Il Protocollo di Kyoto e la posizione dell Italia

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1 Università Carlo Cattaneo, Castellanza 14 maggio 2009 stefania migliavacca eni corporate university Il Protocollo di Kyoto e la posizione dell Italia Alcuni dati sul Clima La temperatura media del pianeta è in crescita (0,3-0,6 C dal 1860) Il livello dei mari è aumentato (10-25 cm). Il 20 secolo è il più caldo del millennio Gli anni 90 rappresentano la decade più calda dal In assoluto, il 2005, il 1998 e il 2002 sono stati gli anni più caldi. L IPCC prevede, entro il 2100, un incremento della temperatura tra 1 e 6. the balance of evidence suggests a discernible human influence on the climate system 1

2 (fonte: IPCC 2002, Third Assessment Report, WG I, Summary for Policy Makers (fonte: IPCC 2002, Third Assessment Report, WG I, Summary for Policy Makers 2

3 CAUSE TEMPERATURA e CO2: esiste un legame? 3

4 CICLI DI LUNGO PERIODO: anni fa.. TEMPERATURA e CO2: esiste un legame? CO2 TEMPERATURA 4

5 Certezze e incertezze scientifiche PRO CONTRO The balance of evidence suggests that there is a discernible human evidence on global climate change IPCC 1995 report There s a stronger evidence that most of the warming observed over the last 50 years is attributable to human activities. IPCC 2001 report Il c. climatico è in grande misura il risultato delle attività umane che contribuiscono ad amplificare il naturale effetto serra. WWF There is no convincing scientific evidence that human release of CO2 is causing disruption of Earths climate. OREGON INSTITUTE OF S.&M. This may be a shock to many people who assume we know what is going on with climate: well, we don t know.. DR. K.TRENBERTH CLIMATOLOGIST It might take another thirty Kyoto's over the next century to slow down or stop global warming JERRY MAHLMAN Princeton U. (fonte: IPCC 2002, Third Assessment Report, WG I, Summary for Policy Makers 5

6 Cambiamenti climatici e gas serra La concentrazione di CO 2 in atmosfera è in aumento ppm D altra parte negli ultimi 200 anni Population (billion) GDP PPP (trillion 1990 $) Factor x6 ~x70 Primary Energy (EJ) ~x35 Carbon Emissions (GtC) ~x20 Mobility (km/person/day) X1000 Infant Mortality (major European countries) (death per 1000 live births) x40 Source: Nakicenovic, IIASA 6

7 (fonte: IEA 2008, Key World Energy Statistics from the IEA ) (fonte: IEA 2008, Key World Energy Statistics from the IEA 7

8 IL FUTURO Domanda mondiale di energia Mtoe OECD LDCs Transition economies Source: WEO (2006) 8

9 (fonte: IPCC 2002, Third Assessment Report, WG I, Summary for Policy Makers (fonte: IPCC 2002, Third Assessment Report, WG I, Summary for Policy Makers 9

10 Ma cosa vuol dire stabilizzare la concentrazione?? 7 6 tc/cap per year World 2005 India China EU US Return flight EU-Japan per passenger World 2100 BAU World ppmv Elaborazione su dati IEA 2008 (fonte: IPCC 2002, Third Assessment Report, WG I, Summary for Policy Makers ) 10

11 (fonte: IPCC 2002, Third Assessment Report, WG I, Summary for Policy Makers Il PROTOCOLLO 11

12 Protocollo di Kyoto (dicembre 1997) per la prima volta viene fissato un obiettivo di riduzione delle emissioni dei principali gas serra (GHGs) per la prima volta si raggiunge un accordo vincolante sul piano legale; gas oggetto dell accordo (basket): anidride carbonica (CO 2 ), metano (CH 4 ), ossido di azoto (N 2 O), esafluoruro di zolfo (SF 6 ) e idrofluorocarburi (HFCs), perfluorocarburi (PFCs). obiettivo dell accordo: riduzione delle emissioni del basket dei sei gas (misurate in CO 2 equivalente) di un tasso differenziato per Paese, il cui valore medio è pari al 5.2%. Alcuni significativi tassi di riduzione sono: Europa -8%, USA -7%, Canada, Ungheria, Polonia e Giappone -6%, Russia, Ucraina e Nuova Zelanda 0%, Norvegia +1%, Australia +8% ed Islanda +10%. Paesi soggetti a vincolo di emissione: 39 Paesi indicati nell Annex I, ovvero i paesi OCSE e quelli con economie in transizione Tempi dell accordo: intervallo , utilizzando come anno base il 1990 per i primi tre gas o, per i restanti tre e a discrezione della Parte, il 1995 Entrata in vigore: 90 giorni dopo la ratifica del Protocollo effettuata da almeno 55 Parti aderenti alla Convenzione (UNFCCC), le cui emissioni rappresentino almeno il 55% del totale di CO 2 al 1990 dei paesi appartenenti all Annex I (febbraio 2005) Principi guida: precauzionarietà, responsabilità comune ma differenziata 12

