12/ 10 Una necessità dalla popolazione Quali risposte dalla politica
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- Jacopo Sebastiano Milani
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1 12/ 10 Una necessità dalla popolazione Quali risposte dalla politica Associazione Nazionale Dentisti Italiani
2 Roberto CALLIONI Stato dell arte dell Odontoiatria italiana con la presentazione dell indagine congiunturale sulla Professione
3 Roberto CALLIONI Presidente Nazionale ANDI dal 2004 al 2010, ne è attualmente Coordinatore del Servizio Studi. Membro Effettivo del Consiglio Superiore di Sanità nel triennio , negli anni successivi ne ha fatto parte in qualità di Esperto. Già membro della Commissione Albo Odontoiatri che ha anche presieduto, è stato Consigliere dell OMCeO Provinciale di Bergamo, sua città natale. Iscritto all'ordine Regionale dei Giornalisti di Milano in qualità di Pubblicista, è Direttore Responsabile delle riviste associative ANDI oltre che autore di molteplici articoli sia su riviste del settore che generaliste. Promotore dell'istituzione della Fondazione ANDI ONLUS che ha anche presieduto, è attualmente Vicepresidente Nazionale di ConfProfessioni. Da gennaio Presidente di FondoProfessioni. È Professore a contratto presso l'università Vita Salute San Raffaele di Milano, Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria. È Presidente di ONE HEALTH, organizzazione che raggruppa le principali competenze in ambito sanitario, votata alla valutazione della corretta alimentazione e di appropriati stili di vita. 3
4 PIL annuali Anno Milioni di euro Tasso di variazione annuale , , , , , , , , , PIL in Milioni di euro Fonte: ANDI Servizio studi, elaborazione su dati Istat, conti economici nazionali, edizione marzo
5 La crescita c è? La CRESCITA dell economia si consolida, ma le famiglie NON se ne accorgono. PERCHÉ? È molto piccola: intorno all 1,5% (forse ancora meno nel 2018). In Italia la recessione è stata più forte e duratura. Tanto che il PIL in Italia è ancora di circa 6 punti inferiore a quello del settembre 2017 Fonte: Il Corriere della Sera «La crescita si consolida, ma gli italiani non si accorgono della ripresa» 5
6 25 non cambiano la vita delle persone Rispetto al PIL pro capite ogni italiano deve recuperare ancora annui per tornare ai livelli pre crisi. Nel 2016 c è stato un miglioramento (che continua), ma si tratta di poco, circa 25 euro al mese a testa, «che non cambiano certo la vita delle persone» osserva Enrico Giovannini, ordinario di Statistica economica all Università Tor Vergata e portavoce dell Alleanza per lo sviluppo sostenibile. Fonte: Il Corriere della Sera «La crescita si consolida, ma gli italiani non si accorgono della ripresa» 6
7 Indicatori del BES Nel DEF 2017 il governo ha inserito per la prima volta 4 INDICATORI BES (Benessere Equo e Sostenibile), con lo scopo di RAPPRESENTARE LO STATO DI SALUTE DELL ECONOMIA, oltre al parametro del PIL: il reddito medio disponibile pro capite l indice di diseguaglianza il tasso di mancata partecipazione al lavoro le emissioni di CO2 e altri gas inquinanti. «il benessere trae vantaggio dall aumento del prodotto interno lordo ma NON COINCIDE con esso. La qualità e la sostenibilità dell ambiente, le diseguaglianze economiche, la qualità del lavoro, la salute ed il livello di istruzione della popolazione sono alcune delle DIMENSIONI che CONCORRONO al benessere di una società». Fonte: Ministero dell Economia e delle Finanze «DEF 2017» 7
8 Benessere Equo e Sostenibile (?) REDDITO MEDIO DISPONIBILE PRO CAPITE: nel 2016 meglio del 2015 (e il miglioramento continua nel 2017) ma ancora sotto i euro del LIVELLO DEI CONSUMI DELLE FAMIGLIE: + 1,3% nel primo trimestre dell anno, ma ancora di oltre 3 punti inferiore a quello del Nel frattempo le persone in condizioni di povertà assoluta sono raddoppiate, da 2,4 milioni nel 2007 a 4,7 milioni nel Fonte: Ministero dell Economia e delle Finanze «DEF 2017» Il Corriere della Sera «La crescita si consolida, ma gli italiani non si accorgono della ripresa» 8
