Indennità di accompagnamento: quali tendenze in Lombardia?

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1 Indennità di accompagnamento: quali tendenze in Lombardia? L articolo cerca di riassumere le principali evidenze sull indennità di accompagnamento in questo territorio, fornendo elementi sulla sua evoluzione temporale corredate da comparazioni interregionali; si analizza altresì come si distribuisce questo beneficio nelle singole province lombarde. a cura di Laura Pelliccia - lunedì, febbraio 24, Il ruolo dell indennità di accompagnamento nel welfare regionale L indennità di accompagnamento, il sostegno monetario per la condizione della non autosufficienza gestito sostanzialmente dal sistema centrale (Inps, nell ambito della funzione invalidità civile ), costituisce la componente più rilevante della nostra spesa assistenziale (a livello del Paese lo 0,8% del Pil nel 2012, fonte: Rgs, 2013). Nel riflettere sul welfare nella nostra regione vale la pena tener conto anche di questo elemento significativo. Per dare un idea delle dimensioni del fenomeno, basti dire che nel 2011 in Lombardia sono state erogate indennità di accompagnamento pari a 1,45 miliardi (fonte: Istat, anni vari A), una cifra più elevata della spesa sociale dei comuni di questo territorio (nel ,24 miliardi, fonte Istat 2013) e di non molto inferiore al finanziamento dei servizi socio sanitari regionali (circa 1,6 miliardi nel 2011, fonte Decr. 4562/2012). Come sta cambiando la spesa per l accompagnamento negli ultimi anni? Come noto, nello scorso decennio tale tipologia di intervento a livello nazionale ha subito una forte accelerazione, mentre negli anni più recenti la rapida crescita si è esaurita per diverse ragioni, tra cui alcune modifiche nelle procedure di concessione dell indennità[1]; anche l avvio dei piani straordinari di verifica[2] può avere in qualche modo contribuito a frenare la diffusione di questa misura. Analizzando i dati forniti dall Istat sull indennità nelle singole regioni (Tab. 1), notiamo che in Lombardia si è verificato un aumento importante della spesa nel 2008 e nel 2009 (rispettivamente +6,9 e +4,4%), una contrazione nel 2010 (-0,3%) e una nuova ripresa nel Tali dinamiche non si discostano particolarmente da quelle delle altre regioni del Nord, specialmente per quel che riguarda la frenata del 2010; è invece singolare, rispetto resto del Settentrione, la nuova spinta espansiva del 2011 (+4,6%). Potrebbe essere indicativa di un aumento del ricorso a questa forma di sostegno pubblico per affrontare i bisogni della non autosufficienza, date le difficoltà delle famiglie di accedere/potenziare altri supporti del welfare locale o della ricerca di sostegni al reddito in tempo di crisi. Tab. 1 Tassi di variazione annui importo complessivo indennità di accompagnamento 1 / 5

2 Lombardia 6,9% 4,4% -0,3% 4,6% Italia Settentrionale 6,1% 6,0% -0,7% 2,2% Fonte: Ns elaborazione dati Istat, anni vari A. Qual è il livello di diffusione dell indennità? Pur trattandosi di un sostegno economico per chi indipendentemente dall età non è in grado di deambulare autonomamente e ha bisogno di un assistenza continua per svolgere gli atti della vita quotidiana, di fatto l indennità si rivela una misura di beneficiano prevalentemente gli anziani: in Lombardia su 100 beneficiari di questo tipo di pensioni di invalidità, solo il 9,38% ha meno di 65 anni (Ns elaborazione su dati Istat, anni vari B) [3]. In questa fascia d età il rapporto beneficiari di indennità/popolazione è dello 0,25%: considerato che, escludendo gli anziani, l incidenza della disabilità nella regione è stimabile in circa l 1% della popolazione[4], ne deriva che un po più di un disabile su quattro è beneficiario dell accompagnamento. Analizziamo ora la diffusione dell indennità tra gli anziani: in Lombardia nel 2011 ne ha beneficiato il 9,79% degli over 65enni, una quota peraltro in crescita negli anni più recenti (ad esempio nel 2007 la copertura era del 9,45% e nel 2010 del 9,55%, Ns elaborazione dati Istat, anni vari B). E interessante comparare l attuale copertura nella popolazione lombarda con quella delle regioni limitrofe (Tab. 2): tra le regioni a statuto ordinario (RSO) del Nord, in Piemonte il ricorso all indennità è decisamente modesto (8,86%), mentre la diffusione è leggermente più elevata in Emilia e Veneto (10,3%), la Lombardia si colloca dunque in una posizione media. Vale la pena ricordare che il Centro- Sud presenta livelli di fruizione dell indennità decisamente superiori a quelli dell Italia Settentrionale (per una panoramica su tutte le regioni si rimanda a N.N.A, 2013). Bisogna però tenere presente che un diverso tasso di diffusione dell indennità potrebbe essere giustificabile dalla maggiore o minore presenza in ogni regione di anziani non autosufficienti. In media nelle regioni del Nord qui considerate, si può stimare che la non autosufficienza interessi il 16,84% degli anziani, un livello superiore a quello della Lombardia (15,2%); decisamente più accentuata la quota di anziani non autosufficienti in Liguria (18,7%) e Veneto (17,5%), dove il maggior ricorso all indennità sembrerebbe giustificato da una più elevata presenza di soggetti con limitazioni; considerando l incidenza della non autosufficienza del Piemonte (16,9%), non ci si aspetterebbe un così basso numero di fruitori di prestazioni di invalidità, mentre l Emilia rispetto alle altre regioni settentrionali presenta un tasso di non autosufficienti abbastanza contenuto (15,9%). Tab. 2 Tasso di beneficiari dell indennità di accompagnamento (i.a.) e tasso di non autosufficienti (n.a) nella popolazione con 65+ anni. Piemonte Liguria LombardiaVeneto Emilia Media Romagna RSO Nord Beneficiari i.a. 8,86% 10,00% 9,79% 10,30% 10,29% 9,81% 2 / 5

