NEWS. Federazione Italiana Esercenti Settore Alimentare. 5 Giugno ANNO XI n 6. Circolare di informazione di FIESA-Confesercenti
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1 - 5 Giugno 2014 ANNO XI n 6 NEWS Federazione Italiana Esercenti Settore Alimentare Circolare di informazione di FIESA-Confesercenti Via Nazionale Roma 06/ Sito Internet http :// Pag. 2-3 PAG. 3-4 PAG. 4-5 Pag Sommario: Scadenza Giacenze pag. 2-3 Calabria pag. 3-4 Rapporto Nas pag. b4-5 Riforma PAC pag. 5-6 TASI pag. 6-7 ISTAT pag. 7 Pag Pag. 7
2 2 Comunicazione giacenze granella cereali e soia, si avvicina la scadenza. Si avvicina la scadenza per la Comunicazione delle giacenze di granella cereali e soia. Entro il prossimo 10 giugno gli operatori delle filiere cerealicola e della soia sono tenuti a comunicare con modalità telematiche al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali le giacenze detenute al 31 maggio di granella destinata alla commercializzazione dei prodotti nazionali, europei o d'importazione specificati più avanti. Il Decreto Ministeriale del 17 ottobre 2013, riguardante la Disciplina e procedura applicativa per la comunicazione delle giacenze di cereali e soia detenuti dagli operatori della filiera, stabilisce infatti le modalità di comunicazione delle giacenze dei prodotti detenuti in stoccaggio alla data del 31 maggio di ogni anno, sotto forma di granella destinata alla commercializzazione, dagli operatori delle filiere cerealicole e della soia Si tratta, in particolare, dei seguenti prodotti: Frumento duro [cod. NC ], escluso quello destinato alla semina; Frumento tenero e frumento segalato [cod. NC ], esclusi le sementi per la semina; Granturco [cod. NC ], diverso da quello destinato alla semina; Risone [cod. NC 1006], escluso quello destinato alla semina; Semi di soia, anche frantumati [cod. NC ], esclusi i semi per la semina. I soggetti che, alla data del 31 maggio di ogni anno, detengono, a qualsiasi titolo, granella destinata alla commercializzazione dei predetti prodotti, devono comunicare entro il successivo 10 giugno il quantitativo in giacenza, utilizzando il sistema telematico istituito dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Anche se Si ritiene che in ogni caso, per il primo anno, sulle date il Ministero osservi una certa tolleranza, si rivolge l invito agli operatori interessati ad osservare la scadenza. I soggetti che detengono prodotti di cui sopra per il reimpiego aziendale sono esonerati dalla comunicazione delle giacenze. Per effettuare la comunicazione, i soggetti interessati devono preliminarmente presentare richiesta d'iscrizione al sistema telematico, secondo le modalità descritte nell'allegato I al D.M. (vedi più avanti) All'operatore registrato è assegnato un codice identificativo. Guida all iscrizione al sistema telematico (Allegato I) RICHIESTA DI ISCRIZIONE La richiesta d'iscrizione al SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), nel Portale Mipaaf, dei soggetti interessati è necessaria per trasmettere al SIAN le giacenze dei prodotti di cui sopra. Iscrizione La richiesta d'iscrizione deve essere effettuata dal soggetto interessato mediante l'applicazione 'Iscrizione Utente', disponibile nell'area pubblica del Portale Mipaaf. 1. Dati richiesti Il soggetto interessato deve selezionare il settore stock di cereali e soia decreto n _ del _ /_ /_ e deve riportare il codice fiscale del titolare (nel caso di ditta individuale) o il codice fiscale del rappresentante legale della società (nel secondo caso verrà richiesto anche il CF della società). L'applicazione 'Iscrizione Utente' richiede l'inserimento di un indirizzo di posta elettronica del soggetto interessato che, una volta validato dall'amministrazione, è
