Direzione Centrale Progettazione COMPLETAMENTO DELLA TANGENZIALE DI VICENZA 1 STRALCIO 1 TRONCO VE 18/14 PROGETTO ESECUTIVO

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1 D Anas SpA Direzione Centrale Progettazione COMPLETAMENTO DELLA TANGENZIALE DI VICENZA 1 STRALCIO 1 TRONCO VE 18/14 PROGETTO ESECUTIVO L APPALTATORE: MANDATARIA MANDANTE - IL GRUPPO DI PROGETTAZIONE: - RAPPRESENTANTE DELL APPALTATORE: IMPRESA AFFIDATARIA IL PROGETTISTA PROGER SPA - CONSULENZE SPECIALISTICHE: IL COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO PROTOCOLLO DATA PARTE GENERALE CODICE PROGETTO PROGETTO LIV.PROG N.PROG. D P V E 0 7 E CODICE ELAB. NOME FILE E_T00EG00GENRE04_B.Docx REVISIONE SCALA: T 0 0 E G 0 0 G E N R E 0 4 B B REV. ISTR. ANAS Prot.CDG P 26/09/ Ing. M.M. Romanelli Ing. M. Angelucci Ing. F. Calabrese A EMISSIONE Ing. M.M. Romanelli Ing. M. Angelucci Ing. F. Calabrese REV DESCRIZIONE DATA REDATTO VERIFICATO APPROVATO

2 PREMESSA 4 1. VARIANTI PER OTTIMIZZAZIONE VIABILITÀ SECONDARIA E PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI (art. 132, comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06) Modifica dell innesto su strada Gambugliano Modifica dell andamento del sottopasso strada comunale Ambrosini Modifica delle piste di servizio in prossimità dei sottopassi Modifiche strutturali ai manufatti dovute all accostamento delle piste di servizio Sottopassi ciclopedonali Sottopassi carrabili Modifiche dovute alla continuità idraulica Spostamento dell asse del tracciato al fine del salvataggio della roggia esistente ADEGUAMENTO A 4,50 M DELL ALTEZZA DEI SOTTOPASSI PODERALI E DEL SOTTOPASSO PODERALE CICLABILE AL KM (NOTA ANAS PROT. CDG P DEL 26/09/2017) Sottopasso pk Sottopasso pk ADEGUAMENTO ILLUMINAZIONE SOTTOPASSI PK E PK e SOTTOVIA MADDALENE E AMBROSINI (NOTA ANAS PROT. CDG P DEL 26/09/2017) SISTEMAZIONE IN CONFIGURAZIONE DEFINITIVA DELL AREA INTERCLUSA ALL INTERNO DELLO SVINCOLO NORD (art. 132, comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06) MODIFICHE STRUTTURALI OPERE D ARTE MINORI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Riconfigurazione geometrica delle opere d arte minori Sottopasso pk Trincea San Giovanni CONTENIMENTO DEI PROCESSI DI FILTRAZIONE IN FASE DI SCAVO DEI SOTTOPASSI STRADALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 22 Pag. 2 di 41

3 Progetto Definitivo Progetto Esecutivo Sottopasso Maddalene Sottopasso Ambrosini RILEVATI DI APPROCCIO ALLE SPALLE DEL VIADOTTO (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Progetto Definitivo Progetto Esecutivo FONDAZIONI VIADOTTO DEL SOLE (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) OPERE PROVVISIONALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Inserimento puntoni provvisori sui sottopassi maggiori Modifica delle opere provvisionali in prossimità delle vasche di prima pioggia MODIFICA TEI TOMBINI E DEL MANUFATTO DI SBOCCO (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) PROPOSTA DELLA PAVIMENTAZIONE STRADALE IN VARIANTE (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) OTTEMPERANZA RACCOMANDAZIONI ARPAV (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Preparazione del piano di posa del rilevato Progetto Definitivo Raccomandazioni Arpav Progetto Esecutivo 39 Pag. 3 di 41

4 PREMESSA Durante la redazione della progettazione esecutiva, il Progettista e l Appaltatore hanno tenuto conto delle circostanze, insorte successivamente all avvio della progettazione, idonee a configurare delle varianti rispetto al progetto definitivo secondo l art. 132, comma 1, del D.Lgs. n. 163/2006. In particolare si rappresenta che, su indicazione del progettista e previa informazione al responsabile del procedimento, l appaltatore ha provveduto all effettuazione di studi e indagini di maggior dettaglio e di verifica rispetto a quelli posti a base del progetto definitivo. Il progetto esecutivo, conseguentemente, rende conto delle rideterminazioni delle scelte progettuali, alla luce delle risultanze delle indagini eseguite. Oltre a ciò, in conseguenza delle raccomandazioni con cui ARPAV ha accompagnato la redazione del progetto esecutivo a partire dal 21/02/2017, riguardanti la necessità di evitare il possibile impatto sulle acque sotterranee dell utilizzo della tecnologia stabilizzazione a calce, prevista dal progetto definitivo di gara per il miglioramento in situ delle caratteristiche meccaniche dei piani di posa dell infrastruttura, l Appaltatore ha sviluppato col progetto esecutivo una variante delle modalità di realizzazione degli strati di bonifica dei rilevati. Le circostanze di cui sopra si sono quindi configurate idonee, secondo l art. 132, comma 1, del D.Lgs. n. 163/2006, a motivare la progettazione di interventi in variante rispetto al progetto definitivo, che sinteticamente riguardano: 1) Variante relativa alle modalità di realizzazione della bonifica del piano di posa dei rilevati; 2) ridefinizione degli interventi volti al contenimento dei processi di filtrazione idraulici durante le fasi di scavo dei sottopassi stradali, alla luce degli esiti della campagna d indagine geotecnica integrativa; 3) introduzioni di interventi volti all accelerazione del decorso dei cedimenti dei rilevati d approccio al viadotto di Viale del Sole; 4) adeguamento delle strutture di fondazione del viadotto del Sole; 5) adeguamento delle strutture della trincea San Giovanni; 6) adeguamento delle strutture dei sottopassi secondari; 7) adeguamento delle opere provvisionali per la realizzazione delle vasche fuori linea; 8) adeguamento dei tombini e delle opere di efflusso di linea. Pag. 4 di 41

