RELAZIONE PAESAGGISTICA

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1 REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO COMUNE DI LESEGNO IMPIANTO IDROELETTRICO ED IRRIGUO SUL TORRENTE CORSAGLIA Centrale "San Bernardo" Provvedimento dirigenziale n. 49 del del Settore Gestione del Territorio - Ufficio VIA Documentazione ai sensi del D.Lgs 387/2003 RELAZIONE PAESAGGISTICA DATA PROGETTO Dicembre 2011 SCALA Elaborato 19 GRUPPO DI PROGETTAZIONE RICHIEDENTI STUDIO DI INGEGNERIA Dott. Ing. ANTONIO CAPELLINO Via Rosa Bianca, Mondovì - (CN) 0174/ studiocapellino@alice.it PEC antonio.capellino@ingpec.eu STUDIO TECNICO Dott. Geol. Luca Bertino Via Risorgimento, Mondovì (CN) 0174/41589 lucabertino@libero.it S.C.S. s. r. l. Via Divisione Cuneense, Bernezzo - (CN) P.IVA. - C.F. e R.I ing Carlo SIMONDI Dott. Arch. DANIELE BORGNA Via G. Pascoli, 39/ Mondovì (CN) arch.borgna@virgilio.it Dott. Ing. ALBERTO BONELLO Strada di Pascomonti Mondovì (CN) ing.bonello@ .it Geom. ALBERTO BALSAMO S.S. 28 Nord, Mondovì (CN) alberto.balsamo@geopec.it Dott. For PAOLO CORRENDO Via Pellico, Bernezzo Fraz. San Rocco (CN) correndo@libero.it Consorzio irriguo Bealera Prato Nuovo e Tanaro Sottano Località Bonone, Lesegno - (CN) C.F. LCNGLL54L17E546S per il consorzio Guglielmo LUCIANO Si riservano tutti i diritti di divulgazione e/o riproduzione del presente documento senza specifica autorizzazione ai sensi della legge n.633 e s.m. ed int.

2 Dott. For. Paolo Correndo Indice generale PREMESSA... 2 La valutazione visiva del paesaggio... 3 PARTE 1 - DESCRIZIONE DEL SITO... 5 Quadro territoriale... 5 Inquadramento storico e cenni architettonici... 7 Aspetti fisico-morfologici... 9 Componente vegetazionale, flora e fauna Vegetazione Fauna PARTE 2 - DESCRIZIONE DELL'OPERA IN PROGETTO Opera di sbarramento e presa Canale di adduzione e vasca di sedimentazione Condotta forzata Centrale idroelettrica INTERFERENZE DELLE OPERE CON IL PAESAGGIO Analisi dei quadri di visuale Coerenza con il piano paesaggistico regionale RENDERING 3D DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO CONCLUSIONI Allegati

3 Dott. For. Paolo Correndo PREMESSA La presente relazione ha lo scopo di valutare la compatibilità paesaggistica degli interventi previsti nel presente progetto secondo quanto previsto nell'art. 146, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo del 22 Gennaio 2004, n 42. Di seguito si provvederà alla descrizione dello stato attuale del bene interessato dagli interventi, alla descrizione degli elementi di valore paesaggistico presenti, degli impatti sul paesaggio, delle trasformazioni proposte e degli eventuali elementi di mitigazione e di compensazione previsti al fine di permettere, all'amministrazione competente, la verifica della conformità degli interventi alle prescrizioni contenute nei provvedimenti di dichiarazione di interesse pubblico e negli eventuali piani paesaggistici. Al fine di completare l'analisi paesaggistica dell'area oggetto degli interventi è necessario fare riferimento ad altri documenti contenuti nella presente Valutazione di Impatto Ambientale.

4 Dott. For. Paolo Correndo La valutazione visiva del paesaggio ll paesaggio, nella sua accezione più vasta, rappresenta e costituisce la sintesi dell insieme di tutti gli elementi percettivi presenti in un determinato ambito territoriale. Alla caratterizzazione del paesaggio concorrono indistintamente sia gli elementi naturali che quelli antropici. Per questo, il paesaggio rappresenta una componente ambientale in continua evoluzione, in cui, agli elementi naturali quali la morfologia, la litologia, la vegetazione spontanea, il clima, tutti in lenta evoluzione, si intercalano i segni dell antropizzazione che concorrono a determinare le modificazioni più rapide. Il paesaggio, sia quale memoria storica dell evoluzione di un territorio che mantiene ed evidenzia i segni delle modificazioni naturali e di quelle dovute agli usi ed attività pregresse, sia quale elemento di percezione estetico-visiva, costituisce un bene culturale di interesse collettivo e, come tale, entra di diritto a far parte delle componenti ambientali. L obiettivo degli studi di analisi e valutazione paesaggistica è di fornire tutti quegli elementi conoscitivi utili ad un corretto inserimento delle opere nel paesaggio, senza alterarne le peculiarità, perderne le memorie storiche, innescare processi di dequalificazione, peggiorarne la qualità percettiva. In sintesi, la compatibilità paesaggistica dell opera coincide con la capacità intrinseca del paesaggio di assorbire il nuovo inserimento/modificazione senza innescare e subire processi di deterioramento funzionale e scenico. Alla verifica di quanto sopra, si è pervenuti attraverso le seguenti fasi di analisi: Caratterizzazione del paesaggio: l'analisi paesaggistica, condotta a livello comunale, è stata sviluppata sia in termini generali con l inquadramento degli aspetti naturalistici ed antropici, sia individuando eventuali elementi puntuali di particolare pregio o disturbo. Il tutto si è tradotto in una definizione complessiva della qualità del paesaggio. Gli elementi conoscitivi di detta analisi sono stati tratti sia da osservazione diretta mediante sopralluoghi, sia da esame di aerofotografie attuali. Caratterizzazione dell'opera in progetto: in questa fase saranno descritte, per quanto di competenza paesaggistica, le caratteristiche attuali del sito (in assenza di intervento), le opere da realizzare, le attività di esercizio, gli interventi di mitigazione previsti in fase di esercizio e le opere di sistemazione ambientale finali. Si sono valutate le modificazioni che l opera in progetto indurrà negli usi del territorio, nella

5 Dott. For. Paolo Correndo struttura e stabilità paesaggistica, la durata delle azioni modificative e le soluzioni proposte per ridurne gli effetti negativi. Analisi dei quadri visuali e valutazione dell'impatto visivo causato dall'opera.

