PROGETTI NON FINANZIATI

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1 PROGETTI NON FINANZIATI 119

2 SCHEDA DI PROGETTO relativa al Programma finalizzato alla promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza Titolo del progetto TUTOR FAMILIARE Responsabile della compilazione della scheda indicare il nominativo del coordinatore tecnico del progetto Nominativo: CANUTI SILVANA Recapito telefonico: fax: info@crescereinsieme.rn.it Ente responsabile del progetto: Associazione onlus CRESCERE INSIEME Ente esecutore del progetto: indicare la denominazione dell'ente che gestisce l'aspetto tecnico-scientifico del progetto. Associazione onlus CRESCERE INSIEME Composizione gruppo tecnico di coordinamento (specificare le qualifiche professionali e l'ente di appartenenza dei componenti del gruppo tecnico) Qualifica Ente PRESIDENTE ASSOCIAZIONE CRESCERE INSIEME VICEPRESIDENTE ASSOCIAZIONE CRESCERE INSIEME AMMINISTRATORE ASSOCIAZIONE CRESCERE INSIEME PSICOLOGA (TUTOR ASSOCIAZIONE CRESCERE INSIEME FAMILIARE) ASSOCIAZIONE CRESCERE INSIEME PSICOLOGA (A PROGETTO) COSTITUENDO COORDINAMENTO G.R.D. EMILIA PEDAGOGISTA ROMAGNA Connessioni con gli altri interventi del Piano di zona (specificare quali sono le connessioni con gli altri progetti del Piano) Non esistono vere e proprie connessioni con altri interventi del Piano, bensì, ve ne sono con i soggetti delle rete: AUSL COMUNI DELLA PROVINCIA DI RIMINI ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BO (FACOLTA DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE) SEDE DI RIMINI Area territoriale interessata e luoghi di realizzazione: indicare il comune o il quartiere a cui il progetto si rivolge e le sedi in cui viene realizzato. 120

3 Distretto di Rimini Destinatari: indicare: se minori la fascia d'età: 0-2 anni; 3-5 anni; 6-10 anni; anni; 14-17anni; se adulti la categoria considerata: genitori; insegnanti; operatori; comunità locale; altro (specificare). Indicare infine il numero di destinatari che si intendono raggiungere con il progetto Tipologia Minori 0-2 anni Minori 3-5 anni Minori 6-10 anni Minori anni Minori anni Genitori Insegnanti Operatori Presenza sul territorio di riferimento 70/80 (*) (dati AUSL Rimini) Le famiglie delle persone con sindrome di Down (**) Gli insegnanti dei minori coinvolti Idem Comunità locale Altro (adulti con sindrome di Down) 70/80 (*) (dati AUSL Rimini) Totale 140/160 Di cui Minori disabili dalla nascita alla età 70/80 adulta minori con provvedimenti del Tribunale per i minori Minori con disagio conclamato Minori stranieri altro (specificare) Totale soggetti in situazioni La totalità particolari Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto L obiettivo è quello di coprire tutta la presenza sul territorio. Poiché l accesso al servizio non è automatico, ma avviene su specifica richiesta delle famiglie è abbastanza difficile prevedere con precisione il numero di persone che si avvarranno di questa figura professionale. Il lavoro portato avanti negli ultimi due anni ci fa stimare un incremento delle richieste dell ordine del 40% su base annua. (*) La stima delle persone con sindrome di Down residenti nella provincia di Rimini ci è stata fornita dall AUSL di Rimini. Mentre il numero riferito ai minori è abbastanza preciso, quello riferito agli adulti è indicativo perché esistono persone adulte con sindrome di Down non conosciute dai servizi. (**) Il numero delle famiglie coincide ovviamente con quello dei minori e degli adulti coinvolti. Va precisato che il servizio di Tutor Familiare non viene attivato in maniera automatica, ma va esplicitamente richiesto dalle famiglie. Data di avvio: 121

