Trattamento delle acque di scarico

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1 Trattamento delle acque di scarico Guida sintetica con riferimenti normativi a cura di Alessio Evangelisti geometra 1

2 ANALISI DELLE RICHIESTE LEGISLATIVE Relativamente al trattamento delle acque di scarico civili (abitazioni, alberghi, ristoranti, scuole, collegi, campings, ecc ) il Decreto Legge 152/99 indica quanto segue: Articolo 29 Scarichi sul suolo È vietato lo scarico sul suolo e negli strati superfciali, fatta eccezione per: 1- Nuclei abitativi isolati, dove non sia in essere o prevista una rete fognaria; pertanto le Regioni dovranno identifcare un sistema depurativo individuale in armonia con il livello dì protezione ambientale. 2- Per gli scaricatori di piena a servizio delle reti fognarie. 3- Per gli scarichi di acque refue urbane per i quali sia accertata l impossibilità tecnica a recapitare in corpi idrici superfciali, purché vengano rispettati i valori limite di emissione fssati. Articolo 30 Scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee È vietato lo scarico diretto nelle acque sotterranee e nel sottosuolo. Le sole eccezioni, previa indagine preventiva ed autorizzazione dell autorità competente riguardano lo scarico di acque utilizzate per scopi geotermici, delle acque di infltrazione di, miniere o cave, o altri casi diversi dalle acque di scarico civili. Articolo 31 Scarichi in acque superfciali Gli scarichi di acque refue urbane potranno immettersi in acque superfciali solo con valori limite entro la Tabella 3 dell Allegato 5 al D.L. 152/99. Il piano di risanamento delle situazioni fatiscenti indica il realizzo epurativo in tempi previsti in base al numero di abitanti degli agglomerati. Articolo 33 Scarichi in reti fognarie Gli scarichi di acque refue domestiche, che recapitano in reti fognarie sono sempre ammessi purché osservino i regolamenti emanati dal gestore dell Impianto centralizzato di depurazione delle acque refue urbane. Per l accesso nelle reti fognarie è necessario il rispetto dei valori limite indicati nella Tabella 3 dell allegato n. 5 del D.L. 152/99. Allegato n. 5 D.L. 152/99 Limite di emissione degli scarichi idrici Gli scarichi provenienti da Impianti e manufatti di trattamento delle acque refue urbane, potranno essere smaltiti con i seguenti criteri: 1) Scarichi in corpi d acqua superfciali - Per agglomerati fno a 2000 abitanti con un impianto di trattamento in grado di rendere acque depurate entro i limiti della Tabella 3 (scarico in acque superfciali); - Per agglomerati da 2000 a abitanti e oltre i abitanti con un impianto di trattamento in grado di rendere acque depurate entro i limiti della Tabella 1 (limiti di emissione per gli Impianti di acque refue urbane). 2) Scarichi sul suolo Tutti gli scarichi ammessi sul suolo, previsti dall articolo 29, dovranno subire un trattamento in grado di rendere acque depurate entro i limiti della Tabella 4 (limiti di emissione per le acque refue urbane ed industriali che recapitano sul suolo). 3) Indicazioni generali I trattamenti appropriati per il raggiungimento degli obiettivi depurativi dovranno:- essere di semplice manutenzione e gestione- essere in grado di sopportare adeguatamente forti variazioni orarie del carico idraulico ed organico- minimizzare i costi gestionaliper insediamenti con popolazione compresa tra 50 e 2000 abitanti, i trattamenti da impiegare per il raggiungimento degli obiettivi epurativi sono gli impianti a depurazione naturale, quindi il lagunaggio o la 2

