Sentenza n. 1890/2018 pubbl. il 26/01/2018 RG n /2017

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1 N SENT N RGAC N CRON REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale di Roma Sedicesima Sezione Civile Impresa 1 (ex Terza Sezione Civile - Sezione Specializzata Tribunale delle Imprese I 3), composto da dott. Stefano Cardinali Presidente dott. Umberto Gentili Giudice dott. Francesco Remo Scerrato Giudice relatore ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile di primo grado, iscritta al n 56611, Ruolo Generale per gli affari contenziosi dell anno 2017, trattenuta in decisione all udienza dell 8 gennaio 2018 e vertente TRA BELLAPADRONA Giorgio, elettivamente domiciliato a Roma, Via Ofanto n 18, presso lo studio Sciumé- Avvocati e Commercialisti, rappresentato e difeso dagli avv.ti Pierpaolo Platania e Pietro Sciumé in forza di procura speciale rilasciata su separato foglio, ATTORE E ITALCHIMICA LAZIO SRL, in persona del legale rappresentante, elettivamente domiciliata a Roma, via G. Avezzana n 6, presso lo studio dell avv.to Arnaldo Coscino, che la rappresenta e difende in forza di procura speciale in calce alla comparsa di risposta, CONVENUTA OGGETTO: recesso da S.r.l. e liquidazione della quota. CONCLUSIONI: 1

2 per parte attrice (verbale dell udienza dell 8/1/2018): Il procuratore di parte attrice dichiara di aderire alla sollevata eccezione pregiudiziale, chiedendo tuttavia la compensazione delle spese di lite come da giurisprudenza conforme sul punto Cass /2013 e Cass. 6106/2006; chiede termine per la riassunzione; ; per parte convenuta (verbale dell udienza dell 8/1/2018): L avv.to Coscino si riporta alle memorie difensive ed in particolare alla eccezione di improcedibilità per difetto di giurisdizione, attesa la clausola compromissoria contenuta nello Statuto ed applicabile alla fattispecie. Insiste per la condanna di controparte alle spese di lite. SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Con atto di citazione, ritualmente notificato alla convenuta, l attore Bellapadrona Giorgio, premesso di essere titolare di una quota di partecipazione pari al 35% del capitale sociale della Italchimica Lazio S.r.l., a far data dal 20/10/2000, e di aver svolto la propria attività nella società con mansioni di responsabile commerciale e, per il periodo 2005/2008, anche con la qualifica di amministratore, allegava che nel novembre del 2015 era stato allontanato dal fratello Silvano, succedutogli nel 2008 nell amministrazione della società; che sino al 9/2/2016 la compagine societaria era costituita, oltre che da esso attore, dal fratello Silvano con quota del 35% e dalla sorella Maria Gabriella con quota del 30%; che in data 10/2/2016 il fratello Silvano aveva proceduto all acquisto dell intera partecipazione della sorella Maria Gabriella per atto autenticato dal notaio Fabiana Togandi, al prezzo di ,00 euro, divenendo così socio di maggioranza assoluta con una quota del 65% del capitale; che in data 1/3/2016 esso attore aveva esercitato il diritto di recesso dalla qualità di socio, ai sensi degli artt e 2469 del Codice Civile, ricevendo il diniego dell organo amministrativo, espresso prima con raccomandata del 5/4/2016 e poi a mezzo del legale della società con raccomandata del 25/5/2016; che inoltre nel gennaio del 2013 e nel gennaio del 2015 esso attore aveva aderito alla richiesta di finanziamento infruttifero avanzata dalla società per gli importi rispettivamente di ,00 euro e ,00 euro, finanziamenti scaduti rispettivamente il 30/5/2013 ed il 30/4/2015; che senza esito era stata la reiterata richiesta di rimborso dei predetti finanziamenti, negata dall amministrazione della società, in ragione della difficoltà economico-finanziaria in cui -a suo dire- versava la stessa; che inoltre era garante e fideiussore omnia, nonché con pegno su propri titoli per un importo di ,00 euro, presso la Cassa di 2

