Sig. Segretario generale della Regione. Pier Carmelo Russo. Pier Carmelo Russo. Vincenzo Emanuele. Vincenzo Falgares. Francesco Attaguile
|
|
- Beniamino Casati
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 PRESIDENZA DIPARTIMENTO DELLA PROGRAMMAZIONE AREA COORDINAMENTOASSISTENZA TECNICA E COMUNICAZIONE U.O.B. 1 - Servizi dellacomunicazione Data Risposta a.... PROT. N del... ALLEGATI: N... OGGETTO: Regolamento CE 1828/2006 Modalità di allestimento del materiale informativo e pubblicitario da osservare nell attuazione di investimenti materiali, immateriali e di servizio nella. Sig. Segretario generale della Regione Pier Carmelo Russo Sig. Dirigente generale del Dipartimento Beni Culturali e Ambientali Pier Carmelo Russo Sig. Dirigente generale del Dipartimento Bilancio e Tesoro Vincenzo Emanuele Sig. Dirigente del Dipartimento Cooperazione Commercio Artigianato Vincenzo Falgares Dipartimento per l Architettura e l Arte contemporanea Sig. Dirigente generale del Dipartimento della Famiglia, delle Politiche sociali e delle Autonomie Locali Francesco Attaguile Sig. Dirigente generale del Dipartimento Finanze e Credito Salvatore Giglione Sig. Dirigente generale del Dipartimento Industria Sig. Dirigente generale del Dipartimento Energia Nicola Vernuccio Sig. Dirigente generale del Dipartimento Lavori Pubblici Manlio Munafò intestazione Piazza Don Luigi Sturzo n Palermo (IT) / tel.: / fax: Il pubblico si riceve: Tutti i giorni dalle 10:00 alle 13:00 e il Mercoledì dalle 16:00 alle 18:00. sito internet
2 Sig. Dirigente generale del Dipatrtimento Pubblica Istruzione Patrizia Monterosso Sig. Dirigente generale del Dipartimento Protezione Civile Salvatore Cocina Dirigente generale del Dipartimento per la Pianificazione strategica della sanità Maurizio Guizzardi Sig. Dirigente generale del Dipartimento Territorio e Ambiente Rossana Interlandi Sig. Dirigente generale del Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo Marco Salerno Sig. Dirigente generale del Dipartimento Trasporti e Comunicazione Giovanni Lo Bue Sig. Dirigente generale del Dipartimento Urbanistica Maurizio Agnese Al Presidente dell Agenzia regionale Rifiuti e Acque Felice Crosta ALLE UNITA'DI MONITORAGGIO E CONTROLLO: Dirigente dell Unità finanziaria- amministrativa per il beni culturali,ambientali ed educazione permanente bilancio e tesoro cooperazione, commercio ed artigianato
3 monitoraggio e controllo del DARC Dirigente dell Unità finanziaria amministrativa per il della famiglia Dirigente dell Unità finanziaria- amministrativa per il finanze industria Lavori Pubblici Protezione civile pubblica istruzione Territorio ed Ambiente Turismo,sport e spettacolo Trasporti e comunicazioni Urbanistica Dirigente dell Unità finanziaria amministrativa per il per la Pianificazione strategica della sanità Responsabile dell Unità finanziaria-amministrativa per il monitoraggio e controllo dell Agenzia rifiuti e tutela delle acque
4 LORO SEDI e, p.c. All On. Presidente della Al Responsabile Regionale della politica trasversale per le pari Opportunità All Autorità Ambientale Regionale Assessorato Regionale Territorio All Ufficio di Controllo di Secondo Livello All Ufficio Speciale Autorità di Certificazione Dei programmi cofinanziati dalla CE LORO SEDI Servizio Programmazione e Coordinamento Attuazione Interventi Infrastrutturali Servizio Programmazione e Coordinamento Attuazioni Interventi Sviluppo Locale Servizio Programmazione e Coordinamento dell'attuazione degli Interventi riguardanti risorse umane, ricerca, politiche trasversali SEDE PREMESSA Si fa seguito alla circolare n.772 del Regolamento (CE) 1828/06 - Piano della Comunicazione del PO Fesr Sicilia 2007/2013. Osservanza disposizioni, finalizzata al corretto adempimento delle disposizioni generali previste dall art. 69 del Regolamento CE 1083/2006 e di quelle specifiche di cui agli artt.2-10 del Regolamento CE 1828/2006 in materia di informazione e pubblicità dei fondi strutturali. In linea con l accresciuta importanza del tema della comunicazione, rilanciata dai predetti riferimenti normativi con indicazioni e regole più vincolanti rispetto a quanto disposto dal precedente Regolamento CE 1159/2000, vengono evidenziate ulteriori tematiche e immediati impegni che ne derivano. La Comunicazione assume in ambito europeo un ruolo decisivo, scandito da obblighi regolamentari valutati in sede di certificazione della spesa quale elemento discriminante. Tali tematiche sono fra loro connesse ed interagenti; non solamente sotto il profilo di una buona e moderna comunicazione che corrisponda all esigenza di sviluppare nella concretezza del territorio -fra i cittadini, fra la gente- una piena consapevolezza del ruolo svolto dall Europa per lo sviluppo della Sicilia. Le questioni appresso indicate e le disposizioni che derivano, mirano a svolgere un ruolo di sostegno nell attuazione in Sicilia del PO FESR anche sotto il profilo operativo.
