L offerta di servizi sociali: reti ed organizzazioni
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- Carlotta Basso
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1 Università degli Studi di Milano Bicocca Facoltà di Sociologia Corso di laurea in Servizio Sociale Anno Accademico 2009/2010 Corso di Organizzazione dei servizi sociali L offerta di servizi sociali: reti ed organizzazioni Paolo Rossi paolo.rossi@unimib.it Il perimetro dei servizi sociali: le aree problematiche Per "servizi sociali" si intendono tutte le attivitàrelative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti ed a pagamento, o di prestazionieconomiche destinate a rimuoveree superarele situazioni di bisognoe di difficoltàche la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario, nonchéquelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia. Art. 128 Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112
2 Il perimetro dei servizi sociali: le aree problematiche /2 Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali responsabilitàfamiliari diritti dei minori persone anziane contrasto della povertà disabili (in particolare gravi) Immigrati droga (poi prevenzione) Ferrario Famiglia e minori Servizi per l handicap Dipendenze Salute mentale Anziani Franzoni e Anconelli Anziani Minori, adolescenti e famiglie Disabilità Povertàed esclusione sociale Servizi a elevata integrazione sociosanitaria (salute mentale, dipendenze) Il perimetro dei servizi sociali: gli attori coinvolti Enti pubblici le regioni, i comuni, singoli ed associati, le province, le comunitàmontane e gli altri enti territoriali, le aziende sanitarie locali (ASL), le aziende di servizi alla persona (ASP) e gli altri soggetti di diritto pubblico Gruppi e persone le persone fisiche, le famiglie e i gruppi informali di reciproco aiuto e solidarietà Organizzazioni imprenditoriali (profit e non profit) e di rappresentanza i soggetti del terzo settore, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e gli altri soggetti di diritto privato che operano in ambito sociale e sociosanitario Enti religiosi gli enti riconosciuti delle confessioni religiose, con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, che operano in ambito sociale e sociosanitario.
3 Unità di offerta Rete delle unità d offerta insieme integrato dei servizi, delle prestazioni, anche di sostegno economico, e delle strutture territoriali,domiciliari, diurne, semiresidenziali e residenziali Classificazione unità di offerta Sociali Socio-sanitari Soggetti partecipanti Enti pubblici Gruppi e persone Privato sociale Enti religiosi La classificazione delle prestazioni e dei servizi Servizi sociali (prestazioni socio-assistenziali) Servizi socio-sanitari (prestazioni socio-sanitarie) Prestazioni sanitarie a rilevanza sociale Prestazioni sociali a rilevanza sanitaria Prestazioni sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria
4 Attività promosse dalla rete dei servizi sociali Art. 4 Legge Regionale 3/2008 (Regione Lombardia) Aiuti alle famiglie, anche con sostegni di tipo economico Tutela maternitàe vita umana sin dal suo concepimento Promozione delle responsabilitàgenitoriali (conciliazione tra maternitàe lavoro, supporto donne in difficoltà) Tutela dei minori, in famiglia e, ove non possibile, sostenere affido e adozione e prevenire fenomeni di devianza e emarginazione Promuovere benessere psicofisico della persona (anche con inserimento e reinserimento sociale e lavorativo) Promuovere l educazione motoria Assistenza ai disabili Integrazione degli stranieri Sostenere coesione sociale e combattere esclusione sociale Unità d offerta sociali (LR 3/08) Destinatari Minori Disabili Anziani Unità d offerta Comunità educative Comunità famigliari Alloggi per autonomia Asili nido Micro nidi Centri prima infanzia Nidi famiglia Centri di aggregazione giovanile Centri ricreativi diurni Comunità alloggio Centri socio-educativi (CSE) Servizi di formazione all autonomia per persone disabili Centri diurni Fonte: Delibera Giunta Regionale Lombardia 7437 del 13 giugno 2008
