Dalla identificazione alla tracciabilità dei rifiuti

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1 Dalla identificazione alla tracciabilità dei rifiuti Indice Introduzione...IV Capitolo I Il sistema di identificazione dei rifiuti: evoluzione della disciplina 1. Il catasto dei rifiuti e il MUD Il registro di carico e scarico Il formulario di identificazione dei rifiuti Criticità e prospettive di riforma...19 Capitolo II Il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti 1. Nozione di sistema di tracciabilità Il decreto ministeriale 17 dicembre 2009 istitutivo del SISTRI Il D.Lgs. 205/ Proroghe, abrogazione del SISTRI e successivo riavvio Il decreto milleproroghe I soggetti I soggetti obbligati...42 I

2 2.2. I soggetti che possono aderire volontariamente Contributi Sanzioni...51 Capitolo III Modalità Operative 1. L'iscrizione al sistema: profili giuridici Consegna dei dispositivi USB e blackbox La sezione Registro cronologico e la scheda Area- Movimentazione Procedure per la movimentazione dei rifiuti Trasporto intermodale Trasporto transfrontaliero Procedure semplificate...82 Capitolo IV Luci e ombre del sistema di tracciabilità 1. Le difficoltà del sistema. Profili generali Le semplificazioni intervenute e i problemi irrisolti Gli inconvenienti tecnici...94 II

3 3. Criticità nell'architettura dei controlli Il segreto di Stato e l'affidamento del servizio a Selex Un esempio virtuoso: la tracciabilità dei rifiuti in Germania Conclusioni Bibliografia III

4 Introduzione La Direttiva 98/2008/CE impone agli Stati membri l'adozione di misure volte a garantire il controllo della tracciabilità dei rifiuti dalla produzione alla destinazione finale, allo scopo che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana e senza recare danno all'ambiente. In attuazione di questa direttiva l'italia ha adottato il D.M. 17 dicembre 2009 che ha istituito il SISTRI (sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti). La disciplina della identificazione dei rifiuti, precedentemente al decreto del 2009, era contenuta nel cd. decreto Ronchi (D.Lgs. 22/1997), con cui, nel nostro ordinamento, per la prima volta si è data una regolamentazione organica alla materia dei rifiuti. Il sistema di identificazione dei rifiuti si basava su tre documenti: il modello unico di dichiarazione ambientale, il formulario di identificazione dei rifiuti e il registro di carico e scarico, che insieme consentivano un controllo sul flusso di produzione dei rifiuti speciali. Questo modello cartaceo, nel corso degli anni, si è rivelato poco efficacie contro il traffico illecito dei rifiuti e le cd. ecomafie, poiché IV

5 non consente di evidenziare con certezza la movimentazione dei rifiuti da quando sono prodotti a quando vengono recuperati/smaltiti. I reati, infatti, frequentemente, si basano sulla falsificazione della classificazione del rifiuto nei documenti di accompagnamento, nei quali l azienda può dichiarare il falso sulla quantità o sulla tipologia di rifiuti da smaltire, con l obiettivo di modificarne la destinazione o, addirittura, di occultarli, o di affidare l operazione di smaltimento ad imprese compiacenti che, per ridurre i costi e ampliare i profitti, ricorrono a metodi illeciti. Vi era quindi la necessità di ideare un sistema di tracciabilità idoneo a contrastare tali illeciti che oltre a creare fenomeni di concorrenza sleale, provocano gravi danni all'ambiente e alla salute. Il SISTRI nasce proprio con l'intento di garantire una maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell'illegalità nella gestione dei rifiuti, soprattutto nella delicata fase del trasporto, in cui troppo spesso si sono verificate irregolarità e illeciti. Lo Stato, con questo nuovo sistema, ha inteso, inoltre, dare un segnale forte di cambiamento nel modo di gestire il sistema informativo sulla movimentazione dei rifiuti speciali, passando da un sistema cartaceo a soluzioni tecnologiche avanzate in grado di V

6 semplificare le procedure e gli adempimenti con una riduzione dei costi sostenuti dalle imprese. L iniziativa, inoltre, si inserisce nell ambito dell azione di politica economica che da tempo lo Stato e le Regioni stanno portando avanti nel campo della semplificazione normativa, dell efficientamento della Pubblica Amministrazione e della riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle imprese. Il nuovo sistema, come vedremo, è obbligatorio solo per alcuni produttori di rifiuti speciali pericolosi. Gli altri soggetti possono aderire al SISTRI su base volontaria. Se questi ultimi decidono di non aderire al SISTRI sono, comunque, tenuti a tenere i registri cartacei. Il vecchio sistema di identificazione dei rifiuti, quindi, non viene meno con l'introduzione del SISTRI. Sin dall'emanazione del D.M. 17 dicembre 2009, istitutivo del SISTRI si sono, però, verificati vari problemi che hanno determinato le infinite proroghe all'avvio definitivo del sistema e addirittura nell'estate del 2011 si era pensato di abrogarlo. Ancora oggi il nuovo sistema non è ancora pienamente operativo. Da ottobre 2013 vige il cd. doppio binario, per cui le imprese obbligate ad aderire al sistema, oltre a continuare a tenere registri VI

7 cartacei stanno sperimentando il sistema informatico. Il sistema, ai sensi del D.L. 192/2014 (cd decreto milleproroghe) dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio Nell'ambito del presente lavoro si tratterà dapprima del funzionamento del modello di identificazione dei rifiuti cartaceo e delle criticità riscontrate che hanno portato al sistema di tracciabilità elettronico. Si cercherà poi di ricostruire la storia del SISTRI, caratterizzata dalle numerose proroghe all'avvio del sistema, partendo dal decreto che lo ha istituito per arrivare sino al decreto milleproroghe del Il terzo capitolo è incentrato sulle modalità operative che le imprese devono seguire. Mentre l'ultimo capitolo ricostruirà i problemi che hanno determinato le proroghe al sistema, mettendo in rilievo come sino dalla fase di affidamento della gestione del SISTRI si siano riscontrate criticità. Infine si cercherà di capire quali sono le semplificazioni che sono state fatte e quali possono essere attuate in futuro. VII

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