3 utilizzato per le successive comunicazioni. 2. Controlli L'Amministrazione attiva, presso l'agenzia delle Entrate, la procedura di verifica dei dati anagrafici indicati dal soggetto interessato. L'Amministrazione provvede ad informare i soggetti interessati, in ordine all'esito del riscontro effettuato dal competente Ufficio tributario, con analoghe modalità. Il numero identificativo personale (di seguito PIN) è trasmesso al soggetto interessato per posta elettronica. Registrazione La richiesta di registrazione è effettuata dal soggetto interessato mediante l'applicazione 'Registrazione Utente' disponibile nell'area pubblica del Portale Mipaaf, inserendo nell'apposita casella il codice fiscale ed il PIN. Il soggetto interessato riceve, per posta elettronica, la password ed il link da selezionare per l'attivazione dell'utenza e l'accesso all'area riservata di stock di cereali e soia DM n _ del _/_ /_ Il soggetto interessato che possiede una CIE (carta d'identità elettronica) o una CNS (carta nazionale dei 3 servizi), per operare, non deve attendere il PIN. CALABRIA, FIESA ASSOPANIFICATORI: CONCORRENZA SLEALE, DIFFIDA AD INTERROMPERE VENDITA SOTTOCOSTO DEL PANE Con una nota al Sindaco del Comune di Cittanova e alla direzione di un locale supermercato, la Fiesa Confesercenti reggina è intervenuta per segnalare la violazione della normativa in materia di concorrenza sleale derivante dalla vendita sottocosto del pane. Nella nota, Assopanificatori Fiesa, in rappresentanza dei propri associati e in difesa degli operatori della panificazione, chiede alle Autorità preposte un urgente intervento al fine di evitare che l attività di vendita sottocosto del pane ad 1 a Kg. dal 29 maggio al 4 giugno c.a, pubblicizzata dal supermercato locale possa portare ad una grave violazione della concorrenza con pesanti ripercussioni sulla Categoria dei panificatori, derivanti da azione sistematica finalizzata all accaparramento della clientela. A questo proposito, Assopanificatori calabrese segnale la pronuncia del Tribunale Torino, Torino 25 marzo Giud. Contini - che così si è espressa: La vendita in un supermercato di un bene di largo consumo (come il pane) a prezzo irrisorio a chi acquisti altri prodotti nel medesimo supermercato è illecita, in quanto appare finalizzata all accaparramento di nuova clientela a discapito di chi venda esclusivamente quel bene e, dunque, a produrre uno sviamento di clientela difficilmente recuperabile per i piccoli esercenti. Nella sentenza torinese il Giudice afferma che Benché quindi le citate previsioni legislative consentano espressamente la vendita sottocosto di un bene alimentare deperibile come il pane, ritiene il Tribunale che, nondimeno, sussista il fumus boni juris in ordine alla configurabilità, nel caso in esame, di un atto di concorrenza sleale ai sensi dell Art. 2598, n.3 cod. civ. Il Giudice, quindi, dopo un attenta disamina ha confermato l esistenza del periculum in mora in quanto il protrarsi dell iniziativa oltre a continuare a produrre i cali di vendite lamentate è idoneo, per quanto detto in precedenza, a produrre uno sviamento di clientela difficilmente recuperabile per i piccoli esercenti, ravvisando i presupposti per ordinare l immediata cessazione della campagna di offerta speciale di pane. La nostra Associazione, alla luce dei fatti rappresentati e
4 del provvedimento richiamato, ha chiesto alla Direzione del supermercato di desistere dal portare avanti questa attività ed alle Autorità preposte di intervenire per reprimere eventuali abusi. 