Segreteria Generale. All Assessore all Agricoltura della Regione Campania On. Daniela Nugnes
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- Marina Landi
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1 All Assessore all Agricoltura della Regione Campania On. Daniela Nugnes All Autorità di Gestione PSR Campania Dott. Filippo Diasco Al Presidente del Tavolo di Partenariato Economico e Sociale della Campania On. Luciano Schifone p.c. Al Presidente della Giunta della Regione Campania On. Stefano Caldoro Al Responsabile della Programmazione Unitaria Avv. Danilo Del Gaizo Prot.n LL/lb Napoli, 23 giugno 2014 Oggetto: PSR Campania Comitato di Sorveglianza art.8 del Regolamento interno Relazione Annuale di Esecuzione PSR Campania RAE Avvio procedura di consultazione scritta dei membri del Comitato Carissimi, facendo seguito alla Vs. nota Prot.n del 12 giugno 2014, con cui si comunica l avvio della procedura scritta di cui all oggetto, si trasmettono le osservazioni della Cisl della Campania quale contributo di merito per la migliore definizione del documento. Con l occasione si porgono cordiali saluti. Il Segretario Generale ( Lina Lucci ) 1
2 OSSERVAZIONI AL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE 2013 DEL PSR CAMPANIA Come Cisl della Campania abbiamo accompagnato il percorso del PSR negli ultimi anni, provando sempre, in seno al Tavolo di Partenariato, a sviluppare approfondimenti di merito e ad offrire spunti di riflessione che potessero contribuire al migliore utilizzo delle risorse comunitarie, attraverso una spesa efficace e di qualità capace di incidere sull'economia ed il Mercato del Lavoro regionale. In quest'ottica, ci preme sottolineare in primo luogo che il Rapporto Annuale di Esecuzione 2013 presenta, a nostro avviso, una dicotomia metodologica che non agevola il perseguimento del più importante degli obiettivi che il Legislatore comunitario ha inteso assegnare al RAE. Ci riferiamo alla circostanza che, se da un lato va sottolineata la buona analisi di dettaglio dello status quo che, quasi sempre, fotografa con precisione ed onestà le criticità, gli ostacoli rilevati, i limiti progettuali e gli errori gestionali, dall'altro appare evidente che i commenti e le prospettive future indicati solo raramente individuano con coraggio e realismo i possibili correttivi - energici e tempestivi - da mettere in campo. La stessa analisi di dettaglio del contesto, ancorchè pesantemente influenzata da fattori macroeconomici esogeni, consentirebbe di valutare anche l'incidenza degli interventi effettuati e la loro rispondenza ai risultati attesi nel breve periodo rispetto agli indicatori di sviluppo o di decrescita. La mancata rilevazione dei dati sul VAA nel periodo , inoltre, impedisce di valutare, in una più favorevole scala di dettaglio, l'incidenza degli investimenti operati nel settore nell'unità di tempo considerata. 2
3 Allo stesso tempo, siamo seriamente preoccupati della variazione del -4,03% relativa al numero di imprese attive in agricoltura nel raffronto tra gli anni 2012 e Stato di avanzamento finanziario del Programma Per quanto attiene all'argomento in oggetto, spiace rilevare inmanzitutto che il Rapporto si presenta poco chiaro in diversi punti. Emergono dati contraddittori, ad esempio in riferimento alle percentuali di avanzamento della spesa per Asse: quelle riportate nelle specifiche tabelle e nel testo non coincidono (es. Asse I: 53,64% o 35%?; Asse II: 75,44% o 51%?). Si tratta di differenze sostanziali, che incidono in maniera decisiva sulla stessa valutazione delle performance. Da esse, infatti, scaturiscono forti preoccupazioni per il rischio di disimpegno automatico che spiace constatare è stato più volte sollevato in occasione delle riunioni del Tavolo di Partenariato Economico e Sociale (non ultime le nostre osservazioni relative al RAE 2012). Nel corso degli aggiornamenti precedenti avevamo avuto modo di apprezzare lo stato di avanzamento degli impegni di spesa, che però non sempre si sono tradotti in un altrettanto apprezzabile incremento dei livelli di pagamento, soprattutto nel primo semestre dell'anno