Calamità Naturali: assistenzialismo o prevenzione?

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1 Calamità Naturali: assistenzialismo o prevenzione? Dott. Roberto GIAROLA Ufficio Volontariato Relazioni Istituzionali e Internazionali 12 Novembre 2010

2 AREE VULNERATE ITALIANE ( ) ALLUVIONI FRANE

3 Comuni e popolazione a rischio (MinAmbiente 2006)

4 % Comuni e popolazione a rischio (MinAmbiente 2006)

5 FRANE IN ITALIA DAL 18 AL 94 Fonte:Gruppo Nazionale difesa delle catastrofi idrogeologiche del CNR Frane censite Località interessate Vittime e dispersi Stima dei danni provocati mediamente all anno 1-2 miliardi di euro ALLUVIONI Rapporto Commissario Europeo per la ricerca anno 2003 Dal 80 al 2002 l Italia ha avuto il primato di vittime in Europa per alluvioni con il 38% delle persone decedute e danni per oltre 11 miliardi di Euro

6 PERICOLOSITÀ SISMICA DELL ITALIA Accelerazione massima al suolo con periodo di ritorno 475 anni (Prob. 10% in 50 anni) SSN-GNDT 2000 INGV 2004

7 I maggiori terremoti italiani dell ultimo secolo Data Area Intensità Vittime (MCS) Calabria X Calabria IX Messina XI Irpinia IX ~ Etna X Etna X Fucino XI Val Tiberina IX-X ~ Mugello IX ~ Monte Amiata IX Lunigiana-Garfagnana X Friuli IX Vulture X Anconetano IX Maiella IX Irpinia IX Belice X Friuli IX-X Irpinia-Basilicata IX-X Umbria-Marche VIII-IX Molise-Puglia VIII-IX Abruzzo IX-X 307

8 COSTO DEI TERREMOTI DEGLI ULTIMI 40 ANNI (M -2005) , , , , , ,00 BELICE FRIULI IRPINIA - BASILICATA UMBRIA E MARCHE MOLISE- PUGLIA

9 Le azioni di previsione e prevenzione passano attraverso la costruzione di opportuni scenario di rischio R = P x V x E q PERICOLOSITA (P) esprime la probabilità che in una zona si verifichi un evento dannoso di una determinata intensità; q VULNERABILITA (V) intesa come propensione delle costruzioni a danneggiarsi a causa dell evento dannoso q ESPOSIZIONE (E) intesa come valore esposto al rischio, espresso in termini di persone ed economico delle cose. tutte grandezze dipendenti sia dallo SPAZIO che dal TEMPO che definiscono il rischio (R) nel più classico dei modi.

10 COME IL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE INTERVIENE NEL CICLO DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO Prevenzione non strutturale (attivazione piani di emergenza) Previsione Interventi Strutturali di Prevenzione Piano strategico Min. Amb. 1 MLDE (art. 2, c 240 L.1/2009 finanziaria 2010) Adeguamento sismico 1 MLDE (art. 11 DL 39/2009) Disastro Soccorso Ricostruzione Rientro nell ordinario Tali attività coinvolgono tutti i soggetti interessati alla riduzione del rischio: sia pubblici che privati

11 Per una buona Previsione & Prevenzione non strutturale occorre: 1. VALUTARE E MONITORARE LA VULNERABILITÀ E IL RISCHIO 2.COSTRUIRE UNA BUONA CAPACITÀ DI RISPOSTA (Piani di Protezione Civile, informazione popolazione) Prevenzione non strutturale 3. IMPLEMENTARE E MIGLIORARE SISTEMI DI ALLERTAMENTO Previsione

12 Interventi di contrasto e di mitigazione del rischio GLI INTERVENTI DI CONTRASTO E MITIGAZIONE: nel TEMPO DIFFERITO (Pianificazione), si riferiscono quindi ad un prefigurato scenario di rischio ed alla possibile frequenza del manifestarsi dello stesso. Tali interventi sono infrastrutturali che normativi e principalmente tendono a ridurre in modo permanente la VULNERABILITA (V). nel TEMPO REALE (Protezione Civile), si riferiscono allo scenario di rischio residuo, preannunciato o in atto. Tali interventi sono non strutturali e tendono principalmente a ridurre in modo temporaneo l ESPOSIZIONE (E).

13 TEMPO DIFFERITO: esempio di interventi permanenti di mitigazione del rischio idraulico Intervento sulla pericolosità Es: interventi idraulici di sistemazione arginale Area inondabile prima dell intervento Es: Rilocazione Quadro elettrico Intervento sull esposizione Es: Norme urbanistiche relative all uso dei piani terra e seminterrati Piano Strategico per la Prevenzione L. 5/2009 art. 17. Area inondabile dopo l intervento Intervento sulla vulnerabilità Es: Delocalizzazione di immobili in aree ad alto rischio Il Rischio residuo è il rischio a valle della pianificazione e degli interventi strutturali. Più efficace l intervento strutturale minore è il rischio residuo. Il Rischio residuo (R R ) dovrà quindi essere affrontato, ove si manifestasse, con gli interventi in tempo reale di Protezione Civile

14 RISCHIO RESIDUO: un esempio Rischio Residuo: resta molto bassa la probabilità di eventi da gestire in Tempo reale con le attività di allertamento, i piani di protezione civile e le assicurazione. T=200anni T=50anni rischio residuo Inondazione molto frequente, in media ogni 5-10 anni Elevato Rischio. Tempo differito: difesa domestica da inondazione riduce la frequenza dei danni