3 ftodepurazione, o impianti tecnologici quindi i fltri percolatori o impianti ad ossidazione totale.per insediamenti civili provenienti da agglomerati con meno di 50 abitanti, si potranno applicare sistemi di smaltimento come quelli indicati nella delibera del Comitato dei ministri per la tutela delle acque dall inquinamento del 4/2/1977. CONSIDERAZIONI E SOLUZIONI TECNICO-ECONOMICHE RISPONDENTI ALLE RICHIESTE DEL DECRETO LEGGE 152/99, RELATIVAMENTE ALLE ACQUE DI SCARICO CIVILI. Riepilogativamente, relativamente alle acque di scarico civili (case, villette a schiera, condomini, collegi, convitti, scuole, asili, ristoranti, alberghi, fabbriche, campings, villaggi turistici,ecc. ) il DECRETO LEGGE N. 152 del 11/5/1999 fa obbligo di quanto segue : -Scarichi sul suolo (Articolo 29) sono ammesse solo acque depurate con valori dei refui entro i limiti della Tabella 4, che prescrive in particolare: BOD5 = max 20 mg/litro Solidi sospesi = max 25 mg/litro Questi limiti possono essere rispettati solo ed esclusivamente installando un trattamento di Depurazione ad ossidazione totale (spinto a massima resa e fnizzazione). -Scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee (Articolo 30) non sono ammessi scarichi di acque civili, nemmeno se depurate. -Scarichi in acque superfciali (Articolo 31) sono ammesse solo acque depurate con valore dei refui entro i limiti della Tabella 3, che prescrive in particolare: BOD5 = max 40 mg/litro Solidi sospesi = max 80 mg/litro Questi limiti possono essere rispettati solo ed esclusivamente installando un trattamento di Depurazione ad ossidazione totale. -Scarichi in reti fognarie (Articolo 33) sono ammesse solo acque parzialmente depurate, con valore dei refui entro i limiti della Tabella 3, che prescrive in particolare: BOD5 = max 250 mg/litro Solidi sospesi = max 200 mg/litro Questi limiti possono essere rispettati solo con un trattamento di Depurazione parziale ottenibile con Depuratori ad ossidazione totale resa minima. Altri sistemi di trattamento non garantirebbero tali valori limite; basti pensare che il liquame grezzo civile ha, mediamente un valore BOD5 sull ordine dei mg/litro, e che ad esempio una Fossa Imhoff di buona qualità può garantire solo il % dell abbattimento del carico organico iniziale, risulterebbe quindi un acqua refua trattata da inviare alla rete fognaria con un minimo carico organico BOD5 di 280 mg/litro. Non sarebbe quindi suffciente il solo impiego di una Fossa Imhoff, ma a monte di questa dovrebbe essere installato un fltro batterico anaerobico, idoneo a ridurre sensibilmente il carico organico; in questo caso però è da valutare nell assieme se la tecnica e l economia dell opera sia più soddisfacente dell impiego di un Depuratore ad ossidazione totale resa minima. -Allegato 5 indicazioni generali fno a 50 abitanti è permesso l impiego di Fosse Imhoff con smaltimento del refuo mediante subirrigazione, o pozzi perdenti. Tale sistema però contraria in parte l articolo 30 e soprattutto determina pericolo di inquinamento alle falde sotterranee; infatti raramente vengono eseguite indagini geologiche preventive determinanti l esatta distanza dai sistemi subirriganti da pozzi o falde acquifere sotterranee. 3