4 gennaio 2007 Progetto: di consolidamento di un precedente progetto Consolidare l esperienza del tutor familiare come figura di sostegno alla famiglia impegnata nel percorso di crescita dei propri figli, attraverso la promozione di tutte le azioni e le prassi finalizzate ad una costruzione condivisa del progetto di vita della persona disabile (con particolare riferimento alla sindrome di Down) Motivazione del progetto: Il tutor familiare è figura professionale che svolge un ruolo di mediazione tra famiglia e Istituzioni senza sostituirsi al ruolo dei genitori, e, avvalendosi di competenze psico-pedagogiche, affianca la famiglia con continuità dalla prima informazione (comunicazione di diagnosi severa) all età adulta, sostenendola, valorizzandone le capacità e assicurando la competenza per essere interlocutore diretto, qualificato e corretto delle diverse realtà istituzionali, realizzando soprattutto una interazione educativa efficace tra il bambino ed il suo ambiente. Il servizio sperimentale di tutoring a supporto delle famiglie, iniziato nell anno 2005, è proseguito nell anno 2006 per dare applicazione concreta ad un modello di lavoro descritto in forma teorica nei diversi progetti adottati e perseguiti dall associazione. Il servizio di tutor familiare ha sperimentato un lavoro di rete che ha posto in relazione i diversi protagonisti istituzionali coinvolti nella pianificazione e nell attuazione del progetto di vita. Il tutor familiare come figura professionale dell associazione, partecipa e collabora attivamente alla realizzazione dei Percorsi clinici e abilitativi per persone con sindrome di Down. Questo progetto, condiviso e promosso dalla Azienda USL di Rimini in collaborazione con le associazioni di genitori di persone con sindrome di Down (SD) della provincia di Rimini, si propone di ottimizzare gli effetti educativi dell ambiente e i necessari sostegni riabilitativi e/o di facilitazione con le potenzialità della persona con SD. Intende realizzare un percorso che tenga in considerazione la globalità della persona e permetta di sperimentare forme di intervento efficaci a realizzare una crescita globale sul piano cognitivo e sociale. Nel percorso sono esplicitati i compiti e il ruolo del tutor familiare in particolare nella fase iniziale (è componente del gruppo di lavoro per la comunicazione della diagnosi) e nella fase evolutiva (è presente nella equipe multi disciplinare del Centro Ritardo Mentale CRM dell AUSL che effettua la valutazione del soggetto con SD). I collegamenti fra il lavoro del tutor all interno delle strutture operative AUSL (CRM) e le famiglie avviene attraverso rapporti individuali diretti e costanti e attraverso incontri di gruppo (auto-mutuo aiuto) 122

5 Obiettivi/risultati attesi: migliorare l integrazione della persona con sindrome di Down dalla nascita alla età adulta. Garantire alle famiglie con figli con SD lo svolgimento efficace del loro ruolo genitoriale. Assicurare l integrazione degli interventi degli enti che intervengono a favore della persona disabile e delle loro famiglie ( AUSL, scuole, comuni, associazioni) Indicatori: Gli indicatori per il monitoraggio e la valutazione dell andamento del progetto sono di tipo quantitativo: numero di famiglie che richiedono l intervento del servizio tutor familiare numero di minori che entrano nel percorso di valutazione/intervento del centro ritardo mentale numero di incontri e numero partecipanti ai gruppi di auto-mutuo-aiuto e di tipo qualitativo: consolidare le procedure di valutazione/intervento avviate dal Centro di Ritardo Mentale l anno precedente. Livello di gradimento espresso dai genitori nei racconti riportati sul diario degli incontri di gruppo Fasi operative: AZIONI DEL TUTOR Risponde alle richieste individuali delle famiglie attraverso un contatto diretto originato da esplicita richiesta di incontro, colloquio o visita domiciliare Attiva un percorso idoneo al bisogno del singolo attraverso collegamenti fra le diverse fonti di erogazione dei servizi Organizza e facilita l azione di gruppi di auto mutuo aiuto Sensibilizza e predispone all accoglienza in nuovi contesti di vita (ambienti sportivi e di tempo libero) Facilita la sperimentazione di percorsi di autonomia per ragazzi e giovani adulti. METODOLOGIA DI LAVORO La metodologia di lavoro del tutor è quella del lavoro di gruppo e di rete. I contenuti e gli interventi sono da costruire in collaborazione con gli operatori sanitari all interno delle strutture che si fanno carico degli interventi riabilitativi ed educativi del bambino ragazzo (Centro Ritardo Mentale presso l AUSL di Rimini). L esperienza ha evidenziato che per dare continuità agli interventi riabilitativi 123

