A CURA DEGLI ALLIEVI DELLE CLASSI IV E V SEZ. A COORDINATI DALLA PROFESSORESSA LAURA MARIA TEODORI

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1 A CURA DEGLI ALLIEVI DELLE CLASSI IV E V SEZ. A COORDINATI DALLA PROFESSORESSA LAURA MARIA TEODORI Roma

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3 PREFAZIONE Sei anni fa il Liceo Tacito ha iniziato un percorso d integrazione dello studio curriculare con vari progetti per favorire la formazione alla cittadinanza. La sfida che la scuola deve raccogliere è quella di rendere consapevoli gli studenti, affinché lo diventino anche come cittadini. La consapevolezza deve partire dal senso di responsabilità, dalla maturazione di ethos che si traduca in agire, prassein, che non si basi solo su una tecnica finalizzata a un lavoro pragmatico, poiein. In quest ottica, le competenze non risiedono tanto in un saper risolvere i problemi, quanto piuttosto nel saperseli porre, come si addice a una mente aperta, critica, educata al pensiero divergente. Il Liceo Tacito si è impegnato in progetti di educazione alla cittadinanza con lo sguardo rivolto all Europa e al mondo nei suoi aspetti globalizzanti. La formazione si traduce in educazione alla complessità e va contro il tentativo odierno di semplificazione eccessiva che appiattisce la connessione (complexus) delle conoscenze e che risulta inadeguata alla comprensione di una società sempre più complessa e interdipendente. È nell educazione alla cittadinanza attiva il senso profondo dei progetti del nostro liceo, pur nella diversità delle angolature e dei temi affrontati: dall artistico-letterario allo storico-filosofico. Abbiamo cominciato con la celebrazione dei 150 anni dell unificazione d Italia (DVD di nostra produzione e edizione); poi, di stretta intesa con gli uffici della Presidenza della Repubblica, abbiamo trattato del regionalismo e del decentramento amministrativo; il lavoro dei nostri alunni è stato pubblicato in L Italia repubblicana, storia di una democrazia (Archivio storico Presidenza della Repubblica, 2013). Altro approfondimento è stato dedicato ai beni comuni e alla loro tutela (III e V premio agli elaborati dei nostri ragazzi, negli anni scolastici 2011/12 e 2012/13). Su questi temi gli studenti si sono confrontati con conferenze, documenti, archivi storici, discussioni. Abbiamo proseguito con questioni di attualità come il femminicidio (promosso da Se non ora quando e MIUR) e come parità e differenza di genere. Con la Provincia di Roma abbiamo trattato Cento film e un paese, l Italia, sul mutamento sociale degli italiani visto dal cinema come arte; menzione speciale al nostro liceo. Da quattro anni collaboriamo con il progetto La repubblica siamo noi promosso dal Circolo Libertà e Giustizia di Roma; in quest ambito lo scorso anno, con il patrocinio dell Associazione Nazionale Magistrati, abbiamo affrontato il tema della corruzione in Italia. A conclusione del percorso, gli alunni hanno realizzato il lavoro Piccolo Atlante della Corruzione. Nel giugno 2014 il risultato è stato presentato al I Municipio. Nel febbraio 2015, la ministra Giannini ha illustrato il nostro lavoro, insieme a quelli di altre quattro scuole pilota, ai magistrati Cantone, Roberti e Sabelli, in occasione della firma della Carta di Intenti La buona scuola per formare cittadini consapevoli e responsabili, tra MIUR, Associazione Nazionale Magistrati e Associazione Nazionale Anticorruzione. Altri progetti, come il concorso per scrivere Una nuova carta d identita della Rai, promosso dall Associazione Articolo 21, rientrano nella formazione alla consapevolezza civica. Il Piccolo Manifesto per l Europa, che qui presento, è anch esso nato su invito del circolo Libertà e Giustizia di Roma, coordinato da Maurizio Olivieri, nell ambito del progetto La repubblica siamo noi, questa volta in collaborazione con il Consiglio Italiano del Parlamento Europeo e l Università Roma Tre. Il lavoro ha avuto una fase preparatoria di sensibilizzazione e preparazione degli studenti, quindi ha percorso sei binari: a. dialogo e informazione dei cittadini del primo municipio attraverso il questionario; b. analisi ed elaborazione grafica dei risultati; 3

4 c. lettura e confronto critico con il Manifesto di Ventotene; d. produzione di elaborati degli studenti; e. studio della storia delle tappe dell Unione; f. analisi della complessa architettura comunitaria attraverso l elaborazione di grafici. L elaborazione della ricerca ha impegnato intensamente gli studenti che si sono cimentati con strumenti complessi e ardui. Hanno dedicato diverse ore del loro tempo extrascolastico a incontrare e intervistare persone, a riunirsi e discutere, a lavorare in stretto contatto attraverso la rete elettronica, creando, di fatto, una metaclasse al di fuori dell orario scolastico. Non si può non notare in loro un salto di qualità, un acquisizione di competenze, come già era accaduto con i loro compagni degli anni precedenti. Il nostro liceo ha così rafforzato la propria missione formativa. professoressa Giuliana Mori Preside del Liceo Cornelio Tacito 4

5 INTRODUZIONE Il dibattito intorno alle sorti dell Unione Europea è acceso da molti anni: ci si chiede se siano maggiori i vantaggi o gli svantaggi, se ci sia reale collaborazione fra gli Stati e se l unificazione della moneta giovi effettivamente al nostro mercato. L importanza della questione ha spinto noi alunni a partecipare al progetto Piccolo Manifesto per l Europa, ideato da Maurizio Olivieri del Circolo Libertà e Giustizia di Roma e dal Consiglio Italiano del Movimento Europeo (CIME), nell ambito del progetto La Repubblica siamo noi, a cui da anni il nostro liceo aderisce, inserendolo nell offerta formativa della scuola. La formulazione delle domande è stata complessa per la nostra iniziale impreparazione sulla storia del processo europeo e delle sue istituzioni. Abbiamo partecipato quindi, di pomeriggio, al seminario di formazione presso la Casa della Memoria con lezioni dirette da Pier Virgilio Dastoli, presidente del CIME. È stato per noi un momento molto attivo di formazione. La distribuzione del questionario è stata delegata ai ragazzi della quarta per procurare anche a loro un esperienza di approccio con il pubblico. I ragazzi della quinta lo avevano già fatto l anno precedente con Il Piccolo Atlante della Corruzione È stato necessario fornire spiegazioni contenutistiche agli intervistati, poiché alcuni di loro non avevano mai sentito parlare del Manifesto di Ventotene, non conoscevano la figura di Altiero Spinelli, né distinguevano le funzioni delle istituzioni europee. La seconda fase di lavoro, lunga e complessa, ha riguardato lo spoglio dei questionari, il controllo incrociato dei dati e l elaborazione dei risultati. È stato un momento di condivisione di emozioni e di reciproca collaborazione nel quale tutti noi ragazzi abbiamo tentato di dare il nostro meglio, forse perché abbiamo sentito il peso della responsabilità di dover contribuire, ognuno nel proprio piccolo, a realizzare qualcosa di formativo e importante. Di 120 questionari consegnati, solo 2 non sono stati restituiti, risultato migliore rispetto all anno passato. Alcuni cittadini hanno ritenuto opportuno aggiungere l'opzione "non so", non prevista nel questionario. Solo 7 persone su 118 si sono ritenute, rispodendo all'ultimo quesito, "molto ben informate" riguardo il processo di unificazione europea. Per questo motivo abbiamo deciso di inserire nel nostro Piccolo Manifesto, una copia anastatica del Manifesto di Ventotene e nella terza parte abbiamo tracciato una sintesi della storia dell Unione con un apparato grafico. Venendo al cuore del progetto, ovvero alla seconda parte del nostro lavoro, intitolata L'Europa che vogliamo, abbiamo immaginato un dialogo con il Manifesto di Ventotene, esprimendo riflessioni personali circa l'attualità dei suoi contenuti politici ed economici. Alcuni di noi hanno fatto una lettura critica del documento, ne hanno estrapolato passi particolarmente significativi alla luce dell'attuale situazione dell'europa. Un ostacolo è stato il confronto diretto con il linguaggio di un opera di più di settant anni fa, contenente termini specifici di politica e di economia. È stato necessario rileggerla più volte. A poco a poco si è venuto chiarendo il contenuto del documento ed è risultato possibile per noi tentare un confronto politico tra l Europa sognata a Ventotene e quella in cui noi oggi viviamo. Leggendo frasi come: poiché sarà l'ora di opere nuove, sarà anche l'ora di uomini nuovi, del movimento per l'europa libera e unita! noi ragazzi ci siamo sentiti chiamare direttamente in causa. Nella nostra mente è risultato chiaro che, se fino ad oggi il cambiamento non è ancora completamente avvenuto e il passo decisivo verso una reale e solidale integrazione dei popoli europei non è ancora stato fatto, i primi che devono sviluppare la coscienza di tale progetto siamo proprio noi giovani, futuro e speranza dell Europa di domani. La carica vibrante, la passionalità e l'ardore delle parole di Spinelli hanno trascinato i nostri cuori 5

6 verso pensieri non più di lamento sulla crisi economica, ma di riscossa per il presente e di speranza per l'avvenire. Il Manifesto di Ventotene sarebbe rimasto per noi ignoto se non fosse stato per questa iniziativa, invece è entrato, a tutti gli effetti, a far parte del nostro bagaglio culturale di liceali e vi rimarrà come un momento fondamentale di educazione attiva alla cittadinanza consapevole. Gli studenti della IV e V del corso A 6

7 Prima Parte QUESTIONARIO Il presente questionario è stato sottoposto ad un campione di 120 persone. Dei 120 questionari, ne sono stati riconsegnati 118, sulla base dei quali abbiamo elaborato questi grafici. Questionari pervenuti: 98% Questionari non pervenuti: 2% 7

8 1. Sei uomo o donna? a. Uomo b. Donna 2 1. Sei uomo o donna? 2% 51% 47% a. Uomo b. Donna I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 8

9 2. Età a. Anni b. Anni c. Anni d. Anni e. Anni più di Età 17 % 5 % 18 % 8 % a. Anni b. Anni c. Anni d. Anni e. Anni più di % I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 9

10 3. In quale settore svolgi prioritariamente la tua attività? 28 a. Ricerca b. Diritto c. Commercio/Servizi d. Produzione di beni e. Pubblica amministrazione f. Istruzione e formazione 12 g. Energia/Ambiente 7 9 h. Media/ Comunicazione/ Consulenza i. ICT/Tecnologia l. Sanità e Servizi sociali m. Agricoltura n. Altro 3. In quale settore svolgi prioritariamente la tua attività? a. Ricerca b. Diritto c. Commercio/Servizio 6% d. Produzione di beni 24% 7.60% e. Pubblica amministrazione f. Istruzione e formazione 0% 17.80% g. Energia/Ambiente 10.20% h. Media/ Comunicazione/ Consulenza i. ICT/Tecnologia 1.70% 3.40% 0% 16.10% 15.30% 1.70% l. Sanità e Servizi sociali m. Agricoltura n. Altro I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Alla domanda n 3 si potevano dare più risposte. 10

11 76 4. Qual è la prima reazione che provi pensando al progetto di integrazione europea? 21 a. Fiducia b. Diffidenza c. Indifferenza d. Opposizione Non so Qual è la prima reazione che provi pensando al progetto di integrazione europea? 1% 5% 3% 9% a. Fiducia b. Diffidenza c. Indifferenza 18% d. Opposizione 64% Non so I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 11

12 5.1. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante ad aumentare la prosperità economica ed il livello di vita? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante ad aumentare la prosperità economica ed il livello di vita? 9% 3% 57% 31% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 12

13 5.2. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a creare posti di lavoro? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a creare posti di lavoro? 3.40% 14.40% 53.40% 28.20% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 13

14 5.3. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante ad assicurare la pace? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante ad assicurare la pace? 3% 14% 29% 54% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 14

15 5.4. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a preservare 68 la democrazia? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a preservare la democrazia? 1.70% 11.90% 28.80% 57.60% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 15

16 5.5. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a migliorare la lotta contro il crimine? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a migliorare la lotta contro il crimine? 3% 19% 34% C. Non so 44% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 16

17 5.6. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a facilitare la mobilità delle persone? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a facilitare la mobilità delle persone? 7% 1% 17% 75% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 17

18 5.7. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a migliorare la sicurezza degli alimenti? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a migliorare la sicurezza degli alimenti? 1% 19% 34% 46% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 18

19 5.8. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a rendere più efficace la protezione dell'ambiente? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a rendere più efficace la protezione dell'ambiente? 1% 20% 46% 33% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 19

20 5.9. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante ad aumentare gli scambi culturali? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante ad aumentare gli scambi culturali? 8% 1% 12% 79% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 20

21 5.10. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a migliorare la difesa dei diritti e il riconoscimento di valori comuni? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a migliorare la difesa dei diritti e il riconoscimento di valori comuni? 2% 11% 32% 55% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 21

22 5.11. A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a sviluppare la conoscenza, la ricerca e il progresso 74 scientifico? A tuo avviso il processo di integrazione europea che ha portato all'attuale Unione ha contribuito in modo determinante a sviluppare la conoscenza, la ricerca e il progresso scientifico? 1% 19% 17% 63% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 22

23 6. Quale delle seguenti affermazioni descrive meglio la tua opinione sul rapporto tra l'italia e l'unione Europea? a. Gli interessi italiani si difendono al meglio agendo in comune attraverso l'unione europea 29 b. Un buon legame con l'unione europea è necessario ma poco vantaggioso c. L'Unione europea ormai sta creando più problemi che vantaggi 1 6. Quale delle seguenti affermazioni descrive meglio la tua opinione sul rapporto tra l'italia e l'unione Europea? 0.80% a. Gli interessi italiani si difendono al meglio agendo in comune attraverso l'unione europea 24.60% 38.10% b. Un buon legame con L'Unione europea è necessario ma poco vantaggioso c. L'Unione europea ormai sta creando più problemi che vantaggi 38.10% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Due persone hanno dato due risposte a questa domanda. 23

