IL NOVECENTO. Lezione 3: POPOLAZIONE, SOCIETA, DIRITTI POLITICI NEL PRIMO NOVECENTO

Transcript

1 Corso di laurea in Scienze della Comunicazione a.a Storia contemporanea M-Z IL NOVECENTO Lezione 3: POPOLAZIONE, SOCIETA, DIRITTI POLITICI NEL PRIMO NOVECENTO

2 Perdite umane prima guerra mondiale MILITARI CIVILI 10 milioni circa 5 milioni circa

3

4 Demografia: mondo ,65 miliardi , , , , , , , , , ,06 /esa/population/p ublications/sixbillio n/sixbilpart1.pdf

5 Popolazione mondiale XX secolo 6,06 5,27 4,44 3,7 3,02 1,65 1,75 1,86 2,07 2,3 2,

6

7 Demografia: Europa 1900: 408 milioni (24,7% del mondo) 1950: 547 (21,7% ) 1999: 729 (12,2% )

8 Aspettativa di vita alla nascita: Europa 1900: 1950: 2004: 2014: 45 anni 67 anni 78 anni 80 anni

9 Europa: Urbanizzazione F. Della Peruta, Manuale di storia, Le Monnier 1994, p. 287

10 Ricchezza e stratificazione sociale: il caso britannico F. Della Peruta, Manuale di storia, Le Monnier 1994, p. 331

11 Occupazione per settori: Italia NB Escluso Lavoro Domestico! F. Della Peruta, Manuale di storia, Le Monnier 1994, p. 494

12 EMIGRAZIONE. ITALIA F. Della Peruta, Manuale di storia, Le Monnier 1994, p. 387

13 ANALFABETISMO IN ITALIA ( ) F. Della Peruta, Manuale di storia, Le Monnier 1994, p. 391

14 DIRITTI POLITICI. Caso italiano

15 Popolazione italiana (fonte: Wikipedia, voce Demografia d Italia, elaborazione ISTAT)

16 Anno Corpo elettorale IL CORPO ELETTORALE ITALIANO Valori assoluti g/wiki/corpo_elettora le Cfr. anche ardo.it/elezio1.htm

17 F. Della Peruta, Manuale di storia, Le Monnier 1994, p. 378

18 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI P. Corbetta, M.S. Piretti Atlante storico-elettorale d'italia : / di Piergiorgio Corbetta e Maria Serena Piretti Bologna, Zanichelli, 2009

19 Leggi elettorali italiane: 1860 LEGGE 20 dicembre 1860 n Estensione legge sarda 1848 DIRITTO DI VOTO. CRITERI - genere: maschi sì, femmine no - età minima: 25 anni compiuti [maggiore età = 21 anni] - alfabetizzazione - CENSO: cittadini censiti che paghino almeno 40 lire di imposta diretta annua - categorie capacitarie (ufficiali dell esercito, professori) SISTEMA DI SCRUTINIO: maggioritario uninominale a doppio turno, con ballottaggio Aventi diritto alle elezioni del 1861: cittadini maschi adulti

20 Leggi elettorali italiane: 1882 LEGGE 24 settembre 1882 n. 999 Riforma elettorale della «Sinistra» Coordinata Legge Coppino 1877 di riforma della scuola primaria DIRITTO DI VOTO: - Genere: solo maschi - Età solo da 21 anni compiuti - Scolarizzazione: attestato del primo biennio di scuola elementare (obbligatorio), oppure attestato di frequenza scuola reggimentale - CENSO: contribuenti imposta diretta per almeno 19,80 lire annue - Capacità: ulteriori categorie inserite - Volontà: richiesta di essere inseriti nella lista con domanda autografa SISTEMA DI SCRUTINIO: - maggioritario plurinominale a doppio turno, riportato a uninominale nel 1891 AVENTI DIRITTO: cittadini maschi adulti (6-7% popolazione)

