DOMANDA DI A.I.A. Id. Scheda L_rev1 EMISSIONI IN ATMOSFERA SCHEDA L: EMISSIONI IN ATMOSFERA. Scheda L.1: EMISSIONI PUNTUALI. Temperatura effluente( C)

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1 Pag. 1 di 10 SCHEDA L: Scheda L.1: EMISSIONI PUNTUALI n camino Posizione Amm.va 1 E Area (m 2 ) Diametro mm 1900 Condotto di scarico Altezza dal suolo (m) Temperatura effluente( C) Velocità effluente (m/s) Impianto/ fase di provenienza 50 Circa 140 C circa 14 Generatore di vapore SIGLA impianto di abbattimento SNCR Reattore a secco Filtro a maniche Portata complessiva [m 3 /h] E 17,5 ambiente Serbatoio stoccaggio bicarbonato Filtro a cartucce E 13,8 ambiente 4 E 20.5 ambiente 5 E 20.5 ambiente 5 E 20.5 ambiente Serbatoio stoccaggio Filtro a cartucce carboni attivi Serbatoio stoccaggio ceneri Filtro a cartucce Serbatoio stoccaggio ceneri Serbatoio stoccaggio ceneri Filtro a cartucce Filtro a cartucce

2 Pag. 2 di 10 Scheda L1.1: Emissioni in atmosfera dell impianto IPPC Inquinante Flusso di massa/ora g/h Flusso di massa/giorno kg/d Flusso di massa/ann o t/a Concentrazion e mg/nm 3 Metodo applicato Anno di riferimento Ossidi di zolfo e altri composti dello zolfo 31,20 0,75 0,25 0,40 misurato 2013* Ossidi di azoto e altri composti dell azoto 10704,07 256,90 85,63 138,18 misurato 2013* Monossido di carbonio 134,36 3,22 1,07 1,73 misurato 2013* Composti organici volatili 58,86 1,44 0,48 0,77 misurato 2013* Polveri 73,38 1,76 0,59 0,95 misurato 2013* Cloro e suoi composti (HCl) 377,67 9,06 3,02 4,87 misurato 2013* Fluoro e suoi composti (HF) 14,30 0,34 0,11 0,18 misurato 2013* Policlorodibenzodiossine (PCDD) e Policlorodibenzofurani (PCDF) 0,135 µg/h ng/nmc misurato 2013** Mercurio 0, ,00005 misurato 2013** Cadmio+Tallio 0, ,00025 misurato 2013** Metalli (Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn) 0,273 0,13 0,04 0,00346 misurato 2013** Idrocarburi policiclici aromatici (I.P.A) 2,063 mg/h - - 0,026 µg/nmc misurato 2013** Nota: *Valore medio annuale ricavato come media dei valori medi mensili come da report del sistema di monitoraggio emissioni ** Analisi del laboratorio Ecoman Prelievo del 23-24/10/2013

3 Pag. 3 di 10 Scheda L.1.2: IMPIANTI DI ABBATTIMENTO n. camino SIGLA Tipologia impianto di abbattimento E1 T1 Denitrificazione SNRC per riduzione ossidi di azoto E1 T2 Carboni attivi e bicarbonato per riduzione gas acidi e metalli E1 T3 Filtro a maniche per riduzione polveri Relazione allegata Relazione L All interno del sito in esame sono presenti 5 punti di emissione convogliate costituite da: - fumi camino; - sfiati serbatoio bicarbonato; - sfiato serbatoio carbone attivo; - sfiati serbatoi ceneri. - I fumi di combustione sono emessi in atmosfera dopo aver subito un complesso processo di depurazione i cui elementi principali sono: sistema SNCR per la riduzione degli NOx; reattore a secco; filtro a maniche. L attività in oggetto è soggetta per quanto definito dalla normativa in materia di controllo delle emissioni, al monitoraggio in continuo di determinati parametri (rilevati attraverso la cabina SME denominata cabina SICK); sono inoltre monitorati in maniera discontinua ulteriori parametri.