9 Tasso di (DIS )occupazione Il tasso di disoccupazione nel 2007 era al 5,7%. Nel luglio 2016 è arrivato all 11,3%. DA CIRCA 1,5 MILIONI A 3 MILIONI DI PERSONE. Gli occupati stanno tornando a livelli pre crisi, ma in termini di ULA (Unità di lavoro a tempo pieno) mancano 1 milione di unità. È infatti aumentata l incidenza del lavoro A TEMPO PARZIALE (dal 14 al 19% degli occupati). Solo il 24,2% delle assunzioni nei primi sette mesi del 2017 è stata a tempo INDETERMINATO [dati Osservatorio sul precariato dell Inps], contro il 38,8% dello stesso periodo del 2015 anno della decontribuzione. I CONTRATTI PRECARI SONO TORNATI A FARLA DA PADRONE. E le retribuzioni lorde di fatto restano al palo: perdono nel secondo trimestre del 2017 lo 0,3% rispetto a un anno prima. Fonte: INPS «Osservatorio sul precariato 2017» 9
10 Ceto medio Ceto medio non è un attributo delle persone o delle famiglie come lo è il genere, l età, il livello di istruzione (attributi univoci e misurabili). Ceto medio è un termine sociologico ed economico diffuso, misurabile in base a specifici profili e variabili. Di solito, questi profili sono il reddito, il livello di istruzione, l occupazione/posizione professionale. A seconda dei profili e del metodo di costruzione i risultati possono essere diversi. Dato che il tema è la rinuncia alle cure odontoiatriche si è fatto ricorso a indagini nazionali ufficiali Istat in cui erano presenti i dati riguardanti la rinuncia alle cure odontoiatriche ed altre variabili che potessero fungere da indicatori del ceto di appartenenza. 10
11 Peso numerico del ceto medio sulla popolazione Decili di popolazione povera Decili di popolazione in classe o ceto medio Decili di popolazione benestante Reddito medio netto individuale Popolazione in età 15 anni e oltre % Reddito medio netto individuale Popolazione in età 15 anni e oltre % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % Il ceto medio è il 40% della popolazione Totale % % Fonte : Andi, Servizio studi, elaborazione su microdati Istat, indagini sulle condizioni di vita della popolazione. Anni 2013,
12 Negli ultimi 12 mesi le è successo di avere bisogno di una visita o di un trattamento terapeutico dal dentista che poi non ha fatto? Risposta N. persone % di risposte «SI» sui rispondenti N. persone % di risposte «SI» sui rispondenti N. persone % di risposte «SI» sui rispondenti SI , , ,1 NO , , ,9 Totale rispondenti , , ,0 La domanda è stata rivolta alla sola popolazione in età 15 anni e oltre Circa l 11% dei rispondenti ha rinunciato alle cure del dentista Fonte : Andi, Servizio studi, elaborazione su microdati Istat, indagini sulle condizioni di vita della popolazione. Anni
13 Per quale motivo ha rinunciato al dentista? Risposta N. persone % sui rispondenti N. persone % sui rispondenti N. persone % sui rispondenti Non poteva pagarla, costava troppo , , ,1 Il dentista lavora lontano, non raggiungibile senza mezzi trasporto , , ,2 Non conosceva un buon dentista , , ,7 Doveva accudire i figli o altre persone , , ,4 Liste d'attesa troppo lunghe, doveva aspettare troppo , , ,0 Paura , , ,9 Sperava che il problema si risolvesse da solo , , ,5 Non poteva assentarsi dal lavoro , , ,3 Totale di coloro che hanno risposto si , , ,0 Quasi tutti coloro che hanno rinunciato alla cura dal dentista lo hanno fatto perché non potevano pagarla. La percentuale è in crescita. Fonte : Andi, Servizio studi, elaborazione su microdati Istat, indagini sulle condizioni di vita della popolazione. Anni
14 Hanno rinunciato alle cure odontoiatriche Chi sono? Decili di popolazione povera Decili di popolazione in classe o ceto medio Popolazione in età 15 anni e oltre Reddito medio netto individuale Hanno rinunciato nell'arco di 12 mesi Numero persone % Popolazione in età 15 anni e oltre Reddito medio netto individuale Hanno rinunciato nell'arco di 12 mesi Numero persone , , , , , , , , , , , , , ,5 Decili di , ,9 popolazione , ,5 benestante , ,8 Totale , ,1 Coloro che hanno rinunciato di più al dentista appartengono alla fascia più bassa del ceto medio e più alta della popolazione povera % Fonte : Andi, Servizio studi, elaborazione su microdati Istat, indagini sulle condizioni di vita della popolazione. Anni