4 SOFISTICAZIONI ALIMENTARI, ALLARME DAL RAPPORTO DEI NAS. FIESA CONFESERCENTI: SI INTENSIFICHINO I CONTROLLI, A TUTTI I LIVELLI A PARTIRE DALLA PRODUZIONE E DAI GRANDI CENTRI LOGISTICI L allarme lanciato dalla stampa, in riferimento all ultimo Rapporto dei NAS che denuncia l irregolarità di un alimento su tre tra quelli controllati, fa riemergere la preoccupazione dei consumatori italiani sulla qualità e salubrità dei cibi portati in tavola. Dal Rapporto esce un quadro decisamente preoccupante dello scenario alimentare interno, che deve far riflettere e pensare ad azioni concrete per contrastare la crescente presenza della criminalità e dell agro-mafia. Si tratta di una denuncia che deve trovare nella risposta delle Istituzioni un puntuale riscontro in termini di repressione ma anche di prevenzione, in quanto macchia uno dei principali settori d eccellenza del Made in Italy, alla vigilia dell importante appuntamento dell Expo 2015 dedicato all alimentazione. Sulla questione, Fiesa Confesercenti, giudicando positivamente l opera meritoria svolta dal Nucleo Antisofisticazione dei Carabinieri, ha ripetutamente richiamato l attenzione degli Organismi di Vigilanza e degli stessi NAS su un dato di fatto incontrovertibile: nella distribuzione alimentare, al dettaglio come sulle grandi superfici, si vendono generalmente prodotti confezionati e sigillati, etichettati e tracciabili; dunque, eventuali interventi di sofisticazione/adulterazione debbono necessariamente avvenire a monte del canale distributivo, o nella fase produttiva o in quella della logistica/stoccaggio. E presso gli insediamenti di questi processi della filiera che, dunque, bisogna intervenire con maggior sistematicità e più intensità. Tutti gli scandali alimentari hanno dimostrato che le irregolarità si manifestano nella fase precedente alla distribuzione che comunque deve essere costantemente monitorata. Occorre anche intervenire - ha aggiunto il Presidente di Fiesa, Angelotti - su un aspetto delicatissimo quanto problematico, quello dell educazione alimentare. Non è possibile immaginare di poter acquistare prodotti delicati, importanti, come la carne o il pesce, che richiedono un complesso di funzioni e valori a prezzi sotto costo. Quando ciò avviene i distributori debbono porsi il problema di ciò che stanno esitando e i controllori alzare il livello di guardia verso promozioni e sconti anomali. Ma occorre anche aggiungere che quando si acquista carne o pesce a prezzi sensibilmente inferiori alla media di mercato, il consumatore stesso deve porsi la domanda su cosa sta acquistando. Chiarito questo non bisogna in alcun modo giustificare chi deliberatamente delinque: va punito severamente e allontanato dal commercio alimentare, che è un attività speciale perché attiene alla salute umana. Il pesce come la carne - aggiunge Raffaele Viggiani, Presidente di Assoittici - è un prodotto di grande delicatezza merceologica. Il ciclo della sua lavorazione ha tempi e modalità precisi, gli stessi canali di filiera sono noti. In tutto questo preoccupa la quantità di Cafados, l additivo che ha l effetto miracoloso di ridare freschezza apparente al pesce, sequestrato in Regioni che hanno una lunga tradizione ittica, come le Marche, l Emilia Romagna, la Puglia e il Veneto. E da tempo che chiediamo un incisivo intervento sull additivo in questione. Tuttavia vorrei
5 osservare che parte delle risultanze che si riferiscono al periodo erano già note, per cui alcuni fatti già denunciati non aggiungono elementi nuovi. Ciò detto I controlli e le verifiche ben vengano, sono la migliore tutela per gli operatori commerciali seri e professionali e servono a dare garanzie ai consumatori. E importante che le azioni di sorveglianza si rivolgano a tutta la filiera e alla fase della logistica dove troppo spesso si annidano opacità operative. Agricoltura, si chiude la Riforma della PAC anche a livello italiano. Eurocarne raccoglie i commenti della filiera della carne bovina. Angelotti, positivo valorizzare la zootecnia territoriale Verso il Salone Internazionale dedicato alla carne, in programma a Verona dal 10 al 13 maggio 2015 Verona, 29 maggio La partita sul primo pilastro della politica agricola comune si è conclusa ieri pomeriggio, al termine di un negoziato durato diverse settimane. Uno dei nodi da sciogliere ha riguardato gli aiuti accoppiati, le risorse cioè