MONITORAGGIO DEI PRODOTTI TESSILI POSTI IN VENDITA NEI MERCATI EUROPEI

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1 MONITORAGGIO DEI PRODOTTI TESSILI POSTI IN VENDITA NEI MERCATI EUROPEI RELAZIONE TECNICA FINALE LE MOTIVAZIONI DEL PROGETTO L intensificazione dei traffici commerciali e l apertura dei mercati hanno portato ad un incremento esponenziale dell offerta di prodotti presenti sul mercato, un fenomeno che tocca in maniera particolare il settore moda. Per il consumatore è quindi diventato molto difficile orientarsi e scegliere il prodotto da acquistare, soprattutto perché in molti casi non dispone delle informazioni necessarie a fare una scelta consapevole. L Unione Europea nel corso degli anni si è dotata di un complesso di norme per assicurare l immissione sul mercato di prodotti sicuri, realizzati nel rispetto della dignità dell uomo e dell ambiente e rispondenti ai più generali requisiti di innocuità e sicurezza. Norme analoghe non esistono però in altri paesi del mondo che esportano i propri prodotti in Europa. Per il consumatore è l etichetta l unico strumento disponibile per poter acquisire le informazioni necessarie a fare la propria scelta di acquisto. Purtroppo, però, questa etichetta non sempre è veritiera, nemmeno sull unico aspetto considerato cogente: ad oggi, infatti, a livello europeo è previsto l obbligo di dichiarare la composizione fibrosa del capo. La Proposta di regolamento sull obbligo di indicare l origine sui prodotti tessili di origine extra UE, se approvata, potrebbe fornire al consumatore una informazione aggiuntiva per effettuare la propria scelta. Conoscere la provenienza del capo, infatti, significa avere la ragionevole certezza che questo sia realizzato nel rispetto di alcuni standard minimi, che hanno poi un riflesso sul prezzo al quale il capo viene messo in vendita. Nasce da qui la necessità per ITF Italian Textile Fashion, l organismo del sistema camerale per la valorizzazione e la tutela dei prodotti della filiera moda, di effettuare una indagine sui capi di abbigliamento venduti in Europa. Sono state selezionate cinque grandi città (Barcellona, Amsterdam, Francoforte, Parigi e Stoccolma) dove sono stati acquistati un campione selezionato di prodotti e poi analizzati. Questo a seguito di due indagini dello stesso genere che sono state effettuate in Italia, a Varese e Como, dove sono state riscontrate le stesse aporie in etichetta. Il fatto che il made in sia una informazione importante per il consumatore è dimostrato anche dall alto 1

2 numero di capi non conformi riscontrati anche nella ricerca europea. La Proposta di regolamento sull obbligo di indicare l origine sui prodotti tessili di origine extra UE rappresenta un primo passo per mettere ordine all interno di un mercato come quello della moda nel quale regna una grande confusione, dando la possibilità al consumatore di valorizzare in maniera corretta quello che sta acquistando. PREMESSA ITF ha affidato al Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A. di Busto Arsizio (VA, Italia) le attività operative di definizione del campione, dei criteri di campionamento, delle prove da eseguire, dei requisiti quando non cogenti - rispetto ai quali valutare i risultati, [competenze e riconoscimenti in Allegato II]. Il progetto è stato condotto con modalità analoghe ad altri progetti che, attuati in Italia a partire dal 2002 ad oggi, si sono prefissi obiettivi analoghi. Tra questi citiamo: Progetto Globalizzazione Sostenibile finanziato dalla Camera di Commercio di Varese e attuato dal Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento. Progetto Globalizzazione Sostenibile finanziato dalla Camera di Commercio di Como e attuato dal Tessile di Como. Tali progetti sono descritti in sintesi di seguito; per ciascuno di essi vengono riportati i dati ufficialmente disponibili selezionati in modo da consentirne l aggregazione e il confronto. Il progetto di ITF, tenuto conto delle disponibilità di dati sufficientemente significativi relativamente al mercato italiano, ha condotto l indagine su prodotti tessili posti in vendita in cinque città Europee (Amsterdam, Barcellona, Francoforte, Parigi e Stoccolma) e inoltre, diversamente dai progetti svolti in Italia che hanno previsto anche controlli dei principali requisiti prestazionali dei prodotti, ha circoscritto i controlli alla verifica della rispondenza ai requisiti legislativi e ad alcuni parametri ecologici. La rispondenza ai requisiti legislativi è stata effettuata verificando: la corretta etichettatura di composizione dei capi che deve rispettare i requisiti della Direttiva Europea 96/74/CE relativa alla denominazione del settore tessile. la presenza di ammine aromatiche cancerogene vietate dalla Direttiva Europea 2002/61/CE. La rispondenza ai requisiti ecologici volontari ha compreso: la presenza di sostanze nocive per la salute dell uomo selezionate dai requisiti degli Schemi di Certificazione Ecologica di prodotto più riconosciuti a livello europeo e quindi: carrier clororganici, coloranti allergizzanti, formaldeide libera ed estraibile, metalli pesanti estraibili e ph. 2