15 Hanno rinunciato alle cure odontoiatriche Chi sono? Dipendente a tempo pieno Popolazione in età 15 anni e oltre Reddito medio netto individuale Persone che hanno rinunciato nell'arco di 12 mesi Popolazione in età 15 anni e oltre Reddito medio netto individuale Persone che hanno rinunciato nell'arco di 12 mesi Numero persone % Numero persone % , ,0 Dipendente part time , ,1 Occupati Autonomo a tempo pieno , ,7 Autonomo part time, con meno di 30 ore , ,4 settimanali Disoccupato o in cerca del primo lavoro , ,2 Casalinga/o , ,4 Studente , ,2 Non occupati Ritirato dal lavoro , ,2 Inabile al lavoro , ,5 In altra condizione , ,6 Non sa , ,0 Totale , ,1 Tra gli occupati hanno rinunciato di più gli autonomi part time Fonte : Andi, Servizio studi, elaborazione su microdati Istat, indagini sulle condizioni di vita della popolazione. Anni
16 Hanno rinunciato alle cure odontoiatriche Perché? I fondi sanitari si palesano come un insieme di realtà eterogenee e regolate in modo distonico e discriminatorio. L auspicata parificazione tra fondi doc e fondi non doc ha ceduto il passo a soluzioni ponte che hanno creato un doppio regime fiscale. Cittadini che come lavoratori dipendenti (ed i loro famigliari) possono godere di detrazioni fiscali DIPENDENTI altri che non possono farlo AUTONOMI Vulnus anticostituzionale 16
17 Hanno rinunciato Chi sono? Perché? Tra gli occupati hanno rinunciato di più gli autonomi part time. Appartengono alla fascia bassa del ceto medio (reddito basso) E Sono autonomi, quindi senza garanzie e non destinatari di agevolazioni fiscali legate ai fondi integrativi 2015 Popolazione in età 15 anni e oltre Reddito medio netto individuale Persone che hanno rinunciato nell'arco di 12 mesi Numero persone % Occupati Dipendente a tempo pieno ,0 Dipendente part time ,1 Autonomo a tempo pieno ,7 Autonomo part time, con meno di 30 ore settimanali ,4 Hanno già rinunciato Sono potenzialmente nella stessa situazione economica/fiscale Fonte : Andi, Servizio studi, elaborazione su microdati Istat, indagini sulle condizioni di vita della popolazione. Anni
18 Spesa sanitaria totale e per il dentista sostenuta dalle famiglie Spesa per il dentista Spesa per protesi e apparecchi ortodontici Spesa odontoiatrica annua totale Composizione della spesa odontoiatrica var % Numero totale delle famiglie ,0 Spesa sanitaria totale ,9 Numero famiglie in cui almeno un componente ha effettuato una spesa negli ultimi tre mesi ,0 % famiglie che hanno effettuato una spesa negli ultimi tre mesi 15,6 16,1 0,5 Spesa media trimestrale delle sole famiglie che hanno effettuato una spesa (euro ) 547,54 472,05 13,8 Spesa media trimestrale familiare di tutte le famiglie italiane (euro) 85,68 76,04 11,3 Spesa totale annua ( milioni di euro) ,2 Numero famiglie in cui almeno un componente ha effettuato una spesa negli ultimi tre mesi ,0 % famiglie che hanno effettuato una spesa negli ultimi tre mesi 1,2 1,2 0,0 Spesa media trimestrale delle sole famiglie che hanno effettuato una spesa (euro ) 715,28 996,96 39,4 Spesa media trimestrale familiare di tutte le famiglie italiane (euro) 8,56 12,27 43,4 Spesa totale annua ( milioni di euro) ,5 Milioni di euro ,3 Incidenza % su spesa sanitaria totale 27,9 25,9 2,0 Per il dentista 90,9 86,1 4,8 Per protesi e apparecchi ortodontici 9,1 13,9 4,8 Totale 100,0 100,0 Nota: la spesa sanitaria e quella odontoiatrica riguarda quella sostenuta dalle famiglie. E' presumibile che lo sviluppo in anni recenti di fondi cosiddetti integrativi e di welfare aziendale influenzi la stima del volume della spesa, in quanto la spesa per i servizi usufruiti in convenzione con i terzi paganti sfugge alla rilevazione diretta della spesa come rilevata dall'indagine Istat. Diminuisce l incidenza della spesa per il dentista sul totale della spesa sanitaria Quello che è stato speso in più per apparecchi e protesi è stato risparmiato dalle altre prestazioni Fonte: elaborazioni Servizio Studi, ANDI, su dati Istat riferiti al 2015 e al