5 Il corretto utilizzo di informazioni, nel contesto dell osservanza delle disposizioni europee in materia di comunicazione, si pone infatti quale elemento indispensabile per una migliore organizzazione delle attività e quindi per l uso più appropriato delle risorse: siano esse di provenienza comunitaria, nazionale o regionale. Basti pensare, a questo riguardo, alla nota problematica dei cosiddetti progetti coerenti ed alle refluenze pratiche che tutto questo potrà assumere in ordine alla stessa certificazione della spesa. Tali progetti, infatti, ai fini di una loro concreta valorizzazione, dovranno essere in tutto adeguati sotto il profilo procedurale; dovranno pertanto risultare impeccabili anche in relazione agli obblighi di Comunicazione, sia da parte dell Amministrazione (per es. pubblicazione di bandi e decreti sul sito euroinfosicilia) che in riferimento ai Beneficiari. A sostegno di tali necessità, sono in fase di predisposizione delle apposite linee guida destinate in prima battuta ai Referenti dipartimentali della comunicazione, che verranno riprese ed adattate quale strumento utile per gli stessi Beneficiari. Tale uniformità procedurale mira a garantire il successo del processo in atto, evitando in origine situazioni che possano in seguito determinare criticità difficilmente gestibili e perfino insanabili. La Comunicazione andrà interpretata quale elemento inscindibile rispetto al processo programmatorio e non appena come appendice -necessaria in quanto obbligatoria- di un sistema ad essa avulso. GLI OBBLIGHI COMUNITARI IN AMBITO DI FINANZIAMENTI NAZIONALI E REGIONALI Alla luce di quanto evidenziato si richiama il contenuto della circolare prot.n.3598 del di questa stessa AdG laddove, in premessa, veniva testualmente disposto quanto segue: Nell ambito di una programmazione regionale unitaria occorre prevedere strumenti attuativi idonei a garantire la flessibilità dell utilizzo delle diverse fonti di finanziamento -Fondi Strutturali, Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS), Risorse regionali- nell ottica di un sempre più efficace ed efficiente uso delle risorse. In questo contesto tutti gli atti (bandi di gara, decreti di impegno ecc.) relativi all utilizzo di finanziamenti pubblici -siano essi comunitari, nazionali, regionalidovranno rispettare gli obblighi ed i vincoli previsti dal Reg (CE) 1828/06 in materia di informazione e pubblicità. Il Regolamento stabilisce le modalità di formulazione ed attuazione del Piano di Comunicazione , garantendo la più ampia diffusione delle informazioni sui finanziamenti e la visibilità delle realizzazioni delle opere cofinanziate dai Fondi strutturali; individua, inoltre, le responsabilità dell Amministrazione regionale e dei beneficiari finali relative agli interventi informativi e pubblicitari. Di seguito venivano riportate indicazioni sulle norme in vigore, commentate e riproposte anche dalla più recente circolare n.772/09 già richiamata. In particolare, veniva anche rappresentato che tali norme:
6 dovranno essere applicate sia dalle Amministrazioni regionali che dai beneficiari finali, pena la revoca parziale o totale del finanziamento ottenuto. La logica di una puntuale aderenza a tali indicazioni muove dall idea di adeguare tutte le attività della Regione alle procedure affermate in ambito europeo, dando quindi a queste un respiro di pari livello operativo ed una uniformità di gestione, anche quando si tratti di fondi nazionali o regionali; d altro canto, l adeguamento a tali criteri di modernità ha anche immediate e positive refluenze di carattere esecutivo, laddove produrrà effetti di semplificazione nella gestione delle risorse ai fini della certificazione della spesa (nota questione dei progetti coerenti). L orientamento descritto viene peraltro riaffermato nello stesso recente Programma Attuativo Regionale (PAR), approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n.165 del febbraio scorso, dove è stata esplicitamente ribadita l attribuzione di una primaria importanza all integrazione sinergica tra le politiche (comunitarie, nazionali e regionali) al fine di massimizzare l efficacia degli interventi in un ottica di concentrazione delle risorse finanziarie, evitando eventuali sovrapposizioni e/o duplicazioni. In particolare si precisa: Le priorità del QSN rappresentano il naturale contesto a cui si riconnettono gli interventi della politica regionale aggiuntiva sia di fonte comunitaria che di fonte nazionale. Allo scopo di perseguire gli obiettivi prefissati e di adottare le strategie delineate si impone quindi la necessità di: adottare procedure e modalità operative dirette a promuovere la massima