direttamente abbinate a determinate colture. Il negoziato, martedì alla Conferenza delle Regioni, 5 ha deciso di stanziare l 11% del plafond e di non arrivare al limite massimo del 15 per cento. Il 4% sarà mantenuto sui pagamenti di base. I fondi complessivi per gli aiuti accoppiati ammonteranno a 426 milioni di euro. Di questi, 220 milioni andranno alla zootecnia. Passa la linea proposta dalle Regioni del Nord (Lombardia, Emilia- Romagna, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Province Autonome di Trento e Bolzano), che indicava nel comparto zootecnico il beneficiario prevalente del sistema degli accoppiati. Le soluzioni adottate dal Ministero delle Politiche Agricole e dalla Conferenza delle Regioni hanno diviso sia i Rappresentanti delle Istituzioni che del mondo agricolo. Coldiretti plaude all esito del negoziato, Agrinsieme e Copagri si mostrano decisamente critici. L Ufficio Stampa di Eurocarne, Salone Internazionale dedicato al comparto carne, Manifestazione triennale in programma dal 10 al 13 maggio 2015 ( ha chiesto i pareri ad alcuni player del settore zootecnico da carne. Per Fabiano Barbisan, Presidente di Unicarve e del Consorzio Italia Zootecnica, «il primo commento sul documento provvisorio pubblicato è che il plafond per la zootecnia bovina da carne, pari a euro è assolutamente insufficiente per fronteggiare il taglio di quasi il 50% dei pagamenti diretti alle aziende di allevamento. Se la zootecnia bovina da carne in Italia sparirà Regioni e Ministero dovranno assumersi la responsabilità per le scelte fatte». Unica nota positiva, afferma Barbisan, «è l aver inserito premi aggiuntivi per i sistemi di qualità nazionali o regionali e l IGP. Come Unicarve lanciamo un appello a tutti gli allevatori affinché pensino seriamente all utilizzo dei Sistemi di qualità per utilizzare un marchio che permetta il riconoscimento della carne prodotta in Italia, altrimenti il declino della zootecnia arriverà rapidamente». A una prima stima, Barbisan ipotizza che con l attuale ripartizione delle risorse PAC agli allevatori possa essere riconosciuto un premio qualità per ogni singolo bovino allevato di circa 25 euro, contro gli attuali euro. «Quello che è stato fatto, aprendo ad altri settori dell agricoltura e con un plafond di risorse ristretto rispetto alla PAC precedente - afferma il numero uno di Unicarve - è uno spezzatino che serve a poco». Si riserva un esame più approfondito una volta esaminati tutti i documenti Ivano Lugli, Vice
6 Presidente di Unipeg, il più importante macello cooperativo italiano, con oltre 250mila capi macellati l ultimo anno. «Credo che la coperta fosse corta e che non ci si potesse attendere sforzi impossibili - afferma Lugli - però è innegabile che aver fissato il capping a livelli così bassi, con tagli del 50 per cento dei finanziamenti oltre i 150mila euro, è una scelta penalizzante per la zootecnia da carne». «Il futuro dell allevamento bovino da carne non passa per imprese mignon - prosegue Lugli - e se si voleva assicurare la possibilità di competere con la Francia e i grandi allevamenti del Nord Europa si è persa un occasione, aggiungendo nuove difficoltà al settore. Ritengo che sia positiva l attenzione alla linea vacca-vitello e ai ristalli, perché lo scenario dei prossimi anni passerà inevitabilmente anche da lì, ma non è attraverso il ciclo chiuso che si promuove la zootecnia da carne italiana. Ma per dare valutazioni più precise attendo di vedere come sarà il documento definitivo sulla PAC». La vede in maniera più positiva Loris Colomberotto, Presidente dell omonimo gruppo, che fattura 280 milioni di euro e macella 101mila vitelli a carne bianca, «con l obiettivo nel 2015 di 6 produrre 120mila capi e macellarne 150mila». «Se, come pare, è stata approvata una linea di sostegno ai vitelli a carne bianca, segmento che vede l Italia ai primi posti a livello comunitario, non