Traumatologia minore in mare

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1 Traumatologia minore in mare Maria Elisa DELLA MARTA Specialista in Ortopedia e Traumatologia Specialista in Medicina del Nuoto ed attività subacquee Azienda Ospedaliera della provincia di Pavia Il rapido diffondersi delle attività subacquee ha visto coinvolto un grosso numero di persone intente a praticare questi sport e di conseguenza all'aumentare gli episodi traumatici di varia gravità. L estrema rapidità con cui si sono sviluppate le attività subacquee e da diporto negli ultimi decenni ha portato all osservazione dei medici numerosi episodi di traumatologia minore e qualche altro più grave che ha richiesto il trattamento chirurgico in ambiente ospedaliero. Secondo le definizioni di Verneuill si intende per traumatologia l interazione violenta dell organismo con un agente esterno in cui forza vulnerante supera il limite di resistenza dei tessuti, danneggiandoli. Dal punto di vista clinico le lesioni traumatiche si presentano con quadri diversi che vanno da quelli più banali caratterizzati da contusioni e ferite superficiali fino ai casi gravi con rottura di organi interni. L esame clinico del paziente e la raccolta dei dati anamnestici solitamente sono sufficienti per porre la corretta diagnosi che deve comunque essere completata con accertamenti radiografici ed eventualmente esami di laboratorio. Il dolore è una spia per segnalare che qualcosa nel nostro organismo non funziona a dovere. Esso però è anche un sintomo comune a molte malattie pertanto cercheremo di analizzare solo il dolore post-traumatico o da sforzo dell apparato scheletrico e di quello muscolare riscontrabile nella pratica subacquea. Fattore predisponente importante per il subacqueo è la forza peso, innegabilmente l attrezzatura pesante è pesante e questo incrementa le difficoltà di movimento nella fase pre-immersione. con maggior sollecitazione dell apparato locomotore, con esecuzione di movimenti articolari incongrui o forzato (es vestizioni di jacket/ara). Attenzione importante meritano i traumi da crisi convulsive. I traumi dell apparato muscolo scheletrico in base alla gravità si distinguono in: Contusioni Lesioni traumatiche senza soluzione di continuità caratterizzate da compressione dei tessuti molli sottostanti e travaso ematico più o meno importante. In base alla sede di lesione si riconoscono: Contusioni cutanee spesso associate a ferite più o meno profonde Contusioni muscolari interessano la fascia sotto cutanea e quella muscolare Contusioni tendinee 9 marzo 2007

2 Contusioni articolari, interessano l articolazione e si manifestano con versamento intrarticolare (emartro) Contusioni osse vivamente dolenti per interessamento del periostio dolore localizzato tumefazione nella parte lesa edema ecchimosi difficoltà al movimento o impotenza funzionale applicare ghiaccio o impacchi freddi sollevare la parte contusa eventuale bendaggio a protezione della parte lesa consultare un medico nel caso si sospetti un trauma più grave Distorsioni Lesione capsulo legamentosa provocata da un movimento articolare abnorme e non fisiologico in cui si alterano i rapporti tra i capi articolari In base alla loro gravità distinguiamo: distorsioni lievi in cui si reperta solamente la distensione dei legamenti o della capsula e/o presenza di lacerazioni parcellari dei fasci fibrosi. Distorsioni gravi in cui è presente la rottura a tutto spessore di uno o più legamenti e/o lesione da strappamento della loro inserzione dalla corticale ossea, lacerazione capsulare Impotenza funzionale intenso localizzato all articolazione lesa e peggiorato dai tentativi di movimento Tumefazione per presenza di emartro Lassità articolare Ghiaccio locale Immobilizzazione assicurandosi di non impedire la circolazione con immobilizzazioni troppo strette Eventuale controllo farmacologico del dolore Consultare un medico Lussazioni Perdita completa della congruità, completa (lussazione) o incompleta (sublussazione). tra le superfici articolari di un articolazione quasi sempre per meccanismo traumatico indiretto. Dal punto di vista cronologico si distinguono: Traumatologia minore in mare 2 9 marzo 2007