5 Attivitàpromosse dalla rete dei servizi sociosanitari Art. 5 Legge Regionale 3/2008 (Regione Lombardia) Sostegno alla persona e alla famiglia per le problematiche relazionali e genitoriali, all educazione, alla sessualità, alla procreazioneconsapevolee al contrasto all interruzione di gravidanza Favorire la permanenzadelle persone in stato di bisogno e fragilitànei propri ambienti di vita Assistenza alle persone che non possono essere assistite a domicilio Sostegno alle persone in situazione di dipendenzae contrastare uso di sostanze illecite Assistenza a persone in condizione di disagio psichico Assistenza ai malati terminali Unità d offerta sociosanitarie (LR 3/08) Destinatari Anziani Disabili Titolo socio-sanitari (per la generalitàdella popolazione) Generalità della popolazione Unità d offerta Residenze Sanitario assistenziali per Anziani (R.S.A) Centri Diurni Integrati per anziani non autosufficienti (C.D.I.) Residenze Sanitario assistenziali per Disabili (R.S.D.) Centri Diurni per Disabili (C.D.D.) Voucher socio sanitario Voucher socio sanitario di lungo assistenza (per le Comunità Socio Sanitarie) Strutture di riabilitazione extraospedaliera Hospice Servizi che operano nel settore delle dipendenze Consultori familiari Fonte: Delibera Giunta Regionale Lombardia 7438 del 13 giugno 2008
6 Servizi, competenze istituzionali e modalitàdi finanziamento Servizi SERVIZI SOCIALI Prestazioni socioassistenziali SERVIZI SOCIOSANITARI Prestazioni sanitarie a rilevanza sociale Competenza amministrativa istituzionale Comuni (o consorzi di comuni) Regioni, ASL Finanziamento Bilanci comunali Rette utenti Fondo Sanitario Prestazioni sociali a rilevanza sanitaria Prestazioni sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria Comuni (o consorzi di comuni) Regioni, ASL Bilanci comunali Rette utenti Fondo Sanitario Il perimetro dei servizi sociali: l architettura istituzionale (post 2001) Stato Definizione livelli essenziali delle prestazioni Regioni Legislazione esclusiva Gestione e programmazione Comuni Integrazione sociosanitaria ASL
7 Il perimetro dei servizi sociali: l architettura istituzionale /2 SISTEMA PUBBLICO Enti di previdenza Stato Regioni Province IPAB ASP Comuni ASL RAPPORTI INTER-ISTITUZIONALI Piani di zona Cooperative sociali Fondazioni Associazioni Organizzazioni di volontariato Fonte: P. Ferrario, Politica dei servizi sociali, Carocci, 2001, pag SISTEMA DEL PRIVATO SOCIALE Il perimetro dei servizi sociali: la distribuzione delle competenze istituzionali nella LR 3/08 Regione [Art. 11] Province [Art. 12] Comuni [Art. 13] ASL [Art. 14]
8 Le competenze istituzionali della Regione (Art. 11 LR 3/08) Principali competenze istituzionali della Regione Riparto risorse Elaborazione piano socio-sanitario Integrazioneunitàd'offerta sociali, sociosanitarie e sanitarie Integrazionepolitichesociali e socio-sanitarie AccreditamentoUdO sociosanitarie Definizione requisiti minimi per attivitàcriteri peraccreditamento U.d.O. sociali Definizione schemi tipo di contratti(per U.d.O. sociosanitarie) Criteri rettee tariffeservizisociali e socio-sanitari Definizione tipologia e modalità di concessione dei titoli sociosanitari Disciplina del dipartimento per le attivitàsociosanitarie integrate (ASSI) Le competenze istituzionali delle Province (Art. 12 LR 3/08) Principali competenze istituzionali delle Province Formazione del personale delle U.d.O. sociali e socio-sanitarie Tenuta registro delle organizzazioni di volontariato Sostegno disabili sensoriali Sostegno interventi innovativi Concorso alla programmazione locale delle iniziative e delle attivitàdelle U.d.O. sociali e socio-sanitarie
9 Le competenze istituzionali dei Comuni (Art. 13 LR 3/08) Principali competenze istituzionali dei Comuni (singoli o associati) Titolaritàdegli interventi sociali svolti a livello locale Progettazione, programmazione e realizzazione della rete locale di U.d.O. sociali Erogazione contributi economici per assistenza Accreditamento U.d.O. sociali e stipula contratti Le competenze istituzionali delle ASL (Art. 14 LR 3/08) Principali competenze istituzionali delle ASL Vigilanzae controllosulle unitàd'offerta pubbliche e private, sociali e sociosanitarie Erogazione risorse fondi regionali Acquistoprestazioni sociosanitarie rese dalle unitàd'offerta accreditate Concessione di trattamenti economici a favore degli invalidi civili
10 Principi e criteri organizzativi della rete Principio di sussidiarietà Sussidiarietàverticale Sussidiarietàorizzontale Accreditamento unità d offerta L attivazione di una U.d.O. in pratica (per strutture private) Avvio esercizio attività Comunicazione avvio esercizio attività Unitàsociali: Comunicazione a Comune e ASL competenti Unitàsocio-sanitarie: Comunicazione alla ASL competente per territorio Requisiti minimi definiti da Regione per Unità sociali definiti da norme per Unità socio-sanitarie Carta dei servizi Accreditamento Ente accreditante Unità offerta sociali : Comuni Unitàofferta sociosanitarie: Giunta Regionale Contratto / convenzione Con Comune o ASL
