Aspetti tecnici dell applicazione dei disciplinari di Certificazione Forestale della PIOPPICOLTURA

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1 Incontro tecnico sulla pioppicoltura Mortara (PV), 31 gennaio 2012 Aspetti tecnici dell applicazione dei disciplinari di Certificazione Forestale della PIOPPICOLTURA Domenico Coaloa Unità di Ricerca per le Produzioni Legnose Fuori Foresta CRA-PLF, Casale Monferrato, ITALY

2 CERTIFICAZIONE FORESTALE DELLA PIOPPICOLTURA ovvero come valorizzare la filiera pioppicoltura-industria del legno

3 - Richiamo della Gestione Forestale Sostenibile - Schemi di certificazione - Vantaggi della CF - Situazione attuale della Certificazione pioppicola - Domanda di legno certificato

4 Certificazione : procedura in cui una terza parte (organismo di certificazione indipendente) fornisce assicurazione scritta che un prodotto, processo o servizio è conforme a requisiti specifici Certificato della rintracciabilità (catena di custodia): Certificato che conferma l origine della materia prima legnosa e dei prodotti derivati. Un produttore-commerciante può verificare che la materia prima legnosa usata nei prodotti derivi da foreste certificate Organismo di certificazione: Indipendente accreditato da ente nazionale di accreditamento, che accerta e certifica procedure e gestione nel rispetto di norme e documentazioni richieste dal sistema Verifica o Audit: Attività sistematica e obiettiva per valutare il grado in cui I requisiti relativi a un soggetto concordato sono soddisfatti, condotta da persone indipendenti.

5 Gestione Forestale Sostenibile (GFS) Il concetto di sostenibilità nel settore forestale fa riferimento a pratiche e criteri gestionali in grado di garantire: 1) tutela dell ambiente 2) rispetto dei diritti e delle tradizioni 3) sostenibilità economica delle attività forestali boschi gestiti in maniera corretta e sostenibile, significa mantenere la biodiversità, produttività, rinnovazione, vitalità in grado di garantire ora e nel futuro importanti funzioni ecologiche, economiche e sociali senza danni per altri ecosistemi.

6 Certificazione della GFS Esigenza dei consumatori di poter disporre di prodotti a base di legno proveniente dai boschi gestiti in maniera corretta e sostenibile E un riconoscimento per il comportamento virtuoso dei proprietari che gestiscono correttamente i propri boschi e piantagioni E uno strumento di comunicazione e di marketing ambientale verso il mercato La comunicazione è fatta conun logo che afferma le piantagioni sono gestite in maniera sostenibile

7 Perché scegliere la certificazione forestale per la PIOPPICOLTURA? (1) Per valorizzare dal punto di vista commerciale (marketing ambientale) i propri prodotti Per realizzare una gestione dell azienda e delle piantagioni più razionale e responsabile, migliorando il rapporto con l ambiente e con le componenti sociali del territorio Per migliorare la comunicazione con i consumatori e autorità pubbliche, e farsi riconoscere la corretta gestione forestale

8 Perché scegliere la certificazione forestale per la PIOPPICOLTURA? (2) Per riconoscere la funzione di Carbon sink (t CO 2 ) nell ambito del mercato dei crediti di Carbonio Pioppicoltura italiana ( ha di pioppeti) (1,2 Ml t di CO 2 assorbito, 330 mila t di C fissato per anno)

9 Valore commerciale e valore ambientale del pioppo 1 ettaro di pioppeto maturo(10-12 anni) 200 t legno (fusti + rami + ceppaie) 267 m t di CO 2 assorbita 50 t di Carbonio stoccato 35 tep t di petrolio equivalente Valore commerciale pioppeto maturo /ha (150 t) Valore pioppeto in termini energetici GJ:400 MW = /ha mercato volontario delle quote di carbonio ETS (UE) /ha (7-16 x180 t CO 2 )

10 Perché scegliere la certificazione forestale per la PIOPPICOLTURA? (3) Nella nuova PAC ( ) il greening rappresenta il 30% degli aiuti diretti (pagamento per inverdimento). La pioppicoltura certificata potrebbe più facilmente costituire uno dei requisiti per la componente greening

11 Nuova PAC Pagamenti greening (Art. 32): 7% della superficie agricola aziendale ad interesse ecologico. Mantenimento paesaggio, fasce tampone, aree afforestate. Vigneto paesaggistico compatibile con il greening pioppeto paesaggistico compatibile con il greening?