5 L Appaltatore ha inoltre sviluppato nel progetto esecutivo altre varianti, nell'esclusivo interesse dell'amministrazione, finalizzate al miglioramento dell'opera e della sua funzionalità, del tutto riconducibili all art. 132, comma 3, del suddetto Decreto, che si riepilogano qui di seguito: 1) miglioramento della viabilità secondaria e delle piste di servizio in prossimità dei sottopassi e dei tombini idraulici; 2) sistemazione in configurazione definitiva dell area interclusa all interno dello svincolo nord; 3) ridefinizione dei pacchetti di pavimentazione stradale. Tutti i contenuti di cui sopra sono stati acquisiti nella progettazione esecutiva presentata alla Stazione Appaltante nel mese di agosto In esito all istruttoria della Stazione Appaltante, di cui alla nota prot. CDG P del 26/09/2017, come superata dagli incontri con il Gruppo istruttore di ANAS del 22/09/2017 e del 11/10/2017, l Appaltatore e il Progettista hanno aggiornato la progettazione esecutiva consegnata, modificando in parte le soluzioni precedentemente sviluppate, come argomentato nel seguito. Rileviamo, inoltre, che con la medesima nota del 26/09/2017, appena citata, la Stazione Appaltante ha chiesto di adeguare a 4,50 m l altezza dei sottopassi poderali e del sottopasso poderale ciclabile al km La presente relazione intende dunque illustrare, motivandola, ciascuna delle variazioni al progetto definitivo sviluppata nel progetto esecutivo. In base all art. 20 del C.S.A. Norme Generali, per la disamina delle varianti conseguenti all ottemperanza alle richieste della Conferenza dei Servizi si rinvia, invece, espressamente all elaborato T00EG00GENRE02_D 1. VARIANTI PER OTTIMIZZAZIONE VIABILITÀ SECONDARIA E PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI (art. 132, comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06) Le varianti descritte in questo capitolo rimangono confermate senza modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto Si procede nel seguito alla loro argomentata motivazione. Pag. 5 di 41

6 1.1. MODIFICA DELL INNESTO SU STRADA GAMBUGLIANO La variante alla SP36 collega l attuale via Gambugliano con la nuova rotatoria dello svincolo sud. Il progetto definitivo prevede di intervenire sulla viabilità esistente ben prima dell inizio della curva necessaria per innestarsi sulla nuova variante. Tale soluzione sembra tuttavia figlia della precedente fase progettuale in cui era previsto, in posizione adiacente e parallela alla viabilità est-ovest esistente, la realizzazione di un sottovia stradale che garantisse lo scavalco della nuova SP46. L eliminazione di tale opera d arte e la possibilità di utilizzare il più possibile il sedime esistente, consiglia di avanzare sensibilmente l inizio delle attività di variante, di ca. 170 m. Da un punto di vista strettamente geometrico, la soluzione di variante ricalcherà esattamente quanto previsto in PD, con raggio planimetrico pari a 65 m e clotoidi di lunghezza invariata. (Vedi file: E_T00EG00GENPL08_B, E_T00EG00GENPL09_C) Pag. 6 di 41

7 La pista ciclabile di servizio parallela alla nuova viabilità principale attraverserà la nuova variante all incirca a metà del tratto curvilineo, senza risalire verso est per poi ritornare a percorrere parallelamente alla strada il tratto verso la rotatoria di svincolo sud MODIFICA DELL ANDAMENTO DEL SOTTOPASSO STRADA COMUNALE AMBROSINI In merito alla viabilità di progetto necessaria per garantire continuità a via Ambrosini, su richiesta della DL si è proceduto ad allontanare la nuova viabilità, e con essa la struttura in c.a. contenente le rampe del sottovia, dalla residenza posta a nord di via Ambrosini (di cui in viola nello schema seguente sono riportati i muri di confine).(vedi file: E_T00EG00GENPL10_B, E_T00EG00GENPL11_C) Di seguito si riportano il progetto definitivo e la proposta di modifica: Progetto definitivo Pag. 7 di 41

8 Proposta di modifica Con la nuova configurazione la parte terminale del sottovia si è spostata di ca m verso sud, e la nuova viabilità si trova rispetto al muro di confine fino ad una distanza di ca. 8.5 m dal limite interno della strada MODIFICA DELLE PISTE DI SERVIZIO IN PROSSIMITÀ DEI SOTTOPASSI La direzione lavori Anas richiede di realizzare, in prossimità dei sottopassi, una pista di servizio accostata al sottopasso, in aggiunta a quella già prevista, per evitare, a chi vuole, di percorre la strada più lunga. Tali piste hanno, in generale, larghezza di 1.5 m in prossimità dei sottopassi e 1.5 e 4 m in prossimità del sottopasso strada comunale Ambrosini. In particolare tale modifica è richiesta alle seguenti progressive: - PK Sottopasso strada comunale Ambrosini - PK Sottopasso Via Pian delle Maddalene - PK PK Tale modifica richiede, anche, un adattamento delle barriere antirumore che in questi tratti saranno del tipo integrato con la barriera di sicurezza. Di seguito si riportano planimetricamente le modifiche: Pag. 8 di 41

9 PK Sottopasso strada comunale Ambrosini (file E_T00EG00GENPL11_C) La pista di servizio a sud est è stata eliminata allargando a 5 metri quella a nord est per permettere il transito dei mezzi pesanti del proprietario dell abitazione prospiciente il sottopasso. Per il sottopasso Ambrosini è stato previsto l accostamento della pista di servizio per permettere un passaggio ciclopedonale a sinistra e carrabile a destra. Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali secondo la sezione tipica riportata di seguito: Pag. 9 di 41

10 La lunghezza e la posizione delle barriere di sicurezza è specificata nell elaborato: E_T00EG00GENPL11_C. PK Sottopasso Via Pian delle Maddalene (file E_T00EG00GENPL12_C) Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio ciclopedonale a sinistra e a destra. Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata nell elaborato: E_T00EG00GENPL12_C. Pag. 10 di 41

11 PK (file E_T00EG00GENPL13_C) Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio ciclopedonale a sinistra e a destra. Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata nell elaborato: E_T00EG00GENPL13_C. PK (file E_T00EG00GENPL14_C) Pag. 11 di 41

12 Sono stati previsti gli accostamenti delle piste di servizio per permettere un passaggio ciclopedonale a sinistra e a destra. Tale modifica comporta anche una ridefinizione delle barriere stradali che è specificata nell elaborato: E_T00EG00GENPL14_C Modifiche strutturali ai manufatti dovute all accostamento delle piste di servizio Sottopassi ciclopedonali Tale soluzione comporta, oltre alla realizzazione di nuove piste di larghezza pari a 1.50m anche modifiche strutturali ai sottopassi: - allungamento del sottopasso di 1.50 m da un lato, - Allungamento della rampa di discesa al sottopasso di non meno di 1.50 m. - modifica della soletta superiore con chiusura delle asole previste in progetto definitivo sia nel caso di sottopassi ciclopedonali sia nel caso di sottopassi carrabili. Di seguito si riportano, in maniera indicativa, le modifiche strutturali che riguardano il sottopasso ciclopedonale. Modifiche su sottopasso ciclopedonale Pag. 12 di 41