3 Allo scopo di consentire una chiara comprensione dei dati proposti e una loro valutazione critica soprattutto per quanto riguarda le conclusioni che se ne possono trarre, si riporta una sintesi di due progetti svolti in Italia. Per tutti come detto, l obiettivo è stato quello di valutare oggettivamente i prodotti tessili presenti sul mercato, ma con qualche differenza nelle scelte soprattutto legata al periodo di attuazione e quindi ai risultati acquisiti. Per tutti i progetti la motivazione originaria era anche legata alla verifica di fattibilità di compiti di controllo di mercato attribuiti dall allora Ministero delle Attività Produttive alle Camere di Commercio, almeno per quanto concerne i requisiti di legge. LA RICERCA SVOLTA IN ITALIA IL PROGETTO GLOBALIZZAZIONE SOSTENIBILE (VARESE) Il progetto, il primo eseguito in ordine temporale, le cui finalità iniziali erano verificare se i prodotti presenti sul mercato fossero rispondenti ai requisiti di legge e se tale rispondenza fosse correlabile all origine, ha previsto controlli su prodotti tessili selezionati in funzione della destinazione d uso (abbigliamento esterno e intimo maschile e femminile, abbigliamento bimbo, calzetteria, tovagliato e lenzuola) e di qualsiasi composizione fibrosa, ad esclusione della seta. Il progetto (in Allegato III le tabelle di sintesi ufficialmente presentate) ha messo in evidenza, relativamente alla tipologia di prodotti tessili oggetto dell indagine, molte criticità. Il Consumatore non dispone di informazioni che gli consentano di effettuare una selezione dei prodotti acquistati sulla base dell Origine. Più del 40% dei campioni analizzati - su un totale di 688 campioni prelevati in parte dall Agenzia delle Dogane italiana (154 campioni) e in parte sul mercato, in provincia di Varese, presso GDO (298 campioni), negozi (116 campioni) e ambulanti (120 campioni) - non riporta infatti alcuna indicazione di Origine. E conseguente a tale situazione la scelta di affidare, nella seconda fase di attuazione del progetto, una parte del prelievo all Agenzia delle Dogane: i campioni prelevati dall Agenzia delle Dogane sono certamente classificabili come importati anche se il 58.5% di questi non ne porta alcun riferimento sull etichetta che il consumatore legge. I prodotti prelevati nei vari canali distributivi hanno mostrato nel loro complesso percentuali di non conformità significative anche per quanto riguarda i requisiti legislativi - composizione fibrosa e ammine aromatiche cancerogene - (cfr. Tabella 1e Tabella 2). Nel contesto generale pare tuttavia abbastanza significativo il fatto che i campioni prelevati dall Agenzia delle Dogane e presso la GDO abbiano valori percentuali di non conformità nettamente inferiori rispetto ai campioni prelevati presso ambulanti e negozi. Per quanto riguarda i campioni prelevati dall Agenzia delle Dogane (in Italia) è plausibile ritenere che il rischio di blocco all importazione a seguito di controlli sia un deterrente per produttori e 3

4 importatori. Per quanto riguarda i dati relativi alla GDO la spiegazione più coerente è da ritenersi il fatto che tali canali di vendita da tempo utilizzano capitolati d acquisto che hanno la forza commerciale di far rispettare ed eseguono sistematicamente, e a loro spese, controlli all accettazione sulla merce acquistata. RISULTATI DEI CONTROLLI SU TUTTI I CAMPIONI CARATTERISTICA NON CONFORME TUTTI I CAMPIONI (%) Composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) 22.7 Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE) 2.5 Caratteristiche ecologiche (altre) 8.1 Tabella 1 Campioni non conformi [% sul totale campioni: 688] [Globalizzazione Sostenibile (Varese): ] RISULTATI DEI CONTROLLI PER CANALE DISTRIBUTIVO DI PRELIEVO CARATTERISTICA NON CONFORME AGENZIA DELLE DOGANE (%) GDO (%) AMBULANTI (%) NEGOZI (%) Composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE) Caratteristiche ecologiche (altre) Tabella 2 Campioni non conformi [% sul totale campioni: 688], per caratteristica e Canale Distributivo [Globalizzazione Sostenibile (Varese): ] 4

5 I prodotti importati (281 sul totale e comprendenti solo prodotti con Origine in paesi extra UE dichiarata o dicitura generica importati criterio in questo caso utilizzato anche nel caso dei campioni prelevati dall Agenzia delle Dogane) sono risultati ampiamente non conformi sia per quanto riguarda l indicazione della composizione fibrosa dichiarata in etichetta (Direttiva Europea 96/74/CE) (cfr. Tabella 3) sia per quanto riguarda la presenza di ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE) e le caratteristiche ecologiche generali ph dell estratto acquoso, formaldeide libera ed estraibile, clorofenoli, tributilstagno (TBT) (cfr. Tabella 4 e 5). Si precisa che sia in Tabella 4 che in Tabella 5 le percentuali sono espresse rispettivamente sul totale delle non conformità ecologiche riscontrate sui prodotti importati e sul totale delle non conformità ecologiche riscontrate su tutti i prodotti analizzati. Tale modalità di espressione dei risultati si ritiene metta meglio in evidenza la situazione tenuto conto che su uno stesso campione si possono avere più non conformità relative alle caratteristiche ecologiche. E da evidenziare il fatto che i valori riportati in Tabella 5 mostrano chiaramente che le percentuali di non conformità ecologiche sono nettamente prevalenti nei campioni importati [percentuali sempre e nettamente superiori al 50%]. CAMPIONI IMPORTATI E COMPOSIZIONE FIBROSA: LA PERCENTUALE DI CAMPIONI NON CONFORMI CARATTERISTICA NON CONFORME AGENZIA DELLE DOGANE (%) GDO (%) AMBULANTI (%) NEGOZI (%) Composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) Tabella 3 Campioni importati non conformi [% sul totale campioni importati: 281], per caratteristica e Canale Distributivo [Globalizzazione Sostenibile (Varese): ] 5

6 CAMPIONI IMPORTATI E CARATTERISTICHE ECOLOGICHE: LA RIPARTIZIONE PERCENTUALE DELLE NON CONFORMITÀ CARATTERISTICA NON CONFORME AGENZIA DELLE DOGANE (%) GDO (%) AMBULANTI (%) NEGOZI (%) Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE) Caratteristiche ecologiche (altre) Tabella 4 Campioni importati [% non conformità specifiche rispetto alle non conformità ecologiche totali rilevate sui prodotti importati: 281 ], per caratteristica e Canale Distributivo [Globalizzazione Sostenibile (Varese): ] CARATTERISTICA NON CONFORME Caratteristiche ecologiche cogenti [Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE)] e volontarie (altre) CAMPIONI IMPORTATI E CARATTERISTICHE ECOLOGICHE: L INCIDENZA PERCENTUALE RISPETTO AL TOTALE DELLE NON CONFORMITÀ AGENZIA DELLE DOGANE (%) GDO (%) AMBULANTI (%) NEGOZI (%) Tabella 5 Campioni importati non conformi per caratteristiche ecologiche [% non conformità ecologiche dei prodotti importati (281) su non conformità ecologiche rilevate sul totale dei prodotti analizzati (688)], per caratteristica e Canale Distributivo [Globalizzazione Sostenibile (Varese): ] La valutazione critica dei risultati relativi ai campioni importati si ritiene non possa prescindere dalla seguente considerazione: il mancato rispetto del requisito di legge relativo alla corretta dichiarazione in etichetta della composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) crea certamente un danno commerciale; il mancato rispetto dei requisiti ecologici cogenti (ammine aromatiche cancerogene: Direttiva Europea 2002/61/CE) e volontari crea un danno alla salute. La situazione non è certamente tollerabile e richiede interventi legislativi, organizzativi e di comunicazione tra i quali si ritiene rivestano un ruolo fondamentale controlli e trasparenza nei confronti del Consumatore. Del resto l assenza di controlli istituzionali rende ambulanti e negozi vittime del mercato quasi al pari del Consumatore finale. 6