integrazione possibile degli interventi ed a favorire il conseguimento di obiettivi di sviluppo comuni; perseguire l integrazione finanziaria dei programmi tramite il coordinamento delle risorse di provenienza comunitaria (FESR, FSE, FEASR e FEP), nazionale, regionale e privata. RUOLO DEI REFERENTI DELLA COMUNICAZIONE ALL INTERNO DEI DIPARTIMENTI La circolare n.772/09 sottolineava l importanza di un rafforzamento del ruolo dei Referenti della comunicazione, fornendo anche elementi di precisazione sia per quanto concerne i Referenti, sia per gli specifici obblighi dei Beneficiari. Occorre adesso evidenziare come la nomina dei Referenti della comunicazione da parte dei Dirigenti generali, per risultare realmente efficace e non formale, debba essere accompagnata, ove possibile, dalla tempestiva dotazione di adeguate strutture operative e di personale dedicato alle importanti mansioni da svolgere. Diversamente -come in qualche caso nel passato è purtroppo avvenuto- verrebbero a determinarsi punti di debolezza della rete stessa, con effetti negativi che andrebbero a nocumento della sinergica attività da svolgere. Basti l esempio di Dipartimenti nei quali, in passato, i soggetti preposti al ruolo di Referente della comunicazione siano stati chiamati a svolgere tale ruolo accanto ad altre competenze operativamente onerose, con effetti di discontinuità dell attività di comunicazione stessa. Gli stessi, non essendo talvolta neppure incardinati in vera e propria
7 struttura organizzata, hanno svolto tale attività in una condizione di isolamento rispetto al contesto, fondando la stessa su un ammirevole sforzo volontaristico, comunque privo di adeguato respiro. Tali fattori di debolezza della rete devono essere considerati e corretti. Occorre quindi un accresciuto coinvolgimento responsabile degli attori interessati alla gestione dei Fondi Europei, da realizzare in primo luogo attraverso gli Uffici regionali direttamente coinvolti, sensibilizzando le strutture stesse circa il delicato tema dell informazione e pubblicità, nonché sugli obblighi comunitari previsti e sul ruolo da svolgere. VISIBILITÀ DEI PROGETTI Il Piano di Comunicazione del PO FESR si sviluppa attraverso un percorso cronologicamente programmato di azioni di informazione e pubblicità che si innestano in un più ampio sistema di comunicazione. Si avverte, al riguardo, la necessità di uno sforzo ulteriore, volto ad avvicinare ancor più il cittadino all Europa, rendendo maggiormente visibile, e quindi percepibile, il ruolo svolto da questa per lo sviluppo della Regione. Si coglie infatti una certa distanza rispetto ai temi dell Europa: non tanto in termini teorici di mancato senso di appartenenza, quanto sul piano di una più consapevole conoscenza delle concrete opportunità presenti e delle iniziative realizzabili o realizzate sul territorio (dato di relativa e spesso generica consapevolezza). Pertanto, i Referenti della Comunicazione avranno anche il compito di monitorare lo stato di avanzamento fisico degli interventi gestiti dai loro enti, in piena sintonia con la struttura di appartenenza; individuando anche i progetti ritenuti esemplari, da porre efficacemente in evidenza attraverso le azioni del Piano di Comunicazione. Dovranno quindi essere realizzate schede informative degli interventi, sempre aggiornate, nelle quali inserire anche la documentazione fotografica e video circa la progressiva esecuzione dei lavori: vero e proprio materiale di repertorio che potrà essere utilizzato, ad esempio, in relazione a richieste di informazione avanzate dalla Commissione, non sempre prevedibili in termini di cadenze temporali preordinate (fattore che per l assenza di materiale aggiornato e ben codificato, da potere rendere immediatamente disponibile, ha spesso messo in difficoltà la stessa Amministrazione, chiamata comunque a fornire risposte certe in tempi brevi). Si evidenzia che proprio a tale scopo è stata prevista sul nuovo sito web una sezione dedicata ai progetti, che dovrà essere costantemente aggiornata con dati affidabili. Il sito è divenuto negli anni uno strumento essenziale di informazione sulle attività legate ai PPOO. È stato recentemente oggetto d una sostanziale opera di restyling che non si è limitata ad aspetti meramente estetici e formali. La facile accessibilità e l immediatezza nell acquisire informazioni è intesa, infatti, come funzionale alle esigenze della programmazione Da qui consegue anche la necessità di pubblicare sul sito - coerentemente con quanto espresso inizialmente- non soltanto le diverse opportunità legate al PO FESR, ma anche provvedimenti e iniziative finanziati con risorse nazionali e regionali.