12 Certificazione Forestale della Pioppicoltura per la pioppicoltura si è trattato principalmente di affrontare e risolvere le conflittualità tra produzione di legno e l impatto ambientale soprattutto in aree sensibili, ambiti fluviali, più idonei alla coltivazione ma anche più fragili per l equilibrio ambientale L Istituto di Pioppicoltura (CRA-PLF), mediante il progetto ECOPIOPPO, affrontò la rilevante questione connessa alla sostenibilità ambientale della pioppicoltura Disciplinare di produzione del pioppo Base per gli standard della Gestione Forestale Sostenibile adottati dagli schemi di Certificazione Forestale FSC e PEFC

13 Schemi di certificazione forestale per pioppeti in Italia FSC (Forest Stewardship Council) PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes)

14 Gestione Forestale Sostenibile e Catena di Custodia Certificazione della Gestione Forestale Sostenibile (GFS) Certificazione della Catena di Custodia (CoC) o della Rintracciabilità del legno

15 Processo di certificazione ENTE di ACCREDITAMENTO Atto volontario di PIOPPICOLTORE singolo o in gruppo richiedente STANDARD di GFS internazionali Disciplinari di coltivazione ORGANISMO di CERTIFICAZIONE esterno indipendente accreditato se la gestione risulta conforme emissione CERTIFICATO e uso MARCHIO durata 5 anni

16 Certificazione della singola AZIENDA Certificazione di GRUPPO di aziende 150 aziende agricole attuano la certificazione forestale 5 gruppi di certificazione aggregano oltre il 95% delle aziende

17 Quali sono i vantaggi di una certificazione di gruppo? 1. Più facile accesso ad informazioni su certificazione e miglior comprensione standard, assistenza tecnica, contatti facilitati con l ente di certificazione 2. Riduzione dei costi per il singolo (economie di scala sia nel rispetto degli standard ad es. procedure e sistema di monitoraggio, documentazione, ) Costi contenuti per le certificazioni di gruppo e grandi aziende circa 1-2% PLV

18 La Certificazione Forestale della pioppicoltura in concreto prevede il rispetto di un disciplinare di coltivazione che agisce - riduzione del rischio fitosanitario (piantagioni policlonali in grandi aziende pioppicole) - contenimento degli interventi colturali (inerbimento sottobosco) - razionale interventi chimici (controllo delle malattie) - razionale interventi di fertilizzazione (limitazione degli apporti azotati) - razionale impiego dell acqua di irrigazione (irrigazioni di soccorso) - rispetto aree sensibili (norme vincolanti) senza riduzione della qualità delle produzioni Il termine certificazione implica il concetto di qualità

19 PRINCIPALI CRITERI VINCOLANTI dei due disciplinari di certificazione PEFC Se in una azienda la superficie dedicata alla pioppicoltura è maggiore di 20 ettari il clone principale non deve superare il 90% FSC - il 2-3 % della superficie forestale da certificare deve essere destinata a conduzione naturalistica (filari, boschi, frangivento, ecc.) - Se in una azienda la superficie dedicata alla pioppicoltura è maggiore di 30 ettari il clone principale non deve superare l'80% - La superficie della particella del pioppeto monoclonale e coetaneo da certificare deve essere minore di 10 ettari