13 Sottopassi carrabili In questo caso le piste di servizio sono da un lato di 1.50 m e dall altro di 4.00 m per il sottopasso su Strada comunale Ambrosini e di 1.50 m da entrambi i lati per il sottopasso Via Pian delle Maddalene Le modifiche strutturali che andranno fatte sono: - Aggiunta di travi prefabbricate per realizzare i nuovi tratti di soletta, di lunghezza differente a seconda si tratti di pista di 4.00 m o 1.50 m - Spostamento della vasca di raccolta delle acque - Modifica del numero di diaframmi in corrispondenza dello scatolare chiuso. - Allungamento del sottopasso di 1.5 m Di seguito si riportano le modifiche per il sottopasso strada comunale Ambrosini. Pag. 13 di 41

14 Di seguito si riportano le modifiche per il sottopasso via Pian delle Maddalene Pag. 14 di 41

15 Modifiche dovute alla continuità idraulica L accostamento della rampa di servizio ai manufatti comporta anche l allungamento di alcuni tombini di continuità idraulica. In particolare i tombini da modificare si trovano alle seguenti progressive: Pag. 15 di 41

16 PK Sottopasso strada comunale Ambrosini (file E_T00EG00GENPL11_C) PK Sottopasso Via Pian delle Maddalene (file E_T00EG00GENPL12_C) Pag. 16 di 41

17 PK (file E_T00EG00GENPL13_C) PK (vedi file: E_T00EG00GENPL14_C) Pag. 17 di 41

18 1.4. SPOSTAMENTO DELL ASSE DEL TRACCIATO AL FINE DEL SALVATAGGIO DELLA ROGGIA ESISTENTE Su richiesta della Direzione dei Lavori è stato modificato l asse del tracciato di progetto tra le progressive e al fine di salvaguardare la roggia esistente che si trova nei pressi di Via Pian delle Maddalene. Tale modifica ha comportato uno spostamento del tracciato di circa 7 m in prossimità del sottopasso Via Pian delle Maddalene con conseguente adattamento dell opera d arte alla nuova configurazione. La nuova configurazione permette di evitare lo spostamento della roggia per un tratto di oltre 250 metri con un ottimizzazione generale della conseguente sistemazione idraulica. 2. ADEGUAMENTO A 4,50 M DELL ALTEZZA DEI SOTTOPASSI PODERALI E DEL SOTTOPASSO PODERALE CICLABILE AL KM (NOTA ANAS PROT. CDG P DEL 26/09/2017) Successivamente alla presentazione della progettazione esecutiva, avvenuta nel mese di agosto 2017, la Stazione Appaltante, con nota CDG P del 26/09/2017, ha chiesto l adeguamento a 4,50 m dell altezza dei sottopassi poderali e del sottopasso poderale ciclabile al km La modifica, dunque, interessa le seguenti opere: Sottopasso Altezza conforme al progetto definitivo di offerta Altezza richiesta con nota CDG P del 26/09/2017 PK ,20 m 4,50 m PK ,00 m 4,50 m La necessità di adeguare l altezza dei manufatti, mantenendo naturalmente invariata la livelletta dell asse stradale principale, ha giocoforza comportato sia un adeguamento delle parti strutturali delle elevazioni in c.a., sia un allungamento dei sottopassi, imposto dall approfondimento delle quote d imposta delle fondazioni al fine di assicurare le maggiori altezze. Evidentemente, l aumento della lunghezza dei manufatti ha richiesto anche un conseguente adeguamento dei sedimi di esproprio. Pag. 18 di 41

19 2.1. SOTTOPASSO PK Le modifiche effettuate rispetto al progetto definitivo riguardano la geometria del sottopasso. In sede di progetto definitivo l altezza interna del sottopasso era di 3.20 m; in fase esecutiva è stata portata a 4.50 m per permettere il passaggio di mezzi agricoli così come richiesto da Anas. Questo ha comportato un ingente allungamento planimetrico del sottopasso di circa m in quanto la pendenza della strada era già in fase definitiva del 12% e quindi non poteva essere aumentata. Sono stati quindi aggiunti due ulteriori conci, uno a destra ed uno a sinistra 2.2. SOTTOPASSO PK Le modifiche effettuate rispetto al progetto definitivo riguardano la geometria del sottopasso. In sede di progetto definitivo l altezza interna del sottopasso era di 4 m; in fase esecutiva è stata portata a 4.50 m per permettere il passaggio di mezzi agricoli così come richiesto da Anas. Questo ha comportato una conseguente modifica anche delle geometrie dei muri ad U. 3. ADEGUAMENTO ILLUMINAZIONE SOTTOPASSI PK E PK e SOTTOVIA MADDALENE E AMBROSINI (NOTA ANAS PROT. CDG P DEL 26/09/2017) Successivamente alla presentazione della progettazione esecutiva, avvenuta nel mese di agosto 2017, la Stazione Appaltante, con nota CDG P del 26/09/2017, ha richiesto l illuminazione dei sottopassi a pk e PK oltre che i sottovia Maddalene e Ambrosini Pag. 19 di 41

20 4. SISTEMAZIONE IN CONFIGURAZIONE DEFINITIVA DELL AREA INTERCLUSA ALL INTERNO DELLO SVINCOLO NORD (art. 132, comma 3, secondo e terzo periodo, D.Lgs. n. 163/06) Il progetto esecutivo prevede la sistemazione in configurazione definitiva dell area interclusa all interno dello svincolo nord. Gli interventi descritti in questo capitolo rimangono confermati senza modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto Pag. 20 di 41

21 5. MODIFICHE STRUTTURALI OPERE D ARTE MINORI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Gli interventi descritti in questo capitolo rimangono confermati senza modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto RICONFIGURAZIONE GEOMETRICA DELLE OPERE D ARTE MINORI Nell ambito delle verifiche strutturali delle opere minori è stata rivista la geometria delle seguenti opere d arte: - sottopasso alla pk 4+006; - sottopasso alla pk 5+082; - trincea San Giovanni al fine dell ottemperanza alle normative vigenti in materia, con particolare riguardo al soddisfacimento delle verifiche al galleggiamento Sottopasso pk Nel progetto definitivo per quanto riguarda il concio 2 era considerata una fondazione di spessore 50 cm; nel progetto esecutivo è stato aumentato tale spessore portandolo a 60 cm. La modifica si è resa necessaria per la verifica al galleggiamento del concio; questa è stata fatta considerando, a favore di sicurezza, uno spessore di 40 cm di pacchetto stradale Trincea San Giovanni Rispetto al progetto definitivo sono state modifiche le geometrie dei conci Tale modifica si è resa necessaria per la verifica al galleggiamento dei vari conci; questa è stata effettuata considerando uno spessore della pavimentazione pari a 40 cm. Pag. 21 di 41

