ARCHEOLOGIA CLASSICA AA 2017/2018. Integrazione per il Corso da 9 CFU. Prof. Roberto PERNA
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1 ARCHEOLOGIA CLASSICA AA 2017/2018 Integrazione per il Corso da 9 CFU Prof. Roberto PERNA
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3 Quale è modo migliore per salvaguardare il patrimonio archeologico? Documenti generali di riferimento Carta di Atene del 1931 Carta Italiana del Restauro del 1972 Oggi senso la valorizzazione del patrimonio culturale acquisisce importanza sempre maggiore in quei modelli di sviluppo basati sulle identità locali e sulla valorizzazione delle risorse territoriali
4 Approccio UNESCO Australia ICOMOS Charter for the Conservation of Places of Cultural Significance del 1999 (ex Burra Charter del 1979) Carta sul turismo culturale per la gestione responsabile delle attività di fruizione nei siti di rilevanza culturale
5 Approccio Euromediterraneo/ Conservazione integrata Carta di Venezia del 1964 Convenzione europea sulla protezione del Patrimonio archeologico del 1969 Convenzione di Malta del 1992 che ha sintetizzato il Problema stabilendo i principi dell archeologia preventiva e della conservazione integrata in ambito archeologico
6 Più recenti sviluppi Convenzione Europea del Paesaggio Impegna, tra l altro, gli Stati contraenti: a) a definire ed attuare delle politiche del paesaggio volte alla salvaguardia, alla gestione e all assetto dei paesaggi tramite l adozione delle misure specifiche ( ); b) a predisporre delle procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti interessati alla definizione ed alla realizzazione delle politiche del paesaggio ( ); c) ad integrare il paesaggio nelle politiche relative all assetto territoriale ed urbanistico, nelle politiche culturali, ambientali, agricole, sociali ed economiche, ed in ogni altra politica che possa avere un incidenza diretta o indiretta sul paesaggio - obblighi contenuti nell Articolo 5; d) ad accrescere la sensibilità della società civile, delle organizzazioni private e delle pubbliche autorità rispetto al valore dei paesaggi, al loro ruolo ed alla loro trasformazione; e) ad identificare i propri paesaggi, sull insieme del proprio territorio, ad analizzare le loro caratteristiche e loro dinamiche e le pressioni che li modificano, a seguirne le trasformazioni; f) a qualificare i paesaggi identificati, tenendo conto dei valori particolari che sono loro attribuiti dai soggetti e dalle popolazioni interessate; g) a formulare degli obiettivi di qualità paesaggistica per i paesaggi identificati e qualificati, previa consultazione pubblica ( ); h) a predisporre gli strumenti d intervento volti alla salvaguardia, alla gestione e/o all assetto dei paesaggi - obblighi contenuti nell Articolo 6; i) a prestarsi reciprocamente assistenza dal punto di vista tecnico e scientifico tramite la raccolta e lo scambio di esperienze e di lavori di ricerca in materia di paesaggio; l) a favorire lo scambio di specialisti del paesaggio, segnatamente per la formazione e l informazione - obblighi contenuti nell Articolo 8;
7 Più recenti sviluppi Convenzione di Faro conoscenza e l uso dell'eredità culturale rientrano fra i diritti dell individuo a prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità e a godere delle arti sancito nella Dichiarazione universale dei diritti dell uomo (Parigi 1948) e garantito dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (Parigi 1966). Chiama le popolazioni a svolgere un ruolo attivo nel riconoscimento dei valori dell eredità culturale, e invitando gli Stati a promuovere un processo di valorizzazione partecipativo. La Convenzione di Faro accorda le politiche di valorizzazione europee su uno spartito che tiene conto dei processi in atto di democratizzazione della cultura e di open government, poiché vede nella partecipazione dei cittadini e delle comunità la chiave per accrescere in Europa la consapevolezza del valore del patrimonio culturale e il suo contributo al benessere e alla qualità della vita
8 Nonostante una legislazione nazionale che risale nella sua struttura di base al 1909, non esiste in Italia una vera politica per gli stessi il vincolo, regolato di fatto ancora dalla vecchia legge 1089 del 1939, rimane l unico strumento effettivamente in mano all Amministrazione pubblica, Quando la politica di conservazione del patrimonio culturale scaturisce esclusivamente da strategie difensive, di minimizzazione (o peggio ancora, di compensazione) dell impatto, o del rischio, è difficile far sì che la domanda di valorizzazione del bene possa tradursi in una domanda di piano e di progetto
9 Sintesi: il Progetto culturale I nuovi scenari configurati dai documenti di indirizzo dell Unione Europea, a partire dalla Agenda di Lisbona, ci impongono oggi l obiettivo di sviluppare conoscenze e strumenti innovativi ai fini di una crescita sostenibile del territorio, mentre l agenda di Göteborg pone in particolare tra i suoi obiettivi principali la conservazione e la gestione delle risorse naturali culturali ai fini di un globale sviluppo sostenibile. Tale approccio non può però che essere fondato sui contenuti, contenuti e conoscenze che derivano in via prioritaria dall analisi della risorsa culturale.
10 Il Piano deve contenere: a) organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela. b) Vincoli, destinazioni d uso pubblico o privato e norme d attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano. c) Sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori di handicap ed agli anziani. d) Sistemi di attrezzature e servizi per la gestione la funzione sociale del Parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agrituristiche. e) Indirizzi e criteri per gli interventi sulle risorse culturali e naturali presenti.