7 IL PROGETTO GLOBALIZZAZIONE SOSTENIBILE (COMO) Il progetto ha preso in considerazione Prodotti Serici per abbigliamento e accessori e, coerentemente a quanto attuato nel progetto Globalizzazione Sostenibile (Varese), ne ha valutato, tra l altro, la rispondenza ai requisiti legislativi: etichettatura di composizione (Direttiva Europea 96/74/CE) e presenza di ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE). Il campionamento ha di nuovo dimostrato che il consumatore non dispone di informazioni che gli consentano di effettuare una selezione dei prodotti acquistati sulla base dell Origine. Più del 44% dei campioni analizzati, per un totale di 105 campioni prelevati sul mercato, in provincia di Como, presso GDO (36 campioni), negozi (15 campioni), ambulanti (37 campioni) e outlet (17 campioni), non riporta infatti alcuna indicazione di Origine. Le percentuali di prodotti non conformi sono significative; nelle successive tabelle (da Tabella 6 a Tabella 10 ) vengono presentati i risultati rielaborati in modo analogo a quanto fatto per il Progetto (Varese) [si precisa che i dati relativi al canale distributivo negozi comprendono anche i campioni prelevati presso outlet ]. Nella valutazione comparata dei dati dei due progetti va ovviamente tenuto conto della significativa differenza dei campioni analizzati sia in termini di natura fibrosa (prodotti serici a Como tutti i prodotti ad eccezione dei serici a Varese) sia, di conseguenza, in termini di destinazione d uso. Prendendo in considerazione i dati relativi a tutti campioni è probabilmente correlabile a tale situazione la percentuale di campioni in cui è stata rilevata la presenza di ammine aromatiche cancerogene che risulta nettamente più elevata nel Progetto Como (19% contro il 2,5% del Progetto Varese); tutte le classi tintoriali utilizzate per la tintura dei prodotti serici contengono, infatti, coloranti azoici (cfr. Allegato V). Anche i dati di dettaglio relativi al canale distributivo negozi (12% di campioni con presenza di ammine aromatiche contro il 4,3 % del Progetto Varese) è interpretabile in quest ottica. A livello generale, dunque, per il Progetto Como si possono trarre le stesse conclusioni del Progetto Varese: si riconferma la necessità di controlli e di azioni mirate a promuovere scelte d acquisto consapevoli a tutela del Consumatore. 7

8 RISULTATI DEI CONTROLLI SU TUTTI I CAMPIONI CARATTERISTICA NON CONFORME TUTTI I CAMPIONI (%) Composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) 30.5 Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE) 19.0 Caratteristiche ecologiche (altre) 11.4 Tabella 6 Campioni non conformi [% sul totale campioni: 105] [Globalizzazione Sostenibile (Como): 2004] RISULTATI DEI CONTROLLI PER CANALE DISTRIBUTIVO DI PRELIEVO CARATTERISTICA NON CONFORME GDO (%) AMBULANTI (%) NEGOZI (%) Composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE) Caratteristiche ecologiche (altre) Tabella 7 Campioni non conformi [% sul totale campioni: 105], per caratteristica e Canale Distributivo [Globalizzazione Sostenibile (Como):2004] 8

9 CAMPIONI IMPORTATI E COMPOSIZIONE FIBROSA: LA PERCENTUALE DI CAMPIONI NON CONFORMI CARATTERISTICA NON CONFORME GDO (%) AMBULANTI (%) NEGOZI (%) Composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) Tabella 8 Campioni importati non conformi [% sul totale campioni importati : 24], per caratteristica e Canale Distributivo [Globalizzazione Sostenibile Como): 2004] CAMPIONI IMPORTATI E CARATTERISTICHE ECOLOGICHE: LA RIPARTIZIONE PERCENTUALE DELLE NON CONFORMITÀ CARATTERISTICA NON CONFORME GDO (%) AMBULANTI (%) NEGOZI (%) Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE) Caratteristiche ecologiche (altre) Tabella 9 Campioni importati non conformi [% non conformità specifiche rispetto alle non conformità ecologiche totali rilevate sui prodotti di origine importati per caratteristica e Canale Distributivo [Globalizzazione Sostenibile (Como): 2004] CAMPIONI IMPORTATI E CARATTERISTICHE ECOLOGICHE: L INCIDENZA PERCENTUALE RISPETTO AL TOTALE DELLE NON CONFORMITÀ CARATTERISTICA NON CONFORME Caratteristiche ecologiche cogenti [Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE)] e volontarie (altre) GDO (%) AMBULANTI (%) NEGOZI (%) Tabella 10 Campioni importati non conformi per caratteristiche ecologiche [% non conformità ecologiche dei prodotti importati su non conformità ecologiche rilevate sul totale dei prodotti analizzati ], per caratteristica e Canale Distributivo [Globalizzazione Sostenibile (Como): 2004] 9

10 L ATTUAZIONE DEL PROGETTO IN EUROPA DEFINIZIONE DEI REQUISITI La selezione dei criteri di valutazione è avvenuta tenendo conto degli scopi del progetto e quindi: rispondenza della composizione fibrosa dichiarata in etichetta alla composizione reale (Direttiva Europea 96/74/CE); presenza di ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE); caratteristiche ecologiche dei campioni riferite all utilizzo (ottica del consumatore). La valutazione dell etichetta di manutenzione è stata esclusa in quanto attualmente è ancora controversa l obbligatorietà di tale etichetta sui prodotti europei. I requisiti rispetto ai quali verificare la conformità dei prodotti sono stati definiti sulla base di quanto previsto dalle disposizioni di legge e, in loro assenza, operando una valutazione critica degli standard ecologici disponibili e a maggiore diffusione. Tali requisiti sono equivalenti, per fonte (cfr. Tabella 12) e valore (cfr. Tabella 13), a quelli utilizzati nei progetti attuati in Italia e precedentemente descritti in sintesi. REQUISITI: LE FONTI CARATTERISTICA FONTE DI RIFERIMENTO REQUISITI LEGISLATIVI Composizione fibrosa Ammine aromatiche cancerogene Direttiva Europea 96/74/CE Direttiva Europea 2002/61/CE REQUISITI VOLONTARI Formaldeide libera ed estraibile Schema Oeko-Tex Standard 100 Coloranti allergizzanti Schema Oeko-Tex Standard 100 Carrier clororganici Schema Oeko-Tex Standard 100 Metalli pesanti estraibili Schema Oeko-Tex Standard 100 ph estratto acquoso Schema Oeko-Tex Standard 100 Tabella 12 Definizione dei requisiti Le fonti di riferimento [Monitoraggio prodotti tessili (Europa): 2006] 10