24 7.1. Lo sai che: esiste la Carta dei Diritti fondamentali della UE giuridicamente 75 vincolante? 41 Non so Lo sai che: esiste la Carta dei Diritti fondamentali della UE giuridicamente vincolante? 0.80% 0.80% 34.70% 63.60% Non so I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 24

25 7.2. Lo sai che: i principi di dignità, libertà, eguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia in essa contenuti sono fondativi del sistema costituzionale europeo? 94 Non so Lo sai che: i principi di dignità, libertà, eguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia in essa contenuti sono fondativi del sistema costituzionale europeo? 1.70% 2.50% 16.10% 76.70% Non so I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 25

26 7.3. Lo sai che: la Corte di Giustizia europea garantisce il controllo sistematico della compatibilità degli atti normativi della UE con la Carta? Non so Lo sai che: la Corte di Giustizia europea garantisce il controllo sistematico della compatibilità degli atti normativi della UE con la Carta? 5% 6% 31% 58% Non so I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 26

27 8. Nel definire livelli di deficit e di investimento quale della due seguenti logiche ritieni gli stati membri debbano far prevalere? 95 a. Austerità con applicazione meccanica dei criteri vincolanti¹ definiti dal patto di stabilità europeo che ogni stato membro deve rispettare nella propria politica di bilancio b. Solidarietà tra paesi e cittadini nel quadro del rispetto dei diritti inviolabili e dei principi fondativi della Carta Nel definire livelli di deficit e di investimento quale della due seguenti logiche ritieni gli stati membri debbano far prevalere? a. Austerità con applicazione meccanica 5% 14% dei criteri vincolanti¹ definiti dal patto di stabilità europeo che ogni stato membro deve rispettare nella propria politica di bilancio b. Solidarietà tra paesi e cittadini nel quadro del rispetto dei diritti inviolabili e dei principi fondativi della Carta 81% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 1 1 deficit inferiore al 3% del PIL, riduzione annuale del rapporto fra debito pubblico e PIL pari a un ventesimo della parte eccedente il 60% del PIL, obbligo del pareggio di bilancio che l Italia ha inserito nella propria Costituzione 27

28 9.1. Ritieni le seguenti iniziative rilevanti per favorire la fiducia verso l'italia e recuperare risorse? Rinuncia a diritti divenuti troppo costosi o che limitano libertà d'impresa Non so Ritieni le seguenti iniziative rilevanti per favorire la fiducia verso l'italia e recuperare risorse? Rinuncia a diritti divenuti troppo costosi o che limitano libertà d'impresa 1% 11% 45% 43% Non so I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 2 28

29 9.2. Ritieni le seguenti iniziative rilevanti per favorire la fiducia verso l'italia e recuperare risorse? Riduzione stipendi eccessivi 96 Non so Ritieni le seguenti iniziative rilevanti per favorire la fiducia verso l'italia e recuperare risorse? Riduzione stipendi eccessivi 1% 4% 14% Non so 81% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 29

30 9.3. Ritieni le seguenti iniziative rilevanti per favorire la fiducia verso l'italia e recuperare risorse? Lotta alla corruzione Ritieni le seguenti iniziative rilevanti per favorire la fiducia verso l'italia e recuperare risorse? Lotta alla corruzione 5% 3% 92% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 30

31 9.4. Ritieni le seguenti iniziative rilevanti per favorire la fiducia verso l'italia e recuperare risorse? Lotta all'evasione fiscale Ritieni le seguenti iniziative rilevanti per favorire la fiducia verso l'italia e recuperare risorse? Lotta all'evasione fiscale 4% 2% 94% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 31

32 10.1. Quali fra queste ritieni siano le ragioni della crisi dell'euro? Ogni paese membro ha rinunciato alla sovranità monetaria ma emette in proprio titoli di debito in Euro e i Paesi più deboli devono pagare interessi maggiori Quali fra queste ritieni siano le ragioni della crisi dell'euro? Ogni paese membro ha rinunciato alla sovranità monetaria ma emette in proprio titoli di debito in Euro e i Paesi più deboli devono pagare interessi maggiori 5% 23% 21% 51% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona ha commentato con la crisi era già programmata. 32

33 10.2. Quali fra queste ritieni siano le ragioni della crisi dell'euro? Strapotere dei mercati finanziari senza 84 controllo Quali fra queste ritieni siano le ragioni della crisi dell'euro? Strapotere dei mercati finanziari senza controllo 2.50% 11% 15.30% 71.20% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 33

34 10.3. Quali fra queste ritieni siano le ragioni della crisi dell'euro? Manca una politica economica di sviluppo europeo e ogni stato va per conto suo Quali fra queste ritieni siano le ragioni della crisi dell'euro? Manca una politica economica di sviluppo europeo e ogni stato va per conto suo 3.40% 11.90% 21.20% 63.60% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 34

35 10.4. Quali fra queste ritieni siano le ragioni della crisi dell'euro? Esistenza di "paradisi fiscali" nella UE disposti alla concorrenza tra loro pur di attrarre capitali, anche poco puliti Quali fra queste ritien i siano le ragioni della crisi dell'euro? Esistenza di "paradisi fiscali" nella UE disposti alla concorrenza tra loro pur di attrarre capitali, anche poco puliti 2.50% 20.30% 17% 60.20% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 35

36 11.1. Per superare l'attuale crisi dell'euro ritieni sia opportuno proseguire con la politica di austerità dettata dal patto di stabilità europeo del 2012? Per superare l'attuale crisi dell'euro ritieni sia opportuno proseguire con la politica di austerità dettata dal patto di stabilità europeo del 2012? 4.20% 11.90% 28% 55.90% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 36

37 11.2. Per superare l'attuale crisi dell'euro ritieni sia opportuno uscire dall'euro e tornare alla lira? Per superare l'attuale crisi dell'euro ritieni sia opportuno uscire dall'euro e tornare alla lira? 7% 5% 19% 69% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona che ha risposto sì a questa domanda ha commentato ma non si farà mai. 37

38 11.3. Per superare l'attuale crisi dell'euro ritieni sia opportuno promuovere una effettiva e completa Unione Bancaria che preveda condivisione dei debiti ed emissioni di titoli non più dei singoli stati membri ma dell'ue Per superare l'attuale crisi dell'euro ritieni sia opportuno promuovere una effettiva e completa Unione Bancaria che preveda condivisione dei debiti ed emissioni di titoli non più dei singoli stati membri ma dell'ue 3.40% 22% 15.30% 59.30% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 38

39 11.4. Per superare l'attuale crisi dell'euro ritieni sia opportuno promuovere una effettiva Unione Fiscale per dare risorse proprie e capacità di spesa all'ue con un'autorità centrale di bilancio in grado di esercitare 76 solidarietà? Per superare l'attuale crisi dell'euro ritieni sia opportuno promuovere una effettiva Unione Fiscale per dare risorse proprie e capacità di spesa all'ue con un'autorità centrale di bilancio in grado di esercitare solidarietà? 3.40% 21.20% 11% 64.40% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 39

40 12.1. Quanta fiducia riponi in ognuno dei seguenti livelli istituzionali? Unione Europea a. Molta b. Sufficiente C. Scarsa d. Nessuna Quanta fiducia riponi in ognuno dei seguenti livelli istituzionali? Unione Europea 2.50% 23.70% 10.20% 21.20% 42.40% a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 40

41 12.2. Quanta fiducia riponi in ognuno dei seguenti livelli istituzionali? Stato a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna Quanta fiducia riponi in ognuno dei seguenti livelli istituzionali? Stato 2.50% 17% 10.20% 27.10% a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna 43.20% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 41

42 12.3. Quanta fiducia riponi in ognuno dei seguenti livelli istituzionali? Regione a. Molta B. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna Quanta fiducia riponi in ognuno dei seguenti livelli istituzionali? Regione 2.50% 4.20% 25% 18.60% a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna 50% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 42

43 12.4. Quanta fiducia riponi in ognuno dei seguenti livelli istituzionali? Comune a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna Quanta fiducia riponi in ognuno dei seguenti livelli istituzionali? Comune 2.50% 6% 24.60% 18.60% a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna 50% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 43

44 13.1. Quanta fiducia riponi nella capacità delle attuali istituzioni di rappresentare i cittadini europei? Commissione Europea a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna Quanta fiducia riponi nella capacità delle attuali istituzioni di rappresentare i cittadini europei? Commissione Europea 12.70% 5% 12.70% a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa 31.60% 38.10% d. Nessuna I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 44

45 13.2. Quanta fiducia riponi nella capacità delle attuali istituzioni di rappresentare i cittadini europei? Parlamento Europeo a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna Quanta fiducia riponi nella capacità delle attuali istituzioni di rappresentare i cittadini europei? Parlamento Europeo 2.50% 11.90% 12.70% 32.20% 40.70% a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 45

46 13.3. Quanta fiducia riponi nella capacità delle attuali istituzioni di rappresentare i cittadini europei? Consiglio Europeo (cui partecipano i capi di stato o di governo dei paesi membri) a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna Quanta fiducia riponi nella capacità delle attuali istituzioni di rappresentare i cittadini europei? Consiglio Europeo (cui partecipano i capi di stato o di governo dei paesi membri) 3.40% 6.80% 18.60% 31.40% 40.70% a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona ha dato due risposte a questa domanda. 46

47 13.4. Quanta fiducia riponi nella capacità delle attuali istituzioni di rappresentare i cittadini europei? Consiglio dei Ministri dell'ue (cui partecipano i ministri di competenza dei paesi membri) a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna Quanta fiducia riponi nella capacità delle attuali istituzioni di rappresentare i cittadini europei? Consiglio dei Ministri dell'ue (cui partecipano i ministri di competenza dei paesi membri) 3.40% 6.80% 19.50% 29.70% 40.70% a. Molta b. Sufficiente c. Scarsa d. Nessuna I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 47

48 14. Ritieni che si debba continuare a prendere le decisioni dell'ue prevalentemente nei consigli intergovernativi? Ritieni che si debba continuare a prendere le decisioni dell'ue prevalentemente nei consigli intergovernativi? 1.70% 46.60% 19.50% 27.40% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 48

49 15.1. Ritieni necessaria una ristrutturazione dell'ue in senso federale che preveda l'elezione di un Presidente Europeo? Ritieni necessaria una ristrutturazione dell'ue in senso federale che preveda l'elezione di un Presidente Europeo? 3.40% 22% 18.60% 55.90% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 49

50 15.2. Ritieni necessaria una ristrutturazione dell'ue in senso federale che preveda che la Commissione diventi l'organo esecutivo di governo? Ritieni necessaria una ristrutturazione dell'ue in senso federale che preveda che la Commissione diventi l'organo esecutivo di governo? 3.40% 32.20% 44% 20.30% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 50

51 15.3. Ritieni necessaria una ristrutturazione dell'ue in senso federale che preveda che il Parlamento Europeo eserciti pienamente il controllo democratico sulle azioni di governo? Ritieni necessaria una ristrutturazione dell'ue in senso federale che preveda che il Parlamento Europeo eserciti pienamente il controllo democratico sulle azioni di governo? 3.40% 32.20% 22% 57.20% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 51

52 16.1. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Agricoltura a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Agricoltura 0.80% 1.70% 65.30% 32.20% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 52

53 16.2. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello 85 nazionale? Ambiente a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Ambiente 0.80% 1.70% 25.40% 72% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 53

54 16.3. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello 87 nazionale? Asilo e immigrazione a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Asilo e immigrazione 0.80% 1.70% 23.70% 73.70% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 54

55 16.4. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Difesa a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Difesa 2.50% 5% 28.80% 64.40% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona ha dato due risposte a questa domanda. 55

56 16.5. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Diritto civile a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Diritto civile 4.20% 2.50% 50.80% 43.20% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona ha dato due risposte a questa domanda. 56

57 16.6. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Educazione e formazione a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Educazione e formazione 2.50% 3.40% 57.60% 36.40% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 57

58 16.7. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello 84 nazionale? Energia a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Energia 2.50% 3.40% 23.70% 71.20% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona ha dato due risposte a questa domanda. 58

59 16.8. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Giustizia e lotta contro il crimine a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Giustizia e lotta contro il crimine 0.80% 1.70% 33% 64.40% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 59

60 16.9. Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Lavoro e sicurezza sociale a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Lavoro e sicurezza sociale 2.50% 2.50% 36.40% 59.30% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona ha dato due risposte a questa domanda. 60

61 Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello 84 nazionale? Politica estera a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Politica estera 3.40% 2.50% 22.90% 71.20% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 61

62 Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Politica dei trasporti a. Europeo b. Nazionale C. Non so Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Politica dei trasporti 4.20% 2.50% a. Europeo 43.20% 50% b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 62

63 Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Ricerca e sviluppo 87 a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Ricerca e sviluppo 0.80% 1.70% 23.70% a. Europeo b. Nazionale 73.70% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 63

64 Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Sanità a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Sanità 3.40% 1.70% 45.80% 50% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona ha dato due risposte a questa domanda. 64

65 Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Sicurezza alimentare a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Sicurezza alimentare 3.40% 1.70% 30.50% 66.10% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Due persone hanno dato due risposte a questa domanda. 65

66 Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Turismo a. Europeo b. Nazionale Secondo te, quali delle competenze e delle politiche elencate di seguito dovrebbero essere esercitate propriamente a livello di Unione Europea e quali, piuttosto, essere gestite a livello nazionale? Turismo 0.90% 3.40% 61% 35.60% a. Europeo b. Nazionale I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Due persone hanno dato due risposte a questa domanda. 66

