Michele Vita, Marianna Bulfaro, Clementina Cavuoti, Sonia Pagliaro. Autorità di Bacino della Basilicata

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1 29 INTERAZIONE BACINO-COSTA: CAUSE E MITIGAZIONE DELLA VULNERA- BILITÀ. IL CASO DEL LITORALE JONICO LUCANO Michele Vita, Marianna Bulfaro, Clementina Cavuoti, Sonia Pagliaro Autorità di Bacino della Basilicata 1 - Contesto territoriale e problematiche del litorale jonico lucano Il territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata (AdB Basilicata, Italia meridionale; fig. 1) ha un estensione di 8830 kmq ed è suddiviso tra le regioni Basilicata (86,6%), Puglia (11,7%) e Calabria (1,7%). Tale area è caratterizzata da condizioni fisiche (propensione del territorio a fenomeni di dissesto idrogeologico connesso a frane ed alluvioni), infrastrutturali (sviluppo di un articolato sistema di infrastrutture idriche per l accumulo ed il vettoriamento delle acque) e socio-economiche che la rendono una realtà territoriale molto complessa e specifica. Al suo interno è compreso l intero litorale tirrenico e jonico della Basilicata e modeste porzioni del litorale jonico della Puglia e della Calabria. Il litorale jonico dell AdB Basilicata si sviluppa per circa 45 km nel settore occidentale del Golfo di Taranto e sottende un ampia piana costiera, la Piana di Metaponto, impostata sulle aree di delta e nei settori terminali degli apparati alluvionali dei principali corsi d acqua lucani con foce nel Mar Jonio: Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni (fig. 1). Il litorale presenta spiagge prevalentemente sabbiose delimitate verso l interno da ampi cordoni dunali, caratterizzati dallo sviluppo di popolamenti vegetali psammofili e da lembi della originaria foresta planiziale costiera. L area riveste un rilevante interesse ambientale ed al suo interno sono stati individuati aree SIC e ZPS, quali: Bosco Pantano di Policoro e Costa Jonica Foce Sinni, Costa Jonica Foce Agri, Costa Jonica Foce Cavone, Costa Jonica Foce Basento, Costa Jonica Foce Bradano. La Piana di Metaponto, sede dall VIII sec. a.c. di insediamenti umani con la fondazione delle città greche di Metapontum (oggi Metaponto), Heraclea (Policoro), Siris (Nova Siri), ha subito nell ultimo secolo un processo di intensa antropizzazione e rappresenta oggi per la Basilicata un area di rilevante interesse non solo ambientale e storico-culturale, ma anche economico in quanto al suo interno si sviluppano fiorenti attività agricole e turistiche, queste ultime connesse alla presenza di aree

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4 32 Convegno di Maratea Nell area costiera, oltre alle problematiche connesse all arretramento della linea di costa, assumono particolare rilievo i fenomeni di esondazione dei corsi d acqua che la attraversano, i processi di degrado dei suoli e dei corpi idrici superficiali e sotterranei indotti dallo sviluppo di attività economiche intensive (agricoltura e turismo) ed i fenomeni di intrusione salina. 2 - La gestione delle risorse idriche in ambiti territoriali soggetti a fenomeni di siccità: infrastrutture idriche e ripercussioni sull ambiente La necessità di far fronte ai fabbisogni di risorsa idrica per differenti usi in Basilicata ed in Puglia, l esigenza di assicurare la disponibilità della stessa nelle aree con scarse fonti di approvvigionamento ma intensamente abitate e con fiorenti attività agricole (settore orientale della Basilicata e Puglia), nei periodi siccitosi o comunque con scarse precipitazioni, hanno portato allo sviluppo di sistemi idrici complessi, interconnessi, ciascuno costituito da dighe, traverse e adduttori (fig. 2, tab. 1). La Basilicata è stata interessata a partire dal dopoguerra dalla costruzione di importanti invasi per l accumulo di risorse idriche inizialmente da destinare al settore agricolo ed industriale lucano e pugliese. Negli anni successivi il sistema delle infrastrutture idriche lucane ha subito un forte processo di espansione ed ammodernamento; oggi una parte consistente della risorsa idrica è destinata al fabbisogno idropotabile della Regione Puglia. La pianificazione e la programmazione d uso delle risorse idriche che alimentano il sistema di infrastrutture idriche primarie lucane è fondata sul Piano Stralcio di Bacino del Bilancio