Relazione del seminario Il referente per le relazioni esterne nella scuola paritaria Milano, 27/11/15 Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia

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1 Relazione del seminario Il referente per le relazioni esterne nella scuola paritaria Milano, 27/11/15 Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Il 27 novembre 2015 presso l auditorium dell Istituto Cremona si è svolto il seminario di formazione Il referente per le relazioni esterne nella scuola paritaria, organizzato dall USR Lombardia. L obiettivo del seminario era la formazione del referente, figura in grado a) di promuovere un dialogo stabile tra la scuola e i portatori di interessi territoriali quali enti, imprese e associazioni e b) di ideare e promuovere progetti di collaborazione, anche attraverso la costituzione di reti di scuole. MATTINO La mattinata è stata dedicata all illustrazione del posizionamento della scuola paritaria nel contesto dell istruzione pubblica e nei rispettivi territori, nonché a chiarire il significato delle relazioni esterne e ad individuare il potenziale mercato di riferimento. La dott.ssa Patrizia Graziani, dirigente dell Ufficio Territoriale di Bergamo, dopo aver portato i saluti della dott.ssa Delia Campanelli, Direttore Generale dell USR Lombardia, principale promotrice di questo momento di formazione per la scuola paritaria, ha sottolineato l importanza della scuola paritaria sia per la regione Lombardia che per l Italia, in un ottica di sistema integrato di istruzione che richiede necessariamente di costruire dei legami forti e costruttivi con il territorio di riferimento. Il contributo dell educazione scolastica è determinante per l acquisizione degli strumenti culturali di base, insieme alla consapevolezza che c è bisogno di generare all interno della scuola nuove culture; occorre costruire alleanze educative proprio con la volontà di collaborare in maniera sincera e costruttiva con tutti coloro che hanno responsabilità con compiti e ruoli diversi nell educazione. Ecco perché è di grande importanza in questo momento il contributo dei genitori e delle formazioni sociali presenti sul territorio e tra queste le comunità cristiane con le sue articolazioni, parrocchie, comunità pastorali, ma anche gruppi, associazioni, movimenti indispensabili nello scenario educativo che dobbiamo costruire, scenario che vede anche un cambiamento di legislazione molto importante. Rifacendosi ai tre principi fondamentali sanciti nel regolamento 275/1999: libertà di insegnamento, libertà di scelta educativa delle famiglie, il diritto degli alunni all apprendimento, la dottoressa mette in evidenza come questa non più recente disciplina legislativa ha caratterizzato su basi costituzionali quella che è diventata poi la scuola della parità del 2000, e la scuola pubblica di riflesso è diventata la scuola dell autonomia. Secondo questa disciplina legislativa non è più esatto parlare di istruzione pubblica o privata perché pubbliche o private sono soltanto le scuola a seconda che ad essa provveda lo stato o i privati, mentre l istruzione è sempre la stessa. L onorevole Berlinguer in un convegno a Bergamo sull educazione musicale ha consegnato questa frase le scuole paritarie sono come tutte le altre, ci sono le aule con i banchi, le sedie, gli insegnanti e gli studenti e qualche volta funzionano meglio delle scuole statali, quindi responsabile dell istruzione non è lo stato ma è la scuola in quanto corpo dotato di autonomia, sia scuola statale che scuola paritaria. La collaborazione tra le istituzioni scolastiche e il territorio dagli anni 2000 ad oggi si è incrementata e diffusa ed ha ricevuto anche un nuovo slancio dalla legge 107/15 che, conferendo maggiore autonomia alle scuole, ribadisce la centralità delle istituzioni scolastiche all interno delle comunità locali. Il referente per le relazioni esterne nella scuola paritaria deve essere proprio quella figura di riferimento in grado di promuovere quelle buone collaborazioni fra la scuola e gli stakeholder che poi sono i portatori di interessi territoriali