11 REQUISITI: I VALORI CARATTERISTICA REQUISITI REQUISITI LEGISLATIVI Composizione fibrosa Ammine aromatiche cancerogene Tolleranze percentuali in funzione della composizione 30 ppm REQUISITI VOLONTARI Formaldeide libera ed estraibile Coloranti allergizzanti Carrier clororganici Metalli pesanti estraibili ph estratto acquoso Prodotti a diretto contatto con la pelle: 75 ppm Prodotti non a diretto contatto con la pelle: 300 ppm Non rilevabili (tecnica HPLC-MS) 1 ppm da 0.02 a ppm a seconda del metallo Prodotti a diretto contatto con la pelle: Prodotti non a diretto contatto con la pelle: Tabella 13 Definizione dei requisiti I valori [Monitoraggio prodotti tessili (Europa): 2006] CAMPIONAMENTO Il campionamento è stato eseguito acquistando 125 campioni di prodotti tessili confezionati (i campioni sono composti da più capi a seconda delle esigenze di esecuzione delle prove), 25 per ciascuna città individuata (Amsterdam, Barcellona, Francoforte, Parigi e Stoccolma), in negozi al consumo. Il campionamento è stato effettuato da personale tecnico in possesso dunque di competenze per la selezione di campioni rappresentativi ai fini degli obiettivi di progetto. Tutti i campioni acquistati riportano l etichetta di composizione e appartengono alle categorie merceologiche definite nel progetto secondo la seguente distribuzione: 43.2 % Abbigliamento esterno (maschile e femminile) 35.2% Maglieria esterna (maschile e femminile) 13.6% Abbigliamento intimo (maschile e femminile) 2.4% Abbigliamento bimbo (non neonato) 2.4% Calzetteria (maschile) 3.2% Biancheria per la casa (tovaglie e copri piumoni) La composizione fibrosa dei campioni vede rappresentate pressoché tutte le principali fibre naturali, artificiali e sintetiche e le loro miste. 11

12 RISULTATI L ORIGINE Il numero di campioni che non riporta alcuna indicazione di Origine è pari al 36% dei campioni acquistati; la distribuzione del restante 64% è riportata in Tabella 14. DICHIARAZIONI DI ORIGINE: SU TUTTI I CAMPIONI E PER CITTÀ TUTTE LE CITTÀ (%) AMSTERDAM (%) BARCELLONA (%) FRANCOFORTE (%) PARIGI (%) STOCCOLMA (%) Origine non dichiarata Dichiarati Importati Dichiarati Made In... nel paese d acquisto (NL, E, D, F, S) Tabella 14 - L origine dei campioni, il dettaglio [colonna 1- % sul totale campioni: 125; colonne da 2 a 6 - % sul totale dei campioni prelevati in ciascuna città: 25] [Monitoraggio prodotti tessili (Europa): 2006] Il campionamento dimostra che, indipendentemente dalla città europea considerata, una percentuale molto significativa dei campioni analizzati non riporta infatti alcuna indicazione di Origine (in linea con i risultati delle indagini eseguite in Italia); si riconferma dunque che il Consumatore non dispone di informazioni che gli consentano di effettuare una selezione dei prodotti acquistati sulla base dell Origine. La Tabella mette anche in evidenza una situazione di apparente incongruenza. I paesi nord europei sono da sempre contrari alla Proposta di Regolamento sull obbligo di indicare l origine sui prodotti tessili di origine extra UE. Di fatto le percentuali sopra riportate Amsterdam e Stoccolma - mettono in evidenza che, in tali paesi, è già molto elevata la percentuale di campioni che riportano l indicazione di origine e che, almeno apparentemente, non vi è alcuna preclusione all indicazione di origine extra UE (in entrambe le città è alta la percentuale dei prodotti dichiarati importati è molto elevato: Amsterdam 72%, Stoccolma 84%). RISULTATI LE PROVE Le prove sono state eseguite utilizzando metodi riconosciuti in ambito europeo e quindi, quando disponibili, previsti dalle direttive europee e dalle norme europee (EN). Nei casi in cui non sono risultati disponibili metodi normalizzati sono stati adottati metodi interni (Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A.) validati; tale validazione è stata verificata e accettata dal Sistema Nazionale di Accreditamento dei Laboratori di prova e Taratura (SINAL). 12

13 In Tabella 15 sono riportati i risultati delle prove eseguite; in Tabella 16 il dettaglio relativo alle caratteristiche ecologiche (altre) non coperte da disposizioni legislative. RISULTATI DEI CONTROLLI SU TUTTI I CAMPIONI E PER CITTÀ CARATTERISTICA NON CONFORME TUTTE LE CITTÀ (%) AMSTERDAM (%) BARCELLONA (%) FRANCOFORTE (%) PARIGI (%) STOCCOLMA (%) Composizione fibrosa (Direttiva Europea /74/CE) (*) Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea /61/CE) (**) Caratteristiche ecologiche (altre) (**) Legenda: (*) Tabella 15 - Le prove, il dettaglio [Monitoraggio prodotti tessili (Europa): 2006] percentuali espresse sul numero di campioni [colonna 1- % sul totale campioni: 125; colonne da 2 a 6 - % sul totale dei campioni prelevati in ciascuna città: 25] (**) percentuali espresse sul numero delle prove eseguite; [colonna 1 - % sul totale delle prove eseguite; colonne da 2 a 6 - % sul totale delle prove eseguite sui campioni prelevati in ciascuna città. La selezione delle prove, infatti, è stata effettuata coerentemente alla tipologia del campione in termini di composizione, colore e processi produttivi coinvolti, ad esempio] 13