20 disciplinari PEFC e FSC A ttività PEFC FSC Scelta della Evitare terreni marginali, da preferire terreni con buona fer tilità e 1 stazione disponibilità idrica Attuare la diversificazione clonale nell ordine del 10% nelle 2 Scelta clonale aziende con oltre 20 ettari di pioppeti. 3 4 Materiale vivaistico Modalità e densità di impianto 5 Fertilizzazione 6 Potatura 7 8 Gestione suolo Controllo infestanti Impiegare piante certificate di cloni iscritti al Registro Nazionale Cloni Forestali Utilizzare densità di impianto di piante per ettaro È consentita la concimazione di fondo con apporti di 175 kg/ha P 2 O k g/ha K 2 O È ammessa la concimazione localizzata in copertura con apporti massimi di 175 kg/ha P 2 O 5 e 175 kg/ha K 2 O nei primi tre anni compresa quella di fondo e di 50 Kg/ha, 75 Kg/ha e 100 Kg/ha di azoto rispettivamente nel primo, secondo e terzo anno. Dal 4 al Kg/ha di azoto per anno e con le stesse dosi fino al 9 Soltanto in suoli superficiali. In aree sensibili e nei mesi di invernali non è ammesso l'impiego di liquami bovini e suini Effettuare interventi di potatura di formazione e di pulizia del fusto dal 1 al 5 anno É consigliata la lavorazione del terreno del turno. almeno nella prima metà In aree sensibili è consentita la lavorazione del terreno soltanto nei primi 3 anni É c onsentita la lavorazione del terreno, consiglia ta la sfalciatura e la trinciatura nella seconda metà del turno. In aree sensibili è consentita la lavorazione del terreno soltanto nei primi 3 anni, in seguito sono ammessi interventi di sfalcio e trinciatura evitando di operare nel periodo di riproduzione avifauna selvatica Evitare terreni marginali, da preferire terreni con buona fertilità e disponibilità idrica Attuare la diversificazione clonale nell ordine del 20% nelle aziende con oltre 30 ettari di pioppeti. Impiegare piante certificate di cloni iscritti al Registro Nazionale Cloni Forestali Utilizzare densità di impianto di 250 ettaro piante per È consentita la concimazione di fondo con apporti di 120kg/ha P 2 O kg/ha K 2 O È ammessa la concimazione localizzata in copertura con apporti di 60 Kg/ha, 90 Kg/ha e 120 Kg/ha di azoto rispettivamente nel primo, secondo e terzo anno In ar ee sensibili non è ammesso l'impiego di liquami bovini e suini Ef fettuare interventi di potatura di formazione e di pulizia del fusto dal 1 al 5 anno È consentita la lavorazione del terreno soltanto nei primi 3-4 anni, in seguito sono ammessi interventi di sfalcio e trinciatura evitando di operare nel periodo di riproduzione avifauna selvatica È consentita la lavorazione del terreno soltanto nei primi 3-4 anni, in seguito sono ammessi interventi di sfalcio e trinciatura evitando di o perare nel periodo di riproduzione avifauna selvatica 9 Irrigazione Irrigare secondo i fabbisogni idrici Irrigare secondo i fabbisogni idrici 10 Difesa fitosanitaria Consigli tecnici Norme vincolanti Norme vincolanti in aree sensibili Bronzatura: ammessi al massimo n. 2 trattamenti per anno in aree sensibili non è ammesso l impiego dei ditiocarbammati Ruggini : consentito n. 1 trattamento per anno dal 3 al 6 anno del turno Punteruolo: consentito n. 1 trattamento per anno dal 2 al 3 anno del turno Saperda: consentito n. 1 trattamento per anno dal 2 al 5 anno, soglia di intervento 15 % piante colpite in aree sensibili è consentito unicamente il trattamento localizzato Afi de lanigero: consentito trattamento solo con infestazione in atto Ifantria: consentito n. 1 trattamento per anno sul la 2 generazione in aree sensibili è consentito unicamente il trattamento con prodotti microbiologici (Bt) Bronzatura: ammessi al massimo n. 2 trattamenti per anno. non è ammesso l impiego dei ditiocarbammati Ruggini : consentito n. 1 trattamento per anno dal 3 al 6 anno del turno Punteruolo: consentito n. 1 trattamento per anno dal 2 al 3 anno del turno Saperda: consentito n. 1 trattamento per anno dal 2 al 5 anno, soglia di intervento 20 % piante colpite in aree sensibili è consentito unicamente il trattamento localizzato Afide lanigero: consentito trattamento solo con infestazione in atto Ifantria: consentito n. 1 trattamento per anno sulla 2 generazione in aree sensibili è consentito unicamente il trattamento con prodotti microbiologici (Bt)

21 standard PEFC e FSC Fertilizzazione PEFC Fertilizzazione FSC È ammessa la concimazione di fondo o localizzata in copertura con apporti massimi di 175 kg/ha P 2 O 5 e 175 kg/ha K 2 O nei primi tre anni e di 50 Kg/ha, 75 Kg/ha e 100 Kg/ha di azoto rispettivamente nel primo, secondo e terzo anno. Dal 4 al Kg/ha di azoto per anno e con le stesse dosi fino al 9 soltanto per suoli superficiali. In aree sensibili e nei mesi di invernali non è ammesso l'impiego di liquami bovini e suini È consentita la concimazione di fondo con apporti di 120 kg/ha P 2 O kg/ha K 2 O È ammessa la concimazione localizzata in copertura con apporti di 60 Kg/ha, 90 Kg/ha e 120 Kg/ha di azoto rispettivamente nel primo, secondo e terzo anno. In aree sensibili e nei mesi di invernali non è ammesso l'impiego di liquami bovini e suini Gestione suolo, controllo infestanti É consentita la lavorazione del terreno, consigliata la sfalciatura e la trinciatura nella seconda metà del turno. In aree sensibili è consentita la lavorazione del terreno soltanto nei primi 3 anni, in seguito sono ammessi interventi di sfalcio e trinciatura evitando di operare nel periodo di riproduzione avifauna selvatica Gestione suolo, controllo infestanti È consentita la lavorazione del terreno soltanto nei primi 3-4 anni, in seguito sono ammessi interventi di sfalcio e trinciatura evitando di operare nel periodo di riproduzione avifauna selvatica Consigli tecnici Norme vincolanti Norme vincolanti in aree sensibili

