Roberto Trinchero Università degli studi di Torino
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1 Roberto Trinchero Università degli studi di Torino Slides a cura di Alessio Tomassone (responsabile team di formazione) alessiotomassone@gmail.com Testi, materiali, protocolli, FAQ ed esempi all'indirizzo web Tutte le slides sono coperte da copyright Edurete.org Ogni rimozione del marchio e utilizzo non autorizzato delle slides, è da ritenersi violazione del copyright stesso. Materiale aggiornato ad aprile 2017 sulla base dei decreti ministeriali 04/2017, le precedenti versioni delle slides non sono aggiornate.
2 Esiti della formazione scolastica Gardner (1991, ed it. 1993,p.13-14): Anche gli studenti meglio preparati e dotati di tutti i carismi del successo scolastico regolare frequenza di scuole valide, valutazioni molto elevate, buoni punteggi nei test, riconoscimenti da parte degli insegnanti non mostrano una comprensione adeguata. [ ]. Posti di fronte a problemi elementari [tratti dal mondo reale] formulati in modo anche solo leggermente diverso da quello in cui li avevano affrontati a scuola [ ] danno spiegazioni sostanzialmente identiche a quelle proposte da studenti che non si sono mai cimentati con quella disciplina. Gardner H. (1993), Educare al comprendere, Milano, Feltrinelli. 2
3 Cosa rilevano gli item Ocse-Pisa? «Titoli di studio migliori non si traducono automaticamente in capacità migliori, lavori migliori e livelli di vita migliori. Con il Pisa cerchiamo di cambiare tutto questo [ ] e abbiamo trovato un punto di vista molto particolare: eravamo meno interessati alla capacità degli studenti di riprodurre quello che avevano imparato a scuola ma volevamo verificare se erano in grado di estrapolare da quello che sanno e applicare la loro conoscenza in situazioni diverse [ ] e qualcuno dice che è ingiusto perché esaminiamo gli studenti con problemi che non hanno mai visto prima. Ma se seguite quella logica dovete considerare ingiusta la vita stessa perché l esame della vita vera, non è nella nostra capacità di ricordare quello che abbiamo imparato a scuola, ma se siamo preparati per il cambiamento, se siete preparati a lavori che non sono stati creati, a usare tecnologie che non sono state inventate, a risolvere problemi che non possiamo anticipare oggi.» Andreas Schleicher (coordinatore del progetto OCSE-PISA)(2012), Use data to build better schools, 3
4 Cos è una competenza? Competenza indica la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; Le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. DM 139/07 (Normativa sul nuovo Obbligo di Istruzione): EQF (Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli): pag. 11 4
5 Due realtà a confronto Formare/Valutare per: CONOSCENZE-ABILITA Formare/Valutare per: COMPETENZE Lettura del problema Problemi chiusi : un solo modo di interpretare il problema Problemi aperti a più interpretazioni Modo di affrontarlo Una soluzione univoca Più strategie di soluzione Modo per valutare la propria azione Feedback giusto/sbagliato Riflessione sulle proprie strategie 5
6 IL MODELLO R. I. Z. A. di Roberto Trinchero Risorse (conoscenze, capacità di base, atteggiamenti,, dell allievo) (R) Strutture di interpretazione (come l allievo legge ed assegna significato alle situazioni) (I) Strutture di azione (come l allievo agisce in risposta ad un problema) (Z) Strutture di autoregolazione (come l allievo apprende dall'esperienza e cambia le proprie strategie in funzione delle sollecitazioni provenienti dal contesto) (A) MOBILITAZIONE Trinchero R. (2006), Valutare l apprendimento nell e-learning. Dalle abilità alle competenze, Trento, Erickson, pp Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli. 6
7 Valutare le competenze con il modello R-I-Z-A Performance assessment su problemi tratti dal mondo reale Item competence-based Non richiedono la semplice applicazione meccanica di procedure risolutive Esempio: indagini Ocse-Pisa 7
8 Strutture di: INTERPRETAZIONE Il soggetto competente: Ha un ricco repertorio di modelli del mondo utili per interpretare i problemi; Sa inquadrare il problema nella categoria corretta; Capisce se è il caso di riformularlo o meno; Capisce qual è la richiesta che gli viene fatta; Capisce quali sono i dati che gli servono e quelli che non gli servono. 8
9 Strutture di interpretazione: possibili descrittori Cogliere (elementi chiave, collegamenti e relazioni, ) Identificare (dati e incognite, obiettivi, punti non chiari, ) Individuare (elementi chiave, collegamenti e relazioni, risorse necessarie, ) Localizzare (informazioni, concetti, ) Riconoscere (situazioni problematiche, informazioni date e informazioni mancanti, ) Scegliere (le risorse più opportune, ) Selezionare (le risorse più opportune, ) Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli. 9
10 Strutture di: AZIONE Il soggetto competente: Ha un repertorio ricco e flessibile di strategie, per cui se una si rivela inadeguata passa ad un altra; Affronta il problema con una o più strategie efficaci; Affronta il problema con una o più strategie efficienti; 10
