Ballare il tango senza pestarsi i piedi

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1 Roma, 23 luglio 2015 COMUNICATO STAMPA Ballare il tango senza pestarsi i piedi Individuata l area del cervello che permette di coordinare il movimento tra esseri umani. Lo studio della Sapienza su Nature Communications Una coppia di ballerini di tango deve raggiungere una sincronia perfetta dei movimenti, al fine di non pestarsi i piedi durante la performance. Ciò implica non solo la capacità di reagire ai passi del compagno, ma anche di prevederli sulla base di indizi appena percettibili. Tuttavia, non sappiamo ancora con precisione quali siano i processi cognitivi e le basi neurali che ci permettono di agire in modo coordinato con altri. A questo interrogativo ha trovato risposta un gruppo di ricercatori della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma (Lucia Maria Sacheli, Matteo Candidi e Vanessa Era), coordinati da Salvatore Maria Aglioti. I risultati dello studio, appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, portano a localizzare nel solco intra parietale anteriore sinistro del cervello la sede del coordinamento che ci permette d integrare l azione di un partner nel nostro piano motorio. Nel corso dello studio i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Nonostante si trattasse di un coordinamento minimale, il paradigma sperimentale ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale vale a dire il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. Durante l esperimento i ricercatori hanno inibito la reattività di specifiche aree cerebrali mediante una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva (stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato che dopo l inibizione del solco intra parietale anteriore (aips), la capacità di coordinamento interpersonale durante azioni complementari Sapienza Università di Roma CF PI Capo Ufficio Stampa: Alessandra Bomben Addetti Stampa: Christian Benenati - Marino Midena - Barbara Sabatini - Stefania Sepulcri Addetto Comunicazione: Danny Cinalli Piazzale Aldo Moro 5, Roma T (+39) F (+39) comunicazione@uniroma1.it stampa@uniroma1.it

2 Pag 2 diminuisce sensibilmente. Non diminuisce, invece, la capacità d imitazione dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che lʹinterazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dallʹimitazione. Lʹulteriore studio dei meccanismi sottesi alle interazioni motorie potrebbe dimostrarsi in futuro utile per contribuire a fare luce su processi d interazione umana più complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva afferma Matteo Candidi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia della Sapienza e alla fondazione Santa Lucia. *Lucia M. Sacheli, Matteo Candidi, Vanessa Era e Salvatore M. Aglioti, ʺCausative role of left aips in coding shared goals during human avatar complementary joint actionsʺ, Nature Communications, doi: /ncomms8544 Info: Matteo Candidi Dipartimento di Psicologia T (+39) matteo.candidi@uniroma1.it Salvatore Maria Aglioti Dipartimento di Psicologia T (+39) salvatoremaria.aglioti@uniroma1.it

3 Ballare il tango senza pestarsi i piedi? Questione (non solo) di feeling Pubblicato il: 23/07/ :34 Una coppia di ballerini di tango deve raggiungere una sincronia perfetta dei movimenti, per non pestarsi i piedi durante la performance. Questo implica non solo la capacità di reagire ai passi del compagno, ma anche di prevederli sulla base di indizi appena percettibili. Tuttavia, non si sapeva ancora con precisione quali fossero i processi cognitivi e le basi neurali che ci permettono di agire in modo coordinato con altri. A questo interrogativo ha risposto un gruppo di ricercatori della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma (Lucia Maria Sacheli, Matteo Candidi e Vanessa Era), coordinati da Salvatore Maria Aglioti. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista 'Nature Communication', portano a localizzare nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello la sede del coordinamento che ci permette d'integrare l'azione di un partner nel nostro piano motorio. Nel corso dello studio i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Nonostante si trattasse di un coordinamento minimale, il paradigma sperimentale ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria

4 reale, vale a dire il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. Durante l'esperimento i ricercatori hanno inibito la reattività di specifiche aree cerebrali mediante una metodica di stimolazione non invasiva (stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato che dopo l'inibizione del solco intra-parietale anteriore (Aips), la capacità di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non si riduce, invece, la capacità d'imitazione dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l'interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione. "L'ulteriore studio dei meccanismi sottesi alle interazioni motorie - afferma Matteo Candidi, ricercatore del Dipartimento di psicologia della Sapienza e della fondazione Santa Lucia - potrebbe dimostrarsi in futuro utile per contribuire a fare luce su processi d interazione umana più complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale, e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva".