posso che essere contentosostiene Colomberotto- si parla di circa 20 euro a capo, che non è assolutamente una cifra elevata, ma è pur sempre meglio di niente, preso atto che a livello italiano il numero di vitelli a carne bianca è di circa 650mila capi». Il Presidente di Fiesa e di Assomacellai Gian Paolo Angelotti, pur riservandosi una più approfondita valutazione, ha commentato con preoccupazione i tagli al sostegno alla filiera e alla zootecnia, ma ha anche salutato positivamente la previsione dei premi aggiuntivi per la promozione dei sistemi di qualità territoriali e delle IGP, rimarcando che la realtà agricola e zootecnica italiana è profondamente diversa da quella nord europea e che buona parte del successo del food italiano è legato proprio alla territorialità e alle specificità delle razze TASI, R.E TE. Imprese Italia: Insufficiente l annunciata proroga del pagamento della prima rata L intenzione del Governo di intervenire per prorogare la scadenza di pagamento della prima rata della TASI per i soli Comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato, sebbene eviti di far pagare acconti quando il tributo non è dovuto, non risolve le difficoltà connesse al calcolo ed al versamento dell imposta da effettuarsi in pochi giorni lavorativi. E quanto sostiene Rete Imprese Italia in una nota stampa. La mancanza di una proroga generalizzata del pagamento della prima rata TASI - aggiunge - denota una grave sottovalutazione, da parte del Governo, dei problemi gravanti su cittadini, imprese e su tutti gli operatori professionali che li assistono in fase di prima applicazione della nuova imposta TASI. Come abbiamo già avuto modo di rappresentare al Ministro dell Economia - ricorda ancora Rete Imprese Italia - le difficoltà operative scaturiscono dalla miriade di aliquote d imposta applicabili alle diverse tipologie di immobili ma, ancor di più, nella determinazione delle detrazioni spesso in funzione dei parametri più diversi (rendita catastale, utilizzo dell immobile, carichi di famiglia ed altro ancora). E per questo che è necessario prorogare la scadenza per tutti i contribuenti, in modo da
7 permettere il corretto adempimento del pagamento senza incorrere in sanzioni consentendo, altresì, ai Comuni di deliberare con criteri più ponderati e più semplici, senza il timore di non far quadrare i propri bilanci. Istat, inflazione in discesa: giù i prezzi alimentari A maggio i prezzi dei prodotti alimentari registrano un calo dello 0,2% su base annua L inflazione a maggio torna a scendere. La lieve frenata dell inflazione è principalmente attribuibile al combinato disposto derivante dal rallentamento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti e dalla diminuzione dei prezzi degli alimentari non lavorati. A rilevarlo è l Istat che attribuisce il calo agli effetti stagionali, soprattutto per prodotti come frutta e verdura. I prezzi di alimentari e bevande analcoliche a maggio fanno segnare un calo dello 0,2% su base annua, come non avveniva dal giugno del L «inflazione di fondo», al netto degli alimentari freschi e dei beni energetici, scende allo 0,8% (dall 1,0% di aprile) e al netto dei soli beni energetici si porta allo 0,6%. A determinare l andamento inflattivo per Fiesa è anche 7 il perdurare delle difficoltà economiche e la negativa curva della domanda interna che indebolisce famiglie e imprese. Un dato dunque che se da un lato può essere salutato positivamente dall altro desta preoccupazione. Per invertire la tendenza pertanto occorrono politiche fiscali meno severe e un piano di rilancio dei consumi interni che faccia perno su nuova occupazione e politiche del lavoro. Le più recenti stime continuano ad ipotizzare una consistente erosione della capacità produttiva nel nostro Paese e questo è molto più grave di piccole tensioni sui prezzi.
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