67 17.1. L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? L'immigrazione costituisce una minaccia allo stato sociale 74 B. No L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? L'immigrazione costituisce una minaccia allo stato sociale 3.40% 9.30% 62.70% 24.60% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati N.B. Una persona ha dato due risposte a questa domanda. 67

68 17.2. L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? Che l'europa adotti una linea dura contro l'immigrazione L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? Che l'europa adotti una linea dura contro l'immigrazione 4.20% 11% 51.70% 33% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 68

69 17.3. L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? L'immigrazione bilancia l'invecchiamento della popolazione L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? L'immigrazione bilancia l'invecchiamento della popolazione 2.50% 17.80% 31.40% 48.30% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 69

70 17.4. L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? L'Europa dovrà diventare una società 96 interculturale L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? L'Europa dovrà diventare una società interculturale 9% 2.00% 8.50% 81.40% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 70

71 17.5. L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? È necessario rivedere i trattati di Schengen L'immigrazione è una della sfide che la globalizzazione richiede all'europa di affrontare e che mette alla prova i valori fondanti della UE. Quali delle seguenti affermazioni condividi? È necessario rivedere i trattati di Schengen 3.40% 18.60% 34.70% 43.20% I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 71

72 18. Quanto ritieni di essere informato su quello che è stato e che viene fatto nell'ambito del processo di unificazione europea? 59 a. Molto ben informato 41 b. Sufficientemente informato c. Poco informato d. Per nulla informato Quanto ritieni di essere informato su quello che è stato e che viene fatto nell'ambito del processo di unificazione europea? 1.70% 7.60% 5.90% a. Molto ben informato 37% 50% b. Sufficientemente informato c. Poco informato d. Per nulla informato I valori numerici sono calcolati su una base dei 118 testati 72

73 Seconda Parte L EUROPA CHE VOGLIAMO Il Manifesto di Ventotene Prove di dialogo con il Manifesto di Ventotene Racconti europei 73

74 IL MANIFESTO DI VENTOTENE Copia anastatica del Manifesto, edito il 22 gennaio 1944 nel volume Problemi della Federazione europea, a cura del Movimento italiano per la Federazione Europea 74

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104 PROVE DI DIALOGO CON IL MANIFESTO DI VENTOTENE Miglioriamo le tecniche di produzione La potenzialità quasi senza limiti della produzione in massa dei generi di prima necessità, con la tecnica moderna permette ormai di assicurare a tutti, con un costo sociale relativamente piccolo, il vitto, l alloggio e il vestiario, col minimo di conforto necessario per conservare il senso della dignità umana. La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori. (dal Manifesto di Ventotene) È questo uno dei punti proposti per una riforma della società del dopoguerra da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, che non mancano più volte di affermare e sostenere, come base dell Unione Europea, un principio di solidarietà ed integrazione, volto a garantire il benessere tanto del singolo quanto dello Stato. Principio che doveva e dovrebbe tuttora essere finalizzato in primo luogo alla tutela della dignità umana. La proposta, che appare legittima e indubbiamente giusta, non è però facilmente realizzabile, sebbene non siano mancati numerosi tentativi da parte dei vari Stati atti a concretizzare un valore, quale la solidarietà, che appare oggi ancora vagheggiato e talvolta quasi utopico. Abbiamo costantemente davanti agli occhi innumerevoli esempi di come le persone meno abbienti vengano, anziché aiutate, escluse dalla vita socio-economica: dal caso più estremo, che vede lottare per la sopravvivenza un gran numero di persone ogni giorno, fino ad arrivare a coloro che, pur possedendo il minimo indispensabile per sopravvivere, si vedono costretti a una radicale limitazione dei rapporti sociali. Questi ultimi, infatti, vengono, per conseguenza delle loro scarse possibilità economiche, impossibilitati a partecipare a momenti sociali di integrazione e aggregazione. Questo discorso abbraccia anche un contesto più ampio, quale quello dei rapporti tra le varie nazioni europee, ed è quanto mai attuale. Il principio di solidarietà, che rappresenta uno dei maggiori diritti su cui si fonda l Unione Europea, sancito dal Trattato di Lisbona (firmato nel 2007 ed entrato in vigore nel 2009), prevede infatti che per ciascuno degli Stati membri sia possibile prestare assistenza a un altro Stato in difficoltà. Per fare un esempio concreto, si può prendere in considerazione l attuale situazione della Grecia: sebbene recentemente si siano verificati atteggiamenti più solidali da parte di alcuni Stati membri, disposti a contribuire al risanamento del debito pubblico, tuttavia ancora una parte degli Stati rimane titubante e chiusa nei suoi interessi nazionali. Forse è proprio questo tipo di atteggiamento che provoca, nella maggior parte dei casi, i più forti squilibri sociali, oltre che morali. Per concludere, è opportuno sottolineare che Spinelli non intendeva certo incoraggiare un atteggiamento caritatevole, bensì stimolare i singoli e gli Stati a sfruttare al meglio le nuove tecniche di produzione, che con il minimo impegno sociale e fiscale, permetterebbero un tenore di vita dignitoso a tutti. Claudia Bianchi I deboli non devono soccombere La potenzialità quasi senza limiti della produzione in massa dei generi di prima necessità, con la tecnica moderna, permette ormai di assicurare a tutti, con un costo sociale relativamente piccolo, il vitto, l alloggio e il vestiario, col minimo di conforto necessario per conservare il senso della dignità umana. La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, perciò manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici 104

105 degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori. (dal Manifesto di Ventotene) Appare chiaro che la collaborazione umana verificatasi dopo la seconda guerra mondiale sia stata solo illusoria. Con il dolore della tragedia l uomo moderno è diventato più subdolo, calcolatore e pericoloso. Difatti la guerra non si manifesta più con il sordo rombo delle bombe, con la sfrecciata dei caccia bombadieri incombente sulle case o con la vibrante raffica della mitragliatrice non curante di niente e di nessuno, ma assume un volto del tutto nuovo e meno manifesto. Basti pensare a come un uomo che cada vittima nella lotta economica, oggi, venga ricoperto di false attenzioni e di solidarietà illusoria. Ovviamente non si tratta di un atteggiamento gratuito di benevolenza ma di una premura che prima o poi esigerà di essere ripagata con gli interessi. Siamo in un secolo in cui il lupo mangia l altro lupo. Per moderare tutto questo sarebbe necessario garantire pari condizioni tra gli uomini di modo che l individuo forte economicamente non prevarichi quello più debole. L arma per assicurare la sua difesa è, se vogliamo, banale ma per niente da sottovalutare: il lavoro. Difatti è uno dei punti programmatici a cui dovrebbe tendere la realizzazione della nuova Europa secondo Altiero Spinelli. Grazie al lavoro l uomo può raggiungere la propria dignità sociale ed economica poiché lavorando non è più soggetto a nessun tipo di mortificazione e può così raggiungere la propria autonomia e tendere ad un tenore di vita, se non alto, quanto meno accettabile. Dare all uomo la possibilità di lavorare significa dargli libertà e autonomia. Kant, in Fondazione della metafisica dei costumi, affermava: L autonomia dell uomo è il fondamento della dignità della natura umana e di ogni natura razionale. Qualora però non si verifichi tale possibilità di autosostenersi e di difendersi dalla prevaricazione economica del più forte, l uomo debole non deve considerarsi spacciato. C è pur sempre la solidarietà umana che, se diversamente intesa, può, attraverso una serie di provvidenze, garantire incondizionatamente ad ognuno un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all alimentazione, al vestiario, all abitazione e alle cure mediche (art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ). L idea di un mondo senza povertà e senza malnutrizione dovrebbe interessare noi tutti poiché, prima di essere avvocati, giudici, magistrati, presidenti, manager, imprenditori o direttori di banche, siamo uomini. Questo, a mio parere, dovrebbe bastare a tendere una mano verso coloro che abbiano bisogno di una sussistenza alloggiativa, medica o alimentare, lavoratore o disoccupato, italiano o straniero che sia. Se la speranza è propria dell uomo, perché non sperare in un mondo migliore o anzi, più specificatamente, in una nuova Europa? Maria De Carluccio Un unità maggiore dell Euro Quando superando l orizzonte del vecchio continente si abbracci in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l umanità, bisogna pur riconoscere che la federazione europea è l unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l unità politica dell intero globo. (dal Manifesto di Ventotene) La speranza che, grazie agli uomini del futuro, si costituisse un largo Stato federale, volto a superare le barriere tra i vari Stati, ad abbattere i regimi totalitari, a spegnere gli spiriti 105

106 nazionalistici, è ben espressa da queste parole, che costituiscono il cuore del Manifesto che Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi stesero, nel 1941, a Ventotene. Tale progetto di unificazione, però, non è stato diretto, già dai primi anni della sua realizzazione, alla creazione di un partito rivoluzionario, critico nei confronti delle vecchie impostazioni politiche, in grado di infondere nella società la coscienza di un comune destino dei paesi europei nella lotta per l affermazione di un nuovo stato sovranazionale, libero e unito. Messa, invece, in secondo piano la dimensione politica, si sono create, come prime forme di aggregazione europea, la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell Acciaio) nel 1951 e la CEE (Comunità Economica Europea) nel 1957, che hanno portato a un unificazione esclusivamente economica. Solo con il trattato firmato a Maastricht il 7 Febbraio 1992, la Comunità Europea ha assunto una valenza più prettamente politica, trasformandosi in Unione Europea. L unica unità realmente raggiunta è stata, sino ad ora, quella monetaria dell Euro. Suscitando, inizialmente, entusiasmo e consenso nella maggior parte dei cittadini dell UE, i risultati di questo progetto di unità politica ed economica si sono rivelati a poco a poco insoddisfacenti e hanno instillato in essi un senso di disillusione crescente. Proprio in merito a questo, Amartya Sen, in un intervista a Economics Intelligence, afferma: «Uno dei risultati dell integrazione monetaria europea, senza, però, un integrazione politica è che la popolazione di diversi paesi non ha nessuna voce in merito». L economia è slegata dalla base della politica. Tutto questo va completamente contro il grande movimento europeista, nato negli anni 40 e sostenitore di un Europa democratica e unita. L unione monetaria non può dirsi completa, come sostiene Roberto Sommella nel suo saggio L euro è di tutti, poiché non c è consapevolezza da parte dei paesi dell Eurozona di condividere la stessa moneta: ogni paese, invece, chiuso nei suoi interessi particolaristici, è addirittura propenso ad abbandonarla. Emblematica è la vicenda della Grecia: l adesione all euro ha, in un primo tempo, stabilizzato l economia del paese, accrescendo sensibilmente la fiducia tanto dei consumatori, quanto degli investitori, grazie alla promozione di riforme, quali la privatizzazione e la liberalizzazione del mercato e la modernizzazione delle infrastrutture; in un secondo momento l inerzia e il clientelismo hanno prevalso portando a un incremento della competitività e al rialzo dei prestiti pubblici e privati. Con i governi alternatisi negli ultimi anni, la crisi economico-finanziaria del paese, ha raggiunto il culmine, tanto che la Grecia ha manipolato il bilancio dello Stato, occultando il suo enorme debito pubblico, salito dal 125% al 175,5% del PIL. Il problema che in primo luogo va risolto e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza è la definitiva abolizione della divisione dell Europa in stati nazionali sovrani [ ]. Gli spiriti sono giù ora molto meglio disposti che in passato ad una riorganizzazione federale dell Europa. (dal Manifesto di Ventotene) L obiettivo che Altiero Spinelli si proponeva, come emerge da queste parole, era evitare che le forze conservatrici potessero ripresentarsi sulla scena politica ben camuffate da difensori della pace e della libertà, facendo leva sull offeso sentimento patriottico, allora più che mai diffuso tra i popoli, con la promessa di una restaurazione dello stato nazionale. Poiché, se ciò fosse avvenuto, si sarebbero ricostituiti gli Stati totalitari, che avrebbero portato l Europa a correre nuovamente il pericolo della guerra. Tale proposito risulta quanto mai attuale: permangono, ancora oggi, atteggiamenti nazionalistici, che impediscono un totale abbattimento delle barriere politiche. Barriere che emergono dalla stessa struttura istituzionale dell UE: il Consiglio dell Unione Europea, infatti, rappresenta i governi dei singoli Stati membri, che difendono ciascuno il proprio interesse. Sono riscontrabili, inoltre, istanze separatistiche in Italia, con il fenomeno della Lega Nord, in Francia, con il partito del Front National, fondato da Jean-Marie Le Pen, in Germania, con la 106

