DISMISSIONE DELLE AREE EX-INDUSTRIALI
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- Amerigo Garofalo
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2 DISMISSIONE DELLE AREE EX-INDUSTRIALI DEINDUSTRIALIZZAZIONE: in Europa, a partire dagli anni 70, gli stabilimenti situati nelle periferie urbane sono state progressivamente abbandonate dalle aziende. IN ITALIA: il tessuto industriale preesistente si è trasformato, per accogliere imprese appartenenti al settore terziario le aziende rimaste hanno dovuto attuare un significativo ammodernamento. sono stati creati i primi poli industriali lontani dalle città, sulla spinta non solo di motivazioni di ordine economico ma anche delle nuove normative per la salvaguardia ambientale
3 DISMISSIONE DELLE AREE EX-INDUSTRIALI PROBLEMA: cosa fare degli spazi rimasti inutilizzati? Come reinterpretarli, alla luce delle trasformazioni delle città, del contesto economico e di quello ecologico?
4 DISMISSIONE DELLE AREE EX-INDUSTRIALI APPROCCIO ANNI 70 e 80: le aree dismesse sono considerate ferite urbane 1, da guarire velocemente attraverso interventi spesso sperimentali, con progetti rivelatisi spesso del tutto inadeguati. OGGI: orientamento ad utilizzare le aree dismesse ai fini della riqualificazione urbana, spesso in un ottica di marketing territoriale o comunque secondo strategie competitive di livello internazionale. 1 AMALIA MARTELLI, Tesi di dottorato «SULLE CONDIZIONI CHE INFLUENZANO LA TRASFORMABILITÀ E OSTACOLANO LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE INDUSTRIALI DISMESSE» UNIVERSITA DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA
5 ESEMPI DI RECUPERO IN EUROPA Aarhus, Danimarca Distretto Ruhr, Germania Amsterdam, Olanda 2007: Trasformazione del vecchio scalo merci delle ferrovie (43000 mq) nel nuovo Centro di produzione culturale del Comune di Aarhus oggi: riqualificazione dell intera area del bacino del fiume Emscher ad opera del Land di competenza : recupero dell area che si estende alle spalle della Centraal Station, formata da isole e penisole artificiali, costruite per ospitare le strutture del porto di Amsterdam. La zona è stata riqualificata da giovani architetti emergenti.
6 E IN ITALIA? FOTO SIAG: fasi dell abbattimento di un piezometro all interno dell area Ex BREDA di Sesto S. Giovanni (MI) IN ITALIA rimangono ancora molte le aree che attendono nuovo uso. L Istat parla del 3% del territorio nazionale con una superficie pari a circa km 2, (un area più grande dell Umbria!) 2 Circa il 30% delle aree dismesse si trova in ambito urbano, ma non sono dati certi. L unica certezza, ad oggi, è che non esiste un censimento nazionale degli edifici abbandonati. L iniziativa è in mano alle Regioni o agli Enti locali. 2 ISTAT, 8 CENSIMENTO INDUSTRIA E SERVIZI - ELABORAZIONE AUR, 2005
7 LOMBARDIA: UN PIANO DI AZIONE MIRATO Oggi la riqualificazione della aree dismesse è diventata ancora più importante perché ci si è resi conto che il suolo è una risorsa ambientale finita, non riproducibile e non rigenerabile. La progressiva riduzione del consumo di suolo è alla base del concetto stesso di edilizia sostenibile.
8 LOMBARDIA: UN PIANO DI AZIONE MIRATO In Lombardia, tra il 1999 e il 2007, il suolo è stato consumato con una velocità di 4,4 mq per abitante/anno, per un totale di mq di suolo libero consumato. Ovvero, mq consumati al giorno. Ovvero, tra il 1999 e il 2007, ogni giorno è stata consumata una superficie grande circa 7 volte la piazza del Duomo di Milano! Fonte: CRCS, Rapporto 2010
9 LA LOMBARDIA: UN PIANO DI AZIONE MIRATO 2007: finalmente la Regione Lombardia, con la normativa 1/2007, ha stabilito quali sono i requisiti caratteristici delle aree industriali dismesse superficie coperta superiore a 2000 mq cessazione delle attività economiche su oltre il 50% dell area da più di 4 anni : censimento per il rilievo delle aree dismesse presenti su tutto il territorio lombardo. Le informazioni raccolte sono andate ad alimentare il Sistema Informativo Territoriale regionale, confrontabile con i dati della pianificazione comunale. A tal fine, è stata anche realizzata la Banca dati geografica per il censimento e il marketing territoriale delle aree dismesse, consultabile online..