19 Stato di salute e rinuncia alle cure odontoiatriche E' affetto da malattie croniche? Condizioni generali di salute Stato di salute Rinuncia trattamento dentistico necessario Si No Si 43,6 22,3 No 56,4 77,7 Totale 100,0 100,0 Molto bene 5,7 14,9 Bene 40,9 53,4 Né bene né male 30,8 20,7 Male 17,4 8,6 Molto male 5,3 2,4 Totale 100,0 100,0 Il 43,6% di coloro che hanno dovuto rinunciare al dentista sono affetti da malattie croniche Quasi il 23% di coloro che hanno dovuto rinunciare al dentista hanno delle cattive condizioni generali di salute Fonte: ANDI, Servizio studi, elaborazione su microdati Istat, indagini sulle condizioni di vita della popolazione. Anno
20 La piramide demografica in Italia La forma della piramide demografica indica una popolazione in espansione, con un elevata percentuale di giovani. La piramide evolve verso una struttura a trapezio, che indica una frazione minore di giovani rispetto alla popolazione in età media Tale trend è esacerbato nel 2001: la formadeltrapeziorisultasemprepiù evidente a causa dell invecchiamento Si nota una decrescente frazione dei più giovani e un incremento della densità della popolazione più anziana. Fondazione Farmafactoring «La salute nel ciclo di vita della popolazione: come sta cambiando e come si può intervenire» 20
21 Prevalenza di patologie croniche Ipertensione e dislipidemia crescono nei trentenni dal 2000 al Per l asma si vede come i nuovi 30enni partano da livelli di prevalenza maggiori rispetto ai già 35enni del Tutti questi fattori giocano un ruolo importante: questa generazione nel prossimo futuro diventerà una delle generazioni con il più alto impatto di popolazione, questo potrebbe tradursi in ulteriori problemi sul fronte della salute generale della popolazione e su quello della spesa sanitaria. Fondazione Farmafactoring «La salute nel ciclo di vita della popolazione: come sta cambiando e come si può intervenire» 21
22 Variazione nelle condizioni economiche per generazioni Crescono i giovani che devono rimanere in famiglia In calo i giovani occupati Fondazione Farmafactoring «La salute nel ciclo di vita della popolazione: come sta cambiando e come si può intervenire» 22
23 La sostenibilità Le risorse che la società è in grado di investire nella spesa sanitaria sono strutturalmente in calo, mentre la popolazione è sempre più anziana e pone problemi di complessità, comorbidità e carico assistenziale. Il Sistema Sanitario Nazionale, infatti, sta subendo alcuni cambiamenti climatici di impatto rilevante. Il primo è determinato dalla riduzione di risorse finanziarie connesso alla persistente condizione di crisi economica dei paesi sviluppati. L allungamento della vita media delle persone può essere considerato il secondo cambiamento climatico della nostra società. Questo fattore si accompagna alla presenza di malattie croniche che riducono la qualità della vita, soprattutto degli ultimi anni. Infine, tra i cambiamenti più significativi che influenzano il sistema sanitario, rientra anche la rivoluzione dei processi di informazione e comunicazione che ha determinato l aumento delle richieste e delle esigenze dei cittadini, sia malati che sani. Considerando che il nostro Paese ha scelto di garantire una copertura universale dei bisogni sanitari alla popolazione, possiamo ancora garantire equità dal momento che la crisi economica determina sempre maggiori disuguaglianze? Neodemos «Salute, sopravvivenza e sostenibilità dei sistemi sanitari: la sfida dell invecchiamento demografico» 23
24 La perdita dell universalismo Negli ultimi 10 anni la capacità assistenziale del S.S.N. si è contratta dal 92% (nel 2006) al 78% (nel 2016) e a farne le spese sono stati prevalentemente i cittadini più fragili, i malati (in particolare, i cronici), quelli a redditi basso, le donne ed i non autosufficienti. Fonte: VII Rapporto RBM Censis 24