107 costituzione di gruppi neonazisti, e in Spagna, con il progetto indipendentista della Catalogna. Come Spinelli aveva già intuito, una Federazione Europea potrebbe essere invece la soluzione a molteplici problemi, tra cui la difesa delle minoranze allogene, oggi, in grande misura, oggetto di discriminazione e accanimento in diversi paesi. Immigrati in fuga da paesi colpiti da guerre, epidemie e crisi economiche, in cerca in Europa di prospettive di vita e di lavoro, non ricevono una dovuta accoglienza, poiché ritenuti, a causa di un sentimento esclusivistico e individualistico, intrusi indegni di entrare a tutti gli effetti a far parte delle dinamiche e degli sviluppi socioeconomici dello Stato. Collaborazione e solidarietà, pur nel mantenimento dell identità nazionale e delle diversità insite nei vari Stati, sarebbero le armi adatte a realizzare il progetto di pacifica integrazione globale vagheggiato da Spinelli. A questo discorso si ricollega anche un problema più ampio, che vanifica totalmente tali prospettive federalistiche e che minaccia quotidianamente l occidente: il terrorismo, una delle forme più degenerate di lotta politica, dovuto alla volontà di sopraffazione di singoli gruppi, portatori di ideologie non dialoganti. L Italia stessa ha vissuto di recente, sul finire degli anni 90, esperienze terroristiche, culminanti nel fenomeno del cosiddetto terrorismo risorgente di matrice comunista, che ha portato alla ricostituzione di alcuni nuclei delle Brigate Rosse (le Nuove BR). Vittime delle loro operazioni sono stati, tra gli altri, Massimo D Antona, consulente per il ministero del lavoro, Marco Biagi, giuslavorista e consulente del governo italiano, ed Emanuele Petri, agente della Polfer. Inoltre, si sono verificati attentati terroristici di matrice anarchico-insurrezionale, caratterizzati dall utilizzo di esplosivi. La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà. Così concludono il Manifesto Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi e così dovremmo concluderlo anche noi, fiduciosi che coloro che hanno scorto i motivi dell attuale crisi della civiltà europea e che perciò raccolgono l eredità di tutti i movimenti di elevazione dell umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo, si cerchino e si incontrino, cominciando a tessere la trama del futuro. Dovremmo concluderlo anche noi, fiduciosi che coloro che hanno scorto Martina Ferrazza e Sabina Riccardi Prima i cittadini non i privilegiati [ ] le caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto di successione hanno permesso di accumulare, nelle mani di pochi privilegiati, ricchezze che converrà distribuire, durante una crisi rivoluzionaria, in senso egualitario per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gli strumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorarne le condizioni economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita. Pensiamo cioè a una riforma agraria che, passando la terra a chi la coltiva, aumenti enormemente il numero dei proprietari, e a una riforma industriale che estenda la proprietà dei lavoratori, nei settori non statizzati, con le gestioni cooperative, l'azionariato operaio [ ] (dal Manifesto di Ventotene) Dal termine privilegiati già s intuisce che quello che auspicava Altiero Spinelli non è avvenuto, cioè una pari distribuzione delle ricchezze, eliminando ogni sorta di disparità, dando pari opportunità a tutti e la possibilità di condurre una vita indipendente. L uomo ha sempre teso a prevaricare gli altri. Jean Jacque Rousseau affermò che solo quando l uomo riuscirà a liberarsi dai suoi effimeri interessi egoistici, potrà raggiungere quelli reali, della comunità, quando ascolterà quella volonté générale come la chiamava Rousseau, così aspirerà al bene della comunità a vantaggio di tutti i cittadini e non più solo dei singoli. 107

108 Ecco qui la tangibile prova della nostra situazione: oggi prevale il più forte, il più ricco, il più furbo, colui che è disposto a tutto pur di accumulare sempre più potere. Questo è un punto fondamentale, il desiderio sfrenato di potere, che a mio parere è anche peggiore di quello del denaro, perché in fondo quest ultimo è qualcosa di materiale fine a se stesso, mentre il potere è più come una droga, più ne hai più ne vuoi e poi si manifesta sotto le più svariate forme come quello economico o mediatico. Non esiste un livello massimo, ma si aspira a diventare sempre più potenti, sempre un gradino più alto rispetto agli altri e per fare questo si adottano tutti i mezzi, si corrompe, si accettano illeciti e malavitosi accordi, si mette al primo posto il proprio ego, limitando gli altri, accantonandone le potenzialità, sfruttando le persone per raggiungere l obiettivo. Questo è il punto, l obiettivo, oggigiorno questo si vuole, questo viene richiesto, ma forse dovremmo chiederci fino a che punto è giusto volerlo e se ci sono dei limiti per cui ci si dovrebbe fermare o almeno cercare un'altra strada. Ecco sì, un altra strada esiste, è quella della giustizia, della meritocrazia, quella per cui tutti noi, in base alle nostre potenzialità, possiamo aspirare a una vita corretta, senza cedere a soprusi. Tutti noi dovremmo seguire l esempio di Spinelli e credere in un Paese, in un Europa, in cui si possa arrivare a realizzare i propri obiettivi, svolgendo un ruolo attivo e non parassitario nella società, cambiando, costruendo il proprio futuro, in relazione con gli altri. Confrontandosi, imparando, condividendo idee, esperienze, si può arrivare a un concetto concreto di un unione sovranazionale, in cui conti la comunità e non più il singolo individuo superficiale ed egoista. Chiara Mazzarella Il desiderio di sapere I giovani vanno assistiti con le provvidenze necessarie per ridurre al minimo le distanze fra le posizioni di partenza nella lotta per la vita. In particolare la scuola pubblica dovrà dare le possibilità effettive di proseguire gli studi fino ai gradi superiori ai più idonei, invece che ai più ricchi; e dovrà preparare in ogni branca di studi, per l'avviamento ai diversi mestieri e alle diverse attività liberali e scientifiche, un numero di individui corrispondente alla domanda del mercato, in modo che le rimunerazioni medie risultino poi press'a poco eguali per tutte le categorie professionali, qualunque possano essere le divergenze fra le rimunerazioni nell'interno di ciascuna categoria, a seconda delle diverse capacità individuali. (dal Manifesto di Ventotene) La volontà di conoscere è una delle principali caratteristiche dell essere umano. Sin da bambini si prova questo sfrenato desiderio di sapere, di imparare. Crescendo, poi, s incomincia ad avere un minore interesse verso la conoscenza, perché per imparare bisogna intraprendere un percorso lungo ed impegnativo e, inoltre, non può essere affrontato da soli; per questo, molti non si sentono in grado di compierlo. Sin dalla tenera età è necessario che il bambino si rechi a scuola con il fine di apprendere. Immediatamente subentrano numerose problematiche: come deve essere strutturata la scuola? Quali caratteristiche deve avere chi insegna? Come si deve insegnare? In questa riflessione si tratterà dell aspetto sociale della scuola. I giovani sono tutti uguali. Non devono essere distinti per sesso, religione o classe sociale. Allora perché non si crea una scuola di effettive pari opportunità per tutti? Altiero Spinelli, con il suo Manifesto di Ventotene propone, con l idea di unità europea, di creare una scuola che riduca al minimo le distanze fra le posizioni di partenza nella lotta per la vita. La scuola deve essere un luogo dove si concretizzi l uguaglianza fra gli studenti e che renda possibile lo sviluppo delle potenzialità individuali indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali di partenza. Altiero Spinelli enuncia chiaramente che i giovani non devono essere lasciati soli dalle istituzioni, ma che anzi esse devono provvedere a sanare l oggettivo dislivello che divide i giovani. La scuola pubblica ha quindi il compito di fornire 108

109 gli strumenti necessari per dare la possibilità di far proseguire gli studi a ragazzi di ogni fascia sociale, premiando così il merito. La scuola pubblica ha anche il compito di preparare, in ogni ambito professionale, un numero di ragazzi in base alle esigenze del mercato del lavoro. Secondo il Manifesto questo processo dovrebbe essere finalizzato all uguaglianza, anche sul piano delle rimunerazioni, tra le varie categorie professionali, anche se non sarebbero abolite le differenze, visibili nei salari, determinate dalle diverse capacità di ognuno. L Unione Europea si è perlopiù attenuta alle parole del Manifesto: sono state create opportunità, che mirano a raggiungere la più estesa inclusione sociale: provvede a organizzare scambi culturali, specialmente in ambito universitario, che permettono l incontro tra giovani di diversi paesi che fanno parte dell Unione. Secondo il Portale Europeo per i Giovani un ragazzo su cinque vive in una famiglia a rischio povertà e più di un terzo dei giovani dell UE è disoccupato. Purtroppo in questi dati non influisce solo la povertà, ma anche il luogo in cui si vive, che può essere più o meno attrezzato a offrire posti di lavoro o un istruzione adeguata. L Europa che vorremmo dovrebbe, quindi, muoversi in questa direzione, facilitando la dinamicità degli scambi non solo commerciali, ma anche socioculturali. In questo modo si abbatterebbero le frontiere culturali di ogni Paese, che sempre più spesso sembrano ostacolare la vivacità di un Unione basata sulla diversità delle varie nazioni. Oggigiorno i Paesi membri dovrebbero evitare di mettersi in competizione l uno contro l altro, ma anzi, tenendo conto delle istituzioni vigenti nelle altre nazioni, perfezionarsi sempre di più al proprio interno. la dinamicità degli scambi non solo commerciali, ma anche socio-culturali. Elena Papiri e Sara Giuffrè Gli ideali del Manifesto e il paradosso delle sinistre radicali odierne Parlando di Unione Europea è impossibile non tenere conto del documento che ne è stato il fondamento: il Manifesto di Ventotene, redatto durante la seconda guerra mondiale dagli antifascisti italiani Spinelli, Rossi, Colorni e Hirschmann, condannati al confino. La strada che è stata finora percorsa dall Unione ha tradito molti principi federalisti, solidaristici e pacifisti di cui il Manifesto si faceva portavoce. Le ambiguità e le contraddizioni di un Europa in crisi sono dovute probabilmente proprio a questo tradimento. È infatti dato storico la tendenza della classe dirigente europea ad attestarsi su posizioni liberali e liberiste che cozzavano con gli ideali socialdemocratici e solidaristici che il Manifesto proponeva; anche la presenza dell Unione Sovietica, vittoriosa alle porte dell Europa, non fece che rafforzare queste posizioni di una borghesia conservatrice; alla via federalista di un unione subito politica proposta da Spinelli, si preferì una via funzionalista che iniziava a mettere in comune le politiche economiche. Al ritardo dell unione politica è seguito l indebolimento del principio solidaristico (emblematici sono i diktat della Germania nei confronti dei paesi debitori). Una delle parole più ricorrenti quando si parla di politica economica europea è austerity. Le misure restrittive hanno determinato una crisi dell idea di fiducia per quanto riguarda le relazioni tra Stati dell Unione. Queste sono state minate non solo dall austerity (ambito economico), ma anche dall abuso del diritto di intervento che ha mutilato il principio di autodeterminazione, come nel caso della questione ucraina in cui l autodeterminazione dei ragazzi di Kiev (filoccidentali) è stata preferita a quella del Donbass (filorusso); nel caso, invece, della recente questione libica, il governo francese incitò la maggioranza degli Stati dell Unione a combattere una guerra vantaggiosa solo per Parigi. Questi due atti di guerra hanno dato un colpo alla credibilità europea e in particolare la questione libica, determinando un forte incremento dell immigrazione nel Mediterraneo a carico di quei Paesi a cui nulla ha giovato la guerra (Italia, Spagna, Grecia); di questo incremento si sono nutriti demagogicamente partiti di destra, autarchici, isolazionisti, nazionalisti (Lega Nord, Front National, UKIP) che, approfittandosi delle varie crisi dell Europa, le addossano tutte le responsabilità di questo o quel problema. Tuttavia non è solo a destra che si 109

110 muovono movimenti antieuropeisti ma anche a sinistra: si pensi al Sinn Féin irlandese, ai Podemos spagnoli, la Linke tedesca o alla Syriza greca). Queste sinistre non rifiutano l Unione Europea tout court, ma il suo ordinamento attuale, chiedendo riforme che sarebbero immediatamente rigettate dagli Stati più forti dell Unione (Germania, Francia). Buona parte del programma di questi partiti (attualmente ritenuti antieuropeisti) ricorda paradossalmente le intenzioni solidaristiche, socialdemocratiche, pacifiste e progressiste contenute nel Manifesto. Filippo Gerace e Rocco Orsini 110

111 RACCONTI EUROPEI Progetto Erasmus: un'occasione unica per tutti La mia tazza fumante di caffè e il solito quotidiano fresco di stampa, come ogni mattina, mi aspettavano sul tavolo della cucina. Mi sedetti, diedi uno sguardo veloce alla prima pagina e sorseggiai la bevanda calda. Stavo proprio cominciando a leggere un articolo sul nuovo presidente della Repubblica quand'ecco che mio figlio, inopportuno come al solito, mi piombò davanti, sedendosi rumorosamente di fronte a me e distogliendomi dalla lettura. «Papà» esordì con aria piuttosto tesa, «devo dirti una cosa». Piegai il giornale e lo guardai, accigliato. «Dalla tua faccia non sembra nulla di positivo. Hai preso di nuovo 15 all'esame?» «No, no» si affrettò subito a rispondere lui. «Ma riguarda sempre l'università...». «Per l'amor di Dio, sbrigati a parlare e non mettermi angoscia!». Mio figlio inspirò profondamente prima di cominciare, come se mi stesse per comunicare che il mondo stesse per finire. «Senti papà, ci ho pensato molto prima di prendere questa decisione, ma penso che sia quella giusta per me: voglio andare a studiare in Spagna. So che dovrei lasciare tutto qui in Italia e ottenere la residenza, migliorare la lingua ma...» Sbottai a ridacchiare, sorpreso da tanta ignoranza. «Figliolo, fermati e rifletti. Innanzitutto, siamo nel 2015 nell'unione Europea e non hai bisogno né di interrompere gli studi nella tua università, né tantomeno di avere un passaporto e un permesso di soggiorno. Mai sentito parlare di progetto Erasmus, o di Schengen?». Mio figlio scosse la testa. «Bene, credo sia arrivato il momento che cominci a informarti di più!» esclamai irritato. «Comunque, posso spiegarti io per ora, ma evita di essere così disinformato sulle vicende del presente. In primis, grazie al trattato di Schengen, come dovresti sapere, è possibile viaggiare, ma anche lavorare dappertutto nei paesi che hanno aderito senza bisogno di passaporto - basta la carta d'espatrio-, senza permesso di soggiorno e senza quelle fastidiose file in aeroporto che tu per fortuna ti sei evitato, ma che non hanno risparmiato la nostra generazione. Anzi, visto che l'inghilterra non ha aderito, avrai notato quanto devi aspettare prima di imbarcarti per andare a Londra». L'espressione di mio figlio si faceva ad ogni parola più interessata: pochissime volte lo avevo visto così. Proseguii. «Secondo punto: col Progetto Erasmus ogni facoltà universitaria permette ai propri studenti di frequentare un ateneo straniero o effettuare un tirocinio in un paese dell'unione, perciò chiedi tutte le specifiche informazioni nella tua università se vuoi davvero cimentarti in questa esperienza». «Quanto posso rimanere in un'università straniera secondo il progetto? Tre mesi, sei, due anni?». «Il periodo è compreso tra i 3 e i 12 mesi, a tua libera scelta (io ti consiglio l'anno: hai maggior tempo per entrare in contatto con la cultura del luogo e per migliorare la conoscenza della lingua). L'Erasmus, infatti, non è solo un movimento universitario, ma anche un'opportunità per entrare in contatto con la cultura del Paese ospitante, le sue tradizioni, le persone! E poi conoscerai anche tanti altri studenti di diverse nazioni; è un'occasione incredibile per allargare la tua visione del mondo e migliorare il tuo rendimento accademico. Sarei contento se scegliessi di partecipare». «E quanto costa?». Mio figlio sempre attaccato al denaro! «Viene stanziata una determinata cifra che viene distribuita tra tutti gli studenti partecipanti, per cui l'iscrizione all'università è gratuita. Poi, si deve pagare un fisso mensile la cui quota è decisa in 111