e comunque tutti quei soggetti privati e pubblici che possono essere elementi di collaborazione con e arricchimento della scuola paritaria. Nell intervento Ruolo e significato della scuola paritaria nel contesto dell istruzione pubblica: storia, tipologie (laica, di ispirazione religiosa...), presenza nei diversi gradi d istruzione, l avvocato Simone Bergamini, referente progetti MIUR DG studente, ha delineato il percorso normativo che ha condotto dagli articoli della costituzione italiana all emanazione del D.P.R. 275/1999 sull autonomia scolastica e alla L. 62/2000 sulla parità scolastica. Il punto di partenza è il precetto costituzionale, le norme di riferimento per l istruzione sono gli articoli 30, 33 e 34 della Costituzione oltre naturalmente all articolo 3. Già a livello costituzionale i padri costituenti avevano previsto nell art. 33 comma 4 l autonomia e la presenza di istituzioni scolastiche non statali, paritarie. Come buona parte dei precetti costituzionali l attuazione concreta, attraverso l emanazione 1

2 delle leggi necessarie, ha subito un percorso notevolmente travagliato frutto anche di un retaggio culturale in relazione al preconcetto secondo cui l istruzione scolastica non statale è strettamente legata all istruzione religiosa; quindi in sede politica c è stata una sorta di contrapposizione tra interessi che ha ostacolato l attuazione dei precetti costituzionali. Il percorso legislativo ha preso effettivamente piede dagli anni 70 con la riforma degli organi collegiali del 74, laddove la scuola ha cominciato ad essere intesa come comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica. Negli anni 80 il dibattito scolastico si è acceso soprattutto con le spinte che provengono dall unione europea; è lo stesso Parlamento europeo a intraprendere un dibattito sulla parità scolastica, frutto delle iniziative di alcuni paesi europei lungimiranti che hanno cominciato subito a dare attuazione alla parità scolastica. Negli anni 90 abbiamo l emanazione di due norme la L.537/1993 che introduce la personalità giuridica delle istituzioni scolastiche e successivamente la L. 57/ 1997 che nell art. 21 introduce l autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche; questa autonomia organizzativa era ed è finalizzata alla realizzazione della flessibilità, della diversificazione, dell efficienza e dell efficacia del servizio scolastico. Questo è il percorso che in trenta anni ha condotto Luigi Berlinguer ad approvare la L. 62/2000, che ha riconosciuto un sistema nazionale unico di istruzione costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie che sono strumentali da un lato al pluralismo culturale e dall altro a perseguire l interesse generale comune alla formazione dei discenti. L obiettivo della legge è anche quello di introdurre l elemento di concorrenza fra le istituzioni scolastiche con il fine di migliorare l offerta formativa. Ed il referente per le relazioni esterne si deve proprio inserire in un ottica di miglioramento dell offerta formativa, nella prospettiva di proporre a studenti e famiglie una offerta formativa completa e sempre migliore anche in reti di collaborazione con le scuole statali. Nel secondo intervento - Le scuole paritarie nel contesto della L. n. 107/ il dottor Francesco Magni è partito dalla considerazione che vi è una duplice modalità di considerare le scuole paritarie, come problema, e avremo una scuola paritaria tollerata, ignorata, controllata, o come risorsa, quindi la scuola sarà incentivata, valorizzata e sostenuta. Purtroppo la scuola paritaria è ancora considerata un problema, un incidente di percorso all interno di un sistema di formazione. È avvilente notare come il paradigma della scuola di stato permanga sia nella mentalità, ( è incredibile che si continui a sostenere che la scuola pubblica comprenda scuole statali e paritarie Nadi Urbinati, Repubblica 22 luglio 2014), che nella legislazione, nonostante la caduta di alcuni steccati ideologici e il lungo percorso compiuto in Italia e in Europa. Nella L.107/2015 le scuole paritarie sono menzionate solo tre volte ma diverse