21 Leggi elettorali italiane: 1912 LEGGE 30 giugno 1912 n. 666 DIRITTO DI VOTO: - Genere: maschile; donne escluse - Età: tutti i maschi maggiori di 30 anni; quelli fra 21 e 30 che già godessero del voto; - Servizio militare o alfabetizzazione: cittadini maschi fra 21 e 30 anni SISTEMA DI SCRUTINIO: maggioritario a collegio uninominale a doppio turno con ballottaggio AVENTI DIRITTO elezioni 1913: cittadini maschi adulti [23,2 % popolazione complessiva]

22 Leggi elettorali italiane: 1918 L. 16 dicembre 1918 n DIRITTO DI VOTO: - Genere: solo maschi, donne escluse - Età: almeno 21 anni - Reduci di guerra: qualsiasi età per chi abbia prestato servizio militare al fronte durante il conflitto SISTEMA DI SCRUTINIO: v. legge 1912 AVENTI DIRITTO alle elezioni del 1919: cittadini maschi [27,3 % della popolazione complessiva]

23 Leggi elettorali italiane: 1919 Legge 15 agsto 1919 n Diritto di voto: come legge 1918 Sistema di scrutinio: PROPORZIONALE - collegi plurinominali - scrutinio di lista - voto di preferenza - criterio D'Hondt di attribuzione dei resti I Collegi eleggono 5-20 deputati AVENTI DIRITTO elezioni 1921: cittadini maschi

24 Leggi elettorali italiane: 1923 Legge 18 novembre 1923 n ("Acerbo") Diritto di voto: come L Sistema di scrutinio: - introduzione del premio di maggioranza (2/3 dei seggi alla lista che ottenga almeno il 25% dei voti) - sistema proporzionale su collegi regionali per le liste di minoranza

25 Camera dei Deputati del Regno d Italia Seggi: 443 ( ) 493 ( per annessione Veneto) 508 ( per annessione Lazio) 535 ( per annessione Trentino A.A. e Trieste) 400 ( per riforma elettorale del 1929) Soppressa 1939

26 Conclusioni sulle norme per il suffragio politico Il sistema elettorale del Regno d Italia riflette dapprima una concezione censitaria della capacità politica, tipica dello Stato monoclasse quale era quello Italiano dei decenni centrali dell Ottocento, con enfasi sulla PROPRIETA Il suffragio molto ristretto affidava le decisioni politiche a rappresentanti dotati di una base elettorale molto ristretta, con rappresentatività debole. Prima del 1880 un collegio contava poco meno di 1000 elettori: questa era la base elettorale potenziale di un deputato, il quale poteva essere eletto al primo turno con 330 voti circa.

27 Nell ultimo quarto del secolo si registrano profonde trasformazioni nella società italiana, per il consolidamento dell economia industriale-capitalistica; le classi lavoratrici fanno sentire sempre più il loro peso; i governi cercano maggiore legittimazione il suffragio viene allargato con quattro successivi interventi di riforma cambia il sistema di trasformazione dei voti in seggi: PROPORZIONALE = necessaria mediazione dei PARTITI passaggio allo Stato pluriclasse.

28 Primo dopoguerra CRISI DELL EGEMONIA LIBERALE

29 I NUOVI PARTITI a vocazione popolare = «di massa» Partito socialista (Genova 1892 / Partito dei lavoratori italiani / Filippo Turati) Partito popolare (Roma gennaio 1919 / Luigi Sturzo) Partito comunista (Livorno gennaio 1921 / Antonio Gramsci e Amedeo Bordiga)

30 Elezioni politiche maggio 1921 TOTALE SEGGI: 535 Socialisti: 123 Popolari: 108 Comunisti: 15 Repubblicani: 6 Democratici: 40 Blocco conservatore (liberali+nazionalisti+fascisti): 228

31 Fonte: ISTAT STATISTICA DELLE ELEZIONI GENERALI POLITICHE PER LA XXVI LEGISLATURA (15 maggio 1921) Pubblicato: Roma StatelezgenpolXXVIleg15mag1921.pdf