22 6. CONTENIMENTO DEI PROCESSI DI FILTRAZIONE IN FASE DI SCAVO DEI SOTTOPASSI STRADALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Progetto Definitivo Il Progetto Definitivo prevede l esecuzione di cortine di diaframmi, laterali allo scavo, per il contrasto alle spinte del terreno e idrostatiche; adeguatamente approfonditi oltre il fondo scavo per limitare le portate dell acqua di infiltrazione. E previsto l ausilio del sistema well-point per il dewatering Progetto Esecutivo Sottopasso Maddalene Il piano di campagna medio attuale si trova a circa 37.0 m s.l.m., la massima risalita della falda è ipotizzata alla stessa quota del p.c., mentre a profondità di oltre 15 m è stata riscontrata una piezometrica a m s.l.m. (quindi in leggero artesianesimo). La profondità massima dello scavo è a quota m s.l.m., che si approfondisce localmente a quota m s.l.m. per la vasca interrata di raccolta dell acqua. Per l elevato battente idrostatico massimo a fondo scavo, di circa 9 m in corrispondenza della vasca di raccolta acque, il sistema dewatering well-point presenta delle complessità di installazione. Nella fase di indagini per il Progetto Esecutivo è stata posta particolare attenzione allo studio dei parametri di permeabilità dei terreni per verificare la fattibilità e le tecnologie per un razionale sistema di dewatering. I terreni sono di natura alluvionale costituiti da intercalazioni orizzontali di sabbie limose, limi sabbiosi e limi argillosi con valori delle permeabilità locali comprese mediamente nel range: k= m/s (da prove penetrometriche con piezocono CPTU, prove di permeabilità Lefranc in foro di sondaggio). Per la struttura eterogenea dei terreni si è ritenuto di proporre una prova di emungimento da pozzo, ottenendo i seguenti risultati sintetici: Portata di emungimento per un abbassamento stabilizzato di 8-9 m: 0.7 l/s, prossima a valori critici per il pozzo. Cono di depressione, misurato sui piezometri posti a varie distanze, regolare e relativamente rapido nella stabilizzazione. Pag. 22 di 41

23 Elevate perdite di carico concentrate sui filtri e nell immediato intorno del pozzo ( skin effect ). Notevole trasporto di fine con persistenza di acqua torbida. La portata di emungimento è stata inferiore alle attese per le caratteristiche strutturali e granulometriche dei depositi, per l inevitabile disturbo con effetto impermeabilizzante, che la perforazione apporta alle pareti di scavo del pozzo e per una certa quota, inevitabile, di intasamento del filtro. Va dato atto all Impresa esecutrice della sperimentazione di aver ottemperato alle specifiche esecutive, di avere impiegato idonee tecnologie e modalità esecutive (in particolare impiegando acqua chiara senza nessun tipo di additivi per l esecuzione della perforazione), nonché adeguata diligenza complessiva. Tutti gli aspetti qualitativi dei risultati delle prove sono infatti corretti. Va comunque ricordato che un obiettivo delle prove di emungimento da pozzo era di verificarne la produttività, ovvero la reale efficacia (disturbi compresi), per eventuale proposta come tecnologia di dewatering per l esecuzione degli scavi. Figura 1. Prova di pompaggio PEm02: sintesi dei risultati Per la sicurezza dell esecuzione degli scavi occorre prevedere un tampone di fondo, da realizzare mediante colonne jet-grouting compenetrate, per uno sviluppo complessivo di circa 115 m in corrispondenza delle massime profondità di scavo (inferiori a +33 m s.l.m.). L esecuzione del tampone di fondo consente i seguenti vantaggi: Pag. 23 di 41

24 Limitare fortemente le portate di acqua di infiltrazione; in tal modo l impiego del dewatering è molto ridotto, rimanendo a regime per le sole portate residue di infiltrazione a fondo scavo. Oltre a tutti gli aspetti di semplificazioni esecutive e risparmi energetici, si evidenzia che viene praticamente annullato il trasporto di fine dall esterno (diversamente inevitabile). Il trasporto di fine, per periodi prolungati, può comportare degrado delle caratteristiche dei terreni esternamente ai diaframmi, con rischi di subsidenza ed effetti indotti nell intorno. Si possono accorciare le profondità dei diaframmi di circa 2-5 m. Scavi approfonditi possono interessare acquiferi locali artesiani, in tali condizioni risulterebbe precaria la stabilità della perforazione per carenza del battente idrostatico del fluido di perforazione. Una significativa riduzione delle profondità dei diaframmi riduce moltissimo tale rischio. Le modalità esecutive, per gli scavi e le attività da svolgere a fondo scavo sono più semplici, i tempi esecutivi certi, con riduzione delle alee di incertezza e dei rischi. In mancanza di tampone di fondo il sistema di dewatering richiede una architettura complessa, da adattare alle condizioni locali, con necessità di controlli e manutenzioni continue, con maggiori rischi connessi all efficacia delle lavorazioni da eseguire a fondo scavo (impermeabilizzazione, getto del solettone di base ecc.). Le caratteristiche del tampone sono: Esecuzione di colonne con tecnologia bi-fluido, diametro reso utile di 1200 mm; Maglia triangolare equilatera con interassi di 900 mm; Altezza del trattamento 3.0 m; Parametri del trattamento: caratteristiche delle miscele cementizie, velocità di rotazione e risalita, portate di iniezione ecc., da determinare e ottimizzare mediante appositi campi prova; Ogni m verranno eseguiti dei setti trasversali di compartimentazione mediante doppia file di colonne prolungate fino alla testa dei diaframmi. Lo scopo delle compartimentazioni è di limitare le portate di emungimento ai soli settori soggetti a scavo e ad isolare eventuali difettosità per disporre mirate azioni correttive. Le modalità di controllo durante l esecuzione e sulla resa finale verranno definite. Pag. 24 di 41