112 base al reddito familiare. Nel nostro caso, tranquillo, non sarà molto alta... E comunque, non prendono tutti quelli che si iscrivono, bisogna candidarsi e fare un concorso, che in genere esce i primi mesi dell'anno, poi una commissione valuterà i tuoi risultati e stilerà le graduatorie. L'anno successivo potrai partire nel semestre da te scelto e fare gli esami nell'università estera che verranno riconosciuti anche qui, in Italia, dopo due mesi circa». «E se non venissi preso? Non potrei partire?». «No, c'è un ripescaggio per le destinazioni per le quali nessuno ha fatto domanda. Ma scusami, chiedi alla figlia della vicina, Lucrezia, che è appena tornata dalla Francia! Mi pare sia andata all'aix Marseille Université per 6 mesi, la madre mi ha detto che ne era entusiasta. Poi Lucrezia è anche una bellissima ragazza, è un'ottima occasione per attaccare bottone». «Va bene papà, ho capito» m'interruppe lui, brusco. «Credo che mi abbia convinto. Non sapevo nulla di questo Erasmus, ma da quanto esiste?». «Da quasi trent'anni, mio caro» risposi. «Io non so davvero dove vivi, ma è possibile che nessuno dei tuoi amici non ne abbia mai parlato?». «E che ne so papà! Mica è colpa mia». Neanche replicai, ormai rassegnato alla totale indifferenza della maggior parte dei giovani d'oggi. «Per fortuna che ci sono io. Ti andrai ad informare, allora?» «Sì, voglio proprio partecipare. Credi che mi prenderanno?» «Se ti impegni e fai bene il concorso, di sicuro!». Soddisfatto, il mio pargoletto si alzò e si congedò, dicendo di uscire; secondo me andava a bussare alla porta di Lucrezia. Con un sorriso ritornai, finalmente, alla mia tazza di caffè. Ludovica Acella L avventura di Ventotene Tra un'insenatura e un'altra, a Ventotene, c'è un piccolo museo, in parte dedicato alla genesi di un documento fondamentale per la nostra civiltà, il Manifesto di Ventotene, scritto da Altiero Spinelli insieme a Ernesto Rossi Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann. I visitatori del museo non sono tanti, e vedendoli, quando mi trovavo in vacanza sull'isola, il mio primo pensiero è stato: queste persone sono a conoscenza dell'importanza che il Manifesto di Ventotene ha avuto per il destino dell'europa? Sanno qualcosa dell'avventura che è avvenuta proprio sulle spiagge dove loro si trovano in villeggiatura? Immaginano quanto possa essere doloroso un confino, ma, soprattutto, sanno cosa vuol dire confino? Per questo ho deciso di ignorare qualsiasi forma d imbarazzo e di farmi avanti, per scoprire, come se stessi facendo un'inchiesta, come stessero realmente le cose. Come prevedevo, non erano molti a saperne qualcosa. Per alcuni il Manifesto era solo quello del 1848, quello di Marx, e la parola confino non era nient'altro che una storpiatura di "confine", e quelli che ne avevano sentito parlare non erano consapevoli del fatto che se questo documento non fosse stato scritto nel lontano 1941, probabilmente non si sarebbe arrivati alla fondazione dell'unione Europea. Non potevo però fermarmi alle sole domande; le persone erano visibilmente interessate all'argomento, volevano saperne di più, capire perché fossi tanto appassionata a quella questione. E dato che la bellezza del conoscere le cose sta proprio nel condividerle, ho cominciato a raccontare la storia del Manifesto di Ventotene, dei suoi autori e di quello che ha significato. Chi erano Spinelli, Rossi, Colorni e la Hirschmann e perché erano a Ventotene? Antifascisti, comunisti, promotori del federalismo europeo, si incontrarono proprio in quest'isola, dove erano stati relegati perché oppositori politici. Qui cominciarono a scrivere quello che originalmente si chiamava "Per un'europa libera e unita. Progetto di un manifesto" su delle cartine di sigarette, e lo fecero arrivare, racchiuso in un pollo perché sfuggisse ai controlli, sulla terraferma, dove fu poi 112

113 pubblicato e fatto circolare clandestinamente. «Perché diffondere il messaggio contenuto nel Manifesto era tanto importante da correre rischi così grandi? Non si poteva aspettare la fine del regime fascista?» mi viene chiesto. Proprio nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale - rispondo, era necessario progettare, o almeno immaginare, una società e un organismo che rendesse impossibile il verificarsi nuovamente delle condizioni che avevano portato ai totalitarismi europei e al conflitto mondiale. Noi, cerco di spiegare, non conosciamo la guerra e ignoriamo il dramma di un continente diviso, mentre la generazione del Manifesto, i politici e gli intellettuali vissuti durante la guerra, avevano provato quel peso sulla loro pelle. Forse qualcuno di voi si ricorderà l'articolo 11 della nostra Costituzione, in cui si dice che "l'italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ; ecco, quei politici che lo hanno scritto, avendo provato lo stesso trauma di Spinelli, cercavano anche loro di evitare che la storia si riproponesse. Se leggete il Manifesto, vedrete quanto profondamente sia legato a quel preciso contesto storico, e forse per questo vi sembrerà distante dalla nostra realtà, persino datato, ma in realtà propone dei valori universali, molti dei quali sono parte del nucleo dell'unione Europea. Non è forse vero che la salvezza della civiltà risiede nel nostro senso di dignità di fronte alle umiliazioni? Tutti assentono. E non è forse giusto che ci sia un ente che ridistribuisca equamente le risorse tra i paesi più forti e quelli più deboli, che non siano le forze economiche a dominare gli uomini, ma che siano gli uomini a sottometterle, guidarle e controllarle nel modo più razionale possibile? Con soddisfazione vedo che tutti sono d'accordo nel dire che sì, questi sono valori sempre validi, che prescindono dall'epoca storica o dall'appartenenza politica. Queste non sono mie considerazioni, ribadisco, sono le parole del Manifesto. «E perché è considerato l'embrione dell'unione Europea?» mi chiede un'altra persona. «Era chiamato Movimento per l'europa libera e unita perché per la prima volta ha teorizzato la possibilità di una federazione europea che mantenesse un ordine comune lasciando però ai singoli stati l'autonomia necessaria per sviluppare una propria vita politica, ed è nato proprio qui, dove siamo noi ora!» A quel punto tutti sembrano più entusiasti, incuriositi di entrare in quel piccolo museo che sicuramente non basta per raccontare e celebrare un documento così importante, ed io spero di aver fatto, anche per poco, rivivere in qualche modo quelle idee; alla fine è così che si tiene in vita la memoria delle cose, e il Manifesto di Ventotene sicuramente può essere ricordato. Giulia Beatrice L Unione fa la forza Ho sempre amato viaggiare, scoprire nuovi paesi e confrontarmi con nuove culture. Da piccola con i miei genitori ci spostavamo in macchina, in aereo o in nave. Ricordo che, ogni volta che preparavamo le valigie, mio padre era solito raccomandare, fino a pochi minuti prima di partire per l estero, di prendere tutti i documenti di riconoscimento. Pensavo ci fossero pratiche particolarmente rigide e complesse da dover seguire, ma sono sempre state in realtà relativamente brevi; non ricordo di aver incontrato particolari complicazioni. Durante i viaggi in macchina, di rado sono stati compiuti controlli alle frontiere mentre, per i viaggi in aereo, era necessario soltanto un documento di riconoscimento. Tutti i paesi in cui sono stata facevano parte dell Unione Europea, la quale garantisce la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali all interno del suo territorio, promuove la pace, i valori e il benessere dei suoi popoli, lotta contro l esclusione sociale e la discriminazione, favorisce il progresso scientifico e tecnologico e mira alla coesione economica, 113

114 sociale, territoriale e solidale tra gli Stati membri. Nonostante ciò, non tutti gli Stati membri hanno adottato un unica moneta. Non mi sono mai posta il problema del cambio: dopo essere stata in Austria, Germania, Francia, Belgio, Olanda e Spagna pensavo che esistesse una moneta valida a livello mondiale ma quando partimmo per la Gran Bretagna e in seguito per la Croazia, i miei genitori andarono in banca per convertire gli Euro nelle rispettive valute locali, Sterline e Kuna. Negli ultimi anni i miei genitori hanno preferito farmi viaggiare da sola e per questo mi sono trovata a dover svolgere autonomamente tutte quelle pratiche che prima svolgevano loro. Ho notato che viaggiare all interno dell Unione Europea vuol dire sentir riconosciuti taluni diritti anche al di fuori dello spazio nazionale come per esempio l assistenza sanitaria, ma anche sentirsi sicuri e protetti: la collaborazione tra i paesi aumenta infatti il livello di sicurezza anche se, negli ultimi tempi, sono sorti altri problemi come quelli dell immigrazione e del terrorismo. Un altro vantaggio che ho riscontrato viaggiando nei paesi appartenenti all Unione Europea è la moneta unica che, a mio avviso, è più stabile di quindici monete diverse e per questo potrà resistere più facilmente alle speculazioni. Sarebbe sicuramente produttiva l adozione di una moneta unica da parte di tutti gli Stati membri dell Unione Europea proprio per rendere visibile l unione. Ho scoperto che entrare nell Unione Europea favorisce gli studi dei giovani aiutandoli ad allargare i propri orizzonti: grazie al programma Erasmus, a cui io stessa ho preso parte, i giovani possono maturare esperienze di studio liceali e universitarie in un altro paese membro dell Unione senza interrompere, ma anzi continuando, gli studi iniziati nel Paese di cittadinanza e godono inoltre del diritto di spendere la propria qualifica professionale non soltanto nello Stato dove essa è stata maturata ma in tutto il territorio dell Unione. È difficile per un giovane nato dopo l adesione del proprio paese all Unione Europea, pensarlo al di fuori di quest ultima con un possibile ritorno alla Lira (nel caso dell Italia). È proprio grazie all Unione Europea che riuscirò a realizzare il mio sogno: vivere in Francia e continuare a viaggiare con la speranza di vedere una sempre maggiore unione a livello mondiale. È proprio grazie all Unione Europea che riuscirò a realizzare il mio sogno Carolina Benucci Un viaggio per l'europa a gennaio 2015 Ripensando a quando Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi parlavano della definitiva abolizione della divisione dell'europa in Stati nazionali sovrani e della creazione degli Stati Uniti d'europa, e inoltre sostenevano che se questo progetto si fosse realizzato si sarebbe potuta creare un'unità politica dell'intero globo, sento la grande distanza che c'è tra l'idea di Europa del Manifesto di Ventotene e l'europa d'oggi. Lo scopo del viaggio che sto compiendo in giro per il nostro vecchio continente è di riuscire a pensare all'europea, tenendo conto del pensiero e delle tradizioni del mio paese, ma allo stesso tempo andando oltre. Questi sono giorni particolari per l'europa. Ieri ha prestato giuramento il nuovo Primo Ministro della Grecia, Alexis Tsipras, che ha promesso al popolo greco di prendere posizione contro l'austerità e la Troika. Per molti adesso è scontro aperto tra i fautori del rigore e i paesi che vogliono più solidarietà con le nazioni economicamente più deboli. In Europa divampano e raccolgono consensi i partiti euroscettici. Sono molti, infatti, i paesi che in questo periodo andranno al voto per rinnovare i parlamenti. In Danimarca sta riscuotendo successo il Df, partito popolare danese, in Olanda il Partito della Libertà del leader Wilders. In Inghilterra il fronte euroscettico è rappresentato da Farage che guida il UK Indipendence Party. In Spagna stiamo assistendo all'ascesa del partito Podemos che, anche se non può propriamente essere considerato un partito anti UE, comunque promette di dare battaglia alle politiche di austerità. Ottiene inoltre 114