11 Soluzioni gestionali di erogazione dei servizi alla persona Economia Erogazione diretta da parte del Comune Concessione Tramite delega (ad ASL) o esternalizzazione a organizzazioni delprivato sociale Azienda speciale Ente strumentale (di diritto pubblico) dell ente locale, dotato di personalitàgiuridica e autonomia imprenditoriale. E dotata di uno statuto proprio Può avere anche struttura consortile Istituzione Organismo strumentale dell ente locale (singolo ente locale), privo di personalità giuridica e autonomia imprenditoriale (ha soltanto autonomia gestionale) Privo di uno statuto proprio (vale quello dell ente locale) Società di capitale(s.p.a. o s.r.l.) Organismo (di diritto privato) esterno all ente locale, dotato di autonomia giuridica e imprenditoriale Fondazione di partecipazione Istituzione di carattere privato, dotata di proprio capitale (fondo donazione) a cui possono partecipare anche enti locali (attraverso l acquisto di quote del capitale) Dinamiche di gestione e finanziamento dei servizi alla persona Tipologia di gestione e finanziamento Esempi Servizi gestiti direttamenteda Enti pubblici (Comuni, ASL, Ambiti Sociali, Piani di Zona, Aziende speciali); Scuole materne, asili nido comunali, erogazione buoni e voucher Servizi finanziatidagli Enti pubblici, la cui gestione èaffidata interamente o in parte a privati SAD, Servizi di educativa di strada, centri estivi per minori Servizi privati, ai cui enti gestori (es. cooperative di tipo A), la parte pubblica pagarette corrispondenti a prestazioni erogate a persone che hanno diritto alla pubblica assistenza Strutture residenziali per anziani, tossicodipendenti, persone disabili Servizi privati, non finanziati da Enti pubblici, ma che possono concorrere al sistema di programmazione dell offerta dei servizi sociali (es. RSA) RSA, nidi privati
12 Gli attori in gioco: i soggetti privati Privato sociale Volontariato Associazionismo Cooperazione sociale Fondazioni Privato mercantile ASP (Aziende di Servizi alla Persona) Aziende profit (srl, spa) Il privato sociale: la cooperazione sociale La legge 381/91 ha definito due tipologie di cooperative sociali: Cooperative di tipo A: si occupano dell erogazione e della gestione di servizi socio-sanitari; Cooperative di tipo B: finalizzate all inserimento lavorativo di persone svantaggiate. La legge 381/91 ha introdotto un soggetto organizzativo che ha valenza pubblicistica negli scopi ma è che privatistico nella forma organizzativa.
13 Il privato sociale: le coop. sociali di tipo A Le cooperative sociali di tipo A nascono storicamente a partire dalle esperienze delle: cooperative di servizi sociali: offrivano servizi sociali, con prioritaria finalitàdi mutualità interna(assicurare e garantire lavoro ai soci); cooperative di solidarietàsociale: prevalente mutualitàesterna (nascevano spesso da esperienze di gruppi di volontariato) e miravano ad offrire aiuto a persone in difficoltà. Il privato sociale: le coop. sociali di tipo A Lo sviluppo e la diversificazione delle esperienze delle cooperative A è dipeso da fattori come: dimensione organizzativa; adesione (o meno) a consorzi di secondi e terzo livello; specializzazione professionale; attitudine imprenditoriale;
14 Il privato sociale: le coop. sociali di tipo B Origini delle cooperative sociali di tipo B nascono a partire dalle esperienze delle cooperative di produzione e lavoro integrate (sorte generalmente per iniziativa di famigliari o di operatori), finalizzate all inserimento lavorativo di persone in difficoltà. l obiettivo era (è) facilitare l inserimento(o re-inserimento) sociale attraverso l inserimento lavorativo Interazione con cooperative sociali A Gli utenti di una cooperativa B possano al contempo essere seguiti da una cooperativa A, dalla quale ricevono particolari servizi (sanitari, abitativi, ecc.) Il privato sociale: le coop. sociali di tipo B Gli utenti delle cooperative sociali B sono persone svantaggiate, ossia persone che rientrano in una delle seguenti categorie di svantaggio: Invalidi fisici, psichici e sensoriali; Ex-degenti di istituti psichiatrici; Soggetti in trattamento psichiatrico; Tossicodipendenti; Alcoolisti; Minori in etàlavorativa in situazione di difficoltàfamiliare; Condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione previste dalla legislazione. Le persone svantaggiate devono costituire almeno il 30% del totale dei lavoratori della cooperativa e, compatibilmente al loro stato soggettivo, esserne socie.
