Le domande di partenza

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1 Educare alla diversità / Vzgajati k različnosti EDUKA CONFERENZA INTERNAZIONALE: EDUCARE ALLA DIVERSITÀ NEL CONTESTO TRASFRONTALIERO MEDNARODNA KONFERENCA: VZGAJATI K RAZLIČNOSTI V ČEZMEJNEM PROSTORU TRA PROTOCOLLI E PRATICHE: INTERCULTURA, PLURILINGUISMO, CLASSI ETEROGENEE Flavia Virgilio CIP-UNIUD Bando pubblico 02/2009: EDUKA Educare alla diversità Javni razpis 02/2009: EDUKA Vzgajati k različnosti Ime predavatelja/nome relatore Capodistria, Facoltà di Studi Umanisici, Università del Litorale, 18/09/2014 Koper, Fakulteta za humanistične študije, Univerza na Primorskem, Le domande di partenza qual è la relazione tra i documenti formali della scuola, in particolare i protocolli, le pratiche didattico educative e i risultati prodotti in termini di integrazione/interazione? come vengono percepite le azioni sulle dimensioni interculturali e plurilingui dai diversi attori delle realtà scolastiche coinvolte?

2 Quadro di riferimento teorico e metodologia Pedagogia interculturale (Banks 2009) Antropologia linguistica (Jacquemet 2005, Gal 2006, Blommaert 2010, Pennycoock 2010, 2012) Superdiversità (Vertovec 2010) La prospettiva metodologica utilizzata nell ambito delle attività di ricerca è stata quella dello studio di caso di ricerca azione (Yin 1994) Nell era della globalizzazione, occorra analizzare le lingue come un complesso di risorse a disposizione e utilizzabili da comunità e da individui, cioè come pratiche locali, transnazionali e come miscugli. Le realtà scolastiche oggetto di ricerca costituiscono indubitabilmente esempi di come questi miscugli si concretizzino nelle pratiche educative formali e non formali.

3 Documenti analizzati - 6 protocolli scuole italiane in Italia - un protocollo scuola slovena in Italia - 2 documenti ministeriali - 21 schede scuola - Questionari alunni genitori docenti delle due scuole caso studio - POF e curricoli delle scuole caso studio - dati risultati scolastici Questioni emergenti - il protocollo si identifica come uno strumento di carattere burocratico amministrativo, necessario per ottemperare a obblighi di carattere normativo o per accedere a finanziamenti - non costituisce una fotografia delle pratiche di integrazione nelle scuole - tanto meno costituisce una risorsa per le scuole ad alta intensità migratoria, in particolare in Slovenia - parziale disallineamento tra contenuti del POF e dei curricoli - finalità del POF successo scolastico - impatto sociale (interno ed esterno) delle finalità del POF

4 Rischi - burocratizzazione delle pratiche DIMENSIONE ORGANIZZATIVA - dispersione dell apprendimento sociale dal punto di vista didattico e organizzativo DIMENSIONE DIDATTICA - folclorizzazione delle lingue di minoranza - dimensione emergenziale degli interventi - progettualizzazione dell ordinario - autoreferenzialità della scuola incapacità di leggere in tempo reale le caratteristiche degli apprendenti e del contesto Le pratiche Siamo così avanti che se ci giriamo indietro vediamo il futuro

5 Le lingue separano o uniscono? Dal POF: «concentriamo gli interventi sulle lingue segreganti, perché sono i casi più gravi» Parlanti cinese nel mondo milioni (di cui 848 milioni madrelingua) Parlanti italiano nel mondo 120 milioni (64 nel mondo) Elementi di riflessione Le conseguenze del profilo demografico degli apprendenti sui curricoli, in particolare quando le scuole si autodefiniscono attente all interculturalità e al plurilinguismo attraverso i propri documenti di identità quali i protocolli e i POF, dovrebbe condurre a una riconsiderazione critica del modo con cui si selezionano i saperi in funzione della definizione dei curricoli. Come affermato in Levinson, Holland (1996), le scuole offrono a ogni nuova generazione dei luoghi simbolici e sociali in cui le relazioni, le rappresentazioni e le conoscenze si sviluppano, a volte confermando e a volte sovvertendo i rapporti di potere nel contesto sia locale che translocale. L analisi dei protocolli incrociata con i dati emergenti dai questionari, evidenza il modo in cui le pratiche situate contribuiscono a modellare i sistemi scolastici nazionali, adattandoli alle condizioni locali (Henriot-van Zanten 1994) attraverso la capacità di agency di allievi, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici che di fatto dimostrano come le scuole siano più internazionali che interculturali.

6 Elementi di riflessione In sostanza si ipotizza che le pratiche di integrazione/interazione possano essere descritte come boundarying work (Seddon 2014). L offerta formativa, la selezione dei curricoli e le relative pratiche quotidiane agite nelle scuole e dalle scuole con/nel territorio, potrebbero essere considerate come pratiche di ridefinizione di confini sia istituzionali che identitari (Seddon 2014, Appadurai 1996) che ridefiniscono la relazione storica tra educazione e territorializzazione del potere statale in termini di networking transnazionale e globale. Educare alla diversità Vzgajati k različnosti EDUKA EDUCAZIONE E FORMAZIONE INTERCULTURALE IN PROSPETTIVA TRANSFRONTALIERA MEDKULTURNA VZGOJA IN IZOBRAŽEVANJE V ČEZMEJNI PERSPEKTIVI Bando pubblico 02/2009: EDUKA Educare alla diversità Javni razpis 02/2009: EDUKA Vzgajati k različnosti Grazie per l attenzione! Hvala za vašo pozornost! eduka@slori.org

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