sono le risoluzioni legislative che le riguardano: a) commi 12 17: con il PTOF viene modificato l art.3 del DPR 8/03/1999 n.275 che ora così prevede ogni istituzione scolastica predispone con la partecipazione di tutte le componenti il piano triennale dell offerta formativa rivedibile annualmente. Il piano è il documento fondamentale dell identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell ambito della loro autonomia. Tale norma appare modellata per le scuole statali sia per la tempistica triennale legata ai piani delle assunzioni che in riferimento ai bandi per il finanziamento delle attività di potenziamento dell offerta formativa b) alternanza scuola lavoro (commi 33 43): obbligatoria l alternanza scuola lavoro anche per le scuole paritarie, ma bisognerà capire come saranno distribuiti i 100 milioni di finanziamento per queste attività e se nella ripartizione saranno comprese le paritarie c) card di formazione continua dei docenti (comma 121 e seguenti): è previsto un bonus di 500 euro annui per la formazione che nell ambito degli adempimenti connessi alla funzione docenti è obbligatoria, permanente e strutturale, ma da cui i docenti delle paritarie sono esclusi. d) pubblicità e trasparenza (comma 137): le scuole paritarie sono tenute alla pubblicazione dei bilanci, dell anagrafe edilizia scolastica, dell anagrafe degli studenti che devono essere pubblicati sul portale unico dei dati della scuola. In questo caso la difficoltà è in fase applicativa perché spesso le scuole paritarie non dispongono di un codice unitario per ente gestore. e) school bonus (comma ): prevede il credito d imposta del 65% nel 2015/16, del 50% nel 2017 per favorire le erogazioni liberali volte alle realizzazione di nuove strutture, la manutenzione e il potenziamento di 2

3 quelle esistenti. La somma di tali erogazioni verrà versata su fondo MIUR che tratterrà il 10% di ogni erogazione da redistribuire tra le scuole che ne hanno ricevuto un ammontare inferiore alla media nazionale. Sintomatico il passaggio obbligato tramite il ministero. f) detraibilità delle spese per la frequenza scolastica (comma151): prevede una detrazione IRPEF del 19% per importo non superiore a 400 euro per studente. Sarà da valutare l effettiva fruizione e il reale impatto sulle famiglie g) piano straordinario di verifica della parità (comma 152): norma anti diplomifici. Piano diretto ad individuare la differenza tra gli alunni delle classi iniziali, intermedie e diplomati f) formazione iniziale dei docenti (comma 181): mira al riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e dell immissione in ruolo dei docenti. Ai nuovi docenti viene richiesta una laurea magistrale, un assunzione a tempo determinato per un tirocinio triennale, il conseguimento di un diploma di specializzazione. Questo diploma è il titolo valido per insegnare nelle paritarie e gli studenti potranno iscriversi a tale percorso a proprie spese. Qui il dettato normativo è contraddittorio e sorge spontaneo il quesito: chi, superato il concorso, deciderà di uscire da questo percorso nello stato per conseguire il solo diploma di specializzazione annuale per le paritarie? Il rischio è che si iscriveranno quelli che non superano il concorso, quindi le paritarie rischiano di avere docenti di serie B. Questo risulta essere uno dei temi più delicati. Considerazioni conclusive: spesso, anche nella Buona Scuola, non siamo di fronte a un cambio di paradigma e permane un atteggiamento di tolleranza per le scuole paritarie. Il rischio è di essere parificati negli obblighi e negli oneri, ma non negli incentivi. Ultimo intervento della mattinata Allocazione efficiente ed efficace delle risorse e forme gestionali per l erogazione dei servizi di istruzione del prof. Marco Grumo, università Cattolica del Sacro Cuore. In un contesto fortemente competitivo e omologante vi sono due tipi di organizzazioni, quelle in crisi perché prive di progetti innovativi e quelle non in crisi perché più imprenditoriali e capaci di gestioni innovative. Le parole chiave su cui occorre costruire un progetto di sviluppo della scuola sono: identità, competitività, sostenibilità economica, a cui vanno aggiunte imprenditorialità e managerialità. L imprenditore è colui che vede un bisogno prima degli altri e prima degli altri dà una risposta. L imprenditore della scuola è colui che è capace di ascoltare il contesto per trarre soluzioni. La managerialità è la capacità di guidare un organizzazione complessa come la scuola in un ambiente complesso che richiede competenze educative, normative e di gestione. Abbiamo bisogno di avere sia scuole paritarie che statali forti; solo con la competitività è possibile migliorare la qualità. Dobbiamo far riferimento a organizzazioni imprenditoriali e non autoreferenziali. La crisi è come un vento forte, ma noi abbiamo le fondamenta forti per sostenerci? La scuola viene scelta se ha qualche cosa in più degli altri. La scuola deve avere una identità che per la scuola cattolica si chiama missione. La scuola vive solo se possiede una comunità pulsante che si crea con un buon lavoro, con la coerenza e la trasparenza. Importanti sono l ascolto, il miglioramento, la sostenibilità economica, lo scambio continuo e virtuoso con le comunità di appartenenza, la trasparenza e l accountability. Le scuole devono avere un piano strategico complessivo innovativo che valorizzi l esistente, che potenzi i servizi svolti, rafforzi l organizzazione, le persone e la sostenibilità economica, che non abbia paura di lavorare al di là dell abbiamo sempre fatto così. POMERIGGIO Gli interventi del pomeriggio dedicati agli aspetti tecnici, quali la specifica analisi di strumenti di finanziamento, forme giuridiche e gestionali, sono stati aperti dal dott. Graziano Molinari, dirigente tecnico dell USR, che ha ribadito l importanza di dedicare una giornata specifica alle scuole paritarie che sono sempre al centro dell attenzione dell ufficio scolastico perché con le scuole statali offrono un servizio educativo che è unico, quindi parliamo di scuola pubblica. Contribuire a formare un referente delle scuole paritarie per i rapporti con il territorio è importante perché le scuole non devono essere concepite, tanto le statali che le paritarie come monadi, ma devono indirizzarsi verso concetti di collaborazione e cooperazione. Le reti sono fondamentali, le reti tra scuole, ma anche le reti tra scuole ed altri soggetti che possono in qualche modo soddisfare i bisogni educativi. Le scuole hanno la grande responsabilità di formare i cittadini, le persone; quando questa attività di 3

4 formazione offre anche un servizio al territorio è giusto che il territorio in vari modi le sostenga. La legge della parità dev essere ulteriormente rafforzata e completata; ci sono elementi che sono ancora di difficile applicazione, per es. a vari bandi che il ministero dell istruzione promulga in questo periodo, le scuole paritarie non possono aderire in quanto non possono fungere da capofila delle reti, possono solo aggregarsi. Ci sono modifiche che andrebbero poste all attenzione del legislatore se vogliamo andare oltre un dibattito ormai ventennale tra una scuola statale e privata. A Rimini il professor Berlinguer ha definito questo dibattito ormai stucchevole, superato. La Lombardia può fare un buon servizio alla scuola tutta facendo anche un buon servizio alla scuola paritaria, perché se la Sc. Paritaria domani chiudesse, la Sc. Statale avrebbe in carico degli studenti che non sarebbe in grado di gestire anche solo per gli spazi. Se la Sc. Paritaria funziona bene anche la Sc. Statale funziona bene. Il Dott. Andrea D Agostino, manager KPMG, affronta nel suo intervento il tema Reti di scuole: modelli e strumenti per il miglioramento dell offerta formativa e per l ottimizzazione dei processi gestionali La sua esperienza è legata al mondo delle istituzioni pubbliche statali, ma diversi sono i punti di contatto con le scuole paritarie. Sicuramente c è una articolazione territoriale delle scuole paritarie che è molto simile alla frammentazione delle istituzioni statali, c è una pluralità di soggetti con cui la scuola paritaria si confronta: gli alunni, le famiglie, gli enti pubblici, le associazioni, la