4 Pag. 4 di 10 I limiti di emissione dell impianto sono controllati in continuo sulla base dei valori medi giornalieri e di quelli medi semi-orari, con esclusione dei periodi di avviamento ed arresto impianto. Al fine di evitare possibili rischi di inquinamento ambientale dovuto a fenomeni di malfunzionamento dell impianto sono state individuate alcune prescrizioni riguardo alle misure delle condizioni diverse da quelle di normale esercizio (avvio, arresto, emissioni fuggitive, arresto definitivo) ed è in essere un contratto di manutenzione con la società Sick Italia S.p.A. che interviene a frequenza trimestrale ed entro le 48 ore in condizioni di emergenza. I fumi prima di essere immessi in atmosfera vengono depurati mediante sistemi di riduzione specifici per il singolo tipo di inquinante. I reagenti che vengono utilizzati per la depurazione dei fumi sono bicarbonato, per l abbattimento dei gas acidi e carboni attivi per l abbattimento dei metalli. Sistema di riduzione non catalitico degli NO x Il processo di riduzione previsto per l'abbattimento degli ossidi di azoto è del tipo selettivo non catalitico (SNCR) e prevede l'iniezione, direttamente nel primo condotto della caldaia (camera di post-combustione) di una soluzione a base di urea (carbamin 5722) a cui vengono aggiunti specifici additivi per migliorare l'efficienza del processo. La soluzione acquosa al 40 % è stoccata in un apposito serbatoio da 50 m 3 e successivamente inviata, mediante pompe, al sistema di distribuzione ed iniezione al forno; l'additivo aggiunto ha lo scopo di ampliare il campo di temperatura per la reazione. Il processo di riduzione selettivo non catalitico comporta la reazione dell'ammoniaca liberata dalla carbamin 5722 (urea con additivi) con monossido (NO) di azoto, liberando vapore e N 2, nel campo di temperature ottimali compreso tra C. Le lance di spruzzamento sono distribuite nella camera di post-combustione nella zona di temperatura ottimale con la possibilità di immissione su due diversi livelli, in funzione del carico all'impianto. Il reagente viene atomizzato utilizzando aria compressa proveniente dalla rete di distribuzione dell aria compressa. La regolazione della portata del reagente è effettuata sulla base delle concentrazioni residue di NOx e NH 3 nei fumi emessi al camino ed in funzione del carico del forno. L impianto di depurazione fumi a valle della camera di combustione è nel suo complesso composto da: - n 1 Torre di reazione per iniezione reagenti - n 1 Sistema di stoccaggio, macinazione ed alimentazione bicarbonato - n 1 Sistema di stoccaggio ed alimentazione carboni attivi

5 Pag. 5 di 10 - n 1 Filtro a maniche completo di sistema di preriscaldo - n 1 Batteria/scambiatore di calore fumi / condense - n 1 Serie di strumenti per il comando, controllo e regolazione - n 1 Serie di condotti di collegamento e strutture di sostegno - n 1 Ventilatore centrifugo ricircolo fumi con motore di azionamento - n 1 Camino per l evacuazione dei fumi in atmosfera Reattore a secco e filtro a maniche I fumi provenienti dalla caldaia a ca. 200 C attraversano una torre di reazione, costituita da una colonna di contatto e da una zona di calma posta alla sua estremità, di sezione adeguata. In quest ultima l aeriforme ridiscende per poi entrare nel filtro a maniche per la depurazione finale. Nella torre di reazione sono iniettati in giusta proporzione i reagenti, del bicarbonato di sodio e dei carboni attivi, che provvederanno all adsorbimento dei macro e micro inquinanti, in un primo momento nel reattore stesso ed in seguito sulle maniche del depolveratore durante la filtrazione. Le polveri finali inerti sono scaricate in continuo dal filtro a maniche e mediante idoneo sistema di trasporto sono stoccate in un silo esistente allo scopo dedicato. In uscita dal filtro a maniche i gas passano attraverso una batteria di riscaldamento delle condense, dove sono raffreddati fino a ca. 130 C, ottimizzando così il recupero energetico totale dell impianto. L impianto è completo di un ventilatore centrifugo avente lo scopo di inviare i fumi a camino per l emissione dei fumi depurati in atmosfera. Torre di reazione La torre sarà realizzata con la prima parte composta dalla sezione d ingresso fumi, flangiata e ortogonale al reattore stesso, plenum di fondo ispezionabile e solido basamento di appoggio completo di ancoraggio per fondazione. Il gas entra nella torre con andamento dal basso verso l alto, il reagente è iniettato nel collo Venturi, ed è proprio in questa che sfruttando appunto il principio del cono Venturi che si espleta un azione di forte turbolenza e quindi di intima e omogenea miscelazione tra reagente e fluido. I parametri che regolano l efficienza di abbattimento sono : - Bicarbonato di sodio macinato nell idoneo range operativo -Tempo di contatto gas reagente ( tra ingresso reagente ed ingresso filtro a maniche) non inferiore a 2 secondi -Temperatura dei fumi per iniezione bicarbonato non inferiore a 130 C.

