PROGRAMMA PROVINCIALE DI INTERVENTI IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE EXTRACOMUNITRARIA anno 2007
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- Daniella Valente
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1 PROGRAMMA PROVINCIALE DI INTERVENTI IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE EXTRACOMUNITRARIA anno 2007 La Regione Piemonte, attraverso il Programma Regionale Triennale 2004/2006, ritiene di promuovere interventi volti a favorire l integrazione dei cittadini stranieri che afferiscono alle seguenti aree: mettere a punto una politica organica, che superi la frammentazione delle numerose iniziative, spesso scoordinate tra loro, per passare dall emergenza agli interventi strutturali e tramutarsi in una programmazione di lungo periodo, più adeguata a rispondere alle esigenze di una popolazione orami stabile sul territorio; superare la logica assistenziale optando da un lato per specifici interventi mirati a rispondere al bisogni degli immigrati, ma dall altro fornire servizi a tutti i cittadini, immigrati e non, per esigenze e problemi comuni; adottare un approccio multisettoriale degli interventi, che tenga conto delle diverse problematiche, attraverso un coordinamento tra le politiche sociali, sanitarie, dell istruzione e della cultura, abitative, formative e del lavoro, e le politiche di cooperazione allo sviluppo nei paesi d origine; attuare il principio di sussidiarietà verticale tra istituzioni pubbliche, e orizzontale tra le stesse e la società civile, che permetta di coinvolgere nella programmazione una pluralità di attori. Prevede, inoltre, che i Piani Provinciali destinino il 10% delle risorse assegnate alle province a progetti volti all integrazione scolastica degli allievi stranieri. All Amministrazione provinciale è, pertanto, demandata, nell ambito degli obiettivi stabiliti a livello regionale, l individuazione delle priorità di intervento e dei progetti da realizzare nel territorio di competenza, in accordo con gli altri soggetti interessati. In particolare gli obiettivi regionali da conseguire sono: 1. Sviluppare la conoscenza del fenomeno immigratorio: attraverso interventi volti a
2 Monitorare la composizione demografica, sociale, religiosa e la distribuzione territoriale secondo il paese di origine della popolazione immigrata; Analizzare il rapporto tra la comunità immigrata e quella di accoglienza; Valutare l inserimento degli stranieri nel contesto lavorativo e scolastico; Studiare le condizioni di vita e i reali bisogni degli stranieri. 2. Favorire il coordinamento di istituzioni, enti e associazioni: attraverso interventi volti a: Favorire l integrazione e lo sviluppo delle attuali reti di soggetti operanti nel settore; Promuovere iniziative mirate alla comunicazione, allo scambio e al confronto di esperienze e alla diffusione di buone prassi, sia a livello locale, che nazionale ed europeo; 3. Favorire il processo di integrazione sociale: attraverso interventi volti a: Favorire l apprendimento delle lingua, della cultura e delle tradizioni italiane; Promuovere la conoscenza delle normative nazionali e regionali e la diffusione della cultura della legalità; Sostenere i Centri interculturali, intesi anche come luoghi di confronto tra le culture e di apprendimento delle cultura piemontese; Implementare le forme di informazione e orientamento all accesso al sistema dei servizi; Sostenere la famiglia e i progetti rivolti a donne e minori; Promuovere iniziative contro la discriminazione e di tutela dei diritti dei cittadini immigrati; Sensibilizzare l opinione pubblica sulle ragioni delle migrazioni; Diffondere la trattazione di tematiche relative all immigrazione; 4. Favorire l inserimento scolastico: attraverso interventi volti a: Educare all intercultura, anche attraverso iniziative culturali di animazione; Favorire l apprendimento dell italiano e della cultura piemontese; Produrre materiale didattico; Formare e aggiornare i docenti; Sostenere iniziative mirate a favorire il rapporto scuola famiglia; Sostenere iniziative tese a sensibilizzare gli alunni sui temi dell emigrazione e dell immigrazione;
3 5. Favorire l inserimento abitativo e lavorativo degli stranieri, prevenire forme di discriminazione sui luoghi di lavoro: attraverso interventi volti a: Favorire l accesso a percorsi formativi e sostenere la valorizzazione delle professionalità; Iniziative volte ad agevolare gli inserimenti lavorativi e l incontro tra domanda e offerta di lavoro; Iniziative mirate a favorire il reperimento di alloggi; 6. Promuovere e sostenere l informazione, la formazione professionale degli operatori e la mediazione culturale: attraverso interventi volti a: Sostenere iniziative di formazione e aggiornamento degli operatori (pubblici e privati) sulle tematiche dell immigrazione; Favorire l utilizzo di mediatori interculturali come facilitatori del processo di integrazione sociale, e la loro formazione; Promuovere la conoscenza e l informazione sui diritti e doveri dei cittadini e sulla cultura della comunità accogliente; Dare compiuta informazione sui servizi pubblici e sulle prestazioni offerte, attraverso anche materiali plurilingue, mezzi di comunicazione e attivazione di sportelli informativi per stranieri; 7. Favorire gli interventi a favore dei minori e delle fasce marginali dell immigrazione: attraverso interventi volti a: promuovere progetti a sostegno dei minori ed in particolare dei minori stranieri non accompagnati; favorire progetti mirati a combattere la tratta e lo sfruttamento di persone straniere e garantire il recupero e il reinserimento delle vittime; sostenere progetti a favore di richiedenti asilo e rifugiati. 8. Valutare il raggiungimento degli obiettivi del programma: attraverso interventi volti a: monitorare e valutare i piani territoriali e i progetti realizzati in relazione al raggiungimento degli obiettivi.