8 Attraverso una complessiva azione strutturale interna all Amministrazione -fondata quindi anche sul rilancio del ruolo dei Referenti della comunicazione presso i diversi Dipartimenti- si potrà dare il via anche alla autorevole messa in circolazione di informazioni rilevanti, necessarie ad attivare il sistema di comunicazione integrata previsto. La presenza di solide informazioni ben documentate potrà rendere inoltre più snella -oltre che meglio argomentatala definizione di importanti documenti di cadenza periodica, quali ad esempio il RAE (Rapporto Annuale di Esecuzione) o lo Stato di Attuazione per i Comitati di Sorveglianza. F.to L Autorità di Gestione Felice Bonanno
SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N
SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di
DettagliA cura di Giorgio Mezzasalma
GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma
DettagliAssistenza tecnica - Azioni per l avanzamento e verifica delle operazioni collegate alla qualità e quantità dei dati presenti nei
Assistenza tecnica - Azioni per l avanzamento e verifica delle operazioni collegate alla qualità e quantità dei dati presenti nei sistemi informativi di monitoraggio della Regione Azioni di miglioramento:
DettagliREGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE
REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di
DettagliMinistero dello Sviluppo Economico DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DI SVILUPPO E DI COESIONE SERVIZIO PER LE POLITICHE DEI FONDI STRUTTURALI COMUNITARI
Ministero dello Sviluppo Economico DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DI SVILUPPO E DI COESIONE SERVIZIO PER LE POLITICHE DEI FONDI STRUTTURALI COMUNITARI PROTOCOLLO D INTESA fra il MINISTERO DELLO SVILUPPO
DettagliVigilanza bancaria e finanziaria
Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO
DettagliPOLITICA DI COESIONE 2014-2020
GARANTIRE LA VISIBILITÀ DELLA POLITICA DI COESIONE: NORME IN MATERIA DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE PER IL PERIODO 2014-2020 POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliPO FESR Sicilia 2007/2013 Piano di Comunicazione
REPUBBLICA ITALIANA Unione Europea Regione Siciliana PRESIDENZA DIPARTIMENTO REGIONALE DELLA PROGRAMMAZIONE Area Coordinamento, Comunicazione, Assistenza tecnica UOB I - Servizi della Comunicazione PO
DettagliGiunta Regionale della Campania 12 06/04/2010
DECRETO DEL AUTORITA DI GESTIONE POIN AUTORITA DI RIFERIMENTO PAIN ATTRATTORI CULTURALI, NATURALI E TURISMO 2007/2013 AdG / AdR Dr. Manduca Fabrizio DECRETO N DEL 12 06/04/2010 Oggetto: Programma Operativo
DettagliPROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA. Art.
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA Art. 1 (Composizione) Il Comitato di Sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013
DettagliPolitecnico di Bari - Piano per la formazione del personale ai fini della prevenzione della corruzione (adottato ai sensi dell art. 1, co.
2014 Politecnico di Bari - Piano per la formazione del personale ai fini della prevenzione della corruzione (adottato ai sensi dell art. 1, co. 8, della L. n. 190/2012 ed approvato dal C.d.A. nella seduta
DettagliComune di San Martino Buon Albergo
Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE
DettagliPIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005
PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti
DettagliMODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.
ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico
DettagliAzienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona
PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA La trasparenza è uno strumento per il controllo diffuso da parte dei cittadini dell attività amministrativa e un elemento dell azione di prevenzione
DettagliAl Presidente del Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di xxx. Al Responsabile dell Area Governo del Territorio del Comune di xxx
DIREZIONE GENERALE PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E NEGOZIATA, INTESE. RELAZIONI EUROPEE E RELAZIONI SERVIZIO AFFARI GENERALI, GIURIDICI E PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALI IL RESPONSABILE GIOVANNI
DettagliDICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano
Comune di Busto Garolfo Provincia di Milano Piano di Governo del Territorio - PGT Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano DICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano Autorità
Dettagli1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA
INTRODUZIONE: 1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA 1. IL PROCEDIMENTO DI ELABORAZIONE E ADOZIONE. 2. IL FLUSSO
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -
PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell
DettagliDELIBERAZIONE N. 47/16 DEL 25.11.2014
Oggetto: PO FESR 2007/2013. Accelerazione della spesa. Avviso multilinea per la presentazione di progetti per opere pubbliche di pronta cantierabilità. L Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito
DettagliDENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA:
DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA: FAMIGLIA PROFESSIONALE DI APPARTENENZA: GRADUAZIONE POSIZIONE: FINALITÀ
DettagliPROVINCIA DI UDINE DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO CON I POTERI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CUI ALL ART. 42 DEL D.LGS. 267/2000
PROVINCIA DI UDINE DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO CON I POTERI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CUI ALL ART. 42 DEL D.LGS. 267/2000 SEDUTA DEL GIORNO 21/12/2007 Commissario: Segretario Generale: SPAGNUL dott.
DettagliProgramma Integrato Urbano PIU Europa CITTA di AVELLINO
Programma Integrato Urbano PIU Europa CITTA di AVELLINO Cabina di Regia del 26 gennaio 2009 Regolamento per l organizzazione ed il funzionamento della Cabina di Regia Città di Avellino Programma Integrato
DettagliAZIENDA SPECIALE CONSORTILE PER I SERVIZI ALLA PERSONA PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA
AZIENDA SPECIALE CONSORTILE PER I SERVIZI ALLA PERSONA PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA Approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione n.41/2014 INDICE PREMESSA... 3 1. LE PRINCIPALI
DettagliPOLITICA DI COESIONE 2014-2020
INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo
DettagliNEWSLETTER DICEMBRE 2009. La valutazione del POR Competitività, 2007-2013. Il Piano di Valutazione del POR Competititivà
NEWSLETTER DICEMBRE 2009 IN QUESTO NUMERO... si parla di: EDITORIALE 01 La valutazione nel periodo di programmazione Fondi Strutturali 2007-2013 02 La valutazione del POR Competitività, 2007-2013 03 Il
DettagliISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE DEI RECLAMI. Relazione
ISTRUZIONI SULLA TRATTAZIONE DEI RECLAMI Relazione Con le Istruzioni sulla trattazione dei reclami (di seguito, Istruzioni ) la COVIP intende procedere nella realizzazione di interventi volti ad accrescere
DettagliProgramma triennale per la trasparenza e l integrità 2014-2016. Giunta regionale Giornata della trasparenza 22 dicembre 2014 Palazzo Silone L Aquila
Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014-2016 Giunta regionale Giornata della trasparenza 22 dicembre 2014 Palazzo Silone L Aquila Percorso elaborazione ed approvazione PTTI 2014-2016
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA. Appendice al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. n.
PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA Appendice al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001 1. PREMESSA In attuazione della Legge n. 190/2012 Disposizioni
DettagliCONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta
DettagliCOMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.
COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ
Premessa PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma della P.A. impongono agli Enti Locali il controllo e la
DettagliREGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO
DettagliINTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)
INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell
DettagliDELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 26 aprile 2011, n. 789
14812 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 77 del 18-05-2011 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 26 aprile 2011, n. 789 Accordi/Intese Stato-Regioni in materia sanitaria. Anno 2010. Recepimento.