6 Pag. 6 di 10 -Depolverazione finale su filtro a maniche avente: * velocità di filtrazione di circa 1 m/1 * perdita di carico inizio fine ciclo di lavaggio mm. c.a. Dati tecnici del reattore: Temperatura di design 230 C Altezza totale 19,1 m Diametro collo Venturi mm Volume utile 180 m 3 Filtro a maniche Il filtro a maniche è del tipo a celle indipendenti, con plenum laterale e ingresso in tramoggia, escludibili singolarmente in esercizio in modo da poter eseguire interventi sulle singole celle senza dover arrestare la normale marcia dell impianto. A tal fine ogni cella è intercettabile mediante serrande pneumatiche sul lato ingresso fumi sporchi con serrande a farfalla, e lato uscita fumi puliti tramite valvola a tampone con piattello a tenuta. Il filtro è composto da 6 sezioni completo di condotti IN/OUT e valvole pneumatiche per l' intercettazione delle stesse; la costruzione è in acciaio speciale tipo Corten A con lamiera di sp. min. 4 mm, opportunamente rinforzata, piastre porta maniche sp.5 mm, max depressione di progetto mm H 2 O. Il funzionamento del filtro a maniche è il seguente : Il gas da trattare entra nel plenum di distribuzione, le frazioni più pesanti della polvere vengono separate per gravità e cadono subito in tramoggia, la restante parte viene distribuita nella cella. Le maniche quindi sono attraversate dal flusso dall esterno verso l interno. La polvere ancora trascinata dal gas viene depositata sulla superficie esterna delle maniche con un rendimento di filtrazione che supera il 99,9% Il gas depolverato si raccoglie poi nella testata ed estratto dal ventilatore in coda all impianto. I solidi depositati sulle maniche fomano un cuscino (precoat) più o meno spesso ed impermeabile a seconda della natura delle polveri stesse. A intervalli regolari, la valvola pneumatica corrispondente ad una fila di maniche si apre per qualche centesimo di secondo alimentando con aria compressa un intera fila di ugelli. La linea trattamento fumi è dotata altresì di un ventilatore a tiraggio forzato che assicura non soltanto il trasporto dei fumi attraverso l'impianto di trattamento, ma

7 Pag. 7 di 10 anche la depressione richiesta nella caldaia; tale ventilatore provvede inoltre a scaricare i fumi, attraverso il camino, in atmosfera. Nell'ipotesi di arresto del ventilatore o di un suo malfunzionamento, interviene automaticamente il ventilatore estrattore fumi ausiliario (dimensionato su una capacità di aspirazione ridotta pari a circa il 20 % rispetto al ventilatore di linea) per impedire che la caldaia vada in pressione. Il camino Il camino, alto circa 50 m, è realizzato in lamiera Corten A / AISI 316 L e dotato di apertura con flangiatura per l attacco della mandata dei ventilatori, del portello per l ispezione e l accesso, nonché di scarico delle eventuali condense e precipitazioni meteoritiche. Il camino è inoltre dotato di: N 1 sistema di segnalazione ostacolo per la navigazione aerea; N 1 gruppo scale e passerelle, per raggiungimento delle luci ostacolo ed ispezione generale, realizzate in carpenterie d acciaio al carbonio zincata a caldo; - N 1 passerella ricavata su piano struttura (elevazione +32,5 m) per prelievi fumi; esecuzione idonea per consentire il passaggio in considerazione degli ingombri del sistema di analisi fumi. - N 1 complesso di protezione dalle scariche atmosferiche. Accessori a completamento della del camino: Struttura esterna formante traliccio di sostegno fino alla elevazione di +48,2m; N 1 ascensore/montacarichi esterno, con n 2 punti di sbarco per accesso ai ballatoi di servizio ai piani +32,5 e +44,5. A valle della sezione di trattamento fumi, in opportuna posizione del camino, sono installate le sonde per la misura in continuo delle emissioni, i cui segnali costituiscono parte dei valori utilizzati per il controllo della combustione e dell'impianto di abbattimento. Si ricorda la presenza alla base del camino della cabina SICK con tutta la strumentazione necessaria per il monitoraggio in continua delle emissioni. Gruppo di preparazione e dosaggio del bicarbonato L impianto è caratterizzato dalla presenza di un silo di stoccaggio del bicarbonato completo di doppio scarico per l alimentazione dei due mulini selettori posti uno in stand-by all altro. Il gruppo mulino e scarico silo è gestito da un quadro elettrico locale mentre le restanti utenze di controllo e riempimento del silo bicarbonato sono invece in carico