115 molti consensi, non solo in Francia, ma anche in Europa, dove sta gettando le basi per una possibile coalizione euroscettica, Marine Le Pen leader del Front National. In questo momento l'europa sembra un insieme di paesi troppo diversi tra loro sia sul piano politico che su quello economico. Molti cittadini non si sentono europei. Spesso i cittadini degli Stati più potenti vedono come un peso i paesi in difficoltà economica, mentre i cittadini degli Stati più deboli guardano con ostilità alle politiche di austerità che per adesso non sembrano aver dato ancora i risultati di crescita che si erano prefissate. Adesso non è semplice pensare all'unione politica dell'europa, ma rivedendo la storia del nostro continente, a partire dagli orrori delle due guerre mondiali, capendo da dove è partita l'idea di un' Europa unita e imparando dagli errori commessi nelle politiche di questi anni, possiamo ritrovare lo spirito europeo che, soprattutto in un momento molto delicato a livello mondiale come questo, con il preoccupante conflitto russoucraino e la difficile situazione dei paesi arabi, ci può aiutare, collaborando tutti, a superare la crisi. Annarita Carianni Europa: la possibilità di una nuova vita Nicolas Bogdanj nacque una mattina d estate del 1989, a Comănești, in Romania. Faceva caldo e soffiava un vento leggero che gonfiava le tende della camera da letto dei suoi genitori. Il nonno sedeva accigliato ai piedi del letto, guardando la figlia allattare il suo bambino. «Potevate scegliere un periodo migliore per mettere al mondo un figlio» borbottò con lo sguardo basso. Non si capacitava di come Maria avesse deciso di allargare la famiglia: lei non poteva immaginare i sacrifici che avrebbe comportato crescere un bambino in quegli anni, in quella città, in quel Paese. Comănești non era mai stata un buon posto per vivere. Il nonno si ricordava di quanto avesse faticato per assicurare ai figli una vita dignitosa: usciva da casa all alba ogni giorno per lavorare nei campi, tornando a casa la sera e addormentandosi per la stanchezza davanti al camino prima ancora di mangiare. Le sue mani erano un groviglio di calli, a stento riconosceva il volto dei suoi figli; tuttavia, per trenta anni della sua vita aveva vissuto solo per loro. Non che se ne pentisse, ma non avrebbe desiderato per niente al mondo lo stesso destino per uno dei suoi tre figli. E ora, mentre osservava il piccolo Nicolas avvolto nelle braccia di sua figlia Maria, pensava a come l entusiasmo per quella nascita e l inconsapevole speranza di una vita felice che si rifletteva negli occhietti blu del neonato, sarebbero presto svaniti. Gheorghe, il padre di Nicolas, lavorava come minatore. Un tempo la miniera di carbone della zona era una delle più grandi e ricche dell Europa Orientale, ma da quell anno era cominciata la recessione. Ogni giorno Gheorghe salutava un amico che, in lacrime, annunciava di essere stato mandato a casa. Sapeva, che prima o poi avrebbero comunicato anche a lui di abbandonare il suo lavoro in miniera. Tuttavia, amava molto Maria e voleva che fosse felice. Per questo, quando lei aveva espresso il desiderio di diventare madre, Gheorghe aveva lasciato da parte i dubbi sul futuro che avrebbero potuto dare al bambino e non si era lasciato intimorire dai continui interventi del suocero, che per nove mesi aveva pronunciato discorsi di dissenso sulla nascita del nipote. Più la pancia di Maria si ingrandiva, più aspri erano i suoi commenti a riguardo. Nei primi anni di vita di Nicolas, Maria si trovò a fronteggiare una realtà diversa da quella che aveva sempre sognato. Il bambino era la gioia più grande della sua vita, ma con il tempo cominciò a rendersi conto che forse il padre aveva ragione: non era un buon periodo per crescere un figlio. Gheorghe continuava a lavorare in miniera, ma guadagnava sempre di meno. Le parole che giungevano più frequentemente alle orecchie del piccolo Nicolas erano difficoltà, ribasso, disoccupazione, povertà. Il loro Paese era vittima di una crisi economica che attentava di continuo la felicità e la dignità di chi lo abitava. Ogni tentativo di ripresa sembrava miseramente fallire o procedeva a singhiozzo. Una speranza cominciò ad accendersi quando il 10 dicembre

116 la Romania aprì i negoziati di adesione all Unione Europea: si prometteva un grande progresso per il Paese. L Unione Europea era diventato un mito, ne parlavano anche nelle scuole. Il Paese di Nicolas sarebbe entrato a far parte di sistema politico ed economico che avrebbe assicurato il benessere dei cittadini e avrebbe promosso la pace, la ricerca, la collaborazione con altri Stati. Ma il processo per entrare a far parte dell Europa era ancora lungo. Nicolas cresceva in un clima molto teso. I soldi mancavano e, anche se la madre cercava di non far pesare la situazione, non riusciva a rimanere indifferente di fronte ad una realtà difficile. Un pomeriggio di novembre, nel 2005, Gheorghe, tornato a casa, si mise a sedere su una sedia del salone, con la testa tra le mani, senza dire una parola. Maria e Nicolas capirono che il giorno aspettato con timore da tanti anni era arrivato: la miniera di carbone aveva chiuso definitivamente, mandando a casa i suoi ultimi 260 dipendenti. Per un anno la famiglia visse faticosamente con i miseri risparmi accumulati in dieci anni e Nicolas cominciò a lavorare come muratore, portando a casa qualche soldo per comprare il minimo indispensabile. Il padre cercava lavoro ogni giorno, ma senza successo. Una sera di qualche mese dopo, la natura decise di non risparmiare gli abitanti della Moldavia, la regione di Comănești. Mentre Nicolas dormiva, la pioggia cominciò a ticchettare sul vetro della finestra della sua camera. Con il passare dei minuti il rombo dei tuoni si fece sempre più vicino, mentre la pioggia, da debole che era, cominciò a scrosciare ininterrottamente, scossa dal vento che ululava da lontano. I sottili vetri della finestra cedettero e l acqua cominciò a entrare nelle stanze con tutta la sua violenza. Piovve per giorni. Comănești era sommersa di acqua, molti abitanti erano senza casa. Per un anno Nicolas e i suoi genitori furono costretti a vivere insieme a altri parenti in una piccola casa in periferia. Il ragazzo cominciava a capire che il suo futuro sarebbe dovuto cambiare: voleva dare una casa ai suoi genitori, avere un lavoro dignitoso e poter assicurare ai suoi figli, quando ne avrebbe avuti, di vivere a pieno la propria infanzia. Il 1 gennaio 2007 la Romania entrò a far parte dell Unione Europea. Nicolas vide in questa novità la possibilità di svolta della sua vita. Appena diciottenne, decise che sarebbe partito. Ora che la Romania era parte dell Europa, si sarebbe potuto muovere liberamente in un altro Stato e sperare di essere accolto. Sapeva che l Unione Europea era da sempre promotrice dei diritti umani, della lotta al razzismo e alla xenofobia; nutriva, per questo, grandi speranze nell essere accettato e integrato in un nuovo paese. Avrebbe lavorato sodo, si sarebbe guadagnato di che vivere e avrebbe inviato parte del ricavato dal suo lavoro alla famiglia ogni mese. A settembre, Nicolas partì con la benedizione di Maria e Gheorghe verso l Inghilterra, stabilendosi a Londra con i pochi soldi che aveva con sé. Si trovò in un paese che lo accolse, non curante che fosse di diversa nazionalità. Trovò lavoro come cameriere, perfezionò la lingua e si continuò a occupare a distanza dei suoi genitori, dai quali riceveva notizie positive: da quando la Romania era entrata a far parte dell Unione Europea, qualcosa era cambiato anche lì, come in tutti i paesi membri; aveva infatti risentito positivamente della libertà di circolazione delle persone, delle merci e dei servizi all interno dell Unione. Il ragazzo, inoltre, si rendeva conto di quante possibilità gli avesse aperto l ingresso del suo Paese d origine in questo sistema: si sentiva membro di una realtà più grande e più solida di quella a cui era sempre appartenuto. Ormai non era più un semplice abitante di Comănești, era cittadino europeo. Sapeva che, in qualunque dei 28 Paesi membri andasse, poteva sentirsi, in qualche modo, a casa. Margherita Ghelardi Disillusione di un antropologo europeista Dal 1988 l'antropologo Pier Valeries era sparito dalla circolazione. La moglie ne aveva perse le tracce da quando l'aveva visto imbarcarsi al porto di Marsiglia una rigida mattina di quello stesso anno, pronto a compiere una delle sue indagini sulla natura e il comportamento degli uomini di 116

117 varie etnie. Quella volta la curiosità e l'interesse l'avevano spinto fino a una recondita regione del Camerun, in un minuscolo villaggio, immerso in una sconfinata foresta selvaggia, abitato da una popolazione di cacciatori e raccoglitori, che faticano ancora oggi a integrarsi con la moderna società africana: si ritrovò, quindi, a condividere i pasti e il tetto con una comunità di pigmei. Per venticinque anni Pier ne aveva studiato così a fondo le usanze, le pratiche religiose, le tradizioni popolari e gli usi alimentari, da estraniarsi completamente dal mondo occidentale da cui proveniva, calandosi a tutti gli effetti nella dimensione spazio-temporale e culturale del gruppo di nomadi stanziali. Un giorno, però, vedendo passare in lontananza per una stradina poco lontana dal villaggio una jeep guidata da un esploratore britannico, si ricordò, quasi per un'improvvisa illuminazione, della sua vecchia vita e del mondo che si era lasciato alle spalle. Raccolte le ultime informazioni sulla vita dei suoi cari amici pigmei, da inserire come coronamento di impegnativi anni di lavoro nella ricerca, decise che era arrivato il momento di tornare in Europa: prima o poi, si disse, il richiamo della terra natia sarebbe giunto e l'avrebbe allontanato dall'impervia natura per ricondurlo nel caos dell' ambiente cittadino. Un mattino di settembre, accolto calorosamente dalla moglie, che per l'impazienza di rivederlo aveva raggiunto il porto all'alba, Pier mise piede nuovamente sul suolo europeo. Che tremolio pervase le sue membra stanche dal lungo viaggio quando rivide la sua casa in Rue Saint Vincent, il parco dove aveva giocato da ragazzino e le vie affollate del centro di Parigi! Non ebbe il tempo di riadattarsi a quella realtà per lungo tempo dimenticata, che già il lavoro lo costringeva ad abbandonarla: avrebbe dovuto presentare a Dresda i suoi studi antropologici in una conferenza che si sarebbe tenuta di lì a pochi giorni. La moglie ancora non lo aveva informato del cambio della moneta dal Franco all' Euro avvenuto nel 2002, poiché aveva provveduto lei stessa a tutte le spese del marito da quando era tornato. Entrò in un negozio di abbigliamento per acquistare un impermeabile per il viaggio, presentò in cassa le sue vecchie banconote, e rischiò di essere denunciato per furto. Nonostante tutto, venire a sapere che gran parte dei paesi europei si era uniformata a un'unica moneta, fu un'inesauribile fonte di gioia ed entusiasmo per il nostro antropologo, che iniziò a figurarsi nella mente l'immagine di un'europa diversa da come l'aveva lasciata, più unita e compatta. Trovò conferma a questa visione alquanto immaginifica quando, dopo essersi messo in viaggio, arrivò al confine tra Francia e Germania nei pressi di Saarbrucken. Iniziò a frugare nelle sue tasche, a perlustrare nella sua borsa da viaggio e in ogni angolo dell'interno della sua automobile in cerca del passaporto, che era convinto di aver portato con sé, ma che in quel momento sembrava essersi volatilizzato nel nulla. Come avrebbe fatto a proseguire il cammino, si chiese, senza il documento necessario a varcare la frontiera? Mentre pensava tristemente a come avrebbe potuto giustificare il suo ritardo o peggio la sua imperdonabile assenza all'appuntamento lavorativo di fronte all'indignazione dei colleghi e degli illustri antropologi che erano in sua attesa a Dresda, gli bastò alzare di poco lo sguardo per rendersi conto di trovarsi esattamente davanti al cartello che indicava il passaggio di Stato: la strada, però, proseguiva ininterrotta senza alcuno sbarramento, senza nessun controllore che richiedesse ai viaggiatori di esibire i documenti. Poco più tardi sarebbe venuto a sapere dalla moglie che alcuni paesi dell'unione europea, tra cui la Germania e la Francia, erano entrati a far parte dello spazio Schengen, zona entro la quale erano stati aboliti i controlli sistematici alle frontiere, ai quali lui era ancora abituato. Con l'idea che l'europa avesse ormai assunto i lineamenti di un largo stato federale, privo com'era di tutti quegli sbarramenti che prima della sua partenza di venticinque anni prima dividevano nettamente una nazione dall'altra, Pier giunse senza particolari intoppi a Dresda, dove espose con successo il frutto della propria ricerca sui pigmei. Prima di tornare in Francia decise di fermarsi qualche giorno a Berlino, dove avrebbe fatto una sorpresa a un amico che non vedeva da anni. Rimase sorpreso quando, arrivato nei pressi della Porta di Brandeburgo, si accorse che il grande muro che divideva in due la città, era scomparso. Chiedendo informazioni ai 117

118 passanti sull'incredibile abbattimento, questi, guardandolo stupiti come se fosse uscito da un altro mondo - in effetti era questa la verità - gli rivelarono che era già dal 9 novembre 1989 che la Germania si avviava a tornare unita dopo anni di lacerazioni e scontento. Dopo quest'ennesima scoperta, Pier ebbe la certezza che l'europa avesse fatto passi da gigante negli anni della sua assenza verso una pacifica unificazione, concordia e collaborazione tra i popoli. Certezza che iniziò sensibilmente a vacillare quando, l'estate di quello stesso anno, si recò a trascorrere una piacevole vacanza estiva con la moglie in Grecia. Dovette assistere a scene pietose di dignitosi lavoratori, madri e anziani in fila per lunghe insopportabili ore sotto il sole cocente di agosto, in attesa di ricevere un pasto alla mensa dei poveri. Si chiese come fosse possibile, che si fosse creato un così grande divario tra la situazione economica della Germania, di cui aveva potuto costatare il relativo benessere, e quella disastrosa della patria della cultura occidentale. Informandosi, venne a sapere che i cittadini della Grecia ricevono in media 700 euro di stipendio, dovendo pagarne circa 500 di affitto e assistette in prima persona alle rivolte di una generazione di giovani, sopraffatta dalla globalizzazione e dalle burocrazie finanziarie europee e mondiali. Giunto poi in Italia con lo scopo di visitarne le bellezze artistiche, avendo dentro di sé un profondo senso di sconforto per la crisi greca di cui aveva appena testato le drammatiche conseguenze, ebbe modo di rendersi perfettamente conto che le condizioni della vita economica e politica del paese erano altrettanto disastrose. Proteste di giovani indignati scesi in piazza per rivendicare i propri diritti e chiedere giustizia animavano le vie di diverse città che si trovò a visitare. Lesse su alcuni manifesti degli slogan che attaccavano duramente il governo italiano e l'unione Europea, colpevoli entrambi di non prendere alcun provvedimento per creare nuovi posti di lavoro e per assicurare migliori prospettive di vita ai cittadini, ma occupati esclusivamente a gestire il proprio potere, l'uno incapace di conciliare i propri interessi con quelli della collettività, l'altra frazionata internamente in Stati esclusivisti e con tendenze fortemente particolaristiche e politicamente inesistente. Così, come si era immerso negli studi sulla popolazione dei pigmei a tal punto da dimenticare il mondo intorno a sé, per l'intensità della passione verso l'oggetto della sua indagine, altrettanto profondamente Pier, a causa del forte senso di disillusione che la seconda parte del viaggio attraverso l'europa gli aveva recato, si propose di dedicarsi alla realizzazione del progetto di integrazione europea, sperando di poter contribuire in prima persona a concretizzare la sua immaginifica visione. Sabina Riccardi 118