13 Il Protocollo prevede 3 forme di flessibilità: 1. FLESSIBILITA ECONOMICA, generata da: Emission Trading (ET), dal o da prima: i Paesi dell Annex I che riducono le emissioni in misura maggiore rispetto al target loro imposto, possono vendere tale surplus ad altri Paesi soggetti a vincolo di emissione (Art. 3 e 17) Joint Implementation (JI), dal 2008 o da prima: i Paesi dell Annex I possono collaborare per raggiungere i loro obiettivi. Le Parti possono trasferire o acquisire emission reduction units (ERUs) realizzate attraverso specifici progetti implementati in altri paesi dell Annex I (Art. 6) Clean Development Mechanism (CDM), dal 2000: governi o privati dei Paesi industrializzati possono realizzare progetti di riduzione delle emissioni in Paesi in via di sviluppo ottenendo certified emission reductions (CERs) il cui ammontare contribuisce al rispetto del loro target (Art. 12) 2. FLESSIBILITA DI BASKET: il target di riduzione si riferisce al basket dei 6 gas 3. FLESSIBILITA DI COMPENSAZIONE: il target di riduzione si riferisce alle emissioni nette calcolate tenendo conto della capacità di assorbimento della natura risultante da cambiamenti nell uso del territorio indotti dall uomo (attività di forestazione, riforestazione e deforestazione avvenute a partire dal LULUCF). 13

14 Il Protocollo come compromesso Sconfitta la posizione USA (0%) e quella giapponese (- 2.5%) L Europa aveva come obiettivo il - 15% I Paesi in Via di Sviluppo sono riusciti a far rispettare gli accordi del Berlin Mandate e, pertanto, non sono obbligati ad adempiere alcun vincolo. Vittoria USA sui meccanismi di flessibilità, Vittoria UE sull idea della bolla. Posizioni delle Parti L Unione Europea ha sostenuto: la necessità di definire scadenze per gli unfinished business la priorità delle azioni domestiche sui Meccanismi di Kyoto la necessità di garantire, per l ET, prima degli scambi: trasparenza del mercato, regole di rischio e responsabilità, meccanismi di verifica, di compliance e di idoneità, necessità di reporting. l importanza di una rapida firma del Protocollo. la fattibilità tecnica ed economica del raggiungimento del target. 14

15 L Umbrella Group (USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Norvegia, Islanda, Russia e Ucraina): Ha sostenuto la necessità di un attivazione rapida dei meccanismi di flessibilità (ET, CDM e JI). Si è opposto ad un cap all ET. Teme (in particolare gli USA), le ripercussioni economiche del Protocollo (stima DOE: aumenti del prezzo della benzina in USA da $1.39 a $1.91 al gallone, aumenti del prezzo dell elettricità in USA tra il 20% e l 86%). G77 e Cina (gruppo fondato nel 1967 che cerca di armonizzare le posizioni di 132 PVS): Sottolinea la necessità di cautela e attenzione sull ET: definizione di regole chiare prima degli scambi. Teme che l ET sostituisca le azioni nazionali ( hot air e bassi prezzi dei permessi). Sottolinea la necessità di precise regole metodologiche e tecniche per il CDM. Teme che il CDM spiazzi altri progetti di sviluppo. AOSIS (Alliance of Small Island States: 42 piccole isole): Particolarmente esposte al problema dell innalzamento delle acque marine. Stimolano il dibattito. 15

16 Questioni Dibattute Supplementarità Addizionalità (baseline) Sinks (LULUCF) Compliance Guidelines for accounting, reporting, verification, etc. COP 6 bis, Bonn (luglio 2001) Accettazione dei sinks (max 3.4%) Nessun cap ai FlexMechs, ma limite del 10%A.A. alle vendite dei net buyer Sinks inclusi nel CDM (1% B.Y.) Nucleare scoraggiato da CDM e JI Non compliance: proposta 16

17 COP 7, Marrakech (nov. 2001) Fungibilità Sinks: Removal Units (RUs) Banking consentito (CDM-JI: 2.5% A.A.) Consentito CDM unilaterale (LDCs) Cap sinks Russia: da 17.6 a 33 Mt/a Punizione per i casi di non compliance: + 30% nel periodo successivo, no vendita in ET POSSIBILI LINEE POLITICHE 17