8 Pag. 8 di 10 al DCS. Il quadro locale è dotato di proprio PLC dedicato alla variazione del dosaggio e del grado di macinazione del bicarbonato attraverso l acquisizione, tramite il DCS, del valore normalizzato di SO2 o HCl rilevato al camino in modo da determinare il quantitativo di prodotto da inviare al reattore. Gruppo di stoccaggio e dosaggio del carbone attivo L impianto è caratterizzato dall installazione di un silo di stoccaggio dei carboni attivi completo di doppio scarico per l alimentazione dei due sistemi di dosaggio e iniezione posti uno in stand-by all altro. Dato che non sono individuati parametri di funzionamento che influenzino il dosaggio dei carboni attivi, la portata è fissata manualmente in funzione della portata del gas corrispondente al regime di funzionamento dell impianto. La regolazione e la gestione del sistema è eseguita con quadro locale dedicato, le restanti utenze di controllo e riempimento del silo di stoccaggio sono invece in carico al DCS. Nella tabella seguente viene riportato quantitativo di reagenti consumati nell anno CONSUMO REAGENTI PER IL TRATTAMENTO FUMI PRODOTTO CHIMICO Bicarbonato di sodio [NaHCO 3 ] Carboni attivi Carbamin 5722 QUANTITÀ ANNUA t 67 t 230 t

9 Pag. 9 di 10 Relazione allegata Relazione L.4.1 Emissioni in atmosfera in fase di esercizio Scheda L.4: EMISSIONI DIFFUSE Le fonti potenziali di emissioni di tipo diffuse sono dovute prevalentemente al conferimento e allo stoccaggio/messa in riserva dei rifiuti in arrivo all impianto, alle vasche di trattamento dell impianto di depurazione fisico-biologica delle acque industriali. Tale tipologia di emissioni risultano più che altro limitate a manifestazioni di odori con un raggio di influenza molto limitato. Di seguito verranno descritte le emissioni odorigene dell impianto, le normative che le regolano e gli eventuali sistemi di mitigazione adottati. Normativa di riferimento per emissioni odorigene La normativa nazionale non prevede norme specifiche e valori limite in materia di emissioni di odori. La prima legittimazione in sede normativa dei metodi sensoriali di misura degli odori è della Regione Lombardia che, nell'ambito delle Linee Giuda per la costruzione e l'esercizio degli impianti di compostaggio (Delibera della Giunta Regionale della Lombardia del 3 agosto 1999), stabilisce un valore limite di 200 UO/m3 alle emissioni a valle dei biofiltri per il trattamento delle arie esauste, determinati con il metodo dell'olfattometria dinamica. In Europa alcuni Paesi hanno adottato il valore limite di 500 UO/m3 per impianti di compostaggio per impianti di trattamento dei rifiuti. La norma EN è riferita al metodo per la misura oggettiva della concentrazione di odore di un campione gassoso usando l'olfattometria dinamica e fornisce una base comune per la valutazione delle emissioni di odore negli Stati membri dell Unione Europea". Nella citata norma vengono discussi concetti fondamentali per le analisi, quali l'odore, l'olfattometro, la diluizione, la soglia, l'emissione, il campionamento e il concetto fondamentale di metodo sensoriale inteso come metodo basato su uno strumento di rilevazione costituito da un senso umano (l'olfatto nel caso dell'olfattometria). Oltre all'esposizione del metodo da usare con relativi materiali, sono trattati anche i concetti fondamentali di ripetibilità (misura della qualità delle misurazioni in laboratorio), riproducibilità (misura della qualità dei risultati ponendo a paragone le misure eseguite in diversi laboratori) e accuratezza (che tiene conto degli errori sistematici del metodo e del laboratorio e degli errori casuali). L'odore è misurato in OU E / m 3 (unità odorimetriche al metro cubo). La concentrazione di odore che non è una misura lineare dell intensità dell'odore, viene espressa come multiplo di 1 OU E in un metro cubo di gas neutro. Emissioni odorigene dell impianto ed azioni di mitigazione adottate Le emissioni olfattive derivano principalmente dal deposito dei rifiuti nella fossa di stoccaggio, dove il possibile istaurarsi di condizioni anaerobiche causa la formazioni di composti maleodoranti e dalla presenza dell impianto di depurazione delle acque industriali e di percolazione dell impianto. Tali impatti vengono mitigati internamente all impianto grazie all adozione di un sistema di aspirazione dell aria dalla fossa di stoccaggio, in modo tale da mantenere la fossa stessa in depressione, l aria aspirata viene utilizzata per la combustione in caldaia. Sono inoltre presenti portoni di chiusura della fossa la cui apertura viene ridotta ai tempi strettamente necessari all operazione di scarico dei rifiuti conferiti all impianto. In merito alla sezione di depurazione fisico-biologica delle acque va specificato che le emissioni che ne derivano sono perlopiù limitate a manifestazioni di odori con raggio di influenza molto limitato.

10 Pag. 10 di 10 Le misure di mitigazione per il parco combustibile consistono nel limitare lo stoccaggio dei rifiuti a quelli con minor grado di putrescibilità. Allegati alla presente scheda ed eventuali commenti Planimetria dell impianto IPPC (atmosfera) e Schema grafico captazioni U

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