Idrico e del Deflusso Minimo Vitale (PSBI) dell AdB della Basilicata e sull Accordo di Programma (AdP) tra le Regioni Basilica e Puglia ed il Ministero delle Infrastrutture per la gestione delle risorse idriche condivise, sottoscritto il 5 agosto 1999, in attuazione dell ex art. 17 della L. 36/94. Il PSBI definisce, a scala di bacino superficiale e sotterraneo, la disponibilità e variabilità temporale delle risorse idriche, il bilancio idrico e le condizioni di equilibrio dello stesso, individuando le norme per la regolamentazione dell uso della risorsa stessa. L AdP costituisce lo strumento fondamentale per la programmazione e l uso delle risorse idriche condivise tra Basilicata e Puglia. Ogni anno l Autorità di Gestione dell AdP definisce: il bilancio delle risorse idriche condivise tra le due regione, sulla base delle disponibilità effettive e dei fabbisogni documentati; le infrastrutture idriche di comune interesse delle due regioni; le procedure da attivare per far fronte alle situazioni di crisi idrica; gli interventi di compensazione e riequilibrio ambientale per la mitigazione degli impatti sul territorio determinati dalla realizzazione delle infrastrutture idriche; il valore e/o aggiornamento della tariffa dell acqua all ingrosso (una delle due componenti della tariffa è rappresen-

5 Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 33 Sinni Agri Basento Bradano Bacino Diga (D) Traversa (T) Fiume Anno completamento Capacità e Volume di regolazione (Mmc) San Giuliano D Bradano ,13 I Acerenza D Bradano I Genzano D Fiumarella ,95 I Basentello D Basentello I Pantano D Tora ,5-4,5 In Trivigno T Basento 1996 I Camastra D Camastra ,6 M Pertusillo D Agri M Marsico Nuovo D Agri ,31 I Gannano T Agri 1959 I Agri T Agri Monte Cotugno D Sinni M Sarmento T Sarmento 1982 M Cogliandrino D Cogliandrino 1975 Id Uso Tabella 1 - Dati tecnici degli invasi e traverse sui principali corsi d acqua della Basilicata. Usi: I (irriguo), Id (idroelettrico) In (Industriale), M (Multiplo = potabile, irriguo, industriale) tata dai costi di compensazione ambientale). Il sistema di pianificazione così implementato è stato finalizzato alla gestione integrata delle risorse idriche e delle infrastrutture idriche, tenuto conto delle caratteristiche fisiche del territorio, delle disponibilità di risorse idriche e della loro variabilità temporale, della necessità di salvaguardia dei corpi idrici superficiali e sotterranei, delle esigenze di sviluppo socio-economico delle due regioni, rappresentando un valido esempio di attuazione delle disposizioni della Direttiva 2000/60/CE. Se il sistema idrico lucano e gli strumenti di pianificazione e programmazione delle risorse idriche adottati in Basilicata e Puglia rappresentano una risposta ai fenomeni di siccità dell area (sempre più frequenti negli ultimi decenni per i mutamenti nel regime delle precipitazioni), gli invasi e le traverse realizzati sul reticolo idrografico lucano hanno comportato inevitabili ripercussioni sulla dinamica evolutiva della linea di riva del litorale jonico. Con l entrata a regime dell intero sistema di invasi e traverse lucani si è determinato un decremento del trasporto solido dei corsi d acqua: il sedimento in parte è stato bloccato dagli invasi determinandone il parziale interrimento, in parte è sedimentato nei tratti a valle delle dighe per effetto della riduzione delle portate fluviali. Al decremento di trasporto solido causato dalle dighe e traverse si è sommato l effetto indotto dal prelievo di inerti nelle aree di pertinenza fluviale, che ha raggiunto i massimi livelli tra gli inizi degli anni 60 e la fine degli anni 90 in concomitanza della realizzazione delle grandi infrastrut-