32 L avvento della forma-partito Anche i LIBERALI - abbandonano la vecchia organizzazione in comitati elettorali - Fondano un PARTITO (1922)

33 Una tendenza generale

34 Suffragio maschile a tutti i maggiorenni Francia: 1848 Danimarca: 1849 Grecia: 1864 Germania (Dieta imperiale): 1871 Svizzera: 1874 Bulgaria: 1879 Regno Unito: quasi universale : 1885 Spagna: 1890 Belgio: 1893 (con voto ponderato) Norvegia: 1897 Austria-Ungheria: 1906

35 Suffragio universale Nuova Zelanda: 1893 Australia: 1902 Finlandia: 1907 Norvegia: 1913 Danimarca: 1917 Russia: 1918 Regno Unito: 1918 (donne sopra i 30 anni) Germania: 1918 Austria: 1918 USA: 1920

36 RIFLESSIONI SULLA SOCIETA DI MASSA fra Otto e Novecento

37 Il dispotismo della maggioranza Alexis de Tocqueville La democrazia in America

38 Libro III, Parte IV L influenza delle idee e dei sentimenti democratici sulla società politica Capitolo VI: Quale specie di dispotismo devono temere le nazioni democratiche Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto, vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire ce non ha più patria. Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. E assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Rassomiglierebbe all autorità paterna se, come essa, avesse lo scopo di preparare gli uomini alla virilità, mentre cerca invece di fissarli irrimediabilmente nell infanzia, ama che i cittadini si divertano, purché non pensino che a divertirsi Ed. BUR, p

39 John Stuart Mill On Liberty London 1859

40 Santi Romano Lo Stato moderno e la sua crisi Università di Pisa Prolusione a.a Romano_Lo_stato_moderno_e_la_sua_crisi.pdf

41 Senonché questa luminosa concezione dello Stato, della quale qui non ci è consentito di seguire gli sviluppi e mostrare le applicazioni, sembra che da qualche tempo in qua subisca un eclissi, che di giorno in giorno diviene più intensa, in modo che potrebbe essere non del tutto superstizioso il trarne non lieti presagi Intanto è precisamente da questi contrasti [sociali] che riceve la sua maggior forza il movimento che determina una specie di crisi dello Stato moderno. In seno ad esso, e sovente, come vedremo, contro di esso, si moltiplicano e fioriscono con vita rigogliosa ed effettiva potenza, una serie di organizzazioni e associazioni che, alla loro volta, tendono ad unirsi e collegarsi fra loro. Esse si propongono gli scopi speciali più disparati, ma tutte hanno un carattere comune: quello di raggruppare gl individui col criterio della loro professione, o meglio, del loro interesse economico. Sono federazioni o sindacati di operai, sindacati patronali, industriali, mercantili, di agrari, di funzionari, sono società cooperative, istituzioni di mutualità, camere di lavoro, leghe di resistenza o di previdenza, tutte costituite sul principio indicato, dal quale ricavano la loro collettiva fisionomia. [p. 9 del testo di Romano]

42 Giustamente in questo risorgere di tendenze corporative a base professionale, che furono già così fiorenti prima che col sorgere dello Stato moderno venissero quasi del tutto meno, si è visto il maggior fatto dell età contemporanea. Nella sua affermazione [di questo fenomeno] è implicito per necessità logica un presupposto: l odierna organizzazione statuale, pel fatto che si sente il bisogno di organizzazioni nuove, complementari ad essa, se pure non contrarie, si dimostra per ciò stesso insufficiente Si capisce che la vita sociale, che non è mai dominata dalle regole giuridiche, ha continuato ad evolversi per suo conto e si è posta in contraddizione con un sistema non consono ad essa, magari accentuando oltre il necessario, come suole avvenire, la contraddizione e la lotta che ne è la conseguenza.. [ivi

