IV Congresso SIe-L Facoltà di Scienze della Formazione Macerata, 4 6 luglio 2007

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1 IV Congresso SIe-L Facoltà di Scienze della Formazione Macerata, 4 6 luglio 2007 Dr. Antonio Cartelli Laboratorio di Tecnologie dell istruzione e dell apprendimento Dipartimento di Scienze umane e sociali Università degli Studi di Cassino L e-learning

2 La commissione europea ha promosso molteplici iniziative per lo sviluppo e la diffusione dell ICT nei paesi comunitari. Meritano di essere ricordate, per le implicazioni che hanno avuto ed avranno sulle attività formative universitarie e per gli effetti che promettono di avere sulla costruzione della società della conoscenza, due eventi ben noti: - Bologna process (1999) - Conferenza di Lisbona (2000) Ai precedenti eventi hanno fatto seguito studi ed iniziative di vario tipo (e-learning initiative), tra le quali hanno particolare interesse quelle deputate a: a) ICT literacy b) Modelli di alta formazione quali virtual universities e virtual campuses Se l elenco delle iniziative promosse può essere reperito all indirizzo: si riportano di seguito un rapporto e due seminari relativi all analisi di virtual universities e virtual campuses (per le conseguenze sul progetto PBP-VC).

3 Nel maggio 2000 la Commissione europea ha commissionato alla danese PLS RAMBOLL Management uno studio sui modelli virtuali di università (da effettuarsi nel biennio ), con l obiettivo di avere un quadro dell utilizzo dell ICT da parte delle università europee. La pubblicazione del rapporto conclusivo (marzo 2004)* ha portato all individuazione delle seguenti categorie di atenei: the front-runners runners 16% the cooperating universities 33% the self-sufficient sufficient universities 36% the skeptical universities 15% Al di là della classificazione proposta è emerso che: a) tutte le università interpellate disponevano di infrastrutture tecnologiche adeguate b) raramente l ICT è intervenuto a modificare strategie didattiche e di apprendimento c) l utilizzo dell ICT pur presente in maniera significativa non è riuscito ad uscire dalla fase sperimentale per entrare nella gestione complessiva dei processi *

4 Il dato inequivocabile che emerge dal rapporto è la mancanza di un modello di riferimento univoco per l introduzione dell ICT nella formazione universitaria. Per favorire l individuazione di elementi cruciali nel superamento delle difficoltà riscontrate sono stati promossi due workshop. Il primo di essi Virtual Campuses (e- for our universities), 23 November 2004 * ha analizzato: - Impatto dell ICT sulle istituzioni universitarie (HEI), presenza di buone pratiche, modelli esportabili ecc. - Modelli economici per l e-learning nelle HEI, loro sostenibilità ecc. Per giungere alla conclusione dell esigenza di: - Applicazioni innovative (mobilità virtuale, e-technologies per il collegamento università-industrie, sviluppo di programmi professionali interregionali ecc.) - Applicazioni problem-focused (students tutoring and monitoring, utilizzo del Web per la riduzione dei costi didattici, riutilizzabilità, ambienti virtuali ecc.) - Experience-sharing e knowledge transfer (ovviamente mediate dall utilizzo dell ICT) *

5 In conclusione se la realizzazione di campus virtuali è ancora vista come una scommessa ci si riprometteva di analizzare le numerose questioni aperte delineate nell ambito del workshop. Il secondo di essi Virtual Campuses (VC), 11 October 2005 * si è soffermato sul concetto analizzandolo e pervenendo alle seguenti conclusioni: - Non vi è una definizione univoca del termine virtual campus che possa considerarsi adatta alle diverse realtà europee, - Troppe esperienze di virtual campuses sono di basso profilo anche per le istituzioni che le hanno avviate, - Sono state formulate delle raccomandazioni di cui tener conto nelle successive call for proposals: a) Sostenere l analisi critica e sistematica dei progetti di VC esistenti, b) Favorire progetti che favoriscano la diffusione di VC mediante la disseminazione delle soluzioni positive fin qui adottate e contribuiscano alla costituzione di una comunità di decision makers da coinvolgere nelle future esperienze di VC *

6 Il progetto Promoting Best Practices in Virtual Campuses (PBP-VC) Esso è stato approvato dalla Commissione Europea (sezione interessata all utilizzo delle nuove tecnologie, EACEA) dopo aver attraversato un processo altamente selettivo. Si fa notare che : a) ha concorso con altri 161 inerenti attività sull e-learning alla richiesta di fondi, b) è stato selezionato con 17 di essi per il finanziamento, c) ma è l unico nuovo progetto che analizza le problematiche dei campus virtuali (gli altri due sovvenzionati sono la naturale prosecuzione di iniziative preesistenti)

7 Partner del progetto PBP-VC

8 Obiettivi del progetto PBP-VC - identificare e classificare progetti attuati ed in corso (rilevanti ai fini della comprensione del fenomeno dei campus virtuali) e realizzare un analisi sistematica e critica del materiale raccolto (nuovi modelli di insegnamento-apprendimento), - definire i contorni del contesto concettuale di riferimento dei campus virtuali ed i temi e problemi ad esso soggiacenti, - individuare un contesto di riferimento, basato sui fattori critici di successo, in grado di guidare passo-passo il processo di sviluppo di nuovi modelli di insegnamento-apprendimento nei campus virtuali, - sviluppare proposte specifiche di studio e applicazione da inserire nel contesto di riferimento delineato, - distribuire e propagare i risultati del progetto in tutta Europa, - fornire supporto alle istituzioni ed a quanti lo vorranno per includere i campus virtuali in progetti educativi innovativi

9 Approccio utilizzato nel progetto PBP-VC

10 Risultati attesi

11 Prospettive e contatti - Volantini in distribuzione, - Moduli acquisizione dati per coloro che sono interessati a far parte del comitato di riferimento che si intende attivare, - Per informazioni, delucidazioni, approfondimenti cartan@unicas.it (biglietti da visita)

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