6 34 Convegno di Maratea ture idriche e di importanti infrastrutture viarie tra le quali la S.S. 407 Basentana (raccordo tra l arteria autostradale A3 e il versante jonico della Basilicata) ed il raddoppio della S.S. 106 Jonica (Taranto-Sibari). 3 - Metodologia di studio della dinamica fluviale e marina Il litorale lucano, localizzato in un area di transizione tra ambiente fluviale e marino, risente delle interazioni tra la dinamica fluviale e quella marina. L area è soggetta ad esondazione dei corsi d acqua in concomitanza di eventi pluviometrici rilevanti e risente degli effetti delle correnti marine e mareggiate che determinano arretramento della linea di riva ed inondazione delle aree prospicienti la spiaggia. L AdB Basilicata, a partire dal 2001, ha predisposto ed aggiornato annualmente il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico nel quale sono individuate le aree a rischio di esondazione dei corsi d acqua lucani con foce nel Mar Jonio con tempi di ritorno di 30, 200, 500 anni. Per una più accurata delimitazione di tali aree ad oggi sono stati messi in atto: 1) rilievi topografici di dettaglio di sezioni d alveo lungo l intera asta ed in particolare in prossimità della foce, per meglio definire le caratteristiche di deflusso dei corsi d acqua, particolarmente in quei tratti che hanno risentito di effetti antropici; 2) applicazione di modelli idraulici bidimensionali per la simulazione della propagazione dell onda di piena; 3) ricostruzione di modelli tridimensionali digitali del terreno ad alta risoluzione, questi ultimi impiegati anche per la caratterizzazione della morfologia costiera. La ricostruzione del modello digitale dell intera fascia jonica lucana (per un ampiezza di circa 5 km) è stata effettuata mediante rilievo dell area da elicottero con laser scanner Topeye MKII e l uso di sistemi di posizionamento ed orientamento GPS e INS. Il modello digitale, derivato da un elevato numero di punti rilevati (circa 4 per metro quadro), mostra un alto grado di precisione sia planimetrica (30 cm) che altimetrica (15 cm in aree aperte e 40 cm in aree con vegetazione densa). L elevata definizione della morfologia della piana costiera metapontina contenuta nel modello offre utili indicazioni sulla dinamica morfogenetica connessa all azione dei sistemi fluviali e del mare e, quindi, sulla possibilità di uso del territorio in relazione alle condizioni di rischio di alluvione e di erosione costiera oltre che sulla tipologia di interventi necessari per mitigare tali rischi. 4 - Evoluzione della linea di riva del litorale ionico lucano Per la ricostruzione della dinamica delle linea di riva e dei processi di erosione e sedimentazione avvenuti lungo litorale jonico lucano a partire dalla fine degli anni 40 si è proceduto al confronto delle linee di riva rilevate da cartografia, ortofoto, immagini da satellite per agli anni 1949,

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8 36 Convegno di Maratea Bradano, Basento, Agri che hanno orientato ma anche costretto lo spostamento del tronco fluviale nell ambito degli argini stessi. Tra il 1997 ed il 2006 continuano i processi erosivi del litorale ionico, concentrati soprattutto nei settori di foce dei corsi d acqua interessati da invasi e traverse e nelle aree di spiaggia prospicienti. Se si analizza l evoluzione subita dalla linea di riva del litorale lucano nel periodo appare evidente che tutte le aree di foce dei principali corsi d acqua lucani hanno subito un forte arretramento (fig. 3), ad eccezione delle aree di spiaggia a ridosso della foce del Cavone, il cui corso non è interessato da opere idrauliche. L arretramento è risultato particolarmente rilevante, inoltre, in corrispondenza del tratto di spiaggia compreso tra le foci del Bradano e del Basento (Lido di Metaponto). I dati disponibili fanno supporre che l arretramento della linea di riva tra le foci del Bradano e del Basento è da mettere in relazione non solo alle riduzione di apporto solido dei due corsi d acqua per fattori antropici, ma anche in particolare all azione del moto ondoso e delle correnti marine sottocosta e al largo, che ridistribuiscono il sedimento lungo la costa ed in parte lo trasportano al largo, dove viene catturato e convogliato in profondità dai canyons sottomarini presenti nel Golfo di Taranto (fig. 4), le cui testate sono prossime alla costa in quanto l area di piattaforma continentale tra le foci dei due corsi d acqua ha un ampiezza ridotta (circa 1 km). 