18 Come raggiungere il target senza i meccanismi? CO 2 = CO 2 /ENE * ENE/GDP * GDP/POP * POP, ovvero: CO 2 = CE * EG * GP * POP Quali fattori influenzano i coefficienti della Kaya identity? Coefficienti Fattori determinanti Politiche di mitigazione CO 2 CE = CO 2 /ENE mix energetico rinnovabili, nucleare e gas EG = ENE/GDP GP = GDP/POP struttura economia, efficienza tecnica, stili di vita fattori socio-economici servizi, dematerializzazione tecnologie efficienti, DSM risparmio energetico, ecc. contenimento crescita econ. POP cultura, economia contenimento crescita dem. Aree di Azione Obiettivo: Mitigazione GHG Mix Energetico: + Rinnovabili + Nucleare + Gas - Carbone - Petrolio Mitigazione Consumi (PIL) Efficienza Energetica: + efficienza tecnica + risparmio energetico + dematerializzazione Controllo Popolazione Emissions Trading CDM, JI Riforestazione Stoccaggio GHGs 18

19 : trend di CE (ton CO2/tep tep) 3,30 Grecia 3,10 Australia 2,90 Regno Unito Germania Danimarca Irlanda 2,70 Italia Austria 2,50 2,30 2,10 Portogallo Olanda Giappone USA Belgio 1,90 Canada 1,70 Francia 1,50 1, : trend di EG (tep ( tep/ 90US$1000) 0,52 0,47 0,42 USA Canada 0,37 Olanda 0,32 Germania 0,27 Irlanda Australia Grecia 0,22 0,17 Portogallo Austria Francia UK Belgio Italia 0,12 Danimarca Giappone 0,

20 COSTI (Fonte: IEA (2000), World Energy Outlook, IEA/OECD) 20

21 Costi Marginali di Abbattimento, con e senza emissions trading (US$2000/ton CO2) Model No Trading US No trading Europe No Trading Japan Annex B Trading Global Trading SGM MERGE G-Cubed POLES GTEM WorldScan GREEN AIM Average (Fonte: IEA (2001), International Emission Trading. From concept to reality ) DIRETTIVA EUROPEA EMISSIONS TRADING (EU-ETS) ETS) 21

22 Schema di riferimento: cap & trade Target da raggiungere Negoziazione e allocazione quote per singolo impianto Unione Europea Proposta NAP Stati membri Assessment NAP proposti e revisioni finali Aggregazione cap: NAP Mercato ETS Impianti (settore 1) Impianti (settore 2) Impianti (settore 3) Analisi della direttiva: come funziona il mercato Stato: fissa il livello di emissioni ammesso per un certo settore industriale rilascia alle imprese del settore permessi di emissione in una quantità tale da assicurare, a livello aggregato, il livello di inquinamento fissato ogni anno deve restituire permessi in quantità pari alle proprie emissioni dell anno precedente Impresa: può vendere o acquistare permessi sul mercato secondo la propria convenienza 22

23 Analisi della direttiva: regole Triennio sperimentale Commitment period Cap definiti cap consistente con obiettivo di Kyoto almeno 95% allocazione gratuita almeno 90% allocazione gratuita penale 40 /ton CO 2 obbligo di restituzione anno successivo penale 100 /ton CO 2 obbligo di restituzione anno successivo Logica economica dell ET Riduzione dei costi Required reductions Profitto da vendita PE Fonte: International Emission Trading, IEA

24 Revisione dei piani di allocazione da parte della C.E Malta Luxembourg Latvia Cipro Cap proposto dagli stati Slovenia Lithuania Estonia Ireland Sweden Danimarca Ungheria Austria Slovakia Portogallo Finlandia Bulgaria Belgium [OECD, IEA Emission Trading: Trends and Prospects] NAP approvati Fase 2 Greece Romania Netherlands Czech Rep. France Spain Italia Cap proposto dagli stati NAP approvati Fase 2 Tagli totali: 12% Dopo revisione commissione europea Poland UK Germany NAP Italia: quote per settore Fonte: ministero dell ambiente (Schema PNA2, ante revisione UE) 24

25 Direttiva Linking (101/2004) Riconoscimento crediti provenienti da progetti di JI (ERUs Emission Reduction Units) e CDM (CER Certified Emission Reductions) come equivalenti alle quote EU-ETS. Ventaglio di opzioni più ampio Riduzione dei costi marginali di implementazione delle misure da adottare Promozione tecnologie di sviluppo sostenibile nei PVS Disincentivo per investimenti interni di riduzione delle emissioni Rispetto del principio di supplementarietà Direttiva Linking: limite a CDM/JI Mton C Malta Luxembourg Latvia N.B. Per Malta non è ancora stato stabilito un limite Circa 280 Mton CO2 in crediti CDM/JI (13% del cap totale) Cipro Slovenia Lithuania Estonia Ireland Sweden Danimarca Ungheria Austria Slovakia Portogallo Finlandia Bulgaria Belgium Greece Romania Netherlands Czech Rep. France Spain Italia Poland UK Germany 25% 20% 15% 10% 5% limite % CDM/JI ammessi 0% Limite % consentito CDM/JI limite assoluto CDM/JI 25