22 In sintesi PEFC FSC AA AS AA AS Policlonalità 10-20% X X X X lavorazione terreno frequenza e periodicità O X X X controllo infestanti frequenza e periodicità O X X X fertilizzazione dosi e periodicità OXX XX X XX difesa chimica frequenza e prodotti X XX XX XX rinaturazione sup. agricola 2-5% O O X X nessuna limitazione lieve limitazione forte limitazione O X XX

23 Vantaggi nella certificazione riduzione dei costi di coltivazione -16% -13% -4% impianto cure colturali TOTALE libera c. disciplinato -31% -19% trattamenti lavorazione del terreno -47% concimazione

24 Valutazione economica (1) per modello colturale disciplinato /ha libera coltivazione /ha costi contributi* ricavi** Van *** Van/anno senza contributo non irriguo (*) 70% spese impianto CF- 60% altri (**) (150t 75 /t) (***) attualizzazione dei costi e ricavi (r=0,03) Nella libera coltivazione del pioppeto le quantità superiori di fertilizzanti e più frequenti lavorazioni del terreno potrebbero accrescere la produzione ma non giustifica i maggiori costi sostenuti; per questo motivo, nel confronto fra i modelli colturali si è tenuto costante la produzione. Non è considerato il beneficio fondiario.

25 Valutazione economica (2) per modello colturale disciplinato /ha libera coltivazione /ha costi contributi* ricavi** Van *** Van/anno senza contributo non irriguo (*) 70% spese impianto CF- 60% altri (**) (150t 75 /t) (***) attualizzazione dei costi e ricavi (r=0,03) Nella libera coltivazione del pioppeto le quantità superiori di fertilizzanti e più frequenti lavorazioni del terreno potrebbero accrescere la produzione ma non giustifica i maggiori costi sostenuti; per questo motivo, nel confronto fra i modelli colturali si è tenuto costante la produzione. Non è considerato il beneficio fondiario.

26 La certificazione forestale della pioppicoltura situazione in ITALIA Circa ettari di pioppeti sono certificati, in Piemonte, Lombardia e Friuli V.G. 85% PEFC 15% FSC pioppicoltura certificata totale PEFC FSC totale % ha ha ha ha Piemonte Lombardia Friuli Venezia Giulia totale aziende agricole attuano la certificazione forestale 5 gruppi di certificazione aggregano oltre il 95% delle aziende La certificazione di gruppo e l intervento regionale a sostegno parziale dei costi diretti ha favorito l avvio della certificazione pioppicola dal 2007

27 La domanda di legno di pioppo per pannelli compensati Nel 2005 il 40% del pioppo importato era certificato circa m 3 Deficit di produzione di pioppo nazionale soprattutto del pioppo certificato 2010, dati nazionali Federlegno produzione annuale pannelli compensati di pioppo in Italia circa m % del pioppo lavorato è certificato m 3 legno pioppo tronchi da sfoglia 20% del pioppo importato è certificato m 3 piante intere pioppeti m 3 m 3 ha/anno domanda produzione nazionale importazione * (*) Istat m 3 di pioppo certificato sono prodotti in Italia (10%) circa 450 ha/anno di pioppeti abbattuti %

28 Pioppicoltura e aziende agricole ha aziende ha stime dai risultati CGA provvisori arboricoltura ISTAT Censimenti Generali Agricoltura CGA ha aziende

29 D e f i c i t Il pioppo è una delle poche specie legnose capace di dare risposte rapide al deficit di legno in EUROPA DOMANDA Milioni di m % 75% % 65% OFFERTA pannelli pasta e biomassa Estudio publicado en el n 252 de AITIM, sobre el equilibrio de la foresta y la demanda de madera, con previsiones para el 2010 y el 2020, basado en un analisis en 29 paise europeos

30 Domenico Coaloa C.R.A-PLF Casale Monferrato

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