25 Figura 2. Sezioni trasversali Rispetto all istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG P del 26/09/2017, gli interventi descritti in questo capitolo relativamente al contenimento dei processi di filtrazione in fase di scavo del sottopasso Maddalene rimangono confermati senza modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto In particolare si precisa che il dimensionamento del tappo di fondo in jet grouting deriva dall esperienza acquisita. Il diametro previsto per le colonne è fattibile in relazione ai terreni in sito e l interasse è dettato dall esigenza di compenetrazione, legata alla verticalità delle colonne ed alla profondità di trattamento. Comunque si prevede apposito campo prova finalizzato appunto a tarare i parametri operativi ed ottimizzare diametro ed interasse. Nei tratti dove è presente il tappo di fondo, non è previsto wellpoint, ma un semplice sistema di agottamento a fondo scavo. Il sistema wellpoit è previsto dove non c è tappo di fondo (altezze di scavo < 5 m circa) Sottopasso Ambrosini Le condizioni geometriche sono assimilabili al Sottopasso Maddalene. Sono migliori le condizioni stratigrafiche: per la maggior presenza statistica di terreni più fini, ed idrologiche per la minor quantità di acqua di emungimento da prova da pozzo e per non aver osservato fenomeni di artesianesimo. Pag. 25 di 41

26 Anche in questa situazione sarebbe raccomandabile l impiego di un tampone di fondo, per le semplificazioni e le limitazioni dei rischi precedentemente descritti. Tuttavia, accogliendo le prescrizioni dell istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG P del 26/09/2017, è stato eliminato il tappo di fondo in jet grouting, che era comunque previsto solo nella zona di massimo scavo. Tale modifica comporta l allungamento dei diaframmi in tale tratto, riportandoli alle lunghezze di Progetto Definitivo, al fine di aumentare il percorso di filtrazione; la lunghezza dei diaframmi in questo tratto è passata quindi da 17.0 m (con tampone jet grountig) a 23.0 m (senza tampone); la lunghezza di 23.0 m è la stessa prevista in PD. Per quanto sopra, la pianificazione dei lavori dovrà prevedere comunque l esecuzione degli scavi del sottopasso ST01 preliminarmente a quelli del ST02, al fine di poter avere ancora disponibili le attrezzature del jet grouting, nel caso sopraggiungessero difficoltà nel gestire l acqua. 7. RILEVATI DI APPROCCIO ALLE SPALLE DEL VIADOTTO (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Progetto Definitivo Nel PD non è previsto alcun consolidamento per i rilevati maggiori (di approccio alle spalle del viadotto). Nella Relazione Geotecnica (T00SG00GETRE01-C) si stima un cedimento totale di cm con tempi di dissipazione delle sovrapressioni interstiziali entro 60 giorni, quindi confrontabili con i tempi di costruzione (valutato con un cv = m 2 /s, mediante rappresentativo dell intero spessore alluvionale Al e Al1, presente nei primi 24 m dal p.c.) Progetto Esecutivo La zona in esame è stata indagata in fase PE mediante un sondaggio (SE01, lunghezza 44.0 m, lungo il quale sono stati prelevati 6 campioni sottoposti alle prove di laboratorio), 3 prove CPTU spinte fino ad una profondità massima di circa 26 m. L insieme delle indagini complessivamente disponibili hanno confermato lo spessore compressibile (circa m dal p.c.) ed hanno consentito di dettagliare la stratigrafia locale, distinguendo all interno del deposito francamente argilloso-limoso (unità Al) tre stratificazioni limoso-sabbiose con spessori di ordine metrico (unità Al1). Nella seguente figura si sintetizzano i principali risultati delle prove CPTU disponibili, che evidenziano una marcata ripetibilità. Pag. 26 di 41

27 Con riferimento all unità Al, che di fatto governa la natura differita dei cedimenti nel tempo, numerose prove sono state finalizzate alla valutazione della permeabilità e quindi alla stima del coefficiente di consolidazione cv. I risultati complessivamente disponibili conducono ad una stima di cv = (1 5) m 2 /s. Pur confermando l ordine di grandezza dei cedimenti attesi (50-60 cm totali), si stima un tempo di consolidazione di anni, non compatibili con i tempi realizzativi previsti per l opera. Per la necessità di ridurre drasticamente i tempi di consolidazione a circa 60 gg, compatibili con le fasistiche previste, si prevede l inserimento di dreni verticali a nastro, L = 20.0 m, disposti a maglia quadrata 1.8 m x 1.8 m. I dreni sono idraulicamente collegati in testa mediante uno strato di drenante - anticapillare spesso 30 cm, ubicato alla base del rilevato, immediatamente sopra il piano campagna. Il trattamento interessa una porzione di circa 100 m a tergo di entrambe le spalle. L obiettivo progettuale è quello di ridurre a valori trascurabili i cedimenti differenziali tra il rilevato-viadotto nonché le coazioni indotte dal rilevato sui pali di fondazione. Questi ultimi potranno essere realizzati, ovvero collegati al plinto, solo al termine dei processi di consolidazione. Quanto previsto verrà verificato sperimentalmente mediante monitoraggio dei cedimenti del rilevato in costruzione; i dati via via acquisiti consentiranno di verificare le previsioni progettuali, ed operare le scelte sugli eventuali aggiustamenti in corso d opera (calibrazione dei tempi di attesa ed eventuale pre-carica). Pag. 27 di 41

28 Figura 3. Vi del sole: profili delle resistenze CPT con determinazione del Material Index, Ic. Pag. 28 di 41

29 Figura 4. Sezione tipo con dreni. Rispetto all istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG P del 26/09/2017, gli interventi descritti in questo capitolo, relativi all accelerazione del decorso dei cedimenti del piano di posa dei rilevati d approccio al viadotto, rimangono confermati senza sostanziali modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto In particolare si precisa che, come si evince dalla figura 30 della relazione geotecnica generale di PE (allegata di seguito), il valore del coefficiente di consolidazione verticale assunto in PE, si interpola bene sia con i dati delle prove penetrometriche statiche (delle sole prove eseguite in corrispondenza dell opera), sia con la stima da correlazione empirica. Il valore del coefficiente di consolidazione verticale assunto in PD (riportato in figura seguente per confronto) deriva molto probabilmente da una interpretazione dei dati di tutto il tracciato. Le indagini integrative hanno infatti evidenziato una importante novità rispetto al PD: in corrispondenza del viadotto in oggetto, relativamente alle alluvioni superficiali, si ha una prevalenza della componente argilloso-limosa (unità Al), poi fra le progressive chilometriche e circa, si intensificano le intercalazioni sabbiose e limoso sabbiose (unità Al1) e dalla progressiva chilometrica circa, si evidenzia una marcata eterogeneità nel rapporto fra le facies delle alluvioni argillosa (unità Al) e sabbiosa (Al1), con livelli/lenti/strati di spessore da centimetrici a metrico e, mediamente, di pari incidenza. Questo concetto verrà comunque meglio specificato nella relazione geotecnica generale. Per quanto riguarda la giustificazione dell estensione del tratto di rilevato con dreni (100 m circa), negli elaborati esecutivi è stata inserita una sezione di calcolo dei cedimenti a distanza di 100 m da inizio intervento. In questa sezione, che presenta comunque una altezza di rilevato intorno ai 6 m, senza dreni e senza precarica, il cedimento residuo da scontare dopo 1 anno, è inferiore a 5 cm (come prescritto da Capitolato Speciale d Appalto). Pag. 29 di 41