11 Strutture di azione: possibili descrittori Analizzare (contenuti, processi, ) Attribuire (punti di vista, posizioni di autori differenti, ) Calcolare (applicando algoritmi, ) Classificare (contenuti, processi, soluzioni, ) Confrontare (contenuti, processi, soluzioni, strategie, ) Costruire (prodotti, ) Descrivere (oggetti, processi, soluzioni, ) Dimostrare (soluzioni, ) Eseguire (procedure, ) Formulare (piani di azione, strategie, soluzioni, ) Ideare (soluzioni, strategie, ) Ipotizzare (soluzioni, strategie, ) Organizzare (contenuti, processi, eventi, ) Pianificare (sequenze di azioni, processi, strategie, ) Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli. 11
12 Strutture di azione: possibili descrittori Produrre (prodotti, ) Progettare (soluzioni, strategie, ) Rappresentare graficamente (contenuti, processi, problemi, soluzioni, strategie, ) Realizzare (prodotti, elaborati, ) Riassumere (contenuti, processi, ) Ricavare (implicazioni, conclusioni, sintesi, ) Riformulare (problemi, soluzioni, strategie, ) Spiegare (fenomeni, processi, ) Tradurre da un formalismo ad un altro (contenuti, processi, ) Trovare esempi di (contenuti, processi, ) Trovare similarità e differenze in (contenuti, processi, ) Utilizzare un modello per (risolvere un problema, ) Utilizzare una procedura per (risolvere un problema, ) Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli. 12
13 Strutture di: AUTOREGOLAZIONE Il soggetto competente: Capisce quando è il momento di cambiare modello di interpretazione e/o strategie di azione; Si rende conto dei punti di forza del suo lavoro, soprattutto se lo compara con un altro o con un insieme di criteri di autovalutazione; Idem per i punti di debolezza; Sa argomentare per giustificare le proprie scelte (sa spiegare perché ha fatto così). 13
14 Strutture di autoregolazione: possibili descrittori Argomentare (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, ) Chiarificare (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, ) Criticare (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, ) Difendere (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, ) Giudicare (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, ) Giustificare (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, ) Motivare (le proprie proposte, le proprie soluzioni, le strategie applicate nella risoluzione di un problema, ) Trovare errori (nelle proprie proposte, nelle proprie soluzioni, nelle strategie applicate nella risoluzione di un problema, ) Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli. 14
15 Un modello per la didattica IL CICLO DI APPRENDIMENTO ESPERIENZIALE 15
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17 Evidenze empiriche a favore del Ciclo di Apprendimento Esperienziale Chi ci dice che le Attività strutturate con il ciclo di Apprendimento Esperienziale siano davvero efficaci nel promuovere apprendimento? John Hattie (2009), Visible Learning Sintesi di più di ricerche (200 milioni di studenti) sui fattori che influenzano il successo scolastico Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, FrancoAngeli. Trinchero R. (2013), Sappiamo davvero come far apprendere? Credenza ed evidenza empirica., Form@re, Numero 2, Volume 13, anno 2013, pp , 17
18 John Hattie (2009), Visible Learning Situazione Attività Fase del Ciclo Apprendimento Esperienziale Valore nel successo scolastico -0.2 a 1.2 Problemi Aperti Porre agli studenti problemi sfidanti Fase Lancio del problema 0.56 Peer-Tutoring: Autoverbalizzazione: Lavoro a coppie con uno studente più «bravo» e uno meno Chiedere di raccontare ciò che hanno fatto nella fase di Esperienza Fase di Esperienza 0.55 Fase di Comunicazione 0.64 Reciprocal teaching: Le coppie spiegano la loro soluzione alla classe Fase di Comunicazione 0.74 Feedback: Valutazione formativa Strategie metacognitive Far emergere ciò che i ragazzi sanno (fase di Comunicazione) e dare valutazioni (fase di Analisi) ed integrazioni (fase di Generalizzazione) Analizzare la correttezza di ciò che i ragazzi sanno (fase di Analisi) e fornire ciò che manca (fase di Generalizzazione) Far riflettere i ragazzi sulla correttezza della propria soluzione (fase di Analisi) 3 Fasi: Comunicazione-Analisi - Generalizzazione Fasi: Analisi e Generalizzazione 0.90 Fase di Analisi 0.69 Worked Examples Dare esempi di buone soluzioni alla classe Fase digeneralizzazione 0.57 Problem Solving Teaching Dare buone strategie di soluzione alla classe Fase di Generalizzazione 0.61 Pratica distribuita Chiedere di utilizzare più volte e riprendere concetti e strategie nei vari cicli di apprendimento esper. Tutte le fasi di più Cicli di App. Esp Hattie J. (2009), Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement, London, Routledge. 18
19 La valutazione delle competenze 19