43 Gustave Le Bon Psycologie des foules Ed. Alcan, Paris 1895

44 PREMESSA «La nostra opera precedente analizzava l'anima delle razze. Studieremo ora quella delle folle. «L'insieme dei caratteri comuni imposti dall'ambiente e l'ereditarietà in tutti gli individui di un popolo costituisce l'anima di questo popolo. Ma quando un certo numero di uomini si trova per caso riunito, la osservazione dimostra che, dal solo fatto di questa vicinanza, possono nascere caratteri psicologici nuovi i quali si sovrappongono a quelli della razza, e talvolta differendone profondamente. Il loro insieme costituisce un'anima collettiva potente, ma momentanea. «Nella storia, le folle hanno sempre sostenuto una parte considerevole, tuttavia mai così immensa come oggi. L' azione incosciente delle folle, sostituendosi all'attività cosciente degli individui, rappresenta una delle caratteristiche dell'età attuale. «I movimenti delle folle fanno parte di quelle potenze misteriose che rientrano nella genesi della maggior parte dei fenomeni sociali. I fatti visibili registrati dalla storia sono paragonabili alle onde superficiali che rivelano alla superficie dell'oceano sommovimenti profondi, i quali rimangono ignorati. «La ragione è troppo nuova nella storia dell'umanità e ancora troppo imperfetta per rivelarci le ragioni profonde delle cose. Dietro il meccanismo delle necessità facili a percepirsi ve ne sono di quelle che appena intravediamo, e forse altre che nemmeno supponiamo».

45 La psicologia delle folle - Indice Introduzione Parte prima Capitolo I - Caratteristiche generali delle folle; Legge psicologica della loro unità mentale Capitolo II - Sentimenti e moralità delle folle Capitolo III - Idee, ragionamenti e immaginazione delle folle Capitolo IV - Forme religiose che tutte le convinzioni delle folle rivestono Parte seconda Capitolo I - Le opinioni e le credenze delle folle; I fattori lontani Capitolo II - Fattori immediati delle opinioni delle folle; Le immagini, le parole, le formule Capitolo III - I condottieri delle folle e i loro mezzi di persuasione Capitolo IV - Limiti di variabilità delle credenze e delle opinioni delle folle Parte terza Capitolo I - Classificazione delle folle Capitolo II - Le folle dette criminali Capitolo III - I giurati di Corte d'assise Capitolo IV - Le folle elettorali Capitolo V - Le assemblee parlamentari

46 (Le Bon) «Dal solo fatto di essere parte di una folla, un uomo discende da generazioni su una scala di civiltà. Individualmente, potrebbe essere un uomo civilizzato; nella folla diviene "barbaro" in preda all'istinto. Possiede la spontaneità, la violenza, la ferocità, e l'entusiasmo e l'eroismo dei primitivi, tendente ad assomigliare dalla facilità con cui si lascia impressionare dalle parole e dalle immagini che sarebbe del tutto priva di azione se messa in atto da ogni singolo individuo isolato indotta a commettere atti contrari ai suoi interessi più ovvi e alle migliori abitudini. Un individuo nella folla è un granello di sabbia fra altri granelli di sabbia, mossi dalla volontà del vento.»

47 Ortega y Gasset, La ribellione delle masse José Ortega y Gasset, La ribellione delle masse, 1930 (in Id., Scritti politici, UTET, Torino 1979)

48 (Ortega) «C'è un fatto che, bene o male che sia, è decisivo nella vita pubblica europea dell'ora presente. Questo fatto è l'avvento delle masse al pieno potere sociale. E poiché le masse, per definizione, non devono né possono dirigere la propria esistenza, né tanto meno governare la società, questo significa che l'europa soffre attualmente la più grave crisi che popoli, nazioni, culture possano patire. Questa crisi si è verificata più d'una volta nella storia. La sua fisionomia e le sue conseguenze sono note. Se ne conosce anche il nome. Si chiama la ribellione delle masse».

49 Le prime Costituzioni repubblicane e democratiche* del 900 Costituzione di Weimar: 1919 Costituzione della repubblica austriaca: 1920 * con alcuni gravi limiti