4 Ai fni economici, manutentivi e gestionali, il sistema Depurazione ad ossidazione totale è senz altro il più valido rispetto agli altri sistemi depurativi o pseudodepurativi. I principali vantaggi del Depuratore ad ossidazione totale possono essere riepilogamente così elencati : a) Economia dell opera: la spesa di acquisto e la sua posa in opera sono notevolmente inferiori ad altri sistemi depurativi (fltri percolatori, fto-depurazione, ecc ); il costo dell opera fnita è inoltre uguale o inferiore al costo dell opera fnita di un sistema subirrigazione (acquisto di Fossa Imhoff, costruzione di trincee, acquisto e posa di tubazioni forate, tessuto fltro, ghiaietta e ghiaione). b) Sicuro funzionamento: il Depuratore ad ossidazione totale ha un funzionamento costante, in grado di sopportare forti variazioni orarie del carico idraulico e organico; al contrario altri sistemi depurativi necessitano di costanti portate orarie, per non subire intasamenti e malfunzionamento. c) Semplicità di manutenzione e gestione: la manutenzione e gestione del Depuratore ad ossidazione totale, possono per la loro semplicità, essere eseguite direttamente dall utilizzatore dello scarico. Pochi e semplici controlli ed interventi periodici assicurano una resa costante del Depuratore; al contrario, altri sistemi depurativi richiedono interventi e controlli di tecnici specializzati ed eventuale uso di prodotti addittivanti. d) Esigui costi di gestione: i costi di gestione del Depuratore ad ossidazione totale sono minimi. Ad esempio l espurgo dei fanghi attivati in eccesso deve essere eseguito ogni mesi al contrario l asporto dei fanghi da Fossa Imhoff deve necessariamente essere eseguito, come prescritto (Delibera comitato ministri per la tutela delle acque dall inquinamento del 4/2/77), ogni 6 mesi. Inoltre i fanghi asportati da Depuratore ad ossidazione totale sono innocui, e possono essere utilizzati come concime nei campi agricoli. DEPURATORI AD OSSIDAZIONE TOTALE: Vantaggi tecnici: Riduzione del 90% dell inquinamento alla fonte, quindi rispetto dei limiti richiesti dalla Tabella 3 (scarico in acque superfciali) dell allegato 5 D.L.152/99 ; quindi possibilità di scaricare il refuo depurato in fossi, fumi, canali, ecc. o dove altro richieda il caso. -Funzionamento elastico, anche al variare delle portate di liquame da trattare, senza pericolo di intasamenti o altri inconvenienti. -Installazione interrata, in poco spazio, senza impiego di mezzi particolari o manodopera specializzata. Vantaggi economici: 1) Il costo complessivo di acquisto ed installazione di un Depuratore ad ossidazione totale è inferiore agli altri sistemi. La manutenzione, ed in particolare l espurgo dei fanghi, a cadenza periodica, è di gran lunga superiore agli altri sistemi. DISOLEATORI TECNICI E DISSABBIATORI/DISOLEATORI PREMESSA: i disoleatori vengono impiegati per separare oli minerali dagli scarichi di autoffcine, autorimesse, garages, e in tutti gli altri luoghi nei quali si verifca lo scarico di oli minerali misti ad acqua. Sono costituiti da una vasca monoblocco prefabbricata in calcestruzzo armato vibrato a pianta circolare oppure in materiale plastico o in vetroresina. Internamente la vasca è divisa in tre settori; due di questi (che hanno funzione di disoleazione primaria e secondaria), sono collegati idraulicamente tra di loro 4

5 attraverso i fori di passaggio situati nella parete che li divide, mentre il terzo settore (che ha funzione specifca di raccolta e stoccaggio degli oli minerali) risulta stagno ed indipendente dagli altri due. FUNZIONAMENTO: Il funzionamento avviene nel modo seguente: l acqua di scarico contenente oli minerali, grassi e morchie, affuisce nel primo settore dove avvengono la sedimentazione dei fanghi pesanti (sabbia, terriccio) e trattenimento in superfcie di circa il 70% degli oli e grassi iniziali (disoleazione primaria), che verranno trasferiti e stoccati nel settore di raccolta. L acqua parzialmente disoleata passa poi nel secondo settore, attrezzato di un fltro adsorbente multistrato composto da carbone, quarzite e tessuto adsorbioil, idoneo a trattenere residui di oli ed idrocarburi, oltre materie in sospensione ed altre impurità. I disoleatori rendono un acqua trattata in uscita con contenuto di oli minerali ed idrocarburi non superiore a 5 mg/litro (limite tabella 3 scarico in acque superfciali dell allegato 5 decreto legge n 152 del 11/05/1999 ). Sono inoltre conformi a quanto prescritto dalla vigente legislazione in materia di sicurezza a competenza dei vigili del fuoco ( decreto ministeriale 01/02/1986 ). Per la messa in funzione l unica operazione da farsi è quella di riempire la vasca di acqua pulita, ad esclusione del settore di raccolta e stoccaggio degli oli minerali. La gestione e la manutenzione risulterà semplice: basterà periodicamente, agendo dalle apposite ispezioni del coperchio, aprire la saracinesca di trasferimento dell olio accumulato in superfcie del primo settore al settore di raccolta e stoccaggio (terzo settore); quest ultimo, una volta riempito dovrà essere estratto (con autobotte di Ditta autorizzata) e trasferito a discarica autorizzata. Ogni 18/24 mesi si dovrà procedere all estrazione ed allontanamento mediante autobotte dei fanghi accumulatisi sul fondo vasca del primo settore. DISSABBIATORE/DISOLEATORE Per il trattamento delle acque di scarico di origine meteorica raccolte su piazzali medio-piccoli adibiti a parcheggio automezzi, vengono impiegati per separare oli minerali, idrocarburi leggeri, morchie, sabbie e terricci dalle acque di scarico di piazzali medio-piccoli adibiti a transito, sosta e parcheggio di automezzi. Trovano inoltre impiego nelle autorimesse, autoffcine, autolavaggi e in tutti gli altri luoghi nei quali si verifca lo scarico di oli minerali e sabbie misti ad acqua. FUNZIONAMENTO: Sono costituiti da due o più vasche prefabbricate in calcestruzzo armato vibrato, a pianta circolare o rettangolare, oppure in materiale plastico o in vetroresina, da installare entro terra, collegate tra di loro con tubazione, ispezionabili dall alto attraverso i fori di ispezione situati nelle coperture delle vasche stesse. Il Disoleatore-Dissabbiatore è composto da : 1- vasca dissabbiatore 2- vasca (o vasche) disoleatore Il funzionamento avviene nel modo seguente: l acqua di scarico, raccolta da apposite griglie o da pozzetti caditoia, arriverà mediante tubazione alla prima vasca (che ha funzione di dissabbiatore ) dove nel fondo della stessa vengono raccolti tutti i fanghi pesanti decantati. L acqua passa poi alla vasca (o vasche) disoleatore, divisa internamente in tre vani; nel primo vano vengono trattenuti gli oli minerali ed idrocarburi leggeri. 5