14 CARATTERISTICHE ECOLOGICHE (ALTRE): RISULTATI DEI CONTROLLI SU TUTTI I CAMPIONI E PER CITTÀ CARATTERISTICA NON CONFORME TUTTE LE CITTÀ (%) AMSTERDAM (%) BARCELLONA (%) FRANCOFORTE (%) PARIGI (%) STOCCOLMA (%) ph dell estratto acquoso (*) Formaldeide libera ed estraibile (*) Coloranti allergenici (*) Carriers clororganici (*) Metalli pesanti estraibili (*) Tabella 16 - Le prove ecologiche, il dettaglio [Monitoraggio prodotti tessili (Europa): 2006] (*) percentuali espresse sul numero delle prove eseguite; [colonna 1 - % sul totale delle prove eseguite; colonne da 2 a 6 - % sul totale delle prove eseguite sui campioni prelevati in ciascuna città. La selezione delle prove, infatti, è stata effettuata coerentemente alla tipologia del campione in termini di composizione, colore e processi produttivi coinvolti, ad esempio] L insieme dei dati complessivi e di dettaglio evidenzia (in linea con i risultati delle indagini eseguite in Italia) una non conformità critica e diffusa sul requisito legislativo relativo alla composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE). Le non conformità riscontrate sono state le più varie: denominazione scorretta delle fibre (utilizzo del marchio commerciale in sostituzione della denominazione comune prevista dalla legge); dichiarazione falsa delle fibre presenti nel prodotto (lino invece di ramié kashmir invece di lana, è opportuno segnalare che in entrambi i casi le fibre realmente presenti hanno un valore nettamente inferiore a quelle dichiarate); scorretto utilizzo delle deroghe ammesse dalla legislazione che consente ad esempio di non dichiarare fibre presenti al di sotto di una certa percentuale o fibre presenti a scopo decorativo. E opinione condivisa che tale situazione, sia conseguente al fatto che, a oggi, non esiste un sistema di controllo puntuale; non vi sono infatti carenze legislative significative e le aziende dispongono di un know how sufficiente per la corretta applicazione della legge. Per quanto riguarda la presenza di ammine aromatiche cancerogene è evidente la gravità del fatto che sul mercato siano presenti prodotti tessili non conformi a una Direttiva europea che si propone di 14

15 salvaguardare la salute del Consumatore; questo anche se la cancerogenità accertata delle ammine non deve essere indiscriminatamente tramutata in cancerogenità del prodotto tessile. Le ammine aromatiche (sono 22 quelle considerate dalla Direttiva Europea) vengono liberate da alcuni coloranti azoici per scissione del legame azoico, a causa dell azione di riduzione chimica che può avvenire durante l utilizzo del capo. Tali ammine possono quindi essere assorbite dalla pelle attraverso il sudore (cfr. Allegato V per alcune considerazioni tecniche relative a classi tintoriali e loro applicazione sulle varie fibre). La percentuale di prodotti contenenti ammine cancerogene è significativa con differenze tra le varie città, tra le quali si segnala, per il valore particolarmente elevato, Barcellona, dato comunque di difficile interpretazione. La salute del consumatore continua ad essere a rischio e sono evidenti i vantaggi che deriverebbero da un efficace sistema di controlli. Per quanto riguarda le caratteristiche ecologiche non coperte da disposizioni di legge (cfr. Allegato IV. Tabella 2 per note di dettaglio) si segnalano: elevata e diffusa non conformità rispetto al valore di ph dell estratto acquoso. Considerato l elevato range di valori di conformità (cfr. Tabella 16) e il fatto che una corretta conduzione dei processi di lavaggio finali del ciclo di nobilitazione consente l eliminazione del problema, la situazione non ha alcuna giustificazione tecnica ma ha sicuramente una giustificazione economica; un numero ridotto di processi di nobilitazione finali consente una diminuzione del consumo di acqua ed energia e quindi una sostanziale diminuzione dei costi di produzione industriale. Una considerazione su tutte, perché tanta attenzione a pubblicizzare l innocuità di prodotti cosmetici e igienici in quanto a ph neutro e nessuna attenzione in ambito tessile? elevata anche se isolata (Francoforte 40%) non conformità rispetto alla presenza di coloranti allergenici. Considerato il fatto che sono chiaramente accertate le caratteristiche allergiche di una ristretta gamma di coloranti dispersi la situazione pare per lo meno strana. Il problema delle allergie è continuamente fonte di preoccupazioni: perché così poca attenzione a questa tipologia di coloranti? Perché nessun controllo sul loro utilizzo al di fuori dei prodotti oggetto di certificazione volontaria? Perché nessuna disposizione legislativa al riguardo? presenza di metalli pesanti estraibili rilevata ad Amsterdam e Stoccolma (benché poco interpretabile per quanto riguarda le diversità tra le città), potrebbe essere di nuovo correlata all ipotesi di prodotti realizzati con riduzione del numero di fasi finali del ciclo di nobilitazione; i dati sembrano dimostrare, invece, che la formaldeide libera ed estraibile e i carrier clororganici non sono parametri critici e che l impiego di tali sostanze sia decisamente sotto controllo anche nei prodotti di importazione. Relativamente alla formaldeide va peraltro precisato che i campioni sono stati prelevati sul mercato e quindi a una significativa distanza 15

16 di tempo dal momento di fine produzione; in tali condizioni la formaldeide, anche se inizialmente presente, può essersi dispersa nell ambiente (condizioni di falso negativo ). RISULTATI PROVE E ORIGINE Un risultato di particolare interesse è la valutazione delle non conformità dei campioni dichiarati importati e la loro variazione rispetto alla totalità dei campioni oggetto dell indagine. TUTTI I CAMPIONI E I CAMPIONI DICHIARATI IMPORTATI : RISULTATI DEI CONTROLLI A CONFRONTO CARATTERISTICA NON CONFORME Composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE) Caratteristiche ecologiche (altre) TUTTI I CAMPIONI (%) CAMPIONI IMPORTATI (%) Tabella 17 - Tutti i Prodotti e Prodotti dichiarati importati. Le prove, il confronto [Monitoraggio prodotti tessili (Europa): 2006] I risultati mostrano una percentuale di prodotti non conformi più alta rispetto alla percentuale riferita al totale dei campioni; la non conformità sulla composizione fibrosa sale dal 57.6 al 68.54%, per le ammine aromatiche cancerogene sale dal 9.5 al 9.6% e la non conformità sulle caratteristiche ecologiche sale dal 6.5 al 11.0%. Il peggioramento di conformità ai requisiti dei prodotti importati in linea con i risultati delle indagini eseguite in Italia, dà chiara evidenza della necessità di innescare un meccanismo di Regolamentazione del mercato basato su un sistema di controllo e di informazione mirato ed efficace che tuteli consumatori e produttori. A supporto dei dati e delle considerazioni precedenti si riportano, anche per il progetto europeo e in analogia ai contenuti di Tabelle 4 e 5 [Globalizzazione Sostenibile (Varese): ] e Tabelle 9 e 10 [Globalizzazione Sostenibile (Como): 2004], i valori delle non conformità ecologiche sui campioni importati espressi sia come percentuale sul totale di non conformità ecologiche dei campioni importati, sia come percentuale sul totale di non conformità ecologiche di tutti i campioni (cfr. 16