in corso. Ribadiamo, ancora una volta, che il sistema di sostegno pubblico al settore primario non può sostanziarsi, a nostro modo di vedere, nella mera immissione di risorse finanziarie nel sistema produttivo, se poi queste non sono finalizzate al perseguimento di una strategia complessiva di sostenibilità e sviluppo duraturo nel tempo. La connaturale multidisciplinarità del settore, la evidente connessione tra le politiche finalizzate alla crescita del comparto agroalimentare e quelle di sviluppo dell'intero territorio avrebbero suggerito, come più volte abbiamo indicato, una strategia di forte integrazione tra Fondi per 3
4 qualificare gli interventi proposti e garantire ricadute verificabili. Analizzando il dettaglio dell'attività finanziaria realizzata in ogni singola misura degli Assi, il RAE 2013 evidenzia appieno, a nostro parere, il limite di tale mancata integrazione e, talvolta, finanche la difficoltà e le contraddizioni burocratico-amministrative del ricorso allo strumento del cluster. Il riferimento è innanzitutto all opportuno collegamento che si sarebbe dovuto sviluppare con il POR FESR, soprattutto per ciò che riguarda gli interventi destinati alle aree interne e quelli riferiti al diretto coinvolgimento del sistema delle Autonomie Locali. Nel dettaglio delle criticità rilevate: 1. Abbiamo più volte condiviso la ratio e la metodologia del P.I.F., che qui intendiamo ribadire. Il Rapporto, come del resto il precedente omologo dell'anno 2102, descrive il forte ritardo (in alcun casi oltre 4 anni) con cui le progettualità espresse dal territorio campano in questo ambito hanno trovato accoglimento ed approvazione. Ciò ha comportato e comporta ancora una compressione, a danno degli agricoltori e delle imprese, dei tempi di realizzazione e, conseguentemente, di rendicontazione delle azioni progettuali previste. Per quanto sopra, sosteniamo nuovamente la necessità - che vale anche per gli altri Programmi Operativi - di ricorrere allo strumento dei poteri sostitutivi nei confronti dei soggetti inadempienti. 2. Anche per quanto riguarda gli Assi più performanti, che hanno sviluppato un "effetto di trascinamento" della spesa, si rileva una scarsa capacità interna di produzione statistica e valutativa dell'efficienza effettiva degli investimenti nel rapporto tra Volume Investito da un lato e accrescimento VA, occupazione, start-up d'impresa, innovazione di prodotto e di processo, ecc. 4
5 Ci riferiamo, ad esempio, alla misura 112 il cui overbooking, a nostro avviso, andrebbe gestito non con l'esclusione (per default) dai bandi successivi, bensì con la possibilità di scorrimento delle graduatorie di ammissione a finanziamento ovvero, in subordine, mediante la possibilità di ripresentare domande di ammissione nelle annualità rimanenti. Allo stesso tempo, se la misura (come nel caso proposto ad esempio) rappresenta la capofila di una progettualità sviluppata in cluster, risulta incomprensibile il diniego dell'ammissione a finanziamento anche per le altre misure richiamate dal progetto che potrebbero non aver ancora esaurito la propria dotazione finanziaria. Altra esemplificazione riguarda la misura 121 e similari, aventi caratteristiche d'investimento strutturale, per le quali sarebbe opportuno superare il limite quinquennale a vantaggio dell'opzione del trascinamento anche per il biennio successivo. 3. Troppo blande si dimostrano, ancora una volta, le misure in favore dello sviluppo delle filiere produttive, da un lato, e della tutela dei prodotti campani attraverso, in particolare, l'incremento dei marchi registrati: due aspetti, questi, che possono risultare funzionali ad accrescere la competitività delle nostre imprese ed a favorirne il posizionamento sul mercato. 4. Per quanto riguarda le attività di formazione ed assistenza, i dati rilevano una scarsa rispondenza tra le attività messe in campo ed i reali fabbisogni espressi dagli stessi destinatari. Occorre, a tal fine, sviluppare un raccordo concreto tra sistema produttivo e mondo dell'università, della ricerca e degli enti formativi. 5
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