10 LA LOMBARDIA: UN PIANO DI AZIONE MIRATO Ad oggi, sono state individuate in Lombardia 745 aree abbandonate e disponibili
11 LA LOMBARDIA: UN PIANO DI AZIONE MIRATO di cui 139 nella sola Provincia di Milano Ad oggi, sono state individuate in Lombardia 745 aree abbandonate e disponibili
12 MILANO: UN PASSO AVANTI NELLA RIQUALIFICAZIONE Tra il 1982 e il 1986 Milano ha perso industrie per una superficie pari a ¼ del suo territorio urbano. Oggi, con i suoi oltre 4 milioni di m 2 ancora da recuperare, e con i suoi consumi energetici imponenti (con il settore civile che, già nel 2008, rappresentava il 76% dei consumi energetici della città) Milano è in primo piano nella politica del recupero e riuso delle aree dismesse, con l obiettivo primario di recuperare l esistente, seguendo il principio del minor consumo possibile di suolo e di risorse. Da questi presupposti nasce la necessità di progettare in modo consapevole, elevando il concetto di impianto ad una nuova concezione «ad area» dove viene premiata l interazione tra le utenze, rispetto all ottimizzazione del singolo edificio.
13 L INTERVENTO DI MORIMONDO 23 Via Morimondo 23, Milano PROPRIETA INVESTITORE PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA PROGETTAZIONE IMP. MECCANICI Fondo Castello di Idea Fimit DV Real Estate Paolo Cardano Milano Layout Giuseppe Tortato ESA-Engineering Francesco Gori DESTINAZIONE Showroom/Uffici ANNO 2010 SUPERFICIE mq VOLUME mc
14 L INTERVENTO DI MORIMONDO 23 DA Ex- area industriale Fluid-o-tech
15 L INTERVENTO DI MORIMONDO 23 Vista fronte strada Via Morimondo Vista aerea lotto
16 L INTERVENTO DI MORIMONDO 23 Vista fronte strada Via Morimondo Vista interna
17 L INTERVENTO DI MORIMONDO 23 A Nuovo polo Showroom/uffici M23
18 L INTERVENTO DI MORIMONDO 23 Vista corte interna Edificio F
19 L INTERVENTO DI MORIMONDO 23 Vista corte interna Edificio H Vista corte interna Edificio? Vista corte interna Edifici E ed F Viste interne Edifici B ed H
20 L INTERVENTO DI MORIMONDO 23 Edificio D SUPERFICIE VOLUME 950 mq mc Edificio E SUPERFICIE VOLUME mq mc Edifici A+B+C SUPERFICIE VOLUME mq mc Edificio F SUPERFICIE 990 mq Edificio H VOLUME mc SUPERFICIE VOLUME mq mc Edificio G SUPERFICIE 320 mq VOLUME mc
21 STRATEGIE DI INTERVENTO COME SI PUO INTERVENIRE PER RIQUALIFICARE IN MANIERA SOSTENIBILE UN EDIFICIO? INVOLUCRO EDILIZIO Adeguamento delle caratteristiche termiche dei componenti edilizi, rispettando e migliorando i requisiti normativi richiesti Pareti verticali esterne Pavimenti controterra Coperture (piane/falda) Serramenti esterni IMPIANTI TERMICI Progettazione di un impianto ad alta efficienza, basato sullo sfruttamento delle risorse rinnovabili disponibili Geotermia aperta (acqua di falda) Pompe di calore con elevati EER/ESEER Recupero dei cascami di calore
22 STRATEGIE DI INTERVENTO COME SI PUO INTERVENIRE PER RIQUALIFICARE IN MANIERA SOSTENIBILE UN EDIFICIO? OTTIMIZZAZIONE INVOLUCRO EDILIZIO Utilizzo sistemi di illuminazione ad alta efficienza IMPIANTI TERMICI Ampie superfici vetrate per favorire lo sfruttamento della luce naturale Sistemi di illuminazione artificiale ad alta efficienza e bassi consumi
23 INVOLUCRO EDILIZIO Pareti verticali PV1 Parete su Via Morimondo PV2 Parete edificio D Trasmittanza [W/mqK] 1,80 0,21 0,25 Esistente PV1 PV2 * Trasmittanza esistente supposta da UNI/TS , prospetto A.1 18 cm pannello policarbonato alveolare - R: 2,11 [mqk/w] 8 cm pannello lana minerale - R: 2,59 [mqk/w]
24 CO1 Copertura edificio D INVOLUCRO EDILIZIO Coperture CO2 Copertura a falda ed. D Trasmittanza [W/mqK] 1,60 0,30 0,35 8 cm pannello polistirene R: 2,29 [mqk/w] 10 cm pannello polistirene - R: 2,85 [mqk/w] Esistente COP1 COP2 * Trasmittanza esistente supposta da UNI/TS , prospetto A.4