20 Progettare prove per valutare la competenza 1. Definire una «buona» situazione-problema, che gli allievi non hanno mai affrontato prima in quella forma, ma di cui (presumibilmente) hanno tutte le risorse che servono per risolverla; 2. Formulare consegne (relative alla situazione-problema) di tre tipi: a) che si possono portare a termine solo scegliendo in modo autonomo i modelli da applicare («decidi tu il modello da applicare»); b) che si possono portare a termine solo con abilità puramente esecutive («applica il modello che ti dico di applicare»); c) che si possono portare a termine solo scegliendo in modo autonomo i modelli da applicare ed esponendo le «buone ragioni» alla base delle proprie scelte ed azioni («decidi il modello e giustificalo»). 3. Definire una rubrica valutativa che renda esplicite le strutture di interpretazione, azione, autoregolazione che l allievo dovrà mettere in campo per rispondere alle consegne; 4. Declinare i descrittori delle strutture di interpretazione, azione, autoregolazione nei quattro livelli. 20
21 Livelli di certificazione PRIMO CICLO A Avanzato L alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli. Risolve in modo autonomo problemi che richiedono scelte molteplici e non banali, in situazioni mai viste prima nella didattica. Sa argomentare efficacemente e consapevolmente le proprie scelte ed opinioni. Competente con originalità e padronanza. B Intermedio L alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite. Risolve in modo autonomo problemi che richiedono di scegliere, in situazioni mai viste prima in quella forma nella didattica. Competente C Base L alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese. Risolve in modo autonomo problemi puramente esecutivi (che richiedono solo di applicare, non di scegliere), anche in situazioni non perfettamente analoghe a quelle didattiche. Esecutore autonomo D Iniziale L alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note. Risolve problemi puramente esecutivi (che richiedono solo di applicare, non di scegliere), solo se guidato. Non autonomo Miur (2015), Linee guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione, 21
22 CONSAPEVOLEZZA e COMUNICAZIONE PRIMO CICLO Il ministero, attraverso gli ispettori che si sono occupati delle Indicazioni Nazionali 2012, ha richiesto di dare alla valutazione delle competenze una visione positiva. Non deve questo processo però variare la realtà della valutazione nella sua sostanza. Quando l insegnante si rende conto che il bambino non è in grado di interpretare la situazione che ha davanti, piuttosto che certificare il NON COGLIE (ad esempio per le strutture di interpretazione) certifica «solo se guidato coglie». La valutazione del livello INIZIALE (soggetto NON AUTONOMO e puramente esecutivo) è un passaggio importante e delicato. L insegnante, deve valutare lo studente utilizzando un processo di consapevolezza (ciò che effettivamente il bambino riesce o meno a fare) e una modalità comunicativa positiva (ciò che è corretto comunicare per motivare ulteriormente lo studente e la famiglia). L insegnante in sede di valutazione dovrà indicare per il livello iniziale, una guida rispetto a tutte le strutture presenti nel modello RIZA (interpretazione-azioneautoregolazione). Tenendo ben presente che affermare: «Il soggetto solo se guidato interpreta agisce e si autoregola», corrisponde all indicazione «da solo non è in grado di attivare queste strutture». 22
23 Strutture presenti Strutture presenti con errori Strutture non presenti o presenti solo se guidato. Livello A Avanzato Livello B Intermedio Livello C Base Livello D Iniziale Strutture di interpretazione Strutture di azione Strutture di autoregolazione 23
24 Esempio situazioni-problema Sei stato assunto in un nuovo giornale quotidiano! Il tuo direttore ti chiede di osservare questa prima pagina di un famoso quotidiano italiano. Dovrai: Individuare le caratteristiche editoriali di una prima pagina di giornale consultando anche l allegato 2. Indica le caratteristiche individuate, sulla pagina di giornale fornita con l allegato 1. Costruire la tua speciale prima pagina; produrre almeno 3 articoli di massimo 10 righe per raccontare «il mondo secondo te». Ricordati che la commissione dei redattori vuole una motivazione relativa alle scelte che hai fatto per costruire la tua pagina. ALLEGATO 1 24
