RAFFORZARE LA FILIERA DEL LEGNO LOCALE: IL CASO PRATICO DELLE VALLI DI LANZO

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1 RAFFORZARE LA FILIERA DEL LEGNO LOCALE: IL CASO PRATICO DELLE VALLI DI LANZO Fernanda Giorda dottore forestale PREMESSA Le Valli di Lanzo sono situate in provincia di Torino, tra Valle di Susa e Canavese. Comprendono un territorio di ettari di cui quasi la metà boscata. Vi sono dislocati 25 Comuni per una popolazione di abitanti. Dal 2011 la Comunità Montana in accordo con il Gruppo di Azione Locale ha intrapreso una serie di azioni allo scopo di rafforzare la filiera del legno locale per consentire il giusto ritorno economico alle aziende del settore. Le azioni da intraprendere sono state deliberate dagli enti e inserite negli strumenti di programmazione territoriale e sono riassumibili nella promozione della pianificazione forestale accompagnata dalla creazione di alcuni servizi tecnici di base rivolti ai proprietari forestali pubblici e privati e alle imprese del settore legno. Il problema che si pone in queste, come in molte altre valli dell arco alpino, è quello di riuscire a TRASFERIRE LA MATERIA PRIMA LEGNO DAL BOSCO ALLE IMPRESE LOCALI. Il patrimonio boschivo delle Valli di Lanzo è costituito da ha di boschi di cui 70% di proprietà privata e 30% pubblici. Le categorie forestali più rappresentate sono le faggete (25%), a seguire i castagneti (12%), i lariceti, gli acero-tiglio-frassineti e i querceti per un 10% ciascuno, i rimboschimenti (5%). Le aree facilmente esboscabili perchè servite da viabilità sono circa il 27 % del totale. I boschi privati hanno una elevata frammentazione; il disinteresse da parte degli stessi proprietari raggiunge livelli ormai cronici e costituisce un enorme limite allo sviluppo di un economia forestale. La filiera del legno locale è ben rappresentata: - una ventina di imprese iscritte all Albo regionale delle imprese forestali specializzate in tagli boschivi e manutenzione territorio; - otto imprese artigiane del settore legno specializzate in arredi per esterni e interni, serramenti, scale, boiserie; - un primo impianto di essiccazione del legno presso ditta artigiana con capacità di lavoro pari a mc/anno (la riduzione dei tempi di stagionatura e stoccaggio della materia prima favorisce la filiera locale). RICERCA DELLA SOLUZIONE 1. ANIMAZIONE TERRITORIALE a tutto tondo Incontri dedicati alla popolazione residente e non per far conoscere la risorsa bosco e le migliori pratiche per la gestione boschiva.

2 Partecipazione a fiere di valle con diffusione di questionari mirati. Diffusione di una news BoschinValle (ad oggi 27 numeri) in cui vengono descritte le iniziative e opportunità per le imprese della filiera forestale di valle e per i proprietari boschivi. Esempio di questionario: Il Bosco è un patrimonio da gestire Nell attività di animazione si è posta un attenzione particolare a raccogliere le esigenze del territorio. E emerso che i boschi ben tenuti sono l interesse della maggior parte delle persone. Non sempre i proprietari si attendono dei ricavi, spesso sono preoccupati che in caso di utilizzo del bosco il bene non venga danneggiato. Per le attività di gestione boschiva il territorio esprime più che un attesa economica, una esigenze di affidabilità. Dal confronto con i proprietari, le amministrazioni e le imprese, si sono individuate alcune aree pilota quali piccoli laboratori territoriali su cui convergevano gli interessi sia dei proprietari che delle ditte di utilizzazione e per i quali si è valutato possibile far nascere accordi per superare la eccessiva frammentazione territoriale e rendere economicamente più vantaggioso il taglio delle aree boscate. Da questa esperienza è nata l idea di inserire dei limiti minimi alle superfici di intervento e di dare priorità nei bandi locali ai progetti così presentati. Fernanda Giorda dottore forestale pag. 2