5 Ricerca: area cerebrale legata a coordinamento tra 2 ballerini 17:22 23 LUG 2015 (AGI) - Roma, 23 lug. - C'e' un'area specifica del cervello che consente a due ballerini di ballare il tango senza pestarsi i piedi. Si tratta della sede del coordinamento che ci permette d'integrare l'azione di un partner nel nostro piano motorio. A individuarla e' stato un gruppo di ricercatori dell'universita' Sapienza di Roma e della Fondazione Santa Lucia di Roma in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications. L'area in questione si trova nel solco intraparietale anteriore sinistro del cervello. Per scovarla i ricercatori anno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Nonostante si trattasse di un coordinamento minimale, il paradigma sperimentale ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale vale a dire il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. Durante la esperimento i ricercatori hanno inibito la reattivita' di specifiche aree cerebrali mediante una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva (stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato che dopo l'inibizione del solco intra-parietale anteriore (aips), la capacita' di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non diminuisce, invece, la capacita' d'imitazione dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l'interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione. "L'ulteriore studio dei meccanismi sottesi alle interazioni motorie potrebbe dimostrarsi in futuro utile per contribuire a fare luce su processi d'interazione umana piu' complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficola' nella sfera sociale ed affettiva", ha dettomatteo Candidi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia della Sapienza e alla fondazione Santa Lucia. (AGI).

6 Ricerca: ballare tango senza pestarsi piedi, studio spiega meccanismi cervello Individuata area che permette di coordinare movimento tra esseri umani ADN KRONOS Roma, 23 lug. (AdnKronos Salute) - Una coppia di ballerini di tango deve raggiungere una sincronia perfetta dei movimenti, per non pestarsi i piedi durante la performance. Questo implica non solo la capacità di reagire ai passi del compagno, ma anche di prevederli sulla base di indizi appena percettibili. Tuttavia, non si sapeva ancora con precisione quali fossero i processi cognitivi e le basi neurali che ci permettono di agire in modo coordinato con altri. A questo interrogativo ha risposto un gruppo di ricercatori

7 della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma (Lucia Maria Sacheli, Matteo Candidi e Vanessa Era), coordinati da Salvatore Maria Aglioti. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista 'Nature Communication', portano a localizzare nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello la sede del coordinamento che ci permette d'integrare l'azione di un partner nel nostro piano motorio. Nel corso dello studio i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Nonostante si trattasse di un coordinamento minimale, il paradigma sperimentale ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale vale a dire il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. Durante l'esperimento i ricercatori hanno inibito la reattività di specifiche aree cerebrali mediante una metodica di stimolazione non invasiva (stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato che dopo l'inibizione del solco intra-parietale anteriore (Aips), la capacità di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non si riduce, invece, la capacità d'imitazione dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l'interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione. "L'ulteriore studio dei meccanismi sottesi alle interazioni motorie potrebbe dimostrarsi in futuro utile per contribuire a fare luce su processi d interazione umana più complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva", afferma Matteo Candidi, ricercatore del Dipartimento di psicologia della Sapienza e della fondazione Santa Lucia. 23 LUGLIO 2015 ADNKRONOS

8 23/07/ :56 PSICOLOGIA Ballare il tango senza pestarsi i piedi Individuata l area del cervello che permette di coordinare il movimento tra esseri umani Sincronia di movimenti, di passi, di corpi. Questo e altro trasmette una coppia di ballerini di tango che tra le mille accortezze deve anche cercare di limitare al minimo il pestarsi i piedi durante la performance. Ciò implica non solo la capacità di reagire ai passi del compagno, ma anche di prevederli sulla base di indizi appena percettibili. Tuttavia, non sappiamo ancora con precisione quali siano i processi cognitivi e le basi neurali che ci permettono di agire in modo coordinato con altri. STUDI - A questo interrogativo ha trovato risposta un gruppo di ricercatori della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma (Lucia Maria Sacheli, Matteo Candidi e Vanessa Era), coordinati da Salvatore Maria Aglioti. I risultati dello studio, appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, portano a localizzare nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello la sede del coordinamento che ci permette d integrare l azione di un partner nel nostro piano motorio. AVATAR - Nel corso dello studio i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Nonostante si trattasse di un coordinamento minimale, il paradigma sperimentale ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale vale a dire il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. COORDINAMENTO - I risultati hanno dimostrato che dopo l inibizione del solco intraparietale anteriore (aips), la capacità di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non diminuisce, invece, la capacità d imitazione dei

9 movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l'interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione. FUTURO - L'ulteriore studio dei meccanismi sottesi alle interazioni motorie potrebbe dimostrarsi in futuro utile per contribuire a fare luce su processi d interazione umana più complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva afferma Matteo Candidi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia della Sapienza e alla fondazione Santa Lucia. Roberta Maresci

