94 GRUPPO DI LAVORO VERBALE. del gruppo di lavoro. Alborella nel Ceresio tenuto il 12 dicembre 2002 a Pallanza

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1 94 GRUPPO DI LAVORO VERBALE del gruppo di lavoro Alborella nel Ceresio tenuto il 12 dicembre 2002 a Pallanza Pallanza, 12 dicembre 2002

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3 SVOLGIMENTO DELLA SEDUTA Il g.d.l. Alborella nel Ceresio si è riunito il 12 dicembre 2002, dalle ore 9.30 alle 13.00, presso il CNR Istituto per lo Studio degli Ecosistemi a Verbania Pallanza. Verbalizza il dott. Alcide Calderoni incaricato del coordinamento della Commissione italo-svizzera per la pesca. Il quadro delle presenze è riportato nel seguente prospetto. PRESENTI prof. Ettore Grimaldi... Presidente Sottocommissione italo svizzera per la pesca. dott. Carlo Romanò Membro Sottocommissione italo svizzera per la pesca sig. Giampaolo Trolli... Membro Sottocommissione italo svizzera per la pesca. sig. Albano Cogorno... Funzionario Ufficio Pesca Provincia di Varese dott. Cesare Puzzi... Ittiologo soc. GRAIA dott. Bruno Polli... Segretario del Commissariato svizzero e Membro Sottocommissione italo-svizzera per la pesca. sig. Ezio Merlo... Responsabile lago Ceresio della F.T.A.P. sig. Rolf Müller... Vicepresidente Assoreti dott. Alcide Calderoni... Segreteria di coordinamento della Commissione. La seduta viene aperta dal prof. Grimaldi che porge un cordiale saluto agli intervenuti avvisando che il sig. Albano Cogorno, funzionario della Provincia di Varese, sostituisce l ing. Francesco Miglierina impegnato in altre questioni d ufficio. Ricorda poi che questo specifico gruppo di lavoro è stato istituito dalla Sottocommissione allo scopo primario di esprimersi sulle possibilità o meno di intervenire per incentivare il popolamento di alborella nel Lago di Lugano attraverso la reintroduzione della specie e/o altre strategie di intervento. Ricambiando i saluti, il dott. Bruno Polli avverte che è presente nella componente svizzera del g.d.l. il sig. Rolf Müller, vicepresidente dell Assoreti. Ricorda poi che il Commissario svizzero, dott. Erich Staub, ha espresso il convincimento che i risultati della discussione e del confronto tecnico sulla possibilità di ripresa dell alborella nel Lago di Lugano possano essere trasferiti ai mezzi di informazione. A suo avviso però ciò dovrebbe essere realizzato tramite un comunicato stampa redatto alla fine dei lavori, in modo da evitare la diffusione di notizie frammentarie e incomplete e come tali fuorvianti circa i reali intendimenti delle due delegazioni. Al riguardo il prof. Grimaldi fa rilevare come non esistono comunque garanzie assolute di una presentazione neutra del pensiero del g.d.l. da parte della stampa. I singoli giornalisti possono infatti commentare anche i comunicati stampa ufficiali secondo il proprio metro di valutazione, che potrà risultare quindi più o meno favorevole rispetto alle tesi in essi espresse. Inoltre, considerato che il g.d.l. si occupa di questioni tecniche, non gli sembra del tutto convincente il fatto che esso debba anche farsi carico di redigere delle informative per la stampa, tenuto conto che il suo compito specifico è piuttosto quello di riferire i risultati raggiunti alla Sottocommissione e tramite questa agli organi e alle cariche istituzionalmente preposti alle decisioni operative, vale a dire la Commissione o i singoli Commissari. Ritornando invece ai motivi della riunione, il prof. Grimaldi prega il dott. Puzzi di fare il punto sulle sperimentazioni di reintroduzione dell alborella nel Lago di Varese, anche per valutare la reale fattibilità di eventuali interventi di ripopolamento in altri corpi d acqua. Seduta del G.d.L. Alborella nel Ceresio del 12/12/02, Pallanza pag. 2