15 TEMPO REALE: esempio gestione del rischio residuo con azioni di protezione civile Intervento sulla pericolosità Es: Contrasto ed intervento tecnico urgente (Sacchi di contenimento) Intervento sugli esposti Es: Attivazione di specifiche azioni del piano di protezione civile, delocalizzazione di persone, soccorso alla popolazione. Il sistema si rivolge principalmente alla salvaguardia delle vite umane, ma può essere un efficace strumento di riduzione del danno

16 Il Sistema di Allertamento Italiano è fra i più avanzati al mondo e serve a: 1 1. Comprendere e mappare la pericolosità; 2 2. Prevedere e monitorare eventi imminenti 3. Processare e disseminare allerte comprensibili alle autorità politiche e alla popolazione 4. Intraprendere azioni tempestive appropriate a seguito delle allerte 3 4

17 PUNTI di CONTATTO con il Sistema Assicurativo ESIGENZE COMUNI

18 Esistono numerosi punti di contatto tra le attività di protezione civile e quelle assicurative. Quella più evidente è la disponibilità di strumenti e dati di alta qualità per la costruzione di uno scenario di rischio credibile attraverso i seguenti elementi: Pericolosità (Piano Assetto Idrogeologico, Scenari di inondazione) Vulnerabilità (Funzioni di Vulnerabilità, Certificazione multirischio degli edifici) Esposizione (Descrizione degli esposti, localizzazione dei rischi) Dati storici di qualità (Rapporti di evento, Valutazione degli effetti al suolo, Perizie di qualità (formazione))

19 In caso di calamità la protezione civile interviene per assicurare: 1. la copertura delle Spese straordinarie sostenute da parte di Amm. Pubb., VV. F., Volontari, 2. la copertura degli oneri per gli Alloggi provvisori per sfollati 3. la copertura degli oneri per la Ripresa delle attività produttive 1. Danni agli impianti (50% del tot) 2. Danni alle scorte (30% del tot) 3. Mancato guadagno (stop < 90 gg) 4. il Ripristino dei beni immobili danneggiati 5. la predisposizione di azioni per la messa in sicurezza e pianificazione per la mitigazione NB 2, 3 & 4 sono riconosciuti solo ove sono rispettati i vincoli della pianificazione (sistema punitivo) I rimborsi sono complementari a quelli riconosciuti dalle assicurazioni

20 Rimborsi attraverso la Protezione Civile: Un caso di esempio (eventi alluvionali autunno 2008) Registrato Fabbisogno complessivo di oltre 4 miliardi di euro Spese straordinarie Alloggi provvisori Attività produttive Beni immobili Interventi urgenti e indifferibili 3,340,146, ,000, ,000, ,000, ,000,000 50,000,000 SOMMA RICHIESTA SOMMA RIMBORSABILE 0 100% ,835, ,951, ,980,590 90% 80% 70% 60%,408,281 SOMMA EFFETTIVAMENTE RIMBORSATA SU: Spese straordinarie: 91,7 Meuro (33%del totale) Alloggi provvisori: 0% Attività produttive: 0% Beni immobili: 0% Inteventi urgenti e indifferibili: 0 % 50% 40% 30% 20% 10% 0% ATTIVITA PRODUTTIVE 1 2 BENI IMMOBILI

21 Risorse gestite dal Dipartimento della Protezione Civile nell anno anno 2010 (2,08 MLD EURO)

22 COSCIENZA DEL RISCHIO DA PARTE DEL CITTADINO SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE ASSICURAZIONI I sistemi di Early Warning sono molto di più che non uno strumento tecnologico, sono un intero sistema tecnologico, sociale, perfino culturale. Il sistema di protezione civile include I cittadini e la loro coscienza del rischio come parte attiva: I cittadini devono credere all efficacia di un sistema di early warning e devono sapere come comportarsi una volta allertati. CICLO VIRTUOSO Il maggiore ostacolo alla penetrazione delle assicurazioni è la mancanza di percezione del rischio. Responsabilizzare i cittadini necessità di una consapevolezza del rischio sul territorio condivisa (pubblico, privato, cittadini).

23 Il CIRCOLO VIRTUOSO SI REALIZZA ANCHE NELLA COMPOSIZIONE DEL PREMIO PREMIO COMPLESSIVO Legata all esposizione al rischio in un ottica multirischio INCREMENTO Incentiva gli interventi di mitigazione anche sul singolo edificio Indipendente dalla localizzazione del rischio BASE di solidarietà Garantisce la sostenibilità e la ri-distribuzione del rischio

24 Conclusioni 1. Il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale è un attore importante dalla politica di riduzione del Rischio così come lo è il sistema assicurativo; 2. Entrambi gli attori devono da un lato attuare politiche che favoriscano la riduzione del rischio residuo da un lato e la sua gestione dall altro; 3. Entrambi gli attori sono interessati a favorire la cultura e coscienza del rischio, utile sia in tempo differito che in tempo reale; 4. Entrambi gli attori hanno la necessità di riferirsi a dati, strumenti e valutazioni ufficiali in modo da poter agire su informazioni di base comuni e condivise; 5.Entrambi gli attori sono coinvolti nelle operazioni di ripristino della normalità nel post evento.

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