30 Profondità da p.c. [m] Coefficiente di consolidazione primaria verticale cv [m2/s] 1.00E E E E E E E SCPTU1_2014 CPTU1_2014 CPTPP1_2005 CPTU-E03 CPTU-E02 CPTU-E01 NAVFAC-DM 7.1. (1971) Valore di cv di PD Valore di cv di PE Pag. 30 di 41

31 8. FONDAZIONI VIADOTTO DEL SOLE (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Per la redazione del P.E. è stata appositamente eseguita una campagna di indagini integrativa nel periodo marzo-maggio 2017 con la finalità di verificare, approfondire ed ottimizzare la caratterizzazione geotecnica dei litotipi interagenti con le opere. Le indagini eseguite hanno confermato lo spessore alluvionale (unità Al-Al1 - intercettato fino a circa 25 m dal p.c.) che sovrasta i depositi ghiaiosi, ed hanno evidenziato una prevalenza della componente coesiva compressibile (Al) e solo in sub-ordine la presenza di strati limoso-sabbiosi (Al1). Inoltre, grazie al nuovo sondaggio SE-01, spinto fino a 44.0 m di profondità, si è evidenziato che le ghiaie di base non sono continue ma intervallate da depositi coesivi. Questa circostanza, che rappresenta la novità rispetto al P.D., implica per i pali una minore portanza di base, che nelle ghiaie viene in parte inficiata dalla presenza degli orizzonti coesivi. In tale contesto, i pali sono di tipo sospeso, ovvero progettati con resistenza prevalentemente laterale. Quindi il dimensionamento ottimale si ottiene privilegiando i pali di minore diametro (DN mm) rispetto a quelli del P.D. offerto (DN 1200 mm). In base a tali criteri è stato dunque sviluppato il progetto esecutivo presentato nel mese di agosto Tuttavia, accogliendo le prescrizioni dell istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG P del 26/09/2017, il diametro dei pali di spalle e pile è stato uniformato a D=800 mm, garantendo un interasse 3D. Pag. 31 di 41

32 9. OPERE PROVVISIONALI (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) 9.1. INSERIMENTO PUNTONI PROVVISORI SUI SOTTOPASSI MAGGIORI In fase di progettazione esecutiva dei sottopassi maggiori (sottopasso strada comunale Ambrosini e sottopasso Via Pian delle Maddalene) sono stati aggiunti dei puntoni provvisori dovuti alla natura dei terreni interessati dallo scavo ed i tempi di realizzazione dell opera. Rispetto al PD che considerava condizioni non drenate, le analisi del PE si basano sui parametri geotecnici drenati e si considera un regime di filtrazione stazionario. Per garantire la sicurezza e la stabilità in condizioni di scavo e mantenere un regime deformativo accettabile, lo scavo dovrà essere effettuato con un elemento di contrasto in testa alle opere di sostegno. Tale funzione è assolta dall impalcato di copertura nel tratto coperto e dai puntoni definitivi in c.a. nel tratto finestrato, mentre per i rimanenti tratti è necessario disporre puntoni in acciaio provvisori sulla trave di coronamento dei diaframmi. Tali puntoni potranno essere rimossi solo dopo la realizzazione della soletta di fondazione in c.a.. In base all istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG P del 26/09/2017, rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto 2017 il progettista esecutivo ha riscontrato la necessità dell impiego, in corrispondenza sia del sottopasso Ambrosini sia del sottopasso Maddalene, di puntoni Φ609.6mm sp.14.2mm ad interasse di 6m, al fine di garantire la sicurezza e la stabilità in condizioni di scavo e mantenere un regime deformativo accettabile. La stabilità e la sicurezza in condizioni di scavo sono assolte dall impalcato di copertura nel tratto in galleria e dai puntoni definitivi in c.a. nel tratto finestrato, mentre per i rimanenti tratti è necessario disporre puntoni in acciaio provvisori sulla trave di coronamento dei diaframmi. Tali puntoni potranno essere rimossi solo dopo la realizzazione della soletta di fondazione in c.a.. Tale scelta comporta inoltre altri significativi vantaggi progettuali: importante riduzione delle sollecitazioni nei diaframmi e della loro armatura, quindi maggiore durabilità dell opera; minori alee di rischio collegate alla variabilità delle complesse condizioni al contorno (condizioni stratigrafiche, caratteristiche geotecniche, idrodinamiche e sovraccarichi); incremento delle condizioni di sicurezza generali e per le maestranze. Pag. 32 di 41

33 9.2. MODIFICA DELLE OPERE PROVVISIONALI IN PROSSIMITÀ DELLE VASCHE DI PRIMA PIOGGIA Nel Progetto definitivo era previsto uno scavo massimo di circa 5.5 m sotto il piano campagna, protetto mediante palancolato Larssen 605 L=18.0 m, contrastato internamente con due ordini di tiranti. Nella nuova configurazione di PE, si prevede una riduzione della profondità di scavo, che si spinge fino ad un massimo di m dal p.c.. Si conferma la necessità di proteggere lo scavo mediante palancolato, per la riduzione dei processi di filtrazione verso lo scavo. Gli scavi saranno protetti mediante palancolato perimetrale (tipo Larssen 605) che verrà infisso dal p.c. fino ad una profondità di circa 12.0 m (contro i 18 m previsti in fase di progettazione definitiva). Dopo aver verificato la compatibilità degli ingombri di scavo con le aree di esproprio, si è scelto di allargare l impronta di scavo, prevedendo la profilatura di una berma stabilizzante sul palancolato conformata con larghezza in testa di m, scarpata di circa 40 rispetto all orizzontale, altezza 2.0 m. Tale soluzione comporta numerosi vantaggi di carattere esecutivo e di sicurezza delle maestranze: operando con palancole di 12.0 m si evitano complicate operazioni di saldatura in cantiere; le minori altezze di scavo e l allargamento dello scavo mediante berma stabilizzante hanno consentito di evitare la realizzazioni dei tiranti; tale lavorazione appare critica per la necessità di lavorare all interno dello scavo e con battente d acqua rispetto al punto di perforazione.. L utilizzo di un sistema well-point consentirà di mantenere i piani di lavoro all asciutto fino al completamento dei getti in c.a.. Rispetto all istruttoria di cui alla nota di Anas prot. CDG P del 26/09/2017, gli interventi descritti in questo paragrafo, relativi alle opere provvisionali delle vasce di prima pioggia, rimangono confermati senza modifiche rispetto alla redazione della progettazione esecutiva presentata nel mese di agosto Pag. 33 di 41