DettagliLINEE GUIDA AL MONITORAGGIO
Direzione Innovazione Ricerca e Università e Sviluppo Energetico Sostenibile Settore Sistemi informativi e Tecnologie della comunicazione POR-FESR - Programma Operativo Regionale Asse I Innovazione e transizione
DettagliREGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE
DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio
DettagliPIANO DEGLI INTERVENTI
DEL. CIPE N. 7/2006 PROGRAMMI OPERATIVI DI SUPPORTO ALLO SVILUPPO 2007-2009 ADVISORING PER LO SVILUPPO DEGLI STUDI DI FATTIBILITA E SUPPORTO ALLA COMMITTENZA PUBBLICA PIANO DEGLI INTERVENTI ALLEGATO 1
DettagliUNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA
PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2014-2019 STRATEGIA 5.8 PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE AVVISO PUBBLICO MANIFESTAZIONE DI INTERESSE FINALIZZATA ALL'ACQUISIZIONE DI PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI
DettagliC I R C O L A R E N 2_
REPUBBLICA ITALIANA REGIONE SICILIANA ASSESSORATO REGIONALE DEL BILANCIO E DELLE FINANZE DIPARTIMENTO REGIONALE FINANZE E CREDITO SERVIZIO RISCOSSIONE C I R C O L A R E N 2_ Prot. n. 5669 Palermo, lì 02/05/2002
DettagliPROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA Art. 1 (Composizione) Il Comitato di Sorveglianza del PSR 2007-2013 (approvato dalla Commissione
DettagliPROGETTO DI POLITICHE ATTIVE SUL LAVORO a valere sull UPB 2.1.4.2.70.CAP.908 della Regione Lombardia
PROVINCIA DI SONDRIO PROGETTO DI POLITICHE ATTIVE SUL LAVORO a valere sull UPB 2.1.4.2.70.CAP.908 della Regione Lombardia Radar dalla conoscenza allo sviluppo delle politiche attive del lavoro PROGETTAZIONE
DettagliGOVERNANCE. Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013. crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA
Programma operativo NazioNale GOVERNANCE e assistenza tecnica Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013 crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA Una premessa
DettagliL ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE
L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE
DettagliREGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO
REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione
DettagliPreso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014;
Richiamate le delibera del Cda n. 20 del 30/12/2010 e dell Assemblea n. 5 del 13/06/2013 con le quali si recepisce il trasferimento all Unione dei Comuni il servizio per la gestione in forma associata
DettagliSCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra
Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc
DettagliPSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT
PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT INDICE - Premessa Pag 1 1 Tipologia dei controlli 1 1a Controlli di gestione 1 1b Controlli di ammissibilità
DettagliREGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO
REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza
DettagliIl Riconoscimento della formazione pregressa e gli organismi paritetici
Ing. Marco CONTI SEMINARIO FORMATIVO Il Riconoscimento della formazione pregressa e gli organismi paritetici Il riconoscimento della formazione pregressa per lavoratori e datori di lavoro RICONOSCIMENTO
DettagliMinistero dell istruzione, dell università e della ricerca Dipartimento per l istruzione Direzione Generale per il personale scolastico - Uff.
prot. n. 171 Roma, 10 gennaio 2013 AI DIRETTORI GENERALI DEGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI LORO SEDI e, p.c. All Ufficio di Gabinetto dell On. Ministro SEDE Oggetto: posizioni economiche personale ata
DettagliSTATUTO PER IL SITO INTERNET DELL ENCJ
STATUTO PER IL SITO INTERNET DELL ENCJ Introduzione Il sito www.encj.net è il sito internet della Rete Europea dei Consigli di Giustizia (ENCJ). È stato stilato uno statuto redazionale al fine di regolare
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA
PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA (P.T.T.I.) 2015 2017 1. Introduzione: organizzazione e funzioni dell amministrazione. La trasparenza costituisce strumento di prevenzione e contrasto
DettagliCONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO
CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA (di seguito denominata Regione) nella persona dell Assessore regionale al lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen, domiciliata
DettagliIL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Come indicato nel Piano Annuale della Performance (P.A.P.), predisposto a partire dall anno 2015, l Azienda annualmente esplicita gli obiettivi,
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2012/2014
COMUNE DI BORORE Provincia di Nuoro PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2012/2014 (Art. 11, comma 2, del D. Lgs. 27.10.2009, n. 150) Allegato alla Deliberazione Giunta Comunale
DettagliREGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO
1 REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO Partenariato del Programma Operativo FESR Basilicata 2014-2020 (art. 5 Regolamento UE n. 1303/2/13; Regolamento Delegato (UE) n. 240/2014; D.G.R. n. 906 del 21 luglio 2014)
DettagliCOMUNE DI MORNICO AL SERIO. (Provincia di Bergamo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015. (art. 10 del D.Lgs. n.