17 Tabelle 18 e 19). I dati rilevati nel campionamento in Italia risultato sostanzialmente confermati anche nel campionamento eseguito nelle città europee. CAMPIONI IMPORTATI E CARATTERISTICHE ECOLOGICHE: LA RIPARTIZIONE PERCENTUALE DELLE NON CONFORMITÀ CARATTERISTICA NON CONFORME TUTTE LE CITTÀ (%) AMSTERDAM (%) BARCELLONA (%) FRANCOFORTE (%) PARIGI (%) STOCCOLMA (%) Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea /61/CE) (*) Caratteristiche ecologiche (altre) Tabella 18 - Campioni importati [% non conformità specifiche rispetto alle non conformità ecologiche totali rilevate sui prodotti importati] [Monitoraggio prodotti tessili (Europa): 2006] CARATTERISTICA NON CONFORME Caratteristiche ecologiche cogenti [Ammine aromatiche cancerogene (Direttiva Europea 2002/61/CE)] e volontarie (altre) CAMPIONI IMPORTATI E CARATTERISTICHE ECOLOGICHE: L INCIDENZA PERCENTUALE RISPETTO AL TOTALE DELLE NON CONFORMITÀ TOTALI TUTTE LE CITTÀ (%) AMSTERDAM (%) BARCELLONA (%) FRANCOFORTE (%) PARIGI (%) STOCCOLMA Tabella 19 Campioni importati non conformi per caratteristiche ecologiche [% non conformità ecologiche su importati su non conformità ecologiche rilevate sul totale dei prodotti analizzati] [Monitoraggio prodotti tessili (Europa): 2006] (%) CONCLUSIONI La valutazione complessiva dei risultati dei progetti attuati consente di concludere che nei vari paesi europei le problematiche sono sostanzialmente equivalenti; tale condizione è potenzialmente un vantaggio in quanto le strategie di intervento potrebbero essere unitarie in un ottica di cooperazione tra paesi europei a forte tradizione tessile pur nelle differenze tecniche e strategiche di ciascuno che non sarebbe realistico ignorare. Le problematiche emerse e le soluzioni possibili vengono di seguito sintetizzate e correlate. 17

18 INFORMAZIONE DEL CONSUMATORE I dati hanno chiaramente messo in evidenza il fatto che il Consumatore non dispone di informazioni adeguate sull origine del prodotto, elemento, oggi, importante per una scelta d acquisto consapevole. Sia la ricerca italiana che la ricerca europea hanno, infatti, evidenziato che circa il 40% dei campioni analizzati non riporta alcuna dichiarazione di origine. E chiaro che il consumatore è libero di scegliere il prodotto meglio rispondente alle proprie esigenze ma deve poter disporre delle informazioni per valutare oggettivamente tale rispondenza e quindi essere in grado di aggiungere questa informazione a quelle già note relative a stile e prezzo di un prodotto tessile. La Proposta di Regolamento sull obbligo di indicare l origine sui prodotti tessili di origine extra UE va in questa direzione anche se probabilmente non è la sola strategia applicabile. Tale proposta non ha lo scopo di impedire la libera circolazione delle merci in un ottica protezionistica, ma si propone come uno strumento di trasparenza del mercato. E inoltre significativo ricordare che l indicazione dell origine sui prodotti tessili è già obbligatoria in paesi quali gli USA, il Giappone e la Cina, per non citare che i più significativi, e che la sua applicazione in ambito europeo è consentita sulla base dell Articolo IX del General Agreement of Tariffs and Trade (GATT) SALUTE DEL CONSUMATORE E PARITETICITÀ DELLE CONDIZIONI I dati hanno evidenziato una situazione critica riguardo le sostanze nocive alla salute dell uomo oggetto di indagine nei progetti: ammine aromatiche cancerogene la cui presenza sui prodotti tessili è tra l altro vietata per legge dalla Direttiva Europea 2002/61/CE e altre sostanze classificate nocive da marchi ecologici volontari la cui selezione è supportata da pubblicazioni scientifiche in ambito chimico e medico riconosciute a livello mondiale. La criticità è nettamente superiore nel caso dei prodotti importati e tale situazione non è ovviamente tollerabile; è evidente la necessità di mettere in atto strumenti per interventi risolutivi. Di nuovo la Proposta di Regolamento sull obbligo di indicare l origine sui prodotti tessili di origine extra UE potrebbe essere uno di questi strumenti essendo in grado di innescare un circolo virtuoso anche nei paesi extraeuropei di più recente industrializzazione creando le premesse per l attuazione di condizioni paritetiche tra i vari paesi. I produttori extraeuropei e gli importatori potrebbero infatti essere incentivati a migliorare, per fini commerciali, il livello qualitativo dei prodotti e dei processi produttivi anche in ambito ecologico ed etico ad esempio ottimizzando l esecuzione dei processi finali di nobilitazione bilanciando meglio il rapporto impatto ambientale e costi di produzione (è noto che cicli più brevi e condotti a temperature più basse per diminuire i costi, possono avere un impatto negativo sui parametri ecologici). E 18

19 realistico pensare ad un miglioramento in considerazione del fatto che le iniziative di controllo ecologico dei prodotti tessili si stanno rapidamente diffondendo anche in paesi di recente industrializzazione (Standard GB in Cina, ad esempio). TUTELA DEL CONSUMATORE La trasparenza del mercato - attuata mediante la messa a disposizione di informazioni complete al Consumatore per consentire scelte d acquisto consapevoli, interventi mirati ad assicurare la conformità dei prodotti alle disposizioni di legge e la loro innocuità - si traduce in tutela del consumatore. Una tutela che in base ai risultati del progetto si ritiene non possa prescindere dalla seguente considerazione: il mancato rispetto del requisito di legge relativo alla corretta dichiarazione in etichetta della composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE) crea certamente un danno commerciale; il mancato rispetto dei requisiti ecologici cogenti (ammine aromatiche cancerogene: Direttiva Europea 2002/61/CE) e volontari crea un danno alla salute. La situazione non è certamente tollerabile e, ripetiamo, richiede interventi legislativi, organizzativi e di comunicazione. CONTROLLI L efficacia degli strumenti legislativi esistenti ( Proposta di Regolamento sull obbligo di indicare l origine sui prodotti tessili di origine extra UE ad esempio) è drasticamente ridotta dall insufficienza di controlli mirati a verificarne il rispetto. La percentuale di prodotti non conformi rispetto ai requisiti legislativi riscontrata nei progetti è davvero sorprendentemente alta. L insieme dei dati complessivi e di dettaglio evidenzia una non conformità critica e diffusa sul requisito legislativo relativo alla composizione fibrosa (Direttiva Europea 96/74/CE). Come detto le non conformità riscontrate sono state le più varie: denominazione scorretta delle fibre (utilizzo del marchio commerciale in sostituzione della denominazione comune prevista dalla legge); dichiarazione falsa delle fibre presenti nel prodotto (lino invece di ramié kashmir invece di lana) ove quella dichiarata ha un valore commerciale decisamente superiore a quella realmente esistente; scorretto utilizzo delle deroghe ammesse dalla legislazione che consente ad esempio di non dichiarare fibre presenti al di sotto di una certa percentuale o fibre presenti a scopo decorativo. E innegabile ritenere che tale situazione, sia conseguente al fatto che, a oggi, non esiste un sistema di controllo puntuale. Per quanto riguarda la presenza di ammine aromatiche cancerogene è evidente la gravità del fatto 19