25 Trasmittanza [W/mqK] SE2 Serramento legno INVOLUCRO EDILIZIO Serramenti 5,10 * Trasmittanza esistente supposta da UNI/TS , prospetto C.3 1,30 1,50 Esistente SE1 SE2 SE1 Serramento alluminio taglio termico Fattore solare SE2 SE1 0,60 0,60 Esistente 0,89
26 FABBISOGNO INVERNALE Una progettazione architettonica basata sull ottimizzazione termica dei pacchetti di involucro, comporta un notevole abbattimento del fabbisogno termico invernale. Fabbisogno riscaldamento annuo [kwh] % fabbisogno riscaldamento 28 tonnellate equivalenti di petrolio annue! ESISTENTE NUOVO INTERVENTO NON E UN PUNTO DI ARRIVO, MA UNA BASE DI PARTENZA PER LA PROGETTAZIONE IMPIANTISTICA! Fabbisogno del caso «esistente» basato su un valore stimato di 85 kwh/mc a. Fonte: «La certificazione energetica degli edifici in regione Lombardia: stato dell arte» Cestec S.P.A. 2009
27 FABBISOGNO ESTIVO Una progettazione sostenibile non può non tener conto del condizionamento estivo, vera voragine energetica! trasmissione ed irraggiamento Fabbisogno annuo nuovo intervento [kwh] FABBISOGNO RISCALDAMENTO FABBISOGNO RAFFRESCAMENTO RISCALDAMENTO 28 TEP RAFFRESCAMENTO 141 TEP 15% 8% 8% 41% 28% interni sensibile interni latente aria est. Sensibile aria esterna latente IMPORTANZA CARICHI ELETTRICI INTERNI Il calcolo si riferisce alla sola situazione di nuova progettazione, in quanto non si è ritenuto valido confrontare due scenari con destinazioni d uso differenti.
28 FILOSOFIA DI INTERVENTO IMPIANTISTICO CONVINZIONI La prima fonte alternativa completamente pulita è costituita da: il recupero dei cascami di calore; l efficienza dei sistemi di produzione dell energia. BISOGNA utilizzare fonti energetiche disponibili in natura; utilizzare sistemi ad alta efficienza; capire come riutilizzare i cascami di calore.
29 FILOSOFIA DI INTERVENTO IMPIANTISTICO USO DI RISORSE RINNOVABILI RECUPERO DEI CASCAMI DI CALORE EFFICIENZA ENERGETICA RISORSE LOCALI Anello di condensazione SISTEMI IMPIANTISTICI AD ALTA EFFICIENZA Acqua di falda Pompe di calore/chiller condensate ad acqua di falda
30 UTILIZZO DI SISTEMI DI GENERAZIONE AD ALTO RENDIMENTO 1 kwh CO2, PM10, altri inquinanti IN LOCO ALLA FONTE REND. RETE 0,46 kwh 1,05 kwh (CONDENSAZIONE) 0,92 kwh (TRADIZIONALE) 1,38 kwh (COP = 3) 2,16 kwh (COP = 4,7) rispetto a 1 kwh RISCALDAMENTO Caldaia condensaz. +205% RAFFRESCAMENTO Chiller ad aria +155% ACQUA DI FALDA C
31 RECUPERO DEI CASCAMI DI CALORE Logica di funzionamento UTENZA 1 ACS Riscaldamento Assorbe calore Assorbe calore ACQUA DI FALDA -5 C UTENZA 2 Raffrescamento Cede calore Cede calore ACQUA DI FALDA +5 C Minor consumo delle pompe di emungimento Minor sfruttamento della falda Si possono collegare le utenze in modo da avere uno scambio diretto di calore alla sorgente
32 RECUPERO DEI CASCAMI DI CALORE Impianto di generazione in pillole 2 pozzi di emungimento 2 pozzi di resa 6 locali tecnici circa 400m anello di condensazione 35 pompe di calore
33 RECUPERO DEI CASCAMI DI CALORE scambiatore di calore alle macchine pozzi emungimento pozzi di resa
34 RECUPERO DEI CASCAMI DI CALORE scambiatore di calore alle macchine dallo scambiatore pozzi emungimento pozzi di resa
35 RECUPERO DEI CASCAMI DI CALORE Anello e scambiatori di calore Pompe di calore condensate ad acqua di falda
36 RECUPERO DEI CASCAMI DI CALORE Fabbisogno energetico alla sorgente Energia da scambiare con la falda [kwh] Energia recuperata dall anello CONTEMPORANEITA DI CARICO SULL ANELLO PER TUTTO L ANNO GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Raffrescamento Riscaldamento + ACS