3 Risparmio di Orvieto e la Banca di Credito Cooperativo di Roma, in favore della società convenuta; che allo stato risultava escluso da qualsivoglia attività della società, che era gestita dal socio Silvano e dal figlio Fabrizio; che la società dal 2008 aveva conosciuto un progressivo ed ininterrotto peggioramento delle proprie condizioni economicopatrimoniali, evidenziando un vistoso calo del fatturato e del patrimonio, circostanza che non aveva permesso la distribuzione di utili negli ultimi otto anni; che, in qualità di socio, stava ricevendo soltanto un grave danno economico-patrimoniale, non potendo disporre né della propria partecipazione, il cui valore -alla luce del prezzo versato dal socio Silvano alla sorella Maria Gabriella nel febbraio del ammontava a ,00 euro, né di parte del proprio patrimonio, sottoposto invero a garanzia presso i ricordati istituti di credito, e non potendo neanche rientrare in possesso del denaro versato a titolo di finanziamento, a causa delle riferite perduranti, cattive condizioni economico patrimoniali della società; che, a fronte di ciò, ad esso attore non era neanche concesso di cedere liberamente la propria partecipazione sociale, in ragione della clausola di gradimento presente all art. 7 dello statuto, clausola che lo costringeva alla irrilevante posizione di socio di minoranza in una società totalmente gestita dal fratello, socio di maggioranza assoluta; che, benché il recesso esercitato trovasse espressa previsione nell art. 14 dello statuto societario, richiamato proprio all art. 7 dello stesso, inutili erano stati i tentativi di trovare una soluzione bonaria, per cui si era reso necessario adire l Autorità giudiziaria. Tanto premesso, l attore concludeva per l accoglimento delle conclusioni, così rassegnate nell atto di citazione: Voglia il Giudice adito accertata la legittimità del recesso operato dall odierno attore nei confronti del convenuto con raccomandata del 1 Marzo 2016., condannare la Italchimica Lazio s.r.l., in persona del legale rappresentante p.t., alla liquidazione in favore dell odierno attore della predetta quota di partecipazione, ed al suo conseguente pagamento nella misura che apparirà di giustizia a seguito di consulenza tecnica d ufficio oltre interessi legali e rivalutazione monetaria a decorrere dal 5/3/2016 (data di efficacia recesso = ricezione raccomandata da parte della società) sino all effettivo soddisfo, o alla maggiore o minor somma ritenuta di giustizia anche a seguito delle risultanze della consulenza tecnica d ufficio che si richiede. Tutto con vittoria di spese e compensi professionali del presente giudizio, oltre i.v.a., c.p.a. e spese generali al 15% come per legge. 3

4 Si costituiva in giudizio la convenuta Italchimica Lazio S.r.l., che, sollevate varie eccezioni pregiudiziali (improcedibilità per difetto di giurisdizione; improcedibilità per assoluta mancanza delle cause di recesso; irritualità per difetto di forma), contestava, in subordine, la fondatezza nel merito della domanda e spiegava domanda di risarcimento danni; rassegnava le seguenti conclusioni: In via preliminare, Voglia il Giudice accertare e dichiarare la propria incompetenza per difetto di giurisdizione, per totale mancanza del petitum nonché per irritualità della forma dell atto introduttivo e, per l effetto, dichiarare improcedibile e nullo, il presente giudizio. In subordine, in caso di non accoglimento delle rilevate eccezioni preliminari, Voglia il Giudice, nel merito, respingere tutte le domande attoree in quanto infondate in fatto ed in diritto. In accoglimento della domanda riconvenzionale, Voglia il Giudice fissare in rito, una nuova udienza per la comparizione delle parti, per condannare parte attrice al risarcimento di tutti i danni in favore della comparente Italchimica Lazio S.r.l. e che verranno precisati e quantificati in corso di causa, dichiarare altresì, l esclusione del Sig. Giorgio Bellapadrona dalla qualità di socio. Con vittoria di spese e competenze. All udienza di prima comparizione dell 8/1/2018, così differita ex art. 168 bis, 5 comma, c.p.c., il procuratore dell attore dichiarava di aderire alla sollevata eccezione pregiudiziale. I procuratori concordemente rinunciavano ai termini ex art. 190 c.p.c.. MOTIVI DELLA DECISIONE Va dichiarata l incompetenza del Tribunale adito per previsione statutaria di clausola compromissoria per arbitro rituale. Richiamato quanto esposto in precedenza, si osserva che la società convenuta, costituitasi tempestivamente in data 17/11/2017 per l udienza dell 8/1/2018, così differita ex art. 168 bis, 5 comma, c.p.c., ha eccepito l incompetenza del tribunale adito per clausola compromissoria per arbitro rituale, come prevista dall art. 18 dello Statuto sociale, in forza del quale Qualunque controversia (fatta eccezione per quelle nelle quali la legge richiede l intervento del pubblico ministero), sorga fra i soci o fra i soci e la società, l organo amministrativo e l organo di liquidazione o i membri di tali organi, ancorché solo fra alcuni di tali soggetti od organi, in dipendenza di affari sociali e della interpretazione o esecuzione del presente statuto e che possa formare oggetto di 4