4 LINEE DI INDIRIZZO PROVINCIALE Elaborando i dati della Banca Dati Demografica Evolutiva Regionale della Regione Piemonte relativi alla presenza regolare di immigrati in Italia, ne emerge, per l anno 2004 che la Provincia di Vercelli risulta essere perfettamente nella media italiana, al di sotto della media regionale, in posizione intermedia fra le province a maggior immigrazione (Asti e Cuneo) e quelle che vedono una presenza minore del fenomeno (VCO e Biella). La presenza di popolazione straniera sta registrando un progressivo e costante aumento, soprattutto a Vercelli e nella bassa vercellese: Tabella 1 Cittadini stranieri in provincia di Vercelli negli anni ,3% del totale ,5% del totale ,9% del totale Aree territoriali Tabella 2 Presenza di immigrati in aree territoriali della provincia Totale. Popolazione residente 2004 Totale. Popolazione residente 2005 Popolazione straniera residente 2004 Popolazione straniera residente 2005 % stranieri 2004 % stranieri 2005 Valsesia ,5 3,9 Bassa vercellese ,0 4,5 Città di Vercelli ,3 6,7 Totale ,48 4,9 Da evidenziare la scelta di stabilità che gli adulti compiono, tanto da far crescere i propri figli in provincia, come risulta dal gran numero di minori di 18 anni stranieri regolarmente inseriti nel tessuto sociale.
5 Grafico 1 Gli immigrati in provincia di Vercelli: distribuzione per età < >60 Immigrati valore assoluto Questa voglia di stabilità si rileva anche dall incremento della popolazione scolastica provinciale, che nel 2005 registra la presenza di alunni stranieri, l 11 % degli alunni complessivi, a fronte del 7,9% del L aumento è concentrato soprattutto nella scuola primaria, con maggior presenza di marocchini, seguiti da albanesi, romeni, cinesi. E significativo il fatto che sono presenti sul territorio provinciale immigrati provenienti da più di 120 nazioni, rendendo così veramente complesso il fenomeno migratorio, non semplice da trattare vista l ampia varietà di culture implicate e l assenza di Associazioni di immigrati riconosciute con cui interloquire. Tabella 3 Prime 10 nazionalità presenti in provincia di Vercelli e distribuzione per genere Nazionalita' Totale Maschi Femmine %M %F Marocco ,6 43,4 Albania ,9 45,1 Romania ,1 54,9 Cina ,7 47,3 Ucraina ,7 86,3 Senegal ,5 18,5 Tunisia ,6 34,4 Croazia ,7 41,3 Rep. Dominicana ,8 75,2 Peru' ,3 59,7 Inoltre, la popolazione straniera è distribuita in maniera disomogenea sul territorio, molti piccoli comuni della Valsesia non registrano presenza di extracomunitari, mentre la zona della Bassa, anche per ragioni di confine con altre province particolarmente interessate dal fenomeno, e il capoluogo fanno registrare forti percentuali di presenze.