6 Dott. For. Paolo Correndo PARTE 1 - DESCRIZIONE DEL SITO Quadro territoriale Le opere in progetto sono ubicate nel Comune di Lesegno (CN) ed in particolare presso la confluenza del Torrente Corsaglia con il Fiume Tanaro. L'area è attraversata dalla Strada Provinciale n. 12 che percorre il fondovalle del Tanaro tra Mondovì ed Alba e dall Autostrada A6 Torino Savona. Figura 1 Inquadramento geografico dell area vasta Le opere sono soggette ad autorizzazione paesaggistica in quanto il territorio sul quale verranno eseguiti i lavori, posto lungo il Fiume Tanaro, ricade all'interno di un'area sottoposta a vincolo di tipo ambientale, in quanto interessa "Fiumi, torrenti e corsi d'acqua pubblici e relative sponde", conosciuto anche come Vincolo 431/85, art. 1, lettera c, oggi identificato dal D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137.

7 L'art. 142, comma 1, lettera c del suddetto Decreto Legislativo definisce infatti come oggetto di tutela e valorizzazione per il loro interesse paesaggistico: "i fiumi, torrenti, ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi di cui al testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna". Con riferimento all aspetto estetico, il paesaggio dell area in esame presso l alveo risulta essere caratterizzato dalla presenza di numerosi ambienti naturali e/o seminaturali, da una morfologia varia e da una configurazione raccolta dei luoghi. Formazioni boschive, arbustive e prati si alternano continuativamente lungo le sponde del Torrente Corsaglia, creando un panorama vario e gradevole per la compresenza di forme, dimensioni, colori e tessiture differenti. Alla variabilità vegetazionale si aggiunge quella legata alla morfologia dell alveo: dal centro del letto alle sponde si susseguono isole di varia dimensione, greti ciottolosi, spiaggette sabbiose, rive più o meno inerbite e terrazzi di raccordo più o meno elevati rispetto all alveo. Ne deriva che la visuale risulta catturata dal percorso del torrente, anche perché il medesimo scorre ad una quota inferiore rispetto al piano di campagna, ma non costretta, sia per la larghezza dell alveo, variabile in funzione della presenza e dell ampiezza delle aree golenali, sia per la disposizione delle superfici, la cui collocazione su quote differenti determina la presenza di varchi visivi verso il paesaggio retrostante. In quest ambito gli elementi di disturbo visivo sono rappresentati dai ponti della S.S. 12 e dal viadotto dell autostrada To-Sv. A livello di area vasta il paesaggio risulta essere caratterizzato, invece, da una configurazione più aperta e dalla presenza predominante di ambienti artificiali. La visuale abbraccia un orizzonte piuttosto ampio in cui il panorama risulta essere costituito in prevalenza da prati presso le superfici pianeggianti e da boschi presso i rilievi. In tale contesto il sistema insediativo e infrastrutturale incide in maniera significativa sul paesaggio: sul territorio sono, infatti, presenti numerosi centri abitati, da grandi a piccoli, case sparse, poco numerose, soprattutto, aree produttive di diversa natura, alcune anche di grande dimensione, nonché varie infrastrutture viarie. Nella fattispecie gli elementi che presso l area di intervento determinano il maggior impatto visivo, come dimostrato anche dalla foto aerea sono il viadotto autostradale e il ponte della S.P. n 12.

8 Figura 2 Estensione del Vincolo Paesaggistico ex lege 431/85 e 1089/39. Inquadramento storico e cenni architettonici Lesegno ha origini molto antiche e il suo nome viene fatto risalire alla voce Lux Ignis che è inserita nello stemma comunale, ma c è anche chi sostiene la derivazione da Laeso Ligno cioè legno tagliato per indicare una notevole estensione di boschi tagliati per far posto all abitato. Il centro è costituito da due nuclei importanti, situati uno di fronte all altro sui rilievi della valle in cui scorre il torrente Mongia. Villa è la borgata ove hanno sede il Comune, le scuole, la parrocchiale ed il settecentesco castello. Prata è l altra frazione, anch essa di origini molto antiche. Nel X sec. risulta che il villaggio di Lesegno appartenesse alla contea di Andrate, posseduta dai marchesi di Susa. Nel 1013 il marchese di Susa, Olderico Manfredi, vendette il castello di Lesegno con le sue pertinenze, un ampio tenimento e due cappelle, dedicate l una a S. Maria e l altra a S. Nazario, al prete Alfredo o Sigifredo. Passato al vescovo di Asti fu da questi ceduto ai marchesi di Ceva che vi ebbero giurisdizione fino al sec. XVII.

9 Dopo alterne vicende venne eretto in marchesato nel 1790 ad assegnato a Cesare Gaspare, marchese di Ceva e di Lesegno. Durante l occupazione spagnola (1649) subì gravi danni, così come pure nel 1796 per il saccheggio delle truppe napoleoniche. Nell ambito architettonico assumono un certo rilievo i castelli, che risulano tre: uno sorgeva a Mongrosso, ma fu distrutto nel 1500 per ordine dei Savoia; un secondo, eretto forse dai Saraceni, di cui restano pochi ruderi tra cui una torre ed alcuni muri perimetrali, era conosciuto come il Castellazzo e si trovava in località San Gervasio; il terzo castello, il più importante, sorgeva in regione Villa. L antica fortezza era cinta da muraglioni, torri e fossati e fu possesso di parecchi feudatari. Della prima costruzione restano ancora una torre mozza, avanzi di mura ed i sotterranei, sui suoi ruderi è stato edificato l attuale palazzo nella prima metà del sec. XVIII. Il castello fu sede del quartier generale di Napoleone Bonaparte durante la prima campagna d Italia nel Figura 3 : Beni urbanistici ed architettonici

10 Figura 4 Estratto cartografia Beni urbanistici ed archeologici Nell'area oggetto dei lavori non si riscontrano elementi architettonici di particolare rilievo in quanto tutte i beni architettonici ed urabistici sono collocati sulla alta pianura, mentre il territorio in cui si collocano le opere è l area di fondovalle del Torrente Corsaglia. Aspetti fisico-morfologici Il paesaggio della pianura cuneese e dei fondovalle più prossimi a questa è fortemente caratterizzato dalle attività antropiche: grande importanza rivestono non solo le colture agrarie, rappresentate prevalentemente da prati, coltivati in funzione degli allevamenti, ma anche le attività artigianali e industriali, concentrate presso i nuclei abitati di maggiori dimensioni. Con riferimento alla Carta dei paesaggi agrari e forestali del Piemonte redatta dall I.P.L.A. (Settore Suolo e Settore Cartografia Informatica, 1992; aggiornamento del 1997), il cui estratto è riportato nel Tav. 10, l area oggetto di intervento è ascrivibile all Unità di Paesaggio LII6, di cui si riporta di seguito la scheda illustrativa. Questa, a livello di area vasta, risulta essere in stretta attinenza con le unità BI10 verso NO, EI2 verso NE-E, OI3, OI4, OI9 verso S.