10 Sapienza Università di Roma: Ballare il tango senza pestarsi i piedi Comunicato stampa. Individuata l'area del cervello che permette di coordinare il movimento tra esseri umani. Lo studio della Sapienza su "Nature Communications" Roma, 23 luglio Una coppia di ballerini di tango deve raggiungere una sincronia perfetta dei movimenti, al fine di non pestarsi i piedi durante la performance. Ciò implica non solo la capacità di reagire ai passi del compagno, ma anche di prevederli sulla base di indizi appena percettibili. Tuttavia, non sappiamo ancora con precisione quali siano i processi cognitivi e le basi neurali che ci permettono di agire in modo coordinato con altri. A questo interrogativo ha trovato risposta un gruppo di ricercatori della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma (Lucia Maria Sacheli, Matteo Candidi e Vanessa Era), coordinati da Salvatore Maria Aglioti. I risultati dello studio, appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, portano a localizzare nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello la sede del coordinamento che ci permette d'integrare l'azione di un partner nel nostro piano motorio. Nel corso dello studio i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Nonostante si trattasse di un coordinamento minimale, il paradigma sperimentale ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale vale a dire il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. Durante l'esperimento i ricercatori hanno inibito la reattività di specifiche aree cerebrali mediante una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva (stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato che dopo l'inibizione del solco intra-parietale anteriore (aips), la capacità di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non diminuisce, invece, la capacità d'imitazione dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l'interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione. "L'ulteriore studio dei meccanismi sottesi alle interazioni motorie potrebbe dimostrarsi in futuro utile per contribuire a fare luce su processi d'interazione umana più complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva" - afferma Matteo Candidi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia della Sapienza e alla fondazione Santa Lucia. *Lucia M. Sacheli, Matteo Candidi, Vanessa Era e Salvatore M. Aglioti, "Causative role of left aips in coding shared goals during human - avatar complementary joint actions", Nature Communications, doi: /ncomms8544

11 Ricerca: ballare tango senza pestarsi piedi, studio spiega meccanismi cervello 23 luglio 2015 ADNKRONOS Roma, 23 lug. (AdnKronos Salute) - Una coppia di ballerini di tango deve raggiungere una sincronia perfetta dei movimenti, per non pestarsi i piedi durante la performance. Questo implica non solo la capacità di reagire ai passi del compagno, ma anche di prevederli sulla base di indizi appena percettibili. Tuttavia, non si sapeva ancora con precisione quali fossero i processi cognitivi e le basi neurali che ci permettono di agire in modo coordinato con altri. A questo interrogativo ha risposto un gruppo di ricercatori della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma (Lucia Maria Sacheli, Matteo Candidi e Vanessa Era), coordinati da Salvatore Maria Aglioti. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista 'Nature Communication', portano a localizzare nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello la sede del coordinamento che ci permette d'integrare l'azione di un partner nel nostro piano motorio. Nel corso dello studio i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Nonostante si trattasse di un coordinamento minimale, il paradigma sperimentale ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale vale a dire il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. Durante l'esperimento i ricercatori hanno inibito la reattività di specifiche aree cerebrali mediante una metodica di stimolazione non invasiva (stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato che dopo l'inibizione del solco intra-parietale anteriore (Aips), la capacità di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non si riduce, invece, la capacità d'imitazione

12 dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l'interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione. "L'ulteriore studio dei meccanismi sottesi alle interazioni motorie potrebbe dimostrarsi in futuro utile per contribuire a fare luce su processi d interazione umana più complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva", afferma Matteo Candidi, ricercatore del Dipartimento di psicologia della Sapienza e della fondazione Santa Lucia.

13 Ricerca: scoperta area del cervello indispensabile al perfetto ballerino di coppia - Ra... Pagina 1 di 2 24/07/2015 Casa.it Tannico.it We love emotions Lonely Planet Stresa Festival Pubblicità ITALIA UNO STUDIO DELL'UNIVERSITÀ LA SAPIENZA E DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA DI ROMA RICERCA: SCOPERTA AREA DEL CERVELLO INDISPENSABILE AL PERFETTO BALLERINO DI COPPIA La regione del cervello che può renderci abili ballerini è stata localizzata nel solco intraparietale anteriore sinistro del cervello, dove risiede il centro di coordinamento che ci permette di integrare le azioni del partner con i nostri movimenti. Roma - 23 luglio Ritmo e sincronia perfetta nei movimenti sono fondamentali per una coppia da ballo. Ma non tutti possono riuscirci perché occorre avere una testa particolare, anzi un cervello adeguato. O meglio serve una specifica regione del cervello particolarmente dotata che coordina il movimento tra gli esseri umani. Insomma non tutti possono aspirare a diventare Rudolf Nuriev o Carla Fracci. La regione del cervello che può renderci abili ballerini è stata localizzata nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello, dove risiede il centro di coordinamento che ci permette di integrare le azioni del partner con i nostri movimenti. La scoperta è stata fatta dai ricercatori dell'università La Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma, che hanno pubblicato i risultati del loro lavoro su Nature Communications. L importanza dello studio di questa area del cervello è molto interessante perché, spiega il ricercatore Matteo Candidi, potrebbe rivelarsi utile per ''fare luce su processi di interazione umana più complessi come quelli mediati dalla comunicazione verbale e per comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva''. I ricercatori sono arrivati a queste scoperte chiedendo ad alcuni volontari di coordinarsi con un compagno virtuale e afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Durante l'esperimento, i ricercatori hanno inibito la reattività di specifiche aree cerebrali usando una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva (la cosiddetta stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato l'inibizione del solco intra-parietale anteriore fa calare sensibilmente la capacità di coordinamento con il partner durante azioni complementari. Non diminuisce, invece, la capacità di imitare i movimenti osservati nel compagno virtuale: questo suggerisce che l'interazione complementare richiede risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione.