6 Nel secondo vano, attrezzato di fltro misto carbone-quarzite-tessuto adsorbioil, vengono trattenuti gli ultimi residui oleosi, materie in sospensione ed altre impurità. Il terzo vano ha la sola funzione di stoccaggio oli minerali ed idrocarburi da prelevare periodicamente ed inviare a discarica controllata. fltro adsorbente sabbie e terricci. DIMENSIONAMENTO E MANUTENZIONE: Gli impianti disoleatori-dissabbiatori rendono un acqua trattata in uscita con un contenuto oli minerali ed idrocarburi non superiori a 5 mg/lt (decreto legge n. 152/99 allegato 5 tabella 3) Per la mezza in funzione l unica operazione da farsi è quella di riempire le vasche di acqua pulita. Per la manutenzione basterà periodicamente, agendo dalle apposite ispezioni del coperchio, procedere all estrazione ed allontanamento mediante autobotte dei fanghi accumulatisi sul fondo delle vasche ed asporto dell olio e grasso, accumulatosi sulle superfci delle vasche. ACQUE DI PRIMA PIOGGIA Sono considerate acque di prima pioggia quelle corrispondente ad una precipitazione di 5 mm su tutta la superfcie scolante. Si stabilisce che essa si verifchi in 15 minuti. Sono soggetti a questa normativa solo gli eventi meteorici verifcatisi dopo almeno 48 ore di tempo secco. I limiti che devono essere rispettati sono quelli di Tabella 3 allegato 5 D.L. 152/99, ovvero quelli stabiliti dalla Regione o Ente gestore del Servizio Idrico Integrato. Vengono individuate diverse tipologie di insediamenti, le cui acque di prima pioggia devono essere trattate o volanizzate. Tipologie insediative interessate a) Industrie petrolifere b) Industrie chimiche c) Trattamento e rivestimento metalli d) Concia e tintura pelli e cuoio e) Produzione pasta carta, carta e cartone f) Produzione pneumatici g) Stazioni distribuzione carburanti h) Autoffcine - Carrozzerie - Autolavaggi i) Depositi mezzi trasporto pubblici l) Depositi rifuti, centri di cernita e/o trasformazione degli stessi m) Depositi rottami n) Depositi di Veicoli destinati alla demolizione Le acque di piazzale - Dilavano le aree adibite al transito degli autoveicoli; - Possono contenere varie tipologie di inquinamenti; - Sono assimilabili ai refui presenti in fognatura durante gli eventi piovosi. I principali contaminati 1) Le particelle che si depositano sulle superfci del suolo e dei tetti; 2) I rifuti solidi e liquidi presenti sulle superfci dilavate; 3) Le emissioni del traffco; 4) I prodotti dell'erosione che la pioggia esercita sulle superfci stradali, sulla copertura degli edifci e sul suolo destinato al verde. 6

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