6 ed educativi e creare i collegamenti fra la famiglia e le istituzioni il tutor deve essere inserito nella rete dei servizi del territorio. Le aree di intervento dell attività del tutor sono le seguenti: 1. attività rivolte ai genitori Consolidare la cultura e la pratica dell auto mutuo aiuto continuando gli incontri di gruppo. Facilitare la realizzazione di un libretto informativo a supporto dei genitori dei nuovi nati (problematiche della comunicazione della diagnosi). 2. attività nel Centro ritardo mentale (CRM) Proseguire come indicato nei Percorsi clinici e abilitativi per persone con sindrome di Down il lavoro avviato nel Centro Ritardo Mentale. Estendere la valutazione, impostazione e verifica di programmi abilitativi ad un numero più ampio di bambini. 3. interventi personalizzati Contatti con nuove famiglie, visite domiciliari, partecipazione del tutor agli incontri di inizio e fine anno scolastico (G.L.H) con le insegnanti e il referente territoriale. 4. aggiornamento,formazione e rapporti con le istituzioni. La partecipazione costante e attiva agli eventi che vengono organizzati sul territorio permettono la conoscenza dello stato attuale delle politiche socio culturali sulle quali poi è possibile innestare l azione di intervento a favore delle famiglie, dei ragazzi e dei contesti che frequentano. E anche una modalità per stabilire contatti e coordinare i propri interventi con gli altri soggetti istituzionali. L attivazione e lo sviluppo della rete richiede la condivisione di un sistema culturale che si crea proprio attraverso il confronto che si realizza nella partecipazione a comuni eventi formativi. 5. monitoraggio del progetto nelle sue fasi. COSTI: Costi: indicare gli importi attribuiti; Eventuali altri contributi: indicare la fonte di finanziamento e la quota attribuita. Costo complessivo: ,00 Contributo programma finalizzato Contributo E.L.: Eventuali altri contributi : - Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: Il processo di avanzamento degli interventi previsti nel progetto viene monitorato con continuità dal tutor familiare che registra le azioni, le difficoltà 124

7 e i successi, e li riporta in una Relazione Annuale delle attività, che evidenzia anche le eventuali modifiche al progetto adottate in corso d opera e contiene le sue osservazioni e proposte di miglioramento. Il monitoraggio dei percorsi di sviluppo dei singoli bambini viene svolto dal tutor familiare in collaborazione con l equipe del CRM attraverso attività di follow up Attività di valutazione e soggetti coinvolti: La valutazione dell andamento del progetto e della sua efficacia viene effettuata dal tutor familiare che monitora in continuo le attività che vengono svolte e la loro congruità ai tempi e agli obiettivi. Se rileva margini di inefficienza o di miglioramento il tutor predispone aggiornamenti al progetto, alle attività o alle modalità di approccio alle singole attività, e li sottopone alla discussione negli incontri col network per la loro eventuale adozione Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: Materiale divulgativo e attestati di partecipazione a corsi, congressi, iniziative formative sono conservati dal tutor e rese disponibili alle famiglie e ai componenti il network. I quaderni di gruppo sono conservati dai gruppi e resi disponibili su base volontaria ad altre famiglie con le medesime problematiche. Il libretto informativo a supporto dei genitori dei nuovi nati (problematiche della comunicazione della diagnosi) sarà distribuito agli interessati a cura dell Ausl. La relazione annuale del tutor viene distribuita ai componenti il network. 125

8 SCHEDA DI PROGETTO relativa al Programma finalizzato alla promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza Titolo del progetto FACCIAMO I COMPITI DIVERTENDOCI Responsabile della compilazione della scheda indicare il nominativo del coordinatore tecnico del progetto Nominativo:M. GIOVANNA COLA Recapito telefonico:349/ fax: 0541/ Ente responsabile del progetto: indicare la denominazione dell ente referente della gestione amministrativa del progetto ASSOC. DI PROM. SOCIALE "AZZURRO INSIEME" Ente esecutore del progetto: indicare la denominazione dell'ente che gestisce l'aspetto tecnico-scientifico del progetto. Associazione AZZURRO INSIEME Composizione gruppo tecnico di coordinamento (specificare le qualifiche professionali e l'ente di appartenenza dei componenti del gruppo tecnico) Qualifica Ente M. GIOVANNA COLA PRESIDENTE LUIGI AULIZIO FRANCO VELLA COLLABORATORE SOCIO DIPENDENTE Connessioni con gli altri interventi del Piano d i zona (specificare quali sono le connessioni con gli altri progetti del Piano) DIRITTI E OPPORTUNITA' INFANZIA ADOLESCENZA PREVENZIONE E RIDUZIONE DEL DISAGIO INTERCULTURA RELAZIONE CON LE FAMIGLIE Area territoriale interessata e luoghi di realizzazione: indicare il comune o il quartiere a cui il progetto si rivolge e le sedi in cui viene realizzato. COMUNE DI RIMINI, Quartieri 1, 3, 6 126