5 - La Programmazione degli interventi per la mitigazione dei processi di erosione della costa jonica lucana La complessità e l articolazione dei fattori naturali ed antropici che determinano l evoluzione della linea di riva del litorale jonico richiedono, ai fini della mitigazione dei fenomeni di erosione dello stesso, la predisposizione ed attuazione di un programma di interventi strutturali e non strutturali coordinati nell ambito del sistema litorale-bacini idrografici sottesi. Lo stato delle conoscenze sui processi naturali ed antropici in atto nell area costiera e nei bacini idrografici ha, però, messo in evidenza lacune conoscitive dei parametri fisici che regolano la fenomenologia in atto, per quel che riguarda: caratteristiche di erodibilità dei bacini idrografici; trasporto solido dei corsi d acqua; processi di interrimento degli invasi (in riferimento ad alcune dighe); andamento delle correnti sottocosta e a largo, che regolano la distribuzione dei sedimenti trasportati a mare dai corsi d acqua; caratteristiche del moto ondoso cui sono sottoposti i diversi tratti del litorale. Inoltre i dati disponibili spesso derivano da rilievi effettuati da soggetti diversi, interessano ambiti spaziali ed intervalli temporali talora limitati o differenti, con conseguenti problemi di accessibilità dei dati e di difformità nei sistemi di acquisizione ed archiviazione degli stessi. Appare quindi prioritario l avvio e messa a regime di un sistema di moni-

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10 38 Convegno di Maratea tipologia e delle caratteristiche tecniche degli interventi, strumento fondamentale per la comprensione ed il varo di azioni utili per fronteggiare l arretramento della linea di riva nel litorale lucano. Gli studi ad oggi realizzati su tale fenomenologia e sulle sue cause portano, comunque, a ritenere prioritari interventi strutturali finalizzati alla difesa attiva della costa ed interventi di sfangamento degli invasi finalizzati al recupero della capacità d invaso dei bacini artificiali lucani (aspetto questo che assume particolare rilievo nel contesto fisicoambientale della Basilicata e Puglia) ed alla riattivazione, almeno parziale, del trasporto solido dei corsi d acqua a valle degli invasi. Per quel che riguarda gli interventi di difesa delle coste è bene distinguere tra la necessità di interventi strutturali s.s. (o di stabilizzazione ) e di interventi di mantenimento. I primi sono mirati alla difesa attiva del litorale e dovranno riguardare ambiti morfologici ben definiti considerati nella loro interezza, al fine di garantire risultati efficaci e duraturi nel tempo. In tal senso, considerato che il litorale in esame ricade nei territori di competenza delle regioni Basilicata, Calabria e Puglia risulta necessaria e prioritaria l attivazione di un processo di cooperazione tra queste regioni per pervenire ad un sistema di programmazione degli interventi organico e coerente nell intero litorale alto-jonico. In attesa della definizione del quadro conoscitivo utile per l attuazione degli interventi di difesa attiva, sarà però necessario programmare ed attuare interventi di mantenimento, finalizzati a tamponare localmente i processi erosivi anche per intervalli temporali ridotti difendendo, in tal modo, gli ambienti naturali costieri e le attività antropiche localizzate nella piana metapontina. Ad oggi lungo il litorale lucano sono stati realizzati a cura della Regione Basilicata alcuni interventi di ripascimento e dewatering in un tratto di spiaggia tra foce Basento e foce Bradano (Lido di Metaponto), dove i processi erosivi risultavano particolarmente intensi. Come già si è accennato, agli interventi strutturali per la difesa attiva della costa vanno associati interventi di sfangamento degli invasi. La messa in atto di tecniche di sfangamento che comportino la rimozione dei sedimenti deposti negli invasi e la loro immissione in alveo a valle delle dighe stesse (laddove si riscontrino condizioni idonee alla realizzazione di questo tipo di intervento) permetterebbe un maggiore apporto di sedimenti alle aree di foce dei corsi d acqua e quindi ai sistemi di spiaggia, evitando nel contempo i problemi connessi alla ricerca e messa in funzione di aree di stoccaggio dei sedimenti rimossi. Tuttavia nel caso degli invasi lucani la messa in atto di questi interventi pone una serie di problematiche da affrontare, tra le quali: 1) possibile riduzione della disponibilità di risorse idriche invasate, per l utilizzo parziale delle acque sia per le operazioni di spurgo o di sfangamento sia per assicurare le portate fluviali sufficienti per il trasporto dei sedimenti reimmessi in alveo; 2) eventuale attivazione di fenomeni di instabilità dei versanti del bacino d invaso a seguito della movimentazione dei materiali e dell abbassamento del livello di invaso conseguente all utilizzo di risorsa idrica per le