3 Lussazioni recenti verificatesi nelle ultime ore Lussazioni inveterate datate oltre le 36 ore Lussazioni recidivanti, ripetutesi più volte. Deformazione del profilo anatomico dell area interessata Impotenza funzionale completa Resistenza elastica ai tentativi di mobilizzazione Riduzione ossia nel ripristino dei rapporti articolari che deve essere preceduta in qualsiasi caso da accertamenti rx nelle prime 24 ore Immobilizzazione Eventuale trattamento chirurgico qualora non fosse possibile attuare il trattamento di cui sopra Complicanze Immediate se l evento traumatico ha provocato fratture e risultano interessate le strutture vascolo nervose Tardive lassità capsulo legamentose Necrosi asettica del segmento lussato ( interruzione vasi nutritivi durante l episodio traumatico) Le lussazioni più frequenti sono quelle di spalla (lussazione della scapolo-omerale e lussazione della acromio-claveare), seguite da quelle di gomito, di dita, d' anca e di ginocchio (lussazione della femoro-rotulea). 1. Lussazione della spalla (scapolo-omerale) - La struttura anatomica della spalla è responsabile della frequenza con cui si verificano le lussazioni, la cavità glenoidea infatti deputata ad accogliere la testa dell omero è nettamente più piccola della testa omerale stessa, ciò conferisce all articolazione un ampia motilità ma una scarsa stabilità garantita solo dall apparato capsulo legamentoso e muscolare. La lussazione di spalla si realizza per caduta sulla mano o sul gomito a braccio leggermente abdotto con dislocazione della testa omerale dalla cavità glenoidea Segni clinici La deformità tipica "a spallina" del profilo della spalla per sporgenza dell' acromion si associa ad un reperto palpatorio di assenza della testa omerale nella sua normale cavità. Complicanze Frattura testa omerale Lesione nervo circonflesso con conseguente paralisi del deltoide. Traumatologia minore in mare 3 9 marzo 2007

4 Il trattamento consiste nel ripristino dei rapporti articolari e nel caso di lussazione anteriore la più frequente, nel caso di lussazione anteriore è indicata la manovra di Kocher caratterizzata da trazione dell' arto verso il basso con gomito flesso a 90, rotazione esterna, leggera adduzione e rotazione interna. E' necessario naturalmente un completo rilasciamento muscolare che generalmente si ottiene in anestesia generale. L avvenuta riduzione deve essere controllata radiograficamente, indi si immobilizza la spalla per una ventina di giorni con bendaggio Desault. 2. Lussazione della spalla (acromio-claveare) - L' articolazione acromioclaveare è stabilizzata dal robusto legamento coraco-claveare (legamento conoide e trapezoide) che spesso limita la dislocazione dei capi articolari, rendendo tale lussazione incompleta. La lussazione acromioclaveare ha origine in genere da una caduta diretta sulla spalla. Il capo clavicolare si sposta nella maggior parte dei casi in senso craniale per azione del muscolo trapezio, mentre l'acromion è tirato verso il basso dal peso dell' arto. Nelle lussazioni complete ad una salienza tipica del profilo superiore della spalla si associa il segno patognomonico del "tasto di pianoforte" dovuto all' immediata recidiva dopo riduzione manuale ottenuta premendo sul capo acromiale della clavicola. Il trattamento si basa sulla gravità della lesione. Nelle lesioni incomplete l immobilizzazione con bendaggio sec Desault sono sufficienti. Nei casi più complessi si ricorre al trattamento chirurgico. 3. Lussazioni del gomito - Si verifica generalmente per caduta sulla mano con gomito in iperestensione che determina una lussazione posteriore di entrambe le ossa dell' avambraccio con frequente frattura dell' apofisi coronoidea. La sporgenza posteriore dell' olecrano si associa ad una posizione in atteggiamento obbligato di semiflessione dell' avambraccio, con deformazione del profilo anatomico. Impotenza funzionale La riduzione si ottiene in narcosi 4. Lussazioni delle dita - Patologia piuttosto frequente trae origine da traumi diretti o indiretti. Clinicamente si rileva un errore di posizione ed una fissità elastica e l'esame radiografico conferma la diagnosi. La riduzione della lussazione in assenza di fratture avviene trazionando il dito interessato e nella maggior parte dei casi non presenta complicazioni; Nella lussazione isolata l' immobilizzazione avviene in posizione di flessione, di circa 90.per un periodo di una - due settimane. Traumatologia minore in mare 4 9 marzo 2007

5 Fratture Per frattura si intende l interruzione completa di uno o più segmenti ossei in cui l intensità della sollecitazione supera i limiti della normale resistenza ossea. Segni clinici Deformazione del profilo Motilità preternaturale Impotenza funzionale completa Medico Chirurgico Bibliografia A.MANCINI C. MORLACCHI: Clinica Ortopedica Edizioni PICCIN CONNOLY: Fratture e Lussazione Editrice VERDUCCI E:FRANZINO. TRAUMATOLOGIA Subacquea - Edizioni ANANKE Traumatologia minore in mare 5 9 marzo 2007

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