37 RECUPERO DEI CASCAMI DI CALORE I vantaggi AMBIENTALE ENERGETICO Portata d'acqua di emungimento dalla falda [mc/h] Consumo pompa di emungimento [kwh] GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APRMAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Senza recupero Con recupero Riduzione nella portata d acqua di falda NOVEMBRE: > l/h AGOSTO: > l/h - 18% (annuo) Senza recupero Con recupero Minor consumo delle pompe di emungimento kwh (consumo annuo)
38 I VANTAGGI Abbattimento delle emissioni di CO2 in ambiente IMPIANTO AD ALTA EFFICIENZA Netta riduzione dei costi di gestione dell impianto Rispetto delle normative locali e nazionali di efficienza energetica e sfruttamento delle risorse rinnovabili INSTALLAZIONE IN LOCALI TECNICI CHIUSI USO DI RISORSE RINNOVABILI ANNULLAMENTO DELLE EMISSIONI DI PARTICOLATO IN ATMOSFERA (in loco) Netta riduzione dell inquinamento acustico Minor impatto architettonico
39 RISPARMIO ENERGETICO ED ECONOMICO PdC condensata ad acqua di falda (inverno ed estate + ACS) Caldaia a condensazione (inverno + ACS) con chiller condensato ad aria (estate) 70 Consumi energetici per mc RISPARMIO ENERGETICO kwh/mc a INVERNALI ESTIVI ANNUALI Non solo risparmio sui costi di gestione Incentivo fiscale una tantum sugli oneri di urbanizzazione - 48% - 34% - 37% 27% sconto oneri urbanizzazione (rispetto al tradizionale) /anno risparmiati da Delibera comunale 73/07 + Circolari 1/08 e 2/11
40 RISPARMIO ENERGETICO ED ECONOMICO PdC condensata ad acqua di falda (inverno ed estate + ACS) Caldaia a condensazione (inverno + ACS) con chiller condensato ad aria (estate) 70 INVESTIMENTO Consumi energetici INIZIALE per mc [ ] RISPARMIO ENERGETICO kwh/mc a Caldaie Chiller ad aria TRADIZIONALE INVERNALI ESTIVI ANNUALI - 48% - 34% - 37% Distribuzione idronica a 4 tubi PROGETTO /anno risparmiati Non solo risparmio sui costi di gestione Incentivo fiscale una tantum sugli oneri di urbanizzazione 27% sconto oneri urbanizzazione Macchine caldo-freddo Pozzi di emungimento (rispetto al tradizionale) Distribuzione a gas (recupero) da Delibera comunale 73/07 + Circolari 1/08 e 2/11
41 EMISSIONI DI CO2 PdC condensata ad acqua di falda (inverno ed estate + ACS) Caldaia a condensazione (inverno + ACS) con chiller condensato ad aria (estate) Emissioni annuali di CO2 per mq Emissioni CO2 Dead-line tco kgco2/mq % in atmosfera kgco2 entro il 2020
42 RIDUZIONE DELLE EMISSIONI NOCIVE IN LOCO L utilizzo generalizzato di sistemi a combustione come le caldaie (tradizionale o a condensazione) comportano l immissione in atmosfera di particolato (PM10, PM2.5, altri inquinanti) che possono portare a concentrazioni nocive per la salute. RIDUZIONE CONSUMI + SISTEMI ELETTRICI Composizione % dell offerta di energia elettrica dall inizio dell anno 2011 Annullamento delle emissioni in loco di particolato inquinante; Delocalizzazione dei sistemi di generazione per evitare la combustione in loco e sfruttare le risorse rinnovabili. TERNA (2011), Rapporto mensile sul sistema elettrico, consultivo dicembre 2011
43 BENESSERE ACUSTICO ED ARCHITETTONICO Nessun impatto architettonico e valorizzazione di parte degli spazi di copertura utilizzabili, in alcune situazioni, come roof-garden INSTALLAZIONE IN LOCALI TECNICI CHIUSI Riduzione dell inquinamento acustico dato dall installazione di moduli in facciata (es. split) o chiller condensati ad aria in copertura Abbattimento dei costi di progettazione e realizzazione per verificare e rispettare i limiti acustici vigenti Valutazione impatto acustico previsionale (art. 8, LQ 447/95) Necessità di barriere anti-rumore
44 «Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell avere nuovi occhi.» Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto
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