9 Destinatari: indicare: se minori la fascia d'età: 0-2 anni; 3-5 anni; 6-10 anni; anni; 14-17anni; se adulti la categoria considerata: genitori; insegnanti; operatori; comunità locale; altro (specificare). Indicare infine il numero di destinatari che si intendono raggiungere con il progetto Tipologia Presenza sul territorio di riferimento Minori 0-2 anni Minori 3-5 anni Minori 6-10 anni 10 Minori anni 12 Minori anni 8 Genitori 40 Insegnanti 20 Operatori 3 Comunità locale 25 Altro (spcificare) Totale Di cui Minori disabili 3 Minori con provvedimenti del Tribunale per i minori Minori con disagio conclamato 5 Minori stranieri altro (specificare) 15 Totale soggetti in situazioni 25 particolari Data di avvio: 15 GIUGNO 2007 Numero destinatari potenziali che si intendono raggiungere con il progetto Progetto: di consolidamento di un precedente intervento (spiegare che cosa si va a consolidare.) di innovazione e/o sperimentazione (specificare in che cosa consiste l'aspetto innovativo). da 5 anni e, precedentemente da 14, l'associazione svolge interventi estivi ed annuali sulla popolazione giovanile ed adulta, finalizzata alla prevenzione e riduzione del disagio sociale, culturale, psicologico. 127

10 Motivazione del progetto: descrivere sinteticamente lo scenario d'avvio, i bisogni, le necessità, le risorse sociali sulle quali poggia il progetto e indicare sulla base di quali dati tali elementi sono stati rilevati. Si lavora sul piccolo gruppo per favorire la relazione, il tutoraggio psicologico ed affettivo, la promozione di sè, il coinvolgimento delle famiglie. Vengono attuati interventi di counseling sia scolastico che psicologico, il tutto in una veste di spontaneità della relazione e rispetto delle individualità. Assumono importanza determinante singoli progetti effettuati in funzione delle difficoltà, delle disabilità, delle necessità di inclusione sociale. In questi anni, in particolare verso i ragazzi stranieri, l'esperienza vissuta attraverso l'associazione ha consentito di accelerare e rendere costruttivo il processo di inclusione sociale. L'Associazione non grava quanto a costi, proprio per favorire la partecipazione e l'accoglienza a ragazzi e famiglie che sono appena giunte in Italia e che si trovano in difficoltà socioeconomica. Obiettivi/risultati attesi: indicare gli obiettivi che il progetto si prefigge di conseguire, ovvero i risultati delle attività previste dal progetto stesso. Gli obiettivi devono descrivere chiaramente: i cambiamenti attesi, - acquisizione di competenze linguistiche e metodo di studio - senso si appartenenza sociale e culturale attraverso lo scambio di vissuti, esplorazione del territorio, momenti di condivisione con le famiglie - inclusione nell'abito di una rete di amicizie e punti di riferimento - mediazione in caso di difficoltà con la scuola - superamento del disagio - attivazione delle risorse possedute - aiuto in momenti particolari legati al vissuto dei coponenti familiari Indicatori: gli indicatori sono quegli elementi desumibili da ogni singolo intervento che permettono di descrivere la situazione che si prefigura in rapporto ai cambiamenti attesi e ai risultati che si intendono raggiungere. Indicare, quindi, per ogni intervento quelle caratteristiche quantificabili che permettono di misurare il grado di raggiungimento dell obiettivo prefissato in rapporto ai risultati attesi. Esempi d'indicatori: numero dei partecipanti alle azioni; incremento della richiesta di accesso al servizio da parte dei destinatari dell intervento; livello di gradimento emerso da test di soddisfazione compilati dai destinatari dell intervento, numero di persone che hanno assunto un determinato comportamento, esistenza o assenza di determinati requisiti... - quanto alle competenze linguistiche i risultati scolastici - quanto alle competenze sociali, il grado di continuità nella partecipazione - quanto all'inclusione sociale l'atteggiamento costruttivo piuttosto che di isolamento/opposizione - quanto alle dinamiche relazionali il permanere delle amicizie - la relazione di aiuto alle famiglie ha assunto sia aspetti psicologici che concreti 128