necessità di essere seduti a più tavoli per avere una interlocuzione costruttiva e strutturata con diversi soggetti. Sicuramente c è un problema generalizzato sia per scuole paritarie che per quelle statali, cioè una graduale riduzione delle fonti di finanziamento pubblico e quindi una difficoltà di avere dei fondi per portare avanti delle progettualità La possibilità di sfruttare delle reti tra entità organizzative che perseguono la stessa mission e condividono analoghi obiettivi rappresenta una opportunità significativa perché è vero che spesso si è in concorrenza, ma facendo lo stesso mestiere si ha bisogno di servizi, strutture, risorse che sono similari, quindi fare qualcosa insieme può essere una opportunità per raggiungere gli obiettivi. La rete come altre tipologie di forme di aggregazione rappresenta un sistema di relazioni strutturato tra le entità organizzative che vi aderiscono che deve essere basato su regole, processi, meccanismi, modalità di interazione che siano da un lato coerenti con la mission che consente di mettere a fattor comune una serie di conoscenze, competenze oltre che risorse e strumenti, di conseguire anche un miglioramento dei processi sia in termini di erogazione del servizio didattico sia in termini di supporto, quindi tutte quelle attività di tipo amministrativo o attività di staff che servono a far funzionare la macchina e a far in modo che si perseguano gli obiettivi. L altro tema è sicuramente quello di poter condividere competenze e conoscenze per migliorare gli standard qualitativi del servizio che viene erogato, il servizio principale che è poi quello didattico. La legge della Buona scuola cerca di valorizzare il ruolo delle reti proprio come elementi in grado di fare sistema rispetto alla valorizzazione di risorse professionali, alle gestione comune di funzioni che non sono quelle principali che però sono quelle funzioni che poi servono per far funzionare la macchina, quindi attività amministrative, attività di contorno che però sono funzionali al raggiungimento dell obiettivo. Lo strumento aggregativo Rete di scuole consente di porre in essere un sistema di relazioni tra le istituzioni aderenti basato su regole, processi e modalità di interazione coerenti con gli obiettivi associativi e istituzionali e in grado di: - Mettere a fattor comune conoscenze, competenze, esperienze, risorse e strumenti; - Conseguire il miglioramento dei processi, sia erogativi che di supporto; - Allineare i servizi formativi verso standard elevati di qualità. Ci possono essere tipologie di reti differenti per progetto, per esigenze direzionali o per esigenze gestionali che raggruppano gli istituti in funzione del territorio o per affinità di programma. Queste reti gestionali sono quelle che funzionano meglio. Il percorso di realizzazione della rete deve contenere 3 elementi principali: il primo è quello di definire in maniera corretta le finalità di aggregazione di più Scuole; il secondo è la predisposizione dell accordo di rete tra le istituzioni scolastiche; infine l adesione delle diverse istituzioni scolastiche. Le finalità possono essere varie e possono andare dall acquisizione in forma congiunta di beni e servizi, alla partecipazione in forma congiunta a procedure selettive inerenti all affidamento di appalti pubblici o alla concessione di finanziamenti, dalla condivisione di competenze, risorse professionali e strumentali finalizzate 4

5 allo sviluppo in comune di progetti didattici, formativi, allo scambio a condizioni vantaggiose di beni e servizi tra le istituzioni scolastiche aderenti alla rete. La governance nell accordo di rete è costituita da un istituzione capofila, istituzione scolastica a cui è conferito ogni più ampio mandato e rappresentanza, sostanziale e processuale, un assemblea deliberativa, un presidente, in genere il dirigente scolastico dell istituzione capofila, un comitato tecnico e le strutture operative. Nel modello operativo si stabilisce il modello di funzionamento e di interazione tra gli organi e le istituzioni scolastiche dei processi di attivazione e realizzazione delle iniziative. Alcune