11 Sistema L, Rilievi Collinari Meridionali (Langhe): Inquadramento: Rilievi di notevole mole ed elevazione (900 m), solcati da profondi torrenti; il disegno di un processo erosivo assai intenso contrappone ritmicamente asimmetrici rilievi su versanti diversamente acclivi. Il capriccio tettonico ha determinato la generale esposizione a nord-ovest di più lunghi e morbidi pendii, oggi totalmente occupati dai coltivi tra una diffusa presenza di dimore sparse. Caratteri prettamente forestali hanno invece frenato, ma non impedito, il dissodamento dei più ripidi, pietrosi e brevi versanti meridionali (assetto geologico a reggipoggio); dopo gli abbandoni il bosco vi si estende in forte ripresa tra superstiti piccoli campi e vuoti nuclei abitativi di un mondo contadino ormai quasi scomparso. Larghe e ammirevoli testimonianze del suo secolare lavoro restano nei casolari e negli estesissimi muretti di pietra a secco che si arrampicano sui pendii meglio esposti. In territori più orientali e meridionali (Spigno Monferrato), fisionomie in parte riconducibili a Sovraunità della Fascia Preappenninica, dove l'uomo ha dovuto sempre misurarsi con la fragilità di litologie marine sempre predisposte al dissesto calanchivo. Sottosistema II, Alta Langa : Caratteri costitutivi il paesaggio: Forme, profili e percorsi: pendii a profilo rettilineo, crinali arrotondati, valli a V asimmetrica; Fascia altimetrica: m; Dislivelli: fino a 600 m; Pendenze: 30-80%; Aspetti climatici particolari: velatura estiva e notevole limpidità invernale; Orientamento colturale agrario: foraggero prato pascolo; Copertura forestale: cedui adulti/maturi; Variazioni cromatiche stagionali: poco marcate; Grado di antropizzazione storica: moderato; Grado di antropizzazione in atto: moderato; Periodi di forte antropizzazione: dall inizio del XIX secolo;

12 Densità insediativa: 40-89; Distribuzione insediativa: centri minori; Dinamica dei paesaggio: sostanziale cambiamento degli ordinamenti colturali (monocultura); Effetti della dinamica del paesaggio: valorizzazione ambientale.

13 Interpretazione: Articolati e netti cambi ambientali caratterizzano questo Sottosistema, costituito in gran prevalenza da alternanze di crinali e fondivalle, tra loro paralleli. Il capriccio tettonico ha creato condizioni più favorevoli alle colture per versanti meno ripidi, aperti e ospitali solo a mezzanotte; una copertura forestale riveste invece per lo più versanti scoscesi a mezzogiorno (Valli Belbo, Bormida di Millesimo e Uzzone). Nella fase di colonizzazione più spinta, l'uomo non ha rinunciato a sfruttare anche queste parti più ripide e rocciose, ma più soleggiate, dissodando, con lavoro manuale di generazioni, ogni lembo disponibile, al limite delle possibilità produttive, con intense opere di miglioramento e di governo. Ne restano imponenti testimonianze nei terrazzi artificiali, d'arenaria, ormai incolti. Conifere e latifoglie, non più contenute, stanno riprendendo il loro dominio in questi luoghi, ormai pressochè deserti; netta é la contrapposizione ancora agraria dell'opposto versante, giunta tardi su questi territori, coperti da boschi fino alla metà dell'ottocento. Localmente l'attuale orientamento agrario ha trovato recenti sviluppi in colture legnose da frutto o, più in altitudine, dopo l'abbandono dei campi (Murazzano), nell'espansione delle foraggere e del pascolo ovino. Sovraunità 6: Ambienti agrari. Il solco del Tanaro divide questa Sovraunità dalla Sovraunità L II 9, di cui la L II 6 ne costituisce una logica conclusione geolitologica. Ma nella L II 6, rispetto alla L II 9, cambiano però altri importanti caratteri, per morfologie meno elevate, che hanno consentito all'uomo di insediarvisi con una agricoltura più variegata, avendo come centro di riferimento Mondovì. Come emerge anche dall analisi della ripresa aerea, nell area in esame il paesaggio è caratterizzato dalla predominanza della copertura boschiva, la quale, dunque, per estensione, per continuità e connessione, costituisce la matrice del paesaggio. Nello specifico la matrice si compone, a partire dalle quote maggiori, di: tessere a castagneto, grandi ed unite tra loro a formare un mosaico pressoché continuo e diffuso presso i rilievi in destra idrografica, meno sviluppato e maggiormente localizzato alla base dei rilievi in sinistra idrografica; tessere a querceto e tessere a faggeta, di medio-piccola dimensione e puntualmente presenti nelle porzioni medio alte verso la sommità dei rilievi, in associazione alle precedenti; tessere a boscaglie pioniere d invasione, costituenti strette e lunghe fasce presenti lungo i versanti vallivi e in corrispondenza di coltivi abbandonati.