COMUNE DI MORNICO AL SERIO (Provincia di Bergamo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015 (art. 10 del D.Lgs. n. 33/2013) Introduzione Il principio di trasparenza deve essere inteso
DettagliIL DIRETTORE GENERALE
DELIBERA N. 39 DEL 30.1.2014-OGGETTO: UOC GESTIONE DEL PERSONALE APPROVAZIONE PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA DELL AZIENDA OSPEDALIERA
DettagliSISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP)
SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP) PREMESSA Il Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance, per il seguito anche SMIVAP, è improntato all applicazione delle disposizioni
DettagliCodice Deontologico. Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori
Codice Deontologico Approvato dall Assemblea Ordinaria dei Consorziati con Delibera del 28/09/2011 INDICE 1. Premessa 2. Destinatari 3. Scopo 4. Principii, doveri, responsabilità e modelli di comportamento
DettagliMIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015
MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione
Dettagli2 aprile 2010 Sicurezza: Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Chiarimenti 2 aprile 2010 Sicurezza: Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.) nel D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Questo soggetto della prevenzione
Dettagli5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato
5. IL PIANO FINANZIARIO 5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato La predisposizione del piano finanziario per il POR della Basilicata è stata effettuata sulla
DettagliAllegato alla delibera n. 75GC/2012 COMUNE DI CORNELIANO D ALBA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015
Allegato alla delibera n. 75GC/2012 COMUNE DI CORNELIANO D ALBA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA (AI SENSI DELL ARTICOLO
DettagliREGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO
REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2
DettagliSETTORE ASSICURATIVO. Il giorno 18 aprile 1995. tra. l ANIA. le OO.SS. premesso che
SETTORE ASSICURATIVO Il giorno 18 aprile 1995 tra l ANIA e le OO.SS. premesso che Le Parti intendono, con il presente accordo, dare attuazione agli adempimenti loro demandati dal decreto legislativo 19
DettagliBANDO. per le associazioni socie del Cesvot. per la presentazione. di progetti di formazione per il volontariato ANNO 2015
BANDO per le associazioni socie del Cesvot per la presentazione di progetti di formazione per il volontariato ANNO 2015 volontariato ANNO 2015 Pagina 1 1. Chi può presentare Hanno diritto a presentare
DettagliREGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE
COMUNE DI CORMANO PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE (approvato con deliberazione C.C. n. 58 del 01/12/2003) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 AMBITO DI
DettagliREGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI
REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI Art. 1 Oggetto del Regolamento Il presente regolamento disciplina l attività del Comitato Unico
DettagliREGOLAMENTO INTERNO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA DEL PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE SICILIA FESR 2007/2013
REGOLAMENTO INTERNO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA DEL PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE SICILIA FESR 2007/2013 ******************** Il Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo Regionale FESR Sicilia
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA
PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA Approvato con Decreto dell Amministratore Unico n. 7 del 26/01/2015 INDICE INTRODUZIONE: 1. LO STATO DI ATTUAZIONE DELLE DISPOSIZIONI RECATE DAL D.LGS.
DettagliCOMUNICAZIONE n 46 a. s. 2014/15. Avvio indagine sulle competenze digitali e rilevazione dei fabbisogni formativi.
MINISTERO DELL ISTRUZIONE UNIVERSITA RICERCA Direzione Didattica Statale Infanzia e Primaria III CIRCOLO SAN GIOVANNI BOSCO Via Amando Vescovo, 2-76011 Bisceglie (BT) Codice Fiscale 83006560722 - Codice
DettagliModello dei controlli di secondo e terzo livello
Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI
DettagliMinistero dello Sviluppo Economico
Ministero dello Sviluppo Economico PROTOCOLLO D INTESA Piano di Azione Coesione Terza riprogrammazione Programma di rilancio delle aree colpite da crisi industriale in Campania In attuazione dell articolo
DettagliProtocollo D Intesa. Tra. L Ufficio Scolastico Regionale Per L Umbria. Il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia
Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per l Umbria Direzione Regionale Protocollo D Intesa Tra L Ufficio Scolastico Regionale Per L Umbria E Il Conservatorio
DettagliUNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016
Allegato 2 DGU 5/2014 UNIONE BASSA REGGIANA (PROVINCIA DI REGGIO EMILIA) Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016 1. PREMESSA In data 20.4.2013, è entrato in vigore il D.lgs. 14.3.2013
DettagliATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA
ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA VISTO l art. 3 comma 4 del D.P.R. 275/1999 come modificato dall art. 1, comma 14, della Legge
DettagliProt.n. AOODGAI/11551 Roma, 27/07/2012. e p.c.
