CORSO PRATICO DI DIRITTO AMMINISTRATIVO
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- Beata Massari
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1 CORSO PRATICO DI DIRITTO AMMINISTRATIVO AGGIORNATO ALLE SEGUENTI RIFORME: D.L. 14/2017, L. 30/2017, D.Lgs. 56/2017, D.Lgs. 104/2017, D.Lgs. 74 e 75/2017, D.Lgs. 100/2017, D.L. 24 aprile 2017, D.Lgs. 97/2016, D.Lgs. 179/2016, D.Lgs. 116/2016, D.Lgs. 222/2016 D.Lgs. 127/2016 sito web: corsopraticodiritto@gmail.com
2 INDICE 1. Le fonti del diritto amministrativo 2. Principi, caratteri e struttura della Pubblica Amministrazione 3. I criteri di riparto dell attività amministrativa: il criterio di competenza 4. La figura del funzionario di fatto 5. L amministrazione centrale dello Stato 6. Il riparto delle competenze legislative e amministrative tra Stato e Regioni 7. L organizzazione e le funzioni degli enti locali 8. Il controllo sugli enti territoriali 9. Gli enti pubblici in forma societaria 10. Gli organismi di diritto pubblico 11. L impresa pubblica 12. L affidamento in house 13. I servizi pubblici e i servizi pubblici locali 14. Le autorità amministrative indipendenti 15. Il rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche 16. La disciplina del lavoro pubblico 17. I beni pubblici: i beni demaniali, i beni patrimoniali indisponibili e i beni patrimoniali disponibili 18. L amministrazione e la tutela dei beni pubblici 19. L attività amministrativa in generale 20. I principi dell azione amministrativa 21. La discrezionalità amministrativa 22. Il procedimento amministrativo: nozione e funzione 23. Le fasi del procedimento amministrativo 24. La conferenza di servizi 25. Il silenzio amministrativo: profili generali e tipologie 26. La D.I.A. e la S.C.I.A. 27. L accesso ai documenti 28. Gli atti amministrativi 29. Il provvedimento amministrativo 30. La patologia dell atto amministrativo 31. L autotutela amministrativa 32. L attività amministrativa di controllo e la classificazione dei controlli 33. Gli accordi 34. I contratti della P.A. 35. Il procedimento ad evidenza pubblica 36. Il governo del territorio e l urbanistica 37. L espropriazione per pubblica utilità 38. La responsabilità della pubblica amministrazione 39. Profili processuali delle azioni risarcitorie contro la P.A. 40. I ricorsi amministrativi
3 41. Gli interessi legittimi e i diritti soggettivi 42. La tutela giurisdizionale e il riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice amministrativo 43. La tutela innanzi al giudice amministrativo e le regole del processo 44. La tutela innanzi al giudice ordinario 45. Il processo amministrativo: il ricorso e i motivi aggiunti 46. La disciplina del processo amministrativo 47. Le impugnazioni 48. Il rito abbreviato 49. La tutela cautelare 50. Il giudicato amministrativo 51. Il giudizio di ottemperanza
4 LE FASI DEL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO Il procedimento amministrativo si compone di quattro fasi: la fase dell iniziativa (o dell avvio), la fase istruttoria, la fase decisoria e la fase integrativa dell efficacia. La FASE DELL INIZIATIVA è quella che dà avvio al procedimento. Questo può essere instaurato: con un atto dell interessato, cioè un istanza volta ad ottenere l adozione di un provvedimento favorevole o un ricorso, volto ad ottenere un riesame di atti amministrativi considerati lesivi di interessi legittimi o di diritti soggettivi; su impulso dell amministrazione, come accade nei procedimenti ad iniziativa d ufficio. In questo caso, l iniziativa può assumere la forma della richiesta (con la quale l autorità amministrativa sollecita l adozione di un atto che non potrebbe altrimenti essere emanato) o di proposta (con la quale l autorità amministrativa indica il tipo di contenuto da dare all atto da emanare). L avvio del procedimento deve essere comunicato attraverso una comunicazione indirizzata: ai soggetti nei cui confronti il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti, cioè i titolari di interessi legittimi; ai soggetti che per legge devono intervenire nel procedimento, cioè soggetti od enti pubblici portatori di interessi differenti rispetto a quelli dell amministrazione procedente; ai soggetti, individuati o facilmente individuabili, che possono subire un pregiudizio dal provvedimento finale. Questa comunicazione consente al soggetto di coinvolto di esercitare i diritti che gli sono riconosciuti dalla stessa L. 241/1990. Nella comunicazione devono essere indicati: - l amministrazione competente; - l oggetto del procedimento promosso; - l ufficio e la persona responsabile del procedimento; - la data entro la quale deve concludersi il procedimento e i rimedi esperibili in caso di inerzia dell amministrazione; - nei procedimenti ad iniziativa di parte, la data di presentazione dell istanza; - l ufficio in cui si può prendere visione degli atti. La Legge 241/1990 individua due ipotesi in cui la comunicazione non è necessaria: 1. per i procedimenti cautelari; 2. per i procedimenti per i quali sussistono ragioni di impedimento derivanti da particolari esigenze di celerità del procedimento stesso Una volta avviato, il procedimento prosegue con l ISTRUTTORIA, fase centrale del procedimento nella quale l amministrazione svolge l acquisizione dei fatti rilevanti, individua gli interessi coinvolti e procede alla loro ponderazione. Figura cardine della fase istruttoria è il responsabile del procedimento, introdotta al fine di garantire l attuazione dei principi di trasparenza ed efficienza. Egli è il soggetto con il quale il cittadino può relazionarsi e confrontarsi per qualsiasi aspetto relativo al procedimento e, dal punto di vista interno, funge da sollecitatore dell azione amministrativa, assicurando la connessione tra le varie fasi del procedimento, evitando fenomeni di inerzia e dispersione. Al responsabile del procedimento sono assegnati compiti di impulso, direzione e coordinamento dell istruttoria procedimentale e, in via eventuale, di decisione finale. Per un elencazione specifica dei compiti del responsabile del procedimento, si rimanda all attenta lettura dell art. 6, L. 241/1990, articolato in diverse lettere.
5 Al termine dell istruttoria si apre la FASE DECISORIA, in cui viene deliberato. ** FINE ANTEPRIMA **
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