3 (2011) Stima anziani n.a. ( ) 16,90% 18,70% 15,20% 17,50% 15,90% 16,84% Fonte: Ns elaborazione dati Istat ( Anni vari B) e Istat (2008) Uno sguardo all interno della regione La disponibilità di informazioni sul ricorso all accompagnamento a livello provinciale consente di trarre alcune considerazioni di tipo infraregionale. Ad esempio, è possibile confrontare il tasso di fruizione nella popolazione over 75 dei vari territori[5]. Rispetto ad una media regionale di 174,2 beneficiari ogni mille, si rileva un livello di diffusione minima a Milano (155,8) e un livello massimo a Sondrio (266,8). In generale nell hinterland il ricorso all accompagnamento è piuttosto limitato (tra beneficiari ogni mille), fenomeno che si estende fino al varesotto. La massima concentrazione di fruitori si rileva all estremo Sud e all estremo Nord della regione, nei territori montani e a prevalenza agricola, dove evidentemente è più massiccia la presenza dei grandi anziani. Purtroppo non siamo a conoscenza della disponibilità di rilevazioni di carattere epidemilogico che descrivano la diffusione della disabilità e della non autosufficienza nell intera regione; di conseguenza non è possibile verificare quanto il maggiore o minore accesso alle prestazioni monetarie dell Inps di ogni territorio sia spiegabile da maggiore o maggiore presenza di reale bisogno di assistenza. Senza dubbio, il numero di anziani/adulti a cui è stata certificato il diritto all accompagnamento in una determinata provincia è indicativo del livello della non autosufficienza di quel territorio, anche se non può essere considerato in tutti i sensi un puro indicatore di fabbisogno : infatti, uno delle criticità non ancora del tutto risolte a livello nazionale, che potrebbe ripresentarsi anche nell ambito della regione, è la mancanza di certezze sull omogeneità/standardizzazione nei criteri di riconoscimento da parte delle varie commissioni locali. Non vi è quindi garanzia assoluta di uniformità nella valutazione dei richiedenti. In ogni caso, le informazioni disponibili sull indennità di accompagnamento nella regione sono senza dubbio utili, non soltanto per descrivere gli interventi del sistema centrale visto isolatamente, ma anche in quanto tassello di una complesso intreccio di risposte nazionali e locali, sociosanitari e sociali, monetarie e in natura nei confronti di un determinato bisogno[6]. L efficacia delle politiche dipende dalla capacità di costruire risposte integrate tra i vari livelli di governo che interagiscono su ogni territorio. 3 / 5

4 Fonti Istat (anni vari A), I trattamenti pensionistici Istat (anni vari B), I beneficiari delle prestazioni pensionistiche Istat (2013), Interventi e servizi sociali dei comuni singoli e associati Istat (2008), Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari anno 2005 Rgs (2013), Le tendenze di medio lungo termine del sistema pensionistico e sociosanitario N.N.A. (2013), L assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia, a cura di Network Non Autosufficienza, Maggioli Editore [1] DL 78/2009 [2] Art. 33 L. n. 133/2008 [3] I confronti con la popolazione sono stati realizzati prendendo a riferimento la popolazione all inizio di ogni anno. [4] In analogia al metodo utilizzato dall Istat in diversi contesti (es. Istat, 2013)per stimare il numero di disabili si considerano i soggetti che vivono in famiglia (rilevati dall indagine Multiscopo) più il numero di disabili ospiti nelle strutture residenziali. [5] Si è preferito concentrare l attenzione solo sugli over 75. Se fossero stati considerati tutti gli anziani il confronto sarebbe stato eccessivamente inficiato dalla diversa struttura della popolazione delle varie province (ad esempio nei territori con molti anziani nella fascia 65-75, età in cui il fenomeno della non autosufficienza è più limitato, sarebbe risultato un ricorso all accompagnamento particolarmente basso ). 4 / 5

5 Powered by TCPDF ( Indennità di accompagnamento: quali tendenze in Lombardia? [6] Negli ultimi anni a livello nazionale, pur con fatica, sono state concepite alcune azioni per accrescere il livello informativo sugli interventi assistenziali: esperienze come il Sina o l istituzione del casellario dell assistenza hanno come obiettivo proprio quello di favorire una lettura integrata dell assistenza/benefici offerti del sistema centrale e dal welfare locale rispetto al singolo individuo. PDF generated by Kalin's PDF Creation Station 5 / 5

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