14 In generale si tratta di un sistema caratterizzato da un valore ecologico significativo, sia per il buon grado di naturalità che caratterizza la copertura boschiva, sia per la biodiversità dello stesso (= varietà di tessere presenti) nonché per l estensione e la continuità del medesimo, che garantiscono al sistema una buona capacità di adattamento alle eventuali trasformazioni antropiche esterne. All interno della matrice, le aree riparali, i coltivi e le aree urbanizzate costituiscono le principali macchie del mosaico paesaggistico. Le prime sono formate da tessere a vegetazione ripariale, strette ed allungate formano lungo le sponde del T. Corsaglia strette fasce, evolute e sostanzialmente solo in sponda dx, frammentate dalle scogliere e giovani in sn, e dalle tessere a greti erbosi, identificabili con gli accumuli di sedimenti presenti all interno od in prossimità del letto del Torrente Corsaglia. Le seconde sono composte da tessere eterogenee per forma e composizione, poco rappresentate sul territorio e per lo più coincidenti con seminativi e/o impianti arborei non più gestiti e localizzati presso i rilievi. I coltivi sono costituiti principalmente da tessere a prato, da piccole a grandi e di forma sub-regolare, interessano la maggior parte delle superfici libere da bosco, presso la piana del Torrente, e, localmente, i rilievi, specie in destra idrografica; tessere a prato-pascolo, di dimensione da piccola a media e di forma irregolare, interessano sia il fondovalle, sia i rilievi, in destra idrografica; tessere ad arboricoltura da legno (pioppeti e altre colture da legno, di dimensione medio-piccole e forma regolare si rinvengono sporadicamente presso la piana che ospita il corso d acqua ed i primi rilievi in sinistra idrografica. Le aree urbanizzate, infine, sono caratterizzate da numerose tessere di dimensioni variabili da piccole a molto grandi e corrispondenti ai centri abitati, Lesegno capoluogo e Prata, agli insediamenti di allevamento intensivo presenti ed alle strette fasce occupate dalla viabilità. Questa, in particolare, da un lato costituisce il sistema connettivo del sistema antropico, dall altro rappresenta la principale causa di frammentazione degli ambienti naturali presenti nell area, ovvero della matrice boschiva e dell ecosistema fluviale. In generale, il sistema delle macchie è caratterizzato da un valore ecologico contenuto, per la predominanza degli insediamenti antropici rispetto alle aree naturali e seminaturali. Tuttavia, va anche considerato che prati e

15 pioppeti costituiscono sistemi meno impattanti sull ambiente rispetto ad altri sistemi produttivi tipici della pianura (agricoli intensivi ed industriali) e che gli ambienti naturali e semi-naturali, sebbene poco rappresentati presso le superfici dell area in esame, contribuiscono, unitamente alla matrice boschiva, a compensare il disturbo arrecato dal sistema antropico preservando la stabilità della configurazione paesaggistica attuale. Il territorio in cui si inserisce l'opera in progetto è un ampio fondovalle cinto dal terrazzamento fluviale principale. Le attività umane si concentrano nelle aree pianeggianti, ove sono presenti le principali infrastrutture viarie ed i principali centri abitati. Sono infatti presenti infrastrutture viarie ed abitati di rilievo lungo il fondovalle del Tanaro e sulla pianura Monregalese di sinistra Tanaro, mentre in destra i rilievi collinari della Langa evidenziano una vocazione prettamente agricola ed un tessuto urbanistico più frammentato. Assumono un interesse paesaggistico i terrazzamenti fluviali che si presentano con elevazioni anche superiori a 100 m ed hanno una copertura forestale fitta. In alcuni settori ed in particolare a causa dell'erosione fluviale il terrazzamento è scoperto ed emergono chiare pareti di marnose. Secondo la classificazione dei paesaggi agrari e forestali elaborata dalla Regione Piemonte, in collaborazione con l'ipla, il territorio comunale ricade nelle seguenti categorie: sistema paesaggio A Rete fluviale principale Per meglio comprendere tale classificazione, è utile sapere che essa propone la suddivisione del territorio regionale in aree omogenee dal punto di vista delle componenti paesaggistiche, procedendo dal generale al particolare secondo i seguenti tre livelli: 1. SISTEMI: insiemi ambientali che, per salienti analogie di forme, coperture ed altri elementi costitutivi, identificano i fondamentali e più significativi scenari del panorama regionale; 2. SOTTOSISTEMI: ambiti geografici differenziati all'interno dei rispettivi Sistemi di appartenenza, per

16 condizioni dettate dall'ambiente naturale o dalla diversa azione antropica sul territorio, che conferiscono globalmente all'assetto ambientale aspetti fisionomici con caratteri propri; 3. SOVRAUNITA': areali che comprendono più circoscritti territori, costituiti da più unità di paesaggio che si differenziano, all'interno dei sottosistemi di appartenenza, per una o più caratteristiche ambientali e/o colturali predominanti. Si riporta nel seguito uno stralcio della Carta dei paesaggi agrari e forestali, e la relativa legenda. Figura 5 Sistemi di paesaggio

17 Figura 6 Didascalia sistemi di paesaggio L'area in cui si collocano le opere è posta lungo la rete fluviale principale, che nel caso in esame è rappresentata dal Fiume Tanaro e dal T. Corsaglia. In destra idrografia ritroviamo i terrazzamenti alluvionali del cuneese e monregalese, mentre in destra si sviluppano i rilievi collinari delle langhe. L'area è quindi in un ambito di forte variabilità paesaggistica

18 Componente vegetazionale, flora e fauna Vegetazione Nell area della confluenza del T. Corsaglia nel Tanaro il corso d acqua principale ha inciso una valle ad U che separa la pianura monregalese, in sinistra orografica, dalle colline della Langa, a destra. Tuttavia nella zona di interesse sono presenti colline anche in sinistra orografica che separano la Piana di Ceva e Lesegno dalla pianura principale. Le scarpate della valle principale sono particolarmente scoscese ed in più tratti lasciano il posto a delle falesie sub-verticali. Il Fiume Tanaro ed il Torrente Corsaglia creano molte anse che serpeggiano nel fondovalle creando territori pressoché pianeggianti delimitati dall alveo e dalla scarpata principale della valle ad U. I sopracitati terreni sono generalmente coltivati, invece le scarpate sono coperte da vegetazione arborea, che si interrompe presso le pareti sub-verticali. Dal punto di vista geologico l intera valle si presenta come un incisione nello strato marnoso che costituisce il substrato di base delle vicine coline e pianure. Ovviamente sul substrato marnoso sono presenti depositi alluvionali e terreno vegetale, ma nell intorno particolare dell intervento in progetto la valle si stringe, così lo strato marnoso è particolarmente superficiale ed affiorante specialmente nelle pareti sub-verticali. Nelle ampie aree planiziali pianeggianti la destinazione d uso è agricola, con estese aree a seminativi, in particolare nell area in corrispondenza del viadotto dell autostrada e nell area oggetto dela realizzazione della vasca di seimentazione. La vegetazione spondale presenta delle caratteristiche comuni a tutto il tratto sotteso: la composizione è mista, con ciliegi, frassini, ontani, salici bianchi, ma la specie predominante è la robinia. Nono si rilevano pertanto nell are in studio degli ontaneti o dei saliceti riapari veri e propri, ma in genereale è presente una bordura di ampiezza variabile da 2 a 10 m con alcune interruzioni in corrispondenza di opere trasversali di difesa fluviale. Ai piedi della scarpata, della collina in destra orografica presso l opera di presa si evidenzia un area boscata di limitate dimensioni compresa tra la sponda dell alveo e l ampio seminativo, in tale zona sono presenti per lo più robinie frammiste a pioppi, mentre nella parte spondale sono presenti salici arbustivi, salici bianchi, pioppi, e ontani.