6 Figura 1 Comuni con maggiore e minore presenza immigrata I dati dei centri per l impiego mettono in evidenza una flessione degli inserimenti rispetto al 2004, con una forte superiorità degli uomini rispetto alle donne, ma il fenomeno delle badanti sta lentamente emergendo mettendo in evidenza una forte presenza di ucraine concentrata in alcune zone particolari, veicolata da una rete informale di domanda-offerta di lavoro. Rispetto alle politiche di integrazione attuate dal territorio, solo il comune capoluogo, vista la notevole percentuale di immigrati, ha ritenuto di attivare diverse azioni: corsi di aggiornamento per gli operatori, creazione di comunità di accoglienza, attuazione di progetti per un fondo di garanzia per contratti di affitto di abitazione e di micro-credito, affidamento di minori, somministrazione di pasti.
7 Normalmente gli interventi dei Comuni si limitano a estendere agli immigrati l offerta del sostegno economico e di agevolazioni ai servizi per cittadini indigenti o in situazione di disagio al pari dei cittadini italiani. Questi dati mettono in evidenza che non siamo più in presenza di una emergenza, ma di una realtà stanziale che dichiara di essersi ben integrata e quindi chiede servizi non più di prima accoglienza, ma una risposta a bisogni di secondo livello, cioè l inserimento scolastico regolare dei figli, una professionalità lavorativa per gli adulti, la richiesta di essere visti come una realtà con legami che vuole mantenere con le proprie radici e tradizioni. Siamo quindi di fronte a una popolazione migrante che vuole realizzare il suo progetto di vita in provincia, attiva processi di ricongiungimento familiare, porta qui i figli, i genitori. Si rende quindi necessario fare una riflessione su questa inversione di rotta: passare dalla gestione dell emergenza, con interventi mirati e specifici, e ripensare servizi nati e cresciuti in una società prettamente italiana facendoli diventare Interculturali. In questa prima fase risulta oltremodo necessario l utilizzo dei mediatori culturali, in grado di supportare i servizi in questo cambiamento, rendendoli in grado di rispondere alle esigenze di una popolazione che cambia per nazionalità, età, cultura. Altra priorità diventa la diffusione dell informazione sia sulla tipologia di servizi che offre il territorio, sia per promuovere la conoscenza delle normative, piuttosto che della legalità, notizie importanti che possono migliorare anche in modo considerevole la vita, assicurando forme di sostentamento, formazione professionale, assistenza sanitaria gratuita, ecc. Un discorso a parte meritano i minori. Accanto agli esponenti delle seconde generazioni, nati in Italia, perfettamente inseriti nel mondo della scuola, se ne affiancheranno altri appena giunti grazie al nuovo ingresso nella CEE, ai ricongiungimenti, o non accompagnati per i quali il percorso sarà ancora lungo: integrazione nel mondo della scuola, formazione professionale, inserimento nel mondo del lavoro. La scuola è quindi il primo sbarramento che il minore incontra nel suo percorso. Diventa il punto centrale su cui ruota la sua integrazione, quindi destinare il 10% delle risorse assegnate alla Provincia di Vercelli alla scuola è assolutamente necessario, valutando la messa in campo di interventi che non siano solo una risposta isolata a un bisogno, ma un progetto più ampio nell ottica di una scuola interculturale. Si inseriscono trasversalmente sulla scuola, ma di diritto su tutto il mondo che entra in contatto con gli extracomunitari, i mediatori culturali, poco utilizzati sul territorio, ma che
8 potrebbero offrire un aiuto a genitori, insegnanti, operatori anche per decodificare dinamiche di identità etniche foriere di conflitti intergenerazionali. Questo servizio diventa insostituibile dato che non ci sono Associazioni di immigrati che in questi anni si sono accreditate in provincia per poter portare a pieno titolo i bisogni ma anche fornire esperti in usi e costumi locali diversi dai nostri. Un paragrafo a parte meritano i nuovi comunitari, in particolare i Rumeni che dal 1 gennaio 2007 sono entrati a far parte della CEE. Si ritiene di andare a verificare la capacità che avrà il territorio di assorbire queste nuove forze lavoro nonché l impatto che avranno sulla società. Area 1 Diffusione delle informazioni 1. Rafforzare l attività di raccolta e lettura dei dati forniti dal territorio, in quanto un rapporto esaustivo può consentire una lettura veritiera della presenza immigrata in provincia. La Provincia ritiene quindi prioritario procedere nell attività di raccolta dati, sollecitata anche da altri soggetti istituzionali, andando ad approfondire alcune tematiche rispetto a quelle trattate negli anni passati, anche in accordo con i soggetti del territorio. Si porrà particolare attenzione nel valutare l impatto che l ingresso nella CEE della Romania avrà sul territorio provinciale. 