esperienze di rete hanno evidenziato la coerenza dello strumento aggregativo con le strategie e gli indirizzi normativi in tema di risparmio di spesa e vantaggi dal punto di vista amministrativo. Per avvalorare l importanza della rete il dott. D Agostino conclude il suo intervento citando Ford mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo. Nell intervento strumenti di fundraising, crowdfunding e ricerca di sponsorizzazioni la dott.ssa Raco Guya parte dalla constatazione che la collaborazione tra istituzioni scolastiche e il territorio sembra aver avuto con la legge sulla buona scuola un nuovo slancio. Soprattutto con la crisi, i donatori sono molto attenti a rispondere ai bisogni della propria comunità più che non per le grandi organizzazioni. La donazione a un organizzazione non profit è un investimento per la comunità che essa serve. Non si può chiedere ai donatori di donare all organizzazione perché ha dei bisogni, ma perché soddisfa dei bisogni; l obiettivo è la realizzazione del bene comune. Ci deve essere un cambio di prospettiva: l interesse dev essere il donatore più che il dono. Ci si deve interrogare su cosa pensa, sui suoi desideri, timori e motivazioni. Il fundrasing diviene uno strumento per contribuire a trasformare le nostre comunità in una dinamica di trasparenza. Per innovare è necessario definire le priorità e cambiare modo di lavorare. Per fare fundraising è necessario ripensare agli equilibri interni, valutare se è presente la cultura del dono e se si è in grado di gestire e curare le relazioni, se siamo disposti al cambiamento, è necessaria una visione strategica. Bisogna chiedersi: quali sogni abbiamo e quali vogliamo realizzare, quale ruolo vogliamo avere nel territorio e nella costruzione di nuovi sistemi educativi e di welfare. Si deve passare da una idea operativa del fundraising, legata a singole attività, ad una di governance dell organizzazione, in un ottica di sviluppo. Implementare il fundraising vuol dire prendere in considerazione diversi fattori, posizionamento, relazioni, stakeholder, innovazione, che richiedono un lavoro di squadra. Il referente per le relazioni esterne è il fundraiser delle nostre scuole, ma in questa attività molte sono le figure coinvolte; il dirigente scolastico, figura fondamentale che orienta le scelte della scuola, i donatori, le famiglie e il comitato fundrasing. Ci sono scenari di fundraising interni alla scuola dove ad essere coinvolti sono il comitato dei genitori e il referente esterno per le comunicazioni, scenari esterni dove ad essere coinvolte sono le associazioni dei genitori; infine scenari ibridi dove ad essere coinvolti sono un comitato informale misto di genitori, studenti, ex docenti ed il referente per le comunicazioni. I mercati da considerare, oltre alle persone, sono le fondazioni, le imprese e le pubbliche amministrazioni e gli strumenti sono gli eventi, la crowdfunding, la Direct mailing, il colloquio relazionale e il cinque per mille. La dott.ssa porta diversi esempi di fundrasing dal mondo della scuola. Cita il progetto con un clik la scuola si fa bella e più interessante, realizzato dall associazione Cadorna per l istituto comprensivo L. Cadorna di Milano con l obiettivo di ristrutturare degli spazi dove poter organizzare iniziative sia per gli alunni che per il quartiere; oppure la rivoluzione sponsor-centrica delle scuola con epicentro in Puglia dove, già nel 2010, si fissò un tariffario per le aziende per pagare un banco e una sedia agli alunni. In cambio, una placca con la scritta il presente arredo è stato sponsorizzato dalla ditta Concludendo, il fundraising è innanzitutto una questione di relazione, uno scambio sociale finalizzato alla creazione di rapporti di interesse tra chi chiede risorse e chi è potenzialmente disponibile a donarle. È una attività strategica basata sul principio della reciprocità. Se si vuole fare fundraising è necessario per prima cosa lavorare sul patrimonio relazionale. È un investimento per lo sviluppo futuro di un organizzazione non profit e della propria comunità. Non esiste un unico modello di fundraising, ma differenti modelli, basati sulle caratteristiche della scuola e del contesto al quale fa riferimento. Attuare una strategia di fundraising vuol dire arrivare a disegnare il proprio modello di sostenibilità. 5