19 La condotta in pressione interrata attraversa, nel tratto compreso tra il bacino di sedimentazione e l attraversamento in subalveo del torrente, un area coltivata a seminativo e a prato intervallata da una breve area boscata dove sono presenti essenzialmente robinie, pochi ontani e più verso la sponda destra del torrente salici e pioppi. In sinistra idrografica, in corrispondenza dell attraversamento in subalveo della condotta si trovano salici arbustivi, salici bianchi, pioppi e pochi ontani, Proseguendo nel terrazzo in sinistra seguendo il tracciato della condotta interrata fino alla posizione del fabbricato della centrale in progetto si trovano essenzialmente robinie e pioppi e tra le specie accompagnatrici sono state rinvenute olmo, ciliegio; il sottobosco è per lo più caratterizzato da rovo, sambuco e sanguinello. Sulle due scarpate della strada provinciale nei pressi del fabbricato della centrale in progetto è presente un fitto robinieto in cui si rileva la presenza di alcune farnie da alto fusto, con olmo e sanguinello, evonimo nel piano dominato. Nell area compresa tra il piede della scarpata stradale e la sponda sinistra del Fiume Tanaro, in prossimità della restituzione in progetto, sono presenti rovo, sambuco e sanguinello mentre più a monte verso la sponda sinistra del torrente Corsaglia sono presenti esclusivamente robinie. Fauna Nelle aree planiziali assumono un rilievo faunistico le aree residuali risparmiate dall'agricoltura intensiva e dalle monocolture. In particolare tali aree si concentrano lungo le sponde dei corsi d'acqua e di canali, rappresentando un corridoio ecologico per mammiferi e specie ornitiche. Nell'area in studio, lungo il Torrente Corsaglia sono presenti diversi terrazzi di origine fluviale, che presentano una copertura forestale autoctona anche fitta, oltre a saliceti golenali ed incolti che consentono di sostenere una popolazione faunistica sufficientemente varia.

20 PARTE 2 - DESCRIZIONE DELL'OPERA IN PROGETTO Le opere in progetto verranno descritte sotto il profilo della percezione visiva e dell'inserimento paesaggistico. Verranno riportate sommariamente le finalità delle opere previste, definendone l'occupazione spaziale e soprattutto i materiali e le alterazioni previste sul paesaggio. Il progetto oggetto del presente studio è rappresentato da una centrale idroelettrica ad acqua fluente realizzata in corrispondenza di un meandro del Torrente Corsaglia. La realizzazione dell impianto in progetto comporta essenzialmente le seguenti lavorazioni: realizzazione di una traversa fluviale, realizzazione della presa, realizzazione di un canale di adduzione al bacino di sedimentazione, realizzazione del bacino di sedimentazione, di carico con sgrigliatore, realizzazione della condotta in pressione da bacino di carico a locale turbine, realizzazione dell edificio della centrale di produzione,

21 realizzazione della condotta di restituzione, realizzazione di una cabina di trasformazione Enel, realizzazione di una condotta per adduzione portata irrigua al consorzio bealera Prato nuovo e Tanaro Sottano. recupero ambientale. Il progetto prevede la realizzazione di una derivazione idroelettrica ed irrigua dal torrente Corsaglia in comune di Lesegno in località San Bernardo. La derivazione viene effettuata tramite la realizzazione di una traversa fluviale sul torrente Corsaglia prevista circa 400 metri a valle del ponte dell'autostrada A6 Torino-Savona. La struttura dello sbarramento è prevista di due elementi: uno fisso, il cui coronamento è previsto a quota 341,00 m s.l.m. ed uno mobile ovvero uno sbarramento gonfiabile posto sul primo con altezza utile di 1,20 m. La presenza del sistema gonfiabile elastomerico è celata dal parziale rilascio del deflusso minimo vitale sullo sbarramento mobile. L opera di derivazione è prevista in sponda destra del Torrente Corsaglia, sopra un terrazzamento posto ai piedi della collina. Dall opera di presa si diparte una canalizzazione a cielo aperto, posta interamente sotto il piano campagna in c.a. della sezione di larghezza 5,00 m e di altezza variabile tra 2,50 m a 2,70 m della lunghezza di circa 180 metri, che permette l apporto della portata derivata ad una vasca di sedimentazione con successivo bacino di carico completato da sgrigliatore automatico. Dal bacino di carico è prevista una canalizzazione totalmente interrata ad elementi prefabbricati con sezione in c.a. delle dimensioni interne di 2,00x3,00 m e dello sviluppo di circa 385 m che convoglia l acqua alla centrale di produzione. La centrale di produzione è prevista in un area a valle del rilevato della Strada Provinciale 12 e si presenta come un fabbricato parzialmente interrato avente le caratteristiche costruttive degli edifici rurali dell area. Il canale di restituzione totalmente interrato è costituito da tre differenti tratti, il primo e l ultimo che sono veri e propri raccordi e il secondo lungo circa 60 m che attraversa in profondità la strada provinciale n 12 ed è costituito da 2 tubi paralleli in cemento armato del diametro interno di 240 cm. La pendenza del canale di

22 restituzione, pari al 2, è costante per tutte le sezioni ed il punto di scarico è previsto a quota 331,76 slm. Le caratteristiche del prelievo risultano: portata massima derivabile = 16,000 m³/s; portata derivata media uso idroelettrico = 5,195 m³/s; uso irriguo = 0,005 m³/s portata derivata minima uso idroelettrico = 1,400 l/s; DMV di base (Torrente Corsaglia) da calcolo = 776 l/s Rilascio tramite modulazione di tipo B con due step minimi : 1,150 m³/s nei mesi di Gennaio, Febbraio, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre, Dicembre 1,725 m³/s nei mesi di Marzo, Aprile, Maggio,Giugno, Novembre. Il bacino imbrifero del torrente Corsaglia sotteso alla sezione di presa possiede i seguenti parametri morfologici principali: superficie = 304 km 2 ; altitudine massima = 2652 m s.l.m.; altitudine minima (sezione di presa) = 342 m s.l.m; Le principali caratteristiche tecniche e dimensionali dell impianto idroelettrico sono: portata derivata media = 5195 l/s; salto idraulico = 8,80 m; producibilità media = 3,13 GWh/anno.