20 che sul mercato siano presenti prodotti tessili non conformi a una Direttiva europea che si propone di salvaguardare la salute del Consumatore; questo anche se la cancerogenità accertata delle ammine non deve indiscriminatamente essere tramutata in cancerogenità del prodotto tessile. La soluzione del problema non può dunque prescindere dalla pianificazione (con messa a disposizione di più significative risorse umane, economiche e strumentali) di controlli puntuali dei prodotti tessili presenti sul mercato mediante sinergie dei soggetti istituzionalmente incaricati della loro attuazione. Degno di nota in Italia lo sforzo posto in essere dal Sistema Camerale volto a rendere operativi i controlli di mercato in accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico. TRACCIABILITA' In Italia per aiutare il consumatore ad avere il maggior numero di informazioni sul capo di abbigliamento che sta acquistando, le Camere di Commercio stanno predisponendo un sistema di tracciabilità volontario, che sarà gestito da ITF. Le imprese aderenti a questa iniziativa si impegneranno a far diventare l'etichetta una vera e propria "carta di identità" del prodotto, dove saranno presenti non solo informazioni sulle origini delle lavorazioni, ma anche sulle qualità prestazionali o sulla ecologicità, in totale trasparenza. Il sistema di tracciaiblità è già stato progettato ed è in corso di validazione nelle imprese. Una volta sperimentato potrebbe essere esteso anche a livello europeo, per stimolare una concorrenza basata anche sulla valorizzazione della qualità e non solo sul prezzo. 20

21 PROGETTO MONITORAGGIO DEI PRODOTTI TESSILI POSTI IN VENDITA NEI MERCATI EUROPEI RELAZIONE TECNICA FINALE - ALLEGATO I ITF Italian Textile Fashion Data di costituzione (Constitution date) 12 maggio 2005 Sede Legale (registered office) c/o Unioncamere Piazza Sallustio, 21 Roma Sede Operativa (head office) Roma, Via G. B. Morgagni, 30-H Tel fax Sito web: segreteria@itfashion.org Aderenti (Members) Unioncamere; le Unioni Regionali di Abruzzo, Molise, Sardegna, Toscana, Veneto; le Camere di Commercio di Bari, Bergamo, Biella, Bologna, Brescia, Brindisi, Como, Cremona, Firenze, Forlì e Cesena, Lucca, Milano, Modena, Napoli, Perugia, Pisa, Prato, Reggio Calabria, Varese e Vicenza. Referenti (Representatives) Presidente (President) VicePresidente (Vice President) VicePresidente (Vice President) Luca Mantellassi Presidente della Camera di Commercio di Firenze Luca Rinfreschi Presidente della Camera di Commercio di Prato Angelo Belloli Presidente della Camera di Commercio di Varese 21

22 Mission: Italian Textile Fashion è un Associazione delle Camere di Commercio creata per lo sviluppo e la tutela del settore tessile. Itf riunisce le Camere di Commercio dei principali distretti tessili italiani e tra i suoi obiettivi ci sono quelli di mantenere relazioni istituzionali con organismi pubblici e privati in Italia e all estero, tutelare i diritti dei consumatori, favorire l attuazione di norme appropriate, avviare attività promozionali in Italia e all estero. Il sistema delle Camere di Commercio in Italia è pubblico; ciò significa che è costituito e regolato da leggi nazionali. In Italia ci sono 103 Camere di Commercio, una per ogni Provincia, che formano una rete di organizzazioni pubbliche indipendenti, collegate tra di loro attraverso sia le 19 Unioni regionali, una per ogni Regione, che l Unione Italiana delle Camere di Commercio (Unioncamere), con sede a Roma. Il sistema camerale italiano è l unico in Europa con una completa rappresentanza intersettoriale di almeno 5 milioni di imprese attive. Una recente legge del 1997 riconosce espressamente, per la prima volta, la loro autonomia funzionale, con un preciso ruolo nello sviluppo delle economie locali. Un altra importante legge del 1998 (n. 112) prevede che ogni Camera di Commercio individui un responsabile delle attività finalizzate alla tutela del consumatore ed alla fede pubblica. L intero sistema camerale è sostenuto a livello nazionale da un gruppo di agenzie le quali presidiano un numero di aree considerate strategiche. Italian Textile Fashion è una di queste agenzie, nata per coordinare tutte le attività correlate al sostegno del settore tessile, con particolare riferimento proprio alle attività finalizzate alla tutela del consumatore ed alla fede pubblica. 22