26 Pricing: driver principali Policy and regulatory issues CDM/JI => Linking directive NAP Borrowing and banking Market fundamentals Intensità carbonica Condizioni metereologiche (impatto sulle emissioni di CO2) Sviluppo nuove tecnologie (cattura CO2) Caps Crescita economica Switching cost (conversione carbone gas) Andamento dei prezzi 26

27 Andamento dei prezzi Si riduce la produzione, minori emissioni Situazione italiana 27

28 Dipendenza dalle importazioni Clima ed elevata densità di popolazione Struttura economica non energyintensive Peculiarità del nostro Paese Alti prezzi energetici Elevata efficienza energetica Stili di vita orientati al risparmio energetico Rinuncia al nucleare Schema Delibera Cipe 2002 (MtCO2 eq) Emissioni al 2000 (546,8) Ulteriori misure (32,5-47,8) Surplus (92,6) Scenario tendenziale al 2010 (579,7) Riforestazione (10,2) Ulteriori crediti CDM - JI (20,5-48) TARGET (487,1) Misure già individuate (39,8) + CDM JI (12) Surplus Ridotto (41) Scenario di riferimento al 2010 (528,1) 28

29 Azioni previste nello scenario di riferimento (Fonte: Delibera CIPE 2002) Azioni di riforestazione (Fonte: Delibera CIPE 2002) 29

30 Il bingo dei numeri (MtCO 2 eq) Cipe 2002 Nap 1 Nap 2 (draft) Nap2 GHGs Emissions in Kyoto Target GHGs Emissions in (2004) (2004) BAU Scenario to n.a. n.a. Distance from Kyoto target Scenario with P&M to 2010 (with CDM) n.a. n.a. Energy Industry Reference Scenario n.a. n.a. Industry Reference Scenario n.a. n.a. Transportation Reference Scenario n.a. n.a. Residences Reference Scenario n.a. n.a. Total allocated allowances (MtCO 2 /year) n.a Thermoelectric sector cap (MtCO 2 /year) Andamento delle emissioni nazionali e PIL 30

31 Emissioni GHG in alcuni settori produttivi Distanza dall obiettivo di Kyoto (Mt CO2 eq.) 31

32 Politiche misure per raggiungere l obiettivo di Kyoto (Mt CO2 eq.) Quarta comunicazione nazionale QUAL E LA SITUAZIONE DEI PAESI? 32

33 STATI UNITI D AMERICA Composizione delle emissioni USA: STILE DI VITA AMERICANO? 33

34 La situazione energetica degli USA: UNIONE EUROPEA 34

35 Distanza % dal target (EU-15) Fonte: EEA 2008 Strategia di lungo periodo dell UE 9 marzo 2007, l Unione Europea si impegna al 2020 a: Ridurre almeno del 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del Espandere la quota delle fonti rinnovabili sul totale dei consumi energetici fino al 20% (dall attuale 7%). Espandere la quota dei biocarburanti del 10% sul totale dei consumi di benzina e gasolio per autotrazione. Raggiungere, al 2020, un risparmio del 20% dei consumi energetici rispetto alle proiezioni. 35

36 GERMANIA Emissioni tedesche totali QUALI POLITICHE SONO STATE SEGUITE? - 21% 36

37 INCREMENTO FONTI RINNOVABILI Produzione di energia elettrica Kyoto humor: Alcune vignette possono, forse, aiutare a capire i problemi reali e percepiti dall opinione pubblica riguardo al Protocollo di Kyoto In generale 37

38 PREVISIONI IEA World Energy Outlook 2008, IEA 38

39 World Energy Outlook 2008, IEA 39

40 World Energy Outlook 2008, IEA 40

41 41

42 Una possibilità sottovalutata? Curve di Costo per la riduzione della CO2 in UE (tasso di sconto 4%, tutti i settori, EU15) Fonte: EU 2001, Bottom-up Analysis of Emission Reduction Potentials and Costs for Greenhouse Gases in the EU 42

43 Valutazione sintetica del Protocollo di Kyoto In positivo: rappresenta un esempio virtuoso di dialogo tra i paesi, un meta-accordo di sostenibilità globale e partecipata ha spostato la battaglia sul climate change dal piano delle idee a quello delle politiche circa 170 paesi hanno ratificato. La ratifica della Russia ha reso il Protocollo di Kyoto operativo (dal 16/02/2005) In negativo: le regole del gioco sui meccanismi non sono state ancora definite del tutto l esclusione dei PVS e la non adesione di USA indebolisce il Protocollo. Intorno al 2015 le emissioni dei PVS supereranno quelle dei Paesi OCSE Grazie dell attenzione. 43

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