23 Opera di sbarramento e presa La traversa fluviale sul torrente Corsaglia è costituita da una soglia fissa a quota 341,00 m s.l.m. con ulteriore sbarramento mobile di altezza 1,20 m. La struttura fissa raccorda un dislivello tra monte e valle di 1,35 m, è in cemento armato e presenta due taglioni, di monte e di valle. Il paramento di valle è rivestito con massi ciclopici al fine di proteggere la sottostante struttura ed aumentare la scabrezza superficiale. A valle dello scivolo è presente una platea a risalto idraulico composta da massi ciclopici intasati in calcestruzzo. La struttura mobile è ancorata alla soglia fissa per l intera larghezza di 47,20 m oltre alle spalle alle due estremità che sono inclinate di 45. In sponda destra orografica sono ricavati il passaggio artificiale per l ittiofauna e lo scarico di fondo. Il passaggio artificiale per l ittiofauna è di tipo a bacini successivi. L alimentazione da monte ed il passaggio tra le vasche consecutive sono garantiti da stramazzi superficiali e luci sottobattente. A sinistra del passaggio artificiale per l ittiofauna, a ridosso della soglia di derivazione è previsto il sistema di scarico di fondo. Esso è costituito da una paratoia a settore larga 2,00 m e profonda 2,20. L opera presa è collocata in sponda destra orografica ed è costituita da una soglia a quota 340,60 m s.l.m., con larghezza utile di 13,50 m. L alimentazione idraulica della presa è vagliata da un dispositivo paratronchi posto immediatamente prima della soglia di derivazione. La soglia di derivazione è dotata di n 3 paratoie piane della larghezza unitaria di 4,50 m. A tergo della soglia è presente una vasca di presa a cielo aperto che alimenta il successivo canale di adduzione interrato. Canale di adduzione e vasca di sedimentazione Il canale di adduzione è posto tra la presa e il bacino di carico, a cielo aperto, largo 5,00 m ed alto 2,50-2,67 m, dello sviluppo di circa 167 m. E progettato per funzionare a pelo libero, il fondo del canale inizia a 340,20 m s.l.m. e termina a 340,05 m s.l.m.. Lungo il percorso, lievemente curvo, del canale di adduzione è presente una sezione di misura della portata derivata verificabile mediante un correntometro a mulinello.

24 La vasca di sedimentazione e di carico ha inizio immediatamente a valle del canale di adduzione. La prima parte della vasca è la vasca di sedimentazione, questa si presenta come una sezione aperta in c.a. della larghezza di 9 metri e lunghezza 29,60 metri. Il fondo della vasca di sedimentazione è sagomato per favorire l allontanamento in maniera ottimale dei detriti. La pianta, rettangolare, è dotata di un doppio sfioratore laterale degli sviluppi di m oltre che di 2 paratoie piane sulla stessa parete. Sul lato destro è quindi presente un canale di scarico laterale su tutta la lunghezza che termina con una tubazione di scarico in cls del diametro di 220 cm. Tale scarico, della lunghezza di circa 164 metri, restituisce nel torrente Corsaglia la portata dovuta alle cacciate programmate per l allontanamento dei detriti. La vasca di sedimentazione termina con una soglia, su cui poggia la griglia metallica dello sgrigliatore laterale. La griglia è larga 9,00 m, profonda 3,35 m. Il bacino di carico è posto a valle della vasca di sedimentazione dopo lo sgrigliatore è largo quanto la prima vasca e lungo circa 5 m, garantisce un carico di oltre 2 m rispetto al intradosso della condotta in pressione. Esso è chiuso verso l alto dal solaio che sostiene il macchinario sgrigliatore. Condotta forzata La condotta forzata convoglia la portata dal bacino di carico alla centrale idroelettrica dove è introdotta nelle turbine idrauliche per la produzione elettrica. Il tracciato della conduttura attraversa aree di diversa natura ed è stata valutata cercando di limitare al minimo l impatto dell opera. Essa è totalmente interrata, con ricoprimento minimo di 1,10 m, ed ha uno sviluppo complessivo di circa 385 m. La condotta è realizzata in elementi prefabbricati di cemento armato di sezione interna 300x200 cm. Lungo il tracciato la condotta attraversa il Torrente Corsaglia in subalveo. Il tracciato della condotta non interessa aree urbanizzate e si sviluppa prevalentemente in terreni coltivati fino all'attraversamento in subalveo e incolti, dall'attraversamento in subalveo all'edificio della centrale. Centrale idroelettrica Il fabbricato di produzione localizzato su di un terreno pianeggiante a Ovest della Strada Provinciale 12, posizionato a oltre 35 m dal ciglio. L edificio è composto da un corpo principale con dimensioni esterne in pianta di 12,00 m x 14,70 m ed un altezza al colmo pari a 9,35 m, misurato dal piano del cortile. La posizione

25 dell'edificio è stata scelta tenendo conto, oltre che della accessibilità dell'area anche della collocazione al di fuori del'area denominata Area a pericolosità molto Elevata (Ee) del Piano stralcio per l'assetto Idrogeologico e fuori delle fasce fluviali. La quota del piano pavimento della centrale è prevista a 340,45 m slm non si prevedono raccordi plano altimetrici con il piano di campagna. Il fabbricato della centrale idroelettrica sarà realizzato parzialmente al di sotto del piano campagna; la parte emergente ha l aspetto di una casa tipica dei nuclei abitativi della zona. Al fine di richiamare la tipologia architettonica presente nell area si prevede la realizzazione di pareti intonacate a finitura grezza. Il tetto, a due falde con orditura in legno, è completato con una copertura in coppotegola. Il canale di restituzione totalmente interrato è costituito da tre differenti tratti, il primo, immediatamente a valle dei diffusori delle turbine presenta un breve manufatto di unione dei flussi provenienti dalla centrale e successiva suddivisione, il secondo tratto lungo circa 60 m attraversa in profondità la strada provinciale n 12, è costituito da 2 tubi paralleli in cemento armato del diametro interno di 240 cm e da un manufatto lungo 8 m che riunisce i flussi e infine vi è il terzo tratto, quello finale del canale di restituzione, costituito da uno scatolare delle dimensioni interne di 5x2 m per uno sviluppo di circa 25 m. La pendenza del canale di restituzione, pari al 2, è costante per tutte le sezioni ed il punto di scarico è previsto a quota 331,76 slm.