119 Terza Parte STORIA DELL UNIONE EUROPEA L idea d Europa, al tempo teatro di frequenti e sanguinosi conflitti, tra il 1870 e il 1945 era patrimonio solo di una cerchia ristretta di filosofi e di idealisti. Grazie ai movimenti di resistenza contro i totalitarismi, durante la seconda guerra mondiale, fiorì il concetto di organizzazione del continente capace di superare gli antagonismi nazionali. Alcuni leader europei capirono che, per garantire una pace durevole tra i loro paesi, c era bisogno di unirli economicamente e politicamente. I personaggi che fecero la storia furono: Giuseppe Mazzini ( ), Carlo Cattaneo ( ) e, più vicino ai giorni nostri, Altiero Spinelli ( ), con il suo progetto federalista basato sul dialogo fra i poteri locali, regionali, nazionali ed europei. Una nuova possibile guerra era alle porte. Per evitare gli errori del passato e per ristabilire un legame fra i Paesi, la grande idea fu proprio l Europa! Nel 1949, gli Stati europei istituirono il Consiglio d Europa e si accordarono per la stipula della prima Convenzione Europea dei Diritti dell Uomo. Il Consiglio d Europa fu la prima organizzazione europea e si assunse il compito di difendere i diritti dell uomo, la democrazia parlamentare e il principio di legalità, di allineare le normative in materia sociale e di promuovere la consapevolezza della comune identità europea. 9 maggio 1950: dichiarazione Schumann Il 9 maggio 1950 nacque l Europa comunitaria. A Parigi venne presentata alla stampa la dichiarazione redatta da Robert Schumann, ministro degli Affari Esteri della Francia e dal suo amico e consigliere, Jean Monnet: diedero un idea dei propositi ambiziosi della stessa, proponendo alla Germania e agli altri paesi che volessero partecipare, di creare una comunità pacifica. Schumann compiva un atto storico: tendeva la mano agli avversari, faceva tacere i risentimenti, azzerava l incubo del passato e avviava un processo nuovo nell ordine dei rapporti internazionali. L Europa comunitaria ha rappresentato il grande progetto del XX secolo: Paesi, una volta rivali, oggi condividono una stessa moneta e gestiscono i propri interessi economici e commerciali nel quadro di istituzioni comuni. 18 aprile 1951: firma del Trattato di Parigi che istituisce la Comunità Europea del Carbone e dell Acciaio (CECA) La proposta della sua creazione, annunciata da Schumann nel 1950, fu subito accettata da sei paesi ( Comunità dei Sei ): Belgio, Francia, Italia, Repubblica Federale Tedesca, Lussemburgo e Olanda. Il trattato, entrato in vigore il 25 luglio 1952, è scaduto cinquant anni dopo, il 23 luglio 2002 (al carbone e dell acciaio si applica adesso il diritto comune del trattato CE). Il trattato di Parigi è considerato il precursore del Trattato di Roma, fondatore della Comunità Economica Europea (CEE). 27 maggio 1952: firma del Trattato per l istituzione della Comunità Europea di Difesa (CED) Il modello della CECA esercitò la sua prima influenza nel settore militare: in seguito allo scoppio della guerra in Corea, prese vita il progetto di una comunità militare europea. Tale progetto, che prevedeva l istituzione di una Comunità Europea di Difesa (CED), incontrò numerose difficoltà. Il trattato per l istituzione della CED fu firmato il 27 maggio 1952 (in attesa della ratifica da parte dei Parlamenti nazionali, i compiti previsti dall art. 38 vennero affidati all Assemblea della CECA). A causa della mancata ratifica da parte del parlamento francese, nonostante le pressioni statunitensi, e della ostilità della Gran Bretagna, contraria a qualsiasi accordo continentale a sei paesi che la escludesse, il progetto CED non trovò possibilità di attuazione. 119

120 1-3 giugno 1955: Conferenza di Messina La conferenza di Messina fu la riunione interministeriale dei sei Stati membri della CECA. Parteciparono i Ministri degli Esteri: Gaetano Martino per l Italia, Jan Willem Beyen per l Olanda, Antoine Pinay per la Francia, Joseph Bech per il Lussemburgo, Walter Hallstein per la Repubblica Federale Tedesca e Paul-Henri Spaak per il Belgio. La conferenza iniziò in un clima infelice per la recente bocciatura dell accordo sulla CED e proseguì con difficoltà. Alla fine fu resa nota la Dichiarazione di Messina, una risoluzione in cui i Paesi enunciavano una serie di princìpi e di intenti volti alla creazione della Comunità Europea dell Energia Atomica (o Euratom) e del Mercato Europeo Comune (MEC, poi CEE e quindi Unione Europea). 25 marzo 1957: Trattati di Roma (CEE ed EURATOM) II successo della CECA indusse gli stessi sei paesi ad integrare anche gli altri settori delle proprie economie. Il 25 marzo 1957 fu firmato il trattato istitutivo della Comunità Economica Europea (CEE). I sei Paesi si unirono nel Mercato Comune Europeo (MEC). Lo scopo era quello di realizzare un integrazione economica tra i paesi membri con l eliminazione delle barriere amministrative, doganali e fiscali. Il Trattato prevedeva l istituzione di: Alta Autorità (poi Commissione Europea), con compiti esecutivi e di iniziativa legislativa; Consiglio dei Ministri (poi Consiglio Europeo), che approvava, promulgava gli atti legislativi e decideva gli orientamenti delle politiche da seguire deliberando all unanimità o a maggioranza; Corte di Giustizia, giudice nelle controversie relative alle politiche affidate alla CEE e interprete delle norme del Trattato; Assemblea Parlamentare Europea (poi Parlamento Europeo), composta da 142 deputati, nominati dai sei Paesi membri della Comunità. La sessione costitutiva si tenne a Strasburgo il 19 marzo 1958, sotto la presidenza di Robert Schumann. Nel 1962 l Assemblea prese il nome di Parlamento Europeo e nel 1979 si svolsero le prime votazioni a suffragio universale diretto per l elezione dei suoi membri. Gli obiettivi erano: l eliminazione dei dazi doganali tra gli Stati membri; l istituzione di una tariffa doganale esterna comune; l introduzione di politiche comuni nel settore dell agricoltura e dei trasporti; la creazione di un Fondo Sociale Europeo; l istituzione della Banca Europea degli Investimenti; lo sviluppo della cooperazione tra gli Stati membri. Il trattato pose alcune linee guida per l attività legislativa delle istituzioni comunitarie e in particolare per la politica agricola comune,la politica dei trasporti e una politica commerciale comune. Il Mercato Europeo Comune si basa su quattro libertà fondamentali: libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali. Nel Trattati di Roma fu incluso il Trattato EURATOM, elaborato per coordinare i programmi di ricerca dei Paesi aderenti e per promuovere l uso pacifico dell energia nucleare. Esso mira alla condivisione delle conoscenze, delle infrastrutture e del finanziamento dell energia nucleare ed è attualmente in vigore. Il Trattato Costituzionale dell UE prevede modifiche di natura finanziaria e istituzionale da apportare al Trattato Euratom. 120

121 Primo Parlamento Europeo Nel 1958 i membri dei sei Paesi formano il primo parlamento che si riunisce a Strasburgo. 8 aprile 1965 Bruxelles: firma del Trattato di Fusione Fino al 1965 la Corte di Giustizia e il Parlamento erano in comune tra CEE, CECA e EURATOM, mentre ognuna di queste tre comunità aveva un consiglio e una commissione differenti. Furono unificati con il Trattato di Bruxelles del I Trattati CECA, CEE, EURATOM conferirono alle tre comunità competenze limitate e posero le basi di una sovranità sovranazionale. Fin dall origine l ordinamento giuridico comunitario si configurò come una formazione riconducibile al diritto internazionale, intesa però a una più vasta dinamica d integrazione. 1973: ingresso di Danimarca, Irlanda e Regno Unito Nel 1973, i successi dei sei Stati spinsero la Danimarca, l Irlanda e il Regno Unito a unirsi a essi al termine di difficili negoziati, ai quali la Francia del generale De Gaulle si oppose. Era necessario creare una moneta comune europea: il Sistema Monetario Europeo (SME) entrò in vigore nel marzo Lo scopo era di rendere stabili i cambi tra le monete dei Paesi della CEE. Come unità monetaria si adotta l ECU (European Currency Unit), ossia Unità di Conto Europeo giugno 1979: il Parlamento Europeo è eletto per la prima volta a suffragio universale I cittadini dell UE eleggono direttamente i membri del Parlamento Europeo, che in precedenza erano designati dai parlamenti nazionali. Simone Veil divenne la prima presidentessa a guidare il Parlamento Europeo. 1 gennaio 1981: da nove a dieci, entra la Grecia L Europa comincia ad espandersi sul versante meridionale. La Grecia diventa il decimo Stato membro dell UE. Il Paese ha potuto aderire all UE dopo la caduta del regime militare e il ritorno alla democrazia nel febbraio 1984: il Parlamento Europeo adotta a grande maggioranza il progetto di trattato che istituisce l Unione Europea (progetto Spinelli) Nel 1984 il Parlamento europeo approvò il progetto di Trattato per l Unione Europea, che prevedeva il trasferimento alla Comunità di varie competenze in materia di politica economica e finanziaria, di sanità e di legislazione sociale, con la proposta di creare una vera unione politica. La Comunità Economica Europea (CEE) diventa Comunità Europea (CE). 1 gennaio 1986: da dieci a dodici, entrano Spagna e Portogallo Le adesioni di Spagna e Portogallo hanno rafforzato il versante meridionale della Comunità, rendendo ancor più necessaria la realizzazione di programmi strutturali destinati a ridurre le disparità di sviluppo economico fra i dodici. Contemporaneamente, la Comunità si è affermata sul piano internazionale, consolidando i legami contrattuali stretti con i Paesi del Mediterraneo meridionale e con i Paesi dell Africa, dei Caraibi e del Pacifico, associati grazie alle successive convenzioni di Lomé ( : Lomé I, II, III e IV). 1 luglio 1987: entra in vigore l Atto Unico Europeo L obiettivo più significativo dell Atto Unico Europeo era la realizzazione entro il 30 dicembre 1992 del mercato interno unico, cioè di uno spazio senza frontiere, che assicurasse la libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali: le persone possono stabilirsi dove credono, le imprese 121

122 possono insediarsi dove trovano più convenienza, i capitali circolare senza ostacoli, i titoli di studio sono validi ed equiparati in tutti i Paesi. L Atto Unico Europeo ha inoltre come obiettivo la tutela dell ambiente, la ricerca e lo sviluppo in campo tecnologico, l armonizzazione delle norme riguardanti il lavoro. 9 novembre 1989: caduta del Muro di Berlino Una delle tappe fondamentali della storia dell integrazione europea è sicuramente quella del 9 novembre 1989: durante una conferenza stampa convocata per le diciotto, fu recapitata a Günter Schabowski, membro del Politburo del Partito Comunista e Ministro della Propaganda della DDR, la notizia che tutti i berlinesi dell est avrebbero potuto attraversare il confine con un appropriato permesso, ma non gli furono date informazioni su come trasmettere la notizia. Dato che il provvedimento era stato preso poche ore prima della conferenza, esso sarebbe dovuto entrare in vigore nei giorni successivi, dando così il tempo di dare la notizia alle guardie di confine. Alle 18:53 il corrispondente Ansa da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore. Schabowski cercò, inutilmente, una risposta nella velina del Politburo, ma non avendo un idea precisa, azzardò: «Per quanto ne so, immediatamente». Decine di migliaia di berlinesi dell est, sentito l annuncio di Schabowski in diretta alla televisione, si precipitarono ai confini chiedendo di entrare a Berlino Ovest. Le sorprese e sopraffatte guardie di confine iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma era ormai chiaro che non era più possibile rimandare indietro un enorme folla, vista la mancanza di mezzi atti a sedare un movimento di tali proporzioni. Furono allora costrette ad aprire le barriere e, visto il gran numero di berlinesi, nessun controllo sull identità fu eseguito. 7 febbraio 1992: firma del Trattato di Maastricht (Olanda) Con il Trattato di Maastricht, entrato in vigore il 1 novembre 1993, nacque l Unione Europea (UE). Il Trattato fu ratificato dai governi dei singoli Paesi e approvato dagli organi nazionali competenti. Per l Italia la data della firma fu il 29 novembre Con questo Trattato, furono introdotti i cosiddetti tre pilastri dell Unione Europea: 1) Comunità Europea, che riunisce tutti gli organismi precedenti (CECA, EURATOM e CEE), 2) PESC e PESD ovvero la politica estera, di sicurezza comune e di difesa, 3) CGAI ovvero la cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni. Con il Trattato di Maastricht i paesi aderenti, al fine di arrivare a un unione effettiva, hanno deciso: la creazione di una moneta unica, l Euro; la realizzazione della cittadinanza europea; che l UE sia l interlocutore in tutte le relazioni esterne per la difesa e la sicurezza comune. Altre importanti norme, introdotte con il Trattato di Maastricht, furono: la procedura di codecisione nell emanazione delle direttive; la tutela diplomatica; la possibilità di rivolgersi alle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali degli stati membri; il diritto, per i cittadini comunitari, di petizione al Parlamento Europeo; l istituzione del Mediatore Europeo. 1 gennaio 1995: da dodici a quindici, entrano Austria, Finlandia e Svezia Dal 1 gennaio 1995 entrano a far parte dell Unione Europea Austria, Finlandia e Svezia. L ingresso della Norvegia è invece bloccato dall esito negativo del referendum popolare. L ingresso di questi nuovi Paesi, se sotto il profilo strettamente commerciale apre la strada a un maggior sviluppo, in una visione storico politica, evidenzia profonde differenze culturali tra i paesi del nord e quelli del sud. 122

