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- Ottaviana Di Marco
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1 La prevenzione e la riabilitazione nell anziano La prevenzione e la riabilitazione nell anziano Nuoro, 25 maggio 2012 Nuoro, 25 maggio 2012
2 La prevenzione STILI, ABITUDINI E QUALITA DI VITA Abitudini alimentari Consumo di alcolici Fumo di sigaretta Attività lavorative svolte in passato Condizioni economiche Attività sportive svolte in passato fino ad oggi Percezione soggettiva della salute
3 La prevenzione STILI, ABITUDINI E QUALITA DI VITA Abitudini alimentari Consumo di alcolici Fumo di sigaretta Attività lavorative svolte in passato Condizioni economiche Attività sportive svolte in passato fino ad oggi Percezione soggettiva della salute
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5 BALANCE TEST Piedi Uniti 1. Si Rifiuta 2. Incapace di prendere e mantenere 3. Mantiene la posizione tra 2 e 9 sec 4 mantiene la posizione per 10 sec con oscillazione 5 mantiene la posizione per 10 sec senza oscillazioni
6 CHAIR STAND TEST La prova consiste nell alzarsi dalla sedia senza usare le braccia che dovranno rimanere conserte per 5 ripetizione 1. Si rifiuta 2. Prove interrotte 3. Test completato N di prove completato Tempo impiegato
7 maniglioni
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9 Tagliere multiuso Tagliere normale
10 Coltello angolato Coltello affetta verdure Coltello impugnatura regolabile
11 BASTONI
12 BASTONI
13 DEAMBULATORI #Per esterni # Per interni
14 Domotica L informatica e le nuove tecnologie applicate alla casa Nuove possibilità per vivere l abitazione
15 Domotica e disabilità Obiettivi: Aumentare il livello di autonomia a domicilio della persona Consentire la permanenza a domicilio a persone oggi destinate a strutture residenziali Migliorare la qualità di vita con diverse necessità di assistenza Garantire un costo degli impianti relativamente basso
16 In pratica è Un insieme di principi e tecnologie in grado di: Semplificare operazioni troppo complesse, faticose o pericolose Fornire nuove possibilità di comandare la propria casa Agevolare la comunicazione sia all interno che all esterno dell abitare Garantire una maggiore sicurezza della persona e dell abitazione
17 La casa intelligente In un immobile, un unico sistema centrale gestisce: illuminazione, riscaldamento, climatizzazione, sicurezza, rete dati, home theatre, elettrodomestici, telesoccorso
18 Quali soluzioni? Controllo ambientale (domotica semplice) Risoluzione di problematiche specifiche Applicazioni semplici ed economiche Domotica maggiore Impianti completamente automatizzati Molte funzioni integrate tra loro Funzioni complesse
19 Domotica semplice e controllo ambientale
20 Controllo il mio ambiente Special Input Strumento di controllo Automazioni Motorizzazioni Utenze elettriche Dispositivi telecomandabili Telefonia, telesoccorso Lettura (voltapagine)
21 Motorizzazioni Le motorizzazioni consentono accessibilità in piena autonomia Servono per sostituire movimenti troppo faticosi, troppo ampi, troppo fini e pericolosi Diminuiscono la fatica giornaliera Consentono all impianto di agire
22 Utenze elettriche Presa telecomandabile con sensori
23 Comunicazione con l esterno Telefoni speciali Telefoni telecomandati Telefoni a scansione Sistemi di telesoccorso
24 Ausili per attività quotidiane
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27 Domotica maggiore Adattamenti completi dell ambiente
28 I principali dispositivi di controllo Pulsanti e interruttori Telecomandi tradizionali e universali Telecomandi semplificati Telecomandi a scansione Telecomandi a controllo vocale Sistemi di controllo ambiente da carrozzina Trasponder Computer
29 Dorme di là, ma lo sento vicino Sistemi per l ascolto ambientale domestico Video sorveglianza Intercomunicanti di telesoccorso Richiami radio a distanza anche con sensori
30 Sistemi di monitoraggio Sensori di: Presenza sul letto Caduta Epilessia Presenza in casa
31 La tecnologia non dorme mai Black out sulla rete Gruppi di continuità Generatori Fughe di gas Incendio Sistemi automatici per Fulmini, sovraccarichei temporanei o disturbi passeggeri nella rete Interrutori a riarmo automatico
32 .la riabilitazione
33 DEFINIZIONE DELLO STATO DI SALUTE OMS OMS D.Lgs. 4 marzo 1947 n. 1068
34 LA FAMIGLIA OMS DELLE CLASSIFICAZIONI INTERNAZIONALI (WHO-FIC) Classificazioni Principali ICD-10 CLASSIFICAZIONE STATISTICA INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE E DEI PROBLEMI CORRELATI ALLA SALUTE ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITÀ E DELLA SALUTE DIAGNOSI DELLE CONDIZIONI DI SALUTE MODELLO EZIOLOGICO CLASSIFICAZIONE DELLE CONDIZIONI FUNZIONALI ASSOCIATE ALLE CONDIZIONI DI SALUTE MODELLO FUNZIONALE