11 Fasi operative: Modalità di coinvolgimento dei destinatari: indicare come si intendono raggiungere e coinvolgere i destinatari Attività previste: descrivere le singole attività ed iniziative che costituiscono in concreto il progetto e indicare la sequenza in base alla quale esse vengono poste in essere. Metodologie di lavoro e strumenti previsti: indicare i percorsi e le strategie di lavoro, nonché i mezzi che si intendono effettuare per realizzare in modo efficace il progetto. I DESTINATARI sono coinvolti sia attraverso l'informazione pubblica che in collaborazione con le scuole ed i quartieri, LE ATTIVITA' PREVISTE, a partire dal 15 giugno fino al 16 settembre dalle 8 alle 16, proseguiranno poi anche nei pomeriggi del periodo scolastico, con cadenza di 3 alla settimana. Come METODOLOGIA DI LAVORO si utilizza l'apprendimento cooperativo, il metodo di interazione che favorisca l'autonomia, il Feurestein per gli aspetti cognitivi e modelli integrati per quelli psicologico-relazionali Costi: Costi: indicare gli importi attribuiti; Eventuali altri contributi: indicare la fonte di finanziamento e la quota attribuita. Costo complessivo: ,00 Euro Contributo programma finalizzato Contributo E.L.:si richiedono ,00 Euro Eventuali altri contributi : ,00 autofinanziamento 500,00 un quartiere Attività di monitoraggio prevista e soggetti coinvolti: tale attività consiste nell accertamento e nella descrizione precisa del processo di avanzamento di un intervento, nonché nella puntuale segnalazione di evidenti discrepanze rispetto a quanto era stato prestabilito, consentendo quindi di tenere sotto controllo l andamento dell intervento stesso. Occorre, dunque, indicare gli strumenti che si intendono utilizzare per compiere tali azioni di monitoraggio, la periodicità di utilizzo e i soggetti che se ne occupano. A cadenza mensile e comunque in base alle necessità vi saranno incontri di verifica e consolidamento del progetto. Si chiederà altresì una supervisione. I risultati verranno monitorati attraverso schede individuali, interviste agli interessati ed ai familiari, verifiche sui processi scolastici e di socializzazione. Attività di valutazione e soggetti coinvolti: attraverso tale attività si devono constatare e rilevare i reali effetti prodotti dall intervento sui destinatari, riferendosi anche alle risorse impiegate in rapporto agli obiettivi raggiunti. E' un processo di costruzione di senso, di valore, svolto attraverso attività di ricerca realizzate nell'ambito di un processo decisionale; è integrata alla progettazione ed implementazione poiché il suo fine è di fornire un input per il miglioramento e la riprogettazione di politiche ed interventi. Indicare con quali metodi e strumenti si intende effettuare la valutazione dell attività posta in essere. Indicare i momenti e le fasi di valutazione, i soggetti preposti ad effettuare le operazioni di valutazione, se è previsto o meno il coinvolgimento dei destinatari ed in quali forme. L'Associazione intende svolgere la sua attività in rete con le altre esperienze del territorio e con esse confontarsi durante il percorso dell'attività; a tal fine essa partecipa alle esperienze di incontro e di progettazione con i vari Enti preposti e con altre Associazione e Cooperative. La valutazione complessiva del progetto ha quindi una sua naturale verifica nella realtà territoriale e si avvale altresì della supervisione di un docente universitario. 129

12 Attività di documentazione prevista e soggetti coinvolti: tale attività consiste in una raccolta di dati e di materiale informativo sull intervento in corso di attuazione. Indicare quali sono i mezzi che si intendono utilizzare, nonché in quale misura si intende procedere alla divulgazione del materiale informativo e quali saranno i destinatari di tali informazioni. Si intende documentare l'attività attraverso un registro dei partecipanti, un diario giornaliero, la produzione di materiale documentario (foto, dvd, riprese). Vi è anche il coinvolgimento attivo dei ragazzi i quali, sotto forma di interviste e domande a figure del loro vissuto, riescono a produrre ateriale autobiografico e di gruppo molto interessante. 130

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