per 50 miliardi. Il programma è stato preceduto da un prestito transitorio di circa 7,2 miliardi approvato il 17 luglio che ha consentito alla Grecia di fronteggiare le contingenti necessità finanziarie, nonché di onorare i debiti scaduti. Il 20 agosto è stata erogata la prima tranche di aiuti, pari a 13 miliardi; contestualmente l ESM ha accantonato una somma pari a 10 miliardi per interventi a favore del sistema bancario greco. La realizzabilità delle riforme appare supportata anche dall esito delle elezioni politiche del 20 settembre che hanno confermato la vittoria del premier Tsipras; sul fronte geopolitico, si mantengono elevate le tensioni in Medio Oriente e in Nord Africa con conseguenti riflessi sulla portata delle ondate migratorie verso il continente europeo. Allarmata dal fenomeno l Unione europea sta cercando con fatica di dotarsi di una strategia comune per affrontare il problema 5. L esito delle elezioni politiche in Spagna, con il successo dei separatisti nella tornata elettorale catalana, e in Polonia, con la vittoria della destra nazionalista e conservatrice, le difficoltà nella formazione di un nuovo governo in Portogallo, la prospettiva di un referendum nel Regno Unito in merito alla permanenza nell Unione europea, nonché i possibili effetti della vicenda Volkswagen rappresentano ulteriori elementi di rischio per l Unione europea. Il differenziale tra il BTP decennale e l omologo bund tedesco pari a 153 punti base a fine giugno ha subito un impennata ad inizio luglio, in concomitanza con l esito del referendum greco, per poi riportarsi rapidamente intorno ai 120 punti base in seguito al raggiungimento del citato accordo. I differenziali tra i titoli di Stato dei Paesi periferici e quelli tedeschi hanno successivamente mostrato una sostanziale stabilità, nonostante l accresciuta volatilità dei mercati legata alla brusca caduta delle borse cinesi (114 punti base per il BTP a fine trimestre). Nel corso del mese di ottobre lo spread italiano è addirittura sceso sotto i 100 punti 1 Redatto sulla base dei dati disponibili al 06 novembre In settembre Standard & Poor s ha declassato il debito in valuta del Paese a livello speculativo invitando il governo a varare pesanti misure di austerità per fronteggiare la crisi economica e cercare di contenere il deficit di bilancio previsto anche per il Pur restando al di sopra della soglia junk, a metà ottobre anche Fitch ha declassato il debito del paese a livello BBB-. 3 È auspicata una ripartenza dei negoziati con il FMI, che la Uem spera di coinvolgere qualora prevalga la fattibilità di una ristrutturazione del debito, così come sottolineato dal fondo monetario stesso. 4 È attesa l approvazione della riforma del sistema pensionistico e della tassazione dei redditi, mentre dal primo ottobre è diventata operativa la nuova Iva al 23%. 5 Secondo Eurostat il numero dei profughi che per la prima volta cerca asilo in Europa è stato pari a 400 mila persone nel primo semestre dell anno, quasi il doppio rispetto all analogo periodo del Nei mesi estivi il flusso è aumentato beneficiando delle favorevoli condizioni metereologiche. 14

17 base sulla scia di rinnovate aspettative per un possibile ampliamento del programma di acquisto di titoli pubblici da parte della BCE (Quantitative Easing). 600 Spread BTP-Bund decennali Punti base GFMAMGLASONDGFMAMGLA SONDGFMAMGLASONDGFMAMGLASONDGFMAMGL ASONDGFMAMGL ASON Fonte: Thomson Financial Reuters Alla luce della fragile ripresa e degli squilibri presenti a livello mondiale le principali Banche centrali continuano a portare avanti politiche monetarie accomodanti anche se da inizio anno è andato emergendo un tendenziale disallineamento tra gli Stati Uniti e l Europa. Per quanto attiene alla Banca Centrale Europea: prosegue il programma di acquisti sul mercato secondario (Public Sector Purchase Program) avviato il 9 marzo al fine di conseguire un adeguata espansione del bilancio dell Eurosistema e di contrastare i rischi connessi con un periodo eccessivamente prolungato di bassa crescita dei prezzi 6. In seguito all accresciuta