34 10. MODIFICA TEI TOMBINI E DEL MANUFATTO DI SBOCCO (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) È stato necessario inoltre inserire ed adeguare alle intervenute modifiche della viabilità principale, secondaria e di servizio i manufatti di scarico provvisti di pancone metallico per garantire lo scarico delle acque di piattaforma dai fossi di guardia al ricettore finale. La laminazione delle acque previo passaggio nelle vasche di prima pioggia infatti avviene nei fossi di guardia del tracciato principale ed è necessario fornire un manufatto per permettere eventuali regolazioni del flusso di scarico. 11. PROPOSTA DELLA PAVIMENTAZIONE STRADALE IN VARIANTE (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) Nell elaborazione della progettazione esecutiva l Appaltatore e il Progettista hanno avuto cura di ricercare soluzioni progettuali e costruttive alternative a quella originariamente previste per la realizzazione della pavimentazione stradale, con l intento di ulteriormente migliorare le caratteristiche di resistenza, rigidezza e durabilità della struttura. La geometria della pavimentazione prevista nel progetto definitivo posto a base di gara era la seguente: - fondazione in misto granulare, cm 30; - fondazione in misto cementato, cm 25; - base in conglomerato bituminoso, cm 10; - strato di collegamento in conglomerato bituminoso, cm 6; - strato di usura in conglomerato bituminoso fonoassorbente cm 4. Nell ambito della progettazione esecutiva viene proposta la seguente geometria della pavimentazione con l intento di migliorare le caratteristiche di resistenza, rigidezza e durabilità della struttura: - sottofondazione in misto granulare (per le sezioni di TIPO A) o materiale stabilizzato a calce (per le sezioni di TIPO B, C), cm 19; - fondazione in misto cementato, cm 35 - base in conglomerato bituminoso a freddo, cm 12 - strato di collegamento in conglomerato bituminoso ad alto modulo, cm 5; - strato di usura in conglomerato bituminoso fonoassorbente cm 4. Pag. 34 di 41

35 Le verifiche svolte in questa sede hanno dimostrato che, dal punto di vista strutturale, la proposta di variante è senza dubbio migliorativa rispetto al progetto definitivo. Il confronto evidenzia la minore deformabilità, le minori sollecitazioni sui conglomerati bituminosi (a causa di un aumento di rigidezza globale) e la maggiore vita utile della pavimentazione in variante. Le tensioni di esercizio nel misto cementato sono compatibili con le attese caratteristiche di resistenza del materiale previsto nella proposta di variante. Si può quindi asserire che, alle ipotesi della verifica per i cui dettagli si rimanda alla relazione specialistica dedicata, la soluzione di variante appare migliorativa rispetto a quella del progetto definitivo. L appaltatore e il progettista confermano la proposta di variante tecnica migliorativa presentata con la progettazione esecutiva nel mese di agosto OTTEMPERANZA RACCOMANDAZIONI ARPAV (art. 132, comma 1, D.Lgs. n. 163/06) PREPARAZIONE DEL PIANO DI POSA DEL RILEVATO Progetto Definitivo I dettagli per la preparazione dei piani di posa dei rilevati sono forniti nel 11.2 della Relazione Geotecnica (T00SG00GETRE01-A) e nella tavola delle Sezioni Tipo Corpo stradale principale (T00PS00TRAST01-A). In dettaglio, si prescrive che si rispettino le Norme Tecniche del Capitolato Speciale d Appalto ANAS in cui si richiede che i sottofondi dei piani di posa dei rilevati abbiano un modulo di deformazione M d al primo ciclo di carico su piastra (di diametro pari a 30 cm) pari a: Per altezze di rilevati superiori a 2 m, si ammettono anche valori inferiori a 15 MPa sempre che sia garantita la stabilità dell opera e la compatibilità dei cedimenti, sia totali che differenziali e del loro decorso nel tempo. Pag. 35 di 41

36 Per il conseguimento dei valori su indicati, si prescrive che i terreni in posto (materiali coesivi, saturi o parzialmente saturi) siano sottoposti a un adeguato trattamento a calce, aventi caratteristiche differenti in funzione della tipologia dei rilevati in esame: 1. Nuovi rilevati stradali: - scotico di spessore 20 cm; - scavo di sbancamento per bonifica di 50 cm (approfondimento di 70 cm dal p.c. originale); - trattamento del terreno in posto con calce, sino a uno spessore pari a 30 cm (fino a circa 100 cm dal p.c. originale); - riporto di terreno trattato con calce per 50 m (terreno precedentemente sbancato); - riporto di terreno da rilevato per 20 cm, sino alla quota del p.c. originale; Complessivamente si hanno 80 cm di terreno trattato che si spingono fino a 1 m sotto del p.c. originale. 2. Rilevati aventi funzione anti-rumore: - scotico di spessore 20 cm; - scavo di sbancamento per bonifica di 20 cm (approfondimento di 40 cm dal p.c. originale); - trattamento del terreno in posto con calce, sino a uno spessore pari a 30 cm (fino a circa 70 cm dal p.c. originale); - riporto di terreno trattato con calce per 20 cm (terreno precedentemente sbancato); - riporto di terreno da rilevato per 20 cm, sino alla quota del p.c. originale; Complessivamente si hanno 50 cm di terreno trattato che si spingono fino a 0.70 m sotto del p.c. originale. Pag. 36 di 41

37 Figura 5. Schema sottofondo rilevato previsto in Progetto Definitivo. Figura 6. Schema sottofondo rilevato antirumore previsto in Progetto Definitivo Pag. 37 di 41