4 Il dott. Puzzi riferisce che la GRAIA ha predisposto e realizzato un progetto di ricerca applicata e di gestione ittica inerente l alborella del Maggiore e la possibile reintroduzione della specie nel Varese. E un progetto avviato nel 2001 e proseguito nel 2002, promosso dalla Provincia di Varese e affidato amministrativamente e logisticamente all associazione di pescatori APD Tinella 72 di Gavirate (VA), che si è avvalsa della collaborazione tecnica della GRAIA. L attività ha permesso di studiare aspetti mai indagati dell autoecologia dell alborella del Verbano e in particolare della sua biologia riproduttiva, ha testato la validità dei substrati artificiali di frega posati in ambiente lotico (Fiume Tresa) e lentico (Verbano) e ha valutato la possibilità di reintrodurre la specie nel Lago di Varese, secondo diverse possibili tecniche. Volendo commentare brevemente i risultati conseguiti e le principali indicazioni emerse dallo studio si può affermare che: negli ultimi anni l alborella è sparita da molti ambienti lacustri con caratteristiche fisiche, chimiche e trofiche differenti, ma non si conoscono le cause e neppure si è trovato un minimo comune denominatore tra i laghi indagati che possa essere individuato come fattore contrario alla specie; in ogni lago dove l alborella è venuta a mancare, le cause potrebbero essere nel frattempo venute meno o ancora presenti, per cui sarebbe scorretto assegnare automaticamente il merito dell eventuale ricomparsa della specie a interventi di pratiche ittiogeniche; pertanto ogni intervento rivolto alla reintroduzione della specie è un tentativo senza alcuna certezza dei risultati; e questo aspetto deve essere fatto presente con forza a tutti gli interessati prima di promuovere qualsiasi iniziativa di recupero dell alborella; i primi esperimenti in incubatorio hanno dimostrato l inefficacia del metodo che prevede la spremitura di alborelle catturate in periodo riproduttivo; ha invece dato ottimi risultati il ricorso alla formazioni di letti artificiali costituiti da ghiaia o altri materiali idonei che, come si è visto, richiamano le alborelle favorendone la deposizione di uova; parte dei letti così seminati per via naturale può essere poi trasferita in altri laghi, in zone riparate e predisposte allo scopo; in linea teorica è anche possibile ricorrere al ripopolamento con semine di individui di alborella prelevati da altri ambienti, ma l operazione dovrebbe essere condotta con le più ampie garanzie per evitare ogni rischio connesso con l introduzione di specie esotiche, il trasferimento di malattie, l eccessivo impoverimento del sito di provenienza, ecc.; infine va tenuto ben presente che le alborelle immesse in un nuovo ambiente, sia pure come uova oppure allo stadio larvale o come individui adulti, vanno incontro a una difficile sopravvivenza per la competizione con altre specie e la presenza di predatori. Il prof. Grimaldi esprime il proprio apprezzamento per la relazione del dott. Puzzi e al fatto che gli studi sull alborella abbiano riguardato e riguardino le acque italo-svizzere. In particolare sottolinea come siano emersi alcuni aspetti interessanti sulla possibilità di recupero della specie tramite la gestione dei letti di frega. In merito alle eventuali semine nel Ceresio di materiale adulto proveniente dal Maggiore, non ravvisa un pericolo di contaminazione genetica della specie, ma mette in guardia circa possibili problemi derivanti dalla fragilità dell alborella, che disquamandosi facilmente, è predisposta soprattutto all attacco di organismi fungini. Il sig. Merlo ricorda che l attenzione rivolta dagli organi della Commissione all argomento in discussione è stata suscitata dalla FTAP, che segue con particolare interesse gli interventi sperimentali effettuati al riguardo dalla Provincia di Varese e dalla GRAIA. La Seduta del G.d.L. Alborella nel Ceresio del 12/12/02, Pallanza pag. 3

5 stessa associazione è ben cosciente del fatto che qualsiasi iniziativa di recupero dell alborella è un tentativo e potrebbe dare risultati negativi, per cui sempre si è parlato di progetti a carattere sperimentale. Tuttavia, nel caso del Lago di Lugano, non si può lasciare nulla di intentato e bisogna quindi individuare una strada tecnicamente corretta per una eventuale ripresa dell alborella. A tale proposito ricorda che anche il dott. Negri sta effettuando un tentativo di reintroduzione dell alborella nel Lago di Annone mediante trasferimento dal Lago di Como di 1,3 milioni di uova fecondate depositate su letti di frega costituiti da mattoni forati. I primi esiti dell intervento, che dovrà essere ripetuto per almeno un triennio, saranno disponibili tra un anno. Il dott. Romanò fa presente che il popolamento di alborelle è tuttora cospicuo nel Lago di Como anche se costituito, negli ultimi anni, da individui di taglia più piccola. A sostegno delle difficoltà opportunamente sottolineate dal dott. Puzzi ricorda che tra il 1995 e il 1996 fu tentato senza alcun esito il ripopolamento del Lago Segrino mediante trasferimento in esso di circa 1 tonnellata di alborelle provenienti dal Como, immesse in aree ove erano stati precedentemente predisposti idonei letti di frega. Il dott. Polli pone l accento sul fatto che un eventuale immissione di letti seminati di uova di alborella o di suoi stadi larvali nel Ceresio si scontrerebbe inevitabilmente con la massiccia presenza di larve di gardon che darebbero luogo ad un aspra competizione nei confronti dei nuovi arrivati. E quindi evidente che qualsiasi tentativo di reimmissione dell alborella non possa prescindere da preventive operazioni di sfoltimento del gardon. Pertanto un programma scientifico corretto dovrà necessariamente comprendere sia interventi di recupero dell alborella, sia operazioni di sfoltimento del gardon. Poiché su questa posizione si manifesta un consenso generale, il dott. Romanò osserva che, essendo materialmente impossibile un contenimento numerico del gardon nell intero lago, si potrebbe tentare al riguardo un esperimento nel bacino terminale di Ponte Tresa, che appare sufficientemente limitato da consentire realistici interventi di immissione e di sfoltimento. Il sig. Müller fa presente che il popolamento a gardon nel bacino di Ponte Tresa, ambiente di pesca da lui stesso ben conosciuto, si è fortemente ridotto a seguito degli episodi morbosi manifestatisi nel biennio precedente. Si dichiara comunque d accordo con la proposta del dott. Romanò, suggerendo di attuarla mediante immissioni di alborelle o di loro uova precedute da una intensa campagna di pescate di sfoltimento del gardon. Il dott. Polli conviene sull ambiente indicato, anche se situato all incile del lago e con un limitato trasferimento di pesci verso monte attraverso lo Stretto di Lavena. Fa poi osservare che se si intende dar corso alla sperimentazione in questione occorre produrre un progetto corredato dai relativi costi, valutando però preventivamente se i tentativi finora fatti in materia hanno dato esiti sufficienti a far prevedere una qualche probabilità di riuscita. Sempre a riguardo del progetto il dott. Romanò sostiene che dovranno essere ben definiti anche tempi e durata dell esperimento, nonché le modalità di monitoraggio delle pescate di controllo concernenti il gardon. Per quanto attiene invece ai costi, ricorda la disponibilità dei pescatori dilettanti già sottolineata al sig. Merlo a finanziare piccoli interventi in sostituzione di altri progetti precedentemente considerati. Il prof. Grimaldi, al fine di esplorare anche altre possibili vie di sperimentazione, ipotizza un ampliamento dello studio già in atto sul Lago di Varese, procedendo ad una sua integrazione economica molto contenuta. Ciò potrebbe fornire preziosi elementi di giudizio sulla fattibilità del recupero dell alborella nel Ceresio. Seduta del G.d.L. Alborella nel Ceresio del 12/12/02, Pallanza pag. 4