incertezza del contesto macroeconomico, il Consiglio ha espresso l intenzione di monitorare attentamente gli sviluppi futuri ed eventualmente intervenire sul programma di Quantitative Easing (QE) che risulta sufficientemente flessibile in termini di dimensione, composizione e durata. Nella riunione di inizio settembre il Consiglio direttivo della Bce ha aumentato al 33% il limite massimo acquistabile per singola emissione di titoli del settore pubblico (dal 25% inizialmente stabilito); il 24 settembre é stata posta in essere la quinta operazione mirata di finanziamento a più lungo termine (TLTRO). All asta hanno preso parte 88 intermediari dell Area, che hanno ottenuto fondi per 15,6 miliardi di euro (400 miliardi complessivamente nelle prime cinque aste); alle controparti della Banca d Italia sono stati assegnati circa 4 miliardi (115 miliardi dall inizio del programma); il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale è stato mantenuto al minimo storico dello 0,05%. Nella riunione del 23 ottobre è stata prospettata l ipotesi di un ulteriore riduzione del tasso sui depositi, attualmente pari al -0,20%. Sull altra sponda dell Atlantico, la Federal Reserve, anche in ottobre ha lasciato invariato il tasso di riferimento sui Fed Funds tra 0-0,25%, prefigurando la possibilità di un primo rialzo in dicembre se emergeranno progressi, anche solo attesi, verso gli obiettivi della massima occupazione e di un inflazione orientata al target del 2%. La Bank of Japan in settembre ha ribadito l obiettivo per la base monetaria confermando il programma di acquisto di titoli da 80 mila miliardi di yen l anno. La People s Bank of China dopo la modifica del regime di fissazione del cambio di inizio agosto 7 ha avviato una massiccia campagna a sostegno del mercato, con forti iniezioni di liquidità per favorire gli 6 Al 23 ottobre erano stati acquistati 383 miliardi di titoli pubblici, 128 miliardi di covered bond e 15 miliardi di ABS. 7 Le autorità cinesi hanno deciso di modificare le modalità di fissazione giornaliera della parità del renminbi rispetto al dollaro, agganciandola agli andamenti delle contrattazioni del giorno precedente. La decisione, finalizzata a dare più peso alle forze di mercato nella determinazione del cambio, si è tradotta in un improvvisa, seppur contenuta, svalutazione del renminbi. L evento ha rafforzato le preoccupazioni di alcuni operatori che la decelerazione in atto dell attività economica potesse essere più intensa di quanto sostenuto dalle autorità stesse. 15

18 acquisti di titoli sul mercato azionario e con la vendita di riserve valutarie per contenere il deprezzamento della valuta nazionale. Ad agosto e ad ottobre ha inoltre ridotto due volte sia il coefficiente di riserva obbligatoria per complessivi 100 punti base, sia il tasso d interesse a un anno sui prestiti bancari, ora pari al 4,35%, per complessivi 50 punti base. Le banche centrali degli altri principali Paesi emergenti, ad eccezione di quella brasiliana, hanno progressivamente allentato le condizioni monetarie 8. Il mercato dei cambi nel terzo trimestre è stato caratterizzato dall improvvisa decisione del governo cinese di modificare le modalità di fissazione della parità del renmimbi rispetto al dollaro. I timori per l effettiva portata della decelerazione in atto nella Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime seconda potenza economica mondiale hanno reso più appetibile lo yen, che è andato così rafforzandosi nei confronti delle altre principali valute. Nei tre mesi la dinamica della moneta unica ha risentito delle mutate aspettative sui tempi di rialzo dei saggi di interesse da parte della FED, pur chiudendo il trimestre su livelli sostanzialmente allineati al cambio euro/dollaro di fine giugno. Dopo un temporaneo rafforzamento nelle prime settimane di ottobre, la valuta europea è tornata a deprezzarsi nei confronti della moneta statunitense anche in seguito alla possibilità di un estensione/espansione del QE già a partire dal mese di dicembre. Per quanto riguarda le materie prime, durante i mesi estivi si