15 Il privato sociale: il volontariato Volontariato: fenomeno sociale di assistenza non retribuitae di partecipazione civile alla società. Varietà di esperienze e forme di partecipazione: Volontariato come esperienza individuale o famigliare(scelta di vita) Volontariato come attivitàdi supportoe sostegno a iniziative, campagne, cause attraverso la contribuzione economica (supporto al fund raising) Volontariato come forma di testimonianza civilee locale, a livello di comunità; Volontariato come esperienza organizzativa(anche di grandi dimensioni e di livello internazionale), per il sostegno a cause civili, iniziative di intervento sanitario o advocacy; Il privato sociale: dal volontariato alla cooperazione Vi sono dei fattori che implicano il passaggioda una situazione di volontariatoad una situazione di imprenditorialità(sotto forma di cooperazione sociale). Essi sono: Le prestazioni devono essere offerte in modo continuativo; Il grado di professionalitàrichiesto agli operatori non può essere garantito dai volontari a tempo parziale; Esiste un mercatodel bene/servizio prodotto; La prestazione èad alto contenuto materiale.
16 Il privato sociale: le associazioni Le associazionicostituiscono un soggetto importante nella rete dei servizi sociali, specialmente per la loro attività di sostegno alle relazioni tra le persone. Le attività delle associazioni si possono classificare in alcune categorie: 1. Settore educativo, culturalee del tempo libero 2. Settoresocio-assistenziale 3. Settore sanitario 4. Settore della solidarietàinternazionale 5. Settore della difesadei dirittidella persona 6. Settore della protezione civile 7. Tutela dell ambiente Dal punto di vista organizzativo, le associazioni si possono configurare in diversi modi: come strutture riconosciute o non riconosciute, come gruppi di mutuo aiuto o come gruppi che hanno una struttura più gerarchica. Il privato sociale: le associazioni di promozione sociale La legge 383/2000 ha delineato il ruolo delle associazioni di promozione sociale (APS). Le APS si avvalgono prevalentemente delle attivitàprestate in forma gratuita, volontaria e libera dagli associati, ma possono anche assumere personale dipendente o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo. Molteplicità delle fonti di risorse economiche: quote e contributi degli associati; eredità, donazioni, lasciti; contributi pubblici (statali, regionali, locali, finanziamenti europei o di altri organismi internazionali); prestazioni di servizi convenzionati; iniziative promozionali (feste, sottoscrizioni ecc.).
17 Il privato sociale: le fondazioni Fondazione: ente giuridico di natura privata, che dispone di mezzi destinati ad uno scopo, con un carattere almeno tendenziale di perpetuità. Compiti della fondazione: Amministrare dei beni (di natura economica, immobiliare ecc.) e trarne un rendimento da destinare ai soggetti piùmeritevoli (rispetto agli obiettivi statutari). Si possono distinguere due categorie di fondazioni: Corporate foundation: nasce a seguito dell iniziativa di un singolo donatore (imprenditore); Community foundation: il cui patrimonio deriva da una pluralitàdi donatori. Il privato sociale: le fondazioni bancarie Le fondazioni bancariesono il frutto della ristrutturazione del sistema bancario. Alcune tipologie di banche pubbliche (Casse di risparmio, i Monti, gli istituti di credito di diritto pubblico) sono state trasformate in fondazioni, separando le attivitàdi stampo solidaristico dalle attivitàbancarie (che sono state assegnate a societàper azioni, di cui le fondazioni sono proprietarie). In questo modo sono state distinte le attivitàdi stampo solidaristico da quelle di natura più propriamente creditizia.
18 Il privato mercantile : il caso delle ASP Processo di trasformazione delle IPAB: L 328/01 DLGS 207/2001 LR 1/2003 [Regione Lombardia] Nuove forme organizzative delle IPAB ASP [Azienda di Servizi alla Persona: natura pubblica, soggettoprivo di fini lucro, autonomia statutaria, patrimoniale, contabile, gestionalee tecnica. Opera con fini imprenditoriali secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità] Fondazioni
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