25 GLOSSARIO SUDDIVISIONE DI UNAPRIMA PAGINA DI GIORNALE QUOTIDIANO. In Italia le più usuali sono le seguenti: a) apertura: è il primo articolo, in alto a sinistra, che «apre» la pagina; b) servizio di testata: collocato in alto al centro della pagina; c) spalla: articolo con o senza foto, o soltanto foto, posto in alto a destra; d) taglio: articolo che interrompe la continuità di una serie di colonne ed è definito a seconda della posizione: alto (nella parte superiore del giornale), medio (verso il centro), basso (nella parte inferiore); e) contornato: pezzo racchiuso da un filo nero marcato che dà maggiore spicco al testo; f) civetta: cornice di filetti tipografici che contiene l indicazione di servizi, articoli e notizie riportati nelle pagine interne; g) corsivo: breve articolo di commento o nota polemica e satirica, per lo più in carattere corsivo o talora in neretto. h) manchette: box pubblicitari spesso collocati in alto, ai lati. La classificazione degli articoli è evidente soprattutto nelle prime pagine di giornali di tipo scritto. Gli elementi da tenere d occhio per capire l opinione e la valutazione del giornale sui fatti principali sono di norma: a) l articolo di fondo: si trova nella prima colonna a sinistra. Esso non dà notizie, ma dà la valutazione del direttore del giornale (o di un altro giornalista ) sui principali fatti del giorno; b) il servizio di apertura e quello di spalla (che comprende spesso il servizio di testata) presentano due fatti giudicati dal giornale come i più importanti; c) notizie e servizi di taglio alto, taglio medio e taglio basso: presentano gli altri fatti giudicati importanti dal direttore del giornale secondo il risalto che intende dare loro. Sfruttando abilmente le possibilità dell impaginazione i giornali possono evidenziare o nascondere, gonfiare o minimizzare una 25 notizia.
26 Profilo di competenza Rubrica valutativa Livello A - Avanzato Livello B - Intermedio Livello C - Base Livello D - Iniziale Strutture di interpretazione Individua tutte le caratteristiche di una prima pagina di giornale (Manchettes, Testata, Apertura, Articolo di fondo, taglio alto/medio/basso, Civette, Corsivo, Fotografia) Individua le caratteristiche principali (Testata, Apertura, Taglio alto/medio/basso) della prima pagina di un giornale quotidiano. Commette errori nell individuare le caratteristiche principali della prima pagina di un quotidiano. *** (bambino che ci prova, individua alcune caratteristiche ma non quelle principali) Solo se guidato individua almeno una caratteristica della prima pagina del giornale. Strutture di azione Costruisce una prima pagina completa che presenta tutte le caratteristiche principali. Produce 3 articoli giornalistici con un lessico coerente e senza errori grammaticali. Costruisce una prima pagina essenziale che presenta almeno 3 caratteristiche principali (Testata, Apertura, Taglio alto/medio/basso). Produce almeno 2 articoli giornalistici con un lessico coerente e senza errori grammaticali. Costruisce una prima pagina molto semplice, che non presenta le caratteristiche principali. Produce almeno 1 articolo giornalistico, con un lessico semplice e commettendo errori grammaticali. Solo se guidato costruisce una prima pagina semplice. Solo se guidato produce almeno 1 articolo giornalistico con lessico semplice ed errori grammaticali. Strutture di autoregolazione Motiva in modo coerente tutte le scelte fatte, relative a: caratteristiche della prima pagina di giornale, personale costruzione della sua prima pagina e agli articoli prodotti. Motiva solo le scelte relative all impaginazione ma non motiva la costruzione della sua pagina del quotidiano e dei suoi articoli. Commette errori nel motivare le scelte fatte per la costruzione della sua prima pagina giornale. Solo se guidato motiva in modo essenziale il percorso che ha fatto. (es. seguendo domande stimolo dell insegnante)
27 Ci servirebbero esempi per ogni ordine di scuola!!! Su questi testi trovate esempi collaudati per ciascun Traguardo delle Indicazioni Nazionali (dall'infanzia alla Secondaria) 27
28 Definire la situazione-problema all interno della quale gli allievi dovranno mobilitare le proprie Risorse 28
29 Riferimenti Normativi tratti dalle Indicazioni Nazionali 29
30 La scuola nel nuovo scenario [ ] In tale scenario, alla scuola spettano alcune finalità specifiche: offrire agli studenti occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base; far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a selezionare le informazioni; promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali; favorire l'autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi. [ ] Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, p. 5 30
31 Dalle Indicazioni al curricolo [ ] Ogni scuola predispone il curricolo all interno del Piano dell offerta formativa con riferimento al profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione, ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina. A partire dal curricolo di istituto, i docenti individuano le esperienze di apprendimento più efficaci, le scelte didattiche più significative, le strategie più idonee, con attenzione all integrazione fra le discipline e alla loro possibile aggregazione in aree, così come indicato dal Regolamento dell autonomia scolastica, che affida questo compito alle istituzioni scolastiche. Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, p