è assistito ad una rapida flessione delle quotazioni petrolifere con il greggio di qualità Brent che a fine settembre si era portato a 48 dollari al barile (-23,9% nei tre mesi), risentendo di un eccesso di produzione negli Stati Uniti e nei paesi OPEC, come pure delle attese di un incremento dell offerta dopo la positiva conclusione dei negoziati con l Iran e la revoca delle sanzioni internazionali. Il trend ribassista ha interessato parimenti la componente non energetica, quale riflesso della perdita di slancio della Cina, principale consumatore mondiale di commodities, e di alcune altre economie in via di sviluppo. L andamento delle materie prime sta influenzando l inflazione che si mantiene su livelli particolarmente contenuti, se non negativi, nei Paesi industrializzati, mentre nei principali Paesi emergenti, ad eccezione dell India e della Cina, i prezzi registrano ancora variazioni particolarmente accentuate. L espansione dell economia mondiale continua a presentarsi disomogenea nelle diverse aree geografiche, riflettendo una decelerazione dei Paesi emergenti, in particolare Russia e Brasile, parzialmente compensata dalla crescita delle economie avanzate, con l eccezione del Giappone 9. La prima stima relativa al terzo trimestre ha evidenziato un rallentamento dell economia statunitense con il Pil in aumento dell 1,5% annualizzato (+3,9% nel secondo periodo, +0,6% nel primo), quale sintesi di un apporto fortemente negativo delle scorte a fronte di una sostanziale conferma su livelli sostenuti dei consumi e di un contributo positivo, seppur più set-15 A * * * giu-15 B mar-15 C dic-14 D Var. % A/D set-14 E Euro/Dollaro 1,1176 1,1135 1,0730 1,2097-7,6% 1,2631 Euro/Yen 133,93 136,39 128,89 144,78-7,5% 138,49 Euro/Yuan 7,103 6,9037 6,6515 7,5057-5,4% 7,7529 Euro/Franco CH 1,0871 1,0415 1,0435 1,2026-9,6% 1,2063 Euro/Sterlina 0,7386 0,7086 0,7240 0,7766-4,9% 0,7790 Dollaro/Yen 119,84 122,49 120,12 119,68 0,1% 109,64 Dollaro/Yuan 6,3556 6,2000 6,1990 6,2046 2,4% 6,1380 Futures - Brent (in $) 48,37 63,59 55,11 57,33-15,6% 94,67 Indice CRB (materie prime) 193,76 227,17 211,86 229,96-15,7% 278,55 Fonte: Thomson Financial Reuters 8 In India la Banca centrale ha ridotto di 50 punti base in settembre il Repo, ora al 6,75%. La Banca centrale russa ha proseguito il percorso di riduzione dei tassi tagliando quello ufficiale, ora all 11%, di 50 punti base a luglio. La Banca centrale del Brasile, per riportare l inflazione all interno dell intervallo di riferimento, ha continuato ad accentuare la restrizione monetaria alzando anche a luglio il tasso di riferimento di ulteriori 50 punti base, portandolo al 14,25%. 9 Secondo la revisione delle stime del Fondo Monetario Internazionale (ottobre 2015), il Pil mondiale crescerà del 3,1% nel 2015 (+3,4% nel 2014), sempre trainato dai Paesi emergenti (+4%; +4,6% nel 2014), ma con un recupero delle economie avanzate (+2%; +1,8% nel 2014). 16

19 moderato, degli investimenti fissi, mentre le esportazioni nette, in generalizzato rallentamento, sono state penalizzate dal rafforzamento del dollaro. Sul mercato del lavoro ad agosto e settembre il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 5,1%, il livello più basso dal marzo 2008 (5,6% a fine anno). Dopo tre mesi su valori positivi seppur modesti, l inflazione è tornata su valori nulli a settembre (0,8% a dicembre). L indice core (al netto dei prodotti alimentari ed energetici) è invece risultato pari all 1,9% (1,6% a dicembre). Nei primi otto mesi dell anno, il saldo negativo della bilancia commerciale si è attestato a 354,4 miliardi di dollari (+5,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014), risentendo di un accresciuto deficit nei confronti di Cina, Area euro e altre economie emergenti asiatiche, che ha più che compensato il miglioramento del saldo positivo nei confronti dei Paesi Opec. Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Disoccupazione Disavanzo (+) Avanzo (-) Settore Pubblico (% del PIL) Tassi di riferimento Valori percentuali (1) 2016 (1) 2014 (2) set-15 (3) 2015 (1) (2) 2014 (2) set-15 (3) 2015 (1) (2) (1) 2016 (1) dic-14 nov-15 Stati Uniti 2,4 2,5 2,3 1,6 0,0 0,3 6,2 5,1 5,3 5,0 3,8 2,9 0-0,25 0-0,25 Giappone -0,1 0,6 1,1 2,8 0,0 0,3 3,5 3,4 3,5 8,4 7,8 7,2 0-0,10 0-0,10 Area Euro 0,9 1,4 1,2 0,4-0,1 0,1 11,6 10,8 10,8 2,6 2,1 2,0 0,05 0,05 Italia -0,4 0,9 1,6 0,2 0,2 0,1 12,7 11,8 12,1 3,0 2,6 2,2 - - Germania 1,6 1,3 1,2 0,8-0,2 0,4 5,0 4,5 4,7-0,3-0,7-0,4 - - Francia 0,2 1,0 1,0 0,6 0,1 0,3 10,3 10,7 10,3 3,9 3,7 3,6 - - Portogallo 0,9 1,5 1,0-0,2 0,9 0,4 14,1 12,2 12,7 7,2 3,2 3,0 - - Irlanda 5,2 6,5 3,4 0,3 0,0 0,2 11,3 9,4 9,6 3,9 3,9 3,2 - - Grecia 0,7 0,5-0,8-1,4-0,8-1,3 26,5 25,0 25,6 3,6 5,2 4,3 - - Spagna 1,4 3,1 2,2-0,2-1,1-0,7 24,5 21,6 22,5 5,9 4,3 3,8 - - Regno Unito 2,9 2,7 1,8 1,5-0,1 0,2 6,7 5,5 5,5 5,7 5,1 4,6 0,50 0,50 (1) Previsioni Fonte: Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 settembre 2015, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili Nel terzo trimestre il Pil della Cina è aumentato del 6,9% su base annua, in marginale rallentamento rispetto al +7% sia del primo che del secondo trimestre, riflettendo la persistente debolezza degli investimenti nel comparto immobiliare e nel suo indotto, unitamente ad una riduzione dell attività commerciale. Nei nove mesi tutti i principali indicatori della domanda interna hanno mostrato sviluppi in termini tendenziali, ancorché in graduale Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Tassi di riferimento Valori percentuali (1) 2016 (1) 2014 (2) set-15 (3) dic-14 nov-15 Cina 7,3 6,3 6,0 2,0 1,6 5,60 4,35 India 7,0 7,3 6,8 7,2 4,4 8,00 6,75 Brasile 0,1-3,0-1,0 6,3 9,5 11,75 14,25 Russia 0,6-3,8-0,6 7,8 15,7 17,00 11,00 (1) Previsioni Fonte: Prometeia, FMI e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 settembre 2015, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili ridimensionamento rispetto agli anni precedenti: +10,3% gli investimenti fissi; +2,6% gli investimenti nel settore immobiliare (+10,5% nel 2014); +10,5% le vendite al dettaglio di beni di consumo; +6,2% la produzione industriale (+5,7% a settembre). Nel medesimo arco temporale, le dinamiche tendenziali di esportazioni (-1,9%) ed importazioni (-15,3%) hanno determinato un surplus di 424,1 miliardi di dollari che ha contribuito a sostenere le riserve valutarie, a fine settembre pari a miliardi di dollari (3.690 miliardi a giugno), per circa un terzo stabilmente investite in titoli pubblici statunitensi. Dopo il picco del 2% raggiunto ad agosto, l inflazione si è riportata in settembre all 1,6% (1,5% a dicembre), alimentata dai comparti dell abbigliamento (2,8%) e del tabacco/alcolici (3,8%). In Giappone l andamento dell attività economica appare ancora discontinuo, con il Pil in riduzione nel secondo trimestre dello 0,3% in termini congiunturali (+1,1% nel periodo precedente), sintesi di un contributo negativo dei consumi privati e delle esportazioni nette, più esposte ai mercati asiatici ed emergenti, di un apporto nullo degli investimenti e di un incremento delle scorte. 17

20 Per il terzo trimestre vi sono indicazioni contrastanti che si ripercuotono in un calo nel livello di fiducia da parte delle grandi imprese manifatturiere. Una sostanziale debolezza sembra essere confermata anche dalla produzione industriale, in flessione ad agosto sia su base mensile che nel confronto anno su anno (-1,2%; -0,4%). A settembre il tasso di disoccupazione, sostanzialmente stabile da marzo, si è attestato al 3,4% (in linea con dicembre), mentre l inflazione è divenuta nulla (2,4% a dicembre), anche per il venir meno, da aprile, dell effetto dell aumento dell imposta sui consumi avvenuta nell aprile Nell Area euro sono proseguiti i segnali di moderato recupero dell attività: tra aprile e giugno il Pil è infatti aumentato dello 0,4% rispetto al periodo precedente (+0,5% nel primo quarto) grazie ad un migliorato contributo delle esportazioni nette, a fronte di un più modesto apporto dei consumi, nonché di un peggioramento degli investimenti fissi e delle scorte. Tale evoluzione è apparsa differenziata tra i principali paesi: più positiva in