11 Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 39 operazioni di sfangamento e per l alimentazione degli schemi idrici. La realizzazione degli interventi di sfangamento richiede quindi una conoscenza adeguata delle caratteristiche fisiche, idrologiche ed idrauliche, delle condizioni di rischio idrogeologico dei bacini sottesi dagli invasi, dei processi di interrimento, oltre che una corretta pianificazione dei tempi e delle modalità di realizzazione degli stessi. Tali interventi dovranno essere, pertanto, necessariamente programmati nell ambito di Piani di Gestione degli Invasi (DM 30 giugno 2004, art. 114 D.L.gs 152/2006), al cui interno siano contenute le misure necessarie per mitigare o evitare ripercussioni sulla disponibilità di risorse idriche, sulla stabilità dei versanti degli invasi, oltre che impedire incremento del grado di rischio idrogeologico ed alterazioni degli ecosistemi dei corpi idrici a valle degli invasi in cui verrebbero recapitati i flussi di acqua e sedimento. Allo stato attuale solo alcuni grandi invasi in Italia sono dotati di piani di gestione; gli invasi lucani non ne sono dotati, tuttavia, tenuto conto dell entità dei processi di interrimento in atto in alcuni di essi (es. Camastra e San Giuliano) e della necessità di salvaguardare la capacità di invaso degli stessi sarebbe opportuno procedere rapidamente alla loro predisposizione. Gli interventi strutturali per la difesa della costa devono essere comunque accompagnati da un sistema di interventi non strutturali finalizzati alla regolamentazione d uso delle risorse acque e suolo nei bacini idrografici e nell area costiera jonica lucana al fine di mitigare le pressioni delle attività antropiche sull area costiera. Alcune importanti misure sono già state individuate ed attivate dall AdB Basilicata nell ambito della propria attività di pianificazione e programmazione dell uso del suolo e delle acque. Tra questi, la regolamentazione delle attività di prelievo dei sedimenti dagli alvei e dalle fasce di pertinenza fluviale introdotta dal Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico dell AdB Basilicata dal 2001, che prevede la possibilità di prelievo solo per il ripristino dell officiosità dei corsi d acqua, ha già prodotto i primi effetti positivi sulla dinamica costiera. Nel periodo è stata registrata, infatti, una diminuzione delle velocità di arretramento della linea di riva del litorale lucano, che può essere attribuita in parte anche alla riduzione dei prelevi di materiale nelle aree di pertinenza fluviale. Da alcuni anni a questa parte la Regione Basilicata, consapevole delle potenzialità economiche (legate prevalentemente alle coltivazioni irrigue praticate), turistico-ricettive e storico-culturali dell area, sta cercando di rendere compatibili le politiche di sviluppo del territorio con l esigenza di tutela dal rischio di erosione costiera e di alluvione. A tal fine gli strumenti di pianificazione d uso delle aree a rischio di alluvione-erosione costiera e delle aree protette presenti nella piana metapontina assumono un ruolo centrale di indirizzo verso una fruizione sostenibile delle stesse. In tal senso il PAI delle Fasce Fluviali, pur contenendo norme che escludono trasformazioni delle aree a rischio di esondazione, prevede la possibilità di attività ricreative nelle stesse di volta in

12 40 Convegno di Maratea volta autorizzate, purché non comportino edificazione o modificazioni che riducono la funzionalità idraulica delle fasce di pertinenza fluviale. 