5 compromesso, è deferita al giudizio di un arbitro che giudica ritualmente e secondo diritto. L arbitro è nominato dal Presidente del Tribunale ove la società ha la sua sede legale. Per qualunque controversia che sorga in dipendenza di affari sociali e della interpretazione o esecuzione del presente statuto e che non sia sottoponibile ad arbitrato è competente il foro del luogo ove la società ha la propria sede legale (doc. 1 di parte convenuta). Si tratta di eccezione, non rilevabile d ufficio, tempestivamente sollevata dalla convenuta, a nulla rilevando, in senso ostativo, che la stessa abbia spiegato domanda riconvenzionale; infatti quest ultima domanda deve intendersi ontologicamente subordinata alla sollevata eccezione pregiudiziale e quindi non in contrasto logicogiuridico con detta eccezione, che invece presuppone la negazione della competenza del Giudice ordinario (cfr. Cass /2007). Si è in presenza di clausola valida, in quanto la stessa è conforme al dettato normativo (artt. 34 D.Lgs 5/2003, ancora in vigore), ed efficace, in quanto non è dubitabile che la controversia (recesso da S.r.l. e liquidazione della quota) attenga a diritti disponibili. Tale conclusione, del resto, trova conforto nell orientamento della Corte di Cassazione, secondo il quale le controversie in materia societaria possono, in linea generale, formare oggetto di compromesso, con esclusione di quelle che hanno ad oggetto interessi della società che concernono la violazione di norme poste a tutela dell interesse collettivo dei soci o dei terzi, così giustificandosi l eccezione costituita dalle ipotesi di controversie in cui sia obbligatorio l intervento del PM. A tal fine, peraltro, l area della indisponibilità deve ritenersi circoscritta a quegli interessi protetti da norme inderogabili, la cui violazione determina una reazione dell ordinamento svincolata da qualsivoglia iniziativa di parte, quali p.es. le norme dirette a garantire la chiarezza e la precisione del bilancio di esercizio (cfr. Cass. 3772/2005; Cass /2011; Cass /2014), ovvero nell ipotesi della compressione del diritto all informazione ai fini della partecipazione alle assemblee dei soci (cfr. Cass. 1148/2004). L adesione, da parte dell attore, alla sollevata eccezione rende superfluo soffermarsi oltre sulla questione. 5

6 Va pertanto dichiarata l incompetenza del Tribunale adito per la previsione di clausola compromissoria per arbitro rituale. Deve essere fissato in tre mesi dalla comunicazione il termine per la riassunzione del giudizio davanti all arbitro, il tutto alla luce di Corte Cost. 223/2013, che ha dichiarato l illegittimità costituzionale dell articolo 819 ter, secondo comma, c.p.c. nella parte in cui esclude l applicabilità, ai rapporti tra arbitrato e processo, di regole corrispondenti all articolo 50 del codice di procedura civile. Le spese di lite vanno compensate, in quanto si è in presenza di eccezione sollevabile solo dal convenuto e l attore non poteva prevedere le scelte processuali della società convenuta, che, in ipotesi, avrebbe potuto anche optare per non sollevare l eccezione. P.Q.M. definitivamente pronunciando: dichiara l incompetenza del Tribunale adito per essere competente l arbitro unico, davanti al quale il giudizio va riassunto nel termine di tre mesi dalla comunicazione; compensa per intero le spese di lite. Così deciso a Roma, 9/1/2018 il Presidente dott. Stefano Cardinali il Giudice estensore dott. Francesco Remo Scerrato 6