della modernità. 20 OTTOBRE 2001 Oggetto: Intervento programmato in Dalla voce all oblio: il Sigillo Ringraziamenti.
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- Oliviero Carmelo Giuseppe
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1 20 OTTOBRE 2001 Oggetto: Intervento programmato in Dalla voce all oblio: il Sigillo della modernità. Ringraziamenti. Un cenno de residuo. Sono stati, infatti, già egregiamente trattati gli aspetti salienti del silenzio nel diritto e nell etica. Vorrei solo segnalare alla vostra attenzione alcuni aspetti tipici del silenzio inteso come comportamento umano attraverso una serie di riflessioni hegelianamente intese. Più che una relazione, infatti, vorrei fosse da voi percepita come una serie di appunti rivolti alla mia mente e a voi semplicemente proposti. In realtà il Silenzio lo porrei sull altro piatto della bilancia (simbolo della Giustizia e di Michael, l Arcangelo del Quis ut deus?) dove già siede la Parola. Entrambi e insieme appaiono come costitutivi dell essere. L uomo, infatti, si manifesta (al mondo e agli altri) attraverso il duplice aspetto (comunicativo) del silenzio e della parola, col silenzio e con la parola. E, stranamente, il silenzio è generale e universale mentre la parola è particolarità e contingenza. L uomo nel silenzio appare loquente e comprensibile a tutti, a quanti lo hanno di fronte. 1
2 E allora, cos è il silenzio? È semplicemente un assenza di suoni e rumori? Potremmo dire che è un momento di verificazione; un momento di transito verso una verità; un banco di prova. È assenza del Verbum, della Parola. del Logos? Se lo intendiamo e lo traduciamo come Razionalità, allora dobbiamo affermare che il Silenzio è anche Logos. Il Silentium nella storia: era una regola. Esempi: i Pitagorici, gli ordini religiosi. La parola, infatti, era sacra. Quindi il Silenzio appare come funzionale a qualcosa perché il Silenzio è qualcosa. Silenzio/Sonno/Morte = Parola/Veglia/Vita. Sono i termini della questione. E in chiave analogica risolvono alcuni interrogativi che l uomo, da sempre, si pone e che non si sa se giungerà mai a risolverli da solo! A che serve il Silenzio. Si può affermare che è un momento preparatorio di qualcosa. Qui la sua funzionalità. Si pensi al silenzio di fronte a simboli, monumenti o segni grafici in genere. Non a caso è una delle tre scimmie (sacre) rappresentanti l uomo che si avvia a conoscere la verità e, quindi, non deve vedere il mondo profano (sotto il comune e mortale aspetto) non facendosi influenzare dalle apparenze, non deve sentire le voci che da lì
3 provengono (ricordare Ulisse e le Sirene) e non deve parlare (svelare/non rivelare a nessuno quello che comprenderà). Nel silenzio cresce il seme. Il silenzio, quindi, potrebbe essere il momento del concepimento di un idea che può essere estrinsecata anche con la parola. La parola, infondo, è il vestito di un idea e di un pensiero. Ma nel silenzio l uomo coglie la dimensione del divino che è in sé e fuori di sé. L uomo percepisce il continuum e la presenza d un Essere Universale Unico e Supremo/Superiore (fuori di lui, dentro di lui, intorno a lui, nel quale è immerso). Il mezzo per mettersi in comunicazione con Lui, diventa la voce, il suono, la parola, l espirazione (ricordare la nascita dell uomo per la Bibbia). Il silenzio, quindi, come attimo inspirativo assoluto. Distinguerei tra Parola/Verbum (come semplice contenitore di un idea, realizzatore ed esteriorizzatore di un idea o di una forma o di una forza) e Logos (espressione completa e articolata di più Verba denotante la presa di conoscenza e coscienza del significato intrinseco dei verba stessi) e che per questo costituisce la razionalità. Qui la differenza tra uomini, animali e vegetali. Tutte e tre le specie hanno un linguaggio che serve per comunicare all interno delle specie stesse. Nel nostro vi è un articolazione composta e riflessa.
4 La voce viene, quindi,intesa come conversione di un idea in un suono e le parole appaiono come veicoli di trasmissione del pensiero. Il Silenzio precede la parola, il Verbum e il Logos! È, quindi, la Mater del Logos! La preghiera. È attività non passività. È un attività sonora e non silenziosa! L orazione: os in actio dove os deriva da or: sollecitare gli dèi a operare, rivolgersi a Dio manifestando la propria pochezza e la Sua grandezza. Nel silenzio delle chiese e dei chiostri affiora il divino; nei campi parla Pan. Nell epoca attuale: tragico e futile gioco di illusionisti del verbo quello che compiono e realizzano i filosofi del linguaggio! Loro hanno perduto il senso proprio delle parole, le hanno svuotate di significato e riempite del loro nulla! La parola, attraverso il computer, ha compiuto una regressione. Qualunque linguaggio, infatti, appare omologato alle finalità informatiche. La civiltà futura avrà come emblema il silenzio, il sigillo della modernità, appunto! Ma sarà anche connotata dalla solitudine! Quasi che l uomo possa e voglia far a meno dell altro, di Dio! E non voglia comunicare con nessuno. E se proprio lo deve fare, lo fa in silenzio.
5 Il silenzio/solitudine diventa un modo di essere inteso in maniera diversa da quella tracciata sopra! È, forse, un trionfo postumo dell esistenzialismo sartriano?! Si comunica via Internet e on line nel silenzio dei propri studi. L uomo è solo dinanzi al monitor. Il processo, che anima i fori, sarà on line! Perdita di contatto con l umanità! Inoltre, anche lo stesso linguaggio muta. Si pensi alla firma digitale e a tutte quelle forme di linguaggio criptato che portano alla solitudine e additano il silenzio per intraducibilità. Il problema del testamento olografo e la perdita, oltre che del linguaggio, anche della scrittura manuale. Conclusioni: 1. Quanto al Silentium come non ricordare: Quid est veritas? = Est vir qui adest? 2. Quanto alla parola: torneremo a una sua nuova sacralità?
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