6 - Strategie di pianificazione in sistemi fisici ed antropici complessi Il sistema litorale jonico lucano-bacini idrografici sottesi costituisce un contesto fisico ed antropico articolato e complesso, in cui le attività umane interferiscono con le dinamiche naturali dei corsi d acqua e del mare, modificandole talvolta in maniera sostanziale, dove i fenomeni di siccità si intersecano con le rilevanti problematiche dell erosione delle coste e del dissesto idrogeologico dei bacini idrografici lucani, ed entrano in conflitto con la necessità di sviluppo socio-economico dei territori. In tale contesto è necessario dar vita ad un sistema di coordinamento permanente tra le politiche di sviluppo economico-sociale e la pianificazione dell uso del suolo e delle acque nei bacini idrografici del Bradano, del Basento, del Cavone, dell Agri e del Sinni (tab. 2) messe in atto dai soggetti istituzionali competenti in ambito regionale ed interregionale. Integrazione dei sistemi di pianificazione del suolo e delle acque in ambito regionale ed interregionale, a scala di bacino idrografico e di unità fisiograficabacino marino. Coordinamento tra: Piani di Programmazione Economica e Sviluppo Regionale Strumenti di Pianificazione Urbanistica e Territoriale Piani Stralcio per l Assetto Idrogeologico Piani Stralcio del Bilancio Idrico e del deflusso Minimo Vitale Piani di Tutela delle Acque Misure di Pianificazione e Gestione delle Risorse idriche individuate dall Accordo di Programma per la gestione delle risorse idriche condivise tra Basilicata e Puglia Piani di Gestione delle Dighe (coordinamento tra i piani di gestione delle dighe gestite dall Accordo di Programma e ricadenti nello stesso bacino idrografico e negli stessi schemi idrici) Tabella 2 - La pianificazione integrata nel sistema bacini idrografici - costa jonica lucana L attività di concertazione tra Regioni, Enti locali, Autorità di Bacino e tra questi e le comunità locali, i settori produttivi appare inoltre strumento fondamentale al fine di operare scelte consapevoli e condivise degli interventi strutturali e non strutturali necessari per far fronte alle criticità ambientali (rischio idrogeologico, di erosione costiera e di crisi idrica) nel sistema bacini idrografici-costa jonica lucana.

13 Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 41 Le peculiarità naturalistiche, ambientali, culturali, il forte sviluppo urbanistico-economico e le problematiche di erosione costiera riscontrate per il sistema litorale jonico lucano-bacini sottesi sono comuni a quelle di altre piane costiere dell Italia meridionale. Per la salvaguardia e difesa dell intero sistema costiero si auspica l attivazione di tavoli di coordinamento permanente tra le Regioni, gli Enti Locali e le Autorità di Bacino territorialmente competenti, che potrebbero avvalersi delle strutture tecniche delle Autorità di Bacino, con il supporto di centri di ricerca ed università, per la messa in atto di attività di studio delle aree costiere, delle condizioni di rischio e per il monitoraggio delle dinamiche evolutive delle coste. Presso le Autorità di Bacino potrebbero essere attivati, inoltre, piattaforme informatiche per la condivisione dei dati e delle conoscenze acquisite sulle aree costiere e nei bacini idrografici sottesi. L attività verrebbe in tal modo finalizzata a creare una visione unitaria ed un approccio integrato alle problematiche della costa e dei bacini fluviali rafforzando il sistema di acquisizione e gestione delle informazioni, ma anche l analisi e la definizione degli scenari futuri delle situazioni di rischio naturale da porre a supporto: 1) della predisposizione dei programmi di sviluppo economico e degli strumenti di pianificazione e programmazione dell uso del suolo e delle acque a livello locale, regionale ed interregionale; 2) dei programmi di intervento per la mitigazione dei rischi di erosione della costa, di dissesto idrogeologico, di crisi idrica. L approccio integrato delle istituzioni alle problematiche ambientali del sistema costa-bacino porterebbe ad una sinergia di azione nella ricerca ed ottimizzazione d uso di fondi di finanziamento locali, regionali, nazionali ed europei per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera. Il sistema di coordinamento sopra descritto si fonda sul supporto di strutture già esistenti e operanti nel contesto dei bacini idrografici, quali le Autorità di Bacino (ex. L. 183/89), che hanno ad oggi acquisito ampia esperienza nelle attività di studio, di pianificazione e programmazione degli interventi per la difesa del suolo e per la regolamentazione d uso del suolo e delle acque a scala di bacino idrografico in relazione alle condizioni di rischio naturali mediante la pianificazione di bacino in ambito regionale ed interregionale e, per quel che riguarda l ambito Basilicata- Puglia, attraverso il valore aggiunto assicurato dall Accordo di Programma per la gestione delle risorse idriche condivise tra le due regioni. Mediante i tavoli di coordinamento delle istituzioni in ambito regionale ed interregionale e l attività delle Autorità di Bacino si potrebbe pervenire ad una rapida e congiunta attuazione di quanto previsto in ambito europeo dalle Direttive 2000/60/CE (che istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque) e 2007/60/CE (relativa alla valutazione e gestione dei rischi di alluvione), dalle COM 547/2000 e 308/2007 e dalla Raccomandazione 2002/413/CE (relative alla gestione integrata