3 2. AGGREGAZIONE TRA PROPRIETARI, come condizione per la gestione forestale attiva La Comunità Montana ha avviato alcune iniziative per favorire i proprietari che già intervenivano normalmente sul territorio per il mantenimento e la cura dei boschi. Si sono sostenuti i privati che fanno la legna da se contribuendo con fondi dell ente di valle, sulla base del prezziario regionale, agli interventi di manutenzione boschiva (ripuliture, sfolli, diradamenti) su superfici minime di mezzo ettaro, attribuendo punteggi di priorità ai proprietari che presentavano un progetto di pulizia del bosco su un area costituita dai boschi di due o più ditte catastali confinanti. Esempio di BoschinValle n. 8 del novembre 2012: Fernanda Giorda dottore forestale pag. 3

4 L idea di stabilire un intervento minimo non solo in termini di estensione ma anche in termini di numero di proprietari è stata poi trasferita nel bando messo a punto dal GAL sulla misura 123 di finanziamento macchine e attrezzature per le imprese forestali. Esempio: Misura 123 azione 2 del PSL Allegato 2: Contenuti che devono essere previsti nell accordo tra le parti per intervento su una superficie forestale aggregata La promozione di accordo tra privati e ditta di utilizzazione boschiva per formare lotti di taglio che abbiano una dimensione gestionale conveniente in due anni ha portato ai seguenti risultati: - 86 proprietari coinvolti per 50 ha di bosco ripulito con manutenzione svolta dai proprietari stessi o da ditte iscritte all albo; - 6 lotti boschivi di utilizzazione per 10 ha di superficie, 26 proprietari privati coinvolti, 5 ditte che hanno lavorato per ottenere quintali di legname esboscato; tre accordi hanno previsto il coinvolgimento anche di falegnamerie di valle che ritiravano il materiale. L innovazione non è nell accordo ma nell averlo promosso come strumento privilegiato per accedere ai fondi messi a disposizione dei proprietari (bandi manutenzione boschiva in economia diretta) e delle ditte (acquisto macchine e attrezzature) L accordo di gestione delle superfici boscate si presenta come uno strumento snello a ridotta burocrazia che intercetta gli interessi delle parti in gioco. Soggetti dell accordo sono esclusivamente i componenti della filiera locale. Lo strumento è semplice, facile e diventa fondamentale per aggregare una massa critica legnosa in grado di alimentare in maniera costante la filiera. Il ruolo da consolidare presso la governance territoriale è quello del promotore di questo strumento e di facilitatore nella ricerca dei partner. Contiamo di attingere dalle risorse della misura 225 del PSR scaduto e dalla misura 16 della nuova programmazione per poter dare il giusto impulso a questo ruolo. Fernanda Giorda dottore forestale pag. 4

5 L iniziativa di un accordo di gestione la possiamo estendere con nuove e diverse declinazioni a: - le proprietà private collettive (già avviata una tesi per le partecipanze delle Valli di Lanzo che qui si chiamano quinte ); - le grandi proprietà private; - i consorzi tra privati (41 sul territorio) che si sono costituiti negli anni per l apertura costruzione e il mantenimento delle piste agrosilvopastoriali; - le proprietà private aggregate confinanti con proprietà pubbliche pianificate (*). (*) Sul fronte dei boschi pubblici si sono create le premesse per arrivare ad avere un numero sempre maggiore di superfici comunali boscate in possesso di piani forestali. Ad oggi sono due i Comuni con Piani Forestali Aziendali operanti e nove i Comuni che saranno pianificati entro il Alla fine del prossimo anno avremo pianificata il 90% della superficie forestale di proprietà comunale Ciò permetterà di programmare interventi in bosco cadenzati negli anni e di gestire al meglio gli assortimenti ritraibili. Casale Monferrato, 1 ottobre 2015 Fernanda GIORDA Strada Volvera Orbassano (TO) fernanda.giorda@gmail.com Fernanda Giorda dottore forestale pag. 5

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