35 Perché una Classificazione Internazionale del Funzionamento Cambiamento delle politiche socio-sanitarie: dalle patologie acute alla malattia cronica Cambiamento della prospettiva: dalla focalizzazione della patologia alla focalizzazione delle conseguenze della patologia Necessità di un linguaggio comune per descrivere il funzionamento da utilizzare a livello interdisciplinare e internazionale Risposta ai bisogni della persona con disabilità e definizione di aree e parametri della disabilità per ottimizzare gli interventi
36 I luoghi di cura Il Territorio: Integrazione il luogo privilegiato per l intervento contestuale sulle componenti ambientali e sui fattori personali (ICF) Inclusione sociale
37 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Presa in carico Accessibilità Copertura della rete Tempestività Continuità Appropriatezza Efficacia Coinvolgimento attivo dell utente Valutazione efficacia ed efficienza
38 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Per tutte le persone che ne hanno reale necessità
39 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Presa in carico Accessibilità Copertura della rete Tempestività Continuità Appropriatezza Efficacia Coinvolgimento attivo dell utente Valutazione efficacia ed efficienza
40 Piano di indirizzo per la Riabilitazione ovunque le persone ne abbiano reale necessità
41 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Presa in carico Accessibilità Copertura della rete Tempestività Continuità Appropriatezza Efficacia Coinvolgimento attivo dell utente Valutazione efficacia ed efficienza
42 Piano di indirizzo per la Riabilitazione In tempi adeguati in rapporto al tipo di bisogno, nel rispetto dei tempi di intervento, in funzione delle fasi biologiche del recupero e delle necessità socio-ambientali
43 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Presa in carico Accessibilità Copertura della rete Tempestività Continuità Appropriatezza Efficacia Coinvolgimento attivo dell utente Valutazione efficacia ed efficienza
44 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Coerente successione ed integrazione dei diversi interventi e tipologie di setting
45 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Presa in carico Accessibilità Copertura della rete Tempestività Continuità Appropriatezza Efficacia Coinvolgimento attivo dell utente Valutazione efficacia ed efficienza
46 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Priorità alla presa in carico omnicomprensiva e non mere prestazioni di ried. funzionale d organo
47 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Presa in carico Accessibilità Copertura della rete Tempestività Continuità Appropriatezza Efficacia Coinvolgimento attivo dell utente Valutazione efficacia ed efficienza
48 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Interventi di validità riconosciuta e condivisa
49 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Presa in carico Accessibilità Copertura della rete Tempestività Continuità Appropriatezza Efficacia Coinvolgimento attivo dell utente Valutazione efficacia ed efficienza
50 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Partecipazione attiva e consapevole al percorso di cura del paziente e della sua famiglia
51 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Presa in carico Accessibilità Copertura della rete Tempestività Continuità Appropriatezza Efficacia Coinvolgimento attivo dell utente Valutazione efficacia ed efficienza
52 Piano di indirizzo per la Riabilitazione Un sistema indipendente, imparziale ed obiettivo di valutazione dell efficacia e dell efficienza
53 Il paziente anziano stabilizzazione del quadro clinico (?) co-morbilità scarsa o nulla modificabilità del quadro clinico
54 Il paziente anziano Continuità del percorso Identificazione di un setting assistenziale/riabilitativo Prevenzione danni secondari
55 la nostra realtà!
56 SINISCOLA LODE POSADA TORPE OROSEI GALTELLI IRGOLI LOCULI ONIFAI MACOMER BIRORI BOLOTANA BORORE BORTIGALI DUALCHI LEI NORAGUGUME SILANUS SINDIA SORGONO ARITZO ATZARA AUSTIS BELVI DESULO GADONI MEANA SARDO ORTUERI OVODDA TETI TIANA TONARA 04/10/2011 N ILTUO BISOGNO: LE NOSTRE RISPOSTE NUORO OLIENA DORGALI ORGOSOLO GAVOI FONNI MAMOIADA LODINE OLLOLAI SARULE ORANI OROTELLI ONIFERI OTTANA ONANì OLZAI ORUNE BITTI LULA 13 OSIDDA
57 Fratture di femore Distretto di Nuoro femmine 62 maschi 34 Totale anni 2010/2011
58 Fratture di femore Distretto di Nuoro età minima età massima 103 età media 74,04
59 Fratture di femore Distretto di Nuoro minimo 0 giorni 10 massimo 32 giorni 5 media trattamenti giorni 14,54 0 trattamento domiciliare
60 Fratture di femore Distretto di Nuoro minimo 0 giorni massimo 50 giorni Trattamento ambulatoriale media giorni 7,5
61 Fratture di femore Distretto di Nuoro Giorni presa in carico minimo giorni 0 massimo giorni 180 media giorni 50,6
62 Conclusioni: Oltre una certa età, vengono privilegiati i trattamenti a domicilio La presa in carico presuppone un follow up Il curare si intreccia con il prendersi cura
63 Percezione soggettiva della salute
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