11 Gli obiettivi generali del Piano del Parco dovranno essere: a) promuovere la pubblica fruizione e la sostanza di servizio pubblico anche attraverso attività didattico-ricreativa ex art 101 Comma 3, art 102 Comma 1 del DL 22 gennaio 2004, n. 42. b) promuovere attività di ricerca scientifica; c) salvaguardare le aree suscettibili di alterazione e i sistemi di specifico interesse archeologico; d) realizzare un modello di sviluppo sostenibile favorendo e riorganizzando le attività economiche tradizionali, e promuovendo lo sviluppo di attività integrative e turistiche compatibili con le finalità di cui al precedente punto;
12 Il Parco assume inoltre, tra i suoi obiettivi primari: a)l attivazione di interventi volti alla tutela e conservazione dei beni immobili di interesse archeologico, anche con l obiettivo di rendere leggibili le principali componenti morfologiche antiche. b) il ripristino delle aree marginali mediante ricostituzione e difesa degli equilibri paesistico-ambientali; c) l individuazione di forme di agevolazione a favore dei privati che intendano realizzare iniziative produttive o di servizio compatibili con le finalità istituzionali del Parco; d) la promozione di interventi a favore delle categorie più deboli, e in particolare dei cittadini portatori di handicap, per assicurare a tutti la fruizione e la conoscenza del Parco. e) la promozione degli interventi necessari ad inserire il Parco, anche per le sue finalità didattiche e ludiche, nel sistema dei Parchi regionali; f) la demanializzazione delle aree di maggiore interesse archeologico
13 Il Piano di gestione è un piano tra i piani.. La co-pianificazione tra i soggetti istituzionali si inquadra nel tema più generale della cooperazione nella gestione delle risorse e nel governo del territorio Cooperazione e co-pianificazione
14 Le fasi dell elaborazione del Piano 1. La costruzione dei Quadri conoscitivi 2. Interpretazione sintetica delle conoscenze acquisite 3. Elaborazione della proposta progettuale
15 Le fasi dell elaborazione del Piano 1. La costruzione dei Quadri conoscitivi Due livelli territoriale locale
16 Le fasi dell elaborazione del Piano 2. Interpretazione sintetica delle conoscenze acquisite 1. Analisi delle funzioni, caratteristiche ed aspettative 2. Rapporto con il territorio fisico e sociale (accoglienza, viabilità, ecc..) 3. Rapporto con le realtà economiche a partire da quelle più direttamente coinvolte
17 1) analisi delle funzioni, caratteristiche ed aspettative del sito Sono funzioni caratterizzanti i processi di gestione di un sito: Ricerche Attività di conservazione e protezione Politiche di sviluppo e di implementazione della risorsa Politiche di promozione e le modalità di presentazione Offerta dei servizi per la fruizione Politiche tariffarie e della bigliettazione Gestione ed organizzazione delle risorse umane Politiche di budget
18 2) Rapporto con il territorio fisico e sociale (accoglienza, viabilità, ecc.. Legislazione e pianificazione territoriale Risorse e dotazioni territoriali culturali ed ambientali Dotazioni ed attrezzature del territorio Risorse umane disponibili Usi del territorio
19 3) Rapporto con le realtà economiche a partire da quelle più direttamente coinvolte Attività produttive direttamente coinvolte o coinvolgibili Attività culturali in genere per il tempo libero Il mercato del lavoro in generale Attori (legislazione, politica, mercato) economici
20 Le fasi dell elaborazione del Piano 2. Interpretazione sintetica delle conoscenze acquisite fattori strutturanti fattori caratterizzanti fattori o situazioni qualificanti fattori o situazioni di criticità
21 Le fasi dell elaborazione del Piano 3. Elaborazione della proposta progettuale Regolativa Di riferimento strategico Di giustificazione argomentativa
22 Sintesi: la gestione dei Beni 1. Progetto culturale 2. Piano finanziario economico 3. Forma giuridica funzionale alla gestione Sostenibilità economica Valorizzazione è un costo (illusione della legge Ronchey) quindi gestione non economica Sapere chi condividerà Progetto culturale, sostenendo le spese anche in funzione de della Forma giuridica Riferimento a Reti e Sistemi
23 Sintesi: Il Progetto Risulta necessario sviluppare i rapporti positivi tra conservazione delle risorse culturali, territorio e sviluppo socio economico, sfruttando la possibilità di legare l intero sistema dei beni culturali all organizzazione generale del territorio. La domanda di valorizzazione del bene deve essere quindi soddisfatta dal piano o dal progetto, che sono gli unici strumenti, in quanto ancorati alle dinamiche di trasformazione e di crescita socio economica, utilizzabili in forme di tutela attiva, affidando quindi al paesaggio il ruolo di indispensabile collante tra le diverse risorse. Si tratta anche quindi di trasformare le Reti di siti e di musei in Sistemi e, a partire da questi, di partecipare all avvio dello sviluppo di metodologie e progetti codecisi finalizzati alla gestione del territorio stesso che vedono nel patrimonio culturale un elemento strutturante del paesaggio, L organizzazione di Reti e Sistemi museali, può invece svolgere un suo ruolo fattivamente significativo se inseriti nel contesto più ampio del progetto.
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