Spagna, meno dinamica in Germania e Italia, stagnante in Francia. I primi dati relativi al terzo trimestre sembrano avvalorare la ripresa, sebbene ad un ritmo decrescente rispetto a quello evidenziato nella prima parte dell anno. Alla fine di settembre è emerso un fattore di incertezza derivante dalle possibili ripercussioni della manipolazione dei test sulle emissioni dei motori diesel della Volkswagen, la cui perdita di credibilità potrebbe avere impatto sul settore dell auto che ha contribuito in misura notevole alla ripresa ciclica nell Area. L indicatore -coin calcolato dalla Banca d Italia che fornisce una stima della dinamica di fondo del Pil europeo pur rimanendo in settembre su livelli elevati ha registrato una lieve diminuzione, la prima da novembre L indice della produzione industriale continua a mostrare un andamento contrastante su base congiunturale (-0,5% ad agosto; +0,8% a luglio), riflettendo anche l andamento delle principali economie (-1,1% in Germania; -1,3% in Spagna; -0,5% in Italia). Per contro, il dato tendenziale risulta in crescita dello 0,9% (+1,7% a luglio). A settembre il tasso di disoccupazione è sceso marginalmente al 10,8% (11,3% a dicembre), incorporando ancora situazioni di particolare criticità in Grecia (25% a luglio), Spagna (21,6%) e Portogallo (12,2%). L inflazione è tornata negativa (-0,1%), dopo cinque mesi di modesta crescita. L indice core, al netto dei prodotti alimentari ed energetici, è risultato pari allo 0,9%, sostanzialmente stabile rispetto a dicembre (0,7%). Nell ambito dell Area euro, l economia italiana si dimostra in lento miglioramento, con il Pil in crescita congiunturale dello 0,3% nel secondo trimestre (+0,4% nel primo quarto), sostenuto dal contributo positivo delle scorte e dei consumi 10 a fronte di un apporto negativo degli investimenti fissi lordi e delle esportazioni nette, queste ultime condizionate da una dinamica positiva dell import superiore a quella dell export, sempre più orientato verso Paesi UE. Dai primi dati, la ripresa sembra essere proseguita su ritmi analoghi anche nel terzo trimestre, sostenuta dal rafforzamento dell attività nei servizi e nella manifattura. Dopo il sensibile progresso di luglio (+2,8%), l indice della produzione industriale corretto per gli effetti del calendario ha registrato in agosto una variazione tendenziale più contenuta e pari all 1%, sintetizzando andamenti contrapposti tra i diversi settori. Gli incrementi più significativi sono riconducibili ai comparti della fabbricazione di mezzi di trasporto (+15,5%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (+9,7%) e della produzione di apparecchiature elettriche (+6,9%), mentre le principali flessioni hanno interessato i settori della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica (-10%), delle altre industrie manifatturiere, riparazione ed installazione di apparecchiature (-9,5%) e del tessile (-8,5%). Segnali favorevoli emergono dal mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione progressivamente sceso all 11,8% in settembre dal 12,5% di giugno (12,4% a dicembre 2014). Le misure di decontribuzione per i nuovi assunti introdotte dalla legge di stabilità 2015 e le innovazioni previste dal Jobs Act 11 hanno indotto una significativa ricomposizione delle assunzioni a favore di forme contrattuali stabili, favorendo anche la crescita della domanda di lavoro. Dopo il picco di giugno (43,1%), il tasso relativo alla fascia anni si è portato su 10 Il recupero dei consumi riflette l incremento del reddito che sta beneficiando anche delle misure di politica di bilancio già in atto, con prospettive di ulteriore miglioramento alla luce degli interventi programmati per il Il 24 settembre sono entrati in vigore gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs Act (Decreti Legislativi 14 settembre 2015, n. 148, n. 149, n. 150 e n. 151), in aggiunta ai quattro emanati nella prima parte dell anno (Decreti Legislativi 4 marzo 2015, n. 22 e n. 23; Decreti Legislativi 15 giugno 2015, n. 80 e n. 81). 18

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