6 In merito alle varie proposte, il dott. Polli fa presente che l ipotesi di utilizzare il laghetto di Ponte Tresa, previo sfoltimento del gardon, rientra nel ventaglio delle possibili sperimentazioni ma, come le altre, non offre alcuna garanzia scientifica circa la riuscita, che se anche vi fosse, non fornirebbe comunque certezze assolute sulla possibile diffusione dell alborella nell intero lago. Allo stesso modo anche una sperimentazione allargata sul Varese potrebbe si dare esiti positivi, ma stante la diversa situazione ambientale e la mancanza in esso del gardon renderebbero scarsamente trasferibili al Lago di Lugano gli eventuali risultati ottenuti. Il dott. Calderoni interviene per esprimere il suo punto di vista sugli indirizzi che il g.d.l. potrà dare alla Sottocommissione, la quale è tenuta a sua volta ad esprimere un motivato parere tecnico-scientifico alla Commissione. Innanzitutto vi è da rilevare che dalla discussione sulla possibilità di reintroduzione dell alborella nel Lugano non sono emerse certezze nè sugli interventi da proporre nè sugli studi sperimentali da compiere. L unica certezza è che tutto ciò che si farà sarà soltanto un tentativo con probabilità di successo molto limitate. In ogni modo le ipotesi emerse nel dibattito sono molteplici e riguardano sia le possibili forme di ripopolamento diretto, sia vere e proprie sperimentazioni finalizzate ad individuare le strategie di intervento migliori. Probabilmente ve ne sono anche altre ivi compresa quella di non fare niente nella fiducia che nel frattempo vengano meno per via naturale le cause tuttora sconosciute della scomparsa dell alborella. Comunque la scelta sulla via da seguire non può essere delegata soltanto al g.d.l. o agli organi della Commissione. Essa deve essere preventivamente individuata col fattivo concorso delle Associazioni di pesca, anche per decidere insieme lo svolgimento delle fasi successive che devono prevedere la progettazione dell intervento e la sua durata nel tempo, la quantificazione dei relativi costi, la ricerca degli enti disponibili al finanziamento, il coordinamento delle operazioni, il controllo sistematico dei risultati. Dopo un ulteriore discussione su questi aspetti, il g.d.l. decide unanimemente di affidare ai signori Grimaldi, Polli, Puzzi e Calderoni la stesura di un documento che, sulla base degli orientamenti emersi nel dibattito, faccia il punto sui risultati conseguiti in altri ambienti lacustri e riassuma le ipotesi giudicate percorribili per un intervento di reintroduzione dell alborella nel Lugano, illustrandole sotto l aspetto scientifico e tecnico. Tale documento verrà portato alla conoscenza della Sottocommissione nella sua prossima seduta del marzo 2003 ed inviato al Gruppo di Lavoro italo-svizzero delle società di pesca dilettantistiche del Ceresio per la scelta e l indicazione alla Sottocommissione stessa dell intervento ritenuto fattibile e delle conseguenti iniziative. Poiché non vi sono ulteriori richieste da parte dei presenti, il presidente prof. Grimaldi li ringrazia per l attiva partecipazione e dichiara chiusa la seduta alle ore Pallanza, 12 dicembre 2002 Segreteria di coordinamento della Commissione italo-svizzera per la pesca dott. Alcide Calderoni Seduta del G.d.L. Alborella nel Ceresio del 12/12/02, Pallanza pag. 5

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