14 Ricerca: scoperta area del cervello indispensabile al perfetto ballerino di coppia - Ra... Pagina 2 di 2 24/07/2015 Rai - Radiotelevisione Italiana Spa Sede legale: Viale Mazzini, Roma Privacy policy Cookie policy Società trasparente Cap. Soc. Euro ,00 interamente versato Ufficio del Registro delle Imprese di Roma Engineered by Rai, Direzione New Media Platforms RAI tutti i diritti riservati. P.Iva

15 Mente e cervello Ballare in perfetta sincronia con gli altri? È questione di testa Individuata l area del cervello che permette di coordinare il movimento tra esseri umani. Lo studio della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia su Nature Communications Redazione - 24 Luglio :41 Coordinare i propri movimenti a quelli degli altri non è sempre facile. Prendiamo il ballo, c'è chi è proprio negato a danzare con una partner e chi invece riesce a raggiungere una sincronia perfetta per non pestarsi i piedi a vicenda, come i ballerini di tango. Se fate parte della prima categoria, d'ora in poi potrete dire che è tutta colpa del vostro cervello, in particolare del solco intra-parietale anteriore sinistro. È qui che i ricercatori dell'università La Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma hanno individuato la sede del coordinamento, che ci permette d integrare l azione di un partner nel nostro piano motorio. La scoperta potrà in futuro contribuire a «far luce su processi d interazione umana più complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva», afferma Matteo Candidi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia della Sapienza e alla fondazione Santa Lucia.

16 Nello studio, apparso su Nature Communications, i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare. Un movimento minimo, ma che ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale, cioè il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. Nel corso dell esperimento la reattività di specifiche aree cerebrali dei volontari è stata inibita attraverso una stimolazione cerebrale non invasiva. E qui si è scoperto quale parte del cervello che ci permette di agire in modo coordinato con gli altri: inibendo il solco intra-parietale anteriore (aips), la capacità di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non diminuisce, invece, la capacità d imitazione dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l'interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione.

17 Ballare il tango senza pestarsi i piedi, spiegati i meccanismi cerebrali di coordinamento I risultati dello studio portano a localizzare nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello la sede del coordinamento 23 luglio :23 - F.F. Una coppia di ballerini di tango deve raggiungere una sincronia perfetta dei movimenti, al fine di non pestarsi i piedi durante la performance. Cio implica non solo la capacita di reagire ai passi del compagno, ma anche di prevederli sulla base di indizi appena percettibili. Tuttavia, non sappiamo ancora con precisione quali siano i

18 processi cognitivi e le basi neurali che ci permettono di agire in modo coordinato con altri. A questo interrogativo ha trovato risposta un gruppo di ricercatori della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma (Lucia Maria Sacheli, Matteo Candidi e Vanessa Era), coordinati da Salvatore Maria Aglioti. I risultati dello studio, appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, portano a localizzare nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello la sede del coordinamento che ci permette d integrare l azione di un partner nel nostro piano motorio. Nel corso dello studio i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari sani di coordinarsi con un compagno virtuale (avatar) per afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare.nonostante si trattasse di un coordinamento minimale, il paradigma sperimentale ricrea la caratteristica fondamentale di ogni interazione motoria reale vale a dire il coordinamento nel tempo e nello spazio con un partner che si muove di fronte a noi. Durante l esperimento i ricercatori hanno inibito la reattivita di specifiche aree cerebrali mediante una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva (stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato che dopo l inibizione del solco intra-parietale anteriore (aips), la capacita di coordinamento interpersonale durante azioni complementari diminuisce sensibilmente. Non diminuisce, invece, la capacita d imitazione dei movimenti osservati nel compagno virtuale, suggerendo che l interazione complementare richieda risorse cognitive e neurali diverse dall imitazione. L ulteriore studio dei meccanismi sottesi alle interazioni motorie potrebbe dimostrarsi in futuro utile per contribuire a fare luce su processi d interazione umana piu complessi di quelli motori, come quelli mediati dalla comunicazione verbale e a permettere di comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da

19 difficolta nella sfera sociale ed affettiva afferma Matteo Candidi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia della Sapienza e alla fondazione Santa Lucia.

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