32 Traguardi per lo sviluppo delle competenze [ ] Essi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l azione educativa allo sviluppo integrale dell allievo. Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono criteri per la valutazione delle competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi, impegnando così le istituzione scolastiche affinché ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dell unità del sistema nazionale e della qualità del servizio. Le scuole hanno la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di scegliere l itinerario più opportuno per consentire agli studenti il miglior conseguimento dei risultati. Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, p
33 Obiettivi di apprendimento Gli obiettivi di apprendimento individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Essi sono utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, con attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e organizzative mirando ad un insegnamento ricco ed efficace. Gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi: l intero triennio della scuola dell infanzia, l intero quinquennio della scuola primaria, l intero triennio della scuola secondaria di primo grado. [ ] nella scuola primaria gli obiettivi di italiano, lingua inglese e seconda lingua comunitaria, storia, geografia, matematica e scienze sono indicati anche al termine della terza classe. Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, p
34 Valutazione (1/2) Agli insegnanti competono la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, p
35 Valutazione (2/2) Occorre assicurare agli studenti e alle famiglie un informazione tempestiva e trasparente sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso scolastico, promuovendone con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa, nella distinzione di ruoli e funzioni. [ ] Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, p
36 Certificazione delle competenze La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente al termine del primo ciclo, fondamentali per la crescita personale e per la partecipazione sociale, e che saranno oggetto di certificazione. Sulla base dei traguardi fissati a livello nazionale, spetta all'autonomia didattica delle comunità professionali progettare percorsi per la promozione, la rilevazione e la valutazione delle competenze. Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno studente mobilita e orchestra le proprie risorse - conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni - per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini. [ ] Miur (2012), Indicazioni Nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, p
37 Riferimenti Normativi rispetto alle certificazioni 37
38 DSA / BES e Competenze LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO D.M.12 luglio 2011 sui DSA la legge 170/ 2010, rivolta ad alunni che necessitano, oltre ai prioritari interventi di didattica individualizzata e personalizzata, anche di specifici strumenti e misure che derogano da alcune prestazioni richieste dalla scuola. Per consentire, pertanto, agli alunni con DSA di raggiungere gli obiettivi di apprendimento, devono essere riarticolate le modalità didattiche e le strategie di insegnamento sulla base dei bisogni educativi specifici, in tutti gli ordini e gradi di scuola. (pag.3) la Legge 170/ 2010 insiste più volte sul tema della didattica individualizzata e personalizzata come strumento di garanzia del diritto allo studio. [ ] l azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, comportando quindi attenzione alle differenze individuali in rapporto ad una pluralità di dimensioni. (pag. 6) la Legge 170/ 2010 richiama inoltre le istituzioni scolastiche all obbligo di garantire «l introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere». (pag. 7) per certificare un livello di competenza cosa devo fare? 38
39 DSA / BES e Competenze LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO per certificare un livello di competenza cosa devo fare? Se, fornendo lo strumento compensativo l alunno riesce a giungere autonomamente alla soluzione del problema, centrando i descrittori previsti (tutti o alcuni), allora l insegnante potrà certificare un livello BASE- INTERMEDIO-AVANZATO (a seconda di come l alunno avrà lavorato). Se invece, nonostante lo strumento compensativo fornito, lo studente necessita del supporto dell insegnante per giungere alla soluzione del problema, allora potrò certificare il solo livello INIZIALE (esattamente come per tutti gli altri alunni del gruppo classe). IN SINTESI: lo strumento compensativo non è una discriminante tra autonomia o non autonomia. 39
40 ricordiamoci che molto spesso il nostro lavoro viene riassunto così chissà come mai 40
41 Per approfondire il discorso Trinchero R. (2012), Costruire, valutare, certificare competenze. Proposte di attività per la scuola, Milano, Franco Angeli. Trinchero R. (2017), Costruire e certificare competenze con il curricolo verticale nel primo ciclo, Rizzoli. Trinchero R. (2017),Costruire e certificare competenze nel secondo ciclo, Rizzoli. 41
42 Per info relative al corso Responsabile team di formazione 42
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