14 42 Convegno di Maratea delle aree costiere): la creazione di un sistema di pianificazione e gestione integrata delle acque e del suolo nei bacini idrografici e nelle aree costiere, da realizzare attraverso strutture tecnico-amministrative operanti a scala di sistema fisico (Autorità di Distretto della Direttiva 2000/60/CE). Inoltre, l esigenza di procedere ad interventi di sfangamento degli invasi lucani per il recupero della capacità degli stessi e la riattivazione parziale del trasporto solido ha palesato la necessità della rapida predisposizione dei Piani di Gestione degli stessi, al cui interno sviluppare la programmazione degli interventi per la tutela delle risorse idriche, invasate e rilasciate, e per la regolamentazione delle operazioni di sfangamento e di svaso. Considerato che la gestione degli invasi in Basilicata è affidata ad enti differenti (gran parte degli invasi lucani sono gestiti dall Ente per lo Sviluppo dell Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania, Irpinia - EIPLI per il quale è prevista la cessazione delle attività entro il 30 giugno 2008; la restante parte è gestita da Consorzi di Bonifica e da Consorzi Industriali) sarebbe opportuno innanzitutto assicurare l unitarietà di gestione di tali infrastrutture e coordinare tra loro i Piani di Gestione degli invasi. Il coordinamento dei Piani di Gestione permetterebbe di controllare: 1) l effetto indotto dagli interventi di sfangamento degli invasi che insistono sul medesimo corso d acqua; 2) l apporto di sedimento alle aree di foce e la conseguente distribuzione lungo la costa ad opera del moto ondoso e delle correnti; 3) di attuare una programmazione unitaria degli interventi di sfangamento evitando, quindi, problemi di carenza di disponibilità di risorse idriche da destinare agli schemi idrici in fase di attuazione degli interventi stessi. Le eventuali carenze idriche che si dovessero verificare per un invaso in fase di sfangamento potrebbero essere sopperite mediante trasferimento di risorse idriche tra bacini e tra schemi idrici diversi, grazie alle interconnessioni che caratterizzano gli schemi idrici lucani. È opportuno che il Piano di Gestione degli invasi sia coordinato con gli strumenti di pianificazione del suolo e delle acque nei bacini idrografici in ambito regionale ed interregionale, al fine di armonizzare gli interventi di manutenzione degli invasi con la programmazione dell uso della risorsa idrica (aspetto questo che assume particolare rilievo in ambiti soggetti a periodici deficit idrici).

15 Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 43 Bibliografia De Pippo T., Donadio C., Pennetta M., Terlizzi F., Valente A., Vecchioni C. (2004) - Il ruolo dei canyons sottomarini nella cattura dei sedimenti marini costieri del Golfo di Taranto. Atti Assoc. It. Oceanologia e Limnologia, 17, Pennetta M., Pescatore T.S., Senatore M.R. (1986) - I tipi di Piattaforma continentale del Golfo di Taranto (Alto Jonio, Italia), In ENEA: Evoluzione dei litorali. Problematiche relative al Golfo di Taranto. Atti del Convegno di Policoro (Matera), ottobre 1986, Spilotro G., Di Bratto M., Cecilia G., Leandro G. (1998) - Evoluzione recente del litorale alto Ionico compreso tra foce Sinni e foce Bradano. Atti del Dipartimento di Strutture, Geotecnica e Geologia Applicata, Universita della Basilicata, Potenza, pubb. n. 1/98, Vita M., Bulfaro M., Cavuoti C., Pagliaro S., Biscione A., Valanzano A. (2007) - Evoluzione del litorale jonico lucano tra le foci dei fiumi Sinni e Bradano. Atti Terzo Forum Nazionale Pianificazione e tutela del territorio costiero. Questioni, modelli, esperienze a confronto, Rimini 29 marzo 2007, Maggioli Editore,

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