38 Raccomandazioni Arpav A partire dal 21/02/2017, come risulta dal relativo verbale di riunione, ARPAV ha accompagnato la redazione del progetto esecutivo con raccomandazioni, riguardanti la necessità di evitare il possibile impatto sulle acque sotterranee dell utilizzo della tecnologia stabilizzazione a calce, prevista dal progetto definitivo (elaborati T00GE00GEORE04C, T00GE00GEORE05D, T00PS00TRAST01C, T00SV01TRAST01C, T00SV02TRAST01C, T00PS01TRAST01C) per il miglioramento in situ delle caratteristiche meccaniche dei piani di posa dell infrastruttura. La soluzione prevista nel Progetto Definitivo, ancorché adeguata a garantire i requisiti prestazionali richiesti, non è in linea con le indicazioni dell ARPAV sulle limitazioni relative all impiego della calce nei terreni saturi, a contatto con la falda. È infatti opinione dell ARPAV che la calce possa inquinare la falda acquifera superficiale. Tali perplessità sono state espresse nel corso degli incontri tecnici avuti con ARPAV presso gli uffici di Vicenza in data 21/02/2017 e nel successivo incontro, presso la sede ARPAV di Padova in data 16/03/2017. ARPAV ritiene che l utilizzo della calce per la realizzazione del sottofondo dei piani di posa dei rilevati possa determinare significative variazione del ph delle acque sotterranee che modificherebbero lo stato qualitativo della risorsa idrica. Le variazioni nel ph, sarebbero indotte sia dalla lisciviazione del terreno che dal contatto con le acque sotterranee. In merito a quest ultimo aspetto, i tecnici ARPAV hanno più volte sottolineato, che, visto il particolare assetto idrogeologico (parti del tracciato sono all interno della fascia delle risorgive), è necessario considerare che il livello delle falde possa periodicamente raggiungere il piano campagna. Le perplessità di ARPAV, derivano da quanto accaduto in situazioni analoghe, nelle quali, l utilizzo della stabilizzazione a calce, ha determinato notevoli aumenti nei valori di ph delle acque sotterranee. A tal, proposito, nell incontro tecnico del , si è concordato di eseguire uno studio sperimentale sugli effetti dell utilizzo della calce nella stabilizzazione dei terreni a contatto con le acque sotterranee. Lo studio è stato eseguito attraverso una procedura analitica concordata con ARPAV, che ha previsto le seguenti operazioni: prelievo di 10 campioni di terreno lungo il tracciato stradale in progetto; stabilizzazione a calce del campione (miscele 2,5% e 3, 5%); immersione del campione in acqua proveniente dalle Sorgenti Seriola; determinazioni analitiche ad intervalli stabiliti. I risultati dello studio hanno evidenziano che in tutti campioni analizzati, si sono registrati notevoli incrementi del ph, con valori anche superiori a 12. Pag. 38 di 41

39 Progetto Esecutivo Viste le indicazioni di ARPAV, e visti i risultati dello studio sperimentale, si è quindi deciso di proporre nel Progetto Esecutivo una varianti, in linea ai seguenti criteri progettuali: Nel Progetto Esecutivo si è quindi deciso di proporre le modifiche, in linea con i seguenti criteri: - Garanzia di prestazioni equivalenti a quelle previste in P.D., con particolare riferimento alle prescrizioni sui moduli di deformazione misurabili durante le prove di carico su piastra; - Scavo di bonifica ad una profondità di cm (inclusi i 20 cm di scotico), non inferiore a quella trattata nel P.D., pari a 70 cm dal p.c. originale, assicurando la completa la rimozione dello spessore di terreno vegetale; - Evitare, per gli spessori di bonifica potenzialmente a contatto con la falda, l utilizzo di stabilizzazione a calce. - Bonifica per sostituzione con spessore e qualità dei materiali modulati in funzione dell altezza rilevato e quindi della prestazionalità richiesta sul piano di posa (generalmente crescente al diminuire dell altezza di rilevato). In fase di PE sono state eseguiti numerosi pozzetti esplorativi: hanno rilevato uno spessore di vegetale compreso tra m (mediamente 0.4 m). Sono state inoltre eseguite 6 prove di carico su piastra ubicate ad una profondità di circa 0.8 m dal p.c.: hanno misurato un modulo di carico su Md compreso tra MPa (misurato al primo ciclo tra kpa), con una media di 12.0 MPa. Una prova effettuata in prossimità del Viadotto del Sole ha misurato un valore molto elevato Md = 45 MPa. Il rapporto tra i moduli di primo/secondo carico si attesta intorno a denotare una discreta attitudine dei materiali alla compattazione in posto. Si prevedono 3 sezioni tipo, in funzione dell altezza del corpo del rilevato (Hr) e quindi della prestazionalità richiesta sul piano di posa in conformità al Capitolato (vedi Figura 7). La sezione Tipo A è relativa ai rilevati a raso o bassi (Hr < 0.3 m), ed interessa quindi gran parte del tracciato. Al di sotto dei 20 cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori 70 cm che verrà bonificato mediante materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4 per i primi 25 cm, misto granulare stabilizzato per i successivi 45 cm. Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico su piastra Md = MPa in funzione dell altezza Hr = m. Pag. 39 di 41

40 Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede di continuare mediante misto granulare stabilizzato (tra piano di posa e piano di fondazione della pavimentazione stradale). La sezione Tipo C è relativa ai rilevati alti (Hr > 0.8 m), ed interessa quindi i tratti di approccio alle spalle del viadotto e il restante tracciato solo localmente. Al di sotto dei 20 cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori 50 cm che verrà bonificato mediante materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4. Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico minimo su piastra Md = MPa in funzione dell altezza Hr = m Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede l utilizzo dei materiali di scavo opportunamente stabilizzati a calce. La sezione Tipo B è relativa ai rilevati con altezze 0.3 m < Hr < 0.8 m, è rappresenta quindi la sezione di transizioni tra le precedenti A e C. Al di sotto dei 20 cm di scotico, si prevede uno scavo di ulteriori 50 cm che verrà bonificato mediante materiale tipo A1, A3 (U<7), A2-4. Sul piano di posa così conformato è richiesto un modulo di carico minimo su piastra Md = MPa in funzione dell altezza Hr = m. Per il sovrastante corpo del rilevato si prevede l utilizzo dei materiali di scavo opportunamente stabilizzati a calce. Per i rilevati aventi funzione anti-rumore, oltre allo scotico di 20 cm, si prevede uno scavo di ulteriori 50 cm che verrà bonificato mediante materiale tipo A1, A2-4. In tutti i casi si prevede la messa in opera di un TNT > 35kN/m sul fondo scavo di bonifica; ha la principale funzione di separazione del materiale di riporto e verrà risvoltato su tale spessore per almeno m su entrambi i lati. Si prevede di predisporre un adeguato campo prova (ovvero un settore sperimentale da realizzare nella fase iniziale delle lavorazioni), finalizzato a verificare il raggiungimento dei requisiti prestazionali richiesti in Capitolato. Pag. 40 di 41

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