6 Per fare fundraising occorre un impegno costante per avvicinare la causa ai donatori, per migliorare la propria credibilità sul territorio e per comunicare i propri progetti. Ultimo intervento della giornata Gli interlocutori della scuola paritaria: famiglie, comunità, terzo settore, aziende. professor Dario Nicoli dell università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La nuova scuola nasce da incontri fecondi tra persone ed enti che hanno a cuore il bene dei ragazzi e mettono in campo le migliori risorse per la loro maturazione. Il Curricolo indica le tappe di crescita dei ragazzi realizzate tramite compiti di realtà significativi ed utili in riferimento ai temi portanti che connotano in modo peculiare la proposta culturale della scuola e indicano gli ambiti di coinvolgimento attivo egli allievi in relazione al contesto di riferimento (il territorio, la sostenibilità, i diritti umani, la cooperazione tra Popoli ). Il referente delle relazioni esterne deve essere una figura dello staff direttivo della scuola, assieme agli esperti di metodologia, di organizzazione, di tecnologia e di comunicazione. Il referente deve presidiare i legami bilaterali e di rete tra l interno e l esterno della scuola, connessi alle partnership che influiscono direttamente (occasioni di apprendimento) ed indirettamente (risorse umane, economiche, logistiche, strumentali ed informative) sul Curricolo. Deve anche sostenere i dipartimenti e i consigli di classe nella gestione delle relazioni in modo che diano frutto per la scuola. Esistono tipi molto differenti di relazioni tra le famiglie e la scuola: i contestatori della scuola, i partner della scuola, i sindacalisti dei figli fino a coloro che delegano totalmente alla scuola il proprio compito educativo. Occorre puntare a una partecipazione più consistente delle famiglie che si raggruppano volentieri su iniziative concrete centrate sui ragazzi. È bene avere un interlocutore associato che assuma compiti di riflessione proposta gestione di iniziative. Esiste un area di famiglie disorientate circa il loro ruolo genitoriale. A favore di queste è utile adottare un metodo educativo di secondo livello che li stimola ad imparare ad essere genitori prendendo ispirazione da come la scuola agisce con i loro figli, ciò tramite la partecipazione ad eventi, incontri e corsi. Nella prospettiva dell impresa culturale per l educazione è indispensabile gestire molteplici occasioni di alleanza con i soggetti del territorio che si presentano come cooperatori rispetto al compito educativo fondamentale della scuola. Una delle modalità più rilevanti di apertura al territorio è costituita dalla alternanza scuola lavoro, sempre più intesa come una alleanza educativa e formativa tra scuola e lavoro, per offrire ai giovani la possibilità di inserirsi positivamente nel mondo reale, valorizzando le energie positive della società e dell economia e la cultura in azione, ripresa entro una prospettiva curricolare scolastica. Per la scuola l alternanza è l occasione di ampliamento della conoscenza della realtà, di messa in moto della propria opera culturale a beneficio del territorio, sollecitando un ruolo attivo degli studenti su temi che coinvolgono soggetti e realtà significative del contesto. Dobbiamo reperire tutte quelle esperienze che rendono dinamico l apprendimento e che diano all allievo apertura al futuro. Anche Nicoli sottolinea che è nei periodi di crisi che la scuola ha bisogno di identità, e la nuova scuola nasce da incontri fecondi tra persone ed enti che hanno a cuore il bene dei ragazzi. Le reti non sono nelle corde del dirigente e del docente; il referente ha proprio il compito di far comprendere che più vi è apertura più si avranno riscontri positivi in termini di realizzazione di progetti. Prof.ssa Serena Borghi Il Segretario Fidae Lombardia 6

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