123 2 ottobre 1997: firma del Trattato di Amsterdam Il Trattato di Amsterdam, firmato dai quindici Stati membri ed entrato in vigore il 1 maggio 1999, riforma quello di Maastricht ed emenda i Trattati UE e CE ponendo altri quattro grandi obiettivi: porre l occupazione e i diritti dei cittadini come punto focale dell Unione; eliminare gli ultimi ostacoli alla libera circolazione e rafforzare la sicurezza; permettere all Europa di esercitare maggiore influenza sulla scena mondiale; rendere più efficace l architettura istituzionale dell Unione in previsione degli allargamenti successivi. Con Il Trattato di Amsterdam sono introdotte le seguenti novità: un sistema di numerazione per gli articoli del trattato dell Unione Europea (precedentemente designati con delle lettere); formalizzazione e regolamentazione della cooperazione rafforzata ; inglobamento degli accordi di Schengen nel terzo pilastro ; introduzione dell occupazione nel primo pilastro ; inserimento dell Accordo Sociale nel primo pilastro. 15 marzo 1999: dimissioni in blocco della Commissione Santer La Commissione Santer è stata la Commissione Europea in carica dal 1995 al 15 marzo 1999: fu accusata di corruzione, abuso di potere e frode e presentò le sue dimissioni in blocco (l unica nella storia UE). Uomo politico lussemburghese, Jacques Santer è stato esponente del Partito Cristiano Sociale, segretario generale ( ), quindi presidente ( ). Deputato dal 1974 al 1979, fu Ministro delle Finanze, del Lavoro e della Sicurezza sociale ( ); Primo Ministro dal 1984 al 1994, ha adottato una politica orientata allo sviluppo del libero mercato. Parlamentare europeo dal 1999 al Nel gennaio del 1995 ha assunto la carica di Presidente della Commissione dell Unione Europea. 14 novembre 2000: il Consiglio Europeo a Nizza proclama la Carta dei Diritti Fondamentali dell Unione Europea Giunge così a termine il processo avviato nel giugno del 1999, quando, in occasione del Consiglio Europeo di Colonia, si decise di dare mandato a una Convenzione di redigere un progetto di Carta. La proclamazione della Carta dei Diritti Fondamentali dell Unione Europea, ha definito i diritti garantiti a tutti i cittadini dell Unione e i suoi valori fondamentali: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia. 26 febbraio 2001: firma del Trattato di Nizza Il Trattato di Nizza, entrato in vigore il 1 febbraio 2003, ha ulteriormente modificato i trattati UE e CE, apportando cambiamenti a livello del funzionamento delle istituzioni dell Unione Europea e introducendo come regola generale, al posto del voto all unanimità, il voto a maggioranza qualificata per molti settori del processo decisionale dell Unione. Nei settori più importanti alcuni paesi hanno mantenuto il proprio diritto di veto: il Regno Unito per il fisco e la sicurezza sociale, la Germania per l asilo e l immigrazione (almeno fino al 2004), la Spagna per i fondi strutturali e la Francia per l audiovisivo. In seguito al Trattato di Nizza, il numero di voti attribuito a ciascun Paese nel seno del Consiglio Europeo è stato riponderato, in particolare per i paesi più popolosi, affinché la legittimità delle decisioni del Consiglio potesse essere mantenuta in termini di rappresentatività 123

124 demografica. Con decorrenza dal 1 novembre 2004, e in seguito all allargamento dell Unione, la maggioranza qualificata è raggiunta con 232 voti su 321 e deve corrispondere al 62% della popolazione totale dell Unione. In caso contrario, la decisione non è approvata. 1 gennaio 2002: l Euro è la moneta unica in dodici paesi dell UE I biglietti e le monete in Euro entrano in circolazione nei dodici Paesi membri: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Anche se oggi sono in molti a rinnegarlo, questo evento era considerato da tutti come un utopia: in tanti, quando si parlava di moneta unica, dicevano «ma io in tasca ho la Lira». 28 febbraio 2002: seduta inaugurale della Convenzione Europea per la preparazione del Trattato Costituzionale Dopo che al Consiglio Europeo di Laeken (14/15 dicembre 2001) è adottata una Dichiarazione sul futuro dell Unione Europea, che impegna l Unione a diventare più democratica, più trasparente e più efficiente e ad aprire la via verso una costituzione in grado di rispondere alle attese dei cittadini europei, è convocata una convenzione europea per la preparazione del Trattato Costituzionale. Per la prima volta l elaborazione delle proposte di riforma è affidata a un assemblea composta da 105 membri in rappresentanza delle principali istituzioni nazionali e comunitarie (parlamenti e governi nazionali, Commissione Europea e Parlamento Europeo). Il Consiglio Europeo di Laeken nomina Presidente della Convenzione, Valery Giscard d Estaing (Francia) e Vicepresidenti, Giuliano Amato (Italia) e Jean Luc Dehaene (Belgio). 10 luglio 2003: Conclusione dei lavori per la preparazione del Trattato Costituzionale La Convenzione Europea, a conclusione dei suoi lavori, trasmette al Consiglio Europeo di Salonicco (Grecia) il progetto di trattato che istituisce una Costituzione per l Europa. Il progetto di Costituzione dell EU viene accolto con favore come una buona base per gli imminenti negoziati sul futuro dell Europa. Il 18 luglio 2003 Valery Giscard d Estaing, Presidente della Convenzione sul futuro dell Europa, accompagnato dai due Vicepresidenti, Amato e Dehaene, ha consegnato ufficialmente alla Presidenza italiana del Consiglio Europeo, a nome della Convenzione, il progetto completo di un Trattato che istituisce una Costituzione per l Europa. 1 maggio 2004: da quindici a venticinque, entrano a far parte dell UE altri dieci Paesi Il 1 maggio 2004 sono entrati a fare parte dell UE altri dieci Paesi che hanno portato a venticinque i membri dell Unione: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Malta e Cipro. Si tratta di Stati (tranne gli ultimi due) che pochi anni prima facevano parte del Patto di Varsavia o erano repubbliche dell ex Unione Sovietica. L Unione Europea dei venticinque Paesi costituisce il più esteso blocco commerciale del mondo e il suo mercato unico conta 500 milioni di cittadini. Si moltiplicano le prospettive di crescita economica e si aprono nuovi sbocchi di sviluppo. 29 ottobre 2004: ratifica del Trattato Costituzionale A Roma, il 29 ottobre 2004, i Capi di Stato e di governo dei venticinque membri, alla presenza di quelli dei tre paesi, allora candidati, Bulgaria, Romania e Turchia, e della Croazia in veste di osservatore, nella stessa Sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio dove Il 25 marzo 1957 erano stati sottoscritti i trattati di Roma (trattati CEE ed EURATOM), firmarono il trattato istitutivo della Costituzione per l Europa che entrerà in vigore dopo l approvazione di ciascuno dei paesi firmatari o per via parlamentare o per via referendaria, secondo le proprie procedure costituzionali. 124

125 29 maggio e 1 giugno 2005: Francia e Olanda dicono no alla Costituzione Il 29 maggio e il 1 giugno 2005 nei referendum in Francia e nei Paesi Bassi, la maggioranza degli elettori ha votato no al testo della Costituzione ma questo non significa l abbandono del processo di ratifica che prosegue il suo percorso. Il Consiglio Europeo del 16 e 17 giugno 2005 ha ritenuto la scadenza del 1 novembre 2006, che era stata inizialmente prevista per l entrata in vigore della Costituzione, non più perseguibile, poiché gli Stati, che non hanno ancora ratificato il Trattato, non saranno in grado di fornire una buona risposta prima della metà del Tutti gli Stati membri, che abbiano o non abbiano ratificato la Costituzione, si sono così presi una pausa di riflessione, da utilizzare anche per dibattiti e chiarimenti. Il processo di ratifica da parte degli Stati membri non è stato dunque abbandonato. 1 gennaio 2007: da venticinque a ventisette, entrano a far parte dell UE Bulgaria e Romania. La Slovenia aderisce all Eurozona Altri due Paesi dell Europa dell est, la Bulgaria e la Romania, entrano a far parte dell UE, facendo salire così il numero degli Stati membri a ventisette. I Paesi candidati all adesione sono ora la Croazia, la Macedonia e la Turchia. A partire dal 1 gennaio 2007, la Slovenia ha abbandonato il Tallero per adottare l Euro, diventando il tredicesimo membro della zona euro. Dei dieci nuovi Stati membri che hanno aderito all Unione Europea il 1 maggio 2004, la Slovenia è il primo ad adottare la moneta unica. 13 dicembre 2007: firma del Trattato di Lisbona I ventisette Paesi dell UE firmano il Trattato di Lisbona, che modifica i trattati precedenti e tende a rendere l UE più efficiente e trasparente, e quindi in grado di far fronte alle sfide globali quali il cambiamento climatico, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile. Prima dell entrata in vigore, il Trattato dovrà essere ratificato dai ventisette Stati membri. 1 gennaio 2008: in quindici a usare l Euro Dal 1 gennaio del 2008, Cipro e Malta hanno abbandonato le loro vecchie monete per adottare l Euro, diventando il quattordicesimo e il quindicesimo membro della zona euro. La crisi iniziata nel settembre 2008 Una grave crisi finanziaria investe l economia mondiale. I problemi iniziano con i mutui ipotecari negli Stati Uniti. Diverse banche europee incontrano difficoltà. La crisi porta a una più stretta collaborazione in campo economico tra i paesi dell UE. 1 gennaio 2009: l Euro in Slovacchia La Slovacchia adotta l euro, diventando il sedicesimo paese a far parte dell area dell euro. 26 marzo 2010: obiettivi di Europa 2020 Durante un vertice del Consiglio Europeo a Bruxelles, i capi di Stato e di governo dell UE adottano gli obiettivi di Europa Tutti i sedici paesi dell area dell euro approvano un piano per aiutare la Grecia a risolvere il problema del deficit. 1 gennaio 2011: l Euro in Estonia L Estonia adotta l euro, diventando il diciassettesimo paese a far parte dell area dell euro. 125

126 18 gennaio 2011: si apre il primo semestre europeo Un ciclo semestrale di coordinamento delle politiche economiche dei paesi dell UE allo scopo di prevenire crisi economiche come quella del Ma in cosa consiste il cosiddetto semestre europeo? Tutti gli Stati membri si sono impegnati a realizzare gli obiettivi di Europa 2020 e li hanno tradotti in obiettivi e in politiche di stimolo della crescita a livello nazionale. Coordinando e riunendo gli sforzi individuali di tutti i Paesi, si riuscirà a produrre l impatto voluto sulla crescita. Allo scopo la Commissione Europea ha istituito un ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche detto semestre europeo. Nel corso dei primi sei mesi di ogni anno i governi nazionali sono tenuti a informare la Commissione sui progressi registrati con: i programmi di stabilità e convergenza previsti dal patto di stabilità e crescita; i programmi nazionali di riforma della strategia Europa Durante questo semestre, la Commissione può offrire un orientamento politico e formulare raccomandazioni ai governi prima della definizione dei bilanci nazionali. Ciò consentirà agli Stati membri di coordinare meglio le loro politiche economiche e di beneficiare di una strategia economica europea comune, pur mantenendo la possibilità di adattare le politiche alla loro situazione nazionale. Aiuterà anche l UE a valutare per tempo gli sviluppi nazionali, in modo che possano essere presi in considerazione in ulteriori cicli di coordinamento. Il semestre europeo inizia con la pubblicazione dell analisi annuale della crescita. 22 gennaio 2012: la Croazia dice sì all adesione all UE I croati votano sì nel referendum sull adesione all UE, spianando la strada all ingresso del Paese come ventottesimo membro il 1 luglio ottobre 2012: entra in vigore il Trattato che istituisce il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) In occasione di una riunione informale del Consiglio Europeo, il 30 gennaio 2012, tutti i Paesi dell UE (ad eccezione della Repubblica Ceca e del Regno Unito) votano un nuovo trattato sulla stabilità, il coordinamento e il governo nell unione economica e monetaria. L obiettivo del trattato è rafforzare la disciplina di bilancio mediante sanzioni automatiche e controlli più rigorosi e, in particolare, mediante la regola del pareggio di bilancio. Il trattato viene firmato il 2 febbraio ed entra in vigore l 8 ottobre luglio 2013 da ventisette a ventotto: entra la Croazia La Croazia diventa il ventottesimo Stato membro dell UE. a cura di Luciana Elena Scala raccolta dati: Carolina Benucci, Maria De Carluccio e Chiara Mazzarella fonte: 126

127 L EUROPA DI IERI E... L EUROPA DI OGGI 127

128 128

129 *Al primo accordo siglato nel 1985 a Schengen (Belgio) tra Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, ha fatto seguito nel 1990, la Convenzione di Attuazione, entrata in vigore nel Con il Trattato di Amsterdam (1997, entrato in vigore nel 1999) le norme e le strutture previste dagli accordi sono state integrate nel diritto della UE. Dell area Schengen fanno parte anche Islanda, Norvegia, Svizzera, non aderenti all UE. 129

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