26 INTERFERENZE DELLE OPERE CON IL PAESAGGIO Le interferenze delle opere in progetto con il paesaggio sono riconducibili a tre principali impatti: la presenza dei manufatti artificiali quali la traversa il canale derivatore e la centrale, che si inseriranno in un contesto naturale, ma per i quali sono previste idonee misure di mitigazione quali rinverdimenti, rivestimenti in pietra e l'uso di materiali naturali quali il legno ed il pietrame; la sottrazione di una quota delle acque al naturale deflusso, che induce una diversa percezione visiva dell'ambito fluviale, sebbene nel tratto sotteso in più punti le acque siano lente o quasi ferme; il disturbo temporaneo indotto dal cantiere e dalle diverse fasi lavorative. Analisi dei quadri di visuale Gli impatti descritti devono essere contestualizzati con l'ambiente di riferimento e soprattutto occorre valutare l'interferenza delle opere con i principali quadri di visuale sull'area coinvolta dal progetto. Va precisato fin d'ora che la morfologia del territorio fluviale, rende poco visibili le opere dalle principali vie di comunicazione. In particolare verranno dettagliati i quadri di visuale dalla Strada Provinciale SP12 che percorre il Fondovalle del Tanaro, e che rappresenta l'arteria viabile principale lungo l'asse Mondovì Alba. L analisi dei quadri di visuale con l indicazione dei punti di ripresa fotografica è riportata in allegato. Coerenza con il piano paesaggistico regionale La Regione Piemonte ha avviato nel 2005 una nuova fase di pianificazione dell intero territorio regionale, che comporta in particolare la formazione del Piano Paesaggistico Regionale (Ppr) ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs 42/2004) e della Convenzione Europea del Paesaggio (Consiglio d Europa, 2000). La Giunta Regionale, con DGR n del 4 agosto 2009 ha adottato il Piano Paesaggistico. Nel quadro del processo di pianificazione territoriale avviato dalla Regione, il Ppr rappresenta lo strumento

27 principale per fondare sulla qualità del paesaggio e dell ambiente lo sviluppo sostenibile dell intero territorio regionale. L obiettivo centrale è perciò la tutela e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, naturale e culturale, in vista non solo del miglioramento del quadro di vita delle popolazioni e della loro identità culturale, ma anche del rafforzamento dell attrattività della regione e della sua competitività nelle reti di relazioni che si allargano a scala globale. Il Ppr persegue tale obiettivo in coerenza con il Piano territoriale, soprattutto: promuovendo concretamente la conoscenza del territorio regionale, dei suoi valori e dei suoi problemi, con particolare attenzione per i fattori strutturali, di maggior stabilità e permanenza, che ne condizionano i processi di trasformazione; delineando un quadro strategico di riferimento, su cui raccogliere il massimo consenso sociale e con cui guidare le politiche di governante multi settoriale del territorio regionale e delle sue connessioni con il contesto internazionale; costruendo un apparato normativo coerente con le prospettive di riforma legislativa a livello regionale e nazionale, tale da responsabilizzare i poteri locali, da presidiare adeguatamente i valori del territorio e da migliorare l efficacia delle politiche pubbliche. Figura 7: PPR Tavola 2 Beni paesaggistici

28 Le informazioni di maggior interesse, con riferimento all ambito di intervento, sono costituite da quelle desumibili dalla tavola P5 Rete ecologica, storico culturale e fruitiva (vedi figura successiva). Figura 8 Estratto Tavola P5 del Piano Paesaggistico RegionalLE

29 La Rete Ecologica Regionale è costituita dai seguenti elementi (art.42 delle Norme di Attuazione del Ppr): i nodi (aree centrali o core areas) principali e secondari, formati dal sistema delle aree protete del Piemonte, i Siti della rete Natura 2000 (Siti di Importanza Comunitaria SIC, le Zone di Protezione Speciale ZPS e in prospettiva le zone speciali di conservazione), nonché ulteriori siti proposti per la Rete Natura 2000 e i siti di importanza Regionale (SIR). I nodi sono le aree con maggiore ricchezza di aree naturali; le connessioni, formate da corridoi su rete su rete idrografica, corridoi ecologici (corridors), delle altre connessioni ecologiche areali (aree di continuità naturale) e dalle principali fasce di connessione sovraregionale; le connessioni mantengono e favoriscono le dinamiche di dispersione delle popolazioni biologiche tra i diversi nodi della rete; le aree di progetto, formate dalle aree tampone (buffer zone), dai contesti dei nodi, dai contesti fluviali e dai varchi così definiti: 1 le aree tampone sono aree in cui modulare l impatto antropico fra il nodo della rete e l ambiente esterno; 2 i contesti dei nodi sono i luoghi di integrazione tra la rete ecologica e il territorio in cui sono inseriti: richiedono prioritariamente la considerazione delle principali interdipendenze che si producono in termini ecologici, funzionali, paesaggistici e culturali; 3 i contesti fluviali sono definiti dalle terre alluvionali poste lungo le aste principali (Fiume Po e affluenti maggiori), nonché lungo i corsi d acqua minori, quando interessati da situazioni di stretta relazione con aree protette o per necessità di ricostruzione delle connessioni; 4 varchi ambientali: pause del tessuto antropico funzionali al passaggio della biodiversità. le aree di riqualificazione ambientale comprendono i contesti periurbani di rilevanza regionale e locale, le aree urbanizzate nonché le aree rurali, a carattere seminaturale residuale, fortemente insularizzate e/o frammentate. Con riferimento al sistema integrato delle reti appena descritto e riportato in figura, il Ppr persegue i seguenti obiettivi: assicurare le condizioni di base per la sostenibilità ambientale dei processi di crescita e di trasformazione e conservazione attiva della biodiversità; assicurare un adeguata tutela e accessibilità delle risorse naturali e paesaggistiche; ridurre e contenere gli impatti negativi sul paesaggio e sull ambiente; valorizzare il patrimonio culturale regionale anche in funzione della sua accessibilità e fruibilità; migliorare le prestazioni delle infrastrutture dedicate alla fruizione paesaggistica ed ambientale. Con riferimento all importanza in termini naturalistici, nella tavola della Rete Ecologica del piano, l area di intervento è segnalata come area di continuità di discreta naturalità da mantenere e monitorare. Non si segnalano nodi