2. Realizzare materiale informativo in più lingue per promuovere la conoscenza della normativa e la diffusione della cultura della legalità, anche su sollecitazione di soggetti del territorio. Area 2 Mediazione interculturale 1. Incrementare il servizio di Info Point già esistente presso le strutture del territorio, andando a individuare ulteriori possibili sedi, in accordo con i soggetti del territorio e in risposta alle loro necessità. 2. Prevedere la possibilità di effettuare attività di mediazione non continuativa presso ASL e Servizi Sociali, nonché nei momenti di iscrizione iniziale e negli incontri con i genitori nelle scuole che ne faranno richiesta. Area 3 - Minori 1. realizzazione di progetti di sostegno della famiglia, riferiti a donne e minori in difficoltà;
9 2. favorire l inserimento scolastico attraverso l individuazione di progetti mirati in collaborazione con l Ufficio Scolastico Provinciale; Area 4 Associazionismo e realizzazione di una rete di enti e associazioni 1. favorire il coordinamento tra istituzioni, enti ed associazioni per la realizzazione di interventi per extracomunitari; 2. sostenere la nascita di una rete di soggetti extracomunitari o operanti nel settore, per facilitare il processo di integrazione. Area 5 - Valutazione Prevedere forme di monitoraggio e valutazione delle azioni inserite nel piano in relazione al raggiungimento degli obiettivi che lo stesso si pone. Si porrà particolare attenzione ai bisogni e alle azioni indicate nei Piani di Zona per assicurarsi di attivare azioni che rispecchino quanto in essi contenuto e che possano contare su un supporto fornito da soggetti pubblici e privati che operano all interno dell ambito territoriale delimitato dal piano. Verrà Inoltre valutata la continuità nonché la sostenibilità delle azioni che dovranno inserirsi in un piano di attività che si vanno a garantire al territorio, non in un ottica di emergenza, ma di inserimento permanente nel tessuto sociale ed economico dei cittadini extracomunitari.
10 PROGETTI INDIVIDUATI PER L ANNO Sviluppare la conoscenza del fenomeno migratorio: monitorare la composizione demografica, sociale e la distribuzione territoriale degli immigrati, l inserimento lavorativo e scolastico, le condizioni di vita, l impatto che l ingresso della Romania nella CEE avrà sul territorio vercellese. Le risorse finanziarie assegnate a tale azione saranno pari a 8.000,00; 2. Favorire il coordinamento tra istituzioni, enti ed associazioni in particolare sostenere la nascita di reti di soggetti extracomunitari o operanti nel settore, prevedendo un finanziamento pari a 9.000,00; 3. favorire l apprendimento della lingua, della cultura e delle tradizioni italiane, promuovere la conoscenza della normative e promuovere la diffusione della cultura della legalità, prevedendo un finanziamento pari a 4.000,00; 4. favorire l accesso al sistema dei servizi, l orientamento, l informazione, sostenere la famiglia e i progetti riferiti a donne e minori per un costo complessivo pari a ,00; 5. favorire l inserimento scolastico in raccordo con l Ufficio Scolastico Provinciale, tenendo conto degli interventi già finanziati su altre linee guida regionali, per un costo complessivo pari a ,00; 6. Garantire il servizio dei mediatori culturali presso gli Infopoint provinciali, andando ad incrementare i punti informativi sul territorio, prevedendo un costo complessivo pari a ,00; 7. Promuovere progetti a sostegno dei minori, volti a combattere la tratta e lo sfruttamento di persone straniere, piuttosto che in favore di richiedenti asilo e rifugiati, prevedendo un costo di 4.000,00; 8. prevedere forme di monitoraggio a valutazione delle azioni inserite nel piano provinciale, in relazione al raggiungimento degli obiettivi che lo stesso si pone, prevedendo un costo pari a 6.000,00; 9. mantenere un fondo a disposizione di Enti e/o Associazioni che chiedano un sostegno economico per far fronte a situazioni di emergenza legate alla presenza di cittadini extracomunitari. Il finanziamento assegnato a questa azione è di ,00;
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