UNIONE EUROPEA Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Inclusione MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA Dipartimento per la Programmazione Direzione Generale per gli Affari
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ 1 ***
PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ 1 *** 2013 2015 1 Approvato con delibera della GC n 30 del 29/01/2013, immediatamente eseguibile. 1 PREMESSA Le recenti e numerose modifiche normative
DettagliAvvio della programmazione 2007-13
Avvio della programmazione 2007-13 Definizione dei criteri di selezione degli interventi per l attuazione delle strategie previste dal Programma Cagliari 9.11.2007 1 Le prossime scadenze Attività Definizione
DettagliAvvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di
DettagliPiano di Valutazione della programmazione unitaria della Regione Veneto 2007/2013. Roma 12 Marzo 2008
Piano di Valutazione della programmazione unitaria della Regione Veneto 2007/2013 Roma 12 Marzo 2008 SCHEMA ORGANIZZATIVO Regione del Veneto Organizzazione regionale per la gestione della programmazione
DettagliProvincia- Revisione della disciplina delle funzioni
Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;
DettagliVISTO l articolo 38 della legge regionale 18/2005;
Oggetto: LEGGE 12.03.1999 N. 68 - APPROVAZIONE CONVENZIONE PROGRAMMATICA PER L ASSUNZIONE DI 1 UNITÀ DI PERSONALE APPARTENENTE ALLE LISTE EX ART. 8 L. 68/1999. ASSICURAZIONI GENERALI SPA. VISTA la legge
DettagliLinee guida per le Scuole 2.0
Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione
DettagliCOMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA
COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1
DettagliVIDEOSORVEGLIANZA E CERTIFICAZIONE
Bancasicura Milano, 18 ottobre 2007 VIDEOSORVEGLIANZA E CERTIFICAZIONE Ing. Vincenzo LA FRAGOLA Direttore Funzione Elettronica & Misure Le premesse Come affrontare le nuove esigenze della sicurezza nel
DettagliREGOLAMENTO INTERNO DELLA FONDAZIONE AI.BI.
REGOLAMENTO INTERNO DELLA FONDAZIONE AI.BI. ***** NORME DI APERTURA Art. 1 Validità del regolamento interno Il presente regolamento, derivante dai principi espressi dallo Statuto da cui discende, rappresenta
DettagliDicembre 2013 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 71/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA. Comune di Roma
Dicembre 2013 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 71/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA Comune di Roma 1 INTRODUZIONE Il presente documento contiene schede sintetiche relative agli esiti delle verifiche condotte
DettagliREGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI
PROVINCIA DI LIVORNO REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 216/20.12.2012 In vigore dal 1 febbraio 2013 SOMMARIO TITOLO I 3 Controllo Di
DettagliSogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili
Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili 1. PREMESSA La disciplina dei cantieri temporanei e mobili ha trovato preciso regolamentazione nel Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e nel successivo
DettagliPROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE
PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità
DettagliCOMUNE DI CINQUEFRONDI Provincia di Reggio Calabria
Approvato con Delibera G.C. n. 20 del 30/01/2013 COMUNE DI CINQUEFRONDI Provincia di Reggio Calabria PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ *** 2013 2015 PREMESSA Le recenti e numerose modifiche
DettagliREGIONE DEL VENETO PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE (POR) OBIETTIVO COMPETITIVITA REGIONALE E OCCUPAZIONE PARTE FESR (2007-2013)
REGOLAMENTO INTERNO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA POR OBIETTIVO COMPETITIVITÀ REGIONALE E OCCUPAZIONE PARTE FESR (2007-2013) Comitato di Sorveglianza 13 maggio 2011 REGIONE DEL VENETO PROGRAMMA OPERATIVO
DettagliCapitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile
Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano
DettagliTITOLO I ISTITUZIONE ALBO COMUNALE E ISCRIZIONI
REGOLAMENTO ALBO COMUNALE DELLE ASSOCIAZIONI TITOLO I ISTITUZIONE ALBO COMUNALE E ISCRIZIONI Art. 1 Finalità 1. Il Comune di Badia Polesine riconosce e promuove il pluralismo associativo per la tutela
DettagliRegolamento interno del Comitato di Sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013
Regolamento interno del Comitato di Sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 Roma, 4 aprile 2008 1 COMITATO DI SORVEGLIANZA REGOLAMENTO INTERNO Art. 1 Composizione Il Comitato di Sorveglianza
DettagliCOMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo
COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2012/2014 Premessa Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma
Dettagli