30 principali o secondari (Core areas) e neanche aree tampone (Buffer Zone) mentre si indica la presenza della fascia di connessione sovraregionale montana a buona naturalità e connettività Figura 9: PPR Tavola 4: Componenti paesaggistiche La Giunta regionale, con D.G.R. n del 04 agosto 2009, ha adottato il Piano Paesaggistico Regionale. L atto di pianificazione è stato predisposto per promuovere e diffondere la conoscenza del paesaggio piemontese e il suo ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile dell intero territorio regionale, e per attivare un processo di condivisione con gli enti pubblici a tutti i livelli del quadro conoscitivo e regolativo in esso contenuto. Il piano paesaggistico disciplina la pianificazione del paesaggio e, unitamente al Piano Territoriale Regionale ed al Documento Strategico Territoriale costituisce il Quadro di Governo del Territorio. Il Piano Paesaggistico comprende disposizioni normative quali indirizzi, direttive e prescrizioni. Gli indirizzi sono le disposizioni di orientamenti e criteri per il governo del territorio e del paesaggio attraverso la pianificazione settoriale e territoriale urbanistica. Le direttive si intendono le disposizioni che devono essere obbligatoriamente osservate nella elaborazione dei

31 piani settoriali, nei piani territoriali provinciali e nei piani locali alle diverse scale. Le prescrizioni si intendono come disposizioni con diretta efficacia che regolano gli usi ammissibili e disciplinano le trasformazioni consentite. Le disposizioni sono vincolanti e cogenti e presuppongono l'immediata osservanza da parte di tutti i soggetti pubblici e privati titolari di podestà territoriali e prevalgono sulle prescrizioni eventualmente incompatibili contenute nei vigenti strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica. Le prescrizioni sono sottoposte alle misure di salvaguardia previste dall'art. 143, comma 9, del codice e pertanto a far data dall'adozione del Ppr non sono consentiti sugli immobili e sulle aree tutelate ai senti dell'art. 134 del Codice, interventi in contrasto con le prescrizioni delle Norme tecniche del PPR. Facendo riferimento all'ambito territoriale di indagine si evince che l'area interessata dalle opere ricade entro i seguenti componenti e sistemi naturalistici come definiti cartograficamente alla Tav. p 4_7: Fascia fluviale allargata (art. 14) Le prescrizioni all'interno delle fasce fluviali allargate sono le seguenti: la conservazione della vegetazione arbustiva ed arborea di tipo igrofilo ed i lembi di bosco planiziale; la realizzazione degli impianti di produzione idroelettrica deve rispettare gli eventuali fattori caratterizzanti il corso d'acqua quali cascate e salti di valore scenico. Aree prevalentemente boscate (art. 16) Per le aree boscate il PPR prevede che i boschi costituenti habitat di interesse comunitario costituiscano habitat intangibili, ad eccezione per interventi di gesdione del patrimonio forestale e per la realizzaizone di infrastrutture di interesse regionale e sovraregionale non altrimenti localizzabili. In base a quanto sopra si evince come le opere in progetto siano compatibili con le prescrizioni degli articoli delle Norme di Attuazione del PPR, in quanto: non si sono rilevate morfologie sceniche di rilievo nel tratto sotteso alla derivazione; le opere sono compatibili con le programmazioni territoriali e provinciali; le opere fuori terra rispettano le forme e le tipologie costruttive locali, facendo ampio ricorso a legno e pietra in merito alla prescrizione di cui all art. 13 comma 8 lett. B si precisa che nella documentazione originaria, nel Quadro programmatico, è stata analizzata la congruenza dell impianto con la D.G.R. 30-

32 12221 del 28/09/2009 facendo ricadere le opere in progetto entro al CATEGORIA R2 per la presenza di parte delle opere in zone di esondazione di pericolosità media (Em dei PAI); in merito alla prescrizione di cui all art. 14 comma 9 lett. A si esclude ogni interferenza con la vegetazione di tipo igrofilo in quanto: lungo tutto il tratto di interesse del Torrente Corsaglia non è presente un popolamento ripario ed igrofilo strutturato, ma unicamente una bordura spondale discontinua con specie delle formazioni di forra e planiziali con specie ripariali con predominanza di robinia le opere inserite in alveo modificano puntualmente la vegetazione ed il profilo della sponda esistente, con l abbattimento di un limitato numero di piante (ripariali e planiziali) che verrà compensato dall inserimento di scogliere in massi di cava rivegetate con talee di Salix eleagnos e Salix purpurea. Tali scogliere sono previste nel punto di ammorsamento della traversa di presa in sponda destra che in sponda sinistra, a valle della vasca di carico, ed in corrispondenza dello scarico della centrale il tracciato della condotta si svolge su seminativi o su boschi antropogeni caratterizzati da vegetazione alloctona ed invasiva (robinia). In seguito alla posa della condotta il bosco potrà comunque recuperare lo spazio temporaneamente sottratto dal canitere le aree sottratte definitivamente al bosco hanno una superficie ridotta e sono caratterizzate dalla predominanza di robinia, specie alloctona, invasiva e fortemente concorrenziale.

33 RENDERING 3D DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO I render con i relativi fotoinserimenti sono stati effettuati nell'intorno dell'opera di presa ed in corrispondenza dell'edificio della centrale. Essi corrispondono, rispetto alla documentazione fotografica precedentemente riportata, allo stato post operam dei fotogrammi 06 e 09. I punti di ripresa fotografica sono illustrati nella planimetria allegata.

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