23 PROGETTO MONITORAGGIO DEI PRODOTTI TESSILI POSTI IN VENDITA NEI MERCATI EUROPEI RELAZIONE TECNICA FINALE - ALLEGATO II Il Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A., denominato Centrocot, è stato fondato il 7 ottobre 1987 a Busto Arsizio per volontà delle associazioni imprenditoriali, di categoria e sindacali, degli enti pubblici (Camera di Commercio, Provincia, Comuni) e degli istituti di credito del territorio. Scopo di Centrocot è quello di sostenere, attraverso servizi specializzati, le aziende di tutta la filiera del settore-tessile e abbigliamento. Il Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A., nel corso degli anni, ha articolato la propria struttura, modellandola secondo gli indirizzi dell azionariato e secondo le esigenze dei clienti. Attualmente il Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A. è dislocato in due sedi: - la sede legale a Busto Arsizio in P.zza Sant Anna 2 - e un unità locale a Busto Arsizio in Via Molino 2 ang. V.le Cadorna All interno del Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A., il Laboratorio rappresenta l area di maggiore dimensione, sia per numero di addetti sia per entità di fatturato. Il Laboratorio si avvale, per la sua continua crescita e miglioramento, dell Area Ricerca del Laboratorio. A seguito dell elevata diversificazione del settore tessile e abbigliamento in Italia, i servizi di prova del Laboratorio, che opera come laboratorio di terza parte, si sono ampliati estendendosi nei settori più tecnici e specialistici. Dopo il settore ecologico e protettivo, perciò, sono stati costituiti il laboratorio tessile di microbiologia, il servizio Comfort, il Laboratorio Protezione Cariche Elettrostatiche e onde Elettromagnetiche, il Laboratorio Detergo, tutti nati da progetti di Ricerca. Il Laboratorio del Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A. offre i seguenti servizi Servizio Prove Tecnologiche (prove fisiche su fibre, filati, tessuti, prodotti tessili in genere, non tessuti, abbigliamento) Servizio Prove Chimico Tintoriali (prove chimico-tintoriali su fibre, filati, tessuti, prodotti tessili in genere, non tessuti, abbigliamento) Servizio Prove Ecologiche (prove su prodotti tessili e accessori, coloranti, prodotti chimici, ausiliari, rifiuti e reflui liquidi e gassosi) Servizio Certificazione e Prove DPI (prove su dispositivi di protezione e prove di reazione al fuoco, rilascio di Attestati di certificazione CE di Tipo e sorveglianza della produzione secondo l articolo 11A della Direttiva 89/686/CEE) Servizio Prove Biologiche (prove biologiche su prodotti tessili, acque, medicali, ecc.) 23

24 Servizio Comfort (determinazione delle proprietà termofisiologiche e sensoriali di prodotti tessili) Servizio Tarature (tarature apparecchiature). Specificatamente riferite all accreditamento SIT sono le attività del Servizio SIT (taratura di spettrofotometri e materiali di riferimento). RICONOSCIMENTI 1989 Iscrizione allo schedario dell'anagrafe Nazionale delle Ricerche cod. E019OYZ Registrazione all'albo dei Laboratori Esterni Pubblici e Privati altamente qualificati, Legge n. 46 dei 17/2/1982, con autorizzazione a svolgere ricerche applicative a favore delle piccole e medie industrie D.M. 26/5/ G.U. n. 125 del 31/5/' Laboratorio Accreditato SINAL 0033 in conformità alla norma UNI CEI EN e ai requisiti applicabili delle UNI EN ISO serie Membro dell'oeko-tex, Associazione Internazionale per la Ricerca e Prova nel campo dell'ecologia Tessile, ai fini del rilascio del marchio Oeko-Tex Standard Membro dell'associazione internazionale Textranet: Textile Transfer Network 1996 Autorizzazione dei Ministeri dell'industria, Commercio e dell'artigianato e del Lavoro al rilascio di certificazioni e attestati di conformità CE per indumenti e guanti di protezione individuale e conseguente notifica CEE con n Accreditamento come Centro SIT n. 088 per la misura del fattore spettrale di riflessione 1998 Qualifica Ministeriale secondo la circolare del n del Ministero dell'industria, Commercio e Artigianato ad eseguire attività di controllo preliminare indipendente, finalizzate all'assegnazione del marchio ecologico europeo ECOLABEL 1998 Membro dell'associazione Oeko-Tex International, ai fini del rilascio della certificazione Oeko-Tex Standard 1000 e 100 plus 2000 Rinnovo dell'autorizzazione dei Ministeri dell'industria, Commercio e Artigianato e del Lavoro al rilascio di certificazioni e attestati di conformità CE per indumenti e guanti di protezione individuale ed estensione della notifica ad ulteriori settori protettivi 2002 Servizio Pubblico di analisi sul cotone e altri tessili della CCIAA di Varese 2002 Adeguamento del sistema qualità del laboratorio di prova alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025/2000. Accreditamento in data 26/08/ Accreditamento da parte della Regione Lombardia come ente che eroga formazione e orientamento in Lombardia in attuazione del DM n. 166 del 25/05/ Accreditamento da parte della CCIAA di Varese all esecuzione della verifica periodica biennale degli strumenti metrici ai sensi dell articolo 4 del DM 182/2000 Area Formazione certificata in conformità ai requisiti della norma UNI EN ISO 9001:2000 da Certiquality per 2003 la progettazione, realizzazione e controllo di servizi formativi, di orientamento, di studio e ricerca formativa (Certificato n. 6532) 2005 Registrazione al sistema di valutazione regionale QuESTIO Sistema di individuazione e valutazione centri di ricerca di trasferimento tecnologico Regione Lombardia ID Crtt Membro della rete dei laboratori delle Camere di Commercio Retelab 24

25 CERTIFICAZIONI E MARCHI Il Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A. è un istituto preposto in Italia per il rilascio di certificazioni sui prodotti del settore tessile. In particolare i marchi rilasciati da Centrocot sono: Marcatura CE degli indumenti e guanti di protezione individuale (DPI) Il Marchio Comfort Centro SIT Marchio Oeko-tex Marchio UV Standard 801 Ecolabel PROGRAMMI DI RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO Tradizionalmente le aziende tessili nazionali, pur dotate di una raffinatissima capacità artigianale, hanno affrontato la ricerca individualmente e in assenza di una vera programmazione e pianificazione a livello nazionale. Attualmente siamo di fronte a un cambiamento importante che ha portato gli Enti di Ricerca nazionali e le Università a rispondere alle esigenze delle imprese spostandosi verso obbiettivi di ricerca applicata. Affinché questo sforzo dia i risultati attesi è tuttavia indispensabile la presenza di strutture di raccordo tra gli Enti di Ricerca istituzionali e il mondo delle imprese in possesso di competenze adeguate per individuare esigenze comuni e trasformare esigenze spesso implicite in progetti. Il Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A ha da sempre svolto questo ruolo e mediante continui contatti dei propri settori tecnologici con partner europei e internazionali ha promosso e attuato progetti di ricerca che hanno avuto ricadute dirette e significative sulle imprese. L'impegno a proseguire su questa linea è totale pur nella consapevolezza delle difficoltà derivanti da un momento congiunturale sfavorevole. La convinzione che solo attraverso il continuo miglioramento del proprio know how il settore tessile abbigliamento nazionale potrà mantenere la leadership a livello mondiale, sono la motivazione principale per tale impegno. 25

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