25 Rinunciare alle cure o pagare di tasca propria: c è un alternativa? L anno scorso le famiglie italiane hanno rinunciato a 6,9 milioni di prestazioni mediche private. Nel 2012, in piena crisi, erano circa 9 milioni gli italiani che avevano rinunciato alle cure [Censis]. Chi può ricorre al privato ma spendendo di più (1 miliardo in più in un anno). Chi non può non si cura affatto o riduce al minimo visite e prestazioni mediche, perché l accesso alla sanità pubblica è lunga e non sempre economica. C è un alternativa per uscire da questo impasse? Sicuramente la sanità integrativa rappresenterà sempre di più una strada che sarà praticata e che sarà anche incentivata dal governo. Con le soluzioni di sanità integrativa, infatti, è possibile accedere alle strutture convenzionate che erogano servizi di qualità, in tempi rapidi, mentre i costi sono coperti. Fonte: a1life.it «Accesso alla sanità. In fuga verso il privato» VII Rapporto RBM Censis 25
26 Composizione della spesa sanitaria privata Oltre alla specialistica, particolarmente rilevante è la spesa sostenuta di tasca propria dai cittadini per le cure odontoiatriche (39,5% della spesa sanitaria privata) per le quali non esiste, salvo che per limitate fasce della popolazione, un assistenza da parte del SSN. «Possiamo quindi concludere che la spesa sanitaria privata, lungi dal poter essere ricondotta esclusivamente al campo dell inappropriatezza o del consumismo sanitario, c è edèdestinataarestaree, nella maggior parte dei casi, si genera a seguito di bisogni oggettivi della popolazione che, anche alla luce dei cambiamenti demografici e delle evoluzioni tecnologiche che ci attendono, potranno solo acuirsi in futuro.» [RBM Censis] Fonte: VII Rapporto RBM Censis 26
27 Simulazione con l attuale impianto normativo L attuale impianto normativo della Sanità Integrativa è incentrato prevalentemente sulla contrattazione collettiva nazionale e sul welfare aziendale. Questo LIMITA in modo significativo IL RUOLO delle forme sanitarie integrative in termini di intermediazione effettiva della spesa sanitaria privata dei cittadini. Nel 2025 la spesa privata out of pocket raggiungerà i 688 pro capite (contro i 503 attuali). Fonte: VII Rapporto RBM Censis 27
28 e se invece Se la spesa sanitaria intermediata da forme sanitarie integrative passasse dall attuale 14% della spesa sanitaria privata al 40 50% (VALORI MEDI DEI PAESI OCSE)? Anche considerando un incremento del fabbisogno assistenziale complessivo dei cittadini italiani, la spesa sanitaria out of pocket SCENDEREBBE dagli attuali 503 a 344 pro capite ( 32%), rendendo anche il SSN più equo e sostenibile. Fonte: VII Rapporto RBM Censis 28
29 Effetto distorsivo L analisi delle spese sanitarie rimborsate dalle Forme Sanitarie Integrative palesa l effetto distorsivo indotto nel settore principalmente dalle Riforme Turco e Sacconi. Infatti mentre i fondi integrativi dei lavoratori dipendenti sono vincolati a spendere almeno il 20% delle loro risorse in prestazioni vincolate (per la maggior parte odontoiatria), le Forme Sanitarie Individuali e ai percettori dei redditi di lavoro autonomo non si applicano gli stessi benefici fiscali: per questi la quota di prestazioni odontoiatriche intermediate risulta quindi piuttosto contenuta. Stessa situazione per le Società di Mutuo Soccorso, che beneficiando di un regime fiscale agevolato specifico, indipendente dal tipo di prestazioni, erogano solo occasionalmente rimborsi per prestazioni odontoiatriche e comunque molto contenuti. Fonte: VII Rapporto RBM Censis Quotidianosanita.it «Rapporto Censis Rbm. Sanità italiana sempre meno universale» 29
30 Soci ANDI Soci ANDI suddivisi nelle 20 regioni italiane proporzionalmente al numero di abitanti Fonte: GAIA cloud Sistema certificato Gestione Anagrafica Iscritti ANDI 30
31 Roberto CALLIONI Grazie per l attenzione! 31
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